martedì 24 maggio 2016

TORRIANI NICOLAO AURELIO CONTE FEUDATARIO DI AZZATE E DOBBIATE


Bartolomeo Torriani
n. 1505
Dei maggiorenti di Mendrisio.
Sp. nob. Faustina Trevano di Como.
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   |--- Aurelio Torriani
   |     n. 1550
   |     Sp. nob. Barbara Della Torre f. Nicolao
   |     + 1637
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   |         |--- Giulia Torriani
   |         |      n. 1576
   |         |      Sp. 1602 il medico Ferdinando Solari.
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   |         |--- Bartolomeo Torriani
   |         |      n. 1578 + 1661
   |         |      Sp.  Lucrezia della Porta
   |         |      +1633
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   |         |          |--- Aurelio Torriani
   |         |          |      n. 1608
   |         |          |      + nubile 1629
   |         |          |
   |         |          |--- Veronica Torriani
   |         |          |      n. 1610
   |         |          |      Sp. 1631 Gerolamo Visconti di Busto.
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   |         |          |--- Bartolomeo Torriani
   |         |          |      n. 1612
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   |         |          |---Barbara Torriani
   |         |          |     n. 1614
   |         |          |     Sp. 1696 Gio. Pietro Visetti di Mendrisio.
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   |         |          |--- Elisabetta Torriani
   |         |          |      n. 1617
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   |         |          |--- Atonia Torriani
   |         |                 n. 1622
   |         |                 Sp. 1643 lo spagnolo Nicolò Vigliaeis.
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   |         |--- Gio. Pietro Paolo
   |         |     n. 1581
   |         |
   |         |--- Nicolao Torriani
   |               n. 1585
   |               Sp. Caterina de Pozzi. I coniugi morirono probabilmente all’estero.
   |                   |
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   |                   |--- Carlo Torriani
   |                   |      n. 1620
   |                   |      Sacerdote canonico d’Isola sul Lago di Como.
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   |                   |--- Bartolomeo Torriani
   |                   |      n. 1625
   |                   |      Trasmigrato a Milano.
   |                   |      Sp. incognita.
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   |                   |           |--- Bartolomeo Maria Torriani
   |                   |           |      Frate agostiniano a Milano.
   |                   |           |
   |                   |           |--- Giuseppe Maria Torriani
   |                   |                  Frate domenicano a Vigevano.
   |                   |
   |                   |--- Francesco Antonio Torriani
   |                   |     n. 1631
   |                   |     Trasmigrato a Lione.
   |                   |     Sp. incognita.
   |                   |         |
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   |                   |         |--- Carlo Giuseppe Torriani
   |                   |         |     Trasmigrato a Marrani in Toscana.
   |                   |         |
   |                   |         |--- Gio. Battista Torriani
   |                   |               Trasmigrato a Davodola dove si estinse il suo ramo nel 1780.
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   |                   |--- Caterina Torriani
   |                   |      n. 1633
   |                   |      Sp. a Milano Vincenzo Ferrario di Vigevano.
   |                   |          |
   |                   |          |
   |                   |          |--- Anna Maria Ferrario[1]
   |                   |                Sp. conte Federico Confalonieri.
   |                   |
   |                   |--- Francesco Torriani
   |                         n. 1635
   |                         Trasmigrato a Milano.
   |                          Fu banchiere e si fece assai ricco. Morto assassinato o per infortunio
   |                          a Milano nel 1700.
   |                         Sp. nob. Atonia Forni.
   |                         + 1739
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   |                             |
   |                             |--- Anna Maria Torriani
   |                             |      Monaca domenicana nel convento della Vittoria a Milano col
   |                             |      nome di Marianna Gertrude.
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   |                             |--- Barbara Lucrezia Aurelia Torriani
   |                             |     Monaca domenicana nello stesso convento col nome di Atonia
   |                             |     Marianna.
   |                             |
   |                             |--- Nicolao Aurelio Torriani
   |                                   n. 1680
   |                                   Conte feudatario di Azzate e Dobbiate[2].
   |                                   Tornato a Mendrisio col ricco patrimonio del padre, fabbricò il
   |                                    palazzo che, da lui morto nubile nel 1732, ereditarono i suoi
   |                                    parenti Confalonieri che, a loro volta, lo vendettero ai Pollini.
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   |--- Gio. Maria Torriani
   |      n. 1551
   |      Monaco domenicano nel Convento di S. Giovanni Maggiore di Como col nome
   |     di padre Costanzo di Vedano nel 1569.
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   |--- Gio. Paolo Torriani
   |      n. 1552
   |      Monaco nello stesso convento col nome di Pietro martire.
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   |--- Giuliano Torriani
          n. 1553
          Sp. 1573 nob. Giovanni Castiglioni di Vedano.




