Rabalio Bossi[1]
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Tommasino Bossi
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Francesco Bossi
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Baliolo Bossi
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Francesco Bossi
Cristoforo Bossi[2]
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altro Francesco Bossi
Francesco Bossi
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Pietro Francesco Bossi Taddeo Bossi[3] prete Gio. Antonio Bossi
Sp. Cornelia Capo
famiglia n. 21
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Notaio della Regia Ducal Camera. |
Sp. 8.6.1576[9] |
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| | | | A
Egidio Bossi
Pietro Maria Bossi Gerolamo
Bossi Carlo Bossi detto il
Sp. Paola.
n. 1579 n.
1589 Magnino del Castello
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e del Galgino.
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Sp. 8.2.1640 Paola
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Ghiringhelli figlia di
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Bartolomeo e Caterina.
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Anna Veronica Bossi
Angela Maria Bossi
+ Azzate 11.1670
Sp. Giuseppe Bossi.
A
Carlo Bossi detto il Magnino del Castello e del Galgino.
Paola era in odore di stregoneria.
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|--- Angela Bossi
| n. Azzate 27.9.1641
| + Azzate 30.3.1662
|
|--- Gio.
Battista Bossi +
| n. Azzate 25.9.1645 + Azzate 7.4.1662
|
|--- Maria Bossi
| n. Azzate 30.9.1647[14]
| Sp. 27.1.1671[15]
Antonio Sessa f. Carlo di Daverio.
|
|--- Orsola Bossi
+
n. Azzate
11.3.1650 + Azzate 6.8.1650
Foglio n. 28
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| Paola Bossa |
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| Quantità |
Valor capitale |
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|----------|--------|-------|------|----------|
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Pertiche | Tavole | Scudi | Lire | Ottavini |
|---------------|----------|--------|-------|------|----------|
| Avidato
| 34 |
3 | 3
| 8 |
3 |
| Pra sutto
| 40 |
15 | 3
| - |
10 |
| Aratorio
| 15 |
7 | -
| 15 |
3 |
| Bosco
| 23 |
- | 1
| 3 |
- |
| Zerbo
| 15 |
16 | -
| - |
- |
| Pascoli
| 19 |
15 | -
| 9 |
10 |
| Brughera
| 6 |
12 | -
| - |
- |
| Avidato
| 18 |
- | 1
| 16 |
- |
|---------------|----------|--------|-------|------|----------|
Totale |
172 | 20
| 10 |
4 | 2
|
|----------|--------|-------|------|----------|
Levate pertiche 6 prato e poste a Bernardo Bosso notaio
foglio n. 25 per ordine in filza 1676 foglio n. 33.
Levate pertiche 20 prato sutto, pertiche 11 avidato et
pertiche 3 bosco e poste all'infrascritto Diego e Carlo Gaspare fratelli
Masnaghi per nuova intestazione n. 14.
Levate pertiche 11112 e tavole 12 avidato, pertiche 10
prato sutto, pertiche 5 aratorio et pertiche 11 aratorio e poste ad Alfonso
Bosso foglio n. 25 per nuova intestazione n. 18
In un bel capitolo
dedicato al dilagare delle superstizioni, G. Moreno Vazzoler, a pagina 57 del
suo volume su Azzate dice:
"La ripresa sociale ed economica del ducato di
Milano, dopo il terribile flagello, fu assai lenta ed ostacolata da una
pubblica amministrazione che nel goffo tentativo di chiudere le falle
finanziarie procurava paurosi squarci nella barca
statale. L'incessante attrito politico e militare tra le potenze spagnola e
francese acuiva una situazione sociale già deficitaria nelle sue strutture
portanti. Anche l'autorità ecclesiastica aveva il suo da fare nel recupero
istituzionale ed evangelico, minato da un crescente fatalismo e da fenomeni
occulti cresciuti sul fertile terreno dell'arretratezza culturale e sull'indigenza
dei tempi. Le continue carestie accompagnate dal dilagare epidemico avevano
favorito nella popolazione un certo clima di sfiducia verso l'etica religiosa.
Le preghiere dei poveri e le sofferenze dei malati sembravano non trovare
conforto al cospetto di un Dio emblema del castigo. Così si faceva largo la
convinzione di provare nuove vie di speranza, magari tra le pieghe e gli
anfratti di quel sottobosco magico
che accompagna, da sempre, le vicende umane. Aumentava il numero dei presunti
guaritori che attraverso intrugli vegetali ed animali promettevano salute e
felicità. Si vociferava di quel tale che praticava strani riti propiziatori
notturni o di quel tal'altro che subiva, nascostamente, trasformazioni
somatiche demoniache. L'Autorità ecclesiastica e civile si trovarono così
impreparate ad affrontare questo nuovo e dilagante focolaio di spiritualismo
nero. Si finì, così, per generalizzare e colpire degli innocenti, rei soltanto
di essere vissuti in quel trambusto.
