mercoledì 24 luglio 2019

Testamento di mons. Luigi Bossi fu D. Gerolamo


TESTAMENTO DI MONS. LUIGI BOSSI, canonico ordinario e teologo del Duomo di Milano, dottore in sacra teologia dell’una e dell’altra legge, fu D. Gerolamo (fratello di D. Gio. Stefano e D. Antonio, cavaliere di Santo Stefano che morì in battaglia contro i Turchi), abitante nel Palazzo Arcivescovile di Milano.

Dispone che il suo cadavere sia sepolto in Duomo con la pompa funebre che si suole usare agli altri ordinari del Duomo.
Ricorda di essere creditore nei confronti di suo fratello D. Gio. Stefano di 1.000 scudi a seguito della sua rinuncia e donazione della possessione di Robecchetto, della casa e bottega presso San Marcellino in Porta Comasina. Detto credito lo destina come legato al Luogo Pio della Misericordia di Milano, con l’obbligo di far celebrare in San Marcellino delle messe.
Lascia alla Sagrestia degli ordinati del Duomo le sue “residenze” (effetti personali?) più un bacile, un boccale e un calice con patena tutti d’argento, i suoi rocchetti (tranne due che saranno conservati a sua sorella D. Angela Margherita monaca nel Monastero di San Michele sopra il Dosso di Milano), i camici e due quadri raffiguranti San Tommaso d’Aquino e San Francesco, con l’obbligo per detta Sagrestia di far celebrare un ufficio da morto ogni anno in Duomo con l’elemosina di lire 12 per ufficio ai curati, più una messa da celebrarsi da uno degli Ordinari nello scurolo con l’elemosina di lire 3.
Lega ai reverendi Padri della Compagnia di Gesù residente nella casa professa di San Fedele di Milano tutti i suoi libri più 100 scudi perché preghino per l’anima sua.
Ordina la celebrazione di una messa nella Chiesa di San Marcellino subito dopo la sua morte più altre 12 con l’elemosina di lire 100.
Lega a Carlo Longhi fu Battista, nipote del prete Luigi Longhi che per molti anni sbrigò i suoi affari con fedeltà e amore, scudi 50 quando si farà  professo.
A suo fratello D. Gio. Stefano, oltre la rinuncia e donazione già fatta dei suoi beni patrimoniali, in segno di memoria e amore, lega i suoi mobili esistenti nella casa da nobile di Robecchetto. In più, se ci sarà, lega il suo cavallo con i finimenti e le gualdrappe.
Di tutti gli altri beni che si dovessero ritrovare dopo la sua morte, istituisce erede universale il Monastero delle Monache di San Michele sopra il Dosso di Milano, con l’obbligo di far celebrare un ufficio nell’anniversario della sua morte più tre messe basse ogni anno, ordinando che a questo fine,  tale obbligo sia scritto su una tavoletta di marmo da porsi nel muro del coro delle monache per maggior memoria.
Specifica quindi i redditi che compongono la sua eredità:
-          la casa in Monforte;
-          un reddito sopra la ferma del sale di lire 280 ogni quattro mesi che rende ogni anno lire 840;
-          un reddito sopra la dogana di lire 89 ogni tre mesi che rende ogni anno lire 359;
-          un reddito sopra il prestino di Porta Vercellina di lire 79 ogni tre mesi che rende ogni anno lire 318;
-          una casa situata in Monforte di Milano contigua alla casa del Signor Dottor Carlo Senago:
Dona alla Pia Casa di Santa Sofia, di cui è deputato, lire 300. Erogatari di questa sua disposizione costituisce il M.R. mons. Magenta arciprete del Duomo, mons. Ludovico Pirovano ordinario dottore prebendato del Duomo e il signor Baldassarre  Castelbesozzo dottore collegiato di Milano suo cugino e il M.R. Gerolamo Bossi canonico di San Nazaro di Milano.
Avendo poi prestato al Luogo Pio della Misericordia di Milano un capitale dal quale si ricavano ogni anno lire 30, queste saranno pagate al curato di San Marcellino di Milano per la celebrazione d’un annuale per la famiglia Bossi.
Con un altro prestito fatto ai rev. Padri del Carmine di Milano si ricaverà una somma de destinarsi alla celebrazione di un ufficio da morto ogni anno per la famiglia Bossi.
In cambio delle sue prestazioni con il Luogo Pio della Misericordia si farà ogni anno per la festa della Concezione della Beata Vergine Maria l’elemosina di lire 20 alla Casa Pia di Loreto presso San Fedele da distribuirsi ai poveri vergognosi della città.
Per altre prestazioni date al Pio Luogo della Misericordia si darà ogni anno per la festa di Sant’ Ambrogio lire 15 ai Vecchioni del Duomo.
Per altre prestazioni con i rev. Padri di Santa Maria Segreta di Milano si celebreranno un ufficio da morto ogni anno più quattro messe nel giorno dell’anniversario della sua morte.
Per altre prestazioni con i suddetti Padri si darà al curato di S. Marcellino lire 20 ogni anno nel mese di luglio per la celebrazione d’un annuale per compimento delle disposizioni del fu Bernardo Bossi, suo zio.

