domenica 29 marzo 2015

LETTERA INVIATA ALLA PRINCIPESSA VERA DE KIRIACOFF





Alla Principessina Vera de Kiriacoff
Via Sistina 32, Roma

Firenze, 15 gennaio 1884

A scuotermi di dosso l'impressione di uno spleen formidabile, vengo a te, bella mia e ti dico il rammarico della partenza, e la noia del viaggio.
Oh Roma ! La mia bella Roma! Il Pincio, il Corso ed i viali solitari di Villa Borghese, ove si passeggiava insieme, sotto la fida (?) scorta di Miss Arcinbald Lewis, la rigida, austera e lunghissima governante inglese, che la principessa tua madre credeva necessaria alla tua custodia; non alla mia, che una figlia della libera Amera, la quale ha attraversato l'Oceano sola ... o quasi (che mio cugino Dich non conta) non teme no, gli attacchi di nessun genere, compresi quelli degli attachés d'ambasciata!
Ricordi il biondino sentimentale che rappresentava Sua Sacra Apostolica ed Ungherese Maestà presso il Vaticano? Con qual garbo raccoglieva mammole, onde offrile a te; cioè... non precisamente a te, ma alla tua corona chiusa. (Scusa sono cattiva, ma son tanto uggita, sapessi! Smetto di scriverti? No, continuo e per rialzari gli spiriti abbattuti darò al mio amor proprio qualcosa che assomigli ad uno zuccherino parlando di quell'altro attaché, sai bene il Chiliano brillante, elengantissimo che quello poi i mughetti li portava proprio per me e me li offriva qual tenue testimonianza dell'ammirazione in lui destata dallo splendore dei miei occhi verdastri da Walchirie. Oh che allegre ricordanze.
E mia matrigna pretende che Firenze val Roma!!
Si può dire unos sproposito simile? Ma già, quando mai saremo d'accordo io e lei?
Ti lascio Vera mia. Dimmi tutta la verità te ne prego. Veritas.



Veritas. Quanto penserò a te domani sera! Io pure ballerò, ma... Oh, s'il fallait tout dire.
Addio cara, ti abbraccio affettuosamente
                                                                   la tua Pussy

P.S. Con chi ha ballato il Cotillon?


To Miss Hate Witridge
Hotel New York, Firenze


Roma, 20 gennaio

Cara,
         son spiacentissima doverti dire che i mughetti hanno cambiato domicilio. Ornano adesso quotidianamente il manicotto della piccola Margherita de Ciry, la brunetta che sotto le spoglie della più spigliata fra le zingare, attirò l'ammirazione generale al famoso ballo in costume della ..., quello stesso ballo che valse a te trionfi di Walchirie.
Che vuoi, è così! Consolati col detto "Fragilità, il tuo nome è... uomo!
Ed ora che ho finto credere alle tue note diplomatiche, lascio da un lato i chili, e parlo invece del tuo poscritto, cioè d'Italia bella, del paese incantato ove splende perenne il sole, ed ove tanto rigogliosamente fiorisce il fior d'arancio, quel fiorellino delicato dall'aroma penetrante che tanto si addice a far ghirlande. Vero Pussy? Ed una di queste ghirlande in questione, soprattutto posata con grazia, starebbe a meraviglia sulle opulente trecce bionde, e protetta da un velo bianco lungo, lungo ... Tu l'as voulu George Dandin! Dunque... niente poscritti e carte in tavola.
L'ho veduto il tuo principe dagli occhi neri. L'ho veduto e gli ho parlatto. Oh suprema felicità! Egli era proprio come di solito; ne più, ne meno, con quel suo fare superbo e noncurante, che tu trovi il non



plus ultra della distinzione. L'avrei desiderato triste o per lomeno preoccupato.
Nell'avant ... della Quadriglia mi chiese bensì le nuove della mia amica americana, ma per un eroe da romanzo è un po' pochino. Ballò il cotillon con la duchessa di Vilmor. Lo hai detto carissima Veritas, null'altro che Veritas, e questa è la verità. Addio piccina, divertiti


                                                                        Vera di Chiriacoff


Alla Principessina Vera de Chiriacoff - Roma

Firenze, 1° febbraio

Carissima Veritas,
                   caso raro, ma pur vero! Mia matrigna non aveva torto. Firenze è una città deliziosa, quantunque gli attachés  d'ambasciata m'intenda, brillino per la loro assenza. I fiorentini sono amabilissimi, e le Americane se belline, e vestite da Worth o Laferrière, possono ben dirsi la coquelinche de ces M.
Mia cara, lo crederesti? Quattro domande di matrimonio nel breve spazio di 15 giorni. Nei busti svelti dei giovanotti di qua, batte un cuore ricolmo di fede, d'ardore, di devozione pel Dio Dollaro! Ed io ne ho dei dollari, e molti, per cui sono adorata in conseguenza.
Margherita si pavoneggi pure coi suoi mughetti, per conto mio, al colitton, ne ho tanti dei fiori, che mi ci vorrebbe un carro per portarli a casa.
Addio. Dimmi il giovane  ed aristocraticissimo rappresentante di S.M. austro-ungarica che fa di bello?



To Miss Hate Witridge
Hotel New York, Firenze

Charmantissima,
               il giovane attaché austro-ungarico, che ti conpiacesti rammentare, è da due giorni il mio fidanzato.
Nel deporre ai microscopici tuoi piedi i suoi ossequi mi incombe farti osservare che le viole ammole da lui raccolte nei viali di Villa Borghese, erano destinate a conquistare non la corona chiusa, ma il cuore e la mano di
              Vera tua felicissima
Roma, 10 febbraio


Alla Principessina Vera di Kiriacoff
Roma

Cara bella mia,
                        mi rallegro di cuore con te, col barone Otto di Wisentheim e colle viole mammole!
Sai chi ho visto poc'anzi alle Cascine? Lui! E te lo dico subito: volevo ben dire io che i miei quattrini abituati a regnare sovrani, non avessero agito anche questa volta sovranamente sulle sue idee, persuadendolo come Hate Weitridge colla zavorra di 7 milioni di dote, valeva ben la pena di una gitarella da Roma a Firenze. Peuh! Tutti così questi Italiani! Oh il denaro è potenza invincibile. Mi farò pregare per la forma... ma in fondo smanio di diventare Principessa.

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