52.
Investitura.
1712 giugno 14, Presburg (Bratislava)
Carlo VI d'Asburgo imperatore in seguito alla morte di Francesco Alfieri conte di Azzate e Dobbiate, senza eredi maschi, investe Nicolò Aurelio Torriani del feudo di Azzate e Dobbiate col titolo di conte e con i diritti connessi per lui e per i discendenti maschi in perpetuo, col diritto in caso di morte senza eredi maschi di nominare il proprio successore del feudo.
Sigillo pendente in carta su ostia.
Originale.
Allegati:
A. 1712 settembre 9. Carlo VI conferma la facoltà concessa a Nicolò Aurelio Torriani di nominare in caso di morte senza eredi maschi il suo successore nel feudo e nel titolo di conte il conte Confalonieri e i suoi discendenti. Sottoscrizione: Belingerius. Sigillo aderente in carta su ostia. Originale. Atto singolo cart.; mm. 385x285; c. 1.
B. Copia autentica dell'allegato precedente. Segue fede di notariato del notaio autenticante Antonio Maria dei Capitani di Vimercate. Sigillo aderente in carta su ostia. Copia autentica. Atto singolo cart.; mm 290x197; c. 1
Atto singolo membr.; mm 296x205; cc. 6
segnatura: Carte Biglia, 53


(Estratto da Internet: Inventario carte Biglia)

In precedenza il feudo di Azzate era stato ripreso dalla Camera per morte del conte Giovanni Andrea Alfieri, rimasto senza discendenza maschile. Con diploma imperiale di Carlo VI, datato 14 giugno 1712, interinato il 9 settembre successivo, fu investito del feudo di Azzate Nicolò Torriani, col titolo di conte per soli discendenti maschi primogeniti e, in mancanza, per persona da nominarsi da lui e per discendenza maschile primogenita di quella.
Nel 1724 ci fu apprensione per morte del conte Nicolò Torriani, rimasto senza discendenza, e successiva reputa fatta dal conte Ansperto Gonfalonieri nominato a succedergli.
Con atto rogato il 18 settembre 1737 dal notaio camerale Filippo Dalmati, il feudo di Azzate fu acquistato dal segretario del Senato, Giulio Antonio Biancani, col titolo di conte sempre per soli discendenti maschi primogeniti. Pochi anni dopo il feudo ritornò alla Camera in quanto il Biancani fu condannato nel 1746 alla pena capitale, tramite decapitazione, per il reato di fellonia.
L’8 luglio 1748, con atto rogato dal notaio camerale Filippo Dalmati, fu investito del feudo il segretario Giampaolo Mollo, per soli discendenti maschi primogeniti e coll’esonero dal pagamento del prezzo. Fu l’ultimo feudatario di Azzate, in quanto, circa quarant’anni dopo, furono aboliti i feudi e tutti i diritti ritornarono allo Stato[3]




[1] Famiglia originaria di Vigevano, che ha per capostipite un ANDREA, padre di GIOVANNI FRANCESCO, VINCENZO e GABRIELE. Il secondo di questi, Vincenzo, per istrumento 25 settembre 1685 del notaio camerale Francesco Vallotta di refuta fatta alla Regia Camera dal conte Gemiamo Moroni Stampa, e per altro del 28 settembre dell’anno medesimo, veniva investito del feudo di Colnago per sé, e, dopo la morte sua, pel conte Federico Confalonieri, marito della figlia di lui Anna Maria, con trasmissione primogeniale maschile e per femmina per una sol volta. Con Anna Maria e con Maria Caterina, sua sorella, andata sposa nel 1677 al conte Teodoro Terzaghi, ebbe termine questo ramo dei Ferrario.

[2] Conte di Azzate e Dobbiate a titolo gratuito per diploma dell’imperatore Carlo VI nell’ottobre 1712.

[3] E: CASANOVA,  pag. 12.

domenica 22 maggio 2016

TRIBUNA GENTILIZIA BOSSI NELL'ORATORIO DI SAN LORENZO AL CASTELLO DI AZZATE



Il conte Luigi Bossi patrono rinnovava nel 1791 la tribuna rovinata dalla vecchiaia su un’area propria.



