giovedì 31 ottobre 2013

Cronaca Prealpina - Cent'anni fa

Tutti questi stralci sono stati pubblicati da Roberta Lucato sul quotidiano La Prealpina nella rubrica Cent’anni fa:

Apprendiamo che il concerto di beneficenza era un’antica consuetudine di Azzate e poteva essere realizzato grazie alla bravura del maestro Trotti e della sua filarmonica che con questa manifestazione chiudeva la lunga stagione di villeggiatura, visto che il concerto si tenne il 27 ottobre.
La presenza ad Azzate di alcune personalità proprietarie delle più importanti ville del paese ci fa capire che queste residenze non erano abitate stabilmente, ma venivano usufruite soltanto per il periodo di villeggiatura, non esitando a credere che i conti Avogadro di Collobiano o il barone Giuseppe Baroffio dall’Aglio avessero altre residenze più confortevoli in cui trascorrere i mesi più freddi dell’anno.

Domenica 27 ottobre 1901

Secondo un’antica consuetudine, la brava filarmonica diretta dal maestro Trotti tiene un importante concerto di beneficenza nel meraviglioso giardino di Villa Molo[1] a chiusura della stagione di villeggiatura. Fra gli splendidi brani in programma, la marcia “Milano”, il coro della “Carmen” di Bizet, la mazurka “Rose nel boschetto” di Strobel e la polka “Nerina” dello stesso Trotti. Pubblico numeroso: fra gli intervenuti, il barone Baroffio Dall’Aglio con la famiglia, la contessa Collobiano, il conte Enrico di Tavagnasco e signora, la nobile famiglia Ferrario, il conte Luigi Bossi e le famiglie Savonarola[2], Galli[3], Bernareggi, Schiannini, Castiglioni[4], Bertoli e Arioli. Al termine del concerto, calorosamente applaudito, ha luogo l’estrazione dei premi della lotteria cui partecipano tutti coloro che hanno acquistato biglietti d’ingresso: in palio un orologio calendario, un abito per signora, un abito per uomo, uno scialle di lana, un agnello e un nuovo modello di sveglia americana.




11 marzo 1910

I villeggianti milanesi ad Azzate alla Società Ginnastica “Forti e Liberi”.

Un gruppo di villeggianti milanesi ci invia questa lettera, dedicata alla Società Ginnastica “Forti e Liberi” di Azzate, pregandoci di renderla di pubblica ragione:
“Ancora viva è in noi la gradita impressione riportata dalla vostra festa ginnastica, che voi, giovani azzatesi, con a capo il vostro benemerito Consiglio Direttivo, avete data nell’estate scorso, nella ricorrenza della solenne benedizione del vostro vessillo. Constatammo allora quello che voi avevate imparato in così breve tempo di vita della vostra Società, ed ora desidereremmo vedere ancora il profitto che dalle cure amorose dei vostri Superiori, avrete certamente tratto in questi passati mesi. Saremmo quindi lietissimi di poter assistere in qualche domenica della entrante stagione, raccolti ad una accademia ginnastica, per potervi ancora ammirare ed applaudire. Potrebbe ancora il Consiglio Direttivo organizzare per una fiera di Beneficenza a pro della stessa Società, onde poter col tempo fabbricarvi il vostro locale, dove potreste meglio imparare i vostri esercizi, così da rendervi bravi e forti ginnasti come già fin d’ora vi proponete di divenire.
Tenete certo fin d’ora il nostro appoggio, sia morale che finanziario. All’opera dunque, o giovani, fate sì che possiamo ancora acclamarvi, rendendo onore e ricompensa ai vostri Superiori, che tanto hanno fatto, fanno e faranno per l’educazione vostra, che è uno dei più sacri e nobili intenti”.
La proposta ci pare nobile e generosa, del tutto degna dei proponenti. La giriamo dunque alla “Forti e Liberi” perché ne studi l’attuazione.


27 aprile 1910

Il nuovo parroco di Galliate Lombardo.

Ci scrivono da Galliate Lombardo:
“Domenica prossima, 1° maggio farà l’ingresso in Galliate il nuovo parroco Don Vittorio Malugani.
Tutta la popolazione è in moto per preparare al proprio pastore un solenne ricevimento.
Il paese sarà riccamente addobbato con festoni ed archi trionfali. Il corpo musicale di Azzate allieterà le cerimonie religiose, ed i divertimenti che avranno luogo durante il giorno. Alla sera si accenderanno grandiosi fuochi d’artificio. Si prevede un grande concorso di gente nel nostro ameno paesello, a condecorare e a rendere più gaia e più animata la festa, alla quale con tanto entusiasmo si preparano i buoni galliatesi”.


1° maggio 1910

L’ingresso del nuovo parroco a Galliate.

Ci scrivono da Galliate Lombardo il 30 aprile:
“Come avete già annunciato, domani farà il solenne ingresso nel nostro paese il nuovo Parroco, Don Vittorio Malugani, già vicario spirituale a Brumano, e il paese sta preparando solenni accoglienze al nuovo sacerdote.
Domani, verso le 10, una lunga processione si recherà ad incontrare il sacerdote al confine della parrocchia, verso Daverio, ove don Malugani pernotta questa notte, e in processione si farà ritorno in paese, ove subito seguirà la messa in canto, con intervento di quasi tutti i sacerdoti della terza  sessione e coetanei del nuovo Parroco.
Parteciperà alla festa la Musica di Azzate che si tratterrà in paese durante l’intera giornata e darà un concerto in cada del Parroco.
Il paese sarà tutto pavesato a festa, con panneggi, archi e drappi, disposti da un noto apparatore di Busto Arsizio; la chiesa sarà ben parata.
Lunedì mattina poi vi sarà una nuova processione fino al Camposanto, ove avrà luogo la consacrazione della parte nuova del recinto.
Si prevede un largo concorso di popolo anche di tutti i paesi vicini.


4 maggio 1910

L’ingresso del parroco di Galliate.

Ci scrivono il 3 maggio da Galliate:
“Domenica faceva qui l’ingresso il novello parroco don Vittorio Malugani, proveniente dall’alpestre Brumano Imagna. La pioggia impedì la processione dei vari sodalizi, che sarebbe riuscita spettacolosa.
Nella chiesa però le cerimonie furono solenni. Alla soglia, due giovinette bianco vestite, recitarono un breve dialogo, felicitando il parroco e augurandogli benedizioni. L’arciprete di Castiglione Olona, don Antonio Barili, autorizzato per suddelegazione, procedeva per l’immissione di possesso, e prima della messa solenne, il nuovo parroco parlava a quei nuovi suoi figli con amore di padre, ricordando loro con elevati e chiari pensieri la sua missione e manifestando la sua fiducia riposta nella corrispondenza dei parrocchiani che certo non mancherà.
La banda di Azzate, guidata e sotto la direzione di esperto maestro, con finezza d’arte, eseguì buona musica e riscosse sinceri applausi. Lunedì venne benedetto il cimitero, restaurato e messo a nuovo. Siano lodi al nobile don Camillo Sessa, il quale, nonostante la grave età, dispiegò in questa occasione energia di volontà e tenacia di propositi, manifestandosi un organizzatore perfetto, e mirabilmente corrisposto dalla buona popolazione.
A don Vittorio che ricevette tanti attestati di affetto auguri sinceri di un apostolato fecondo d opere buone e di magnanimi cose.

20 luglio 1910

Elezioni amministrative.

Ci scrivono il 19 luglio da Azzate:
“Eccovi il risultato delle elezioni amministrative di domenica:. I votanti furono 146 e furono eletti i signori: Introini Ugo voti 120, Ballerio Carlo voti 82, Campi Luigi voti 82, Fossati Luigi voti 52, barone Baroffio dall’Aglio comm. Giuseppe voti 39.


21 luglio 1910

La fiera dei suini di Bodio.

Ci scrivono il 20 luglio da Bodio:
“Martedì 26 corrente avrà luogo nel nostro paese la consueta fiera dei suini, unica in tutta la regione varesina.
Si prevede una grande affluenza di negozianti, anche perché sono state prese opportunamente tutte le disposizioni dell’ottima riuscita della fiera, dalla quale la popolazione si ripromette un notevole profitto.
Le elezioni amministrative di domenica a Buguggiate.

Ci scrivono il 20 da Buguggiate:
“Eccovi l’esito delle elezioni che hanno avuto luogo nel nostro paese domenica scorsa: Schiannini Giulio voti 42, Bernasconi Claudio voti 41, Masini Vittorio voti 3, Ferrario dottor nob. Giovanni voti 31, Rimoldi Carlo voti 29.
I primi quattro sono rieletti; il signor Rimoldi è di nuova nomina.


15 settembre 1910

San Carlo commemorato ad Azzate. L’inaugurazione di una bandiera.

Ci scrivono il 14 da Azzate:
“Anche qui ad Azzate domenica scorsa venne  solennizzato il Centenario di S. Carlo Borromeo.
In questa occasione si addivenne pure alla benedizione ed alla inaugurazione dello splendido vessillo della Lega operaia femminile di Azzate.
Molte società presero parte a questa simpatica festa. Le associazioni operaie femminili di Varese (Giubiano e Bosto), di Busto Arbizio, di Cantello, di Albusciago, di Capolago e di Gazzada e molte società ginnastiche tra le quali la Società “Robur et Fides” di Varese, la “Monarco” di  Induno Olona e la “Vedanum” di Vedano Olona.
L’ameno paesello dominate il lago, fin dal mattino si presentò splendidamente imbandierato e animato insolitamente. Verso le dieci vennero ricevute dalla rappresentanza del popolo accompagnato dal distinto corpo musicale di qui, le diverse associazioni intervenute, e si procedette quasi subito alla cerimonia per la benedizione ed inaugurazione del vessillo. Fece da madrina l’egregia signora Angela Pedroni[5] e da padrino il signor Arturo Molo.
Verso le due si tenne un concerto musicale dalla Filarmonica locale ed alla quattro circa ebbe luogo la riuscitissima accademia ginnastica.
Questo trattenimento si svolse nel vasto cortile[6] della villa del signor Arturo Molo. Molte squadre eseguirono con gran precisione delle evoluzioni militari e molti esercizi a piccoli e grandi attrezzi nonché alle scale, assai applauditi dai molti villeggianti di qui e dal popolo. Un saggio di scherma dato dal maestro signor Leandro Battezzati, chiuse felicemente lo spettacolo.
Anima e vita della festa furono i nostri i nostri giovani che in breve tempo seppero dar saggio di costanza e di valore.
Un vivo ringraziamento è doveroso fare a tutte le associazioni intervenute, agli insegnati signor Attilio Gervasini e prof. Caielli, al corpo musicale di Azzate, a tutti quanti cooperarono a questa simpatica festa del lavoro, nonché ai signori Arturo Molo ed alla gentile sua signora che, oltre all’aver concesso gratuitamente per l’accademia la loro villa che si trova in una delle migliori posizioni del paese, accolsero tutti gli intervenuti con affabilità e cortesia.



10 ottobre 1910

Necrologio conte Emilio Alemagna.
Il fratello conte Riccardo Alemagna; i nipoti: conte Alberto Alemagna e contessa Maria Alemagna Neuroni con le figlie Elisa, Carolina ed Emilia; conte Alberto Castelbarco Albani col figlio Aldrighetto, profondamente addolorati annunziano la morte del loro amatissimo Emilio dei conti Alemagna ingegnere architetto, cavaliere dei Santi Maurizio e Lazzaro, ufficiale della corona d’Italia, consigliere per oltre quarant’anni della Regia Accademia di Brera, oggi avvenuta alle ore 10, munito dei conforti di Nostra Santa religione, dopo lunga e penosa malattia.
I funerali avranno luogo a Barasso mercoledì, 12 corrente, alle ore 10,30 partendo dalla villa per la Parrocchia e Cimitero, ove la cara salma sarà tumulata nel recinto di Famiglia.





11 ottobre 1910

Un’importante adunanza di Sindaci per la strada Varese-Azzate.

Ci scrivono il 10 ottobre da Azzate: “Ieri, domenica, ha avuto luogo in Azzate una importante riunione dei sindaci dei comuni di Daverio, Galliate, Mornago, Crosio e Lomnago unitamente ad altre persone di detti comuni ed in particolare del signor Ernesto Galli, quale sindaco di Azzate, allo scopo di decidere circa l’opportunità di un prolungamento della strada di nuova costruzione Varese-Azzate verso il confine del comune di Daverio ed almeno fino alla località detta Fontanone, per togliere la ripidissima salita del Castello di Azzate, nonché le gravi curve che si ritrovano su tale percorso e che lo rendono malagevole e pericoloso.
La necessarietà di un tale prolungamento venne constatata da tutti gli intervenuti, sia perché la costruzione di tale nuovo percorso costituisce una via molto più breve e più facile per accedere alla stazione di quella tram che in genera facilita le comunicazioni e con Varese e colla stazione ferroviaria di Gazzada.
Alla riunione intervenne pure il dottor Luigi Foscarini quale membro del Comitato per la strada Azzate-Loreto-Varese e lo stesso ebbe a comunicare che detto Comitato sarà ben lieti di favorire tale prolungamento; e così venne deciso di far predisporre entro il corrente dal geometra signor Guido Galli il relativo progetto e preventivo di spesa che dovrà poi ripartirsi fra i Comuni interessati.
I signori Consiglieri provinciali avv. Cav. Emilio Maroni, rag. Prof. Cav. Silvio Macchi di Varese, cortesemente mandarono la loro piena adesione, assicurando il loro appoggio per tutte le pratiche amministrative eventualmente occorrenti.
Data quindi tanta buona volontà e l’evidenza assoluto dell’opportunità per non dire per non dire della necessità di una tale opera, indubbiamente questa fra pochi mesi sarà un fatto compiuto, con che verranno assai facilitate le comunicazioni tra Varese e Sesto Calende, in attesa dell’esecuzione  dell’intero progetto della tramvia Varese-Sesto; ed in particolare poi reso più facile e più breve l’accesso alla stazione della tramvia Azzate-Varese, che di quella non è e non può essere se non la prima tappa.


22 novembre 1910

La “Robur et Fides” ad Azzate. Il banchetto di chiusura dell’anno sportivo. I discorsi del presidente e del fondatore.

Ci scrivono il 21 novembre da Azzate:
“La società ginnastica “Robur et Fides” chiuse ieri l’anno sportivo con un banchetto teu
untosi nel nostro paese all’Albergo dei Tre Re.
I quaranta ginnasti partecipanti al banchetto furono ricevuti ad Azzate dal parroco don Enrico Baggioli, il quale, ben lieto che colà si fosse deciso ed accettato di chiudere l’anno sportivo, fu largo con tutti di cortesie e generosità.
Don Enrico Baggioli che fu l’ideatore, il fondatore ed il sostenitore della Robur et Fides, alla quale ancor oggi, sebbene lontano da Varese, conserva il suo aiuto e la sua simpatia, volle pure partecipare al banchetto, egregiamente e abbondantemente servito, continuamente allietato dalla cordialità più gioviale.
Al levar delle mense il presidente della società, prof. Caielli, ringraziò don Enrico Baggioli per le tante prove di interessamento date ai giovani e alla società
Parlò inoltre dell’opera spiegata in quest’anno dalle squadre ginnastiche,e si compiacque nel constatare che esse non vennero meno alle loro belle tradizioni, avendo preso parte a parecchi concorsi di non lieve importanza ed a molte accademie nei paesi del varesotto, sempre distinguendosi sulle altre società intervenute.
Parlò poscia don Enrico Baggioli esprimendo ai giovani, che quasi tutti vide bambini,  il suo sincero affetto ed il suo attaccamento alla società, alla quale augurò lunga e florida vita.
Chiuse la serie dei brindisi il socio Carcano Enrico con un vibrato discorso eccitante i giovani a perfezionarsi sempre più fisicamente onde raggiungere gli scopi che la società si è prefissata.

Il grave incendio di questa notte ad Azzate.

Azzate, 22 novembre mattina.
Verso le 23.30 si è sviluppato  in paese un gravissimo incendio nella casa colonica di proprietà del signor Colli Giuseppe ed abitata da Magnini Galeazzo e dai fratelli Colli.
Non si conoscono le cause che determinarono l’improvviso svilupparsi delle fiamme.
Fra i primi accorsi furono il brigadiere comandante la nostra stazione dei carabinieri con tutti i suoi militi, il parroco don Enrico Baggioli, alcuni volenterosi con la pompa del vicino stabilimento Introini, i pompieri di Gazzada.
Vennero inviati dei ciclisti con l’incarico di avvertire dell’incendio le autorità di Varese.
Dopo la mezzanotte giungevano dalla città i pompieri, una squadra della Croce Verde, guardie, carabinieri ed il vice commissario di P.S. avvocato Sacchi.
L’incendio venne spento dopo molti sforzi di tutti i terrazzani verso le tre di stamane.
Andarono distrutti una stalla, il fienile e vari ambienti. Il danno si aggira sulle sei o settemila lire coperto, però, da assicurazione.
L’autorità ha subito aperto un’inchiesta per stabilire le cause della grave disgrazia che poteva avere ben più bravi conseguenze ove i pronti soccorsi non fossero riusciti ad aver ragione del fuoco.