venerdì 16 marzo 2018

CASCINA CATERINA



Angelo Francesco Malinverno[1]
Sp. Caterina Parravicini.
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   |--- Domenico Malinverno
   |      n. Albese    18.10.1829
   |     Contadino.
   |     Ingresso in Azzate 1854, abbandona Azzate per Brunello 11.11.1881
   |     Sp. Teresa Turri f. Maurizio e Angela Albizzati n. Montonate 28.9.1836
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   |         |--- Maria Malinverno
   |         |     n. Azzate 1859
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   |         |--- Angelo Malinverno
   |         |     n. Azzate 17.8.1860
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   |         |--- Luigi Malinverno
   |         |     n. Azzate 18.7.1862
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   |         |--- Alessandro Malinverno
   |         |     n. Azzate 13.1.8164
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   |         |--- Giuseppe Angelo Malinverno
   |         |      n. Azzate 1.8.1865
   |         |      Servente.
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   |         |--- Francesco Achille Malinverno +
   |         |      n. Azzate 16.3.1867 + Azzate 3.8.1868
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   |         |--- Palmira Filomena Malinverno
   |         |      n. Azzate 4.6.1869
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   |         |--- Carlo Giovanni Malinverno +
   |         |      n. Azzate 19.6.1871 + Azzate 5.9.1872
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   |         |--- Ernesto Gioachino Malinverno
   |         |      n. Azzate 23.7.1873
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   |         |--- Maria Giovanna Malinverno
   |         |     n. Azzate 24.6.1875
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   |         |--- Maria Caterina Malinverno
   |               n. Azzate 12.10.1884 + Azzate 12.7.1937
   |               Sp. Fermo Crespi.
   |               Da Caterina Malinverno deriva il nome della Cascina Caterina,
   |               abitata per molti anni dalla famiglia Crespi.
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   |--- Pietro Malinverno
   |      n. Albese 29.5.1834
   |      Emigrato in America 1867.
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   |--- Angela Malinverno
         n. Albese 1.8.1837 



Gaetano Malinverno
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   |--- Guglielmo Malinverno
         + Erba 29.6.1951
         Sepolto nel Cimitero di Azzate 2.7.1951
         Nel 1926 offre lire 50 per la decorazione della Chiesa di Azzate.



Che la Cascina Caterina derivasse il suo appellativo da un nome proprio femminile era abbastanza scontato, ma che sia stato preso da Caterina Malinverno è una sorpresa.
La famiglia Malinverno era originaria di Albese in provincia di Como e si trasferì ad Azzate nel 1854 per prendere possesso della Cascina Sirone.
Se il suo cognome è evocativo di qualcosa dobbiamo ritenere che questa famiglia non se la spassasse troppo bene, e non solo d’inverno, ma anche d’estate, se fu indotta a trasferirsi nel nostro paese.
Dal matrimonio di Domenico Malinverno con Teresa Turri erano nati ad Azzate undici figli e l’ultima, di nome Maria Caterina, detta Caterina, andò in sposa a Fermo Crespi la cui famiglia aveva preso possesso della Cascina Bighireuz poi ribattezzata Cascina Caterina.
E’ da ritenere che la novella sposa sia stata molto ben gradita nella sua nuova casa tanto da giustificare il cambiamento della denominazione della cascina, che assumeva un nome certamente più soave e gentile che andava a soppiantare, ma non in modo definitivo, un nome pronunciabile soltanto in dialetto.
Questa circostanza dovette essere di soddisfazione anche in Casa Riva-Cottalorda, proprietaria del cascinale e dei terreni che le stavano intorno, che in questo modo potevano pronunciare il nome della cascina in italiano, al pari della Cascina Fontanella poco distante e sempre di loro proprietà, tralasciando quel Bighireuz che, quantunque singolare e caratteristico, sapeva troppo di contadino.
I Malinverno lasciarono definitivamente la possessione della Cascina Sirone nel 1881 per trasferirsi a Brunello ma non dimenticarono Azzate, tanto è vero che Guglielmo Malinverno nel 1926 offrì lire 50 per la decorazione della Chiesa Parrocchiale di Santa Maria di Azzate e nel 1951, pur essendo morto ad Erba, fu sepolto nel Cimitero di Azzate.
Dal matrimonio di Fermo Crespi con Caterina Malinverno nacque nel 1884, tra gli altri, Maria Eugenia che andò sposa a Giovanni Olivarez figlio di Giuseppe e Maria Moranzoni detta “Scaia”.
Quest’ultima abitava con la famiglia in Piazza Nuova ed aveva un bel caratterino, tanto è vero che gli appiopparono un soprannome molto significativo: provocava dolore e fastidio come una scaglia di legno che, malauguratamente, si era conficcata nei polpastrelli delle dita di una mano.
Nonostante ciò fu assunta in Casa Riva-Cottalorda e donna Angiola Riva le affidò le sue figliole – le Parniselle – che non abbandonò mai e molto orgogliosa riferiva ai suoi conoscenti dei suoi trasferimenti in carrozza da Azzate a Como, dove i Riva avevano un’altra dimora.
Un altro figlio di Fermo Crespi e Caterina Malinverno fu Mario Michele detto “Majeta” che aprì un negozio di parrucchiere subito dopo l’Oratorio di Sant’Antonio e che, quando la Farmacia Dottor Girelli si trasferì in Viale delle Rimembranze, si spostò di fronte, con ingresso secondario nella Corte dei Lanzett.
Una bella fotografia lo ritrae intento nel suo lavoro, coadiuvato dal socio Oreste Maffiolini e dal garzone di bottega Giuseppe Olivarez, nipote sedicenne del “Majeta”, che continuerà l’attività dello zio fino a trasmetterla al proprio figlio Wanni, noto parrucchiere in Via Vittorio Veneto ad Azzate.
Il soprannome “Majeta” deriva dal fatto che Mario Crespi in gioventù aveva fatto il raccattapalle presso il tennis di Casa Castellani che lo aveva dotato di una “maglietta” che lui si compiaceva di indossare anche al di fuori del suo incarico e, dagli oggi, dagli domani, il fatto non passò inosservato a qualche buontempone che gli affibbiò il soprannome.