La cappella fu rimaneggiata internamente negli anni della costruzione della villa e ad essa intimamente collegata grazie ad un lungo corridoio che dal cortile conduce, lungo l'ala occidentale del cannocchiale, ad una tribuna, posta di fronte all'altare, rinnovata dal conte Luigi Bossi nel 1791, secondo l'iscrizione in essa riportata[1].



 TRIBUNA GENTILIZIA BOSSI NELLA CHIESA PARROCCHIALE DI BODIO

La tribuna gentilizia fatta costruire dalla nobile famiglia Bossi di Bodio in quella chiesa parrocchiale aveva lo scopo di mantenere una certa distanza tra coloro che a quei tempi erano detti i signori e il popolo minuto costituito per la maggior parte da contadini.
Si voleva rimarcare in questo modo che vi era una bella differenza tra nobili e plebei e nemmeno davanti a Dio la diversità di rango veniva meno.
Ci volle tutta l’autorità del cardinal Idelfonso Schuster, arcivescovo di Milano, per togliere quello che era evidentemente uno strapotere anacronistico della famiglia Bossi e risuonarono perentorie le sue parola in occasione di una sua visita pastorale a Bodio: “Cari signori Bossi il medioevo è finito ed è giusto che i nobili scendano in mezzo al popolo ad ascoltare la Santa Messa con somma edificazione mentre non porterà alcun frutto si vi ostinerete a  rimanere lassù”.
E fu così che i Bossi lasciarono un po’ a malincuore quel luogo privilegiato che era stato fortemente voluto e mantenuto fino a quell’epoca.
La tribuna gentilizia nella chiesa parrocchiale non era molto antica e risaliva probabilmente al 1866, quando il dottor Giuseppe Bossi figlio del fu Galeazzo vendette una porzione della vigna arativa situata nel luogo di Calcinate del Pesce dove si diceva alla Corsia al cavalier Andrea Ponti, proprio per far fronte alle spese della sua costruzione.

Gerolamo Triacca
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   |--- Francesco Triacca di Calcinate del Pesce.
         Il 12 febbraio 1725 vende a D. Gio. Angelo Bossi fu D. Ulisse di Bodio una vigna
        arativa situata nel luogo di Calcinate del Pesce dove si dice alla Corsia cui fanno
        coerenza da una parte il compratore, dalle altre due la chiesa parrocchiale di
        Morosolo e dall’altra la strada, di pertiche 4 anche zerbido oltre la siepe verso il
        Riale per il prezzo di lire 350.

(Estratto dall’archivio di donna Antonietta Bossi, elenco n. 38).



ELENCO N. 38

Adì 12 febbraio 1725
Istrumento di vendita libera fatto da Francesco Triacha della terra di Calcinate del Pesce.
In nomine Domini anno a nativitate eiusdem millesimo septingentesimo vigesimo quinto, indictione terzia, die lunae duodecimo mensis february.
Franciscus Triacha fq. Hieronimi habitans in loco Calcinati Piscium plebis burgi Varismi ducatus Mediolani.
Volontarie.
Et omnibus modo.
Fecit et facit veditionem rìet datum ad proprium domino Johanni Angelo Bossio fq. D. Ulissys abitanti in loco Body plebis dicti burgi Varismi presente, ementi et acceptantis pro se, et suis.
Non recedenti tamen a quibuscuis eius juribus et actionibus potioribus, et anterioribus sibi quivismodo competentibus et compstituris.
Sed ea omnia sibi leticanti (?) sana, salva, illesa et intacta prout erant, et esse poterant ante paesens instrumentum etiam de espresso consensu dicti venditionis presentis.
Nominative de petia terra vinea arativa sit. In territorio dicti loci Calcinati, ubi dicitur alla Corsia, cui coheret ad una parte dicti domini emptoris, ab aliis duabus parochialis ecclesiae loci Morsoli, et a balia strata, perticarum quatuor ultra tamen zerbidum extra scepem versus Riale.
Salvo errore coherentiarum.
… cum solemnibus teneore, cessione jurium et actionum, translatione dominii in rem propriam, positione in sui locum, er statum ac promissione, et obbligatione manutenendi et deffendendisque in forma communi, et hiuris et cum aliis clausolis.
Quam venditionem pro pretio librarum tercentum quinquaginta imperialium.




[1] SANTINO LANGE' - FLAVIANO VITALI, Ville della Provincia di Varese, Lombardia , Rusconi Immagini, Milano,
  1984