4 gennaio 1911

Pubblicità TIM

TIM
Massime onorificenze Esposizioni Internazionali d’Igiene Parigi - Londra 1910.
Liquore Antisettico Dietetico Antiffiammatorio.
Ottimo anche nel selz ed acqua.
Il primo che insieme alle proprietà toniche digestive degli altri, abbia anche quella di essere un OTTIMO DISINFETTANTE e quindi un eccellente preservativo in caso di malattie infettive.
Rivolgersi al rappresentante G. Cavallotti – Varese – Via Ugo Foscolo 2.
Chiedere in tutti i Caffè ed Alberghi.



28 gennaio 1911

Per il riscaldamento della sala d’aspetto  della stazione di Gazzada.

Ci scrivono il 27 gennaio da Gazzada:
“Secondo una consuetudine alla quale sono abituato per ragioni professionali, io parto sempre dalla stazione di Gazzada col primo treno che vi giunge da Milano alle 6.20 ed è diretto a Varese. Per quei pochi minuti di attesa che faccio nella stanza, che troppo pomposamente viene chiamata “sala d’aspetto” sono i più terribili di tutta la giornata, tanto che io non mi meraviglierei d’esser trovato una qualche mattina in predi ad un grave assideramento.
Immaginate:l’aria della notte, una stanza non riscaldata, l’attesa e quasi l’immobilità forzata. Non vi pare vi sia tutto quello che occorre per far morire un uomo gelato? Il brutto è che, a quanto mi si riferisce, la sala d’aspetto rimase sempre senza fuoco durante tutta la giornata.

29 gennaio 1911

La Deputazione Provinciale approva la proposta dell’Ufficio tecnico perché vengano pubblicati gli avvisi per limitare il peso dei carichi in transito lungo la strada Varese per Gallarate nelle località al Cuor di Sasso  e alla Costa di Cartabbia raccomandando all’Ufficio stesso di abbreviare quanto più è possibile questa limitazione.



Il grave incendio di questa notte ad Azzate.

Azzate, 22 novembre mattina.
Verso le 23.30 si è sviluppato  in paese un gravissimo incendio nella casa colonica di proprietà del signor Colli Giuseppe ed abitata da Magnini Galeazzo e dai fratelli Colli.
Non si conoscono le cause che determinarono l’improvviso svilupparsi delle fiamme.
Fra i primi accorsi furono il brigadiere comandante la nostra stazione dei carabinieri con tutti i suoi militi, il parroco don Enrico Baggioli, alcuni volenterosi con la pompa del vicino stabilimento Introini, i pompieri di Gazzada.
Vennero inviati dei ciclisti con l’incarico di avvertire dell’incendio le autorità di Varese.
Dopo la mezzanotte giungevano dalla città i pompieri, una squadra della Croce Verde, guardie, carabinieri ed il vice commissario di P.S. avvocato Sacchi.
L’incendio venne spento dopo molti sforzi di tutti i terrazzani verso le tre di stamane.
Andarono distrutti una stalla, il fienile e vari ambienti. Il danno si aggira sulle sei o settemila lire coperto, però, da assicurazione.
L’autorità ha subito aperto un’inchiesta per stabilire le cause della grave disgrazia che poteva avere ben più bravi conseguenze ove i pronti soccorsi non fossero riusciti ad aver ragione del fuoco.




4 gennaio 1911

TIM
Massime onorificenze Esposizioni Internazionali d’Igiene Parigi - Londra 1910.
Liquore Antisettico Dietetico Antiffiammatorio.
Ottimo anche nel selz ed acqua.
Il primo che insieme alle proprietà toniche digestive degli altri, abbia anche quella di essere un OTTIMO DISINFETTANTE e quindi un eccellente preservativo in caso di malattie infettive.
Rivolgersi al rappresentante G. Cavallotti – Varese – Via Ugo Foscolo 2.
Chiedere in tutti i Caffè ed Alberghi.




28 gennaio 1911

Per il riscaldamento della sala d’aspetto  della stazione di Gazzada.

Ci scrivono il 27 gennaio da Gazzada:
“Secondo una consuetudine alla quale sono abituato per ragioni professionali, io parto sempre dalla stazione di Gazzada col primo treno che vi giunge da Milano alle 6.20 ed è diretto a Varese. Per quei pochi minuti di attesa che faccio nella stanza, che troppo pomposamente viene chiamata “sala d’aspetto” sono i più terribili di tutta la giornata, tanto che io non mi meraviglierei d’esser trovato una qualche mattina in preda ad un grave assideramento.
Immaginate:l’aria della notte, una stanza non riscaldata, l’attesa e quasi l’immobilità forzata. Non vi pare vi sia tutto quello che occorre per far morire un uomo gelato? Il brutto è che, a quanto mi si riferisce, la sala d’aspetto rimase sempre senza fuoco durante tutta la giornata.

29 gennaio 1911

La Deputazione Provinciale approva la proposta dell’Ufficio tecnico perché vengano pubblicati gli avvisi per limitare il peso dei carichi in transito lungo la strada Varese per Gallarate nelle località al Cuor di Sasso  e alla Costa di Cartabbia raccomandando all’Ufficio stesso di abbreviare quanto più è possibile questa limitazione.

1° giugno 1911

Il Consiglio Comunale di Bodio ha approvato all’unanimità il progetto definitivo per la costruzione della strada che unirà Bodio alla Stazione di Ternate-Varano. Detta strada, il cui tracciato tiene conto delle condizioni altimetriche e geologiche della zona, partirà da Bodio dalla località detta “Crocetta”, scenderà con una live livelletta in una zona pianeggiante e andrà ad innestarsi, dopo circa 800 metri, sulla comunale già esistente Cazzago-Brabbia-Inarzo, che dovrà essere allargata in base alle condizioni fornite dall’Ufficio tecnico provinciale del genio Civile. Da Inarzo la strada scenderà verso la torbiera Brabbia, un “ostacolo” di non poco conto. Fortunatamente la torbiera è già attraversata da un antico viottolo, mal tenuto, utilizzato ancora oggi per lo scarico delle torbe: la nuova strada verrà “appoggiata” su quella antica mediante un piccolo terrapieno, in modo da rialzare la quota ed evitare le inondazioni cui va frequentemente soggetta la palude. Sorpassato il canale Brabbia mediante un ponte in ferro, la strada raggiungerà con una leggera pendenza, nei restanti 800 metri, la quota del piazzale della stazione ferroviaria Ternate-Varano. La lunghezza della strada sarà di metri 4.430,68 di cui 503,20 in territorio di Bodio, 2.573 in quello di Casale Litta, 486,30 in quello di Varano Borghi e 840,22 in quello di Ternate. Trattandosi di strada che conduce a una stazione ferroviaria, lo Stato e la Provincia si accolleranno per legge i tre quarti della spesa preventivata, che, compresi gli espropri dei terreni, supera le 70.000 lire.




Domenica 29 settembre 1912

Alle 15, nel salone della Società Operaia[7], vengono distribuiti i premi del “Lascito Ramazzotti” ai migliori alunni delle scuole. Alla cerimonia intervengono anche il deputato Enrico Scalini, il sindaco Ernesto Galli, gli assessori e una rappresentanza della Società Ginnastica “Forti e Liberi”. Terminata la distribuzione dei premi, l’on. Scalini rivolge una affettuoso saluto ai reduci della guerra di Libia, congratulandosi per il valore dimostrato sui campi di battaglia.


Lunedì 21 ottobre 1912

La questione della riforma agraria, da molti auspicata per dare nuovo impulso all’agricoltura, è allo studio degli esperti, fra cui il sindaco di Azzate, Ernesto Galli, che da tempo sta cercando di coinvolgere i proprietari della zona per dare attuazione a un vasto programma di rinnovamento. Mentre alcuni credono che l’agricoltura e l’industria possano e debbano sostenersi a vicenda, utilizzando il personale a seconda delle necessità, il sindaco Galli propone invece l’”indutrializzazione“della terra: “Vi sono periodi dell’anno- spiega – in cui l’industria non potrebbe lasciare libero il personale, mentre potrebbe accadere che in quei momenti l’agricoltura ne avesse il maggior bisogno o viceversa. E poi, mentre si aspetta che una aiuti l’altra, si finirebbe per rendere l’una schiava dell’altra. L’agricoltura – osserva – non deve avere inciampi, deve essere la madre di tutte le industrie e vivere da sé, creando e mantenendo tutto quel personale che ad essa abbisogna in qualunque tempo e in qualunque circostanza. Una buona agricoltura, ben diretta, può fruttare quanto occorre e dare quelle comodità di alloggio e vitto chiesto dalle famiglie dei lavoranti, in modo da accontentarle. Solo così il personale non potrà mancare”.
Per aumentare i redditi non serve risparmiare sui salari dei lavoratori, bisogno scegliere coltivazioni nuove, dare sviluppo alle piccole aziende, acquistare collettivamente macchinari, sementi e concimi chimici. Insomma – conclude il sindaco Galli – è necessario cambiare sistema per evitare un’ulteriore riduzione dei redditi della terra, altrimenti tutti abbandoneranno la campagna. Proprietari e contadini dovranno cambiare mentalità e abitudini: “I salariati vanno maggiormente coinvolti, anche concedendo loro una parte degli utili, solo allora si potrà formare una vasta associazione cooperativa in cui il proprietario mette il capitale e i lavoratori le loro braccia, solo allora si otterrà la vera “industrializzazione” della terra, con immensi vantaggi per tutti”.



Domenica 19 gennaio 1913

L’assessore anziano Ugo Introini, aperta l’adunanza, comunica le dimissioni del sindaco, cav. Ernesto Galli, che, dopo aver guidato per molti anni l’Amministrazione Comunale,ritiene giunto il momento di “alternare gli uomini alla responsabilità del potere”. L’assessore propone di insistere affinché il sindaco torni sui suoi passi. Visto l’ottimo lavoro svolto dal cav. Galli, il Consiglio approva la proposta.




Martedì 21 gennaio 1913

Dopo il collaudo eseguito con successo l’altro giorno, viene oggi attivata la linea telefonica Varese-Lomnago[8] per comunicazioni urbane ed interurbane. A dirigere l’ufficio locale è stato chiamato il signor Battisti, ottimo ed esperto impiegato.



Giovedì 23 gennaio 1913

Continuano le pratiche tra i sindaci di Lomnago e dei vicini paesi per l’istituzione di una nuova condotta medica comprendente alcuni Comuni oggi uniti alla vastissima condotta di Azzate e Mornago, ben 7.000 abitanti sparsi in 9 Comuni. In caso di bisogno, gli oltre 1.000 abitanti di Lomnago e Bodio sono costretti a percorrere 10 Km, andata e ritorno, per andare a chiamare il medico che abita ad Azzate. Il sindaco di Lomnago propone una condotta composta da Lomnago, Bodio, Galliate, Bernate e Inarzo, in totale 2.170 abitanti.
Per favorire la costituzione della nuova condotta, la famiglia Puricelli è disposta ad offrire al sanitario una moderna palazzina ad uso abitazione e studio.



BUGUGGIATE
Domenica 2 febbraio 1913

Buguggiate accogie con una grande festa il ritorno dalla Libia di dieci soldati, di cui due, Arioli e Martignoni, promossi sergenti per meriti di guerra. Al banchetto, offerto dal sindaco Giulio Schiannini, partecipano, oltre alle autorità, amici e parenti dei festeggiati. Al levare delle mense il sindaco pronuncia un vibrante discorso patriottico, lodando il coraggio dei dieci valorosi che “nell’adempimento del loro dovere di soldato hanno onorato l’Italia e il paese natio”.



Venerdì 1° agosto 1913

Si riunisce il comitato “Pro ricostruzione Asilo infantile” per esaminare il preventivo di spesa e dare inizio alla raccolta dei fondi. Il fabbisogno si aggira intorno alle 10.000 lire, una cifra considerevole, dati i tempi di crisi, ma la popolazione, che attende da anni una nuova sede per l’Asilo, si accontenta anche di una ricostruzione parziale dello stabile, crollato disgraziatamente tre anni fa. Il contratto, dopo lunghe discussioni sulle modalità di raccolta delle offerte, decide di aprire una pubblica sottoscrizione sotto forma di obbligazioni: le cifre sottoscritte dovranno essere versate al tesoriere signor Marchesi, segretario comunale di Azzate, entro il 31 dicembre. Il primo a dare l’esempio è l’industriale Ugo Introini, che offre 1.000 lire. Altrettanto degne di nota sono le oblazioni del sindaco Ernesto Galli (200 lire), di Giovanni Borsa (200), del dott. Pietro Castiglioni (100) w di Alessandro Galli (25). Nei prossimi giorni i membri del comitato “Pro ricostruzione Asilo infantile” faranno il giro del paese e busseranno a tutte le porte per raccogliere altro denaro.
(Estratto da Cent’anni fa de La Prealpina del 1° agosto 2013 a cura di Roberta Lucato).

AZZATE 1914
Si è riunito il nuovo Consiglio Comunale per eleggere il Sindaco e la Giunta Municipale. Alla carica di Sindaco è stato eletto il sig. Ugo Introini, assessori effettivi il sig. Passera Cesare e il nob. Bossi Benigno, assessori supplenti i sig.ri Casola Francesco e Asazzi Luigi. Il paese sembra ora avviato a un periodo di progresso e benessere dopo la pacificazione promossa dal cav. Introini e dal cav. Galli Ernesto.




[1] L’attuale Villa Piana poiché la mamma di Arturo Molo era donna Giuditta Bossi-Lampugnani.
[2] Piero Savonarola farmacista di Azzate.
[3] Alessandro Galli promotore della costruzione dell’Asilo Infantile di Azzate.
[4] Dottor Piero Castiglioni medico condotto.
[5] Gaetano Pedroni fu Carlo dopo l’8 dicembre 1908 entra in possesso della Casa Lanzetti e altri fabbricati.
[6] L’attuale Villa Piana poiché la mamma di Arturo Molo era donna Giuditta Bossi-Lampugnani.
[7] Molto probabilmente aveva la sede nella palazzina degli Alpini, già sede della palestra di boxe, già sede distaccata della scuola elementare di Azzate. 
[8] In questa operazione non deve essere stato estraneo il senatore Piero Puricelli che a Lomnago aveva la sua villa e stava per realizzare la prima austrada al mondo. Come si vede anche dall’articolo del 23 gennaio 1913 mise a disposizione una moderna palazzina per ospista il medico condotto.

Asta Porro

Il 25 settembre 2004 fu un giorno nefasto per la Villa Bossi-Zampolli di Azzate, come si può rilevare dal frontespizio del volumetto edito da Porro & C. Art Consulting, che pubblicizzava  l’Asta 10 per la vendita di “Mobili, dipinti e arredi del Castello di Azzate”.
Il cospicuo patrimonio pazientemente accumulato dal dottor Nino Zampolli,  che per anni aveva arredato le numerose sale della villa, comunemente detta il Castello di Azzate, stava per essere venduto al miglior offerente.
Anche lo stemma della regina Maria Cristina di Borbone, che aveva abitato la villa dal 1838 al ….. venne aggiudicato con il tradizionale colpo di martello dal banditore e si è persa così l’unica testimonianza del passaggio della reale figura ad Azzate.
Degli arredi del conte Claudio Luigi Bossi, costruttore della villa dal 1771 al 1779, non era rimasto nulla ad eccezione degli affreschi di Giovanni Battista Ronchelli per il semplice fatto che non si potevano strappare dai muri, altrimenti sarebbero stati venduti anche quelli, come conseguenza del declino cui era andata incontro la nobile famiglia e tutto quello che non era stato trasportato a Como, nuova dimora anche per ragioni d’ufficio, era stato venduto per cercare di sanare i debiti contratti.
Di Lorenzo Obicini che aveva acquistato la villa nel 1810 non è rimasta alcuna traccia tranne il suo nome e miglior sorte non toccò ai discendenti del conte Filiberto Avogadro di Collobiano che ricevette la villa per disposizione testamentaria della regina Maria Cristina, in segno di riconoscenza per i buoni servigi ricevuti nell’opera di restauro dell’Abbazia di Autecombe dove si trovavano le tombe dei Savoia.
Una copia fedele della celebre statua di Maria Cristina attorniata da un aspirante pittore e da un giovane poverello aveva adornato una nicchia prospiciente il parco della villa e poi se ne era persa la traccia. Si dice che fosse stata donata al parroco di Azzate don Angelo Cremona che per qualche tempo l’aveva ricoverata in cantina e qualcuno l’aveva potuta osservare quando si allestiva la pesca di beneficenza denominata “Pozzo di San Patrizio”.
Dell’acquedotto fatto costruire dalla regina dal Colle di San Quirico fino alla villa, per irrigare il vasto parco all’inglese da lei realizzato, è rimasta soltanto la tubatura, interrotta il prossimità della strada provinciale per Daverio, e quindi la preziosa acqua non arriva più al Castello e nemmeno alla fontanella che era stata predisposta nella piazzetta antistante il suo ingresso per uso della popolazione e con il giusto fine di non sprecare l’acqua in eccesso agli usi domestici della villa che invece potevano tornare di molta utilità ai contadini.
Nella cosiddetta Sala delle Armi facevano bella mostra si sé i ritratti ad olio degli antenati Bossi che vennero asportati e molto probabilmente venduti, mentre rimasero affrescati sul muro le cornici ed i nomi dei personaggi che, evidentemente, non potevano essere strappati.
Queste testimonianze non vennero mai ricoperte con nuove imbiancature e tutte le famiglie che si alternarono del possesso della villa rispettarono queste “reliquie”, testimonianza di un passato molto più florido e che, almeno, rispettava i nomi propri di persona e l’anno della loro morte.
Paolo Bossi, Giulio Cesare Bossi, …. sono infatti gli antenati del conte Claudio Luigi Bossi.


