Ci
soffermiamo sulla famiglia n. 8 di don Vespasiano Bossi poiché è caratteristica
di quella successione di nomi che si trasmettono di nonno in nipote e per il fattaccio occorso a suo figlio don
Annibale che, nonostante l’apparente bel matrimonio nel 1637 con donna Bianca
Visconti figlia di Gio. Battista dei Signori di Cassano Magnago, lo portò a
cercare, a quanto sembra, maggiori soddisfazioni fuori del matrimonio.
Lo
spunto ce lo offre un altro matrimonio amministrato dal curato di Azzate Carlo
Fumagalli il 25 febbraio 1659 tra Francesca figlia di Giavanna Marchella,
svizzera, e di padre incognito ma nata e sempre vissuta in Azzate nella casa di don Annibale Bossi. Lo sposo è
Giuseppe Ghiringhelli figlio di Francesco di Brunello ed assistono al
matrimonio in qualità di testimoni un numero veramente consistente di nobili
personaggi che non sembrerebbero consueti per contraenti di così poco conto
quali don Benedetto Bossi figlio di don Gerolamo, don Gerolamo Bossi figlio di
don Alberto e don Antonio Bossi figlio di don Vincenzo.
Vuoi
vedere che la persona che sta per salire all’altare non è la povera figlia di
una svizzera e padre incognito, così come viene annotato dal curato di Azzate
sul registro dei matrimoni, ma è invece la figlia di don Annibale Bossi!
Questa
considerazione viene avvalorata dal fatto che il nostro don Annibale potrebbe
essere recidivo in quanto da Fiorenza Ferrario nascerà il 4 luglio 1669
(Antonio) Francesco che da tutti sarà riconosciuto suo figlio spurio
(=adulterino).
Francesco Bossi
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|--- Vespasiano
Bossi
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|---
Francesco Bossi
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|--- Annibale Bossi
Sp. 19.1.1637 donna Bianca Visconti f. Gio. Battista dei Signori
di Cassano Magnago.
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|--- (Antonio)
Francesco Bossi
Figlio spurio (adulterino) nato da
Fiorenza Ferrario.
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|---
Vespasiano Bossi
n. Azzate 22.6.1712
Nel 1763 fa parte della Confraternita del Santissimo
Sacramento di Azzate.
Don
Vespasiano Bossi discende in linea diretta dal grande Rabalio, capostipite
della famiglia che poi diventerà dei conti Bossi del castello di Azzate.
L’importanza
del personaggio è rilevabile dal fatto che nella sua piccola famiglia composta
da lui medesimo, dalla moglie Laura e dal figlio Francesco, convivono due
domestici: Caterina di anni 30 e Domenico di anni 20 e quindi doveva godere di
un elevato tenore di vita.
Anche
sotto il profilo religioso è uno dei pochi personaggi che ha ricevuto il
sacramento della cresima, peraltro prerogativa esclusiva di alcuni nobili
Bossi.
Tutte
queste caratteristiche ci avrebbero indotto a pensare che la sua famiglia, o
quella di suo cugino Gio. Stefano, fosse la più importante di Azzate e quindi
posta in testa all’elenco stilato dal curato Luigi Daverio che, invece, la pone
all’ottavo e nono posto, traendone così la constatazione che il suo metodo di
catalogazione sia stato un altro.
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c. Domino Vespasiano Bosso capo di casa d’anni 30 chr.|
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c. Domina Laura sua consorte d’anni 22 non chr. |
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+ Francesco suo figlio d’anni 2 non chr. |
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c. Catherina sua serva d’anni 30 non chr. |
|
c. Domenico suo servo d’anni 20 non chr |
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D.
Vespasiano Bossi f. D. Francesco f. D. Stefano f. D. Biagio f. D. Simone f. D.
Andrea
f. D. Ruggero f. D. Tomaso d. D. Rabalio.
Capo
della famiglia n. 8.
n.
1543. Vivente ed abitante in Azzate nel 1573, comunicato e cresimato.
Nel
1573 vivono nella sua casa, sita nel Castello di Azzate: Caterina sua serva
di anni 30 e Domenico, suo servo di anni 20.
Il
17 febbraio 1574 compare come testimone di matrimonio.
