giovedì 20 agosto 2015

RIAPRE LA CHIESA DI SANT'ANTONIO




A grande richiesta. Il piccolo edificio sconsacrato tanto caro agli azzatesi sarà visitabile.
Curiosa la storia del piccolo edificio: ospitò una falegnameria e divenne anche la cantina di un’osteria.

Il portone di legno della chiesetta di Sant’Antonio tornerà ad aprirsi per le visite al pubblico anche oggi e domenica, dalle 17 alle 19. L’apertura 2Lampo” straordinaria del piccolo edificio sacro, oggi sconsacrato,  avvenuta giovedì pomeriggio ha riscosso un ottimo successo. In molti però non essendo riusciti a sfruttare l’occasione hanno chiesto di prorogare l’apertura. Richiesta accolta con grande disponibilità dai proprietari Ernesto e Francesco Colli, storici gestori dell’osteria Monti che fino a qualche anno fa apriva i battenti proprio in Via Volta, accanto a Sant’Antonio.
Così gli azzatesi potranno “respirare” ancora per qualche ora l’atmosfera di sacralità che ancora si avverte tra quelle mura, nonostante il luogo non sia più dedicato alle celebrazioni religiose. Potranno anche vedere, magari per la prima volta, un bene considerato della comunità (anche se di proprietà privata) con esposta la riproduzione fotografica, fedele anche nelle dimensioni, del “Corpo di Cristo morto nella tomba”, il quadro di Hans Holbein citato da Papa Francesco nella sua prima enciclica. Il quadro, infatti, o meglio una copia fedele dell’originale che si trova nella chiesa parrocchiale, ma venne rinvenuto proprio in Sant’Antonio. Altro motivo di interesse è la storia di questa piccola chiesa, che negli anni ha ospitato un laboratorio di falegnameria, prima di diventare la cantina del vino dell’osteria: All’interno vi sono ancora due enormi botti a testimonianza di ciò. Infine gli azzatesi potranno scoprire alcune chicche di Villa Bossi Zampolli: gli amorini della balaustra, perduti per sempre per via di un furto, ma che si possono ammirare grazie alle opere (30 lavori a pastello e olio su tela) del pittore locale Giorgio Filimberti, esposte per l’occasione.


 (Estratto da: La Prealpina di sabato 3 agosto 2013, di Andrea Della Bella).


BOSSI CONTE LUIGI - MANO NOTA


Appunto scritto di proprio pugno dal conte D.
Luigi Bossi, mano nota.


DOCUMENTO N. 51.311

1762

E’ un ordine del Senato di Milano perché diversi individui della famiglia Bossi ed altri debbano rispondere se lo vogliono ad una domanda presentata dai conti Giulio Cesare e Luigi padre e figlio Bossi.
Può servire a dimostrare come anticamente non siasi fatto difficoltà anche presso i dicasteri superiori di dare il titolo di conte simultaneamente al padre vivente ed al di lui figlio primogenito, mentre più tardi (1838) il Regio Governo pensò diversamente, e quando vivente il conte Francesco Bossi, il figlio primogenito Luigi che è lo scrivente[1] chiese ed ottenne di essere ammesso agli onori di corte, fu indicato espressamente col solo distintivo di Nobile, pretendendo che quello di conte non gli competesse vivente il padre. E’ una sottigliezza che ritiensi destituita d’ogni legale fondamento.

conte D. Giulio Cesare Bossi
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conte D. (Claudio) Luigi Bossi
Sp. Maria Teresa dei conti Locatelli.
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conte D. Francesco Bossi
Sp. Marianna dei conti Rossini di Como.
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conte D. Luigi Bossi
Mano nota.
Sp. Rosa Camagni.





[1] Che noi abbiamo definito come “mano nota” in quanto sono numerose le sue annotazioni sui documenti dell’Archivio Bossi.

ASSOCIAZIONE NAZIONE COMBATTENTI E REDUCI - SEZIONE DI AZZATE





FEUDO DI OGGIONA


Il 19 novembre 1611 Bernardo Bossi e fratello[1], titolari del feudo di Oggiona, notificano i propri beni nel suddetto luogo. Nella località prediale detta “in Valle Arno” essi detengono un grande appezzamento di terreno ad arativo, bosco, selva e prato che confina con le terre di Giovanni Aloisio Visconti e con la proprietà della Chiesa di S. Giovanni di Castelseprio[2].
Dà l’impressione che il feudo di Oggiona sia stato acquistato dai Bossi più per convenienza che per necessità. Erano i signori indiscussi della Val Bodia, possedevano un castello in Azzate e non avevano certo bisogno di altre benemerenze per far valere il loro potere. Probabilmente per l’esiguità dell’estensione dei feudo esso venne messo sul mercato ad un buon prezzo ed i Bossi ne approfittarono anche in considerazione del fatto che non era molto lontano dalla loro dimora abituale. Era un qualcosa in più che andava ad aggiungersi ai loro possedimenti ed ai loro titoli che di certo non stonava.
Ad avvalorare questa tesi sta il fatto che i Bossi non si insediarono mai ad Oggiona e le case e terreni che possedevano le diedero in affitto a dei contadini.
Ancora la tempo del cosiddetto Catasto di Maria Teresa del 1732 il conte Giulio Cesare Bossi possedeva dei terreni dati a livello ai contadini come per esempio Giovanni Ambrosoli fu Giovanni che era livellario di pertiche 29.16, Giuseppe Mazzuchelli fu Giovanni che era livellario di 7 tavole, Antonio e Giacomo Risetti fu Pietro livellari di pertiche 6.03 e Marco Antonio Risetti fu Gio. Pietro livellario di pertiche 6.03

Oggiona è la località citata come Ugona negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano, facente parte della pieve di Gallarate. Era tra le comunità che contribuivano alla manutenzione della strada di Rho (Compartizione delle fagie 1346).
Il comune fece parte del feudo di Gallarate, donato nel 1530 dal duca Francesco II Sforza a Marino Caracciolo, poi cardinale. Il feudo venne scambiato nel 1564 con il feudo di Atripalda nel regno di Napoli e ceduto a Giacomo Pallavicino Basadonna. Dopo la morte del feudatario senza eredi capaci, il feudo e l’annesso titolo di conte furono assegnati da Filippo II di Spagna a Giacomo Annibale Altemps nel 1578. Nel 1656 il feudo passò ai marchesi Teobaldo e Galeazzo Visconti di Cislago.
Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti del XVIII secolo Oggiona risultava ancora compreso nella medesima pieve (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cartt. 18-19).
Nel 1716, Carlo VI concesse il feudo al conte Francesco Castelbarco Visconti, come successore del marchese Cesare Visconti (Casanova 1930).
L’aggregazione di Santo Stefano venne decisa nel 1730 dalla I giunta del censimento, ma venne contestata dalle due comunità. La mappa di I stazione del catasto cosiddetto teresiano misurata dal 6 al 26 giugno 1722 comprendeva già le due località unite (Area virtuale, MUT 98).
Secondo le risposte ai 45 quesiti del 1751 della II giunta del censimento, Oggiona era infeudato al conte Castelbarco Visconti, cui pagava 13 soldi all’anno. La comunità non aveva altri comuni aggregati e chiedeva la totale separazione da Santo Stefano. Per quanto riguardava la giustizia, il comune era sottoposto al regio ufficio di Gallarate. Il console prestava giuramento a questo ufficio e all’ufficio pretorio.
Gli ufficiali pubblici erano il console e due sindaci, che insieme formavano il consiglio. Il console era nominato mensilmente a rotazione tra tutti gli uomini e non percepiva emolumenti; i sindaci erano scelti ogni due anni. Uno dei sindaci era scelto dal primo estimato. Il cancelliere risiedeva in Oggiona e teneva un piccolo archivio nella sua abitazione; la sua retribuzione ammontava a 15 lire all’anno.
Il comune non disponeva di procuratore né agente a Milano, ma li nominava in caso di necessità.
Le anime collettabili e non collettabili erano circa 168 (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3071, fasc. 15).
Nel Compartimento territoriale specificante le cassine, del 1751, Oggiona e Santo Stefano sono ancora registrati con numeri di notificazione differenti, benché contigui (Compartimento Ducato di Milano, 1751).
(Estratto da Internet: Le istituzioni storiche del territorio lombardo – Varese).