Editto del vescovo Francesco Bossi in merito all'obbligo dei curati di visitare gli infermi e confessarli

Gli editti di mons. Francesco Bossi[1], vescovo di Novara, emanati nel 1581 in osservanza della bolla pontificia di Pio V del 1566 a integrazione di una precedente bolla di Innocenzo III, avevano lo scopo di regolamentare l’assistenza spirituale da prestarsi da parte dei curati agli infermi.
Partendo dal presupposto che la salute dell’anima era più importante di quella del corpo si faceva obbligo a tutti i medici di sincerarsi che l’infermo, ancor prima di ricevere le cure mediche, si fosse debitamente confessato.
Essa stabiliva che tutti i medici chiamati per curare infermi che giacevano a letto dovessero avvisarli che avevano l’obbligo di confessarsi e, trascorso il termine di tre giorni senza aver avuto per iscritto la fede dell’adempimento di tale ordinazione da parte del confessore, dovessero sospendere le medicazioni.
Per questo si esortavano anche i parenti dell’ammalato ad avvisare il curato e, insieme, indurlo alla confessione che, comunque, spettava in ordine gerarchico di essere appurata da parte dei medici, comminando ai trasgressori il titolo di infami, la privazione della loro professione, la cancellazione dall’albo dei medici e la pena pecuniaria stabilita dall’Ordinario del luogo dove avevano disubbidito.
A tale scopo ogni Università non avrebbe potuto addottorare in medicina se prima il candidato non avesse prestato giuramento di osservare le prescrizioni papali alla presenza di un notaio e dei testimoni e di tale giuramento si sarebbe fatto riferimento nel diploma di laurea, comminando all’Università in caso di  trasgressione la privazione della facoltà di addottorare.
Comandava Sua Santità a tutti i Patriarchi, Primati, Arcivescovi e Vescovi di dare pubblicità nelle loro diocesi di queste prescrizioni affinché i medici già abilitati alla professione prestassero il dovuto giuramento. Chi non avesse prestato giuramento o fosse andato contro il giuramento prestato sarebbe stato privato della professione e il Vescovo gli avrebbe interdetto persino l’ingresso in chiesa finché non si fosse emendato.
L’editto del vescovo Francesco Bossi entra più nel merito dell’obbligo che hanno i curati di visitare i loro parrocchiani infermi per non far mancare loro i santi Sacramenti e gli altri aiuti spirituali, ordinati da Santa Romana Chiesa come conseguenza della trascuratezza dei parenti nell’avvisare il curato o per diniego dello stesso ammalato.


Stemma del vescovo Francesco Bossi.


[1] FRANCESCO BOSSI. Milanese, nato tra il 1525 e il 1530. Nel 1564 fu governatore di Perugina e il 2 agosto 1568 fu nominato vescovo di Gravina; Il 5 maggio 1574 fu trasferito a Perugia; quindi per volere di Carlo Borromeo il 21 ottobre 1579 fu chiamato alla diocesi di Novara (92° della serie). Durante questo episcopato espletò il mandato di visitatore apostolico a Borgo San Donnino (1580), a Genova 1582, a Lodi (1583). Morì il 18 settembre 1584 e Carlo Borromeo ne tessé l'elogio funebre. Fu sepolto in cattedrale.

Archivio S. Vittore di Varese - documenti relativi ad Azzate

CARTELLA N. 731 – FASCICOLO I

Riguarda la Cappellania di S. Carlo istituita da prete Antonio Maria e Carlo fratelli Carnasini di Azzate per la celebrazione di n. 5 messe ogni settimana all’altare di S. Carlo nella chiesa parrocchiale di Azzate, come da testamento rogato dal notaio Sebastiano Bossi il 20 giugno 1706.
Detta cappellania sarà in aggiunta di altra cappellania istituita all’altare della Beata Vergine Maria nella chiesa parrocchiale di Azzate sotto l’invocazione della stessa Beata Vergine Maria per la celebrazione di una messa quotidiana.
A dette cappellanie viene eletto il prete Paolo Giussani figlio di Gio. Battista di Angera che dovrà “attendere alla residenza del coro” nella chiesa parrocchiale di Azzate.
Estinta la linea maschile della Casa Giussani di Angera, il giuspatronato passerà al curato pro tempore di Azzate.


1752 25 settembre

Confesso io infrascritto canonico Giuseppe Antonio Giussani del q. Gio. Battista abitante nel borgo di Angera ducato di Milano, come successo nel juspatronato del Beneficio dei fu M.R. prete signor Antonio Maria e sig. Carlo fratelli Carnasini del luogo di Azzate per la celebrazione di messe cinque ogni settimana all’altare di S. Carlo della Parrocchiale di Azzate suddetto come dalla ordinazione, della quale negli atti della Curia Arcivescovile di Milano, confesso, dico aver ricevuto dal M.R. sig. teologo Gio. Maria Sormani vicario nella pieve del borgo di Varese la cartella del Banco di S. Ambrogio della città di Milano attinente al beneficio suddetto e per fede
Io canonico Giuseppe Antonio Giussani confesso come sopra.
(Autentica della firma da parte del notaio Gio. Battista Portabò).

Copia del testamento del rev. Antonio Maria e Carlo fratelli Carnasini del 20 giugno 1706 rogato dal notaio Sebastiano Bossi che non si trascrive e si riassume come segue:

Di più fondiamo sopra nostri beni stabili una messa quotidiana sotto il titolo della B.V.M. in perpetuo da celebrarsi dal cappellano per tempora conforme la nostra intenzione all’altare della B.V. M. nella parrocchiale di Azzate.
Negli altri poi crediti dopo costituiti i scudi 60 annui per il cappellano perpetuo, le lire 10 per la manutenzione come sopra, vogliamo si procuri l’impiego per far celebrare tante messe dai medesimi sempre per metà come sopra.
Item lasciamo e costituiamo messe numero 5 alla settimana, comprese le festive da celebrarsi all’altare di S. Carlo eretto nella parrocchiale di Azzate sotto il titolo di S. Carlo oltre altro beneficio già nominato nel suddetto testamento, e queste in perpetuo, per le quali messe n. 5 gli assegnamo lire 9.000 di crediti e che si abbiano ad erigere in titolo vitalizio, o perpetuo, e per questa cappellania eleggiamo il prete Paolo Giussani figlio del signor Gio. Battista del luogo d’Angera, con che per se ipsum, et non per alium, abbia da risiedere e attendere alla residenza del coro in questa parrocchiale, e che il giuspatronato sia sempre del maggiore d’età della linea mascolina di sua casa Giussani solo d’Angera, ed estinta detta linea mascolina sia pur anche detto jus eligendi in perpetuo del signor curato per tempora di Azzate, et ut latius.

E se Dio permettesse che io prete Antonio Maria morissi prima di mio fratello, in virtù della quale ci conveniamo, che morendo io prete Antonio Maria tra le altre cose stabilite in questo testamento da osservarsi inviolabilmente, voglio che non sia lecito al signor Carlo rompere, né mutare, né variare quanto è già disposto in questo testamento, massime per la messa quotidiana detti eletti, ed altro, perché intendo che detto Carlo sia e debba essere mero usufruttuario per esservi istrumento di divisione rogato dal signor Giuseppe Biumi il dì 16 giugno 1670 nel quale si vede essergli toccata una vigna che fu pure venduta dal medesimo a me prete Antonio Maria, come per istrumento rogato dal detto signor Biumi il 3 aprile 1671, per il che si vede chiaramente essere il detto Carlo padrone di disporre dei beni ed altro al presente istrumento tutti a favore di me prete Antonio Maria fratello, facendolo di comune consenso questo testamento ad melius, esse, per ischivar le discordie.

Nota dei crediti che si assegnano per la messa Carnasini in Capolago oltre il suddetto assegno fatto della cartella del Banco di S. Ambrogio:
-         Signor Ippolito Frotta come per istrumento del 1710 e 1715 rogati dal signor Sebastiano Bossi lire 300; pagato lire 410 in Varese.
-         Carlo Giuseppe Bassani per una ….. venduta per scrittura privata autentica con successiva investitura a livello in Vogonno paga soldi 30 e paia uno capponi all’anno in prezzo di lire 120;
-         Pezzo di terra in Dobbiate avidato detto la Costa paga Gio. Battista Vanoni segale stari 3 quartari 2 e la metà dell’uva come per istrumento lire 200;
-         …. Giacomo e fratelli Oroboni per scrittura senza interessi lire 184.3;
-         l’eredi di Gio. Battista q. Bernardino Vanoni per istrumento di patto di grazia spirato, pagano stari 5 quartari 2 frumento lire 280;
-         Giacomo Monetti di Azzate lire 19;
-         I fratelli Carlo Antonio e Gio. Battista q. Angelo Maria Vanoni di Dobbiate per istrumento di grazia spirata pagano frumento stari 2 lire 100;
-         Pietro Battista Vanoni in Dobbiate grazia spirata per istrumento paga stari 1 quartari 2 frumento lire 75; per fitti mancati altri stari 1 quartari 1 frumento lire 49:
-         Le quattro cartelle di moneta corrente lire 7.860
In tutto fanno lire 9.187.3
Sottoscritto io prete Emilio Grandi esecutore ed amministratore dell’eredità Pia Carnasini.


CARTELLA N. 731 - FASCICOLO II

Beneficio di S. Francesco (1643-1682).

Vari istrumenti attinenti alla fondazione della Cappella di S. Francesco nella Parrocchiale di Azzate all’altare della B.V. juspatronato del signor curato pro tempore di Azzate e del signor Paolo Bossi.

……
Essendo stato ricercato il 12 del corrente dal signor don Carlo Vitali, come uno dei signori esecutori e rogatari del testamento fatto dal q. rev. Prete Francesco Solario d’effetto che io ingegnere infrascritto visitassi e estimassi i luoghi lasciati dal detto q. rev. prete Solari parte situati nella casa di Cesare Seroni nella contrada del Guasto in Porta Comasina Parrocchia di S. Simpliciano e situati nella casa del q. Bartolomeo Pozzi nella Contrada della Maddalena Parrocchia S. Eufemia di questa città per compiere a una tanta parte all’obbligazione delle cinque messe per ciascuna settimana, come si vede nel memoriale devettato dal rev. sig. vicario generale per il legato lasciato dal rev. q. Solari.
E perciò in virtù di tale richiesta mi trasferii il dì suddetto a visitare e estimare i luoghi qui abbasso situati nelle dette due case alla presenza del rev. sig. Filippo Maria Visconti canonico ordinario del Duomo di Milano e prefetto di P.P. e delegato dal detto rev. sig. vicario a tal effetto e alla presenza del detto signor don Carlo, i quali luoghi sono come segue cioè:

ecc. ecc.

(Non si trascrive)

CARTELLA N. 731 - FASCICOLO III

Beneficio dei Santi Quirico e Giulitta  (1780-1852)


Eccellentissimo Principe.

Possiede da molti anni il sacerdote Bernardino Della Porta il beneficio dei Santi Quirico e Giulitta eretto nella parrocchiale chiesa di Azzate, cui annesso è l’obbligo di messa quotidiana in detto luogo.
Sono da due mesi, che assentatosi il sacerdote, che suppliva la detta messa quotidiana, resta questa inadempiuta.
Non ha tralasciato il titolare Della Porta servitore umilissimo di V.E. fare in ogni parte tutte le più diligenti pratiche per ritrovare altro sacerdote, onde fare supplire detta messa quotidiana, ma queste finora si sono rese inutili, mentre per la notoria scarsità dei sacerdoti, li esistenti nazionali sono tutti occupati per le loro cappellanie, e forestieri non altrimenti possono ritrovarsi come si comprova dagli annessi attestati giustificanti le pratiche fatte dal ricorrente per ritrovare sacerdoti.
In tale stato di cose egli è bramoso che almeno il suffragio del fondatore non venga ritardato, massime che Azzate è provvisto di abbondante numero di cappellanie, e però all’E.V. ricorre, supplicandola umilmente acciò si degni permettergli, che sino a tanto che non ritrovi altro sacerdote, per mezzo di cui far celebrare detta messa quotidiana coll’elemosina di lire 25, oltre la casa d’abitazione, possa detta messa quotidiana fare altrove celebrare.

Dominus Prepositus Vicarius Foraneus Varismi audito paroco Azzati informet et …
18 febbraio 1780


CARTELLA N. 731 - FASCICOLO IV

Messe ed annuali da celebrarsi nella chiesa parrocchiale di S. Maria Nascente di Azzate. Legati inadempiuti. (sec. XVII-XVIII).

(Per il momento si tralascia)


FASCICOLO V

Fondiaria e documenti relativi al Beneficio Coadiutoriale di Azzate. (1627-1798).


…..
…..

Inventario della ragioni e beni assegnati alla Coadiutoria di Azzate fondata l’anno 1627:

Prima la casa coadiutoriale con giardino annesso tutta cinta di muro, e con tutte le necessarie comodità .
Secondo tutte le primizie che si esigono nella terra di Azzate e nelle cascine del Doné e del Borgna, e queste per il valore di scudi 50 assegnati nella fondazione e come in fatti.
Terzo possiede tutti i beni della Maccana con casa di massaro annessa assegnatagli parte nella fondazione, con obbligo di messe per il legato del fu Gio. Antonio ossia Taddeo Bossi.
Ha il terzo di tutti gli straordinari che si fanno nella suddetta cura parrocchiale.
Aggravi della suddetta coadiutoria:
Prima è obbligato intervenire a tutti gli annuali che si fanno a spese del curato senza elemosina tanto per la parte della presenza quanto per la terza parte della cera, purché detta cera sia messa dallo stesso curato.
Secondo alla terza parte di tutte le spese di visite e a fare a sue spese la festa della Natività della Beata Vergine Maria ogni tre anni.
F.to Giovanni Orlando curato coadiutore di Azzate.



CARTELLA N. 731 - FASCICOLO VI

Scritture spettanti alla Cappellania di S. Giovanni Evangelista eretta nella Chiesa Parrocchiale di Azzate. (1475-1809).


CARTELLA N. 731 - FASCICOLO VII

S. Lorenzo al Castello. (sec. XVII).

CARTELLA N. 731 - FASCICOLO IX

Celebrazione feste religiose.

Molto illustre e molto reverendo Signore
Ieri, perché la mattina dopo il Vangelo della messa cantata ho letto al popolo la lettera di V.S. portatami solamente allora, perciò dopo il pranzo sono venuti da me il signor Pomponio Bossi e il signor Cesare Bossi come deputati dall’altra nobiltà a discorrere meco dell’ordine che si può tenere nelle processioni in questa villa attesa la moltitudine della nobiltà, la quale (come essi dicono) pare che meriti qualche privilegio, e attesa la consuetudine che vi era avanti che s’introducesse la Confraternita dei Disciplini, hanno concluso che si potrebbe fare in questa maniera, cioè che nella processione vadano innanzi le contadine con il suo crocifisso, e dopo esse seguitino i contadini con una crocetta, dopo essi seguitino i Disciplini, e dopo i Disciplini il Clero, e dopo il Clero i Gentiluomini e dopo i Gentiluomini le Gentildonne, dopo le quali non vogliono in modo alcuno che vi stiano né contadini né contadine. Or veda mò V.S. se anch’essa collauda quest’ordine. Del resto bacio a V.S. riverente le mani predandoli da Dio ogni bene  con tanto maggior affetto, quanto maggior è l’affetto che V.S. ha sempre dimostrato verso di me.
D’Azzate il dì 17 luglio 1684
Di V.S. molto illustre e molto reverenda obbligatissimo e amantissimo servitore
Prete Carlo Fumagalli curato di Azzate.

Molto illustre e molto reverendo signore.

Vengo con queste quattro righe da me stentatamente scritte con tremante mano a pregar V.S. mi favorisca di venir a onorare la mia festa patronale, cioè la festa della Natività della Beatissima Vergine. Del qual favore io le resterò tanto più obbligato quando che questa sarà l’ultima volta che io che io riceverò questo favore da V.S. atteso che io son mezzo morto, perciò mi raccomando anche più caldamente del solito alle sue devote orazioni baciandoli con il solito affetti le mani, e pregandoli da Dio lunga e sana vita.
D’Azzate il dì 22 agosto 1689
Di V.S. molto illustre e molto reverenda amatissimi e obbligatissimo servitore prete Carlo Fumagalli curato di Azzate.


CARTELLA N. 731 - FASCICOLO X

Partecipazione cappellani alle funzioni parrocchiali. (1650-1713).

Illustrissimo e reverendissimo Signore.

Nell’anno 1687 i reverendi cappellani di Azzate fecero ricorso dalla felice memoria dell’eminentissimo signor cardinale Visconti a fine decretasse che servendo ugualemente esssi cappellani alle funzioni ecclesiastiche fossero altresì ugualmente invitati agli annuali funerali e altre funzioni lucrative come di ragione; sopra di che esso fu eminenza fece far decreto che accluso si esibisce, quale per l’incuria dei reverendi vicario foraneo e curati d’esso luogo non è mai stato messo in esecuzione. Hanno pertanto stimato bene essi cappellani far di nuovo ricorso, umilmente supplicando restar servita ordinare ai suddetti vicario foraneo e curato di Azzate che immediatamente facciano eseguire l’enunciato e esibito decreto il che per essere di ragione sperano.

