Azzate. Facciata di Villa Borsa. Probabile ritratto di Francesco Bossi.
Quando mi sono
avvicinato per la prima volta alla figura del vescovo Francesco Bossi, uno dei
più significativi personaggi della nobile famiglia, ho raccolto di lui quelle
nozioni che si trovano solitamente nelle enciclopedie. Un passo più avanti mi
portò il Dizionario biografico degli italiani ma, ancora, non ero entrato nel
personaggio e fu decisivo scoprire nel sito della Biblioteca Ambrosiana di
Milano l’epistolario che il vescovo intrattenne con il cardinale Carlo
Borromeo.
Attraverso la lettura di quelle lettere, scritte dal 1560 al
1584, anno della sua morte, e spedite dalle varie sedi occupate nei suoi
molteplici incarichi al servizio della Santa Sede, si scopre la vera natura di
Francesco Bossi. La nobile famiglia Bossi ottenne tanti favori dal cardinale
Carlo Borromeo.
1565, 1° settembre.
Scortato da cento cavalieri e accompagnato da settanta carri stracolmi di
mobilia, argenteria e tesori d'ogni genere, il Borromeo parte da Roma per
prendere possesso, come legato pontificio a latere, dell'arcidiocesi di
Milano. Ma la giurisdizione del Cardinal nepote si estende ben oltre la
Lombardia, comprendendo la Svizzera cattolica (anche transalpina) e le terre di
Novara, Vercelli, Acqui, Asti, Alba, Savona e Ventimiglia. Il suo potere è
comunque ancor
più vasto, essendo Carlo in sostanza Vicepapa grazie al titolo
di Vicarius spiritualis per tutta l'Italia.
Il cardinale Carlo Borromeo in qualità di metropolita aveva potestà
sopra i vescovi suoi suffraganei e questo spiega la particolare sudditanza che
Francesco Bossi aveva nei suoi confronti e che, per una particolare forma di
amicizia e legame, aveva sempre intrattenuto anche quando era fuori dalla
diocesi ambrosiana.
Solo attraverso quello che racconta al cardinale veniamo a
sapere negli ultimi anni della sua vita della sua salute malferma che non gli impedì,
tuttavia, di continuare a visitare la sua diocesi e altre città fuori di essa.
Già nel 1581 dichiarava la sua malferma salute durante il
viaggio per recarsi alla visita di Bobbio e fu costretto a fermarsi presso il
vescovo di Pavia per riprendere le forze.
“Si degni tener di me memoria nelle sue sante orazioni”
scrive molto spesso al cardinale.
Francesco Bossi da tutte le sedi vescovili si
sottoscrive con il solo suo nome di battesimo anteponendo l’aggettivo di umilissimo e obbligatissimo servitore
del cardinale Carlo Borromeo e con l’apposizione di vescovo delle varie diocesi.
Francesco Bossi dimostra sempre una profonda sottomissione
nei confronti del cardinale Carlo Borromeo ma, quando il caso lo richiede,
essendo ben consapevole dei privilegi che gli derivano dalla sua carica e
dall’appartenere ad una antica e nobile famiglia, non esita a richiedere al
porporato favori per sé e per i suoi familiari ma anche per i suoi amici e per
i suoi diocesani, al fine di ottenere, come lui stesso afferma, il miglior
servizio di Dio e della sua chiesa.
Francesco Bossi sa perfettamente della grande considerazione
in cui il papa Pio IV tiene il nipote Carlo Borromeo e perciò il 30 ottobre
1560 da Milano fa istanza al porporato per essere nominato luogotenente
dell’auditore della Camera Apostolica (di cui egli è reggente) e potersi con
lui ricongiungere a Roma con una carica di qualche importanza. Anche se
ribadisce di avanzare questa richiesta non per suo vantaggio personale ma per
essergli vicino e potergli quindi prestare i suoi servizi, non c’è dubbio che
Francesco Bossi sta iniziando la sua scalata nella carriera ecclesiastica.
Nel 1565 ci si appresta a ricevere a Bologna (allora nello
Stato della Chiesa) la principessa d’Asburgo. Poiché in città saranno presenti
molte personalità di riguardo, oltre lo stesso cardinale Carlo Borromeo,
Francesco Bossi, che ha in mano il governo della città, si prende cura di
organizzare i ricevimenti e perciò supplica il porporato di inviargli da Roma i
canditi, le argenterie e le altre cose concordate (che non conosciamo) per
ricevere degnamente gli ospiti e il loro seguito in città.
|
Nessun commento:
Posta un commento