[1] Si tratta probabilmente di Gio. Pietro in quanto l’altro fratello di nome Bartolomeo era prevosto della Chiesa di S. Vittore di Porlezza.
[2] A.S.Mi., Feudi camerali parte antica, busta 413, fascicolo Oggiona.

mercoledì 19 agosto 2015

ANTICHE SCUOLE DI AZZATE


MAESTRI PER IL CONTADO. ISTRUZIONE PRIMARIA E SOCIETA’ LOCALE NELLE CAMPAGNE MILANESI (secolo XV) di Federico Del Tredici.
….
2. Trovare menzione di scuole e maestri, tra migliaia di atti notarili, è senza dubbio fatto di fortuna. Ma della propria buona stella non bisogna abusare troppo. Far passare le imbreviature del notaio di Azzate Silvestro Bossi[1], tra le più antiche conservate in Archivio di Stato di Milano, significa ad esempio immediatamente imbattersi in materiali interessanti. Primo fra tutti, l’accordo raggiunto nel 1399 tra alcuni esponenti della nobile parentela Bossi ed il magister gramatice Stefano da Bizzozzero perché questi si trasferisse ad Azzate e qui tenesse scuola[2]. E così a voler mettere l’una in fila all’altra le sparse indicazioni raccolte circa l’esistenza di scuole pubbliche – nel senso di aperte a tutti, non necessariamente gratuite né, come si vedrà, sostenute dai comuni locali – l’elenco raggiunge una qualche lunghezza.
Nel Seprio, la parte nord-occidentale del contado milanese, maestri operavano naturalmente nei maggiori borghi. A varese, a Busto Arsizio, a legnano e Gallarate, ove per certo l’insegnamento primario impartito a pueri de Gallarate e forenses ricadeva nella sfera degli interessi comunali. L’esigenza di scuole è però documentata anche in relazione a centri borghigiani di minor confidenza demica, come Angera, Castano e forse Lonate Bozzolo. Casi noti, sempre per rimanere nell’area sepriese, sono poi quelli di Castiglioni Olona e Tradate, da un punto di vista demografico poco più che grossi villaggi, ben lontani – ancora nel Quattrocento – dal raggiungere la soglia di 1000 abitanti.
Ed in effetti ciò che per certi versi più stupisce notare è la presenza, spesso assai risalente, di pubbliche scuole anche in centri minori, se non francamente minimi. È il caso sopra ricordato di Azzate. Ma anche di Masnago, nei pressi di Varese, villaggio già nel 1445 dotato di una scuola, come attesta un atto rogato «in scholis gramatice dicti loci», ove nel 1449 si impegnò a risiedere e ad insegnare il doctor gramatice Stefano Besozzi. Di taglia superiore a Azzate e Masnago, ma in ogni caso di ridotte dimensioni, erano poi i villaggi di Caravate, Gavirate, Besozzo, Carnago, Locate, Solbiate Arno, Nerviano. Tutti segnati dalla presenza di insegnanti intenti a trasmettere il loro sapere ai locali pueri: sempre «si dicti scolares adiscere vellent», come era specificato nel contratto stipulato nel 1481 tra alcuni abitanti di Carnago ed il maestro Baldassarre Rasini.
…..
4. Istituita per decisivo impulso di una ristretta élite locale, una scuola come quella di Missaglia era dunque a tutti gli effetti una scuola pubblica. Non certo gratuita, come d’altra parte non erano gratuite le scuole sostenute dalle autorità comunali nei maggiori borghi milanesi, ma aperta a chiunque avesse i mezzi per frequentarla. Secondo un meccanismo che – come detto – vediamo largamente ripetersi in quasi tutti gli altri centri minori del contado di Milano. Nel 1481, ad esempio, al maestro Baldassarre Rasini, ingaggiato da alcuni abitanti di Carnago perché tenesse scuola ai sei scolari che gli avrebbero mandato, era consentito espressamente accogliere altri alunni. Alunni che avrebbero dovuto essere «in toto dicti domini magistri», costituendo per Baldassarre una fonte di reddito ulteriore rispetto alle 54 lire imperiali garantitegli dai genitori dei sei scolari “originari”. Così anche ad Azzate, al principio del Quattrocento; ma così pure ad Asso, dove il maestro avrebbe potuto ricevere altri studenti oltre ai 18 per i quali gli era assicurato un salario di 100 lire terzuole; a Masnago (1449); a Galbiate (1496), et cetera.
…..
Un contado, per farla breve, in cui la gente più importante non stava nei luoghi più importanti, e manteneva una sorta di distanza rispetto al mondo dei comuni locali. Profondamente caratterizzato da un policentrismo “a matrice agnatizia” che appare senz’altro essere prima giustificazione della grande diffusione di sedi d’insegnamento primario anche nelle località più inattese. Ad esistere non era in fondo la “scuola di Azzate”, villaggio di poche decine di anime. Ma quella che – pur aperta a chiunque potesse e volesse accedervi, come si è detto – era anzitutto la scuola dei Bossi di Azzate. I quali poi in quanto Bossi e non in quanto membri del comune di Azzate assumevano i maestri per i loro figli. Così, se la distribuzione delle scuole pubbliche nel Milanese appare rispondere solo molto parzialmente ad una logica di gerarche insediative, è avendo in mente mappe meno comunitarie e più “parentali” che questa mostra una sua coerenza. Talora, persino, una sua prevedibilità.
…….
Nel numero di quanti nel XV secolo tennero scuola tra Adda e Ticino, troviamo così individui originari di alcuni dei maggiori centri del territorio, come Giovanni Alberto Bossi, forse il più noto tra costoro, insegnante nella sua Busto Arsizio e nella vicina Legnano; o come Baldassarre Rasini, gallaratese, già menzionato in qualità di maestro a Carnago, ed Antonio Tatti, varesino, titolare nel 1417 della scuola di Caravate. Ad essi si aggiungono uomini provenienti da più piccoli insediamenti, ed è il caso di Andreolo Villa (maestro e notaio a Merate, 1435), Giovanni Galimberti (fratello di notaio e maestro a Crevenna, almeno dal 1415), Battista Rocchi (maestro a fine secolo ad Olginate), Giorgio Piantanida (di Lonate Pozzolo, insegnante nella vicina Castano nel 1469).




[1] Vedi mio post “Ramo di Montolo Bossi” pubblicato il 16 agosto2015.
[2] Notarile, b. 111, 14 ottobre 1399. Analogo contratto, di qualche anno successivo, si ritrova nella medesima filza, in data 18 novembre 1402.

martedì 18 agosto 2015

PIAZZA NUOVA


Brescia - Piazzetta Paganora.
Non siamo certo a questo livello (Piazzetta Paganora di Brescia) ma, guardando la fotografia che segue, siamo sulla buona strada.

Azzate. Piazza Cairoli detta anche Piazza Nuova.

Purtroppo è inevitabile, il centro storico di Azzate, come la periferia del resto, è assediata dalla automobili in sosta.
Questa è soltanto una constatazione e non spetta certo a noi il compito di risolvere il problema, ammesso che si voglia o si possa risolverlo.
E’ evidente a tutti che la seconda fotografia ci mostra un angolo della Piazza Cairoli o, come meglio la conoscono i più, la Piazza Nuova, in contrapposizione alla Piazza Vecchia che era la Piazza della Chiesa dove una volta si tenevano i convocati della popolazione per deliberare sugli atti della pubblica amministrazione del Comune.

Con la denominazione di Piazza Nuova veniva identificato anche uno dei rioni di Azzate ed era forse quello più popoloso e più attivo nella vita del paese. Anche oggi è l’unico che ha mantenuto alcune antiche tradizioni, come quella della festa di Sant’Anna o quella di preparare la barella con i doni da mettere all’incanto alla Madonnina del Lago.

Azzate. Piazza Nuova, stemma visconteo.


Purtroppo alcuni affreschi che arricchivano i prospetti delle case che si affacciavano sulla Piazza Nuova sono molto ammalorati e si fa molta fatica a scorgere il biscione dei Visconti che voleva forse indicare la sudditanza che i nobili Bossi, padroni del paese e della Val Bodia, avevano verso la casa ducale di Milano.

