Bisogna dire che in Val Bossa la raffigurazione del
bue è molto frequente: lo ritroviamo per lo più affrescato su edifici sacri e
profani ed anche scolpito su vari elementi architettonici.
La scultura realizzata dall’artista Giorgio
Bernasconi nel 2011 si è ispirata ad un antico stemma della nobile famiglia
Bossi che era servito alla Pro Loco di Azzate per impreziosire la sua carta da
lettere ed assumerlo a quello che oggi chiameremmo il logo.
Siamo quasi certi che il bozzetto venne realizzato
dal pittore azzatese Giuseppe Triacca, così come aveva realizzato lo stemma di
prevosto quando don Angelo Cremona venne scelto nel 1951 per guidare il
vicariato foraneo.
Quando venne creata la piccola aiuola spartitraffico
davanti all’ingresso del Palazzo Municipale all’inizio della Via Volta, si
volle in qualche modo intitolare la scultura appositamente realizzata a quel
bue che ricorreva così frequentemente nelle nostre zone che storicamente
venivano denominate come Insubria e la cui massima espressione è racchiusa nell’intitolazione
dell’Università degli Studi di Varese.
Azzate, che era stato il centro più importante della
Val Bossa e si eleva in modo eminente sui colli dell’Insubria, come recita un
breve passo della narrazione fatta dallo storico ….., aveva il suo monumento
celebrativo con uno dei suoi simboli più rappresentativi.
I parrocchiani del Vicariato di Azzate augurano al
suo nuovo pastore tutti quei pregi che sono caratteristici del bue sul quale
vegliano protettrici la fede, la speranza e la carità simboleggiate nelle tre
stelle che brillano incielo.
“Cognovit bos possessorem suum”. Il bue è così
intelligente che può riconoscere il suo proprietario e questa sua capacità
viene messa in risalto per aumentare altre sue virtù che sono universalmente
riconosciute come la pazienza, la laboriosità, la sottomissione, la docilità,
ecc.
Gianbattista Capretti, Ernesto Colli e Giorgio Bernasconi. |
Stemma del Prevosto di Azzate. |
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