L'edificio rappresenta uno dei migliori esempi di architettura civile ottocentesca.
E' un palazzo signorile, espressamente residenziale, ubicato in posizione privilegiata, nella zona più elevata lungo il margine occidentale della città.
Casa Bossi si presenta con un orientamento inconsueto che, caratterizzandola in modo originale, diventa il tramite di lettura più immediato per coglierne alcune prerogative specifiche di eccezionale qualità e valore.
L'indipendenza dal tracciato viario e dalle relative servitù urbane, risulta ulteriormente amplificata dall'autorevole ed incontrastato rivolgersi dell'edificio verso il magnifico paesaggio sottostante.
Se dall'esterno appaiono evidenti il dominio dell'ambiente circostante ed il particolare rapporto con la città e la sua Cupola, con altrettanta determinazione emergono, dall'interno, le scelte progettuali sostanziali di questa straordinaria opera antonelliana.
Estrema avanguardia e grandissima qualità architettonica contraddistinguono infatti tutti i diversi organismi del palazzo.
In un unico armonico insieme sono concentrate numerosissime ed audaci risoluzioni strutturali, spesso accompagnate da originali ed innovative tecniche costruttive specifiche, mentre di notevole interesse, risulta essere l'esito complessivo di tali particolari risoluzioni, che si traduce in una serie molto varia di spazi differentemente fruibili ed in una raffinata applicazione dei diversi apparati decorativi utilizzati.
L'effetto generale è di grande suggestione e di forte impatto emotivo.
E' un vero peccato che il patrimonio di straordinaria ricchezza che Casa Bossi rappresenta non possa essere pubblicamente fruito ed apprezzato, anzi, si constati come i valori storico-culturali, che questo bene unico ed irripetibile incarna in modo esemplare, siano progressivamente compromessi.
Franco Bordino
Ma che cosa può diventare casa Bossi secondo Franco Bordino?
“Il primo aspetto da ricordare é che,
secondo le volontà testamentarie di Ettore Bossi, non é possibile vendere
l’edificio a privati. Personalmente ritengo che l’unica soluzione praticabile
sia quella di un utilizzo misto pubblico e privato da definire. Ci potrebbero
essere parti pubbliche, come uffici o allestimenti, e spazi privati adibiti a
piccoli alloggi di prestigio. Tutte le altre proposte finora formulate mi
sembrano boutade dettate da una mancata conoscenza dell’edificio. Al di là di ogni
possibile soluzione - ha detto a conclusione l’architetto novarese - ritengo sia indispensabile la realizzazione
di un alloggio per il custode per evitare che possano ripetersi atti vandalici
come in passato”.
Nel documento, datato 12 marzo 1951 e "ufficializzato" dal notaio Gaetano Bellezza, si legge: "... Lego al civico istituto "Dominioni" di Novara la mia casa situata in questa città in via Pier Lombardo 4 ... Desidero che il lascito venga intestato al nome della memoria dei miei carissimi genitori Carlo e Maria Bossi e possibilmente non alienato. E però, essendo lo stabile di rilevante valore, faccio obbligo all'amministrazione dell'istituto di dare una volta tanto nel periodo di due anni dal possesso £ 300.000 al civico istituto "Brera" di Novara, perché istituisca con il reddito del capitale un premio biennale per un allievo meritevole. Il reddito della casa, ciò che fu sempre nel mio pensiero, dovrà essere nella sua maggior parte usato per il ricovero immediato dei fanciulli abbandonati di qualsivoglia regione che occasionalmente si trovassero a Novara o nel suo territorio ...”. (Estratto da: Nel testamento di Bossi si dice che … di LallaNegri e Gianni Trovati).
Ettore Bossi mecenate e gentiluomo
Personaggio straordinario della Novara a cavallo fra i
due secoli. Nato a Galliate il 30 agosto 1876, compie gli studi al liceo
classico “Carlo Alberto” di Novara (maturità nel 1894), poi frequenta la
facoltà di giurisprudenza all’Università di Torino ove si laurea nel 1898.
Di carattere versatile e partecipativo, l’avvocato Ettore
Bossi prende parte ed è ispiratore di molte iniziative sportive e culturali di
inizio Novecento. E’ considerato uno dei “padri” del ciclismo novarese con il
farmacista Emilio Gorla e il trecatese Germano Ruggerone.
Lo troviamo citato nella riunione ciclistica del 1892, svoltasi sulla pista dell’Allea, insieme ai migliori corridori del tempo. Per dire del suo amore allo sport, troviamo l’avvocato Ettore Bossi citato nel 1909 come starter di un’importante gara ciclistica del tempo, il giro della provincia di Novara di ben 280 chilometri.
Si interessa a fondo anche di calcio, di ginnastica e di scherma, che pratica alla “Pro Novara”.
Naturalmente è anche appassionato di automobili, con gli amici Ferrandi e Gorla, e guida con perizia una fiammante “Isotta Fraschini”.
Lo troviamo citato nella riunione ciclistica del 1892, svoltasi sulla pista dell’Allea, insieme ai migliori corridori del tempo. Per dire del suo amore allo sport, troviamo l’avvocato Ettore Bossi citato nel 1909 come starter di un’importante gara ciclistica del tempo, il giro della provincia di Novara di ben 280 chilometri.
Si interessa a fondo anche di calcio, di ginnastica e di scherma, che pratica alla “Pro Novara”.
Naturalmente è anche appassionato di automobili, con gli amici Ferrandi e Gorla, e guida con perizia una fiammante “Isotta Fraschini”.
Dopo le avventure sportive, l’avvocato Bossi -di famiglia
benestante e titolare di una grande casa antonelliana sul baluardo Quintino
Sella- si avvicina alla musica e alle belle arti, collaborando attivamente e
con spirito filantropico all’approntamento di spettacoli e di mostre,
nell’intento di favorire al massimo la diffusione della cultura in Novara.
