Il curato di Azzate nella sua lista del 1573 cita
testualmente:
c. Domino Battista
Bosso detto del Barbiero capo di casa d'anni 32 non chr.
c. Domina Lucretia
sua consorte d'anni 24 chr.
+ Laura sua figliuola d'anni 8 non chr.
+ Ambrosio suo figliuolo d'anni 5 non chr.
+ Angela sua figliuola d'anni 3 non chr.
c. Battista suo
servo d'anni 20 non chr.
Famiglia composta dal marito, dalla moglie e tre figli
ai quali ne seguiranno altri, nati dopo il 1573, e un servitore.
Il capo di questa famiglia, che abitava nel Castello di
Azzate, fu adottato da Bernardo Bossi,
che non ebbe discendenza, e non conosciamo la sua paternità. L’unico
riferimento ce lo fornisce il foglio n. 90 del perticato rurale di Carlo V che
lo dice “erede” di Ambrogio Barbero.
|--- Gabriele Bossi
| Nel 1566 compare come padrino ad un
battesimo amministrato in Azzate[1].
| |
| |
| |--- Giorgio Bossi
| Abitante in Brunello.
| Sp. 5.3.1620 Margherita Mazorino
f. Leonardo[2].
|
|--- D. Gio. Battista Bossi
detto del Barbero[3], figlio legittimato di Bernardo, abitante nel
Castello di Azzate.
Castello di Azzate.
n. 1541,
vivente ed abitante in Azzate nel 1573, comunicato e non cresimato.
Il 13.9.1531
acquista un terreno da Gerolamo Broggini.
Lasciò eredi i
suoi figli: sac. Bartolomeo, Gio. Pietro e Bernardo (leggi: Francesco
Bernardino).
Bernardino).
Suo testamento
del 1513: viene detto figlio di FRANCESCO[4].
Compreso nella
lista del secondo stato delle anime. Nella sua casa vivono: Laura
"maistra" n.
1555, Paolina serva n. 1561, Caterina Daverio serva n. 1579, Stefano "carrochieri", Gio.
Angelo servo n. 1575.
1555, Paolina serva n. 1561, Caterina Daverio serva n. 1579, Stefano "carrochieri", Gio.
Angelo servo n. 1575.
Il 18.11.1577
permuta con Cornelio Bossi una brughiera sita in S. Stefano con la brughiera
dei Laghetti in territorio di Cassano[5].
dei Laghetti in territorio di Cassano[5].
Il 6.8.1579
acquista alcuni terreni in Vedano da Gio. Ambrogio Castiglioni[6].
Sp. a)
Francesca Bossi f. Alfonso; b) Lucrezia Croci n. 1549, vivente ed abitante in
Azzate
nel 1573, comunicata e cresimata; c) Lucia Pusterla f. Ottaviano n. 1556 + 1629.
nel 1573, comunicata e cresimata; c) Lucia Pusterla f. Ottaviano n. 1556 + 1629.
|
|
|
|--- D.
(Giovannina) Laura Bossi
| (II letto).
| n. Azzate 9.1.1564[7],
vivente ed abitante in Azzate nel 1573, non cresimata.
|
|--- D.
Ambrogio Bossi
| n. Azzate 30.11.1567[8],
vivente ed abitante in Azzate nel 1573, non cresimato.
|
|--- D.
Lucrezia Bossi
| n. Azzate 24.8.1570
| forse la stessa D. Angela Gabriella n.
1570, vivente ed abitante in Azzate nel 1573, non
| cresimata.
| cresimata.
| Monaca a Tradate.
| Nel 1649 riceve un legato disposto da Gio.
Pietro, nipote di suo fratello Gio. Pietro,
| quando entra in Convento a S. Maria della Grazie di Milano col nome di Domenico Pio.
| quando entra in Convento a S. Maria della Grazie di Milano col nome di Domenico Pio.
|
|--- D. Francesco Bernardino Bossi
| n. Azzate 22.9.1573[9].
|
|--- D. Gio.
Pietro Bossi. (Vedi).
|
|--- D.
Caterina Bossi
|
|--- D.
Francesca Bossi
| Sp. 7.11.1600 Guido Raimondi di Golasecca[10].
|
|--- D.