Il
21 maggio 1583 appare come testimone al matrimonio di suo nipote Gio. Battista.
E’
detto figlio del nob. Francesco “incola loci Castri Acciati”. Una nota di
autore ignoto
dice: “Infatti al Castello vi è la casa che dicevasi di Vespasiano, ora appoggiata
al palazzo con giardino, sulla strada dove ci dovrebbe essere la nuova cappella
di S. Lorenzo. Questa comune dimora al castello di tutti questi Bossi serve a
dimostrare la provenienza dello stipite anche dei conti Bossi”.
Il
13 settembre 1608 acquista, quale Priore della Scuola del santissimo Sacramento di
Azzate, dei terreni da Agostino Bossi.
Il
30 maggio 1611 appare come testimone nella sua casa al Castello all’istrumento dotale
di Isabella Bossi.
Sp.
d. Laura, vivente ed abitante in Azzate nel 1573, comunicata e non cresimata.
|
|--- Francesco Bossi
|
n. Azzate 29.10.1570[1], vivente
ed abitante in Azzate nel 1573, non cresimato.
|
Abitante nel Castello di Azzate.
| Sp. 20.6.1601 Gerolama Bossi f. Giuseppe[2].
| -
30.5.1611: testimone all'istrumento dotale di Isabella Bossi.
| - 2.8.1614: acquista da Gio. Battista Bossi.
E' detto abitante nel Castello di Azzate e tesoriere della
| Confraternita del SS. Sacramento.
| Confraternita del SS. Sacramento.
| - 28.8.1615: rilascia a nome di Luigia e
Barbara Pusterla, tutrici dei minori Bernardo e Gio. Battista, il | confesso di
ricevuta di un capitale.
| - 15.10.1631: compare come promotore di un
acquisto di Bernardo.
| -
9.3.1632: compare come secondo notaio.
| -
25.4.1633: prende a livello alcune terre da Bernardo.
| -
24.4.1636: dà il suo consenso, quale agnato, per una vendita fatta a Bernardo da Pola Bossi moglie | del fu Francesco.
| -
14.12.1636: vende una casa al Castello alla Scuola del Santissimo Sacramento di Azzate.
| |
| |
| |--- D. Annibale Bossi[3]
| |
n. Azzate 25.7.1608
| |
+ 9.6.1673 (come da fede di morte).
| |
Sp. 19.1.1637 nella Chiesa di S. Maria del Cerro di Cassano Magnago Bianca Visconti f. Gio.
| | Battista, dei Signori di Cassano Magnago e di altri luoghi.
| | Battista, dei Signori di Cassano Magnago e di altri luoghi.
| |
Bianca Visconti compare come madrina ai battesimi del 1640, 1644,1661 e 1663 amministrati
| | nella Chiesa Parrocchiale di Santa Maria di Azzate.
| | nella Chiesa Parrocchiale di Santa Maria di Azzate.
| |
Il 22.9.1657 giura fedeltà al feudatario Alfieri[4].
| |
|
| |
|
| |
|--- D. Gerolamo Bossi
| |
| Notaio. Le sue abbreviature rogate dal 1673 al
1705 sono presso A.S.Mi.
| |
|
| |
|--- D. (Antonio) Francesco
Bossi A
| |
| |--- Francesca Bossi
| | Sp.
19.2.1635 Alessandro Masnaghi f. Gaspare di Varese[5].
|
|
| |--- Caterina Bossi
| |
Sp. 11.7.1628 Francesco Bossi f.
Baldassarre.
| |
| |--- Laura Bossi
| | Sp. Giulio Cesare Bossi.
| |
| |---
Ippolita Bossi
| Sp. 17.2.1631 Ercole Piatti di Sesto[6].
|
|--- prete D. Annibale Bossi
n. Azzate 30.3.1572[7].
Nello
stato delle anime del 1573 Annibale non vi figura: infatti di lui non si hanno
più notizie.
Curato
di Azzate.
6.1.1638: Compromesso di Angela Bossi, di cui
non è indicata la paternità, quale
sua erede[8].
Quasi sicuramente si tratta di Angela figlia
di Biagio, sua collaterale.
