giovedì 25 febbraio 2016

FAMIGLIE PATRIARCALI DI AZZATE, DOBBIATE E BRUNELLO


Nel 1762 i fratelli don Gio. Battista e prete don Antonio Bossi figli di don Giovanni concedono in affitto le loro possessioni sparse su tutto il territorio comunale di Azzate, di Brunello e di Dobbiate ad alcuni massari che risultano appartenere ad alcune famiglie ormai radicate da molto tempo nella zona.
Sono le cosiddette famiglie patriarcali che si distinguono per il numero elevato dei loro componenti e risiedono in quelle che poi sono diventati i caratteristici cortili del paese con la loro struttura ben delineata.
Proprio per le esigenze tipiche dell’agricoltura essi erano strutturati in modo che potessero contenere gli elementi indispensabili per l’attività agricola come la stalla per gli animali, il fienile per la conservazione del foraggio, il granaio per la conservazione dei cereali, la letamaia, il pollaio, la cantina, ecc. ancor prima dei locali in cui vivevano i contadini che, molto spesso, erano estremamente semplici e consistevano in un grande locale al piano terreno dotato di focolare e una o più stanze per dormire al piano superiore che si affacciavano sulla lobbia.
Veniamo così a conoscere la famiglia di Giovanni Boschiroli detto Ballano quella di Antonio Vanoni di Dobbiate, quella di Antonio Sironi e fratelli, quella di Angelo Bidina di Erbamolle, quella
Di Andrea Macchi, quella di Pietro Francesco Giudici e fratelli, quella di Giuseppe Romagnoli figlio di Gio. Battista di brunello e quella di Pietro Antonio Tibiletti e figli.

D. Giovanni Bossi
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   |--- D. Benigna Giuditta Bossi
   |     Monaca nel Monastero di S. Giustina di Canobbio.
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   |--- D. Gio. Battista Bossi
   |     Giureconsulto collegiato di Milano e Vicario Pretore di Cremona.
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   |--- prete abate D. Antonio Bossi
         Fisico collegiato di Milano. Abitante in Milano P.O.P.S. Vito al Pasquirolo.
         Il 6 maggio 1756 riceve da Federico Antonio Ponzoni un prestito di lire 1.864[1].


DOCUMENTO N. 760

1762
Descrizione dei beni consegnati da Antonio Bossi ai massari fittabili, che si obbligano a riconsegnarli alla fine della locazione:

A Giovanni Boschiroli detto Ballano:
-         Prato, campo e vigna detta a Fontanella cui fanno coerenza: la Casa Masnaghi mediante siepe viva inclusa, a mezzogiorno strada, a tramontana Bossi mediante siepe viva compresa.
-         Vigna detta Moncone cui fanno coerenza: a levante e tramontana strada, a mezzogiorno Angela Visconti mediante siepe esclusa e fratelli Crugnola mediante ripa inclusa, a ponente Giovanni Boschiroli livellario della Parrocchiale di Azzate.
-         Vigna detta Novellé cui fanno coerenza: a levante strada accessoria inclusa, a mezzogiorno strada accessoria esclusa, a ponente strada, a tramontana Causa Pia Frasconi mediante solco.

Ad Antonio Vanoni di Dobbiate:
-    Vigna detta Pescovina in territorio di Daverio.

Ad Antonio e fratelli Sironi:
-         Prato paludoso detto al Lisché al Lago, terza parte indivisa con gli altri due massari Giamberini e Giudici.
-         Vigna e prato detti Vigna nel Bosco Rotondo a cui fanno coerenza: a levante Causa Pia Frasconi mediante siepe mista inclusa e dalle altre parti questi beni.
-         Vigna, campo e prato nella Vigna del Bosco Rotondo cui fanno coerenza: Causa Pia Frasconi mediante siepe mista compresa e dalla altre parti questi beni.
-         Vigna con ripa pascoliva detta delle Marene nel Bosco Rotondo cui fanno coerenza da tutte le parti questi beni.
-         Vigna detta la Pertichetta cui fanno coerenza da tutte le parti questi beni.
-         Vigna detta la Vigna Vecchia nel Bosco Rotondo cui fanno coerenza da tutte le parti questi beni.
-         Vigna, prato e campo detti Mezzavacca nel Bosco Rotondo cui fanno coerenza: a tramontana dottor Ludovico Bossi e Causa Pia Frasconi mediante siepe viva inclusa, a da tutte le altre parti questi beni.


Ad Angela Bidina:
-         Campo detto La Pauretta cui fanno coerenza: a levante Carlo Bossi, a tramontana un livellario mediante solco, a mezzogiorno strada, a ponente questi beni e a tramontana Bossi suddetti mediante palera inclusa.
-         Casa masserizia in Erbamolle a cui fanno coerenza: a levante casa masserizia di questi beni, a tramontana il marchese Bossi.

Ad Andrea Macchi:
-         Vigna detta di Breno, cui fanno coerenza: a levante strada accessoria, a mezzogiorno Causa Pia Frasconi mediante filo di viti escluso, a ponente dottor Lotterio mediante ripa esclusa, a tramontana suddetto dottor Lotterio mediante accesso escluso.