Azzate. Piazza Nuova, la finestra con l'avviso.


C’era anche un avviso che si poteva scorgere dietro i vetri di una finta finestra e che nessuno è mai riuscito a leggere, anche perché era soltanto una finzione scenica.


Pochi si ricordano che in Piazza Nuova ogni anni arrivava la trebbiatrice per battere il frumento. Era una festa grande soprattutto per i ragazzi che si divertivano farsi spingere dalle balle di paglia che uscivano dalla macchina belle imballate.


Dalla trebbiatrice usciva le balle di paglia che poi venivano utilizzate nelle
stalle come letto per gli animali.


Tutti i contadini si aiutavano uno con l'altro per la trebbiatura del frumento
                       
E poi c’erano le feste religiose in occasione delle quali si allestivano in Piazza Nuova altarini e archi trionfali di foglie e fiori, come quando arrivò la Madonna Pellegrina nel 1954.

Anno Mariano 1954.

Anno Mariano 1954.


I ragazzi del rione giocavano a bandiera, alla lippa, a ceta e i più spericolati si divertivano a far saltare in aria lattine metalliche con la forza che sprigionava un pezzo di carburo immerso nell’acqua. Per creare un piccolo incavo nel pavimento della piazza, che allora era fatto di boccette rotonde, la famosa rizzada, non si preoccupavano di togliere i sassi con grave danno alla stabilità complessiva del manufatto che stava insieme proprio sul fatto che ogni sasso si appoggiava all’altro e, complessivamento, formavano una copertura omogenea e compatta.

Nonna Giamberini in Piazza Nuova.


L'acciottolato, la famosa rizzada, di cui era rivestita la Piazza Nuova prima che
venisse asfaltata..


lunedì 17 agosto 2015

LAPIDE DI BERNARDO BOSSI


Il trinomio Chiesa di S. Maria, Bernardo Bossi e Melchiorre Crivelli era da molto tempo consolidato.  
La lapide appesa sulla parete sinistra della Chiesa di S. Maria Annunciata di Brunello invita gli abitanti del luogo a ricordarsi del legato istituito da donna Chiara Besozzi moglie di don Bernardo Bossi del castello di Azzate di lire cento in suffragio dell’anima sua per la costruzione del muro della presente casa, come appare da istrumento rogato da Gio. Alberto Bossi nel 1564.

Appare dunque evidente il coinvolgimento del feudatario Bernardo Bossi nelle opere murarie del complesso di S. Maria, dovendosi intendere la chiesa vera e propria e la casa nobile ad essa accostata.



La lapide è un chiaro monito ai reverendi parroci di Brunello di ricordarsi di celebrare le messe in suffragio dell’anima di Chiara Besozzi, come stabilito nel suo legato del 1564. Parte del legato di lire 100 sembra anche destinato alla costruzione del muro della “presente” casa.
Un ulteriore monito ci perviene dallo stemma affrescato sulla finestrella cieca che si affaccia sul presbiterio che, in un certo senso, pone il suo “marchio” sulle opere murarie.