A
D. (Antonio) Francesco Bossi f. D. Annibale.
n. Azzate 4.7.1669, figlio spurio nato da Fiorenza
Ferrario[9].
Sp. 1693 D. Bianca Bossi f. D. Stefano e Livia + Azzate
16.2.1736
Albero Cottalorda: Bianca sposa Francesco Bossi de Castro
Azziati 1701.
|
|
|
|--- D. Antonia
Bossi
| Sp.
a) 23.5.1724 Lodovico Fontana f. Gio. Battista di Somma[10]; b)
27.9.1731
| Gio.Battista Daverio f. Gerolamo di
Galliate[11].
|
|--- D. Ottavia
Bossi
| Sp. 1731 Giulio Sessa f. Gio. Battista di
Daverio.
|
|--- D. Giovanna
Bossi
| Sp.
24.7.1633 Carlo Bianchi di Barasso[12].
|
|--- D. Bianca
Lucia Antonia Bossi
| n. Azzate 12.2.1694
|
|--- D.
Battistina Caterina Bossi
| n. Azzate 3.9.1696
|
|--- D. Regina
Feliciana Bossi +
| n.
Azzate 30.7.1696 + Azzate 29.9.1699
|
|--- D. Regina
Feliciana Bossi
| n.
Azzate 28.6.1700
|
|--- D. Annibale
Carlo Gaetano Bossi
| n. Azzate 25.2.1702
|
|--- D. (Livia)
Vittoria (Maddalena Antonia) Bossi
| n. Azzate 7.3.1704
| Sp.
8.2.1731 Giulio Sessa f. Gio. Battista di Daverio[13].
|
|--- D. Angela
(Antonia Giuseppa Rosalia) Bossi
| n. Azzate 25.11.1705
| Sp.
24.2.1731 Gio. Battista Marliani f. Nicola di Buguggiate[14].
|
|--- D. Gerolama
(Margherita Rinalda Antonia) Bossi
| n. Azzate 3.2.1707
| Sp. Azzate 5.11.1732 Carlo Antonio Del Conte
f. Giuseppe di Vedano[15].
|
|--- D. Luigia
Elisabetta Maria Bossi
| n.
Azzate 22.6.1708
|
|--- D. Giuseppa
(Maria Feliciana) Bossi
| n.
Azzate 14.8.1710
| Sp.
20.11.1736 Paolo Antonio Rosnati f. Bartolomeo di Gallarate[16].
|
|--- D. (Carlo
Stefano) Vespasiano Bossi
| n.
Azzate 22.6.1712
|
|--- D. Lucia Benigna
Bossi
n.
Azzate 15.5.1714
N. 9 R
Io Bianca Bossa d'anni 42 della terra di Azzate pieve di
Varese come tutrice amministratrice e curatrice di Annibale e Vespasiano e
altri figli del q. Sig. Francesco Bossi notifico possedere gli infrascritti
beni nella terra di Azzate in pezzi n. 9 confinanti con strada, il Sig. Cesare
Picinelli, il Sig. Vincenzo Bosso, l'ill.ma Sig.ra Paola Bossa, il Sig.
Francesco Oggiona, la Causa Pia
Frascona, il Sig. Francesco Pacinello, la
Cappella di S. Gerolamo, la Parrocchiale di Azzate, il Rev.
Sig. Giacomo Bosso, la Sig.ra
Veronica Bossa, il rev. Sig. Gio. Battista Daverio:
- Prati asciutti con alberi p. 5.-
- Vigne o ronchi p.
18. 2.3
- Vitate e aratorie con moroni e altri alberi p. 29.10.-
- Pascoli semplici p. 34.-
- Brughiere in costa p. 10.20.2
- Ortaglie o giardini e siti di Casa p.
4. 1.-
- Zerbi
p. 2.10
----------
p.103.19.5
per i quali ho pagato di carico nell'anno 1717 lire 54 e
nell'anno 1718 64.
Sopra detti beni pago un livello al Sig. Curato d'Azzate
lire 5.15 e alla Cappella di S. Giovanni Evangelista.