Dominus visitator region. Se informet super expositis, et provideat sin iniquis nobis refereat cum  voto suo.
Ex Palatio Archiep. 2 january 1713

Eminentissimo Signore.

In occasione della santa visita fatta da V.E. nella pieve di Varese fu sporto memoriale da alcuni cappellani della terra di Azzate, quali tengono il suo titolo degli oratori e fra confini fuori della chiesa parrocchiale, e in detto memoriale hanno i suddetti cappellani sorretto decreto da V.E. d’esser invitati nella parrocchiale alle funzioni tanto d’onore, quanto lucrative per orbene, uguali ai titolari, che hanno il loro titolo nella propria chiesa parrocchiale; cosa che è contro ogni legge e ordinazione già anticamente stabiliti, come si vede chiaramente nelle sinode, e principalmente nella 32° a pagina 183, e nel concilio provinciale 4° nel capitolo De Funeribus et Offic., e perché il decreto sorretto da questi cappellani, che hanno il suo oratorio e titolo fra confini e fuori della Chiesa Parrocchiale ridonda in troppo disdoro e grave pregiudizio delle ragioni che hanno i titolari della proprio parrocchiale fanno perciò ricorso ai piedi di V. Eminenza.
Umilmente supplicarla degnarsi ordinare ai signori curati della terra di Azzate, che nel invitare i sacerdoti in tutte le funzioni tanto lucrative quanto d’onore si si osservino gli ordini che dispongono le sinode e concili come anche il possesso immemorabile in che si ritrovano i supplicanti come dalle fedi che a V.E. si esibiscono il che per essere giusto sperano.

Dominus Visitator se informet et subyciat ..
Hac die 27 july 1682

1650 adì 2 settembre.

Faccio fede io infrascritto si come dopo che io son curato di Azzate, che sono dieci anni, nell’invitare a funerali e uffici per questi miei signori cappellani, si è sempre usato di anteporre i titolari di questa mia chiesa parrocchiale, purché residenti in questa cura, a quelli che hanno in suo titolo e cappellania fuori di detta mia chiesa parrocchiale, benché tra confini di mia cura, e benché tra titolari di mia chiesa,  ve ne fosse qualcuno il quale di possesso di beneficio, fosse posteriore di qualcuno di miei cappellani, che hanno il suo titolo e cappellania fuori della mia chiesa; quale è il M.R. sig. prete Cristoforo Bossi cappellano titolare della cappella di S. Giovanni Evangelista eretta nella mia chiesa , rispetto al M.R. sig. prete Gio. Pietro Bossi cappellano titolare dell’oratorio ovvero chiesa di S. Antonio situato nei confini di questa mia cura. Il qual sig. Cristoforo sette anni fa è al possesso e residenza di sua cappellania, e la detta precedenza il sig. Cristoforo ha sempre avuto dal sig. Gio. Pietro in tutto il suddetto tempo nonostante che detto sig. Gio. Pietro abbia reclamato anche alla presenza di chi allora era prevosto e vicario foraneo di Varese, quale …. Favore al sig. Cristoforo pur anche in riguardo di quel decreto ….
Io prete Carlo Fumagalli curato di Azzate.

1650 adì 6 luglio.

Noi sottoscritti gentiluomini della terra di Azzate facciamo ampia e indubita fede mediante ancora il nostro giuramento si come in tutte le festività ecclesiastiche che si sono fatte e che si fanno dai sacerdoti in questa nostra chiesa parrocchiale di … tanto di devozione come di guadagno, sono sempre stati invitati … e sempre preceduto in tutte le funzioni ecclesiastiche prima i titolari che hanno titolo nella istessa chiesa e poi quelli che sono titolari negli oratori tra i confini di essa che tale è sempre stata l’antica consuetudine e in fede abbiamo firmato la presente di propria mano.
Io Gio. Stefano Bossi faccio fede come sopra.
Io Carlo Bossi faccio fede come sopra.
Il notaio Pietro Gerolamo Bossi attesta le due predette sottoscrizioni.
Io Carlo Antonio Bossi faccio fede come sopra.
Io Cristoforo Bossi faccio fede come sopra.
Io Giacomo Bossi faccio fede come sopra.

Illustrissimo e reverendissimo signore.

Essendo nella Chiesa Parrocchiale di Azzate sacerdoti numero otto i quali in questa parrocchiale eserciscono le sue ecclesiastiche funzioni come obbligo loro, cioè sei titolari e due mercenari, tra quali si pratica un abuso da non molto tempo in quale è che solo i primi due titolari, quando occorre, o per funzioni lucrative e onorifiche, o per funerali, o uffici loro soli sono invitati, e gli altri non intervengono mai da tali funzioni, e quello che più ha spinto l’animo degli altri sei sacerdoti a porgere a V.S. le presenti …..


CARTELLA N. 731 – FASCICOLO XI
Pertinenze e disciplina del clero. (1689-1768).

Del curato di Azzate.
Anno 1683 mese di gennaio.
(In latino di fa una traduzione veloce).
Io prete Carlo Fumagalli di anni 75, oblato, parroco di Azzate per ordine del cardinale Monti dal 4 settembre 1640. Mi assiste Angela Ballerio di anni 63 con licenza del reverendissimo H. Graziani Vicario Generale del 4 luglio 1671.
La mia parrocchiale è sotto il titolo della Natività della Beatissima Vergine Maria.
Sopra la porta d’ingresso a grandi caratteri si leggono le seguenti parole: Hoc Templum ac Altare Maius consecravit Melchion Cribellus Episcopus Tagastensis anno 1545 decimo quinto calensad Novembris.
Questa chiesa è lunga 50 cubiti, larga cubiti 16.
Ha un organo e tribuna.
Ha un campanile con due ottime campane e un ottimo orologio.
Ha due cappelle laterali, una sotto il titolo di S. Giovanni Evangelista e l’altra sotto il titolo del Santissimo Rosario.
Sotto il pavimento vi sono 24 celle mortuarie.
Vi è carenza di cimitero per carenza di spazio.
Ha una sagrestia con tutti i paramenti desiderabili. Ha tuniche e pianete di tutti i colori. Ha due zanzariere di seta. Ha una croce argentata, due lampade argentate, due calici argentati, turibolo argentato, una pace argentata e argentati sono pure i contenitori degli oli sacri.
La Parrocchiale di Azzate è provvista di varie reliquie dei santi, fra cui spicca quella del dito di S. Andrea Apostolo in teca argentata conservata in un sacello con finestra a lato dell’altare maggiore.
Questa reliquia fu donata alla chiesa di Azzate dal vescovo di Novara Francesco Bossi, riconosciuta e approvata nella sua visita personale dal cardinale Federico Borromeo
Ha inoltre questa chiesa delle reliquie donate dal cardinale Gaspare Carpegna che le aveva avute da Gerolamo Bossi figlio di Alberto nel 1671 e 1672. L’istrumento di questa ricognizione fu rogato il 3 dicembre 1671 dal notaio arcivescovile Antonio Cerreto. L’istrumento di ricognizione fatto nel 1672  fu rogato il 10 novembre dal notaio arcivescovile Gio. Pietro Mattoni.
I nomi dei santi le cui reliquie furono donate nel 1671 sono i seguenti:
Benigno, Benedetto, Vincenzo, Clemente, Chiara, Vittoria, Donato e Modesto.
I nomi dei santi le cui reliquie furono donate nel 1672 sono i seguenti:
Benigno, Celestino, Giusto, Massimo e Clemente. Una cum vasculo sanguinis eiusdem Sancti Benigni.
Tutte queste reliquie sono contenute in due teche molto finemente ornate.
Donò alla Chiesa Parrocchiale di Azzate la signora Cornelia Guampa qui morta nel mese di ottobre 1680 con testamento del notaio di Azzate Gaspare Bossi q. Sebastiano lire imperiali 1.000 senza alcun onere. Queste furono successivamente date a Leonardo Ferrario di Villa pieve di Mezzana per vendita da lui fatta alla chiesa di Azzate della quarta parte di una casa e della quarta parte di pertiche 24 di terreno esistenti in Villa come descritto nell’istrumento rogato dal suddetto notaio il 28 gennaio 1682. Questa vendita fu fatta con patto di grazia e successiva investitura per tre anni con obbligazione di pagare ogni anno lire 50. Fideiussori di questa vendita furono Giacinto e Alessandro congiunti Sessa di Daverio.
Vicino alla chiesa parrocchiale vi è la chiesa di S. Antonio e la chiesa di S. Lorenzo e due antichissime chiese, una nel Castello di Azzate dedicata alla beatissima vergine Maria e una dedicata a S. Rocco. Nella cascine vi è la chiesa di S. Giorgio che fu benedetta il 12 aprile 1671  da Carlo Rancati prevosto vicario foraneo di Varese con licenza del vicario generale Giacinto Graziani data il 30 gennaio 1671. L’istrumento della benedizione fu rogato dal rev. Buzzi prete e notaio di Varese. Questo oratorio fu benedetto con l’obbligo di celebrare otto messe annuali in favore di Paolo Crespi abitante in Vogonno, morto il 17 febbraio 1672 che legò davanti a me prete Carlo Fumagalli curato di Azzate e davanti al rev. Giovanni Orlandi mio coadiutore alla presenza di tre  testimoni che sono Melchiorre Tibiletti e Pietro Mantica che volgarmente viene detto Pedretto e Ambrogio Mantico, nonché di Donato Crespi figlio del predetto Paolo; legò pure sei messe annuali in perpetuo da celebrarsi nella chiesa parrocchiale di Azzate all’altare del Santissimo Rosario e altre sei messe annuali in perpetuo da celebrarsi nel detto oratorio di Vogonno in suffragio dell’anima sua secondo la sua intenzione, obbligando per il prio legato la cucina con “apothecha” e suoi superiori con un orto annesso di ragione del fu signor Camillo Bossi del Castello di Azzate e per il secondo legato un campo di circa due pertiche denominato il Campo Grande nella campagna di Vogonno cui fanno coerenza Pietro appellato Pedrazzo, dall’altra Pietro appellato Pedretto ambo dei Mantico e da due parti strada. Questo campo fu venduto da Ambrogio Mantico con patto di grazia al predetto Paolo e Diacono Ballerio abitanti di Vogonno morto il 21 gennaio 1684 che legò davanti al mio coadiutore, a Battista Mantico e Carlo Sangiovanni; legò pure all’oratorio di Vogonno la palude appellata la Palude della Selvaccia sita in territorio di Azzate di pertiche quattro per celebrare nel detto oratorio sei messe all’anno lasciando anche 40 lire a Giovanni Battista Molina di Varese; lasciò pure al detto oratorio senza alcun onere di messe un campo di pertiche due appellato della Pioggia sito in Vogonno dal quale si ricavano ogni anno 10 lire imperiali o anche 12, come appare da istrumento di donazione rogato da Gerolamo Mariani notaio di Varese il 12 maggio 1670.
Nel suo cimitero, dove si seppellivano i morti in antico, furono piantati dei gelsi dai quali si ricavano ogni anno sei o sette lire imperiali.
Ogni anno nella festa di S. Giorgio si canta la messa di S. Giorgio e molte altre messe si celebrano durante l’anno sia per devozione che per distribuire la sacra eucaristia agli infermi del luogo.
Questo oratorio da alcuni anni fu ricostruito e ingrandito dagli abitanti di Vogonno come da prescrizioni di Antonio Seneca decano della metropolitana e visitatore generale ancora vivente San Carlo, nella visita del 1574.
Ha questa frazione un coadiutore titolare che al presente è il prete Giovanni Orlandi che è inoltre titolare della Cappellania del Santissimo Rosario con obbligo di celebrare all’altare del Santissimo Rosario tre messe settimanali, computati i giorni festivi, per legato del prete Benedetto Galli fondatore di questa Cappellania. L’elezione del cappellano spetta al parroco e agli scolari del Santissimo Rosario e lo stesso coadiutore ha l’obbligo di celebrare a questo altare quattro messe la settimana e tutte quelle che saranno possibili con i redditi dei fondi denominati alla Maccana come da legato del fu Gio. Antonio Bossi, come appare dal suo testamento rogato da Giulio Bossi notaio di Azzate il 2 agosto 1580.
Il predetto pezzo di terra fu assegnato per la soddisfazione di questo legato da Taddeo fratello ed erede del predetto Gio. Antonio Bossi, come da istrumento rogato dal prete Tomaso Vignola canonico di Canobio il 14 gennaio 1604.
Questo legato veniva celebrato dal rettore ma ora si celebra dal coadiutore dopo l’unione fatta della coadiutoria dal cardinale Federico Borromeo nel 1627.
Lo stesso obbligava il rettore di Azzate a pagare al suo coadiutore 50 aurei del valore di 6 lire.
Il coadiutore aveva l’obbligo di celebrare nella parrocchiale un annuale di sei sacerdoti e le messe stabilite dal legato del prete Battista Bossi, come consta dal suo testamento rogato da Francesco Bossi notaio di Azzate il 7 dicembre 1616.
Ha questa frazione dieci cappellani titolari, computato il predetto cappellano del Santissimo Rosario, sette nella parrocchiale e tre estranei.
Ha questa chiesa parrocchiale anche un cappellano mercenario.
I cappellani titolari della chiesa parrocchiale sono i seguenti: Giovanni Orlandi, i successori del prete Fabio Daverio qui defunto il 12 ottobre 1684, Carlo Andrea Bossi, Gio. Paolo Bossi, Francesco Zocchi, Antonio Maria Carnasini, Giovanni Battista Piccinelli. Gli altri tre cappellani titolari di questa frazione estranei alla parrocchiale sono: Giovanni Fossa titolare della chiesa di S. Antonio, Francesco Cacciaguerra cappellano titolare delle chiesa di S. Lorenzo, Giuseppe Campaniga cappellano titolare dell’oratorio al Castello di Azzate.
Cappellano mercenario di questa parrocchiale è Gerolamo Fossa.
Il fu Fabio Daverio era cappellano titolare nella parrocchiale per legato disposto dal prete Bartolomeo o Beltramo Bossi una volta prevosto di Gallarate sotto l’invocazione di S. Gerolamo e dei Santi Quirico e Giuliva con l’onere di celebrare una messa quotidiana all’altare maggiore e due annuali di cinque sacerdoti.
L’elezione degli altri quattro sacerdoti spetta al prevosto di Gallarate e ai discendenti della famiglia del fondatore Bossi che abitano in Arona.
Il prete Carlo Andrea Bossi è cappellano titolare della cappellania nella parrocchiale fondata dal parroco di Cinisello Balsamo Francesco Solari che nel suo testamento rogato da Gio. Francesco Segreti notaio di Milano il 5 maggio 1647 aveva stabilito che fosse fondata la Cappellania sotto il titolo di S. Francesco all’altare della Beatissima Vergine Maria e Santissimo Rosario di Azzate e che fosse celebrata una messa nei giorni di domenica più altre quattro alla settimana. In più l’obbligo di celebrare una messa da morto ogni anno come da volontà di suo fratello Cristoforo Solari.
Item voglio che della Cappella da erigersi come sopra sia di perpetuo juspatronato del molto reverendo curato per tempora del detto luogo di Azzate e del suddetto signor Bernardo Bossi figlio del fu Gio. Pietro abitante nel Castello di Azzate e suoi discendenti maschi sino in infinito, in modo che siano sempre due voci sole, cioè che il signor curato abbia sempre una voce intiera, e detto signor Bernardo e suoi discendenti benché fossero molti facciano un’altra voce solamente e in caso di discordia deciderà il coadiutore e in ultima analisi il Vicario Genrale di Milano.
Gio. Paolo Bossi è cappellano titolare della Cappellania di S. Giovanni Evangelista nella parrocchiale fondata dal prete Francesco Bossi prevosto della chiesa di S. Giovanni Evangelista di Castelseprio e Guidone suo fratello con l’obbligo di celebrare quattro messe alla settimana e trenta messe gregoriane e l’elezione spetta alla famiglia del predetto Gio. Paolo Bossi.
Francesco Zocchi è cappellano titolare della medesima Cappellania fondata da Donato Bossi con l’obbligo di celebrare un annuale di quattro sacerdoti e trecento messe all’anno, computato il legato istituito da Livia Bossi moglie del fu Alberto Mariani di Milano.
Antonio Maria Carnasino è cappellano della Beatissima Vergine nella parrocchiale con obbligo di celebrare 25 messe il giorni di sabato per legato di Gio. Alberto Bossi fq. Francesco. Questo legato fu istituito nel 1675 dal prete Lucio Bossi canonico di Arcisate con obbligo di celebrare altre 20 messe annuali secondo la sua intenzione. Per la soddisfazione di questo legato assegnò la parte di beni paterni in territorio di Dobbiate. Dopo la sua morte concesse il patronato ai suoi fratelli e, dopo di loro, al curato di Azzate.
Gio. Battista Pacinelli è cappellano titolare del vitalizio disposto da Claudio Bossi del Castello di Azzate nel 1683 con obbligo di celebrare all’altare della Beatissima Vergine nella parrocchiale due messe alla settimana secondo il triplice legato stabilito in parte da Bernardo, in parte da Francesco e in parte da Gio. Battista Bossi dei quali fu fatta menzione nel testamento di Gio. Battista figlio del predetto Bernardo e consobrino di Francesco, rogato dal notaio Ludovico Posterla il 31 maggio 1592.
Gerolamo Fossa cappellano mercenario della parrocchiale celebra all’altare di S. Giovanni Evangelista in sostituzione di Francesco Zocchi assente.
Giovanni Fossa è cappellano titolare nella chiesa di S. Antonio fondata nel 1354 da Guidetto Bossi con obbligo di celebrare messa quotidiana e dieci annuali più la distribuzione a dieci scolari di Azzate di 7 moggi e 4 stari di mistura di segale e miglio e solennizzare la festa di S. Antonio con quattro sacerdoti e mantenere accesa la lampada il sabato ed i giorni festivi. Il cappellano riceverà una pensione annua di 198 lire dal prete Paolo Gerolamo Toia di Senato.
L’elezione spetta la capitano Giuseppe Bossi, a Gaspare Bossi figlio del fu notaio di Azzate Sebastiano.
Francesco Cacciaguerra è cappellano titolare della chiesa di S. Lorenzo fondata dal prete Beltramo Bossi prevosto di S. Giovanni di Castelseprio con l’onere di celebrare 4 o 5 messe settimanali, comprese le festive, e tre annuali di quattro sacerdoti più due nella parrocchiale, un altro nella chiesa di S. Lorenzo e con l’onere di distribuire ai poveri stari 18 di mistura di segale e miglio e con l’obbligo di celebrare la festa di S. Lorenzo con l’intervento di 4 sacerdoti, con una sola messa cantata. Il cappellano riceverà una pensione annua di 42 aurei di 6 lire dal prete Gio. Battista Bossi canonico di S. Lorenzo di Milano.
Il juspatronato spetta a Claudio Bossi del Castello di Azzate, a Nicolao Bossi fq. Tomaso, a Prospero Bossi fq. Gio. Battista del Castello di Azzate.
Giovanni Campanigo è cappellano titolare della Cappellania della Beatissima Vergine nel Castello di Azzate fondata dal prete Gerolamo Campaniga una volta canonico di Varese nel mese di giugno 1683 con l’obbligo di celebrare tre messe settimanali. I suoi successori cessarono di essere cappellani di questa cappellania che fu spostata nella chiesa parrocchiale con l’onere della messa quotidiana all’altare maggiore e due annuali di 5 sacerdoti con una sola messa in canto. Il cappellano aveva anche l’obbligo di risiedere in Azzate nella casa del fondatore.
Il juspatronato spetta ai nipoti del fondatore Campanigo e loro discendenti di Varese.
Ha questo paese sette chierici che sono:
Antonio Maria Fossa figlio di Fabrizio di 25 anni;
Gerolamo Ravarini figlio di Bartolomeo di anni 19;
Francesco Rolandi figlio di Giovanni di anni 20;
Emilio Francesco De Grandi figlio di Francesco di anni 14;
Tommaso de Vanni figlio di Francesco di anni 21;
Antonio Martignoni figlio di Cesare di anni 20;
Tommaso Bassani (?) figlio di Francesco di anni 17.
I primi tre hanno ricevuto la prima tonsura.
Tutti portano l’abito clericale con facoltà.
Nella parrocchiale vi sono tre confraternite: del Santissimo Sacramento, del Rosario e Confraternita dei Disciplini o Società del Santissimo Sacramento che fu eretta in uno con la Scuola della Dottrina Cristina voluta da S. Carlo Borromeo come appare nella visita del 27 ottobre 1574.
La Confraternita del Rosario fu eretta dal rev. Ludovico Istella Valentino vicario generale dell’ordine dei predicatori con bolla data a Roma il 4 dicembre 1607.
Il reddito del parroco di Azzate è tenue e finché fisse fu mediocre anche perché doveva contribuire al mantenimento del coadiutore di 50 aurei di sei lire, e doveva soddisfare 125 messe all’anno e sette annuali.
(Da continuate. In terza riga del foglio di sinistra si legge: Redditu Parochi).