Gerolama Bossi
| Sp. 28.8.1601 D. Giuseppe Francesco Bossi
f. D. Gio. Antonio[11].
|
|--- D.
Chiara Bossi
|
|--- D.
Ippolita Bossi
|
|--- D.
Barbara Camilla Bossi
| Monaca.
|
|--- D.
Margherita Bossi
Sp.
1580 D. Matteo Bossi f. D. Marco Antonio
Foglio n. 90
|----------------------------------------------------------------|
| Erede d'Ambrosio Barbero cioè Messer Gio. Battista
Bosso |
|-------------|-------------------|-----------------------|-------|
|
| Quantità |
Valor capitale |
| Qualità |----------|--------|-------|-----|----------|
|
| Pertiche | Tavole | Scudi | Lire | Ottavini |
|-------------|----------|--------|--------|-----|---------|
| Avidato |
3 | 12
| - |
7 | - |
| Bosco
| 4 |
19 | -
| 4 |
10 |
| Zerbo
| - |
12 | -
| - |
- |
|-------------|----------|---------|--------|----|---------|
| Totale
| 8 |
19 |
|------------|-----------|---------|
D. Gio. Pietro f. D. Gio. Battista f. D. Bernardo.
Nato il 21 maggio
1575 + 1611
Feudatario di Oggiona.
Sposa Barbara Pusterla, figlia di Gio. Battista, nata il
22 agosto 1578.
Testa nel 1610: istituisce eredi i figli Bernardo e Gio.
Battista.
Il 26 aprile 1602 compera un bosco in Oggiona.
Il 30 agosto 1602 compera alcuni diritti in Oggiona.
Il 23 ottobre 1602 compera terreni in Casorate[12].
Il 4 ottobre 1604 compera terreni in Tradate da Ludovico
Pusterla.
Il 26 marzo 1604 compera terreni in Casorate.
Il 21 novembre 1605 acquista un terreno in Brunello da Paola moglie di Mario e
Francesco.
Il 28 ottobre 1605 acquista terreni in Casorate.
Il 21 ottobre 1605 acquista terreni in Tradate.
Il 14 dicembre 1605 acquista terreni in Abbiate
Guazzone.
Il 7 giugno 1607 acquista una casa e un terreno in
Tradate.
Il 7 agosto 1607 investe a livello un terreno in
Brunello.
L’ 11 dicembre 1608 conviene per il taglio in comune di
alcune piante.
Il 22 gennaio 1610 ricevuta di pagamento.
Il 19 agosto 1610 Barbara acquista dei terreni da
Vittoria.
Il 17 gennaio 1610 acquista beni in Abbiate Guazzone.
1610: suo testamento. Vengono nominati i suoi figli
Bernardo. Gio. Battista, Vittoria, Luigia e
Agata. Dispone un legato a favore di sua madre Luigia
Pusterla e di sua moglie Barbara. Dispone
della dote di lire 18.000 a favore delle figlie. Legato
alla sorella Angela Maria e Alessandra
Caterina monache in Tradate. Istituisce eredi i suoi
figli Bernardo e Gio. Battista.
15.11.1629: riguarda la dote della figlia Agata moglie
di Francesco Sessa f. Camillo di Daverio. La
dote fu anche aumentata da un contributo di Barbara
Pusterla sua moglie[13].
LITTA: Gio. Pietro morto nel 1611. Sposa Barbara
Pusterla di Gio. Battista. Suoi figli: Caterina
che sposa Giuseppe Berbardi di Ostiglia; Gio. Battista,
Luigia, Bernardo, Agata che sposa Francesco
Sessa di Varese; Vittoria che sposa il conte Paolo Gerolamo
Castiglioni feudatario di Venegono
Superiore.
|
|
|--- D. Agata
Bossi
| Vedi doc. 2.001 "Dello stemma dei
Bossi e dei Sessa di Daverio". Vedi il n. 51.292 (Stato delle
| anime).
| Sp. 6.3.1628 Francesco Sessa f. Camillo di
Daverio[14].
|
|--- D.