Alcuni casi di presunti guaritori o sospetti di occultismo
furono segnalati al Vicariato generale e al Vicario criminale della nostra
Diocesi in occasione delle frequenti visite che i vicari foranei compivamo
nelle diverse parrocchie.
Anche Azzate ebbe la sua presunta strega o maga, certa
"Pauola de Ghiringelli", figlia di Bartolomeo, sposata a Carlo Bossi,
detto il "Magnino", e residente al Castello.
Costei nel 1641 godeva fama di preparare e distribuire
pozioni vegetali dagli effetti miracolosi[16].
Per fortuna sua, la triste fama durò poco e rimase
circoscritta al nostro territorio, altrimenti avrebbe rischiato di comparire
nel lungo elenco di quante finirono sotto i ferri dell'Inquisizione o della
giustizia spagnola”.
La famiglia si era da poco costituita ed il curato
coadiutore di Azzate Gio. Pietro Bossi aveva registrato sul registro dei
matrimonio la seguente annotazione: “Adì 8 febraro 1640 Carlo Bosso detto il
Magnino del Castello fq. Mario ha contratto il matrimonio per verba di presente
con Pavola de Ghiringhelli f. Bartolomeo ambidue della nostra cura di Azzate
alla presenza ed interrogazione di me prete Gio. Pietro Bossi curato coadiutore
di Azzate e del signor Alfonso Bossi fq. J.C.C. Egidio e Francesco Bosso q.
Agosto idonei testimoni, essendo fatte le pubblicazioni e non è stato opposto
cosa alcuna”.
Diciannove mesi più tardi Paola mette al mondo una bambina
alla quale verrà imposto il nome di Angela.
Il 25 settembre 1645 la coppia viene allietata da un’altra
nascita, quella di Gio. Battista, seguita due anni dopo, il 30 settembre 1647,
da quella di Maria e, infine, l’11 marzo 1650 da quella di Orsola.
L’unica che riuscirà a sposarsi è Maria poiché tutti gli
altri fratelli moriranno in giovane età e, come discendente dal grande Rabalio,
cerca di accasarsi nel migliore dei modi.
La scelta del futuro sposo cade su Antonio Sessa figlio di
Carlo di Daverio che, pur non appartenendo al nobile casato, ha una discreta
posizione sociale.
Il loro matrimonio viene annotato sul registro dei
matrimonio dal nuovo curato coadiutore di Azzate Giovanni Orlandi nel seguente
modo: “Adì 27 genaro 1671 Antonio Sessa fq.
Carlo della cura di Daverio ha contratto il matrimonio per verba de
presenti con Maria Bossa fq. Carlo alla presenza ed interrogazione di me prete
Giovanni Orlando curato coadiutore di Azzate, essendo presenti per testimoni
Lucio Bosso, Antonio Maria Carnasino e Benedetto Bosso”.
Antonio Sessa ricopre la carica di console di Daverio e con
questa sua dichiarazione ci fa conoscere un poco il suo paese: “Non vi è
osteria né prestino e un certo Angelo Maria Crotoni va a comperare il pane a
Bodio e lo rivende da noi, pagando d’affitto a Camillo e Gio. Battista Sessa
lire 15 l’anno. Vi sono due chiese: la parrocchiale dedicata a S. Pietro e
regolata dal curato Luigi Palazzi con organo e campanile con due campane
mezzane senza orologio; l’altra di S. Maria Assunta[17] dove
si dice Messa quattro volte la settimana oltre la festiva con campanile e una
sola campana. Conta circa 50 fuochi con le cascine cioè la Marogna , la Torre , il S. Pietro, il Buggino e
Fonagai. Vi è podestà, cancelliere ed esattore”.
Vediamo di conoscere un po’ più da vicino la famiglia di
Carlo Bossi e sua moglie Paola Ghiringhelli che, secondo il racconto di G.
Moreno Vazzoler, era in odore di stregoneria o magia.