[1] Cascina Sirone n. 70 – Foglio di famiglia n. 199.

CASTGLIONI DOTTOR PIETRO



Cronaca Prealpina del 24 settembre 1916

In onore del dottor Pietro Castiglioni, medico condotto di Azzate. Oggi, alle ore 14, nell’aula consigliare di Azzate, l’on. sindaco, cav. Ugo Introini, assistito da tutti i Sindaci dei Comuni consorziati colle rispettive Giunte, presenterà solennemente all’egregio Dottor  Pietro Castiglioni una medaglia d’oro ed una pergamena riccamente lavorata, in omaggio di benemerenza per il 40° anno di esercizio del suo ministero nella direzione della nostra importante Condotta Medica.
L’iniziativa gentile di tale cerimonia trova il suo pieno consenso in tutte le nostre popolazioni, che in questo lungo periodo di tempo hanno appreso degnamente a stimare l’egregio sanitario e a circondarlo di grande affetto.
Laureatosi nel 1874, il Dottor Castiglioni passava dopo due anni dalla Condotta di Mornago a quella assi più vasta e faticosa di Azzate, che a distanza di quarant’anni sa tenere ancora molto bene, colla vigoria indomita della sua fibra robustissima, e collo spirito di sacrificio con cui nobilita il duro esercizio dell’arte sua.
Noi lo apprezziamo altamente quest’uomo, nella cura diligente colla quale, non contento della larga esperienza acquisita, adopera il suo bell’ingegno nel tenersi ognora al corrente col progresso moderno della scienza medica; noi lo amiamo, quest’uomo simpaticissimo a tutti, pur nella sua rude franchezza, per il suo carattere aperto, per la sua lealtà d’oro, per la bontà di cuore che lo ha sempre reso generoso a tutte le buone iniziative, e in tanti privati bisogni lo ha fatto arrivare a tempo quale soccorritore altrettanto efficace, quanto nascosto.
Garibaldino a diciott’anni, il Dottor Castiglioni è tra i pochi che nel lungo periodo laborioso del consolidamento politico dell’Italia nuova, seppero mantenere intatte e fresche le proprie idealità; e in questi giorni di rinnovata vitalità patriottica noi ammiriamo il fervore giovanile con cui segue le sorti della guerra di redenzione, alla quale fu orgoglioso di veder accorrere volontario l’unico figlio suo prof. Luigi Castiglioni.
La gravità di questi momenti ha consigliato le autorità civili della Condotta Medica a tenere la cerimonia ristretta nelle proporzioni modeste di una festicciuola di famiglia. Così raccolta, essa è però più adatta alla modestia del festeggiato, che forse non avrebbe saputo piegarsi a cerimonie clamorose e solenni.
Il nostro desiderio vivissimo è questo: che il Dottor Castiglioni abbia a trovare nell’odierna affermazione un piccolo pegno di tutto quello che gli dobbiamo; e che l’affettuosa dimostrazione di riconoscenza valga a confortare l’animo della sua gentile signora, che nel silenzio delle pareti domestiche nasconde un tesoro così eletto di finezza e di bontà femminile, un cuore così nobile nell’esercizio della sua missione materna.


