Tutto quello che avreste voluto
sapere su Azzate e la Valbossa che furono e non avete mai osato chiedere. Un
salto nel passato remoto, che però ritorna negli angoli del centro storico;
nelle pietre, ben più antiche di quel che appaiono, del Pretorio incastonato
tra Belvedere e l’osteria Monti; nelle acque delle rogge, che oggi “danno da
fare” alla protezione civile che tiene gli alvei puliti, ma che un tempo
correvano copiose al lago e davano lavoro e ricchezza ai mugnai. Ma anche le
famiglie nobili e storiche, gli alberi genealogici e perfino un curioso “stato
delle anime”. Storia e storie, che da qualche settimana sono on line, tanto
che, se www.aciate.blogspot.it, non
fosse un sito Internet, lo si potrebbe definire uno scrigno colmo di storia,
tradizione e traboccante di aneddoti e quadri di vita quotidiana tratteggiati
dalle parole e dalla narrazione di Giancarlo Vettore. Un patrimonio enorme, che
con certosina pazienza e come un romanzo a puntate Vettore sta di volta in
volta pubblicando in rete.
Il suo sogno, in realtà, sarebbe
raccogliere tutto in un libro, ma per il momento l’uomo che custodisce la
tradizione locale ha deciso di affidarsi al meno convenzionale e più moderno
mondo di Internet per tramandare la sua conoscenza: «Finché tutto il mio sapere
rimane nella mia testa o nel mio computer, non serve a nessuno – spiega - Ben
venga allora Internet che mi dà la possibilità di raccontare e far conoscere il
mio paese».
Non c’è sasso in paese che non abbia una
storia e non v’è storia che Vettore non conosca. Negli anni, questo azzatese
che tutti hanno insignito come storico locale ad honorem, ha raccolto documenti
e testimonianze, letto e conservato libri, frequentato e rovistato negli
archivi, sempre alla ricerca di quella pietra filosofale che si può definire
“la storia di Azzate”. Quando un nome sfugge o c’è una parentela lontana da
ricostruire, o una dimora storica da visitare e ammirare, tutti “bussano” alla
porta di Vettore. E’ sufficiente pronunciargli il nome del paese, o chiedere
chi viveva nel castello (che in realtà, ti corregge lui, castello non è), o
ancora domandare di mostrarti l’antico lavatoio o qualche altra particolarità
artistica o architettonica, per vedere il volto di Vettore mutare in un’espressione
raggiante e ricevere un sorriso che non ti aspetti e che spunta improvviso da
sotto i suoi folti baffoni. Ma poi, il viaggio nella storia inizia, la
modernità si dissolve e come per incanto si torna indietro, ai tempi del borgo,
dei mulini, al ritmo del suo racconto e di quando il moderno strumento del blog
era ben al di là dall’essere messo in rete.
Andrea Della Bella http://www.provincia.va.it/ProxyVFS.axd?snode=13785&stream=
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