TESTAMENTO DI MONS.
LUIGI BOSSI, canonico ordinario e teologo del Duomo di Milano, dottore in
sacra teologia dell’una e dell’altra legge, fu D. Gerolamo (fratello di D. Gio.
Stefano e D. Antonio, cavaliere di Santo Stefano che morì in battaglia contro i
Turchi), abitante nel Palazzo Arcivescovile di Milano.
Dispone che il suo cadavere sia sepolto in Duomo con la
pompa funebre che si suole usare agli altri ordinari del Duomo.
Ricorda di essere creditore nei confronti di suo fratello D.
Gio. Stefano di 1.000 scudi a seguito della sua rinuncia e donazione della
possessione di Robecchetto, della casa e bottega presso San Marcellino in Porta
Comasina. Detto credito lo destina come legato al Luogo Pio della Misericordia
di Milano, con l’obbligo di far celebrare in San Marcellino delle messe.
Lascia alla Sagrestia degli ordinati del Duomo le sue
“residenze” (effetti personali?) più un bacile, un boccale e un calice con
patena tutti d’argento, i suoi rocchetti (tranne due che saranno conservati a
sua sorella D. Angela Margherita monaca nel Monastero di San Michele sopra il
Dosso di Milano), i camici e due quadri raffiguranti San Tommaso d’Aquino e San
Francesco, con l’obbligo per detta Sagrestia di far celebrare un ufficio da
morto ogni anno in Duomo con l’elemosina di lire 12 per ufficio ai curati, più
una messa da celebrarsi da uno degli Ordinari nello scurolo con l’elemosina di
lire 3.
Lega ai reverendi Padri della Compagnia di Gesù residente
nella casa professa di San Fedele di Milano tutti i suoi libri più 100 scudi
perché preghino per l’anima sua.
Ordina la celebrazione di una messa nella Chiesa di San
Marcellino subito dopo la sua morte più altre 12 con l’elemosina di lire 100.
Lega a Carlo Longhi fu Battista, nipote del prete Luigi
Longhi che per molti anni sbrigò i suoi affari con fedeltà e amore, scudi 50
quando si farà professo.
A suo fratello D. Gio. Stefano, oltre la rinuncia e
donazione già fatta dei suoi beni patrimoniali, in segno di memoria e amore,
lega i suoi mobili esistenti nella casa da nobile di Robecchetto. In più, se ci
sarà, lega il suo cavallo con i finimenti e le gualdrappe.
Di tutti gli altri beni che si dovessero ritrovare dopo la
sua morte, istituisce erede universale il Monastero delle Monache di San
Michele sopra il Dosso di Milano, con l’obbligo di far celebrare un ufficio nell’anniversario
della sua morte più tre messe basse ogni anno, ordinando che a questo
fine, tale obbligo sia scritto su una
tavoletta di marmo da porsi nel muro del coro delle monache per maggior
memoria.
Specifica quindi i redditi che compongono la sua eredità:
-
la casa in Monforte;
-
un reddito sopra la ferma del sale di lire 280 ogni
quattro mesi che rende ogni anno lire 840;
-
un reddito sopra la dogana di lire 89 ogni tre mesi che
rende ogni anno lire 359;
-
un reddito sopra il prestino di Porta Vercellina di
lire 79 ogni tre mesi che rende ogni anno lire 318;
-
una casa situata in Monforte di Milano contigua alla
casa del Signor Dottor Carlo Senago:
Dona alla Pia Casa di Santa Sofia, di cui è deputato, lire
300. Erogatari di questa sua disposizione costituisce il M.R. mons. Magenta
arciprete del Duomo, mons. Ludovico Pirovano ordinario dottore prebendato del
Duomo e il signor Baldassarre
Castelbesozzo dottore collegiato di Milano suo cugino e il M.R. Gerolamo
Bossi canonico di San Nazaro di Milano.
Avendo poi prestato al Luogo Pio della Misericordia di Milano
un capitale dal quale si ricavano ogni anno lire 30, queste saranno pagate al
curato di San Marcellino di Milano per la celebrazione d’un annuale per la
famiglia Bossi.
Con un altro prestito fatto ai rev. Padri del Carmine di
Milano si ricaverà una somma de destinarsi alla celebrazione di un ufficio da
morto ogni anno per la famiglia Bossi.
In cambio delle sue prestazioni con il Luogo Pio della
Misericordia si farà ogni anno per la festa della Concezione della Beata
Vergine Maria l’elemosina di lire 20 alla Casa Pia di Loreto presso San Fedele
da distribuirsi ai poveri vergognosi della città.
Per altre prestazioni date al Pio Luogo della Misericordia
si darà ogni anno per la festa di Sant’ Ambrogio lire 15 ai Vecchioni del
Duomo.
Per altre prestazioni con i rev. Padri di Santa Maria
Segreta di Milano si celebreranno un ufficio da morto ogni anno più quattro
messe nel giorno dell’anniversario della sua morte.
Per altre prestazioni con i suddetti Padri si darà al curato
di S. Marcellino lire 20 ogni anno nel mese di luglio per la celebrazione d’un
annuale per compimento delle disposizioni del fu Bernardo Bossi, suo zio.