-----
|------------------------------------------------------
| Bossi Vespasiano q. Francesco
|--------|----------------------------------------------
| 3 |
| 14-2 |
| 23-2 |
| 36 |
| 322 |
| 333 | Prato vitato con 6 moroni
| 334-1 | Prato
| 334-2 | Arativo con 2 moroni
| 347 | Arativo con 1 morone
| 352 |
Arativo vitato con 1 morone
| 656 |
| 880 | Casa
da massaro
| 881 | Casa
da massaro
| 883 | Casa di propria abitazione con il n. 355
|--------|------------------------------------------------
Per un totale di pertiche 118.17
"Giovanni Battista Visconti, dei signori della terra
di Cassano Magnago ed i altri luoghi, da un lato, e Giovan Francesco e Annibale
Bossi, dall'altro, stabilivano, nel febbraio 1636, che Annibale, figlio di
Giovan Francesco, avrebbe sposato la figlia del Visconti, Bianca. A titolo di
dote Giovanni Battista so obbligava a versare ai signori Bossi lire diecimila
imperiali, comprese in queste le lire settemila che tale Giovan Battista
Rainaldo si era impegnato a pagare alla fanciulla al momento delle nozze".
(A.S.Mi., Notarile, b. 27902).
(Estratto da: LA VITA QUOTIDIANA A MILANO IN
ETA' SPAGNOLA di Romano Canosa, Longanesi, Milano, 1996, pag. 102).
IL MATRIMONIO E LA DOTE
"Il presidente e i giudici del Senato milanese, la
più alta autorità giudiziaria dello stato, nel luglio 1679 in una lettera al governatore
denunciavano un fatto a loro parere molto grave che stava investendo la società
lombarda del tempo: a causa delle doti troppo alte richieste dai pretendenti,
stava diventando impossibile dare marito alle giovani nobili le quali, in
conseguenza, rimaste nubili, erano destinate a finire in convento.
Secondo il Senato, questa era una delle conseguenze più
gravi delle spese eccessive che si facevano in occasione dei matrimoni.
Scomparsa dall'ordinamento giuridico italiano nel 1975, la
dote, in passato, era stata il cardine dei rapporti patrimoniali tra i coniugi.
Alla sua origine stava la constatazione che la donna,
attraverso il matrimonio, abbandonava la famiglia d'origine e si trasferiva
altrove.
In una società nella quale i beni di fortuna e i loro
redditi erano alla base della vita quotidiana, sembrava inevitabile, anche al
fine di invogliare gli eventuali pretendenti, destinare alla vita della donna,
e quindi anche della nuova famiglia che essa si accingeva a costituire, un
patrimonio apposito, distinti da quello originario della famiglia. Un discorso
analogo valeva di regola anche per l'altra ipotesi di uscita della donna dalla
famiglia d'origine: quella dell'entrata in convento. Anche questa infatti era
accompagnata da una "dote" versata al monastero nella quale la donna
era destinata a passare il resto dei suoi giorni.
In generale, dato il rilievo attribuito nelle società di
ancien régime al casato e l'importanza riconosciuta ai beni immobili,
tramandati di generazione in generazione, come espressione della continuità e
del "valore" del casato stesso, la tendenza fu di escludere questi
beni dalla dote, limitandosi a versare soltanto danaro e beni d'uso immediato
(utensili domestici, biancheria ecc.).
Anche se prevalentemente in danaro, la dote rappresentava
pur sempre un esborso da parte della famiglia d'origine della sposa, esborso
tanto più alto quanto maggiori erano le pretese dello sposo o quanto più grande
era il desiderio della prima di liberarsi in qualche modo delle figlie.
Pertanto a volte accadeva anche che delle famiglie arrivassero a rovinarsi per
assicurare una dote in denaro alle figlie, senza riuscire in seguito a
risollevarsi o perché il danaro versato come dote, e conseguentemente sottratto
al giro commerciale, era stato eccessivo, o perché i debiti fatti per trovare
il danaro da dare in dote, senza toccare i beni immobili di famiglia, si erano
rivelati insostenibili.
L'esiguità della maggior parte delle doti, quali risultano
dagli atti notarili del tempo, porta a ritenere che se non tutte, almeno la
maggior parte delle famiglie, giunto il momento del matrimonio delle figlie, si
recasse dal notaio, quasi che fossero moralmente "inaccettabili"
delle nozze che non fossero precedute dalla dote, per quanto simbolica potesse
essere.