Cronaca Prealpina del 25 settembre 1916


Le onoranze solenni al Dottor Pietro Castiglioni Medico Condotto di Azzate. Ci scrivono da Azzate, 24;
L’annunciata cerimonia di omaggio all’egregio nostro medico condotto ebbe luogo oggi e riuscì assai commovente.
Alla presenza di quasi tutti i Sindaci della Condotta Medica, e di molti assessori, coll’intervento di tutte le famiglie più distinte di Azzate e dintorni, il sindaco cav. Introini con un discorso riboccante di espressioni affettuose all’indirizzo del festeggiato, gli presentò la medaglia commemorativa e la ricca pergamena preparata per l’occasione.
Furono letti affettuosi telegrammi del nostro on. deputato comm. Somaini, dell’ill.mo signor Sottoprefetto di Varese, e del comm. Maino di Gallarate, cavaliere del lavoro, amico e parente del Dottor Castiglioni.
Il nostro caro Dottore, fra tanta festa di amici, vibrava di commozione. Espresse la sua soddisfazione in poche parole, tanto belle e tanto care, che molti tra i presenti ne furono inteneriti fino alle lagrime.
Allo champagne brindarono tutti coll’entusiasmo più sentito. Tra i brindanti erano il nostro bravo quanto modesto artista Andrea Arioli, e la nobile contessa Castellani, che ricordavano di aver assistito al primo ingresso in paese dell’egregio sanitario.
Il popolo tutto di Azzate prese parte alla festa del Dottor Castiglioni in quel modo che il popolo sa scegliere per manifestare la sua simpatia ad un uomo conosciuto ed amato da tempo.
In ogni angolo del paese, il Dottore vedeva al suo passaggio persone note che lo guardavano commosse, e gli parlavano col muto linguaggio del cuore. Nel contegno di tutti, fin dei ragazzi, era il plebiscito d’affetto all’uomo caro e venerato.
Chiudiamo questi brevi cenni di cronaca esprimendo tutta la nostra soddisfazione per aver notato di quale conforto è stata la cerimonia d’oggi al cuore del nostro egregio Dottore ed alla sua eletta Signora.
Il paese ch’egli si compiacque di chiamare sua seconda patria, si onora della bontà di lui, e gli attesta una riconoscenza che non perirà.
La pergamena, assai ben lavorata, portava la seguente epigrafe: “Onore – al Dottor Pietro Castiglioni – Medico Condotto – Che – L’ingegno dell’arte alle virtù del cuore – Per ininterrotto quarantennio – Prodigando unisce.
Unanimità di popolo volle – L’alta opera feconda pietosa – In questo giorno – 24 Settembre 1916 – Con affetto riconoscente ricordare”.


CONGREGAZIONE DI CARITA' DI AZZATE



1913. La Congregazione di Carità, la Giunta Municipale e il Parroco di Azzate decidono di restaurare una parte dell'edificio crollato alcuni anni fa e destinato all'Asilo Infantile. All'appello rispondono gran parte dei capifamiglia, molti villeggianti e concittadini residenti in altri comuni e anche all'estero. All'appello ha risposto anche il Deputato locale on. Enrico Somaini.

1913. Inaugurazione del nuovo Asilo Infantile costruito con le elargizioni di tutti i cittadini e dei villeggianti, con il lascito del compianto parroco don Redaelli, con il fondo della Congregazione di Carità e con l’elargizione generosa del cav. Cottalorda. Il corteo partito dal vecchio asilo e diretto alla nuova costruzione era guidato dal sindaco cav. Ernesto Galli e dal parroco don Enrico Baggioli. Per tutti, al termine della cerimonia ufficiale un saggio dei bambini dell’Asilo Infantile. La nuova costruzione può ospitare circa 100 bambini e dispone di aule, di un refettorio e di un ampio cortile per i giochi all’aperto.

1921. L’inchiesta delle autorità per stabilire con precisione lo svolgimento dei fatti di Azzate è continuata ancora ieri per opera del Sostituto Procuratore del Re. Ieri pomeriggio, alle ore 14, è stato interrogato, all’ospedale, il ferito più grave, Brusa Italo. Non vi è dubbio che la giornata odierna permetterà la raccolta di maggiori informazioni. Nella scena tumultuosa rimasero feriti anche due carabinieri: Busti Pietro da Corano d’Intelvi e Viganò Alessandro da Verderio Superiore.