Presiede l’esigente e temuta delegazione che organizza gli spettacoli del
teatro “Coccia”.
Si sposa con la novarese Maria Camusso; ma la coppia, che abita nella prestigiosa casa Bossi, non viene allietata da figli.
Si sposa con la novarese Maria Camusso; ma la coppia, che abita nella prestigiosa casa Bossi, non viene allietata da figli.
Partecipa anche alla vita amministrativa della città come
consigliere e assessore comunale; è chiamato come presidente dell’Istituto
Musicale “Brera, dell’orfanotrofio “Dominioni”, dell’asilo infantile di
Galliate. E’ incaricato dalla delegazione dal teatro Coccia a scegliere gli
spettacoli e gli interpreti migliori.
E’ presente nel 1928 alla fondazione del “Convegno Amici dell’Arte”, sodalizio che verrà assorbito dall’Istituto di Cultura Fascista. Nel 1936 è chiamato a dirigere l’Ente Provinciale del Turismo, e dà vigoroso impulso a tutte le attività culturali della grande provincia novarese.
E’ presente nel 1928 alla fondazione del “Convegno Amici dell’Arte”, sodalizio che verrà assorbito dall’Istituto di Cultura Fascista. Nel 1936 è chiamato a dirigere l’Ente Provinciale del Turismo, e dà vigoroso impulso a tutte le attività culturali della grande provincia novarese.
Durante la villeggiatura sul lago d’Orta (luogo da lui
molto amato dopo aver acquistato una bella villa dalla famiglia Ragazzoni),
l’avvocato Bossi è organizzatore della “Estate Musicale” negli anni trenta con
recite e concerti all’aperto. Memorabile un’edizione del “Don Pasquale”
realizzata sulle rive del lago e la contemporanea mostra del pittore Antonio
Calderara, inaugurata dall’estroso Ettore Bossi.
E’ stato anche, episodicamente, giornalista molto
pungente e polemico per alcune testate cittadine e per la rivista “Turismo”. I
suoi giudizi sono molto temuti dagli artisti, soprattutto da quelli lirici.
Nel delicatissimo 1944 viene chiamato a sostenere la carica di Commissario Prefettizio in Comune, dimostrando senso di responsabilità e grande equilibrio.
Nel delicatissimo 1944 viene chiamato a sostenere la carica di Commissario Prefettizio in Comune, dimostrando senso di responsabilità e grande equilibrio.
Fu personaggio amato e stimato da tutti, grazie alla sua
cordialità e alla sua generosità che beneficò soprattutto gli enti che aveva
presieduto, i malati cronici, l’Ospedale Maggiore di Novara, la pia Casa della
Divina Provvidenza e l’ospedale di Orta.
Muore a Novara il 10 febbraio 1951.
E’ ricordato con una lapide sulla sua casa di via Pier Lombardo (palazzo che donò al Comune di Novara), con un busto nel quadriportico dell’Ospedale Maggiore opera dello scultore Pecora; e con una modesta via nel quartiere di sant’Agabio. Anche la città di Orta San Giulio gli ha dedicato una strada.
E’ ricordato con una lapide sulla sua casa di via Pier Lombardo (palazzo che donò al Comune di Novara), con un busto nel quadriportico dell’Ospedale Maggiore opera dello scultore Pecora; e con una modesta via nel quartiere di sant’Agabio. Anche la città di Orta San Giulio gli ha dedicato una strada.
Gianfranco Capra
L'edificio
venne commissionato nel 1857 ad Alessandro Antonelli da Luigi
Desanti, nobiluomo corso, che aveva acquistato a Novara il
fabbricato settecentesco appartenente alla marchesa Amalia
Coconito di Montiglio, situato nell'antica contrada di Sant'Agata.
Alessandro
Antonelli dallo stesso anno iniziò i lavori di modifica e di ampliamento
dell'edificio, completando la facciata nel 1859.
Un importante descrizione sul fabbricato ci è dato da un documento notarile del 1864,
anno in cui Luigi Desanti ipotecò l'edificio a favore dell'ospedale Maggiore della Carità di Novara.
Nel 1865 le costruzioni adiacenti all'edificio
furono definitivamente demolite, rendendo così possibile il prolungamento di
via Pier Lombardo direttamente sul baluardo. Iniziarono quindi i lavori di
rifinitura della facciata laterale, sulla quale si apre il portone di entrata
principale.
Nello stesso
anno morì il committente e l'edificio venne ereditato dalle tre figlie,
Carlotta Talenti, Luigia Penazzo e Bianca Merialdi, che quindici anni dopo, il
29 dicembre del 1880 vendettero la proprietà al cavaliere
Carlo Bossi.
Nel 1927 Carlo Bossi lasciò in eredita
l'edificio al figlio Ettore, ed alla figlia Emma Bossi Acerbi Bertone. Nel 1935 gli fu affiancato sulla facciata
settentrionale un nuovo corpo di fabbrica che ne nascose interamente le decorazioni.
Furono inoltre aggiunti balconi di raccordo fra Casa Bossi e il nuovo edificio.
Alla morte
di Ettore Bossi, avvenuta nel 1951 l'edificio passò al "Civico
istituto Dominioni", che nel 1970 ne vendette la maggior parte degli
arredi all'asta. Il degrado della costruzione costringe al rifacimento della
copertura nel 1999;
arredi e decorazioni vengono asportati da incursioni vandaliche e alcune
entrate sulla facciata principale verso il giardino vengono chiuse.
Facciata della Casa Desanti-Bossi.
Cortile interno della Casa Desanti-Bossi.
Nessun commento:
Posta un commento