Gli atti notarili in questione presentano tutti la stessa
forma. Vi compare il nome del padre, del tutore della donna o di altri che
costituisca materialmente la dote (eccezion fatta per il caso in cui è la
stessa donna, magari vedova, a portare da sé la dote) e la somma di danaro data
a tale titolo: Nell'atto è inserito un foglio a parte con l'inventario del
corredo e degli altri beni mobili che la donna portava con sé (quando tali beni
esistevano), con l'indicazione dell'eventuale aumento dotale fatto dal marito
alla moglie, retaggio delle antiche donazioni postmatrimoniali.
Nel caso che la famiglia non fosse in grado di dotare
neppure in misura molto ridotta la figlia, intervenivano di solito enti di
vario tipo (ospedali, collegi, confraternite ecc:9 i quali provvedevano a
dotare la fanciulla che andava sposa utilizzando il proprio patrimonio o legati
costituiti espressamente per questo scopo.
(Estratto da: LA VITA QUOTIDIANA A MILANO IN
ETA' SPAGNOLA di Romano Canosa, Longanesi, Milano, 1996, pag. 96).
[1] "Die 29 octobris Ego presbiter Aluisius Daverius
curatus Atiati baptizavi Franciscum quattuor ante diebus natum ex D.
Vespasiano et Laura de Bossiis et jugalibus quem fuit levatum per D. Franciscum Bossium eorum patruum habit. in Castro
Atiati." (A.P.A.).
[2] "Adì 20 giugno 1601 il sig. Francesco Bossi f.
Vespasiano ha contratto il matrimonio con la sig.ra Hieronima fq. sig. Gioseppo
Bossi alla presenza di me Giacomo Antonio Rosnati rettore di Azzate e furono
presenti per testimoni il rev. prete Battista Bossi e il sig. Gio. Pietro
Bossi". (A.P.A.).
[3] “25 febbraio 1659. Gioseffo Ghiringhello figlio di
Francesco della cura di Brunello ha contratto il matrimonio per verba de
presenti con Francesca figlia di Giovanna Marchella svizzera et di padre
incognito ma nata e sempre abitata in Azzate in casa del signor Annibale Bosso,
alla presenza et interrogazione di me prete Carlo Fumagallo curato d’Azzate,
essendo pur anco presenti per testimoni il signor Benedetto Bosso figlio del signor
Jeronimo, il signor Jeronimo Bosso figlio del signor Alberto et il signor
Antonio Bosso figlio del signor Vincenzo. Le pubblicazioni tanto in Azzate
quanto in Brunello si sono fatte adì 7. 9 e 16 suddetto tutti tre giorni di
festa continui né è stato opposto alcun impedimento”. (A.P.A.).
[4] Vedi n. 103 della lista.
[5] "Adì 19 febraro 1635 il sig. Alessandro Masnago
fq. Gaspare di Varese ha contratto il matrimonio per verba de presente con la sig.ra Francesca Bossa f. Francesco
del Castello di Azzate alla presenza ed interrogazione di me prete Agostino
Pietro Crespi rettore di Azzate, alla presenza dei testimoni Giulio Cesare
Bossi di Azzate e Hercole
Gatto abitante in
Sesto". (A.P.A.).
[6] "Adì 17 febraro 1631 il sig. Hercole Patto della
cura di Sesto ha contratto il matrimonio per verba de presenti con la sig.ra
Hippolita Bossa f. Francesco alla presenza e interrogazione di me prete Gio.
Battista Castelli curato di Brunello delegato specialmente da Pietro Agostino
Crespi curato di Azzate in sua assenza e alla presenza dei testimoni Nicolò
Bernardi, Giulio Cesare Bossi. Sono stati dispensati come consta da lettere
apostoliche unite e approvate
dall'arcivescovo di Milano sopra il 2° e 3° grado di affinità". (A.P.A.).
[7] "Die 30 Marty Ego presbiter Aluisius Daverius
curatus Atiati baptizavi Annibalem duo bus ante diebus natum ex D. Vespasiano
ac Laura de Bossiis jugalibus habit. in Castro Atiati et levatum fuit per D.