Bernardo Bossi. (Vedi).
| + sett. 1665 a Milano.
| Il 23 aprile 1643 Branda Pusterla gli
chiede l’osteria di Tradate, come promesso, poiché ha
| trovato un compratore[15].
| trovato un compratore[15].
| Sp. a) 1627 Anna Cinquevie f. Bernardo +
Azzate 1.7.1644; b) Livia Bossi.
|
|--- D.
Caterina Bossi
| Sp. Giuseppe Bernardi di Ostiglia.
|
|--- D. Gio.
Battista Bossi
| Morto suicida il 3.10.1660.
| 1610: viene istituito erede assieme al
fratello Bernardo da suo padre Gio. Pietro.
| 1624: Procura, assieme a suo fratello
Bernardo.
| 14.5.1661: Essendo morto il 3.10.1660 Gio.
Battista, lasciando vedova Eugenia e tre figlie
| Anna, Barbara e Margherita, ed essendo insorta questione sulla misura alimentare da
| prestarsi alla detta superstite famiglia da parte di Bernardo, addivennero ad una
| convenzione[16].
| Anna, Barbara e Margherita, ed essendo insorta questione sulla misura alimentare da
| prestarsi alla detta superstite famiglia da parte di Bernardo, addivennero ad una
| convenzione[16].
| Si gettò da una finestra "ex
sadanino"[17].
| (Forse Eugenia si risposa con il nipote di
suo marito Gio. Bartolomeo che troviamo
| nell'albero n. 31. Da quest'albero sembra che Barbara e Margherita siano nate dal
| secondo matrimonio di Eugenia con Gio. Bartolomeo).
| nell'albero n. 31. Da quest'albero sembra che Barbara e Margherita siano nate dal
| secondo matrimonio di Eugenia con Gio. Bartolomeo).
| 22.9.1651: Sua lettera autografa a Francesco
Bossi[18].
| 1687: Testamento di Francesco Antonio
Mornasco prevosto di Abbiate Grasso da
| cui si rileva come sua sorella Eugenia fosse moglie del q. ill.mo Gio. Battista Bossi.
| cui si rileva come sua sorella Eugenia fosse moglie del q. ill.mo Gio. Battista Bossi.
| Sp. Eugenia Marasca o Morasco f.
Bartolomeo.
|
|--- D. Luigia
Bossi
|
|--- D.
Vittoria Bossi
L'8.6.1669 il conte Branda Castiglioni rilascia un confesso ai fratelli
Claudio e Gio.
Pietro Bossi per il residuo della dote dovuta alla fu contessa Vittoria Bossi-Castiglioni,
rispettiva madre e zia[20].
Pietro Bossi per il residuo della dote dovuta alla fu contessa Vittoria Bossi-Castiglioni,
rispettiva madre e zia[20].
Forse più fortunata di altri; forse il caso ha deciso
che venisse contraddistinta con il n. 1 di tutti i personaggi che compongono il
quasi millenario albero genealogico della nobile famiglia Bossi; forse la prima
perché il suo nome inizia con la prima lettera dell'alfabeto ... Ma qui poca
importa: sta di fatto che questa volta ci occupiamo proprio di lei!
La sua scheda (una specie di carta d'identità che ho
compilato per avere tutte le notizie che riguardano i vari personaggi Bossi) ci
dice subito che nacque da Giovanni Pietro Bossi e Barbara Pusterla e, dunque,
appartenne a quel ramo dei Bossi cosiddetto del Castello di Azzate, che nel
1731 ottenne il titolo comitale.
Le notizie che la riguardano sono piuttosto scarse ma,
come vedremo, ci servono come punto di partenza per trattare della sua famiglia
che fu molto numerosa e lasciò ampie testimonianze d'archivio. In primo luogo
traiamo dall'Archivio Prepositurale della Natività di Maria Vergine di Azzate
la trascrizione del suo matrimonio: "Adì
6 marzo 1628 il signor Francesco Sessa figlio di Camillo del luogo di Daverio
ha contratto il santo matrimonio per parole di presente con la signora Agata
Bossi figlia del fu Gio. Pietro del Castello, alla presenza di me Tobia
Candiani curato di Azzate, presenti per testimoni Raffaele Daverio di Bodio ed
il signor Benedetto Palazio di Cassina Verghera".