CARTELLA N. 731 - FASCICOLO XII

Documenti attinenti la parrocchia in generale e il beneficio parrocchiale (1689-1851).

Informazioni intorno la cura d’Azzate pieve di Varese.

La cura di S. Maria di Azzate pieve di Varese nel penultimo giorno
d’ottobre 1689 vacava per la morte del M.R. prete Carlo Fumagalli
oblato in età d’anni 82; è molto antica come si vede
dalla vecchia forma d’architettura di detta chiesa.
La sua rendita consiste in vari fondi, non però uniti, ma
separati; i pagamenti sopra il numero …
i quali sono grandemente …., essendo per i cumulati
debiti camerali non pagati partiti assai
contadini per le continuate molestie degli esattori.
Sicché tra frutti certi e incerti passando poco più di
mille lire il defunto curato si doleva di avere
da pagare i cinquanta scudi alla Coadiutoria
eretta in detta cura dall’eminentissimo cardinale
Borromeo con aver gravata la cura alla detta
annua  prestazione.
Era altre volte la detta terra di Azzate la più riguardevole
della pieve, piena di nobiltà fiorita e
assai ricca, in segno di che ora pur vi sono in
essa dodici cappellanie e juspatronali di messa
quotidiana. Ora la nobiltà è ridotta quasi al fine,
in guisa che venendo alcuni assistere il dottor collegiato
Ippolito Bossi ebbe a dire “Io credo che sarò l’ultimo dottore
di collegio di questa terra e ora vi sono assai miserie”.
Si diffonde la cura in due terricciole vicine. Fuori della terra
V’è Una chiesa  in mezzo della quale con giro d’alcune scalinate
V’è la fonte battesimale in forma assai bella sebbene assai antica.
L’aria del luogo è mezzana. Gli abitatori non sono in tutto pacifici.
E la qualità del luogo richiede un curato,
che sia di soddisfazione come pur vi sono stati sin ora
e che passi concorde e unito col coadiutore,
atteso molte torbide discordie che sovente nascono
per causa di cappellanie.
V’è una confraternita assai numerosa che anche essa
talvolta ha molta pretensione.
La casa del curato è contigua alla chiesa,
sarebbe assai  migliore se fosse aiuta d’un poco di fabbrica.
La detta cura è lontana da Varese quattro buone miglia.

 

 

CARTELLA N. 731 - FASCICOLO XIII

1783 9 settembre
(Documento in latino: si fa una traduzione veloce)
Decreti per la chiesa parrocchiale di Azzate.
Nell’oratori di S. Antonio come da istituzione si devono celebrare dieci annuali ogni anno che vennero soddisfatte negli anni 1781, 1782 e 1783 per un totale di n. 30.
Il parroco faccia in modo di vigilare sulla celebrazione degli annuali, secondo la mente del testatore.
F.to Carlo Fè preposito vicario foraneo.

Il conte d. Luigi Bossi per i legati istituiti dai furono Gio. Battista e Camillo Bossi è debitore di n. 126 messe.
Il rev. D. Antonio Isella è debitore di n. 366 messe.
Crugnola vicario di S. Maria del Monte è debitore di messe n. 182.


Molto Reverendo Signor Vicario Foraneo.

Il beneficio istituito in Azzate sotto il titolo di S. Antonio da Guidetto Bossi
con istrumento 4 maggio 1354 rogato Guglielmo de Panceri di patronato attivo
della nobile famiglia Bossi trovasi in amministrazione subeconomale per la rinuncia data
dall’ultimo investito d. Claudio Bossi.
Per le notizie somministrate dal padre dell’ultimo investito l’obbligo della
messa quotidiana che dovrebbesi celebrare in adempimento della pia disposizione
fu con dispensa arcivescovile ridotto alla sola messa festiva per la quale si
pagani milanesi lire 9 di elemosina  per ciascuna celebrazione.
Al sottoscritto però non consta se tale indulto arcivescovile sia stato concordato
per assicurare un comodo maggiore alla popolazione di Azzate nei giorni festivi,
oppure per procurare all’investito i mezzi a progredire negli studi.
Dovendo, secondo la diversità del bisogno esposto, continuare o cessare gli effetti
della dispensa arcivescovile, interesso la di lei compiacenza ad assumere presso
il M.R. parroco di Azzate le opportune notizie in proposito, avvertendo che
quando la dispensa fosse stata concordata causa studiorum, e che non ostante la celebrazione
della messa festiva fosse accessoria anche alla popolazione, sarà d’uopo
invocare per questo titolo a dispensa delle fiscali, onde così io possa giustificare
presso la superiorità i pagamenti che io dovrò fare durante la mia amministrazione.
Con tutto il rispetto le mi dichiaro

 

Biumo Inferiore il 27 luglio 1850

Umilissimo e devotissimo servitore
…. Giulio Magnini subeconomo.

Al M.R. Signore
Il signor d. Vincenzo Buzzi
Vicario Foraneo della Pieve di Varese
e parroco degnissimi di
Biumo Superiore.

 

 

 

CARTELLA N. 731 - FASCICOLO XIV

Del tenente Gio. Pietro Puricelli e altri benefattori.

Illustrissimo e reverendissimo Signore.

Nel luogo del Castello comune di Azzate pieve del Borgo
di Varese discosto d’essa terra un quarto di miglio, si ritrova
un oratorio ossia Chiesa dedicata alla Santissima Vergine Maria
dove per mera devozione vengono celebrate e fatte celebrare
alcune messe, e anche sovvenuta di certe poche elezioni
essendo queste depositate presso persona particolare; gli abitatori
del qual logo, e anche benefattori d’essa chiesa intendono
concretare parte di dette elemosine per la manutenzione delle
dette messe, sì per continuare la devozione nella benefarsi (?), quanto
per comodità degli abitatori d’esso luogo, ai quali sarebbe
difficile il trasferirsi alla detta terra di Azzate, gli abitatori
della quale si oppongono, pretendendo convertire tali
elemosine in far aggiustare l’organo della chiesa
parrocchiale, pretensione  tanto ingiusta quanto lontana
dal fine dei suddetti benefattori verso la suddetta chiesa parrocchiale.
Che se non seguisse sarebbe  un obbligarli ad astenersi dalla
suddetta carità, e gli abitatori a restar privi della comodità
delle suddette messe. Il che obbliga il tenente Gio. Pietro Piccinelli
e altri benefattori ricorrere alla retta mente di V.S. illustrissima.
Umilmente supplicarla restar servita ordinare al depositario delle suddette
elemosine che constatandoli di quanto sopra, con parte di
tal elemosina soccorra il suddetto oratorio, ossia
chiesa in tutto ciò potrà il caso, per la pura
manutenzione delle dette messe, che per mera
devozione vengono in essa celebrate e fatte
celebrare.

Il Vicario Foraneo di Varese si informi e ci riferisca.
28 settembre 1667

F.to Francesco Cena (?) Vicario Generale.




CARTELLA N. 731 - FASCICOLO XV
Decreti della visita del 1755
(Molto interessante. Da fotografare poiché è il latino).


CARTELLA N. 731 - FASCICOLO XVI

Status cleri et status animarum 1708-1756)

Stati delle anime della Parrocchiale di Azzate. Vi è annessa una nota dei battesimi e matrimoni fatti nella stessa parrocchiale l’anno 1708.

Nota distinta dei reverendi sacerdoti e chierici di S. Maria di Azzate con le loro rispettive obbligazioni.
Il rev. Gio.  Pietro Giamboni curato con obbligo di messe 215 e annuali 12.
Il rev. Signor Felice Bizzozero coadiutore con l’obbligo di messe 240 e un annuale di sei sacerdoti con le messe. Compisce questo alle sue obbligazioni tanto nella indefessa amministrazione dei sacramenti, celebrazioni di messe, assisteva alle sacre funzioni, alle dottrina cristiane e visite agli infermi come pure nella probità dei costumi e singolarmente d’una santa carità verso i suoi prossimi della quale lo stesso ne ho alla prova le attestazioni.
Il rev. Signor Giacomo Bossi con l’obbligo di messe cinque alla settimana ed un annuale sotto il titolo di S. Francesco questo egli è veramente vir probus et timens Dominum in tutto quello si aspetta a dovervi d’un vero ecclesiastico et è regolarmente il confessore di un curato; al presente si ritrova assente da Azzate per la morte del q. signor Giuseppe Bossi di Milano suo padre.
Il rev. Signor Vincenzo Bossi con l’obbligo di messe cinque alla settimana sotto il titolo di S. Andrea Apostolo; compisce questo non tanto agli obblighi suoi di titolare ma bensì ancora come confessore, non posso che sommamente commendare la sua bontà di innocenti costumi e la sua assiduità nel confessare., e la grande attenzione che ha di coadiuvare il curato nella salute delle anime. Bignamino di tutti questi signori compatroni ben noto al signor Vicario quando fu ad Azzate a favorirmi avendo alla sua nascita di gentiluomo ben noto; tutte quante corrispondenti le buone qualità di un ottimo sacerdote.
Il rev. Signor Gio. Battista Daverio che supplisce a tutte le messe feriali in aurora del molto rev. Signor Camillo Orlandi curato di Casale titolare di S. Giovanni Evangelista; de hoc … informationes perché dal canto mio posso attestare con verità che da due anni e più non ha mai neppure una volta veduto ne alle funzioni né alle processioni, né alle litanie, né alla dottrina cristiana del restante poi V.S. cognoscat ab unque ….
Il molto rev. Signor Gerolamo Bossi con l’obbligo di messa quotidiana all’altare maggiore e di due annuali sotto il titolo di S. Giuseppe e S. Giulita e questo compisce alle sue obbligazioni di messa e funzioni e qualche volta alla dottrina cristiana; uomo esemplare e devoto e di tutta edificazione.
Il rev. Signor Fabrizio Fossa ordinato a titolo di pensione e di patrimonio; questi frequenta le sue funzioni; ben di raro la dottrina cristiana; in reliquis de abito, messe vita e costumi somantur ut supra informatione.
Il rev. Signor Giovanni Bossi con l’obbligo di una messa quotidiana nell’oratorio di S. Antonio abate di Azzate e di dieci annuali oltre altri incarichi; questi compisce adamissim a tutti li suoi doveri; oltre all’essere confessore e vise assistente della dottrina cristiana; quali ministeri adempie con tanta probità e sapere; dotato di così affabili piacevolezze e santa mansuetudine, che da tutto il Comune viene decantato gradito da Dio e dagli uomini.
Il rev. Signor Carlo Francesco Ballerio sacerdote diocesano che supplisce all’obbligo di messa quotidiana delle signore Isabella e Veronica Bossi all’altare di Maria Vergine, uomo di una santa semplicità di costumi; di cui può dirsi …..
Il rev. Signor Giovanni Abbiati sacerdote diocesano altre volte organista della B. V. del Sacro Monte e ora nostro di Azzate; questi supplisce in vari legati della Chiesa; uomo veramente della buona legge di S. Ambrogio; fa tutto quello che può; ben veduto da tutti; virtuoso nel suo ministero di cui si aveva quelle …..; per essere questi settuagenario quasi di età e di pingue corporatura avanzo le sue scuse al signor Vicario di compatirlo nella sua assenza della congregazione perché egli è purtroppo vero ad impossibile nemo tenetur.
Il rev. Signor Nicola Bertoletti sacerdote della diocesi di Vercelli, che unitamente ai suoi recapiti supplisce all’obbligo della messa quotidiana che tiene il M.R. signor dottor Giuseppe Porta milanese titolare dei Santi Quirico e Giuliva; questo soddisfa alle sue obbligazioni per intiero; sempre disposto ai cenni del curato perché sicut passer solitarius in tecto in altro luogo non l’ho mai potuto vedere se non che in sua casa e assiduo alle sante orazioni nella mia chiesa parrocchiale.
Il molto rev. Signor Ottavio Orlando curato di Daverio titolare all’altare del Santo Rosario con obbligo di messe tre la settimana; compisce tutti i giorni festivi alle quali soddisfa il signor coadiutore e signor Vincenzo Bossi, come appare dai libri della sagrestia.
L’ill.mo signor abate Giulio Cesare Negri titolare di S. Lorenzo al Castello con l’obbligo di messe quotidiane ebdomadarie e quattro annuali, alle quali soddisfa il prete agente per tempora dell’ill.mo signor Gio. (?) Paolo Rossi con tutta puntualità; il presentaneo rev. Signor Carlo Barbavara uomo di tutto il buon esempio e di una santa edificazione della diocesi di Novara.
Il rev. Signor Giacomo Antonio Bossi nativo di Montonate e abitante in Milano titolare di S. Carlo con l’obbligo di messe quattro la settimana, a cui finora ha supplito in parte il rev. Signor Daverio; questi andrà debitore alla sua obbligazione di messe 600 in circa  ne con tutte le parrocchiali incombenze l’ho mai potuto ridurre ai suoi doveri.
Il rev. Signor Agostino Rossi abitante in quanto mi viene supposto in Monza con l’obbligo di messe quattro la settimana e 100 di legato e un annuale posto sotto il titolo di S. Giovanni Evangelista; questi neque per se neque per alium supplisce ai suoi obblighi e sarà in debito di messe 600 l’ho visto più e più volte anche con questo mandato; né mai finora ne ho avuto neppure un solo riscontro.
L’ill.mo signor don Giovanni Tettoni novarese cavaliere di buona nascita ordinato a titolo di patrimonio uomo di buon cuore; ma di maggiore semplicità di cui può dire il signor Vicario; come dico anch’io: farebbe se sapesse.

