Nel 1420 undici Bossi appartenenti a tre famiglie originarie
del Mendrisiotto ottennero la cittadinanza di Como. Un
Francesco Bossi, probabilmente di Milano, fu vescovo di Como tra il 1420 e il
1434 e prese parte al concilio di Basilea. Il ramo dei Bossi di Monte generò
una folta schiera di costruttori, molti dei quali risedettero all’estero,
soprattutto a Praga. Un Antonio Bossi di Mendrisio fu capostipite di una
famiglia di organari che si stabilí a Bergamo nel 1635 e poi a Milano.
Nel 1654, a Vienna, l’imperatore
Ferdinando III concesse ad Antonio Bossi, ufficiale dell’esercito ed ex cassiere
della Regia del Sale, lettere di nobiltà del Sacro Romano Impero col predicato
von Bossi. Nel 1736 l’imperatore Carlo VI conferí a Wenzel Joseph Bossi e ai
suoi discendenti il titolo di cavaliere del reame di Boemia, confermando il
predicato von Bossi.
I Bossi di Bruzella, dal canto loro, ebbero ramificazioni a
Morbio Superiore e a Vacallo. Molti di loro lavorarono all’estero come artigiani
ed artisti. Nel 1615 il maestro Francesco risiedeva a Roma, mentre altri Bossi
furono attivi a Civitavecchia e a Spoleto. Nel secolo scorso Emilio Bossi, uomo
politico, pensatore e scrittore, si distinse per il ruolo svolto nella
promozione economica delle valli. Secondo Ottavio Lurati, il cognome
Bossi viene da Jacobo (Giacomo) attraverso la variante Jacobossi.
Lo stemma raffigura un bue passante, solitamente d’argento in
campo rosso. Nella variante adottata dai Bossi di Bruzella il bue su sfondo
rosso è accompagnato da un piano verde. Il capo azzurro è attraversato da un
bastone argenteo ai lati del quale vi sono due stelle d’oro. I Bossi di Balerna
hanno incluso nel loro scudo gentilizio un capo d’oro con aquila nera, quelli
di Pazzallo un capo azzurro con tre stelle d’oro, sostenuto da una banda
d’argento.
«La fede non ragiona, non esamina, non discute, non
investiga, non scopre nulla; mentre la scienza fa precisamente l'opposto, e non
impone nulla, nemmeno il bene, ma lo fa conoscere come lo splendor del vero, e
lo fa amare propagandolo colla persuasione. Illuminando le intelligenze essa
ingrandisce e nobilita anche i cuori: la sensibilità più squisita è quella che
si sviluppa e si affina nella ricerca del vero.
Non solo adunque non è più necessaria l'illusione di un uomo-dio per condurre l'umanità al bene; non solo, anzi, è necessario abbandonare definitivamente questa illusione che fu causa di tanti guai; ma occorre di emancipare definitivamente la morale da ogni tutela teologica e da ogni infiltrazione mistica e soprannaturale per renderla veramente umana.»
Milesbo
Non solo adunque non è più necessaria l'illusione di un uomo-dio per condurre l'umanità al bene; non solo, anzi, è necessario abbandonare definitivamente questa illusione che fu causa di tanti guai; ma occorre di emancipare definitivamente la morale da ogni tutela teologica e da ogni infiltrazione mistica e soprannaturale per renderla veramente umana.»
Milesbo
Nessun commento:
Posta un commento