BERNARDO BOSSI E CLARA BESOZZI

D. Gio. Battista Bossi f. Francesco f. Baliolo f. Francesco f. Tommaso f. Rabalio.
Con il titolo di "magnifico" in alcuni documenti. Testò nel 1514.
Forse quello che il 25.4.1495 ebbe facoltà dal duca di vendere certe onoranze in
Salsomaggiore, territorio piacentino. Potrebbe essere lo stesso che nel 1513 era
fatto castellano di Rocchetta e della Porta Ponte Tanaro d'Alessandria (Archivio di
Stato) nella quale città egli fu contemporaneo di altro Guarnerio Bossi rettore della
stessa.
Patrono del Beneficio di San Lorenzo nel Castello di Azzate 1488-1514[1].
Nel 1474 un Battista è detto abitante a Milano in Porta Nuova nella Parrocchia di
Santo Stefano ad Nuxigiam. E' detto decurione[2].
E il 5 gennaio 1496 egual procura nelle stesse persone e per la stessa causa fanno i
signori Battista q. Francesco e Giovanni Pietro q. Vincenzo fu Giovanni, ambedue
dei Bossi di Azzate ed abitanti in Azzate, anzi il primo nel castello di Azzate[3].
Chiedono i diritti di pesca sul lago di Varese.
Uno dei patroni e avvocati di S. Lorenzo al Castello di Azzate (1506).
Il 23 maggio 1513 nomina suo procuratore il figlio prete Bartolomeo[4].
Testa nel 1514.
Sp. Sayna Bossi.                            
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   |--- D. Bernardo Bossi
   |     Patrono del Beneficio di S. Lorenzo al Castello di Azzate.
   |     Sp. Chiara Besozzi figlia di Pietro.
   |     Feudatario di Oggiona S. Stefano, signore di Azzate. Testò nel 1554.
   |     31.1.1530: Convenzione coi suoi fratelli Bartolomeo e Gio. Pietro e col figlio
   |     di questi Francesco.
   |     22.3.1530: Acquista beni in Buguggiate da Francesco Bossi f. Teodoro.
   |     19.1.1531: Acquista beni in Azzate da Francesco Mozzoni di Bisuschio, 
   |     marito di Caterina Bossi fq. Gio. Antonio.
   |     17.8.1532: Permuta dei beni col nipote Francesco.
   |     19.9.1533: Acquista un ronco in Brunello da Gerolamo Bossi fq. Gasparino.
   |     18.7.1539: Titolo di investitura livellaria sopra di un pezzo di terra in Brunello
   |     fatta dal sacerdote Melchiorre Bossi, cappellano del Beneficio di S. 
   |     Gerolamo, Quirico e Giulita nella Parrocchiale di S. Maria di Azzate in favore
   |     del nobile Bernardo.  
   |     Il 15 febbraio 1545 da in locazione alcuni beni a Pietro, Ambrogio e Battista
   |     fratelli Masi detti de Giba[5].
   |     17.12.1540: Compera un pezzo di terra in Buguggiate da Giovanni Bossi 
   |     detto del Diddio fq. Stefano di Azzate.
   |     1540/1549: Fascicolo di documenti in parte illeggibili che sembrano riferirsi 
   |     ad un processo per testimoni ossia probatorio per Bernardo.
   |     5.2.1544: Titolo di livello[6].
   |     8.2.1544: Atto di procura fatto da Bernardo[7].
   |     7.3.1544: Interviene in una istanza presentata al Pretore di Varese da 
   |     Bartolomeo Bossi, anche a nome di suo nipote Vincenzo contro Giovanni
   |     Bossi detto il Diddio per la caducità del livello in Buguggiate detto al Prato
   |     Bosognago o Bosognago. (Vedi ricognizione livellaria del 19.4.1544 fatta da
   |     Nicolao Bossi[8].
   |     5.4.1546: Confesso di un canone livellario soddisfatto da Bernardo a Biagio
   |     Bossi.
   |     12.2.1549: Vendita di un diritto di passaggio sopra un fondo alla Gazzada 
   |     dal nob. Matteo Orrigoni a Bernardo.
   |     30.10.1555: Dispone fiduciariamente con un codicillo di una somma nelle 
   |     mani di suo nipote Francesco e del sac. Luigi Daverio rettore della Chiesa di  
   |     Azzate.
   |     1541: Divisione col nipote Francesco. Bernardo eredita coi fratelli la sua 
   |     parte. A questa si aggiunge anche quella del fratello sac. Bartolomeo dopo la
   |     sua morte.
   |     Muore l'unico figlio di Bernardo Gio. Filippo, per una disgrazia, senza figli.
   |     Bernardo allora legittima Gio. Battista Bossi.
   |     Il 16 marzo 1548 compare davanti al Vicario di provvisione Francesco 
   |     Crivelli per chiedere l’esenzione della tasse sulla Cascina della Prada per 25
   |     anni[9].
   |     18.3.1548: Originale in latino di istrumento per la esenzione d'aggravi per 25
   |     anni alla Prada dal principio della costruzione della cascina[10].
   |          |
   |          |
   |          |--- D. Clara Bossi
   |          |     Monaca in S. Martino di Varese.
   |          |
   |          |--- D. Gio. Filippo Bossi +
   |                Sp. Angela Francesca Visconti f. Galeazzo feudatario di Besnate.
   |                Unico erede di Bernardo, muore per disgrazia (il Litta lo dice ucciso
   |                nel 1541) senza figli.
   |                Bernardo allora legittima Gio. Battista.
   |
   |--- prete D. Bartolomeo Bossi +
   |     Prevosto di San Vittore di Porlezza.
   |     Titolare del Beneficio di San Lorenzo nel 1503.
   |     Testa 1535.
   |     Il 23 maggio 1513 viene nominato procuratore da suo padre Gio. 
   |     Battista[11].
   |     Il 6 luglio 1513 il prete Bartolomeo Bossi supplica il duca di Milano
   |     Massimiliano Maria Sforza Visconti di concedergli la facoltà di disporre della
   |     somma di aurei 500 nonostante sia persona ecclesiastica[12].
   |     1513: Anche per l'interesse di suo fratello Gio. Pietro concede beni in 
   |     Daverio alla famiglia Sessa. (Questa vendita è da mettere in relazione alla
   |    precedente procura di suo padre del 23 maggio).
   |     1513: Vende beni a Rolando Bossi fq. Damiano. (Anche questa vendita è da
   |     mettere in relazione alla precedente procura di suo padre del 23 maggio).
   |     1517: Riceve da Gaspare e Lorenzo Bossi fq. Andrea del Castello di Azzate
   |     alcuni ..... del lago della Valle di Bodio (Potrebbero essere figli di Andrea,
   |     padre di Simone e Bernardo. Chiarimenti potranno aversi dalle elezioni del
   |     Beneficio di San Lorenzo).
   |     15.9.1526: Investitura di beni fatta dal suddetto.
   |     18.2.1528: Acquista terreni in Buguggiate da Francesco Bossi detto il Bole 
   |     fq. Antonio (non sembra della famiglia).
   |     31.1.1530: Convenzione coi fratelli Bernardo, Gio. Pietro e nipote 
   |     Francesco.
   |     11.6.1534: Notificazione dei beni di Oggiona fatta da Bartolomeo. (Vi 
   |     potrebbe essere qualche cenno sul diritto feudale appartenente alla famiglia
   |     nel territorio di Oggiona).
   |
   |--- D. Gio. Pietro Bossi
         Testa nel 1524
         Sposa: a) Margherita Mirabilia f. Gio. Pietro[13]; b) Gabriella Bossi f. 
         Galeazzo q. Gio. Stefano.
         Già vivente nel 1489 e fatto coi discendenti cittadino milanese. Nel 
         documento è detto "Petrus Bossius q. Joannis de Aciate". Testa nel 1524.
         Sposa Gabriella Bossi[14].
         Morto Gio. Pietro i suoi beni passarono a suo figlio Francesco, il quale alla
         morte delle zio prete Bartolomeo eredità anche la sua parte.
             |
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             |
             |--- D. Francesca Bossi
             |     Sp. Pietro Francesco Bossi f. Gio. Battista.
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             |         |--- prete Orazio Bossi
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             |         |--- Giulio Bossi
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             |         |--- Emilio Bossi
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             |         |--- Mario Bossi
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             |         |--- Cornelio Bossi
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             |--- D. Fiorenza Bossi
             |     Sp. D. Gio. Ambrogio Bossi.
             |     Il 7.11.1585 la magn. Fiorenza fq. Gio. Pietro, vedova dello spett.
             |     Ambrogio della Parrocchia di San Carpoforo di Milano rilascia il
             |     confesso di un pagamento esigibile a nome di suo genero Gio. Battista
             |     Bossi.
             |     Il 21.5.1583 i fratelli di Fiorenza, nob. Battista e nob. Gio. Antonio,
             |     pagano a suo marito alcuni beni in conto della dote stabilita.
             |     Il 7.11.1585 la magnifica Fiorenza fq. Gio. Pietro, vedova dello 
             |     spettabile Ambrogio della Parrocchia di San Carpoforo di Milano,
             |     rilascia il confesso di un pagamento esigibile a nome di Gio. Battista.
             |
             |--- D. Marta Bossi
             |     Sp. Daverio.
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             |         |--- Gio. Pietro Daverio
             |         |
             |         |--- Aurelia Daverio
             |
             |--- D. Francesco (Gerolamo) Bossi
                   Notaio. Le sue abbreviature rogate in Milano ed Azzate dal 1507 al
                   1548 sono presso A.S.Mi.
                   Nel 1558 è proprietario di pertiche 174 del Catasto di Carlo V.
                   Sp. Gabriella Bossi, consanguinea in 1° grado[15].
                   Compare come madrina da un battesimo del 1564.
                   31.1.1530: Convenzione con gli zii.
                   27.8.1532: Permuta di beni con lo zio Bernardo.
                  19.7.1539: Riceve dal sac. Melchiorre Bossi investitura livellaria 
                  perpetua di un fondo detto in Valbonago di Vegonno.
                  1541: Divisione e convenzione con lo zio Bernardo.
                  12.12.1554: Pagamento di un livello su beni in Oggiona al livellario Gio.
                  Antonio Bianchi.
                  30.10.1555: Con un codicillo suo zio Bernardo dispone fiduciariamente 
                  di una somma nelle mani di Francesco e del sac. Luigi Daverio, rettore
                  di Azzate.
                  2.1.1557: Rilascia un confesso di pagamento a Paolino de Odonis per 
                  un canone livellario.
                  25.1.1558: Paga, assieme a Clara Besozzi, tutrice di Gio. Battista,
                  un'elemosina al parroco di Azzate Luigi Daverio per una messa 
                  celebrata all'altare della Concezione, istituita per legato da Bernardo
                  Bossi.
                  30.5.1558: Sentenza arbitramentale per una lite condotto con Chiara
                  Besozzi contro Nicolao Bossi per un fabbricato nel Castello.
                 10.10.1558: Paga con Clara Besozzi una somma a Nicolao Bossi per
                 sentenza arbitramentale.
                 8.6.1566: Viene nominato da Gerolamo e Pietro Francesco fratelli 
                 Bossi q. Francesco loro procuratore per esigere un capitale.
                 Francesco compare come padrino ad un battesimo del 1568 e 1571.
                 4.11.1567: Compera un livello.
                14.2.1572: Ricevuta di un canone livellario.
                8.5.1572: Confesso di un canone livellario, ovvero decima sopra di un
                fondo detto Pianeta in Caidate, rilasciato dal Canonico della
                Metropolitana Francesco Crivelli a nome di Carlo Borromeo
                arcivescovo di  Milano, dovuto alla Mensa Arcivescovile e pagato da
                Francesco.
                24.8.1573: Acquista un pezzo di terra in Malnate da Battista Brusa.
                19.2.1574: Acquista assieme a Gio. Battista, dai fratelli Raffaele e 
                Giacomo Brusa di Malnate.
                19.3.1574: Concede, assieme a Gio. Battista, alcuni beni in locazione.
                18.12.1577: Assieme a Gio. Battista fa permuta di alcuni beni in 
                Oggiona con Cornelio Bossi.
                6.8.1579: Acquista alcuni beni in Vedano.
                16.3.1580: Paga assieme a Gio. Battista il residuo del suddetto acquisto
                alle sorelle Castiglioni. Un'altra somma la paga alle sorelle Elisabetta e
                Chiara Gualtiero.
                7.7.1581: Vedi Gio. Battista.
                4.5.1584: Si accolla assieme a Gio. Battista un canone annuo di due 
                brente di vino da pagarsi al Convento di Santa Caterina del Sasso per
               disposizione testamentaria di Bernardo e Bartolomeo Bossi.
               1584: Suo testamento.
               26.5.1585: Vedi Gio. Battista.
               L'Indice Lombardi presso A.S.Mi. registra un rogito del notaio Orazio
               Andriani q. Gio. Maria riguardante il suo testamento redatto in Milano il
               18.5.1602 sotto il n. 1255.
                   |
                   |
                   |--- D. Margherita Bossi
                   |    Abitante nel Castello di Azzate.
                   |    Sp. 30.10.1576 D. Giuseppe Daverio f. D. Ludovico di Galliate[16].
                   |
                   |
                   |--- Laura Bossi
                         Sp. 30.1.1592 Giacomo Sessa f. Bernardino di Galliate[17].