Il primo viene detto il
Magnino del Castello e del Galgino e con questi appellativi si vuole indicare
che apparteneva alla nobile famiglia dimorante nel Castello di Azzate che
possedeva anche terreni nei pressi della Cascina Galgino che, come sappiamo, si
trovava in prossimità del lago. Suo padre era il nobile Mario, notaio della
Regia Ducal Camera, che discendeva in linea retta dal capostipite Rabalio
Bossi, e che l’8 giugno 1576 aveva sposato Paola Bossi, appartenente ad un
altro ramo della nobile famiglia. L’atto di matrimonio conservato nell’Archivio
Parrocchiale di Azzate dice testualmente: “Fatte le tre dununciazioni in tre
giorni festivi quali furono il 17, 24 e 29 di giugno e non inteso alcun
impedimento io prete Aluisio Daverio curato d’Azzà ho celebrato il matrimonio
per parola dei presenti fra d. Mario fq. d. Pietro Francisco Bossi et Paula
figlia d. Thadeo habitanti in Azzate alla presenza dei signori Egidio Bossi e
d. Alberto Bossi citati per testimoni, e questo fu allì 8 di giugno 1576” .
Di Mario Bossi conosciamo la munificenza attraverso il
basamento della statua lignea che ci è pervenuta fino ai nostri giorni.
Da questo matrimonio sono nati quattro figli e soltanto
uno ha avuto, a sua volta, discendenza maschile. Infatti dal matrimonio di
Egidio (che sembra il primogenito) con Paola nascono due femmine; da due maschi
sembra non ci sia stata discendenza e, infine, da Carlo detto il Magnino che
l’8 febbraio 1640 sposa Paola Ghiringhelli (la presunta strega o maga) dalla
quale nascono quattro figli, tre femmine ed un solo maschio che però muore
all’età di 21 anni, senza essersi sposato, procurando in questo modo
l’estinzione del ramo.
Paola Ghiringhelli fu probabilmente scagionata dal
sospetto di stregoneria poiché il 30 novembre 1643 partecipa come madrina da un
battesimo, cosa che non avrebbe potuto fare se ancora fosse esistita la
infamante diceria.
(Questa parte viene “trasportata” in File: Bossi Gio.
Antonio – prete)
Si inserisce in quest’epoca la vicenda della cappellania
all’altare di S. Giovanni Battista nella Parrocchiale di Azzate, di
giuspatronato della nobile famiglia Bossi di Azzate.
Ne era investito il cappellano Gio. Antonio Bossi fratello
di Taddeo. Era nato circa nel 1537 e visse fino al settembre 1587, dopo essere
stato investito della cappellania nel 1567 e alla quale gli successe il prete
Gio. Battista Bossi, di non sappiamo quale ramo, che venne investito con bolla
di papa Sisto V del 13 aprile 1588 (Vedi Vazzoler n. 19)
Abitante in Azzate in casa sua propria.
Il 18.8.1552 esibisce i documenti che giustificano il
possesso dei suoi benefici: canonico maggiore e mezzeconico di Castelseprio,
chierico beneficiato di S. Ambrogio di Giubiano, cappellano di S. Giovanni
Evangelista nella chiesa di S. Maria di Azzate. (da "Monumenta Italiane
Ecclesiastica", Vol. IX, fascicolo 28). Dallo stato delle anime del 1573
si rileva che egli convive con la famiglia di suo fratello Taddeo ed ha 36
anni. Nel doc. n. 61.000 è detto Cappellano titolare di S. Giovanni Evangelista
nella Parrocchiale di Santa Maria di Azzate.
[1] Vedi file: Discendenza di
Rabalio Bossi.
[2] Battesimi 1564-1574.
[3] Taddeo di Brunello. Nel
1548 i beni dei suoi eredi fanno coerenza con la vigna detta alle Collodre in
territorio di brunello e Castronno. Il foglio n. 92 del cosiddetto Catasto di
Carlo V lo dice proprietario con i fratelli in Azzate di pertiche 16 di
aratorio, pertiche 24 di avidato, pertiche 4 di costa boscata, tavole 3 di
orto, pertiche 8 di palude, pertiche 17 di pascolo e pertiche 10 di prato
asciutto per un totale di pertiche 87.3
Lo stato della anime del 1573 descrive la sua famiglia
(n. 21), costituita dal capofamiglia con due figlie e cinque nipoti, figlio di
suo fratello, di cui non conosciamo il nome.
[4] Risulta intestataria della
partita di pertiche 172.20 del Catasto di Carlo V. (Vedi foglio n. 28).
[5] Nata nel 1563.
[6] Nata nel 1570.
[7] Sp. 18.5.1581 Gio.
