BOSSI (de
Bossi), Domenico.
- Figlio di Agostino, nacque a Monte presso Balerna, dove il 2 febbraio 1590
compare come procuratore di Pietro Cassirolo, di Muggio, che lavorava a Praga.
Nello stesso anno, in procinto di partire per la Boemia per esercitare "artem
murariam", fece testamento. Probabilmente già prima del 1590 era stato a
Praga, certo è che il 15 gennaio 1591 gli fu conferito il diritto di
cittadinanza nel quartiere praghese di Malá Strana (Città Minore) dopo che egli
aveva presentato il certificato di nascita e buona condotta rilasciato a
Balerna il 13 febbraio 1590. Sua figlia Anna fu battezzata l'8 novembre 1592
nella chiesa di S. Tommaso a Malá Strana. Nel gennaio 1594 "il magnificus
vir Dms. Dominicus... de Bossis... murator in hac Civitate Pragen.
commorans" elegge un procuratore per tutti i suoi beni in Monte. I due
fratelli Domenico e Maria de Bossi, cittadini della Città Minore di Praga,
chiedono nel 1606 di migliorare il loro stemma (un bue bianco in campo rosso e
nel cimiero il bue nascente) e di poter mutare il proprio cognome in "von
Bossi von den Grünen Dreibergen", per distinguersi da altri Bossi
domiciliati a Praga.
Tra il 1596 e il 1599 il Bossi sposò in seconde nozze una
Catarina, vedova di un cittadino boemo, e nel 1609 "Dominicus de Bossi von
Monte ex Italia, civis et maurerer Minoris Pragae" sposò Catarina, vedova
di Giacomo Bossi di Monte. Nel 1615 fu battezzato suo figlio Domenico e quindi
successivamente Giuditta (1618), Maddalena (1620) e Iacobo (1624). Dal primo o
secondo matrimonio erano nati Battista e Agostino. Questi, tornato a Praga dopo
un tirocinio di cinque anni in Italia, si era messo a maltrattare i genitori e
a fare debiti; nel 1622 fu messo in prigione. Più tardi sposò, in Italia, la
nobile Antonia Della Torre.
Il Bossi morì, probabilmente a Praga, prima del 1628: in
quell'anno infatti è menzionato un "mr. Franciscus figlius magri. Bapte de
Bossi quondam Dominici" - dunque il nipote del defunto Domenico - in
Boemia e i "mri Batta e Andrea Bosso" sono testi a Monte per un atto
avvenuto a Praga, di cui fu protagonista il defunto Bossi. La sua vedova
Catarina morì nel 1652.
Il Bossi fu uno dei maggiorenti della colonia italiana di
Praga che si era stabilita nel quartiere di Malá Strana, dove egli possedeva
due case, una sulla piazza, pagata piuttosto cara nel 1607 (doveva essere quindi
grande e ben costruita). Il Bossi compare come teste in alcuni documenti: in
una procura di Cosma Stanga (1593, 1594), in una causa per questioni di eredità
a favore del nipote dell'architetto U. Aostalli (1597), nei testamenti di
Mariano de Mariani, Pietro della Pasquina e G. B. Bussi (1606, 1621, 1622);
oltre che come padrino (1601, 1617, 1618, 1621), e come garante per numerose
persone, specialmente muratori e scalpellini italiani, ai quali veniva concesso
il diritto di cittadinanza (1603-1623).
La prima opera del Bossi di cui abbiamo testimonianza
(1595) è un epitaffio, nella chiesa di S. Tommaso, per il conte Antonio d'Arco
(fatto su richiesta di G. B. Bussi; nel 1601 il Bossi ricorse al tribunale per
essere pagato). Anche se non documentata, è probabile la partecipazione del Bossi
alla costruzione della cappella dell'Assunzione nella Città Vecchia di Praga
eretta (1590-1600) dagli Italiani residenti, importante opera a pianta
ellittica. Il 22 novembre 1602 fu mandato dalla Camera del regno di Boemia con
O. Fontana da Brusata, Battista Bussi e altri, e Brandýs sull'Elba presso
Praga, per collaudare e stimare i lavori di Ettore de Vaccani. Nel 1603 costruì
la parte settentrionale, con la biblioteca, del convento degli agostiniani,
presso la chiesa di S. Tommaso, nella Malá Strana; dall'anno seguente in poi si
occupò della ricostruzione del chiostro e degli edifici del convento. Con
Pietro Piscina costruì la mattonaia imperiale (1607). Su un terreno nella Malá
Strana, che nel 1602 egli stesso aveva venduto alla Congregazione degli
Italiani, costruì (1608-1617) l'ospedale e la chiesa di S. Carlo Borromeo.
Nel 1613 il Bossi aveva un debito con uno spaccapietre,
ma già quattro anni più tardi imprestava, con sua moglie, il doppio di quella
somma al Consiglio municipale della Malá Strana. Nel 1615 raccomandò di
affidare la costruzione del convento di Roudnice (a nord-ovest di Praga) al
costruttore Antonio Gaspare, ma forse partecipò anche lui a questo lavoro.
Probabilmente, dal 1617 in poi egli lavorò anche alla costruzione del Municipio
sulla piazza della Città Minore di Praga - esempio importante del manierismo
praghese. Con il B. è probabilmente da identificare quel costruttore Bossi
dalla Malá Strana che Maria Manriquez de Lara incaricò, insieme con altri
italiani, nel 1604, di ricostruire la chiesa a Litomyšl (Boemia orientale).
(Estratto
da: Dizionario biografico degli Italiani – Volume 13 (1971) di Jarmila Krcálová).
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