(Vazzoler)
N. 12 - Confessio.
1506, giugno 6, Milano

Davanti a Sebastiano Gilberto Vicario Generale, Bartolomeo Bossi cappellano di S. Lorenzo al Castello di Azzate dichiara di possedere e di voler dare in enfiteusi a Battista Bossi fu Francesco, fratello di Bartolomeo sopra citato e compatrono della cappella di S. Lorenzo al Castello di Azzate e ivi abitante, un terreno ora zerbido e spoglio, lontano, freddo e scomodo di circa 20 pertiche giacenti a Vegonno di Azzate ubi dicitur ad Pianetam, circondato da due parti dalla strada, da una parte da Giampietro di Vegonno e dall'altra da Battista e Antonio Bossi, che un tempo fruttava 30 soldi imperiali, ma ora nulla. Battista Bossi offre di pagare lire 7 imperiali alla cappella e 20 soldi imperiali alla Mensa Arcivescovile, ogni anno, a S. Martino e di spendere in un anno lire 30 imperiali per migliorare il fondo, oppure di dare in cambio un altro appezzamento entro un raggio di 2 miglia e fruttante lire 7 imperiali.
Il vicario approva.

Al verso c'è scritto: "Investitura libellaria pro loco Planete"; e "1506 die 6 Iunii investitura libellaria selecta de anno 1506 ad annum 1674", e anche: "(capovolto) "Confessione legato per il (...) Ambrosio Bossi della decima della Pianetta per tutto il tempo passato dal dì 1° anno 1572 indreto rogata adi 10 maggio 1572 (...) confessio rogata per Ho(...) Pietro Scotto a nome del cangellero archiepiscopale.


                                               Strada
                         |----------------------------------------|
Battista e          | Selva e ora zerbido senza alberi  |
Antonio Bossi  | detto alla Pianeta in Vegonno      |  Strada
                         | di pertiche 20                               |
                         |----------------------------------------|
                                 Gio. Pietro di Vegonno


(Vazzoler)
N. 14 - Constitutio procuratoris.
1513, maggio 23, lunedì, indizione I, Azzate.

(Gio.) Battista Bossi fu Francesco abitante ad Azzate nomina suo procuratore il figlio sacerdote Bartolomeo che al momento non è presente.

Originale. Buona conservazione, una ricucitura nel quarto inferiore sinistro dove ci sono due piccoli fori naturali, come altri tre piccoli in basso a destra accanto a uno solo eroso. Una rientranza naturale nel quarto inferiore sinistro e due nella metà destra, tutte naturali, come tutto il lato inferiore; cm 20,5/26,6 x 30,8/33,8; righe 46.
Tre piegature verticali e tre orizzontali dividono la pergamena in 16 zone rettangolari (quattro piegature a croce).

In nomine Domini. Anno a Nativitate eiusdem millesimo quingentesimo tertio decimo indictione prima die lune vigesimo tertio mensis maii Specatabilis dominus (2) Baptista de Bossiis filius quondam domini Francisci habitans in loco de Castroaciate plebis Varisii ducatus Mediolani Voluntarie sponte et ex certa scientia et non per  aliquem (3) errorem iuris nec facti et alias omnibus modo iure per via causa et forma quibus melius potuit et potest fecit constituit ordinavit et facit constituit et (4) ordinat venerabilem presbiterum Bartholomeum de Bossiis eius domini constituentis filium absentem tanquam presentem suum certum missum et procuratorem et quicquid (5) melius dici et esse potest specialiter ad procuratorio nomine ipsius domini Baptiste constituentis (omissis).
(41) Actum in loco habitationis Iohannispetri de Bossiis sita in suprascripto loco Aziate presentibus ibidem suprascripto Iohannepetro de Bossiis figlio quondam domini Gasparis et (42) Berto de Bossiis filio quondam Martini ambobus habitantibus in suprascripto loco Aziate pronotariis Mediolani. Interfuerunt ibi testes dominus (43) presbiter Petrus Antonius filius quondam domini Baptiste, Prevedinus filius quondam domini Antonii ambo de Bossis et Baptista de (44) Vallaxina filius magistri Antonii omnes habitantes in suprascripto loco Aziate et omnes noti idonei vocati et rogati.

(45) S.T. Ego Octavianus de Bossiis filius domini Johannis Baptiste habitans in suprascripto loco Aciate publicus imperali auctoritate notarius (46) mediolanensis suprascriptum instrumentum rogatus tradidi et subscripsi.


GEROLAMO BOSSI DETTO DI BRUNELLO

La lapide di Bernardo Bossi e Clara Besozzi posta all’interno della Chiesa di S. Maria Annunciata di Brunello pone l’interrogativo se il muro che viene ricordato in essa sia da riferirsi alla casa da nobile annessa alla chiesa stessa.
Quasi sicuramente Bernardo Bossi abitava nel castello di Azzate e non aveva quindi motivo di avere un’altra abitazione a Brunello ma poteva benissimo essere proprietario di case e terreni che aveva affittato ad altri Bossi.
Sembra che tre di questi Bossi siano proprio i fratelli Bartolomeo, Gerolamo e Simone che vengono espressamente detti di Brunello e discendono dal capostipite Arnoldo.
Tutti e tre sembrano dotati di un buon patrimonio: i figli di Bartolomeo spostano i loro interessi a Caidate; i figli di Gerolamo attraverso i loro matrimoni consolidano la loro posizione; Simone viene eletto cappellano del Beneficio di S. Lorenzo al Castello di Azzate.
E’ soprattutto Gerolamo, che ha intrapreso la carriera di avvocato, che con le sue disponibilità finanziarie e in virtù della sua professione viene in contatto con Bernardo.
Fin dal 1618 viene detto abitante a Brunello allorquando l’8 novembre viene redatto l’istrumento di vendita di Incardo Bossi figlio di Camillo nella sua casa d’abitazione che divide con il fratello Simone. A questo istrumento partecipa, come testimone, un altro loro fratello di nome Bartolomeo.
 Il 16 marzo 1630 Gerolamo figura come procuratore in una obbligazione di Bernardo Bossi[18].
Il 6 novembre 1630 acquista beni in Brunello da Bernardo mentre il 10 gennaio 1633 vende allo stesso un terreno.
Il 12 aprile 1649 compare come secondo notaio[19].
Non stupirebbe se la disponibilità di beni immobiliari di Gerolamo fosse dovuta, in parte, anche alle disponibilità di sua moglie Leonida Bossi figlia di Gio. Paolo in quanto quest’ultimo, in qualità di erede di Benedetto Bossi era proprietario in Azzate di ben 137 pertiche di terreno.
E proprio i cugini Benedetto e Cristoforo Bossi[20] erano quelli che avevano fatto fabbricare a loro spese le celle sepolcrali ad uso delle loro casate sotto il pavimento della Chiesa di S. Maria di Azzate nell’anno 1540.