CHIERICI:
L’ill.mo Signor rev. Vitaliano Bossi figlio del signor Paolo attualmente si ritrova in Milano.
Il chierico Gaspare Bossi nativo di questa cura.
Il chierico Giovanni Lotterio abitante in questa cura.
Il chierico Antonio Biondi alunno del Seminario di Milano.
Il chierico Vespasiano Bossi alunno del Seminario di Gorla.
Questi due ultimi si ritrovano attualmente agli studi suddetti; per altro di tutti i sopraccennati  avvero il signor Vicario mio signore che circa le dottrine cristiane quelli che …. (alcune righe che non riesco a interpretare ma il senso sembra: li richiamerò tutti al dovere poiché non sono assidui frequentatori della chiesa di Azzate.


1756
Stato della anime della cura di Azzate.

Famiglie sono in numero di 123.
Curato (vacat coadiutore titolare) n. 1.
Preti diocesani n. 9.
Extradiocesani n. 2.
Sacerdoti diocesani:
Coadiutore curato di Azzate Felice Bizzozero
Don Giacomo Bossi titolare permanente
Don Vincenzo Bossi titolare permanente
Don Giovanni Bossi titolare permanente
Giacinto Campanigo titolare permanente
Gerolamo Buzzi titolare permanente
Giovanni Pessina titolare assente
Gio. Battista Bizzozero mercenario
Francesco Brovelli mercenario
Sacerdoti extradiocesani:
rev. Giovanni Rosario della diocesi di Sarzana
rev. Domenico Temoli della diocesi di Como
Chierici diocesani:
Francesco Bizzozero abita pochi mesi fra l’anno a causa di studi che ha in Milano nel Seminario Maggiore.
Pietro Antonio Crugnola abita pochi mesi fra l’anno per causa di studi nel Seminario Maggiore di Milano.
Maschi ammessi alla comunione n. 12.
Femmine ammesse alla comunione n. 233
Maschi e femmine non ammessi alla comunione n. 300
Tutti insieme sono n. 725.

INDICE DELLE SCRITTUTE ATTINENTI ALLA CHIESA DI AZZATE che io infrascritto ho portato nell’Archivio Plebano costrutto e fabbricato per ordine di S.E.:
Primo l’inventario di tutti i beni immobili e ragioni spettanti ai curati di Azzate per tempo, con l’espressione del preciso perticato dei luoghi dove sono situati, e il nome con cui vengono nominati.
Secondo l’inventario di tutti i livelli con il nome dei livellari e di tutto quello che pagano annualmente.
Terzo la narrazione dei carichi che vi sono sopra i detti beni o livelli.
Quarto la consuetudine immemorabile d’esigere la primizia da tutti gli abitatori della stessa parrocchiale, con le prestazioni della quantità e qualità di quello si esige rispettivamente  da ciascuno.
Quinto la nota distinta di tutti i rev. Cappellani titolari, vitalizi e mercenari tanto della parrocchiale quanto degli oratori.
Sesto la nota dei chierici che si ritrovano al presente.
E in fede
Io prete Luigi Buzzi curato di Azzate.


Nota dei battesimi dei 1708 che non trascrivo.

CARTELLA N. 731 – FASCICOLO XVII
Miscellanea (1621-1801)
Istrumento del Gualdino rogato dal fu notaio Pietro Gerolamo Bossi il 13 maggio 1621.

Si è ritrovato negli istrumenti rogati dal notaio ….

13 maggio 1621
A richiesta di Battista e Margherita ….. consanguinei di Luino furono concesse regie patenti del tenore seguente:
Filippo IV di Spagna  ecc. ecc. (troppo difficile da leggere. Si tralascia)


Questo istrumento è stato rogato dal signor Camillo Buzzi notaio di Milano il 20 aprile 1647 della Casa del Guasto.
(Difficile da leggere. Si tralascia).

Adì 8 aprile 1660

Io infrascritto ho fatto una misura di una pezza di terra campo situata nel ….. in territorio di Azzate pieve di Varese ducato di Milano e la suddetta misura è fatta a nome del rev. sig. Francesco Maria Sessa il quale di presente risiede in Milano come ancora con consenso del signor Carlo Antonio Bossi in Azzate e il suddetto pezzo di terra sono le coerenze da tutte le quattro parti il suddetto signor Carlo Antonio Bossi in Azzate  ……..
Io Gio. Battista Ballerio misuratore in Brunello ho fatto la presente misura come di sopra si contiene.
Segue l’autentica del notaio Gaspare Bossi.
(Volendo si può fare la fotografia poiché il documento è molto chiaro, ma è la calligrafia che è difficile da leggere).


3 marzo 1687
(Documento in latino. Si fa una traduzione veloce:
 Francesco Bossi fq. Alberto abitante in Azzate vende al rev. Giovanni Orlandi fq. Gio. Pietro abitante in Azzate che agisce per conto della sua chiesa un terreno in Dobbiate dove si dice il Peschino cui fanno coerenza da una parte il reverendo canonico Lucio Bossi, dall’altra Curzio Bossi, dall’altra Baldassarre Biumi e dall’altra i consorti Vanoni di pertiche 7.20 per il prezzo di lire 750.
S.T. Sebastiano Bossi.




10 settembre 1802
Eccellenza reverendissima,
Il sacerdote Francesco Bossi di Azzate umilissimo servo di V.E. rev.ma per la carenza dei viveri e per i molti aggravi sopra i fondi del suo beneficio di juspatronato di sua propria Famiglia trovasi ormai aggravato di debiti in lire 1800. Non sa il supplicante altro mezzo per soddisfare questo suo debito per non aver altro di proprio benché di qualificati natali, se non con supplicare l’innata bontà dell’eccellenza vostra reverendissima, perché si degni dispensarlo di tante messe, che bastino ad estinguere questo suo debito, essendo pressato a soddisfarlo.
Che della grazia
                             Prete Francesco Bossi.
Viene incaricato il Vicario Foraneo di Varese di verificare i proventi della Cappellania dal 1796 al 1802

Molto Reverendo Signor e Padrone Colendissimo.
Dietro alla favoritissima sua, ho il piacere di dirle, che per ora a me conviene di soprassedere all’affare di cui ebbe  la degnazione di scrivermi, lusingandomi di poter coprire al bisogno con altro mezzo. La ringrazio delle gentilezze che era per usarmi. Con questo ho l’onore d esserle e di protestarmi con piena stima ed ossequio.
Devotissimo e obbligatissimo servitore prete Francesco Bossi
Azzate 29 dicembre 1801.

Al cittadino Giuseppe Bianchi curato e Vicario Foraneo in Gazzada.


CARTELLA N. 535

1° marzo 1677 sotto il pontificato di Innocenzo XI anno primo.

Carlo Andrea Bossi presenta al Vicario Foraneo le informazione sulla Cappellania di S. Francesco nella Parrocchiale di Azzate.
“Restano da impiegarsi in qualche proprietà a favore della Cappella eretta sotto il titolo di S. Francesco nella Parrocchiale di Azzate pieve di Varese lire ottocento imperiali di capitale cioè lire seicento depositate da Edoardo Croce successo ad Andrea Serona e lire duecento proveniente dai successori del q.  canonico Francesco Fiorenza che sono presso il prete Carlo Andrea Bossi titolare d’essa cappella devotissimo oratore per V.S. ill.ma e rev.ma.
Ha il supplicante titolare fatte molte diligenze per detto impiego ma non ritrova proprietà opportuna, ed essendo circa due anni che di dette capitali lire ottocento non si ricava interesse e che devesi celebrare le messe e compire ad altre obbligazioni, spettano a detta cappella, pertanto detto supplicante titolare, possedendo insieme con altri suoi fratelli alcuni beni materni in detto territorio di Azzate dove sono situati di maggior  affetti della dotazione di detta cappella e che sarebbe comodo a favore d’essa impiegate dette lire ottocento in detti beni materni come sopra.
Intendendo con quelle  sanare alcuni debiti, fa ricorso ai piedi di V.S. ill.ma rev.ma.
Umilmente supplicarla dar gli ordini opportuni al Signor Vicario Foraneo di Varese o a chi più gli parrà per poter venire al loro contratto di detto impiego con il supplicante titolare e suoi fratelli, quali s’offeriscono far vendita libera a favore della cappella di pezzi tre di terra campo in tutto di pertiche tredici e mezzo in circa situati a Vogonno territorio di detto luogo di Azzate e ciò per il prezzo di dette lire ottocento e quali campi sono nominati uno il Campo del Chioso, l’altro il Campo della Pioggia e l’altro il Campo della Motta di Sotto, con sue coerenze e con la promessa di manutenzione in forma comune e di ragione. Il che.

Ill.mo e rev.mo Signore.
Fra li effetti della dotazione della cappella sotto il titolo di S. Francesco eretta nella Parrocchiale di Azzate pieve di Varese costituita dal rev. Prete Francesco Solaro vi è un capitale di lire duemila che furono depositate dal detto rev. Solaro presso il q. Bernardo Bossi come per istrumento rogato dal q. Francesco Bossi notaio di Milano il 30 giugno 1646.
Intende il signor Claudio Bossi figlio ed erede del detto q. signor Bernardo restituirle ed essendo fatte molte diligenze dal devotissimo oratore per V.S. ill.ma e rev.ma prete Carlo Andrea Bossi titolare della cappella per impiegarle, non trova proprietà opportuna onde possedendo il supplicante oratore assieme con altri suoi fratelli in detto territorio di Azzate per ragioni dotali materni una pezza di terra vigna campo e prato di pertiche  quaranta in circa appellata il Roncasnino, acciò non habbi il caso di detta  restituzione da farsi dal detto signor Claudio Bossi di restar esse lire duemila infruttuose dovendosi adempire dai frutti d’esse  alle messe e agli obblighi di detta cappellania, offerisce pertanto in detto supplicante oratore anche come procuratore dei detti suoi fratelli far vendita libera a favore d’essa cappella di detta pezza di terra per il prezzo di dette dire duemila, con le debite promesse di manutenzione in forma comune e di ragione, che per essere impiego comodo ed utile di detta cappella mentre quasi tutti gli effetti d’essa sono in detto territorio di Azzate il detto oratore.
Umilmente supplica V.S. ill.ma e rev.ma dar gli ordini opportuni al Signor Vicario Foraneo di Varese o a chi più le parrà perché si venga alla perfezione del detto contratto d’impiego. Il che.

Fu ascoltato Bartolomeo Scolari fq. Antonio abitante in Vogonno territorio di Azzate.
Si che conosco benissimo detto signor prete Carlo Andrea e suoi fratelli Bossi, e stanno ….., il quale signor prete Carlo Andrea è anche cappellano titolare della Cappella eretta sotto il titolo di S. Francesco nella Parrocchiale di Azzate di detto luogo di Azzate.
Si che so benissimo che detti signori fratelli Bossi possiedono nel nostro territorio di Azzate i beni che V.S. mi ha descritto.
Brevemente descriverò a V.S. cioè prima la pezza di terra campo detta del Chioso situata nel Comune di Vogonno territorio d’Azzate  la quale è di pertiche  sei in circa e fa coerenza da una parte con la strada, dall’altra col signor Claudio Bossi, dall’latra con signor Francesco Masnago e dall’altra con messer Francesco Bassano; item altra pezza di terra campo situata come sopra dove si dice il Campo della Pioggia di pertiche tre in circa alla quale fanno coerenza  da una parte strada, dall’altra il signor Paolo Antonio Mariani, dall’altra il M.R. signor prete Agitino Bossi e dall’altra Giacomo Ballerio; item altra pezza di terra pure campo e situata come sopra chiamata il Campo della Motta di Sotto di pertiche tre circa a cui fanno coerenza da una parte strada, dall’altra il suddetto Ballerio, dall’altra il M.R. signor prete Carlo Andrea Bossi e dall’altra strada e finalmente altra pezza di terra vigna, campo, prato e bosco in valle situata in detto territorio di Azzate di pertiche 40 circa dove si dice il Roncasnino a cui fanno coerenza da due parti strada, dall’altra il signor Gio. Battista Bossi in parte e in parte i signori Stefano e fratelli Bossi, dall’altra il signor Carlo Francesco Bossi in parte, i suddetti Stefano e fratelli Bossi, in parte la Chiesa Parrocchiale di Azzate e in parte gli eredi del signor Ercole Piccinelli.
In quanto alla cavata annua se ne leverà da questi beni un anno computato con l’altro, cioè nei primi tre pezzi di terra campo che godo io in affitto semplice e a nome di detti signori prete Carlo Andrea e fratelli Bossi se ne ricaverà in tutto ogni anno:
- frumento stari 6 che a ragione solamente di lire 18 al moggio fanno lire imperiali 13.10
-         mistura moggi 3 ½  che a ragione di lire 12 il moggio fanno lire imperiali 35
-         foglia di moroni un centenaro e mezzo che a preziarlo a ragione di lire 1 ½  al centenaro fanno lire imperiali 2.5
-         noci bianche stari 3 fanno lire 2.2
-         capponi paia uno fanno lire 2
Dall’altra pezza di terra detta il Roncasnino di pertiche 40 la quale è tenuta in affitto semplice fa Giovanni Rolandi a nome pure di detti signori Carlo Andrea e fratelli Bossi, da questa se ne caverà ogni anno:
-         frumento stari 11 e 1 mina che in ragione come sopra fanno lire 25.17.6
-         segale stari 11 e 1 mina che in ragione come sopra fanno lire 17.5
-         vino per la parte domenicale brente 4che a ragione di lire 8 la brenta per essere vino di buonissima qualità fanno lire 32
-         capponi paia uno fanno lire 2
-         in denari lire 2
-         foglia di moroni centinaia 5 che a ragione di lire come sopra fanno lire 7.10
-         fieno per il prato centenara 24 preziato a lire 2 fanno lire 48
Dalle quali deducendo lire 40 per qualunque carico camerale tanto ordinario quanto straordinario, alloggio e soccorso dei soldati e altro viene a risultare di netto della cavata annua lire 149.9.6
Il valore poi di detti beni sarà a mio giudizio e a venderli da un fratello all’altro cioè per rispetto dei primi tre pezzi di terra campo che in tutto sono pertiche dodici circa a lire 80 la pertica e più che in tutto fanno la somma capitale di lire  imperiali 960.
E per rispetto dell’altra pezza di terra, vigna e campo come sopra detta il Roncasnino di pertiche 40 il valore di questa sarà di lire 50 per pertica fanno la somma capitale di lire duemila..
E così in tutto costituirà la somma capitale di lire 2.960
Tutti questi beni che ho descritto a V.S. non sono sottoposti né affetti da alcuna obbligazione, dominio, ipoteca, fitto livellario, fedecommesso, legati, debiti sia pubblici che privati e se vi fosse qualche altra cosa lo saprei dire a V.S. per la grande conoscenza che tengo di questi luoghi.
Venne quindi ascoltato Giovanni Rolandi fq. Battista abitante nel Castello di Azzate che rilascia una dichiarazione uguale alla precedente e non si trascrive.

D’ordine dell’ill.mo sig. Prevosto Vicario Foraneo di S. Vittore di Varese.
Faccio fede io agrimensore infrascritto di aver visitato e stimato i tre pezzi  di terra campo sotto la cascina di Vogonno territorio di Azzate e li stimo per ciascuna pertica lire 80 che fanno la somma di lire 960.

In questo fascicolo sono contenuti i passaggi di proprietà di tutti questi terreni. Poiché sono in latino si ritiene di non trascriverli.
Sull’ultima pagina è scritto: Istrumento d’acquisto di n. 4 pezzi di terra nel territorio di Azzate a favore del Beneficio di S. Francesco nella Parrocchiale di Azzate. Denominazione dei detti pezzi di terra:
In Vogonno:
1 campo del Chioso di pertiche 6
2 campo della Poggia di pertiche 3 circa
3 campo della Motta di Sotto di pertiche 3
In Azzate:
4 pezza di terra vigna, campo e prato detto il Roncasnino di pertiche 40

Tutto il fascicolo è stato autenticato dal notaio Sebastiano Bossi che lo ha confrontato con gli originali.