Si era dunque nel XVII secolo e, giusto per inquadrare
nel tempo il nostro personaggio, diremo che si era in piena dominazione
spagnola e Filippo IV d'Austria, figlio di Filippo III (re di Spagna e Sicilia)
reggeva il ducato di Milano.
“Intorno al 1619 ebbe inizio e si sviluppò, soprattutto
nei paesi mediterranei, una crisi economica che segnò forse il momento di
inversione di tendenza del lungo ciclo di sviluppo demografico ed economico del
secolo XVI. Alla vigilia dell'imminente catastrofe europea della guerra dei
trent'anni si avviò un periodo di riflusso demografico, di crisi produttiva, di
deflazione monetaria, cui i diversi paesi europei risposero con reazioni
diverse. Nel modo con cui venne affrontata e risolta la cosiddetta crisi del
Seicento, destinata a manifestarsi soprattutto negli anni quaranta con una
serie impressionante di rivolte e rivoluzioni su scala europea, risiede anche
una ragione essenziale dello sviluppo economico e sociale dei diversi paesi. I
paesi dell'Europa atlantica, già avvantaggiati dalla rivoluzione dei traffici,
dalla rotazione sul fronte atlantico dell'asse principale degli scambi
economici, dallo sviluppo del commercio coloniale, seppero creare nuove
strutture produttive e modificare in senso favorevole alle nascenti borghesie
le tradizionali gerarchie sociali. I paesi affacciati sul Mediterraneo, invece,
reagirono con un sostanziale irrigidimento aristocratico e un tentativo di
ritornare a forme di sfruttamento feudale, mentre i capitali commerciali che in
passato avevano fatto la ricchezza e la fortuna di città come Venezia o Genova
si indirizzarono in forma sempre più accentuata sulla via della rendita agraria
o della pura speculazione finanziaria”.[21]
Argomentazioni queste di carattere generale che
sembrerebbero nulla avere a che fare con Azzate ma è presto fatto verificarne le
corrispondenze anche in un piccolo ambito come il nostro.
Quando la nostra Agata si sposò, ed era l'anno 1628,
Pier Francesco Mazzuchelli detto il Morazzone era morto da due anni. Fu questo
il periodo in cui fiorirono anche il Caravaggio, Guido Reni, Annibale Carracci
... comparirono in Europa i primi archibugi a pietra focaia (1625); Galileo
Galilei venne ammonito dal Santo Uffizio (1616); Cervantes pubblicò "Don
Chisciotte della Mancia" (1605); Richelieu divenne segretario di stato
(1616) e fu anche il tempo che vide Shakespare, Federico Borromeo e tanti
altri.
Ma riprendiamo l'atto di matrimonio del 6 marzo 1628 e
facciamo alcune considerazioni.
Il nome degli sposi, come si può notare, è preceduto da signor e signora che ci mette subito in guardia sulla "rispettabilità”
dei personaggi: Infatti la signora Agata Bossi discende in linea diretta da
quel Rabaglio Bossi che nel 1290 era possessore del castello e fondo nel borgo
di Azzate. La successione di padre in figlio da Rabaglio, che è considerato il
capostipite del ramo, fino ad Agata è la seguente:
|------------------------------------------------------------|
TAV. N. 1
| BOSSI DI AZZATE
o DEL CASTELLO DI AZZATE |
|------------------------------------------------------------|
Rabaglio
|
|
Tommasimo
|
|
Francesco
|
|
Baliolo
|
|
Francesco
|
|
|------------------------|-------------------------------------|
|
|
Giovanni
Battista
Egidio
|
|
|-----------------|--------------| |
| | | |
| | | |
Bernardo prete Bartolomeo Gio. Pietro Marco Antonio
|
| |
|
| |
Gio. Filippo Francesco Gerolamo Egidio
Muore per disgrazia senza discendenza e |
allora Bernardo legittima Gio. Battista |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Giovanni Battista |
| |-----------------------------------------|
| | FEUDATARIO DELLA
VAL BODIA |
| |-----------------------------------------|
| |
|
|
| |---------------------------------------------|
| | DEI CONDOMINI DELLA VAL BODIA |
| |---------------------------------------------|
Giovan Pietro
:
|
:
|
:
|------|-----------|
| |
| |
Agata Bernardo
|
|
Claudio
|
|
Paolo Maria
1°
conte nel 1731
|
|
|----------------------|
| DEI
CONTI BOSSI |
|-----------------------|
:
:
:
Attraverso Bernardo, fratello di Agata, arriviamo per
discendenza diretta fino ai nostri giorni con il nobile Luigi Bossi (caro alla
memoria degli Azzatesi nonostante o forse in virtù della sua
"ingenuità" e più noto con il soprannome di Gigi Ragn) che dal 1982 riposa nel cimitero di Azzate accanto ai
genitori nob. Benigno (+ Azzate 28.2.1943) e donna Elisa Borroni (+ Azzate
3.8.1954) finalmente riuniti nella tomba di famiglia, dopo che varie vicende
familiari avevano fatto sì che fossero sepolti in tombe diverse.