A Pietro Francesco e fratelli Giudici:
-         Sedime di casa da massaro sito in Azzate cui fanno coerenza: a levante strada, a mezzogiorno Giovanni Bossi, a ponente e tramontana strada:
-         Prato detto Prato Grande cui fanno coerenza: a levante la Veneranda Scuola di Azzate, a mezzogiorno la Roggia della Valciasca, a ponente il conte Bossi, a tramontana il conte Alemagna con la Causa Pia Frasconi.
-         Prato e campi detti del Novellina nel Bosco Rotondo cui fanno coerenza: a levante la Casa Mozzoni mediante siepe viva inclusa, a mezzogiorno e ponente questi beni, a tramontana la Casa Mozzoni mediante siepe viva inclusa.
-         Vigna e aratorio nel Bosco Rotondo cui fanno coerenza: a levante e ponente questi beni, a mezzogiorno strada, a tramontana Beneficio del S. Rosario mediante siepe viva esclusa.
-         Campo e vigna detta del Bossetto nel Bosco Rotondo cui fanno coerenza: a ponente il Beneficio del S. Rosario e dalle altre parti questi beni.
-         Vigna, campo e prato detti Campo Vecchio nel Bosco Rotondo cui fanno coerenza: a levante il Beneficio del S. Rosario e dalle altre tre parti questi beni.
-         Vigna detta Mezzavacca nel Bosco Rotondo cui fanno coerenza: a levante e mezzogiorno questi beni, e ponente la Causa Pia Frasconi col signor Pestoni, a tramontana dottor Ludovico Bossi mediante siepe viva inclusa.
-         Vigna, campo e ripa detti La Marra cui fanno coerenza: a levante il conte Bossi mediante siepe viva inclusa e da tutte le altre parti strada.

DOCUMENTO N. 731

Azzate, 29 novembre 1762

Antonio Bossi fq. Giovanni abitante a Milano in Porta Vercellina nella Parrocchia di S. Pietro sopra il Dosso di presente abitante in Azzate, che agisce anche come procuratore generale del giureconsulto collegiato e pretore di Cremona Gio. Battista Bossi suo fratello, investe a titolo di enfiteusi perpetua Giuseppe Romagnoli f. Gio. battista abitante in Brunello dei seguenti beni:
 - il campo delle Prelle
- il campo della Sera
- il prato delle Prelle
- la vigna al Mottarù
-lo zerbo al Mottarù
- la selva al Mottarù
- la vigna e campo al Ponteccio

Per il prezzo di lire 53.

DOCUMENTO N.  741

Azzate, 11 novembre 1769

Antonio Bossi dà a locazione a Pietro Antonio e figli Tibiletti i seguenti beni:

- un sedime in Azzate
- un prato detto il Prato Grande
- un campo detto del Novellina nel Bosco Rotondo
- una vigna nel Bosco Rotondo
- un campo detto del Bossetto nel Bosco Rotondo
- un campo detto Veggio nel Bosco Rotondo
- una vigna detta Mezzavacca nel Bosco Rotondo
- un prato paludoso detto al Lisché
- una vigna detta la Vigna nel Bosco Rotondo
- una vigna nel Bosco Rotondo
- una vigna detta della Marene nel Bosco Rotondo
- una vigna detta la Pertichetta nel Bosco Rotondo
- una vigna detta la Vigna vecchia nel Bosco Rotondo

DOCUMENTO N. 837

Io sottoscritta Priora del Monastero di S. Giuseppe in Canobbio confesso di aver avuto e ricevuto dall’illustrissimo signor abate don Antonio Bossi dottore collegiato lire 40 quali sono per saldo e compita soddisfazione dell’annuo livello che paga al Monastero per Suor Benigna Giuditta Bossi di lei signora sorella maturando il dì 19 luglio prossimo passato.
Ed in fede
                 Io suor Lucrezia Mugnozzi priora affermo come sopra.



[1] Vedi documento n. 910.

TESTAMENTO DI GIO. BATTISTA BOSSI FU GIO. ANTONIO ABITANTE IN AZZATE


DOCUMENTO N. 707

Azzate, 12 settembre 1647

Dispone la celebrazione di 50 messe all’altare del Santo Rosario nella Parrocchiale di Azzate e altre 50 messe all’altare privilegiato dell’Annunciazione di Varese.
Lega lire 17 alle figliole che ha tenuto a battesimo
Nomina suoi eredi universali Carlo Antonio e Gio. Battista suoi nipoti (tra le possessioni figura quella di S. Alessandro, di Castellana e il Bosco Rotondo).
Dispone che i suoi eredi facciano fare un quadro raffigurante San Domenico che porge il rosario alla vergine con sopra due angeli, da porsi nella Chiesa di S. Antonio di Azzate.
Lega alle sue nipoti scudi 50 come loro dote, in riconoscenza dei servizi che gli hanno prestato ogni giorno.
               


Gio. Antonio Bossi
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   |--- Gio Stefano Bossi
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   |--- Giuseppe Francesco Bossi
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             |--- Carlo Antonio Bossi
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             |--- Gio. Battista Bossi


TESTAMENTO DI GIUSEPPE BOSSI FU GIO. ANTONIO


DOCUMENTO N. 819

2 marzo 1630

Testamento del signor Giuseppe Bossi q. signor Gio. Antonio che istituisce suoi eredi Carlo Antonio e Gio. Battista di lui figli, rogato dal notaio Pietro Daverio.
In questo istrumento si fa menzione dei beni di Castellanza ed il Bosco Rotondo in Azzate.

Ordina la celebrazione di 7 messe subito dopo la sua morte da celebrarsi nell’altare privilegiato esistente nella Chiesa dell’Annunciata di Varese o in altro altare della Collegiata di S. Vittore di Varese oppure nella Chiesa di S. Francesco dei Padri Conventuali.
Sarà sepolto nella Chiesa di S. Maria di Azzate nel sepolcro dei suoi antenati.
Per i suoi funerali si rimette alle disposizioni che daranno suo fratello Stefano ed Alfonso Bossi.
Ordina che entro un anno dalla sua morte sia data a Battistino de … suo servitore lire 30 per la celebrazione di messe in suffragio della sua anima.
Lega ad Anna, Giacinta ed Ippolita sue figlie avute da sua moglie Francesca Bossi lire 6.000 per ciascuna di esse come dote temporale o spirituale.
Nomina usufruttuaria di tutti i suoi beni la moglie Francesca.