Franciscum Bossium habit. in Castro Atiati." (A.P.A.).
[8] Vedi documento n. 105.
[9] "Adì 4 luglio 1669. Antonio Francesco figlio del
Sig. Anibal Bosso e di Fiorenza Ferraria, nato il giorno precedente, è stato
battezzato da me prete Giovanni Orlando curato coadiutore di Azzate. Padrino è
stato Giovanni Rolandi". (A.P.A.).
[10] "Adì 23 maggio 1724 il sig. Lodovico Fontana f.
Giovanni nativo della prepositurale di Somma ha contratto il matrimonio per
parola di presente con la sig.ra Antonia Bossa fq. Francesco del Castello di
Azzate alla presenza ed interrogazione di me prete Luigi Buzzi curato di Azzate,
essendo presenti per testimoni il rev. Vincenzo Bossi, Ambrogio Bossi e il
dott. Giovanni Bosso". (A.P.A.).
[11] "Adì 27 settembre 1731 il sig. Gio. Battista
Daverio fq. Gerolamo del luogo di Galliate ha contratto il matrimonio con la
sig.ra Antonia Bossa fq. Francesco di Azzate vedova di Lodovico Fontana di Soma
alla presenza ed interrogazione di me prete Gio. Pietro Giamboni curato di
Azzate, essendo presenti per testimoni il chierico Vespasiano Bosso, Antonio
Visconti. Le pubblicazioni sono state dispensate da mons. Vicario
generale". (A.P.A.).
[12] "Adì 24 luglio 1633 il sig. Carlo Bianco fq.
Federico del luogo di Barasso ha contratto il matrimonio per verba de presenti con la sig.ra Giovanna f. Francesco
Bosso q. Vespasiano alla presenza ed interrogazione di me prete Pietro Agostino Crespi curato di Azzate. I testimoni
furono Giulio Cesare Bossi e Gio. Angelo Bianchi del luogo di Morosolo".
(A.P.A.).
[13] "Adì 8 febraro 1731 il signor Giulio Sessa fq.
Gio. Battista della cura di Daverio ha contratto il matrimonio per parola di
presente con la signora Vittoria Bossa fq. Francesco di Azzate alla presenza ed
interrogazione di me prete Gio. Pietro Giamboni curato di Azzate, essendo
presenti per testimoni l'ill.mo sig. don Paolo Bosso, l'ill.mo sig. Gio.
Stefano Bosso e il chierico Thomaso Buzzo". (A.P.A.).
[14] "Adì 24 febraro 1731 il sig. Gio. Battista
Marliani fq. Nicola della cura di Biguggiate ha contratto il matrimonio per
parola di presente con la sig.ra Angiola Bossa fq. Francesco di Azzate alla
presenza ed interrogazione di me prete Gio. Pietro Giamboni curato di Azzate,
essendo presenti per testimoni Giuseppe Tettoni, l'ill.mo sig. dott. Giovanni
Bosso e il chierico Thomaso Buzzo". (A.P.A.).
[15] "Adì 5 novembre 1732 il sig. Carlo Antonmio Del
Conte fq. Giuseppe della cura di Vedano
ha contratto il matrimonio per parola di presente con la nob. sig.ra Gerolama
Bossa fq. nob. Francesco di Azzate alla presenza ed interrogazione di me prete
Gio. Pietro Giamboni curato di Azzate, essendo presenti per testimoni il chierico
Alessandro Del Conte, Vespasiano Bosso e Antonio Visconti. Le pubblicazioni
sono state dispensate da mons. Vicario Generale".
(A.P.A.).
[16] "Adì 20 novembre 1736 il sig. Paolo Antonio
Rusnate fq. Bartolomeo del borgo di Gallarate vedovo per la morte di sua moglie
sig.ra Elisabetta ha contratto il matrimonio per parola di presente con la nob.
sig.ra Gioseffa Bossa fq. nob. Francesco alla presenza ed interrogazione di me
prete Gio. Pietro Giamboni curato di Azzate, essendo presenti per testimoni
Gio. Battista Marliani, Carlo Ranzone e Carlo Fratino di Buguggiate. Le
pubblicazioni sono state
dispensate da mons. Vicario
Generale". (A.P.A.).
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