Con questi tre personaggi (ultimi discendenti del
cosiddetto ramo dei Bossi del Castello di Azzate) si è simbolicamente chiuso
quell'anello iniziato dal predetto Rabaglio che anche lui fu sepolto ad Azzate,
ma non nel cimitero, bensì nella Chiesa Parrocchiale, come si usava allora per
i personaggi più in vista.
E' il Litta (l'erudito storico
che compilò gli alberi genealogici di diverse nobili famiglie lombarde) che ci
dà questa notizia e ne stabilisce la morte anteriormente al 1329, quando
Beltramo Bossi suo figlio con atto del 27 maggio disponeva a favore della
Chiesa di Santa Maria di Azzate alcuni beni affinché nell'anniversario della
morte dei genitori si facessero elemosine e preghiere.
Agata ebbe tre sorelle e due fratelli e furono questi
ultimi che si divisero l'eredità paterna, come appare dal testamento di Giovan
Pietro Bossi redatto nel 1610, un anno prima della sua morte che lo colse molto
giovane all'età di 36 anni, quando nessuno dei suoi figli era sposato. Venne
così rispettata la tradizione che voleva privilegiare i maschi rispetto alle
femmine in fatto di eredità e ciò nasceva dal fatto di dover mantenere integro
il patrimonio familiare. Le femmine, attraverso la consuetudine della dote
beneficiavano di un anticipo dell'eredità in occasione del loro matrimonio.
Quando Giovan Pietro morì nel 1611 era ancora vivente la
madre Luigia Pusterla. Per lei aveva disposto un legato nel suo testamento,
così come fece in favore di sua moglie Barbara Pusterla (sic). Per le tre
figlie invece dispose una cospicua dote di lire 18.000 e si ricordò anche di
una zia monaca, Clara, e delle sorelle Angelica Maria e Alessandra Caterina,
monache nel Monastero di San Martino di Varese, e Angela Gabriella e Barbara
Camilla, monache in Tradate.
La dote di Agata venne in seguito aumentata nel 1629 con
contributo personale di sua madre Barbara Pusterla.
Dall'età di 26 anni e fino alla sua morte, Giovan Pietro
fece diversi acquisti di beni in Casorate, in Tradate, in Abbiate Guazzone, in
Brunello ed in Oggiona. Di quest'ultimo paese era anche il feudatario, così
come lo era di Venegono Superiore il conte Paolo Gerolamo Castiglioni figlio di
Camillo, che l'11 novembre 1617 aveva sposato una figlia di Giovan Pietro di
nome Vittoria.
Non sappiamo in quale modo Gian Pietro abbia esercitato
il suo diritto di feudatario sul paese di Oggiona ma è da ritenersi che si sia
manifestato così come avvenne nel caso di Azzate. (Un ramo collaterale dei Bossi
aveva ottenuto nel 1538 il Feudo della Val Bodia che comprendeva Gazzada,
Buguggiate, Azzate, Daverio, Crosio, Galliate e parte di Bodio. (Vedi TAV. N.
1).
Il feudatario faceva sentire la sua presenza attraverso
il castello sul quale spiccava il suo stemma e Azzate ne è l'esempio classico.
A Oggiona non esiste attualmente un vero e proprio castello, probabilmente
rimaneggiato nei secoli e adattato alle nuove esigenze urbanistiche ma scavi
condotti in occasione ....... (?)
hanno messo in luce le sue fondamenta. Ricordiamo che ad
Azzate, oltre il castello, erano sorte altre cinque ville che ospitavano i vari
rami della famiglia Bossi e il tutto contribuiva a dare lustro e prestigio alla
casata.
