martedì 6 marzo 2018

VIA RENATO COLLI DI GIORGIA TOSO



L’azzatese Giorgia Toso, allieva della Civica Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano con il suo articolo Passi del marzo 2005, su richiesta da Radio Popolare che commemorava il sessantennale della Resistenza, rievocava il partigiano Renato Colli di cui è intitolata una via del nostro paese.
“ Io non c’ero durante la resistenza, non ero ancora nata e quindi non c’ero. Io non c’ero, ma ci sono oggi. Io non c’ero, ma ci sono nei racconti di allora che ascolto oggi, quindi è come se ci sono allora e ci fossi oggi; come quando passeggio per il mio paese, imbocco una via e so che sto camminando in via Renato Colli e che lui Renato Colli è stato prima di tutto azzatese come me, e poi partigiano, c’è scritto sul cartello: via Renato Colli (e un po’ più in basso, sopra una strisciolina blu) partigiano. Chi sa se anche lui avrà percorso questa strada? Via Renato Colli, sarà mai stata percorsa da Renato Colli? Si tratta di una strada piuttosto importante: unisce la Provinciale al cuore del paese. Io non c’ero, come posso sapere se lui abbia mai percorso questa strada? Non sono una testimone del suo passaggio: non sono una portatrice di testimonianze di chi è stato testimone. I miei percorsi di testimonianza attraversano vie, piazze, racconti, lezioni, libri come La ragazza di Bube o Il sentiero dei nidi di ragno. Si, quest’ultimo mi è piaciuto in modo particolare e dopo averlo letto mi sono chiesta: ma poi quanta gente avrà camminato su quel sentiero? E in che modo? Come io cammino per le vie del mio paese o come? Penso che i passi si differenzino dai tragitti e dalle intenzioni nel percorrerli. Immagino quel sentiero di resistenza percorso con straziante quotidianità da passi che hanno sfidato la neve, il fango, il vento, la pioggia piove. Passi in stivali, passi in sandali, passi scalzi, passi in zoccoli, zoccoli. Passi veloci, passi corridori, passi furtivi, passi vigili, passi nascosti, passi bui, buio. Passi affaticati, passi assonnati, passi stanchi, passi per resistere. Passi per resistere alla quotidianità che aspetta l’azione, la vera azione, quella che tutti ricordano, quella che i più si aspettano, quella grazie alla quale chiamano una via col tuo nome: morire, ecco l’azione più evidente: morire o almeno scomparire sulle montagne, dietro una collina. Andarsene facendo passi di resistenza, resistenza alla fame, al freddo alla malattia, alla lontananza, alla paura. Passi che hanno resistito all’assenza dell’amico, della famiglia, dell’affetto, del sorriso. Passi che anche alla presenza del nemico hanno continuato su quel sentiero fangoso. Passi in punta di piedi, passi di traverso. Passi guidati da bussole, passi guidati da bossoli. Passi sudati, passi feriti, passi insanguinati, sangue. Passi decisi, determinati, sicuri, convinti. Passi che si incontrano, che s’interrogano, che si trovano, che si riflettono, che s’innamorano, anche. Passi indecisi, dubbiosi, titubanti, traditori, a volte. Passi che odorano di polvere da sparo, di polenta, di polline. Passi di tutti quelli che con quotidiana fatica hanno percorso quel sentiero, il sentiero della resistenza. E di questi sentieri che sono stati tracciati un po’ dovunque, non solo dalle grandi città alle montagne, ma anche, dalla campagna alle montagne. Così è successo nel mio silenzioso paese da dove, raccontano, un giorno un giovane uomo, un gran camminatore, decise di dare una direzione molto precisa ai suoi passi. Iniziò ad appoggiare un piede dopo l’altro puntando sempre verso le montagna. I suoi passi prima sicuri e guardinghi divennero in poco tempo determinati, costanti e pronti all’azione. Un piede davanti all’altro, un piede dopo l’altro, un piede e l’altro, un due, un due e i suoi passi si trasformarono presto in corsa, e correva tracciando nuovi sentieri, percorrendo i vecchi, che lo portavano sempre in quella direzione. E la sua corsa sembra non sia mai finita.
Una via del mio paese, oggi, porta il suo nome: via Renato Colli, si tratta di una via secondaria, ma importante, conduce dalla Provinciale nel centro del paese, inizia con una breve discesa, poi si trasforma in pianura, quindi si stringe e lentamente sale, sale e diventa ripidissima, ma lì, ormai sei già nel cuore del paese. Una strada secondaria via Renato Colli, una strada che unisce la Grande Storia al cuore di un paese.
Lungo questa via oggi camminano centinaia di passi, passi giovani, anziani, passi indifferenti, frettolosi, stanchi, allegri, passi. Passi di oggi che percorrono i sentieri di ieri e passi di ieri che tracciano le vie di oggi.

(Estratto dall’Archivio di ateatro).

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