Battista Soresina f. Ippolito di Ternate. “Adì 18 di maggio 1581. Dopo fatte le
tre pubblicazioni in tre giorni di festa cioè il 23 e 30 di aprile e il 7 di
maggio, alla interrogazione di me prete Aluisio Daverio curato di Azzate fu
celebrato il matrimonio per parola dei presenti fra m. Gio. Pietro Soresina fq.
m. Hyppolito habitante in ternate e donna Angela Bossa figlia di m. Thadeo
habitante in Azzate, presenti e citati per testimoni fra gli altri d. Vincentio
Bossi e d. Andrea Magorio habitanti in Azzate”. (A.P.A.).
[8] Nata ad Azzate il
25.4.1565. “Die 25 aprilis 1565 baptizata fuit per me presbiterum Aloisium
Daverium curatum Atiati Martha nata ex d. Thadeo et Donnina de Bossys jugalibus
et levata fuit per d. Petrum Bossys et d. Annam de Castelioni”. (A.P.A.)
Sposa 28.1.1589 Giulio Masini f. Francesco di Varese.
“Adì 28 genaro 1589 dopo fatte le tre pubblicazioni in Azzate e in Varese senza
alcun impedimento fu celebrato il matrimonio fra i signori Giulio Masino (?)
fq. Francesco abitante in Varese e la signora Martha Bossa f. signor Tadheo
abitante in Azzate e furono presenti per testimoni Giosepho Bosso detto il
Tempesta e Battista Bossi mio custode”. (A.P.A.).
[9] “Fatte le tre
dununciazioni in tre giorni festivi quali furono il 17, 24 e 29 di giugno e non
inteso alcun impedimento io prete Aluisio Daverio curato d’Azzà ho celebrato il
matrimonio per parola dei presenti fra d. Mario fq. d. Pietro Francisco Bossi
et Paula figlia d. Thadeo habitanti in Azzate alla presenza dei signori Egidio
Bossi e d. Alberto Bossi citati per testimoni, e questo fu allì 8 di giugno 1576” . (A.P.A.).
[10] “Adì 26 aprile 1642. Anna
Veronica fglia del signor Egidio Bosso detto del q. Mario e della signora Paula
sua moglie è stata battezzata da me prete Carlo Funagallo. Il padrino è stato
il signor Cristoforo Raimondo di Golasecca”. (A.P.A.).
[11] “Adì 12 febraro 1645.
Angela Maria figlia del signor Egidio Bosso del q. Mario e della signora Pavola
sua moglie è stata battezzata da me prete Carlo Fumagallo curato di Azzate. Il
compadre è stato Francesco Maria Sessa scholastico d’Azzate, madrina la signora
Giacinta fq. Gioseffo Bosso”. (A.P.A.).
[12] “Adì 8 febraro 1640 Carlo Bosso detto il
Magnino del Castello fq. Mario ha contratto il matrimonio per verba di presente
con Pavola de Ghiringhelli f. Bartolomeo ambidue della nostra cura di Azzate
alla presenza ed interrogazione di me prete Gio. Pietro Bossi curato coadiutore
di Azzate e del signor Alfonso Bossi fq. J.C.C. Egidio e Francesco Bosso q.
Agosto idonei testimoni, essendo fatte le pubblicazioni e non è stato opposto
cosa alcuna”. (A.P.A.).
[13] Compare come madrina ad
un battesimo del 30.11.1643.
[14] “Adì 30
settembre 1647 Maria figlia di Carlo Bosso detto il Magnino e Pavola sua
moglie, nata allì 29, è stata battezzata da me prete Gio. Pietro Bosso curato
coadiutore di Azzate. Il comprade è stato Battista Pellandini detto Braghino,
commadre Caterina moglie di Bartolomeo Ghiringhelli”. (A.P.A.).
[15] “Adì 27 genaro
1671 Antonio Sessa fq. Carlo della cura
di Daverio ha contratto il matrimonio per verba de presenti con Maria Bossa fq.
Carlo alla presenza ed interrogazione di me prete Giovanni Orlando curato
coadiutore di Azzate, essendo presenti per testimoni Lucio Bosso, Antonio Maria
Carnasino e Benedetto Bosso”. (A.P.A.).
[16]
(Archivio famiglia Alessandro Porri di Milano,
miscellanea, cart. 2).
[17] Nel 1505 l’antichissima chiesa matrice era posta in
luogo campestre e paludoso, lontana dal paese mezzo miglio con avanzi di grosse
mura che si suppone fossero le rovine dell’antico ano dedicato al Dio Mannio.
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