I FIGLI DI GIO. BATTISTA BOSSI SI STANZIANO A BRUNELLO

Poco sappiamo di Gio. Battista Bossi, figlio del senatore Simone, dal cui matrimonio con Paola Merati figlia di Giacomo Filippo nacquero otto figli, alcuni dei quali si stabilirono a Brunello.
Il primo fu don Bartolomeo che l’8 novembre 1618 partecipò come testimone all’istrumento di vendita di Incardo Bossi figlio di Camillo nella casa d’abitazione in Brunello dei suoi fratelli Gerolamo e Simone.
Un figlio di Bartolomeo, di nome Luca, viene detto espressamente di Brunello ma successivamente è attestata la sua abitazione in Caidate. Il 3 novembre 1656 quando si sposa con Battistina Martignoni figlia di Pietro[21] di Azzate è detto ancora abitante nella parrocchia di Brunello[22]. Il loro figlio Antonio quando il 23 febbraio 1678 sposa Mattea Ballerio[23] figlia di Giacomo di Azzate è detto espressamente di Caidate, dove si intuisce che si sia trasferita in modo definitivo la famiglia che, però, non perde i contatti con Azzate e proprio da quel paese vengono scelte le rispettive mogli.
Di altri due figli di Bartolomeo, precisamente Caledonia e Antonio, conosciamo soltanto il nome.
Il secondo figlio di Gio. Battista è Gerolamo anche lui detto di Brunello nel 1618 dove esercitava la professione di causidico (avvocato) e che abbiamo già visto come l’8 novembre nella sua casa venga redatto l’istrumento di vendita di Incardo Bossi.
 Il 16 marzo 1630 figura come procuratore in una obbligazione di Bernardo Bossi[24] ed il successivo 6 novembre acquista beni in Brunello dallo stesso Bernardo Bossi.
Il 10 gennaio 1633 è sempre lui che questa volta un terreno al predetto bernardo Bossi mentre il 12 aprile 1649 compare in un istrumento come secondo notaio[25].
Gerolamo si sposa in prime nozze con Giacomina e il 9 gennaio 1617, in seconde nozze, con Leonida Bossi figlia di Gio. Paolo che morirà il 22 settembre 1659 e che sembra la madre dei sei figli che conosciamo.
La prima è Cecilia nata ad Azzate il 24 marzo 1624[26] e che sposerà il 13 febbraio 1657[27] Francesco Bossi.
Il secondo è Gio. Paolo nato ad Azzate il 16 gennaio 1626[28].
Il terzo è Gio. Battista che il 9 febbraio 1658 sposa Francesca Bossi figlia di Giulio Cesare, vedova di Gio. Battista Raimondi[29].
Il quarto è Antonio nato ad Azzate l’8 luglio 1639 che il 22 maggio 1657 giura fedeltà al feudatario Alfieri[30].
La quinta è Paola che il 14 agosto 1667 sposa in primo voto Gio. Battista Ferrari figlio di Francesco[31] e il 23 gennaio 1680 in secondo voto Gerolamo Garoni[32].
Il sesto è Benedetto che il 5 luglio 1664[33] sposa Anna Bossi figlia di Giuseppe, vedova di Ottavio Bossi morto il 5 marzo 1657. Anna compare come madrina ad un battesimo del 2 aprile 1666.
Dal loro matrimonio nasce ad Azzate il 13 novembre 1664[34] Ottavia che il 2 marzo 1683 sposa Federico Castigliani figlio di Pomponio di Gornate Inferiore[35].
Il terzo figlio di Gio. Battista e Paola Merati predetti è Simone che viene detto abitante in Brunello e il 22 luglio 1615 viene eletto cappellano del Beneficio di S. Lorenzo al Castello di Azzate[36]. Nella sua casa di Brunello, come già detto a proposito del fratello Gerolamo, l’8 novembre 1618 viene rogato l’istrumento di vendita di Incardo Bossi. Detto cappellano muore ad Azzate il 24 agosto 1653.
La quarta è Maria di cui conosciamo soltanto il nome.
Il quinto è Pietro Francesco che nel 1615 viene detto abitante a Varese e il 3 novembre 1587 aveva sposato Francesca Bossi figlia di Gio. Stefano[37].
Dal loro matrimonio nascono quattro figli.
La prima è Paola nata nel 1588.
La seconda è Ippolita nata nel 1590.
Il terzo è Gio. Battista nato nel 1592 che nel 1616 si presenterà come pretendente al Beneficio di S. Lorenzo al Castello di Azzate che, invece, verrà assegnato, come abbiamo visto, al suo congiunto Simone Bossi.
La quarta è Clara nata nel 1596.
Infine la sesta figlia di Gio. Battista e Paola Merati è Caterina di cui conosciamo soltanto il nome.
Il settimo è Filippo nato nel 1558 che è compreso nel secondo stato delle anime di Azzate come capofamiglia.
L’ottava ed ultima è Laura nata nel 1554.
sen. D. Simone Bossi f. D. Fabrizio f.D. Antonio f.D. Biagio f. D. Simone
   |                               f. D. Giacomo f. D. Arnoldo.
   |
   |
   |
D. Gio. Battista Bossi
Sp. Paola Merati f. Giacomo Filippo.
   |
   |
   |
   |--- D. Bartolomeo Bossi
   |     L'8.11.1618 viene redatto l'istrumento di vendita di Incardo Bossi f. Camillo
   |     nella casa d'abitazione in Brunello di Gerolamo e Simone fratelli Bossi.
   |     Presente per testimone un altro fratello di nome Bartolomeo.
   |         |
   |         |
   |         |--- Luca Bossi di Brunello ma ora abitante in Caidate.
   |         |     Sp. 3.11.1656[38] Battistina Martignoni figlia di Pietro[39].
   |         |          |
   |         |          |
   |         |          |--- Antonio Bossi di Caidate.
   |         |                 Sp. 23.2.1678[40] Mattea Ballerio f. Giacomo.
   |         |
   |         |--- D. Caledonia Bossi
   |         |
   |         |--- D. Antonio Bossi
   |
   |--- D. Gerolamo Bossi detto di Brunello.
   |     Causidico. Abitante in Brunello nel 1618. Compare come padrino ad un
   |     battesimo il 30.2.1643
   |     Il 16.3.1630 figura come procuratore in una obbligazione di Bernardo 
   |    Bossi[41].
   |     Il 6.11.1630 acquista beni in Brunello da Bernardo Bossi[42] . Il 10.1.1633
   |     vende un terreno a Bernardo. Il 12.4.1649 compare come secondo 
   |     notaio[43].
   |     L'8.11.1618 viene redatto l'istrumento di vendita di Incardo Bossi f. Camillo
   |     nella casa d'abitazione in Brunello di Gerolamo e Simone fratelli Bossi.
   |     Presente per testimone un altro fratello di nome Bartolomeo.
   |     Sp. a) Giacomina; b) 9.1.1617 Leonida Bossi f. Gio. Paolo + 22.9.1659
   |        |
   |        |
   |        |--- D. Cecilia Bossi
   |        |     n. Azzate 24.3.1624[44]
   |        |     Sp. 13.2.1657[45] Francesco Bossi.
   |        |
   |        |--- D. Giovanni Paolo Bossi
   |        |      n. Azzate 16.1.1626[46]
   |        |
   |        |--- D. Giovanni Battista Bossi
   |        |     Sp. 9.2.1658[47] Francesca Bossi f. Giulio Cesare, vedova di Giovanni
   |        |     Battista Raimondi.
   |        |
   |        |--- D. Antonio Bossi
   |        |     n. Azzate 8.7.1639
   |        |     Il 22.5.1657 giura fedeltà al feudatario Alfieri[48].
   |        |
   |        |--- D. Paola Bossi
   |        |     Sp. a) 14.8.1667[49] Gio. Battista Ferrari f. Francesco; 
   |        |     b) 23.1.1680[50] Gerolamo Garoni.
   |        |
   |        |--- D. Benedetto Bossi
   |              Sp. 5.7.1664[51] Anna Bossi f. Giuseppe, vedova di Ottavio 
   |              Bossi (+5.3.1657)
   |              Anna compare come madrina ad un battesimo del 2 aprile 1666.
   |                  |
   |                  |
   |                  |--- D. Ottavia Bossi
   |                        n. Azzate 13.11.1664[52]
   |                        Sposa 2.3.1683[53] Federico Castiglioni f. Pomponio di 
   |                        Gornate Inferiore.
   |
   |
   |
   |
   |--- D. Simone Bossi
   |     + Azzate 24.8.1653
   |     Abitante in Brunello.
   |     Cappellano di San Lorenzo al Castello di Azzate 22.7.1615
   |     Nel documento si accenna come Francesco fq. Battista abitante a Varese e
   |     Gio. Antonio, Tommaso e Bartolomeo fratelli Bossi del fu Gio. Maria del
   |     Castello sono fra i più antichi dell'agnazione e prosapia dei Bossi, 
   |     discendenti dall'agnazione e prosapia del fondatore della Cappellania. Essi
   |     eleggono il chierico Simone Bossi mediante procura fatta in Gerolamo Bossi,
   |     fratello di Simone, e perciò dichiarano di confermare tale scelta.
   |     L'8.11.1618 viene redatto l'istrumento di vendita di Incardo Bossi f. Camillo
   |     nella casa d'abitazione in Brunello di Gerolamo e Simone fratelli Bossi.
   |     Presente per testimone un altro fratello di nome Bartolomeo.
   |
   |--- D. Maria Bossi
   |
   |--- D. Pietro Francesco Bossi
   |     Abitante a Varese nel 1615.
   |     Sp. 3.11.1587[54] Francesca Bossi f. Gio. Stefano.
   |         |
   |         |
   |         |--- D. Paola Bossi
   |         |     n. 1588
   |         |
   |         |--- D. Ippolita Bossi
   |         |     n. 1590
   |         |
   |         |--- D. Giovanni Battista Bossi
   |         |     n. 1592
   |         |     Pretendente al Beneficio di San Lorenzo nel 1616.
   |         |     18.5.1616: Riguarda ancora il Beneficio. Vi era lite fra Simone e 
   |         |     Giovanni Battista f. Francesco, ambedue pretendenti al Beneficio.
   |         |
   |         |--- D. Clara Bossi
   |               n. 1596
   |
   |--- D. Caterina Bossi
   |
   |--- D. Filippo Bossi
   |     n. 1558
   |     Compreso nel secondo stato delle anime come capofamiglia.
   |
   |--- D. Laura Bossi
         n. 1554