CARTELLA N. 94

1745
In latino: si fa una traduzione veloce.
Tabella dei legati titolari e annuali in perpetuo da celebrarsi nella chiesa parrocchiale di S. Maria Nascente di Azzate:
  1. All’altare maggiore fu eretta la cappellania dal fu M.R. Beltramo Bossi prevosto di Gallarate sotto il titolo di S. Quirico e Giuliva martiri con l’onere di messe quotidiane e due annuali e con altri oneri come dall’atto della fondazione. Titolare è don Giuseppe Della Porta che supplisce con il rev. Nicolao Bertolotti e ha sempre soddisfatto;
  2. Allo stesso altare fu eretta la Cappellania dal rev. Gerolamo Campanigo sotto il titolo di S. Gerolamo e Giuseppe con l’onere di messe quotidiane e due annuali di cui è ora titolare il rev. Chierico Giacinto Campanigo di Varese. Supplisce il rev. Gio. Battista Daverio di Azzate, che per il passato non soddisfece interamente, e sono pendenti circa cento messe;
  3. Allo stesso altare è eretta la Cappellania del rev. prete Carlo Andrea Bossi sotto il titolo di S. Andrea Apostolo con l’onere di cinque messe ebdomadarie[1] e le festive. Titolare è il rev. Vincenzo Bossi di Azzate che soddisfa da solo e completamente;
Titolari all’altare di S. Giovanni Evangelista e Carlo Borromeo:
  1. A questo altare fu eretta la Cappellania dal M.R. prete Francesco Bossi prevosto di Castelseprio e da Guidone suo fratello sotto il titolo di S. Giovanni Evangelista con l’onere di quattro messe ebdomadarie compresi i giorni festivi, con l’onere di celebrare trecento messe in onore di S. Gregorio. A causa della pochi redditi le messe furono ridotte a duecentodiciotto. Ne è titolare il chierico Carlo Antonio Ballerio di Brunello e supplisce il prete Carlo Francesco Ghiringhelli;
  2. A questo altare fu eretta la Cappellania dal fu Donato Bossi con l’onere di quattro messe ebdomadarie compresi i giorni festivi e con l’onere di cento messe all’anno per legato perpetuo della fu Livia Bossi compreso un annuale di quattro sacerdoti. Ne è titolare il prete Salvatore Bossi al quale supplisce il rev. Gio. Antonio Lotterio di Azzate ed ha soddisfatto pienamente.
All’altare della Santissima Vergine del Rosario:
  1. A questo altare fu eretta la Cappellania dal fu prete Benedetto Gallo con l’onere di quattro messe ebdomadarie. Titolare è il nobile fisico collegiato Antonio Bossi di Azzate cui supplisce il rev. Felice Bizzozero coadiutore e ha soddisfatto in pieno;
  2. A questo altare fu eretta la Cappellania dal fu rev. Prete Francesco Solari parroco di Cinisello sotto il titolo di S. Francesco con l’onere di cinque messe ebdomadarie e giorni festivi e un annuale di sei sacerdoti in memoria del fu Cristoforo Solari fratello del fondatore. Titolare è il rev. Giacomo che celebrò da solo e in modo completo.
  3. A questo altare fu eretta la Cappellania dal fu prete Giovanni Orlandi coadiutore di Azzate sotto il titolo di S. Giovanni Evangelista e Santissimo Rosario con l’onere di messe feriali in aurora e altri oneri come nella fondazione. Titolare è il rev. Cavillo Orlandi parroco di Casale cui supplisce il rev. Stefano Cabri una volta parroco di Tronzato. E’ stato soddisfatto completamente.
  4. Allo stesso altare deve essere celebrata una messa quotidiana  istituita dal fu Gio. Battista Bossi e ora sotto il titolo vitalizio eretto dai nobili Luigi e Veronica fratelli Bossi. Titolare è il prete Gaspare Gritti di Induno pive di Arcisate a cui supplisce il prete Bernardo Soldani di Arona. Pienamente soddisfatto.
  5. Allo stesso altare deve essere celebrata una messa ebdomadaria eretta in Cappellani perpetua dal fu Domenico Daverio. Titolare è Gio. Battista Daverio che non può soddisfare l’onere nemmeno per altre persone.
  6. Allo stesso altare fu eretta la Cappellania dal fu Gio. Antonio e Taddeo Bossi con l’onere di tre messe ebdomadarie. Questa cappellania fu aggregata alla Coadiutoria di Azzate nel 1627. Titolare ne è il coadiutore che soddisfa pienamente.
  7. Allo stesso altare fu eretta la Cappellania dal prete Lucio Bossi con l’onere di cinquanta messe all’anno. Titolare è il prete Fabrizio Fossa che fa supplire pienamente dal prete Giacomo Bossi.
  8. Allo stesso altare si devono celebrare cento messe istituite dal fu Gio. Battista Bossi del Castello di Azzate e al presente è eretta in titolo vitalizio dall’illustrissimo fu conte don Paolo Bossi discendente dal legatario. Viene soddisfatto pienamente.
Legati delle messe perpetua all’altare della Beata Vergine:
1.      Si devono celebrare centoquattro messe in memoria del fu Claudio Bossi e spetta al legato istituito dal conte Paolo Bossi e ai suoi eredi. Titolare è il rev. Giovanni Bossi che soddisfa pienamente.
2.      Si devono celebrare in memoria del fu Gerolamo Mollo tante messe quante ne permettono i frutti del capitale di lire 1.600 dovuto dagli eredi del prete Giovanni Orlandi e altre lire 400 provenienti da un fondo detto il Ronchetto in Azzate;
3.      Si devono celebrare messe 12 disposte dal fu Pompeo Bossi; metà legato spetta al prete Emilio De Grandi canonico di Arcisate; l’altra metà spetta agli eredi del fu Ippolito Bossi detto il Tricotino abitante in Castano pieve di Gallarate;
4.      Si devono celebrare messe 20 sul capitale di lire 500 disposto da fu prete Annibale Bossi. Viene soddisfatto.
5.      Si devono celebrare messe 20 per legato del fu Gaspare Bossi. Al presente viene soddisfatto all’illustrissimo Gerolamo Tettoni e suoi eredi come donatario del fu Baldassarre Bossi.
6.      Si devono celebrare le messe disposte dalla fu Prudenza Visconti per lire 15 che si devono pagare dai nobili Marliani di Buguggiate annualmente;
7.      Si devono celebrare le messe disposte da Enidia Besozzo per lire 15 che deve pagare annualmente il conte Giuseppe Guilizzoni;
8.      Si devono celebrare messe 11 disposte dal fu Gio. Battista Bossi che deve pagare il nobile don Stefano Bossi figlio del fu Alfonso di Azzate il quale si avvale di un credito sul canonico Platto di Caidate;
9.      Si devono celebrare 6 messe disposte dal fu Paolo Crespi su una casa al Castello di Azzate. Al presente paga Bernardo Castiglione di Varese come figlio del fu Giulio di Morazzone;
10.  Si devono celebrare due messe ebdomadarie durante la vita del prete Vincenzo Bossi e dopo la sua morte messe 3 e nel termine di sei mesi si dovrà erigere le dette messe nella Cappellania perpetua disposta da fu Ambrogio Bossi morto il 13 aprile 1732.
Legati di messe istituite nell’Oratorio di S. Antonio, S. Lorenzo, S. Biagio e S. Giorgio di Vogonno:
  1. Nell’Oratorio di S. Antonio fu eretta la cappellania dal fu Guidetto Bossi con l’onere di messe quotidiane, dieci annuali con quattro sacerdoti, la distribuzione di moggi 17 e mezzo di mistura ai poveri o allo scolastico. Titolare è il rev. Giovanni Bossi che soddisfa pienamente.
  2. Nell’Oratorio di S. Lorenzo fu eretta la Cappellania dal rev. fu Beltramo Bossi prevosto di Castelseprio con l’onere di cinque messe, e quattro ebdomadarie;  una messa ebdomadaria in memoria del fu Francesco Cacciaguerra più due annuali nella chiesa parrocchiale ed un altro nell’oratorio di S. Lorenzo con quattro sacerdoti, e con altri oneri come nella fondazione. Titolare è il nobile don Vitaliano Bossi. Fino all’anno 1745 furono soddisfatti dal prete Stefano Bossi di Milano; dal 1731 al presente 1745 sono state pienamente soddisfatte.
  3. Nell’Oratorio di S. Biagio al Castello di Azzate fu eretta la Cappellania dalla fu Bianca Visconti con l’onere di una messa ebdomadaria. Titolare è il prete Baldassarre Brianzoni che ha soddisfatto da solo pienamente.
  4. Nell’Oratorio di S. Giorgio di Vogonno sono da celebrare messe per lire 6 che furono celebrate da Giacomo Ballerio per legato di altro Giacomo Ballerio. Quindi furono celebrare messe festive per legato di Carlo Sangiovanni.
Altri annuali che si devono celebrare nella chiesa parrocchiale di S. Maria:
un annuale e sei messe disposte dal fu Gio. Battista Bossi che le adempie il coadiutore; cui va aggiunto l’onere di sette messe all’anno disposte dal fu Giovanni Orlandi coadiutore di Azzate.
Si devono celebrare due annuali di cui uno con l’intervento di sei sacerdoti.
Si devono celebrare altri cinque annuali disposti dal senatore Egidio Bossi e li deve pagare l’illustrissimo marchese Bossi di Milano.

(Questa cartella è stata trascritta in File:Cappellanie di Azzate).

CARTELLA N. 525
Processo contro del rev. prete signor Gio. Pietro Giamboni parroco altre volte di Azzate per vari spropositi e dicerie contro del molto reverendo signor Teologo di Varese.

Molto Reverendo signore come Fratello. A tenore del voto fiscale, devo commettere a V.S. la costituzione del presente processo contro del rev. prete Gio. Pietro Giamboni curato di Azzate, attesa la suspicione della persona del signor Teologo, come dallo stesso voto vedrà, che unitamente al processo già formato dal detto signor teologo le trasmetto, ad effetto V.S. possa esser informato di quanto deve  operare. Nella formazione del detto processo lei userà tutte le diligenze, e si conterrà come nello stesso voto formato che avrà il detto processo, più presto le sia possibile per persona sicura me lo trasmetterà e frattanto dal signore Iddio le desidero ogni vero bene.
Milano dal palazzo arcivescovile 21 giugno 1738.
Di V.S. molto illustre.
Aff.mo come fratello Fabrizio Maraviglia Vicario Criminale.

1738. Esaminati nel processo fatto contro il signor Curato di Azzate.

Lunedì 30 giugno alla mattina 1 rev. sig. Francesco Antonio Crotti curato di Morosolo
                                                 2 rev. Giuseppe Maria Bernasconi curato di Besano
                             dopo pranzo 3 rev. prete Carlo Andrea Bestini
Martedì 1° luglio alla mattina 4 rev. sig. Giuseppe Crivelli parroco di Buguggiate
                                                5 signor Pietro Antonio Visconti di Azzate
                                                6 rev. prete Pietro Antonio de Grandi curato di Cocciago
                            dopo pranzo 7 rev. prete Ambrogio Zanzi
Sabato 5 luglio alla mattina     8 rev. prete Carlo Giovanni Campoleone curato di Lissago
Lunedì 7 luglio alla mattina    9 rev. prete Pietro Rigetti di Gazzada
                                               10 rev. prete Carlo verga di Caidate
                         dopo pranzo  11 Giuseppe Nicolini oste della Schiranna
Mercoledì 9 luglio alla mattina 12 Gio. Cabri di Azzate
                                                  13 Carlo Gerolamo Guialdo molinaro di Capolago
                               dopo pranzo 14 Maria Maddalena Bossi Baroffio
Lunedì 14 luglio alla mattina     15 rev. prete Giuseppe Crivelli curato di Buguggiate comparso
                                                        Spontaneamente
                                                    16 rev. prete Pietro Rigetti di Gazzada spontaneamente
                                                    17 rev. prete Vincenzo Bossi di Azzate
Martedì 15 luglio in Azzate alla mattina 18 Gaspare Sangiovanni il masnone
                                                                 19 signor Carlo Antonio Bossi di Azzate
                                                                 20 Carlo Martignoni sindaco di Azzate
                                         dopo pranzo    21 rev. prete Gio. Stefano Bossi
                                                                   22 don Pietro Antonio Visconti
Mercoledì 16 luglio alla mattina 23 Angela Maria Braghini moglie di Gio. Bossi di Azzate
Giovedì 17 luglio alla mattina    24 Luigi Mantegano oste della Corona di Varese
                                                    25 Carlo Antonio Daverio di Varese alla Motta
                                                    26 Giovanni Garoni oste di Varese
Venerdì 18 luglio alla mattina    27 rev. prete Carlo Maria Tuonando curato di Bizzozero
Sabato 19 luglio alla mattina      28 rev. prete curato di Morosolo
                                                    29 Antonio Galli di Azzate servitore del signor Visconti
                           dopo pranzo     30 Liberata Cabri di Azzate
Sabato 2 agosto   spontaneamente compare Liberata Cabri avanti al signor Casati cancelliere, stante la mia assenza.
Lunedì 4 agosto alla mattina       31 Carlo Gerolamo Rigetti postaro di Azzate.

Pagina n. 241 di processo, oltre altre scritture a parte.

Molto Reverendo Signore come Fratello. Si è ricevuto il processo da V.S. con tanta diligenza ed esattezza formato dal suo signor Cancelliere; come anche di V.S. sarà mia premura far compire a tanti incomodi, che emendare si sono presi per fare risultare la verità unico scopo della giustizia, e resto augurandole dal Signore Iddio ogni vero bene.
Milano palazzo arcivescovile 9 agosto 1738
Di V.S. reverendissima
Aff.mo come fratello Domenico Cavalli Vicario Criminale.


Molto reverendo Signore come fratello. Mi fa gran specie il sentire della gentilissima lettera di V.S. del 28 del corrente luglio che ella non abbia ricevuto alcun riscontro da me intorno alla trasmissione del noto processo, quando sono da molti giorni che scrissi a V.S. di trasmettermi detto processo a fine di passare alla spedizione del medesimo, e correggere il curato di Azzate a misura dei suoi debiti, premendomi al sommo d’essere puntuale nella mia incombenza. Prego dunque V.S. a prendersi l’incomodo di farmelo subito pervenire alle miei mani, consegnando detto processo ben sigillato ed a persona sicura, e le rinnovo l’inalterabile mia osservanza.
Di V.S. molto reverenda.
In Milano dal palazzo arcivescovile 29 luglio 1734
Aff.mo come fratello
Domenico Maria Cavalli Vicario Criminale.


Molto reverendo signore come fratello. Sul punto che ho preso il processo come Vicario Criminale di questo Ufficio, mi trovo il carissimo foglio di V.S. dell’8 del corrente, che mi avvisa delle esatte informazioni, che ella va prendendo nella causa del curato di Azzate, non solo per il modo improprio con cui ha egli parlato della degnissima persona del signor Vicario Foraneo Soriani, ma anche per il fatto principale delle note femmine di detto luogo; assicuro V.S. dell’intiera mia approvazione di tutto ciò che ella sarà per operare in una cosa si grave, restando persuaso quanto grande sia la di lei circospezione e prudenza; al qual effetto quando non le riesca di fare gli opportuni esami in Varese, non ho lacuna difficoltà che Ella si porti sul fatto a forma del voto fiscale, ed in tal caso farà al suddetto curato il solito precetto di assentarsi e dalla cura e dalla pieve in quel modo e tempo che V.S. stimerà più proprio. E sicuro che V.S.  sarà per compire a tutte le parti della giustizia le assicuro dal cielo ogni vero bene.
Milano dal palazzo arcivescovile 16 luglio 1738
Aff.mo come fratello
Domenico Maria Cavalli.
(Da continuare).





 

CARTELLA N. 926 – FASCICOLO XVI

Documenti relativi al Beneficio Coadiutorale di Azzate.