Actum in camera cubiculari domus habitatiois praefati testatoris sita in loco Acciati presentibus Francisco Bossio fq. Josephi habitante in loco Acciati et Cristophoro Solario fq. Jo. Antoni habitante loci Castrii Acciati Mediolani pronotariis. Testes Franciscus et Antonius fratres de Ferrariis fq. Baptistae, Melchion de Ferrariis fq. Antoni, Carolus de Cervinis fq. Melchionis et Baptista Bossius fq. Josephi omnes incolae loci Acciati.

S.T. Ego Joseph Petrus Daverius fq. Josephi olim causidici collegiate Mediolani P.T.P.S. Maurili Mediolani.


(Trasportato in File:Famiglia n. 22).


TESTAMENTO DI GIO. STEFANO BOSSI FU CARLO ANTONIO


DOCUMENTO N. 818

22 aprile 1651

Testamento del signor Gio. Stefano Bossi q. signor Carlo Antonio che istituisce suoi eredi i signori Carlo Antonio e Gio. Battista suoi nipoti, figli del q. signor Giuseppe Bossi, rogato da Gio. Pietro Daverio.

Ordina la celebrazione di 130 messe da celebrarsi nella Parrocchiale di Azzate e altre 130 messe da celebrarsi nella Chiesa dell’Annunciazione del borgo di Varese.
Ordina ai suoi eredi di far dipingere un quadro che raffiguri S. Domenico che riceve dalla Santissima Vergine il Rosario da essere posto nell’Oratorio di S. Antonio di Azzate.
Il suo funerale dovrà essere assistito da 12 religiosi.
Il giorno del suo funerale saranno distribuiti ai poveri un moggio di mistura di segale e miglio ed una brenta di vino.
Lega a sua nipote Anna lire 600.
Lega a Gerolama Daverio figlia della fu Clara sua nipote e al causidico Giuseppe Daverio lire 300.
Aggrava i suoi eredi della soddisfazione totale del debito verso Alberto Bossi di scudi 250 per la restante dote della fu Angela Bossi sua nipote, stabilita dal padre di essa e suo fratello Giuseppe Bossi.
Lega lire 200 per alcune doti da distribuirsi a figlie povere.

Actum in sala domus habitationis suprascripti Caroli Antonii nepotes mei mei ac mei testatoris sit. in dicto loco Aciati presentibus Julio Caesar Albizati fq. Francisci et Hieronimo fq. alterius Francisci olim Mediolani notarii ambobus de Bosiis et habitantibus in loco Azziati.
Testes M.R. presbiter Cristophorus Bossius fq. Heronimi, Jo. Baptista Bossiu chirurghus fq. Josephi, Carolus Andrea Bossius fq. Cristophori, Carolus Crucius f. Jo. Angeli et Marcus Martignonus fq. Francisci omnes abitate in dicto loco Acciati.

S.T. Ego Jo. Petrus Daverius fq. causidici collegiati et Mediolani notarii Josep P.T.P.S. Maurilii Mediolani.


(Trasportato in File:Famiglia n. 22).


mercoledì 24 febbraio 2016

FRANCESCO BOSSI ABITANTE NELLE CASCINE DELLE COLLODRE


DOCUMENTO N. 734

Varese, 3 Febbraio 1548

Gerolamo Custodi figlio del fu Pietro abitante in Gazzada permuta un terreno di 4 pertiche in territorio di Buguggiate denominato alla Belgora con Francesco Bossi figlio del fu Bernardo abitante nelle Cascine delle Collodre di Castronno, anche a nome di suo nipote Antonio Maria Bossi, che cedono a loro volta una vigna in territorio di Brunello e di Castronno denominata alle Collodre cui fanno coerenza strada, la Cappella di S. Gerolamo di Azzate, Taddeo Bossi, Gio. Maria e Cesare Bossi di Erbamolle.



1548 die 3 february                                                                                                              

Reperitur in imbreviaturis instrumentorum rogatorum per nunc quondam spectabilem dominum Philippum de castilliono filium quondam domini Baptistae olim notarii publici Mediolani habitantis in burgy Varisy quorum explendar. auctoritatem habeo ego notarius infrascriptus durante absentia spectabilis dominis Caesaris Castillionei notarii pubblici Mediolanensis mihi concissam per magnificos dominos Abbates venerandi collegii notariorum Mediolani ut pateat ordinatione facte per prefatos dominos Abbates sub die veneris 21 mensis juny 1560 inter cetera adesse instrumenta tenoris sequentis videlicet.