Abbiamo visto come Gian Pietro abbia aumentato il suo
patrimonio con l'acquisto di nuovi fondi che dovevano garantire attraverso
l'istituto dei livelli (........) una
rendita sicura. Non possediamo i censimenti catastali di quegli anni ma è da
ritenere che la quasi totalità dei terreni di Azzate fosse della famiglia Bossi.(Fare
un riferimento al Catasto di Carlo V). Il secondo più importante proprietario
era costituito dai benefici ecclesiastici i cui beni potevano ricondursi in
origine alla famiglia Bossi che, attraverso questi istituti "dotava"
i figli non primogeniti avviati alla carriera ecclesiastica ed esclusi
dall'eredità paterna. Parallelamente si istituiva il diritto di giuspatronato,
ossia quello di eleggere il cappellano del beneficio ecclesiastico. Ad Azzate i
Bossi esercitavano tale diritto sulla Chiesa di San Lorenzo e su quella di
Sant'Antonio. Nascevano molto spesso controversie e liti poiché succedeva che
diversi individui pretendessero nello stesso tempo di avere diritto ad essere
eletti.
Non è raro vedere nelle chiese una speciale tribuna
riservata ai patroni: ne abbiamo un bell'esempio nella chiesa di Bodio (solo i
nobili Bossi di Bodio vi potevano accedere finché il cardinale Schuster tolse
il privilegio) e in quella di San Lorenzo al Castello d'Azzate che, addirittura
comunica con la villa attraverso un corridoio.
Ma il titolo feudale non era soltanto di prestigio e,
così come lo Stato aveva incassato un certo prezzo per concederlo, così il
feudatario cercava di rivalersi della somma sborsata imponendo dei dazi.
Capitava così che il torchio per la pigiatura del'uva e delle noci fosse del
feudatario e chi ne faceva uso doveva
pagare il diritto della "caspiatura". Ma anche il mulino, la
fornace, il forno, la macelleria (beccaria) e l'osteria erano molto spesso del
feudatario e chi ne usufruiva doveva pagare il relativo dazio.
I Bossi poi godevano dell'antico diritto di pesca sul
lago di Varese ....... e vien quasi da pensare che ai poveri Azzatesi non
rimanesse altro che lavorare, essendo tutti i privilegi appannaggio dei Bossi,
e dovevano stare molto attenti a rispettare tutte le scadenze (San Martino, San
Giovanni, .....) poiché dall'archivio che essi custodivano (giunto in parte
fino a noi) nulla sfuggiva e in caso di gravi mancanze si ricorreva al Pretore
(che aveva sede in quel caratteristico fabbricato del centro storico,
attualmente conosciuto come "Pretorio").
Anche il nome del feudo si avvicinò di più al nome dei
Bossi che non al paese di Bodio e la primitiva denominazione di Val Bodia
divenne nel 1727 (?) Val Bossa.
ASDMi, Visite Pastorali, Varese, vol. 32, quinterno 12.
" Nota delle anime che nel presente anno 1573 si
trovano sotto la cura della chiesa di santa Maria del loco di Azza, della pieve
di Varese, chresimati et non chresimati, et anchora di più, dove si trova la
lettera c inanzi si denota quello esser di communione et comunicato, et dove se
trova una crocetta si denota quello non anchora essere admissibile alla
communione.
(...) Li nobili sono l'infrascritti:
ASCM, Perticati rurali: Località foresi, cartella 50,
Libro A, Catasto dell'anno 1558, AZZATE
(Cosiddetto Catasto di Carlo V).
[1] “Die 21 january 1565 baptizatus fuit Marius
nuper natus ex d. Jo. Paulo et Hieronima
Bossys jugalibus per me presbiterum
Aluisium levatus fuit per d. Gabrielem Bossium et d. Franciscam uxorem d. Pauli
de Cardano habit. in Galliato. (A.P.A.).
