La bella
villa residenza della famiglia Bossi e la chiesa del 1300 che si trova
all'ingresso, sono oggi in uno stato di totale abbandono. E nessuno può fare
nulla
L’edera
si arrampica sui muri ed è evidente che la padrona, lì, è lei. Il muro comincia
a perdere colore e intonaco, l’erba sale sui gradini della chiesa. E’ il Castello di Azzate, una dimora storica e un
tempo lussuosa, ora in lento declino.
Era la
casa della famiglia Bossi,
una famiglia nobile che costruì la villa-castello allo scopo di avere una
residenza più idonea alle sue nobili origini. E così intorno al 1770
cominciò ad ingrandire una struttura già esistente, che poi diventò il
Castello di Azzate.
“Questa
residenza ha una storia davvero molto travagliata – racconta Giancarlo Vettore, storico di Azzate e autore del blog “Azzate e i
Bossi” – Per costruirla la famiglia Bossi vendette tutto e da lì cominciò
il suo declino. Quando non furono più in grado di mantenerlo lo
cedettero: vi abitò anche Maria Cristina di Borbone. Poi è stato un lento
precipitare di eventi. L’ultimo proprietario che provò amore vero per questo
posto fu il dott. Nino Zampolli di Milano: ci veniva ogni weekend, lo
curava, riuscì a riportare l’arredamento e i suppellettili che nel corso degli
anni erano stati venduti e sparsi per l’Italia”.
”
Quando Zampolli morì, il figlio mise tutto all’asta – spiega ancora Vettore
– Degli arredi del conte Claudio Luigi Bossi, costruttore della villa dal
1771 al 1779, non rimase nulla ad eccezione degli affreschi di Giovanni
Battista Ronchelli per il semplice fatto che non si potevano strappare dai
muri, altrimenti sarebbero stati venduti anche quelli”.
Qualche
anno dopo furono ceduti anche i muri, mentre i terreni attorno sono oggi
di un altro proprietario.
“Noi lo
chiamiamo l’antiquario di Genova quello che oggi ha le chiavi del castello –
spiega lo storico – Lo aveva acquistato con lo scopo di metterci un’esposizione
di mobili antichi, un po’ come Silbernagl a Daverio. Ma poi non se ne fece più
nulla e ad Azzate non si è mai più visto. E così oggi il castello è in completo
abbandono”.
Villa
Bossi-Zampolli, questo è il nome corretto, ha un custode ma non ricevendo
disposizioni non fa più alcun tipo di manutenzione: “I vetri della chiesa
del 1300, all’ingresso del castello, si sono rotti e piccioni
hanno imbrattato il pavimento e tutto ciò che è conservato all’interno.
Il tetto della villa è rotto e l’umidità e le erbacce ormai stanno prendendo il sopravvento. Cosa si può fare? Nulla, purtroppo. Essendo di un privato nessuno può prendere decisioni. Sarebbe bello che la Sovrintendenza sapesse cosa sta succedendo, ma temo che si potrebbe far poco comunque”.
Il tetto della villa è rotto e l’umidità e le erbacce ormai stanno prendendo il sopravvento. Cosa si può fare? Nulla, purtroppo. Essendo di un privato nessuno può prendere decisioni. Sarebbe bello che la Sovrintendenza sapesse cosa sta succedendo, ma temo che si potrebbe far poco comunque”.
Il
Comune? “E’ già impegnato a restaurare “casa sua”, Villa Castellani e le
risorse non sono infinite, anzi”.
Una
risposta a quanto pare non c’è ed è probabile che resteranno solo le foto a
raccontare quanto era bello il castello di Azzate. Non è nemmeno più possibile
visitarlo. Resta solo da sperare che passi di nuovo di mano. E questa volta chi
lo riceve decida di farlo vivere.
Nessun commento:
Posta un commento