In nomine Domini anno a nativitate eiusdem millesimo quingentesimo quadragesimo octavo indizione sexta die veneris terbio mensis february.
Dominus Franciscus de Bossys filius quondam domini Bernardi habitans in Cassinis de Colodris territori loci de Castrono plebis Castri Sepry ducatus Mediolani suo nomine proprio et nomine Antony Mariae eius nepotis pro quo permissi. de rator. et q. curabit parte una et magister Hieronimus de Custodibus filius quondam magistri Petri habitans in loco de la Gazada parte altera.
Volontarie.
Et omnibus modo.
Fecerunt et faciunt inter se se bona fide sine fraude cambium et permutationem ad proprium in quo quidem cambio dictus Franciscus suo et dicto nomine dedit et dat dicto magistro Hieronimo presenti.
Petiam unam terrae vineae facentem in territorio de Brunello et de Castrono ubi dicitur in Colodris cui coheret ab una parte strata ab alia ecclesiae seu capellae sancti Hieronimi de Aciate ab alia hered. Quondam domini Thadeae de Bossys de Brunello et ab alia Jo. Mariae et Lazary de Bossys de Herbamolle perticarum quatuor vel circa salvo errore coherentiarum.
Dictus vero magister Hieronimus dedit et dat dicto Francisco presenti suo et dicto nomine.
Illas perticas quatuor campi jacentis in territorio loci de Buguzate ubi dicitur in Belgora alias vednit. Per dictum Franciscum suo et dicto nomine dicto magistero Hieronimo pro infrascripto pretio cum investitura temporali ad computum singulo anno mody unius misturae et cum pacto liberandi et prout latius apparet instrumentis vendit. Investiture et gratie rogat. Per dominos Jo. Mariam de Buzys notar. Publ. Mediolani die 12 octobris seu novembris 1544 proxime preteritis seu anno ad quem.
Item jus in se retinendi dictum fictum.
Item omnia alia sua jura.
Eo tenore.
Cedendo.
Et hoc contra.
Et volentes.
Et constituerunt.
Insuper deffendere videlicet dictus Franciscus suo et dicto nomine in forma comuni et dictus magister Hieronimus pro suo dato et facto tantum quia dicta bona pervenerunt in dictum magistrum Hieronimum ex facto dicti Francisci ut supra.
Et de ponent.
Et hec omnia.
Insuper dictus magister Hieronimus fuit et est contentus et confessus habuisse a suprascripto Francisco presente suo et dicto nomine completam solutionem suprascripti ficti suprascriptorum bonorum de Colodris totius temporis preteriti a festo Sancti Martini proxime preteriti retro.
Et de predictis.
Actum ut infra proxime.
Die suprascripto post suprascriptum instrumentum suprascriptus Hieronimus investivit suprascriptum Franciscum presentem suo et dicto nomine ut supra.
Nominative de suprascripta petia terrae vineae.
In cuius possessione.
Item de omnibus suis juribus.
Eo tenero quo ab hodie in ante usque ad annos novem proxime future et deinde dictus conductor suo et dicto nomine habeat meliorando.
Dando pro ficto ad computum omni anno librarum quotuor et solidorum sedecim imperialium volvend. dictum fictum in festo Sancti Martini cuiuslibet anni incipiendo primam solutionem in festo Sancti Martini proximi  futuri.
Quare.
Actum in studio mei notari infrascripti sito in burgo Varisy ducatus Mediolani presentibus Hieronimo Castilioneo figlio mei notare infrascripti et Georgico Marliano figlio quondam Jo. Baptistae ambobus habit. in dicto burgo Varisy Mediolani pronotaris.
Testes Baptista de la Gobbia filius quondam Antony habitans in loco de Mornago, Ombenus de Capite Lacum filius quondam domini Francisci habitans in loco de Bimio Inferiori noti et Jo. Antonius dictus Cardanella de Acio (=Azzio) filius quondam Berneradini habitans in loco de Acio plebis Cuvy et eos idonei.

S.T. Ego Jo. Gaspar Blancus filius nobilis domini Jo. Stephani habitans in burgo Varisy capite plebis ducatus Mediolani notarius publicus infrascripta ab instrumentis prefati quondam domini Philippi extrahi feci et in permissor. Fidem auctoritate predictismihi concessa ut supra.


CASCINA COLLODRI IN TERRITORIO DI CASTRONNO



Enrico Collodri
Il 19 settembre 1568 compare come testimone al battesmo di Angela Mantico ("Rigum de Colodris habitantem in Cassinis de Colodris". (Archivio Parrocchiale Azzate).


Giuseppe Collodri
Il 22 settembre 1657 giura fedeltà al feudatario Giacomo Maria Alfieri. (Vedi doc. n. 2.070).


E’ la cascina che dà il nome a coloro che vi abitano o sono costoro che  hanno dato il nome alla cascina?
Per quanto scaturisce dai documenti in nostro possesso sembrerebbe che dal cognome COLLODRI sia derivato l’appellativo della cascina.
Infatti il 19 Settembre 1568 un certo Enrico Collodri compare come testimone al battesimo di Angela Mantico avvenuto nella Chiesa Parrocchiale di S. Maria di Azzate: “Rigum de Colodris habitantem in Cassinis de Colodris” riporta il parroco nel libro dei battezzati, ripetendo per ben due volte il nome Collodri.
Ottantonove anni più tardi, il 22 Settembre 1657, Guseppe Collodri giura fedeltà al feudatario Alfieri e non vi è più dubbio che Collodri è il suo cognome.
Questo contrasta con quanto fu sostenuto con molta convinzione dal maestro Attilio Baratelli che nel suo volume “Brunello” faceva derivare Collodri da colle delle lontre che in dialetto si dice colleudar.
Un altro documento[1] del 3 Febbraio 1548 dice che una vigna sita nel territorio di Brunello e Castronno denominata alle Collodre viene permutata tra Francesco Bossi e Gerolamo Custodi.
Vi fanno coerenza da una parte la strada, dall’altra la Cappella di S. Gerolamo di Azzate, dall’altra gli eredi di Taddeo Bossi di Brunello e dall’altra Gio. Maria e Lazzaro Bossi di Erbamolle. Misura circa 4 pertiche.
Il 5 marzo 1667 la Cascina delle Collodre viene dato a livello a Marco Antonio e Giovanni fratelli Bossi fq. Battistino, con patto di grazia di poterla redimere.
Il 24 luglio 1670[2] Gio. Battista Bossi figlio di Giuseppe acquista dal rev. Gerolamo Campanigo, dei canonici dell’insigne Collegiata di S. Stefano in Brolio di Milano, la Cascina delle Collodre cui fanno coerenza Gio. Battista Bossi, Paolo e fratelli Bossi e da due parti strada, per il prezzo di lire 100.
Il 22 aprile 1676 i beni nella Cascina delle Collodre sono affittati ai consorti Ballerio.
Il 29 luglio 1677 detti beni cadono nel fedecommesso disposto dal nob. Gio. Battista Bossi e toccano al nob. Gio. Stefano Bossi[3].
Casa da massaro alle Collodre nell’ottobre 1762 viene data a livello da Antonio Bossi a Francesco Ballerio. Vi è la descrizione di tutta la casa![4]