[1] Vedi doc. n. 11.
[2] Biblioteca Trivulziana.
[3] Vedi il n. 20.001 ramo Bossi di Bodio-Besozzo.
[4] Vedi pergamena Vazzoler n. 14.
[5] Vedi documento n. 270.
[6] Vedi documento n. 115.
[7] Vedi documento n. 114.
[8] Vedi documento n. 117.
[9] Vedi documento n. 267.
[10] Vedi documento n. 100.
[11] Vedi pergamena Vazzoler n. 14.
[12] Vedi documento n. 261.
[13] Sitoni di Scozia.
[14] Litta.
[15] Vedi documento n. 41.
[16] "Fatte le tre denunciazioni in 3 giorni festivi quali furono il 17, 21 e 28 di octobre e non inteso alcun impedimento io prete Aluisio Daverio curato d'Azzate ho celebrato il matrimonmio fra d. Josepho Daverio figlio del q. messer Ludovico habit. in Galliato et d. Margarita fq. m. Francesco Bossi habit. nel Castello d'Azzate per parole di presente alla presenza di d. Philippo Daverio habit. in Galliato et d. Hieronimo Seregno habit. in Varese. Il 30 di octobre 1576". (A.P.A.).

[17]  “30 gennaio 1592. Fatte le tre denunciationi per me curato Annibale Bossi nei 3 giorni di festa continui adì 17, 18 et 20 genaro 1592 non havendo trovato impedimento alcuno tra Jacomo figlio di Bernardino Sessa di Galliate et Laura figliola di Francesco habit. del castello di Azzate è stato celebrato il matrimonio fra essi per parole di presente et alla presenza di me curato alla mia interrogazione presenti per testimoni messer prete Battista Bossi cappellano di S. Maria, meser prete Bartolomeo Bossi et Baptista Braghino tutti di Azzate”. (A.P.A.).


[18] Vedi documento n. 104.
[19] Vedi documento n. 106.
[20] Vedi Famiglia n. 11.
[21] Pietro Martignoni il 19 febbraio 1625 interviene come testimone al matrimonio di Paolino Bossi con Paola Zarri.
[22] “Adì 3 novembre 1655 messer Luca Bosso fq. Bartolomeo della cura di Brunello ha contratto il matrimonio per verba di presente con Battistina Martignoni f. Pietro di Azzate alla presenza ed interrogazione di me prete Gio. Pietro Bosso curato coadiutore di Azzate, presenti per testimoni Gerolamo Tetone, Gioseffo Fiorenza di Azzate”. (A.P.A.).
[23] "Adì 23 febraro 1678 Antonio Bosso f. messere Luca della cura di Caidate ha contratto il matrimonio per verba di presente con Mathea Baleria f. messer Giacomo alla presenza ed interrogazione di me prete Giovanni Orlando curato coadiutore di Azzate, essendo presenti per testimoni Hieronimo Fossa, Hieronimo Bosso e Melchion Tibiletti." (A.P.A.).
[24] Vedi documento n. 104.
[25] Vedi documento n. 106.
[26] "Adì 24 marzo 1624. Cecilia figlia del sig. Hieronimo e Leonida Bossi è stata battezzata da me   Giacomo Antonio Rosnato rettore di Azzate. Il compadre fu il sig. Gioseffo Bosso detto Tempestino, la commadre la sig.ra Caterina moglie del sig. Cristoforo Bosso". (A.P.A.).
[27] “13 febbraio 1657. Il signor Francesco Bosso figlio del q. signor Agosto ha contratto il matrimonio per verba de presenti con la signora Cecilia Bossa figlia del signor Gieronimo detto di Burnello tutti doi della nostra cura di Acciate alla presenza e ad interrogazione di me prete Gio. Pietro Bossi curato coadiutore di Acciate et alla presenza degli infrascritti testimoni il signor
Benedetto Bosso figlio del signor Gieronimo suddetto et il signor Antonio Maria Carnasino tutti della nostra cura. Le pubblicazioni sono state fatte la prima allì 4 la seconda allì 7 et la terza allì 11 del mese di febraro et non vi è stato opposto cosa alcuna”. (A.P.A.).
[28] "Adì 16 genaro 1626. Gio. Paolo figlio di Hieronimo e Leonida Bossi furono supplite le cerimonie nella Chiesa da me prete Gio. Battista Castello curato di Brunello essendo stato battezzato per necessità in casa. I padrini furono Pietro Hieronimo Bossi e Vittoria Bossi". (A.P.A.).
[29] “9 febbraio 1658. Il signor Gio. Battista Bossi figlio del signor Jeronimo di Burnello ha contratto il matrimonio per verba de presenti colla signora Francesca Bossa figlia del signore GiulioCesare alla presenza et ad interrogazione di me prete Gio. Pietro Bosso curato coadiutore di Acciate et delli infrascritti testimoni il signor Francesco Bosso del q. signor Agosto et Francesco
Zarro detto il Merigio tutti della cura di Acciate. Le pubblicazioni sono state fatte la prima allì 2 la seconda allì 3 la terza allì 7 di febraro e non gli è stato opposto cosa alcuna tutti giorni festivi”. (A.P.A.).
[30] N. 107 della lista.
[31] “14 agosto 1667. Gio. Battista Ferrario figlio di Francesco ha contratto il matrimonio per verba de presenti con Paola Bossa figlia del q. Hieronimo alla presenza et interrogazione di me prete  Giovanni Orlando coadiutore di Azzate, essendo pur anche presenti per testimoni Giuseppe Bosso  et Angelo Maria Roborè. Le pubblicazioni sono state fatte in tre giorni di festa continui adì 31 luglio, 7 et 10 agosto né è stato opposto alcun impedimento”. (A.P.A.).
[32] “23 gennaio 1680. Hieronimo Gianni figlio di Francesco ha contratto il matrimonio per verba de presenti con Pavola Bossa figlia del q. Hieronimo alla presenza et interrogazione di me prete Giovanni Orlando curato coadiutore di Azzate, essendo pur anche presenti per testimoni Gio. Battista Bertolotti et Giuseppe Bernasconi. Le pubblicazioni sono state fatte in tre giorni di festa
continui adì 6, 7 et 14 genaro né è stato opposto alcun impedimento. (A.P.A.).
[33] “Adì 5 luglio 1664. Il Signor Benedetto Bosso fq. Jeronimo ha contratto il matrimonio per verba di presente con la Signora Anna Bossa fq. Gioseffo e altre volte moglie del q. Ottavio Bosso alla presenza ed interrogazione di me prete Carlo Fumagallo curato di Azzate, essendo presenti per  testimoni Ludovico Bosso, Hippolito Bosso f. Carlo Francesco. Le pubblicazioni si sono fatte adì 24 e 29 giugno e adì 6 luglio con licenza di mons. Vicario Generale Cesare Biandrati data sotto il 26 giugno, né è stato fatto impedimento alcuno”. (A.P.A.).
[34] “Adì 13 novembre 1664. Ottavia figlia di Benedetto Bosso e della signora Anna sua moglie, data adì 10, è stata battezzata da me prete Giovanni Orlando curato coadiutore di Azzate. Padrino è stato il signor Ludovico Bosso, la madrina Angela figlia del q. Alberto Bosso”. (A.P.A.).
[35] “2 marzo 1683. Il signor Federico Castiglione figlio del q. signor Pomponio della cura di Gornate Inferiore ha contratto il matrimonio per verba de presenti con la signora Ottavia Bossa figlia del signor Benedetto alla presenza et interrogazione di me prete Giovanni Orlando curato coadiutore di Azzate, essendo pur anche presenti per testimoni il signor Baldisar Bosso et Stefano Orlando. Le pubblicazioni sono state fatte in tre giorni di festa continui adì 14, 21 et 28 febraro né è stato opposto alcun impedimento”. (A.P.A.).
[36] Nel documento si accenna come Francesco fq. Battista abitante a Varese e Gio. Antonio, Tommaso e Bartolomeo fratelli Bossi del fu Gio. Maria del Castello sono fra i più antichi dell'agnazione e prosapia dei Bossi, discendenti dall'agnazione e prosapia del fondatore della Cappellania. Essi eleggono il chierico Simone Bossi mediante procura fatta in Gerolamo Bossi, fratello di Simone, e perciò dichiarano di confermare tale scelta.
[37] "Adì 3 di novembre 1587 dopo fatte le tre pubblicazioni in tre giorni festivi e in dominica alli 11, 18 e 25 di octobre proximo passato et sendo nessun impedimento inteso fu celebrato il matrimonio per parole di presente ad interrogatione di me prete Aluisio Daverio curato in Azzate tra d. Francesco Bossi del q. messer Baptista et d. Francisca del sig. Gio. Stefano Bossi ambe doi habit. in Azzate, presenti per testimoni il sig. Vespasiano Bossi habit. nel Castello di Azzate e d. Gaspare Bossi et Gioseffo Bossi
habit. in Azzate". (A.P.A.).

