mercoledì 30 ottobre 2013

Donazione della famiglia Bossi-Fedrigotti

La Biblioteca provinciale Cappuccini di Trento nasce ufficialmente nel 1970 con l’unione delle biblioteche dei diversi conventi della Provincia[1].
Inizialmente i conventi trentini costituivano la periferia della provincia Veneta, dove esistevano “studi conventuali” di notevole importanza e dove studiavano i sacerdoti cappuccini. La difficoltà di procurarsi i libri e il loro elevato costo, fanno perciò pensare a modesti depositi. Un documento del 26 settembre 1635 concede al Convento dei Cappuccini di Trento di costituire un comune dedosito di libri e pochi anni più tardi nel diario di un cittadino di Trento, il Mariani, troviamo annotato che i 13 cappuccini vivevano “con il solito di osservanza e austerità…e coltivavano una biblioteca che è florida di libri scielti e peregrini, per quanto vidi”.
Con la nascita della nuova Custodia Trentina, nel 1734, lo studio e la biblioteca trovarono collocazione a Trento, affidati a padre Antonio M. Zeni da Rovereto, che ne diede nuovo impulso. Le nuove acquisizioni seguivano le materie di insegnamento: la predicazione, l’esegesi, l’apologetica, la morale… Con l’adeguamento degli studi conventuali ai programmi statali di Giuseppe II, vennero ammesse materie letterarie, scientifiche e matematiche. Ma ogni convento conservava libri e riceveva interessanti lasciti da sacerdoti e famiglie nobili. Basti ricordare la donazione dei libri del giureconsulto Savioli, del dottor Ferrari da Ala, della famiglia Bossi – Fedrigotti, della famiglia Baldironi…


Convento dei Frati Cappuccini di Trento.


[1] Estratto da Internet: Trento. Cappuccini di Trento.

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