DOCUMENTO N. 732

Milano, 24 luglio 1670

Il prete Gerolamo Campaniga, dei Canonici dell’insigne Collegiata di S. Stefano in Brolio di Milano, fq. Francesco abitante in Milano in Porta Nuova nella Parrocchia di S. Bartolomeo, fa retrovendita a Gio. Battista Bossi fq. Giuseppe, abitante in Azzate, della Cascina delle Collodre in territorio di Castronno cui fanno coerenza Gio. Battista Bossi, Paolo e fratelli Bossi e da due parti strada, per il prezzo di lire 100.
La cascina era stata precedente concessa a livello il 5 marzo 1667 a Marco Antonio e Giovanni fratelli Bossi fq. Battistino, con patto di grazia di poterla redimere.





[1] Vedi doc. n. 734.
[2] Vedi doc. n. 732.
[3] Vedi doc. n. 674.
[4] Vedi doc. n. 598.


 

 


CASCINE DI ERBAMOLLE IN TERRITORIO DI AZZATE


DOCUMENTO N. 845

In abbreviaturis Gasparis Bossy olim Mediolani notaris q. Francisci:

4 novembre 1669

Giovanni Battista Bossi fu Giuseppe abitante in Azzate concede una investitura livellaria a Paolo, Pietro e Bartolomeo fratelli Bossi fu Giuseppe abitanti nelle Cascine di Erbamolle territorio di Azzate dei seguenti beni:
-         una casa con corte annessa comprendente una pergola di vite, un morone ed un ciliegio cui fanno coerenza: da una parte Marco Antonio Bossi, dall’altra il locatore come successo al posto di Pietro e Domenico fratelli Bossi, dall’altra strada e dall’altra Giulio Cesare Bossi.
……….
Presenti: Sebastiano Bossi figlio di Gaspare e Gerolamo Bossi fu Francesco entrambi abitanti in Azzate, prenotai di Milano.

Testimoni: Paolo Crespi fu Donato e Donato figlio del detto Paolo entrambi abitanti nelle Cascine di Vegonno, Giovanni Broggini fu Giacomo abitante nelle Cascine di Sant’Alessandro territorio di Castronno.

CAMPO IL VIGNOLO E CAMPO DELLA GERA IN CASTRONNO


DOCUMENTO N. 844

26 agosto 1577

Fin dal 23 aprile 1572 l’illustrissimo don Carlo Visconti aveva dato in locazione a don Paolo Bianchi, che agiva per conto e come procuratore di Alessandro, Battista, Cesare e Francesco tutti suoi fratelli, certi beni siti in Castronno per il fitto di lire 27.8.10 ogni anno per la festa di San Martino.
Detti fratelli si trovano ora insolventi del fitto stabilito.
I beni sono:
- una casa sita in Castronno con orto annesso cui fanno coerenza: da due parti strada, dall’altra il compratore e dall’altra don Gio. Pietro Ghiringhelli;
- un campo detto il Vignolo cui fanno coerenza: da una parte strada, da due parti il compratore, dall’altra Giacomo Bossini di Castronno di pertiche 4 ½.

- un campo detto al Campo della Gera cui fanno coerenza: da una parte il compratore, dall’altra la Chiesa di Sant’Antonio di Azzate, dall’altra don Gaspare Visconti di pertiche 1 ½.

CAMPO DELLA SERRA, CAMPO ALLA BELLA, CAMPO AL PONTEGGIO E SELVA DE CARBOSULIS IN BRUNELLO


DOCUMENTO N. 842

2 maggio 170

Livia Bossi fq. Gi. Battista moglie di Gio. Stefano Bossi, procuratrice generale di suo marito, dichiara che Alessandro, Giovanni, Pietro, Domenico e altro Giovanni tutti consorti Romagnoli e tutti coloro che avessero interesse all’investitura fatta dal fu Stefano e Giuseppe fratelli Bossi in Paolino della Leona detto il Romagnolo il 5 ottobre 1618 con rogito del fu Francesco Bossi notaio di Milano, al quale Paolino succedettero i predetti consorti Romagnoli, non sono più solventi del fitto livellario di due moggi di mistura parte segale e parte miglio, uno staro di fave ed uno staro di castagne, un paio di capponi e due stari di avena.
I beni sui quali grava il fitto livellario sono:
- un campo sito in Brunello detto Campo della Serra di pertiche una cui fanno coerenza: da una parte Vespasiano e Francesco padre e figlio Bossi, dall’altra Battista Ballerio, dall’altra gli eredi di Gerolamo Bossi e dall’altra strada.
- un campo sito in Brunello detto alla Bella di due pertiche cui fanno coerenza: da una parte gli eredi di Filippo e consorti Ghiringhelli, dall’altra la Chiesa di S. Maria di Brunello oppure gli eredi del fu rev. Gaspare una volta rettore della stessa chiesa, dall’altra gli eredi di Gio. battista Bossi di Brunello e dall’altra strada.
- un campo sito in Brunello detto al Ponteggio di pertiche tre cui fanno coerenza: il predetto Vespasiano Bossi e figli, dall’altra gli eredi del rev. Pigoty di presente goduto da Battistino Tamburini, dall’altra gli eredi di Gerolamo Bossi e dall’altra strada.
- un prato sito in Brunello detto alla Bella di pertiche tre cui fanno coerenza: da una parte me notaio infrascritto, dall’altra gli eredi di Gerolamo Bossi, dall’altra la cappella di S. Gerolamo di Azzate, dall’altra gli eredi di Bernardino di Castronno e Pietro e fratelli Tamburini.
- una selva sita in Brunello detta la Selva de Carbosulis di pertiche tre cui fanno coerenza: da una parte gli eredi di Gerolamo Ghiringhelli, dall’altra gli eredi di Gerolamo Bossi, dall’altra Vespasiano e figlio Bossi, dall’altra gli eredi di Filippo e consorti Ghiringhelli, dall’altra gli eredi di Gio. Battista Bossi di Brunello e gli eredi di Gerolamo Bossi.

