Carlo Bolla sull’ingresso del Ristorante Belvedere in Via Belvedere 53.
IL SALUMIERE CARLO
BOLLA
Sapevo, di mio, che Carlo Bolla era stato il salumiere di
Azzate che, per primo, aveva venduto il prosciutto crudo alle famiglie più
abbienti del paese.
Non sapevo di lui tante altre cose che andai in seguito
scoprendo, sollecitato da una telefonata del nipote Carlo Guido Bolla di Milano
che voleva ricostruire la storia del nonno.
Il Bolla, o meglio il Bola con una elle sola, come lo
chiamavano semplicemente in dialetto gli azzatesi, aveva il suo negozio in un
piccolo locale sito accanto alla famosa Villa Ferrario, già Villa
Bossi-Alemagna, a metà della Via Volta, nel centro storico, che nasce come
succursale della Cooperativa del Circolo Famigliare di Azzate per soddisfare le
richieste di una popolazione che andava via via aumentando.
Il bello della situazione è che il Bola da semplice
salsamentario, questa era la sua qualifica allora, si trasformò ben presto il
oste, ristoratore e albergatore. Però tanto non gli bastò e, con l’aiuto di
alcuni familiari acquisiti, diventò anche impresario edile ed editore di
cartoline illustrate. Una bella carriera, non c’è che dire, che forse riflette
il grande fermento di innovazione che animò gli ultimi anni dell’Ottocento ed i
primi del Novecento.
Carlo Bolla nacque a Comabbio il 16 agosto 1872, figlio di
Giacomo Bolla e Giuseppina Cesati.
Abbandonò il paese natio dove i Bolla erano molto numerosi e
assieme ai …….. avevano creato una specie di piccolo ……… (mi verrebbe da dire
impero o feudo, ma forse il termine più esatto me lo potrà fornire Carlo Guido,
il nipote!) e si trasferì ad Azzate (perché proprio Azzate?) dove iniziò la sua
poliedrica attività che ebbe, come vedremo, numerose attestazioni di grande
professionalità da parte di numerosi suoi clienti, provenienti da molte zone
d’Italia.
Era piccolo di statura ma quello che via via seppe
realizzare fu veramente grande. Alla posteria si accedeva dall’ingresso della
Via del Belvedere n. 53, come era allora chiamata l’attuale Via Volta, mentre
nella parte posteriore che si affacciava sulla corte interna vi era l’osteria,
per i cui avventori venivano anche sistemati pochi tavoli e qualche sedia nel
sottoportico.
Insaccava i salumi personalmente ed era molto geloso della
sua tecnica che il suo successore Tranquillo Baratelli cercò in ogni modo di
carpirgli quando aprì la sua posteria all’inizio della Via Monte Grappa, la
stradina stretta che scendeva al lago.
Il Bola aveva capito che la sede della sua attività godeva
di uno speciale requisito: il bellissimo panorama che gli stava proprio davanti
e che poteva essere goduto da una piazzetta appositamente costruita. Non per
niente quella via, già denominata Contrada di Sant’Antonio per la presenza
dell’Oratorio omonimo, era stata intitolata del Belvedere, e aveva un altro
belvedere più ampio più avanti, proprio davanti alla Villa del barone Giuseppe
Baroffio Dall’Aglio.
Il Ristorante Belvedere gestito dalla sua famiglia era
diventato così importante che sulla strada che proveniva da Varese era stato
posto, all’inizio della Via Vittorio Veneto, in prossimità della stazione del
tram, un cartello indicatore con scritto a chiare lettere “Ristorante
Belvedere” e indicava la direzione da prendere per raggiungerlo in centro al
paese.
I genitori di Cesare Maffioli, che abitavano all’inizio
delle casette della Parrocchia, era molto amici del salumiere Bolla che
frequentava spesso la loro casa in quanto la sua abitazione nel cortile dei
Mangano (poi acquistata dal panettiere Ossola) era a poca distanza. In
occasione del matrimonio del figlio maggiore Giovanni Maffioli, il Bolla
provvide ad allestire il pranzo di nozze e fu un avvenimento gastronomico molto
significativo.
ALBERGO BELVEDERE
Dalla Via Volta sono visibili i cinque poggioli dai quali si
poteva ammirare il panorama sul Lago di Varese e giustificavano il nome
dell’albergo.
CORTE DEL BOLA
Alcuni la chiamato la
Corte del Cechin perché vi ha abitato ….. Giamberini detto
appunto Cechin, ma altri se la ricordano come la Corte del Bola poiché il salsamentario
Carlo Bolla aveva aperto sul fronte della Via Volta la sua rinomata salumeria,
legando il suo nome a questa corte.
La famiglia Bolla però abitava nella corte dei Mangano
all’inizio della Via Marconi poi acquistata dal fornaio Ossola.
La posteria in Via Volta nasce come succursale della
Cooperativa del Circolo Famigliare di Azzate.
Era gestita da …… Nicora detto Pustun[1].
La latteria annessa venne gestita dal suocero del Pustun che
aveva tre figli: Lino Sassi (impiegato comunale), Ugo Sassi (macellaio) e
Giuditta Sassi (moglie del Pustun) che coadiuvò alla gestione della latteria
con il padre.
[1] La sua professione
principale era però quella di postino. Riusciva a conciliare le due attività
poiché allora la quantità della posta da distribuire era molto più modesta e
riusciva ad assolvere il suo compito in mezza giornata. Il suo predecessore era
stato il papà della Pustina mentre il suo successore fu ….. Bolognese che,
quando la quantità della posta cominciò ad aumentare, venne coadiuvato dalla
moglie.
Un’altra attività del Pustun fu quella di campanaro.
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