Il ramo della famiglia Bossi di Bodio appartiene alla casata
più titolata e famosa di Azzate. Quest’ultima risulta già ascritta nell’elenco
delle nobili famiglie milanesi contenuto nella Matricola di Ottone Visconti (1377), nella quale, accanto ai Bossii domus domini Jacobi vengono
citati anche i Bossii de Aciate.
L’origine del nome si fa risalire a tempi assai antichi: lo
storico Donato Bossi nella sua Cronica
della seconda metà del Quattrocento, lo affranca alla mitologia egizia, da cui
deriva l’insegna araldica della famiglia costituita da un bue bianco su fondo
rosso. I Bossi discenderebbero poi dai Bessi, popoli della Bulgaria sconfinati
in Mesia, territorio che assunse grazie a loro il nome di Bosnia. (Valutazioni dedotte
dai geografi Sebastiano Meniste, Antonio Bonfisio e Domenico Negri).
Di certo, furono invece vescovi di Milano Benigno Bossi
(465-472), le cui ceneri sono conservate in una cassetta di piombo sotto
l’altare maggiore della Basilica di S. Simpliciano di Milano, ed Ansperto Bossi
(868-881), fondatore della Chiesa di S. Satiro, mentre Maffeo Bossi, intimo
dell’imperatore Lotario III di Sassonia, fu nominato nel 1128 vicario generale
della Lombardia e governatore di Lodi. La famiglia ottenne anche favori
dall’imperatore Federico Barbarossa, accrescendo il prestigio ed il potere
tanto che nel 1489, allorché il duca di Milano, Galeazzo Maria Sforza, volle
concedere il feudo di Azzate e delle terre vicine a Gaspare Visconti, i nobili
Bossi insorsero rifiutando di prestare giuramento di fedeltà dovuto al
feudatario. La decisione ducale, infatti, era apparsa insolita ai Bossi “perché dicte terre sono piene de cittadini
et zentilhomini, massime la terra de Aza’, dove sono più di cinquanta case de
cittadini et nobili tutti de Bossi”. Secondo costoro i territori non
avrebbero potuto essere concessi in feudo essendo sottoposti alla tutela e al
controllo del Maggior Magistrato e quindi se il duca avesse voluto
contraccambiarli coi servigi ottenuti dal Visconti, “il compiacea de altri lochi, dove ne possa havere più guadagno et
obedientia, et lassare stare dicti nobili et abitatori in suo grado”.
La richiesta fu accordata tanto che la concessione feudale
escludeva proprio la valle de Bozo,
comprendente i territori di Gazzada, Buguggiate, Azzate, Brunello, Daverio,
Crosio, Galliate e Bodio. Nel 1538 la Valle
de Bozo, o val Bodia e più tardi Val Bossa, fu assegnata in feudo al
senatore giureconsulto di Milano Egidio Bossi (risulta ritratto in una tela
conservata nella Chiesa Parrocchiale di Azzate, dipinta nel 1542 da Callisto
Piazza: Egidio ebbe due figli: Marco Antonio, ambasciatore milanese presso i
Cantoni Svizzeri, e Francesco, vescovo di Novara), uno degli autori delle Novae Constitutiones, volute
dall’imperatore Carlo V.
Nella Val Bossa è dunque documentata la presenza stanziale
della casata che, dalla fine del Quattrocento, si è suddivisa in vari rami,
ciascuno contraddistinto da varie residenze. Nel 1496, infatti, alcuni membri
dei Bossi abitanti ad Azzate e Bodio, insieme ad alcuni componenti della
famiglia Daverio, nominarono loro procuratori i signori Giorgio Rusca,
Cristoforo Bossi, Giavan Pietro Bossi, cancelliere ducale, ed i fratelli
Bertolini e Francesco Pagani per richiedere al Magistrato Straordinario di Milano
il diritto esclusivo di pesca sul lago della Val Bodia detto di Gavirate.
Certamente alla metà del Cinquecento risiedeva a Bodio
Bernardo, capostipite del ramo della famiglia Bossi proprietaria delle ville
ora Gadola Beltrami e Corso.
La ricostruzione genealogica dei Bossi di Bodio è il
risultato di una ricerca condotta originariamente forse da Don Cesare Ossola,
parroco di Bodio. Le ricerche successive sono state continuate da Giancarlo
Vettore e, ultimamente da Andrea Frigo, in occasione della pubblicazione di
“Bodio Lomnago, Storia di una comunità tra lago e colli, Nicolini Editore,
2004”.
Da Bernardo discende Giovan Angelo, sposato con Marta
Daverio, che fece testamento nel 1581.
Del figlio Galeazzo nulla è noto; ebbe un figlio Ulisse che,
sposatosi con Elisabetta Ghiringhelli, morì dopo il 1621. Costui ebbe cinque
figli, il primogenito Giovan Angelo (1593-1630) sposò Marta Daverio Cerrani da
cui ebbe ben sette figli.
Gli discese Ulisse, nato nel 1638 e morto dopo il 1711, che
sposò Anna Mara Daverio Pandolci, dalla quale ebbe cinque figli maschi.
Il primogenito Giovan Angelo, nacque nel 1677, morì nel 1760
e sposò Francesca Bossi fu Gerolamo. Da costei ebbe tre figli: Giovan Battista,
Gerolamo (sacerdote) e Giuseppe.
Da Giovan Battista (1724-1784), sposato con Isabella Sessa,
discese u ramo dei Bossi estintosi alla fine dell’ottocento, mentre dal
primogenito Giuseppe (1719-1776) nacque Galeazzo (1754- ante 1809) che ebbe a
sua volta due figli: Angiola e Giuseppe Carlo.
A costoro e agli zii è legata la divisione delle proprietà
Bossi di Bodio del 1830, con l’assegnazione dell’attuale Casa Corso a Giuseppe
Carlo e quella Gadola feltrami a Giovan Angelo.
Dalla discendenza di Giuseppe Carlo deriva l’ultima Bossi,
donna Antonietta, morta nel 1999.
Nata l’11 novembre 1911, secondogenita di Giuseppe Bossi e
Ida Garoni, rimase nubile come la sorella Maria Luigia, mentre il fratello
primogenito Tebaldo non si sposò mai pur avendo avuto un figlio da una
relazione extra coniugale. Dopo aver venduto molte proprietà di famiglia,
Antonietta si era ritirata in una villa sul lago ad Oltrona dove conservava
parte dell’archivio degli avi, oltre a quadri, fotografie e libri su Ricasso,
per il quale aveva una passione sviscerata.
Ricordva con tenerezza il nonno Antonio che esercitava
gratuitamente la professione di medico a Bodio, ricevendo qualche uovo o pollo
e che aveva costruito una cappelletta sul porto lacuale del borgo per segnalare
un approdo sicuro ai pescatori.
Particolarmente caro le era, inoltre, il cardinal Schuster
il quale, durante una visita pastorale a Bodio, invitò la famiglia Bossi ad
abbandonare la tribuna di loro proprietà nella chiesa parrocchiale di Bodio per
unirsi alla popolazione nella celebrazione della messa. Ormai anziana, fu
ricoverata a Villa Puricelli a Lomnago dove si spense poco prima nel nuovo
millennio.
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RispondiEliminaAffascinante articolo che hai scritto. Sto ricercando il nome della famiglia Azzato, Istituto Araldico di Roma cita Azzato è stato registrato nel 1300 a Lodi, una famiglia nobile, molti genealogisti dicono che deriva dal toponimo Azzate. Potrebbe famiglia Azzato essere collegato a Bossi in qualche modo?
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