Actum in sala domus habitationis praefatae donnae constituentis sita in P.O.P.S. Babilae intus mediolani presentibus d. felipe Antonio Beccaria Mediolani notario filio d. Gasparis ibidem Mediolani notarii P.N.P.S. Petri cum Rete Mediolani et d. Alecxandro Burri figlio d. Caesaris P.C.P.S. Mariae Secretae mediolani pronotariis.
Testes J.C. d. Michael Angelus Manzobus fq. D. Antoni P.N.P.S: Petri cum rete mediolani, Stephanus de Ortegha fq. Francisci P.O.P.S. Babilae et Nicolaus Ardinus fq. Joannis P.R.P.S. Euphemiae.

S.T. Joannes Andreas Mazzanonus de Collegio Mediolani notarius f. d. Joannis Baptistae P.N.P.S: Petri cum Rete Mediolani suprascriptus rogatus confecit edidit et pro fide subscripsit.


Antonio della Leona detto Romagnolo
   |
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   |--- Paolino della Leona detto Romagnolo
   |     Il 5 ottobre 1618 unitamente ai suoi fratelli ottiene a livello alcuni beni siti in
   |    Brunello dai fratelli Gio. Stefano e Giuseppe Bossi[1].
   |
   |--- Andrea Della Leona
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   |--- Francesco della Leona




Antonio Romagnoli
   |
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   |--- Alessandro di Brunello
         Sp. 7.2.1674[2] Maddalena Datone f. Gerolamo di Azzate.
         Nel 1708 Livia Bossi, come procuratrice di suo marito Gio. Stefano Bossi,
         apprende alcuni beni siti in Brunello che erano già stati dati a livello ad
         Alessandro, Domenico, Gio. Pietro e Giovanni consorti Romagnoli[3].


Domenico Romagnoli
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   |
   |--- Pietro Maria Romagnoli di Brunello.
         Il 3 novembre 1689 ottiene a livello da Andrea Bossi fq. Domenico abitante
         in Erbamolle una casa nella Cascina delle Collodre per il fitto di lire 8 e un
         paio di pollastri a S. Martino di ciascun anno[4].

Paolo Romagnoli altre volte di Brunello e ora di Azzate.
   |
   |
   |--- Angela Romagnoli
         + Azzate 10.2.1704



Francesco Romagnoli
   |
   |
   |--- Francesco di Brunello
         Sp. 28.1.1717 Angela Maria Castelnuovo f. Paolo abitante in Vegonno.






Giovanni Romagnoli
Nel 1722 risulta essere affittuario di una casa in Brunello di Giuseppe Ballerio al
quale paga lire 20 d'affitto.
Nel 1722 è livellario in Brunello di 3 pertiche di vitato di Carlo Alberto Alemagna
al quale paga lire 6 di livello.


Domenico Romagnoli
   |
   |
   |--- Pietro Romagnoli
         Nel 1709 Gio. Stefano Bossi fq. altro Gio. Stefano gli concede a livello il
         Campo della Serra di pertiche 1, il campo alla Prelle di pertiche 2, una vigna
         al Ponteggio di pertiche 5, un campo alle Prelle di pertiche 3, una vigna al
         Montirolo di pertiche 3. (Vedi doc. n. 986).
         Nel 1722 risulta essere livellario di 7 pertiche di vitato aratorio in Brunello
         di Gio. Stefano Bossi al quale paga i staro di frumento e 11 stari di mistura
         di livello.



Giovanni Romagnoli
   |
   |
   |--- Domenico Romagnoli
         Nel 1709 Gio. Stefano Bossi fq. altro Gio. Stefano gli concede a livello il
         Campo della Serra di pertiche 1, il campo alla Prelle di pertiche 2, una
         vigna al Ponteggio di pertiche 5, un campo alle Prelle di pertiche 3, una
         vigna la Montirolo di pertiche 3. (Vedi doc. n. 986).
         Nel 1722 risulta essere affittuario di una casa in Brunello di Angelo
         Domenico Ghiringhelli al quale paga lire 25 d'affitto.
         Nel 1722 risulta essere livellario in Brunello di 7 pertiche di vitato aratorio
         di Gio. Stefano Bossi al quale paga 1 staro di frumenti e 11 stari di mistura
         di livello.





Gio. Battista Romagnoli
   |
   |
   |--- Giuseppe abitante in Brunello.
         Il 29.11.1792 viene investito dai fratelli Antonio Francesco e Gio. Battista
         Bossi dei seguenti beni siti in Brunello: le Prelle, la Sera, il Mattarù ed il
         Pontaccio per il fitto annuo di lire 53. (Vedi doc. n. 731)



DCUMENTO N. 843

16 giugno 1708

Giovanni Tibiletti pubblico servitore del Comune di Milano fu Giacomo abitante in Azzate in vigore ed in esecuzione del precetto esecutivo di apprensione emanato dai signori Consultori di Giustizia di Milano in favore di Livia Bossi, procuratrice generale di Gio. Stefano Bossi suo marito in pregiudizio di Alessandro e consorti Romagnoli dell’8 giugno 1708 il cui tenore è il seguente. “Venerdì 8 giugno 1708 di mattina. Gli egregi giureconsulti Consultori di Giustizia di Milano poiché fece istanza Livia Bossi moglie e generale procuratrice di Gio. Stefano Bossi suo marito, diedero incarico a Giovanni Tibiletti servitore di recarsi con un anziano od il console intenditori del luogo con i prenotai, con i testimoni e con quante altre persone opportune e necessarie per apprendere gli infrascritti beni di Alessandro, Domenico, Giovanni, Pietro e altro Giovanni tutti consorti Romagnoli dei quali fu investito nell’anno 1618 Paolino Romagnoli detto della Leona”.