N. 2 annuali per cui si paga dalla Chiesa lire 43 .. di dodici sacerdoti per cadauna e venti messe.
Spesa.
Per le due messe in canto compresa la doppia lire 5
Per n. 18 altre messe lire 18
Per n. 20 sacerdoti  a soldi 10 lire 10
Al castrista soldi 10
In totale lire 33.10
Avanzano lire 10 da dividersi per terzo col sig. coadiutore a cui s’aspetta lire 3.6.6
N. 2 altri di sacerdoti dieci per cadauno colle sole messe in canto, per cui si ricevono lire 22.16 interessi di capitale.
Spese.
Al Parroco per le due messe in canto comprese le doppie lire 5
Per i n. 8 sacerdoti per cadauno annuale lire 8
Al sacrista soldi 10
In totale lire 13.10
Avanzano lire 9 da dividersi per terzo col signor coadiutore a cui li si deve lire 3.2
Un altro annuale di dieci sacerdoti e messe dieci per cui si paga dal signor conte Bossi lire 20.
Spese.
Per la messa in canto lire 2.10
Per le altre nove messe a soldi 20 lire 9
Per gli otto sacerdoti lire 4
Al sacrista soldi 5
In totale lire 15.15
Avanzano lire 4.5 da dividersi un terzi col signor coadiutore a cui li si deve lire 1.8.6
Altro annuale di n. 6 sacerdoti e n. 5 messe compresa quella in canto per cui si riceve dal conte Alemagna in denaro lire 13.5
Spese.
Per la messa in canto lire 2.1°
Per le 4 messe lire 4
Per i 4 sacerdoti lire 2
Al sacrista soldi 5
In totale lire 8.15
Avanzano lire 4.5 da dividersi col signor coadiutore a cui si dovrebbe lire 1.8.6
Altro annuale di sacerdoti 6 colla sola messa in canto per cui deve dal titolare di S. Francesco lire 8.15
Spese.
Per la messa compresa la doppia lire 2.10
Per n. 4 sacerdoti lire 3
Al sacrista soldi 5
In totale lire 4.15
Avanzano lire 4 di cui spetta di terzo al signor coadiutore lire 1.6.6
Altro annuale di sacerdoti 6 e messe sei per cui si paga dal Coadiutore per tempore lire 15.
Spese.
Per la messa in canto lire 2.10
Per n. 5 messe lire 5
Per n. 4 sacerdoti lire 2
Al sacrista soldi 50
Per un totale di lire 9.15
Avanzano lire 5.5. di cui un terzo al signor Coadiutore gli spetta lire 1.15
Per altri due annuali uno di sacerdoti 6 e l’altro di 5 sacerdoti per i quali si paga dal signor marchese Bossi lire15.
Spese.
Per le due messe in canto lire 5
Per i sette sacerdoti lire 3.10
Al sacrista soldi 10
In totale lire 9.20
Avanzano lire 6 il di cui terzo al signor coadiutore spetta lire 2.
Un altro annuale di quattro sacerdoti colla sola messa in canto per cui si paga dal titolare di S. Giovanni Evangelista lire 7.15
Spese.
Per la messa lire 2.10
Per i due sacerdoti lire 1
Al sacrista soldi 5
In totale lire 3.15
Avanzano lire 4 per il terzo al signor coadiutore si deve lire 1.6.6
Due altri annuali di messe e sacerdoti cinque per i quali si paga dal titolare di S. Giuseppe lire 22.10
Spese.
Per le due messe in canto lire 5
Per n. 8 messe lire 8
Per n. 6 sacerdoti lire 3
Per il sacrista soldi 10
In totale lire16.10
Avanzano lire 6 il di cui terzo spetta al signor coadiutore lire 2.
Per n. 2 altri annuali uno di cinque sacerdoti l’altro di …. Colle sole messe in canto per i quali si paga dal titolare di S. Quirico e Giuliva lire 16.
Spese.
Per le messe in canto lire 5
Per i 5 sacerdoti lire 2.10Al sacrista soldi 10
In totale lire 8
Avanzano altre lire 8 di cui un terzo spettante al signor coadiutore fanno lire 1.3.3
Un altro annuale di quattro sacerdoti colla sola messa in canto per si paga in oggi dai fratelli Bossi e prima dal signor canonico Bossi di Porto lire 6.
Spesa.
Per la messa in canto lire 2.10
Per i n. 2 sacerdoti lire 1
Al sacrista soldi 5
In totale lire 3.15
Avanzano lire 2.5 il di cui terzo spettante al signor coadiutore fanno soldi 15.
Il suddetto annuale è stato insoddisfatto per molti anni perché non veniva pagato; in questo anno restò pagato per anni dieci, peperò si fecero altri dieci annuali simili per i quali spetta al signor coadiutore come sopra datole la spesa in ragione di soldi 15 per cadauno fanno lire 7.10
I suddetti annuali sono quelli che si sono adempiti in questo anno dedotti i 10 annessi a beni parrocchiali  a cui è obbligato il signor coadiutore intervenire gratis come da replicati doveri essendo per i predetti annuali li si dovrebbe al signor coadiutore di giustizia e di regola lire 28.12 e sono 26 annuali, pure il curato glieli ha sempre pagati con l’elemosina degli avventizi cioè lire 1.10 per cadauna senza messa e con la messa lire 2.15, da ciò potrà vedere il signor coadiutore cosa ha sempre percepito di più e non di meno come egli irragionevolmente suppone.
Per la festa poi di S. Benigno si percepisce lire 24  onde detratta la messa cantata colle doppie e pagati i preti secondo il numero, che interviene in ragione di soldi 20 per cadauno e soldi 25 a rivestiti e cerimoniere con altri soldi 20 al sacrista e soldi 20 al campanaro di quanto sopravanza, gli fu dato sempre il suo terzo e in quest’anno ossia nel 1796 in cui i sacerdoti non furono che quattro gli si spetta il terzo dedotte le spese come sopra lire 4.18. Per onde se non gli fu dato di più certamente …..



Sentite le parti, esaminate le carte rassegnate il Parroco pagherà al Coadiutore quanto manca alle lire 300 computata l’elemosina delle due messe settimanali computata la somma di lire 130 cioè lire 85 nel giorno di S. Giovanni Battista e l’altra nella vigilia di Natale 1799 ed anni successivi al corso della grida che sarà vigente nell’atto del pagamento, con che però se dalla tangente di primizia che si cede ne ritraesse somma maggiore delle suaccennate lire 170 dovrà il Parroco rifondere il di più nella celebrazione di messe per detto legato dispensato.
Si compiaccia il Parroco di compensare il Coadiutore sulla deduzione annuale fatta alle lire 50 arbitrate dal Vicario Generale.
Per i 10 annuali si pagherà al Coadiutore l’elemosina ordinaria che si corrisponde agi altri interessati restando a carico del Parroco la cera bisognevole per la celebrazione dei medesimi.
Continuerà il Parroco nello stralciare dall’elemosina delle messe l’elemosina avventizia di contare le lire 2.10 a norma di quanto hanno praticato …
Continuerà il Parroco a coprire le funzioni e cantare esso le messe occorrenti, essendo questo diritto parrocchiale e non compatibile al Coadiutore se non in assenza del principale, in caso bensì di assenza cioè del Parroco per qualunque titolo saranno devolute le funzioni al Coadiutore a cui pure spetterà la consueta doppia gestatoria di cera ed elemosina che appartiene al Parroco quando è funzionante, come decide lo stesso sinodo 32 al capo 24.
I fazzoletti, frutta, dolci od altro che si possa regalare per assistenza a matrimoni saranno privativi di chi assisterà, bensì qualora si corrisponda dai contraenti qualche regalo in denaro o cera, due terzi saranno del Parroco e un terzo del Coadiutore.
L’emolumento del presente fatto al defunto Parroco di Brunello sarà riparabile come qualunque altro straordinario della cura di Azzate e lo stesso dovrà praticarsi in occasione di consimili eventualità.
Le uova che si regalano dai Terrieri a chi si reca per la compilazione dello stato delle anime e per ricevere li biglietti si considerano come un premio personale per l’incomodo del viaggio; epperò il Coadiutore si compiacerà di desistere da tale inchiesta.
 La presente convenzione avrà vigore anche per il trattato successivo e finché non sia determinato altrimenti dal superiore ecclesiastico, al quale potrebbero il Parroco e Coadiutore ricorrere acciò fosse dal medesimo superiormente approvato.
Dal medesimo Parroco resta tacitato il Coadiutore d’oggi retro di sue pretese per emolumenti straordinari in questione mediante un equitativo compenso che gli è stato corrisposto.


Risposta dal Curato di Azzate al promemoria dato dal signor Coadiutore.
  1. Il signor Coadiutore è obbligato intervenire ai dieci uffici gratis come consta da replicati decreti fatti in occasione di visite, due dei quali qui si uniscono per maggior certificazione di quanto si asserisce dal Parroco; e ciò si è quanto fu sempre praticato dalla creazione della Coadiutoria sin qui, non ostante le replicate istanze fatte da Coadiutori, come anche dal presentaneo in occasione, che giuridicamente cercò presso la Curia di annullare la convenzione seguita della permuta delle lire 300 nelle primizia, avendo allora l’attuale Parroco, pro bono pacis, aderito all’accomodamento amichevole di passare al signor Coadiutore lire 50 annue finché gli durava la pensione, che pagava a certo abate Cedrini; cessata la quale dovessero tornare al primiero stato le reciproche ragioni di pretendere cioè nuovamente il signor Coadiutore giuridicamente le lire 300. Si cercava dirsi dal moderno Coadiutore in tal occasione anche di essere sgravato dal suddetto peso di dieci annuali non solo ma altra pretensione d’ottenere la doppia funeraria in assenza del Parroco, e da questi due punti si passò sopra dalla Curia lasciando che le cose corressero sul piede antico di quanto si era sempre praticato, cioè che il signor Coadiutore intervenisse ai suddetti annuali gratis e che la doppia fosse sempre dal Parroco, come consta da replicati decreti di visita, e fu sempre in pratica da che fu fondato il Beneficio Coadiutorale. La ragione poi di ciò si è perché detto Beneficio fu eretto in cura vacante, quindi niun poté fare a quanto fu determinato ostando sui diritti del Parroco, e siccome l’entrata della cura, fu messa in messa sporca senza far deduzione dei pesi annessi, e da questa messa sporca furono estratte le lire 300 da pagarsi al signor Coadiutore così siccome in questa messa sporca si ritrova il peso annesso al Parroco dei suddetti annuali, e per conseguenza dovendo il signor Coadiutore soccombere al terzo dei pesi annessi al Parroco, come gode il terzo dei proventi, così non vi fu mai tra Coadiutori chi potesse su di questo giusto peso assentuarsi sempre riconosciuto giusto tutte le volte, che su di ciò si mosse questione, e con ciò crede il Parroco di dar evacuazione anche all’ottavo capitolo, in cui si cerca la doppia finanziaria.
  2. Che il Curato dopo promulgata la grida del denaro abbia pagato al signor Coadiutore solo lire 44.19 in sconto delle lire 50 a cui si era obbligato e che pagava in denaro prima al corso abusivo, si attiene a quanto fu ordinato dal Principe nella suddetta grida, cioè che le obbligazioni contratte dopo il 1749 si dovessero ridurre secondo il corso, che aveva il zecchino al tempo delle contratte obbligazioni al corso presentaneo della grida, e ciò lo fece dopo aver consultato più legali, come disse allo stesso signor Coadiutore.
  3. Il Curato non vuole più pagare al signor Coadiutore le lire 44.19 dopo ottenuto la sospensione delle due mese, perché il signor Coadiutore restava sovrabbondantemente provveduto delle lire 300 di sua congrua, oggetto per cui si era obbligato il Curato al pagamento suddetto, quale adempì per due anni anche dopo cessata la pensione del Cedrini, e ciò graziosamente finché venisse altrimenti provveduto, avendosi lo stesso Curato riservato di far il ricorso, anzi avendolo lo stesso Curato sollecitato presso il Signor Procuratore; ma ottenuta la sospensione delle messe, con cui il signor Coadiutore veniva come dissi assicurato delle lire 300, unico oggetto della lite, unico oggetto della supplica data all’Arcivescovo, che si esibisce; non si crede più obbligato il Parroco a corrispondere le lire 44.19 giacché il signor Coadiutore non poteva di più pretendere che le lire 300 di congrua, quali colla dispensa delle due messe percepisce di più, giacché il Parroco era pronto pagare al Coadiutore lire 170, che unite a lire 130 importo delle due messe formano lire 300 di sua congrua, e il signor Coadiutore le ha ricevute, segno che la primizia gli rende di più. La ragione poi per cui crede essergli dovute tuttora le lire 44.19 cioè per aver tacitate nella supplica, anzi che essergli favorevole, fa contro lui, perché le obbligazioni del Parroco non fossero a tempo, cioè finché durava la revisione, ma assolutamente stabile l’averla tacitata nella supplica avrebbe resa surrettizia la grazia.
  4. L’aver il Curato dato qualche volta i fazzoletti che si davano di regalia volontaria nell’atto dei matrimoni e l’aver così anche mandato qualche porzione d’uova nell’atto che il Parroco raccoglie i biglietti di Pasqua, e fa nello stesso tempo lo stato delle anime, fu una graziosità dello stesso Curato, mai praticata da altri né in Azzate né in altri luoghi ove trovasi coadiutore. Sullo stesso piede: è appunto per essere una graziosità ha cessato il Curato di praticarla perché non divenisse abuso come si vorrebbe.
  5. Sul terzo preteso del funerale del fu Curato di Brunello leggansi le tre lettere che il Curato presente, su di cui siccome assicurato dalla pratica in contrario, non credette giusto il corrispondere il terzo preteso giacché di tal sentimento è il signor Piccinelli non solo ma tutta la Curia, e l’argomento addotto dal signor Coadiutore è stato nel suo supposto, giacché in nessun conto come il Coadiutore obbligato ad amministrare i sacramenti al Curato di Brunello in mia assenza, se non per atto di carità come ogni altro sacerdote richiesto.



CARTELLA N. 531
(Copia per Archivio Plebano di Varese).
Messe dell’Oratorio di S. Antonio di Varese.

Nel nome del Signore Iddio l’anno dalla di lui nascita mille settecento ottantadue indizione prima giorno di lunedì nove del mese di settembre.
Si premette come li Signori Priore e Confratelli del Venerando Oratorio di Sant’Antonio Abate, e misericordia del Regio Borgo di Varese all’oggetto di sanare alcuni debiti dello stesso loro Venerando Oratorio, abbiano riportato da Sua Eccellenza il signor marchese Antonio Luigi Recalcati Regio Delegato all’opportuna facoltà di passare all’alienazione d’ alcuni diretti domini sufficienti all’estrinzione dei suaccennati debiti e come da quella del giorno 16 febbraio corrente 1782, che per copia concordata s’inserisce.
Varese 16 febbraio 1782
In nome del Reale Governo riconcede alla Confraternita di S. Antonio Abate di Varese il vendere mediante pubblica asta, e previe le cedole invitatorie, e deliberazione  il diretto domino dei livelli, che possiede detta Confraternita, ed in quella quantità che basti a ricavare la somma per dimetterei bediti che tiene verso il dottor Quadrumani, e Pietro Giacomo Visconti, e qualora l’importanza della vendita fosse maggiore della somma di gigliati 125, e delle lire 2.416 da restituirsi ai detti creditori, si dovrà il residuo impiegare i uno dei modi permessi dalla Prammatica d’ammortizzazione a favore della Confraternita quindi si giustificherà all’Ufficio del Regio Economato la conversione del prezzo nelle indicate cause l’asta si terrà coll’intervento del dottor Baroffio e colle dovute forme, e cautele comandate nel proposito delle pie istituzioni, e s’incarica ai principali amministratori, che non abusino arbitrariamente a danno della Confraternita sotto le pene arbitrarie al Real Governo siccome pure si comanda la perfetta ubbidienza agli ordini superiori già spiegati.
Sottoscritto.
Il marchese Recalcati regio delegato.
Concordat cum oirignali inserto in instrumento 27 martii nuper evoluti per me notarium infrascriptum recepito et pro fide testor hac die prima settembris 1782.
 Subscrpt. J.C. Joseph Barofius de Collegio Mediolani Not. Et Causidicus.
Si premette pure come in esecuzione della accennata accordata facoltà siansi per ordine da prelodati signori Priore e Confratelli fatte esporre a luoghi soliti le opportune cedole invitatorie e deliberatorie per l’alienazione dei diretti domini sopra la casa sita in Varese goduta in affitto semplice …. (Si tralascia. Riguarda Varese).

CARTELLA N. 538

Ragioni della Cappella dei Santi Gerolamo e Quirico eretta nella Chiesa Parrocchiale di Azzate.

2 marzo 1438 (copia del 1707)
In latino: si fa una traduzione veloce.
Davanti al venerabile Francesco Della Croce  dottore primicerio e ordinario della chiesa di Milano e Francesco Dei  Vicario Generale della chiesa arcivescovile, Pietro Castiglione, Giuseppe de Brippio, Dionisio de Brippio, Antonio de Dugnano, Luigi Della Strada, Ambrogio Bossi e Beniario Carcano tutti canonici e ordinari della Chiesa di Milano congregati per ordine dell’arcivescovo Pietro Castiglione.
Costituito il prete Beltramo Bossi fq. Francesco prevosto della chiesa di S. Maria di Gallarate……
(Si descrivono i beni della Cappellania dei Santi Gerolamo e Quirico9:
-         due cassi di casa con solaio sopra in Gallarate dove si dicono all’Isella che fanno coerenza Onofrio e Lorenzo fratelli Biasimi, strada, Giovanni Rasini, Pietro Lepori;
-         un campo e vigna in Albizzate dove si dice alla Vigna con sopra alberi cui fanno coerenza i signori Visconti di Albizzate mediante accesso, i Visconti di Crenna il Comune di Menzago, Georgico Ghiringhelli, Francesco Varesi, di pertiche 19 affittato a Francesco Varesi di Cedrate fq. Antoniolo;
-         un campo sito in Castronno detto oltre l’Arno cui fanno coerenza Bastarello Bossi, strada, il Comune di Brunello, Ambrogio Bossi di Bodio, Antonio di Cocquio di pertiche 12;
-         un campo con sopra piante in territorio di Vogonno dove si dice in Valle Bonaga cui fanno coerenza Giacomo fq. Cristoforo Bossi, strada, Giovanni Decolla di pertiche 16;
-         un campo in territorio di Castronno detto al Pristino cui fanno coerenza il fiume Arno, strada, Cristoforo Bossi di pertiche 5;
-         una vigna giacente in Castronno dove si dice alla Vigna di S. Nazaro cui fanno coerenza gli eredi di Flavio Ghiringhelli, strada, la Comunità di Castronno di pertiche 1;
-         un campo detto ai Pasquilii cui fanno coerenza Antonio Ghiringhelli, Filippo Visconti, Paolo Ghiringhelli di pertiche 5

CARTELLA N. 539
Richiesta del prete Giuseppe Antonio Della Porta, anni 24, titolare del beneficio della Cappellania dei Santi Gerolamo e Quirico. 1707?

Provvisto del beneficio con autorità apostolica di papa Innocenzo XI il 26 settembre 1686; presentato da Gio. Ferdinando Oldoni prevosto della chiesa di S. Maria Assunta di Gallarate come procuratore di Gio. Stefano Bossi patrono del Beneficio, chiede di poter celebrare quotidianamente in detta cappella e celebrare i quattro annuali e una messa in canto con l’intervento di 4 sacerdoti come da legato disposto da Francesca Bossi sui beni di Sumirago.
I  redditi sono di 850 lire su terreni in Lissago.





[1] Settimanali.