[2] “Adì 5 marzo 1620 Georgio
fq. Gabriello Bosso della cura di Brunello per verba di presente ha contratto
il matrimonio con Margherita f. Leonardo Mazorino di Azzate alla presenza di me
prete Benedetto Gallo vicecurato di Azzate, presenti per testimoni Lucio Bosso
dottore collegiato e Vespasiano Bosso”. (A.P.A.).
[3] “Die 1° novembris 1567.
Ego presbiter Aluisius Daverius curatus Atiati baptizavi Angelam natam die 28
octobris ex Martino et Magdalena de Intragna jugalibus. Levata fuit per D. Jo.
Baptistam Bossium dictum del Barbero et Lauram filiam D. Nicolai de Castro.
(A.P.A.).
[4] Vedi documento n. 41.
[5] Vedi documento n. 187.
[6] Vedi documento n. 149.
[7] "Die 9 novembris baptizata fuit Joannina
Laura nuper nata ex d. Jo. Baptista et Lucrezia Bossiis jugalibus et levata
fuit per d. Julium Cesarem Primum (?) de Cadregiate et d. Franciscam uxorem
Ambrosii Bossii dicti de Rolfo habit. in Atiate". (A.P.A.)
[8] "Die 30 novembris 1567 Ego presbiter
Aluisius Daverius curatus Atiati baptizavi Ambrosium octo ante diebus natum ex
d. Jo. Baptista et Lucrezia jugalibus dictis del Barbero levatum fuit per d.
Thoma et Catharina Bossia". (A.P.A.)
[9] "Adì 22 do settembre 1573 per me prete
Aloisio Daverio curato di Azza è stato baptizato Francisco Bernardino duy
giorni avanti nasciuto dalli jugali d. Gio. Battista e Lucrezia Bossi habit. in
Castro d'Azza e fu levato per d. Nicolò Bosso habit. in Castro d'Azza et d.
Margarita Piscina habit. in Milano". (A.P.A.).
[10] "Adì 7 novembre 1600 il sig. Guido Raymondi abitante
in Golasecca ha contratto il matrimonio con la sig.ra Francesca Bossa f. Gio.
Battista nella chiesa parrocchiale di Azzate alla presenza di me Giacomo
Antonio Rosnati rettore di Azzate
presenti per testimoni il sig. Hieronimo Piccinelli e Battista
Contino". (A.P.A.).
[11] “28 agosto 1601. Il
signor Gioseffo (Francesco) Bosso q. Antonio ha contratto il matrimonio per
parole di presente con la signora Hieronima figlia del signor Gio. Battista
Bosso ambi doi abitanti in Azzate alla presenza di me prete Giacomo Antonio
Rosnato rettore della parrocchiale di Azzate. Testimoni furono il signor
Francesco Bosso del signor Ludovico, Hieronimo Gatto et Gio. Battista Appiano
di Tradate. Le pubblicazioni furono fatte il 10, 24 et 26 agosto. (A.P.A.).
[12] Vedi documento originale
n. 129.
[13] Vedi documento n. 104.
[14] "Adì 6 marzo 1628. Il signor Francesco Sessa
figlio di Camillo del luogo di Daverio ha contratto il santo matrimonio per
parole di presente con la signora Agata Bossi figlia del fu Gio. Pietro del
Castello di Azzate alla presenza di me Tobia Candiani curato di AQzzate. Furono
presenti per testimoni Raffaele Daverio di Bodio e il signor Benedetto Palazzi
di Cassina Verghera". (A.P.A.).
[15] Vedi documento n. 185.
[16] Vedi documento n. 107.
[17] Vedi documento n. 31.
[18] Vedi documento n. 126.
[19] "Adì 11 novembre 1617. Il signor Paolo Gerolamo Castiglioni figlio del fu Camillo abitante in Venegono di Sopra pieve di
Castelseprio ha contratto il matrimonio per verba di presente con la signora
Vittoria Bossi figlia del fu Gio. Pietro abitante nel Castello di Azzate alla
presenza di me Giacomo Antonio Rosnati rettore di Azzate e arciprete della
Parrocchiale, e a mia interrogazione conforme agli ordini del Concilio di Trento. Furono
presenti per testimoni i signori Matteo e Agostino Bossi e Ferrante
Pusterla". (A.P.A.).
[20] Vedi documento n. 107.
[21] UTET, Cronologia
universale.
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