Actum in petia terrae campi sita in territorio dicti loci Brunelli ubi dicitur il Campo della Serra primo loco descripto in suprascripto precepto presentibus d. Josepho Bossio fq. D. Gasparis et d. Petro Andrea Bossio filio dicti d. Josephi habitantibus in loco Aciati dictae plebis Varisy ducatus Mediolani pronotarys.
Testes Jo. Angelus Balerius fq. Hieronimi, Antonius Balerius fq. Dominaci et Joannes Tamburinus fq. Petri omnes habitantes in dicto loco Brunelli omnes noti et idoei.

S.T. Ego Sebastianus Bossius publ. apostl. imper. aucotoritatibus Mediolani notarius fq. D. Gasparis olim publici Mediolani notaris habit. in loco Acciati plebis Varisy ducatus Mediolani suprascriptum instrumentum rogatus confeci edidi et in fide subscripsi.





[1] Vedi documento n. 965.
[2] “7 febbraio 1674. Alessandro Romagnolo figlio di Antonio della cura di Brunello ha contratto il matrimonio con Maddalena Datone figlia di Hieronimo alla presenza et interrogazione di me prete Giovanni Orlando curato coadiutore di Azzate, essendo pur anche presenti per testimoni Stefano Orlando, Melchion Tibiletti et Hieronimo Mantico. Le pubblicazioni sono state fatte in tre giorni di festa continui tanto in brunello quanto in Azzate adì 28 genaro, 2 et 4 febraro né è stato opposto alcun impedimento”. (A.P.A.).
[3] Vedi documento n. 54.050.
[4] Vedi documento n. 993.


SELVA DETTA IL ROGORE' IN TERRITORIO DI CASTRONNO


Paolino Ballerio f. Carlo.Il 7.11.1697 vende a Gio. Stefano Bossi la selva detta il Rogoré in territorio di Castronno. Lo stesso giorno ottiene a livello la selva (Vedi doc. n. 761).Sp. a) Antonia Ferrari: b) Antonia Scolastica f. Giovanni.

   |  
   |
   |--- Carlo Francesco Ballerio
   |
   |--- Michele Ballerio
        Sp. Anna Maria Martignoni.
        Abitante nella Cascine delle Collodre. Il 7.11.1697 ottiene a livello la selva detta il Rogoré in
         territorio di Castronno (Vedi doc. n. 761).
        Nel 1722 risulta essere livellario di 6 pertiche di vitato aratorio in Brunello di Gio. Stefano
        Bossi al quale paga 2 stari di frumento e 4 stari di mistura di livello.


DOCUMENTO N. 761

Azzate, 7 novembre 1697

Paolino Ballerio fq. Carlo, abitante nelle Cascine delle Collodre in territorio di Castronno, in comunione con Antonia Scolastica fq. Giovanni sua moglie, col consenso dei loro figli Carlo Francesco e Michele, vende a Gio. Stefano Bossi fq. Carlo Antonio, abitante in Azzate, una selva detta al Rogoré sita in territorio di Castronno cui fanno coerenza da tre parti il J.C. Giuseppe e fratelli Alemagna e dall’altra Francesco Maria Ballerio  di pertiche 3 per il prezzo di lire 110.
La stessa selva viene quindi investita a livello ai predetti consorti Ballerio venditori per lire 5.10 annue, incominciando da S. Martino 1698.