[38] “Adì 3 novembre 1655 messer Luca Bosso fq. Bartolomeo della cura di Brunello ha contratto il matrimonio per verba di presente con Battistina Martignoni f. Pietro di Azzate alla presenza ed interrogazione di me prete Gio. Pietro Bosso curato coadiutore di Azzate, presenti per testimoni Gerolamo Tetone, Gioseffo Fiorenza di Azzate”. (A.P.A.).
[39] Pietro Martignoni il 19 febbraio 1625 interviene come testimone al matrimonio di Paolino Bossi con Paola Zarri.
[40] "Adì 23 febraro 1678 Antonio Bosso f. messere Luca della cura di Caidate ha contratto il matrimonio per verba di presente con Mathea Baleria f. messer Giacomo alla presenza ed interrogazione di me prete Giovanni Orlando curato coadiutore di Azzate, essendo presenti per testimoni Hieronimo Fossa, Hieronimo Bosso e Melchion Tibiletti." (A.P.A.).
[41] Vedi documento n. 104.
[42] Vedi documento n. 104.
[43] Vedi documento n. 106.
[44] "Adì 24 marzo 1624. Cecilia figlia del sig. Hieronimo e Leonida Bossi è stata battezzata da me Giacomo Antonio Rosnato rettore di Azzate. Il compadre fu il sig. Gioseffo Bosso detto Tempestino, la commadre la sig.ra Caterina moglie del sig. Cristoforo Bosso".
[45] “13 febbraio 1657. Il signor Francesco Bosso figlio del q. signor Agosto ha contratto il matrimonio per verba de presenti con la signora Cecilia Bossa figlia del signor Gieronimo detto di Burnello tutti doi della nostra cura di Acciate alla presenza e ad interrogazione di me prete Gio. Pietro Bossi curato coadiutore di Acciate et alla presenza degli infrascritti testimoni il signor Benedetto Bosso figlio del signor Gieronimo suddetto et il signor Antonio Maria Carnasino tutti della nostra cura. Le pubblicazioni sono state fatte la prima allì 4 la seconda allì 7 et la terza allì 11 del mese di febraro et non vi è stato opposto cosa alcuna”. (A.P.A.).
[46] "Adì 16 genaro 1626. Gio. Paolo figlio di Hieronimo e Leonida Bossi furono supplite le cerimonie nella Chiesa da me prete Gio. Battista Castello curato di Brunello essendo stato battezzato per necessità in casa. I padrini furono Pietro Hieronimo Bossi e Vittoria Bossi". (A.P.A.).
[47] “9 febbraio 1658. Il signor Gio. Battista Bossi figlio del signor Jeronimo di Burnello ha contratto il matrimonio per verba de presenti colla signora Francesca Bossa figlia del signore Giulio Cesare alla presenza et ad interrogazione di me prete Gio. Pietro Bosso curato coadiutore di Acciate et delli infrascritti testimoni il signor Francesco Bosso del q. signor Agosto et Francesco
Zarro detto il Merigio tutti della cura di Acciate. Le pubblicazioni sono state fatte la prima allì 2 la seconda allì 3 la terza allì 7 di febraro e non gli è stato opposto cosa alcuna tutti giorni festivi”.  (A.P.A.).
[48] N. 107 della lista.
[49] “14 agosto 1667. Gio. Battista Ferrario figlio di Francesco ha contratto il matrimonio per verba de presenti con Paola Bossa figlia del q. Hieronimo alla presenza et interrogazione di me prete Giovanni Orlando coadiutore di Azzate, essendo pur anche presenti per testimoni Giuseppe Bosso et Angelo Maria Roborè. Le pubblicazioni sono state fatte in tre giorni di festa continui adì 31 luglio, 7 et 10 agosto né è stato opposto alcun impedimento”. (A.P.A.).
[50] “23 gennaio 1680. Hieronimo Gianni figlio di Francesco ha contratto il matrimonio per verba de presenti con Pavola Bossa figlia del q. Hieronimo alla presenza et interrogazione di me prete Giovanni Orlando curato coadiutore di Azzate, essendo pur anche presenti per testimoni Gio. Battista Bertolotti et Giuseppe Bernasconi. Le pubblicazioni sono state fatte in tre giorni di festa
continui adì 6, 7 et 14 genaro né è stato opposto alcun impedimento. (A.P.A.).
[51] “Adì 5 luglio 1664. Il Signor Benedetto Bosso fq. Jeronimo ha contratto il matrimonio per verba di presente con la Signora Anna Bossa fq. Gioseffo e altre volte moglie del q. Ottavio Bosso alla presenza ed interrogazione di me prete Carlo Fumagallo curato di Azzate, essendo presenti per testimoni Ludovico Bosso, Hippolito Bosso f. Carlo Francesco. Le pubblicazioni si sono fatte adì 24 e 29 giugno e adì 6 luglio con licenza di mons. Vicario Generale Cesare Biandrati data sotto il 26 giugno, né è stato fatto impedimento alcuno”. (A.P.A.).
[52] “Adì 13 novembre 1664. Ottavia figlia di Benedetto Bosso e della signora Anna sua moglie, data adì 10, è stata battezzata da me prete Giovanni Orlando curato coadiutore di Azzate. Padrino è stato il signor Ludovico Bosso, la madrina Angela figlia del q. Alberto Bosso”. (A.P.A.).
[53] “2 marzo 1683. Il signor Federico Castiglione figlio del q. signor Pomponio della cura di Gornate Inferiore ha contratto il matrimonio per verba de presenti con la signora Ottavia Bossa figlia del signor Benedetto alla presenza et interrogazione di me prete Giovanni Orlando curato coadiutore di Azzate, essendo pur anche presenti per testimoni il signor Baldisar Bosso et Stefano Orlando. Le pubblicazioni sono state fatte in tre giorni di festa continui adì 14, 21 et 28 febraro né è stato opposto alcun impedimento”. (A.P.A.).

[54] "Adì 3 di novembre 1587 dopo fatte le tre pubblicazioni in tre giorni festivi e in dominica alli 11, 18 e 25 di octobre proximo passato et sendo nessun impedimento inteso fu celebrato il matrimonio per parole di presente ad interrogatione di me prete Aluisio Daverio curato in Azzate tra d. Francesco Bossi del q. messer Baptista et d. Francisca del sig. Gio. Stefano Bossi ambe doi habit. in Azzate, presenti per testimoni il sig. Vespasiano Bossi habit. nel Castello di Azzate e d. Gaspare Bossi et Gioseffo Bossi
habit. in Azzate". (A.P.A.).