DOCUMENTO N. 841

1731 13 novembre in Azzate.
Essendo che nell’anno 1719 il fu Michele Ballerio figlio del q. Paolo sia divenuto al ristretto dei conti dei fitti livellari decorsi dalla festa di S. Martino 1718 retro per i beni tenuti a titolo di livello di ragione del Signor Gio. Stefano Bossi secondo si contiene nell’istrumento dell’investitura livellaria rogata dal fu Signor Gaspare Bossi sotto il 22 aprile 1676, nel quale ristretto dei conti resta debitore il detto Ballerio verso detto Signor Dottor Bossi di lire 666 con promessa di fargliene il pagamento, e come di detto ristretto ed obbligo appare da pubblico istrumento rogato dal fu causidico collegiato Francesco Isella notaio di Milano sotto il giorno 18 aprile  1719 suddetto a cui.
Ed essendo che in agosto prossimo scorso sia morto il detto Michele Ballerio e che Antonia Ferraria di lui madre sia continuata e continui nella tenuta di detti beni livellari per la manutenzione del qual livello e pagamento dei fitti la medesima Antonia si obbligò unitamente con detto suo figlio nel detto istrumento del ristretto dei conti dell’accennato giorno 18 aprile 1719.
Ed essendo che in oggi si sia fatto nuovo ristretto dei conti sopra i fitti livellari decorsi dalla detta festa di S. Martino 1718 in avanti, nel qual conto e ristretto il detto signor dottor Bossi sia rimasto in credito di altre lire 233 le quali insieme con le altre lire 666 fanno la somma di lire 899 per compimento di detti fitti maturati dalla festa di S. Martino prossima passata retro.
Ed essendo che vendendosi estinto e finito il detto contratto di livello con la morte del detto fu Michele, perciò la detta Antonia abbia pregato il medesimo signor dottor Bossi a volerle dare in affitto semplice i medesimi beni descritti in detta investitura livellaria sotto lo stesso fitto convenuto in detto istrumento di investitura livellaria con promessa di sanare il detto debito della cennate lire 899 come sopra, il che non abbia ricusato di fare il detto signor dottor Bossi per far cosa grata a detta donna, e perciò si sia divenuto alla presente in vigore della quale.
La detta Antonia Ferraria vedova lasciata dal detto fu Paolo Ballerio facendo le cose infrascritte anche come erede del detto fu Michele di lei figlio abitante nella Cassina delle Collodre pieve di Varese ha affermato ed afferma d’essersi residuato il credito di detto signor dottor Bossi alla soprascritta somma di lire 899 per fitti livellari come sopra decorsi, promettendo perciò, come ha promesso e promette sotto obbligo della sua persona e beni lasciati dal detto suo figlio per pegno al detto signor dottor Bossi presente, e che accetta senza però recedere dalla anteriorità e potionità (sic) di sue ragioni procedenti dagli enunciati istrumenti e senza minima nonazione, dare e pagare e che darà e pagherà al detto signor dottor Bossi le soprascritte lire 899 dovutegli per resto di detti fitti come sopra, e ciò rimossa ogni eccezione e sotto reffezione.
Di più il medesimo signor dottor Bossi ha investito ed investe detta Antonia Ferraria ed anche Anna Maria Martignona vedova lasciata del detto fu Michele di tutti i medesimi beni descritti nel detto istrumento di livello, e ciò a titolo di fitto semplice dando e pagando le dette due donne, come promettono di dare e pagare al detto signor dottor Bossi il medesimo fitto convenuto in detto istrumento di livello insieme con gli appendizi ivi enunciati, qual promessa viene stipulata dalle dette donne in solidum cosicché in solidum, e con le dovute rinunce, per il pagamento del detto fitto, e ciò rimossa ogni eccezione, e sotto reffezione.
Qual locazione dovrà durare per un anno prossimo incominciando dalla prossima scorsa festa di S. Martino sino all festa di S. Martino del futuro anno 1732.
E la presente si dovrà ridurre anche a pubblico istrumento con le opportune solennità ad ogni richiesta del detto signor dottor Bossi per sua maggiore cauzione, promettendo ambe le parti come promettono di attendere, osservare, ed eseguire quanto sopra rimossa ogni eccezione e sotto mutua reffezione, e in fede.
Sottoscritto Gio. Stefano Bossi
Sottoscritto io rev.do Antonio Maria Cattaneo a nome e per commissione della detta Antonia Ferraria ed Anna Maria Martignona presenti le quali per non saper scrivere come hanno detto, mi hanno pregato di firmare in loro nome, e perciò mi sono sottoscritta e fui presente per testimonio.
Sottoscritto io Giovanni Cabrio fui presente per testimonio.
Sottoscritto io Giovanni Bossi fui presente per testimonio.

Adì 19 novembre 1731



Inventario dei mobili che si ritrovano presentemente nella Cassina detta delle Collodre di ragione del nobile signor dottor Gio. Stefano Bosso, qual mobili sono di ragione di Anna Ferraria e sono li seguenti cioè:

nella cantina:
-         una tina di tenuta di brente 12 circa con un cerchio di ferro;
-         un vassello di tenuta brente 12 circa con due cerchi di ferro;
-         altro vassello di brente 6 circa con quattro cerchi di ferro;
-         altro vassello di brente 3 circa con due cerchi di ferro;
-         altro vassello di brente 2 circa cerchiato di legno;
-         una navazza;
-         due calastre;
-         una pidria;
-         una brenta.

Nella cucina:
-         un pairolo di rame di tenuta secchie numero 5;
-         un caldaro di tenuta una secchia;
-         una padella di rame;
-         una stadera;
-         una sigù;
-         falcette numero 5;
-         un falcino;
-         una resseca;
-         una catena da fuoco;
-         una secchia cerchiata di ferro;
-         una peltrera;
-         una panera molto logora.
-         Ed una cassa logora.

Nelle camere si trovano tutti li panni di donne, sacchi, letti, lettere ed altri utensili.
Un carro masserizio quasi nuovo con tutti i suoi finimenti ed attrezzi masserizi.




MONASTERO DI S. CATERINA DELLA RUOTA DI MILANO


DOCUMENTO N. 840

Illustrissimo signor mio,
                                        questa mattina sono stato al Monastero di Santa Cattarina della Ruota a velare una monaca. Quelle madri mi hanno significato che domani riproporrà in Senato una loro causa che hanno col Pandino sopra certa pretesa falsità di un fedecommesso sopra certi beni dell’eredità Bibiana, dai quali il Monastero ne è in passato da quarant’anni e più sono; e che il Pandino non contento che si conosca la causa della pretesa falsità, voglia anche eccedere i limiti di essa ed entrare nel possesso e farsi anche che di fatto sia passato qualche ….; et perché nel primo capo della falsità le monache sono attrici, passa bene che si determini il giudizio dove e cominciato, ma volendo poi entrare detto Pandino nel possessorio come attore, dovrà convenire il Monastero avanti il suo giudice competente che è l’Arcivescovado.
Supplico però V.S. illustrissima per onorare la mia osservanza di aver raccomandata questa causa per giustizia e operare che non si eccedano i limiti della competenza dell’uno e dell’altro foro, come spero della singolare pietà di tutto l’eccellente Senato, a cui e a Vostra Signoria illustrissima resterò obbligatissimo che si abbia la considerazione che si deve delle ragioni del suddetto Monastero, mentre per fine le bacio riverentemente le mani.
Dall’Arcivescovato il 26 novembre 1651.

(Segue la risposta in latino. Non si fa riferimento ai Bossi).