Singolare
la circostanza che gli unici due figli maschi di Giuseppe Bossi di Milano
abbiano abbracciato, entrambi, la carriera ecclesiastica e abbiano aggiunto al
proprio cognome quello dei Lampugnani.
Poco
conosciamo sul loro trascorso ad Azzate: almeno uno vi morì alla veneranda età
di 99 anni nel 1778 e possiamo supporre che abbiano condotto una vita molto
agiata, a giudicare dal vasto patrimonio immobiliare che possedevano a titolo
personale e in virtù dei benefici ecclesiastici di cui erano stati investiti.
Il prete Gio. Stefano era titolare del Beneficio di S. Antonio, mentre suo
fratello prete Giacomo Carlo era titolare del Beneficio di S. Francesco eretto
nella Chiesa Parrocchiale di Azzate.
Ma
la cosa più singolare è che abitavano in quella splendida dimora che oggi
conosciamo come Villa Piana, circondati probabilmente da numerosa servitù, che
aveva il compito di accudire alle loro persone e al governo della grande casa e
del grande parco.
Si
saranno mai posti i due ecclesiastici il perché di quella loro situazione che,
quantunque molto agiata, non avrebbe permesso loro di trasmettere tanta
abbondanza ai loro discendenti? La loro eredità passò in altri Bossi-Lampugnani
che si erano affacciati sulla scena azzatese come semplici Bossi e possedevano
due appezzamenti di terreno su quella lingua del territorio di Vegonno che
propende verso Caidate.
Ce
li possiamo immaginare i due fratelli nella loro tonaca nera che si avviavano
dalla Piazza Bossi (come era
allora
chiamata la piazzetta su cui prospettava la loro villa e la Ca ’ Mera), attraversavano la Piazza dei Fichi (come era allora chiamata la Piazza Nuova o Piazza Cairoli) e imboccavano la Contrada di S. Antonio.
E’
probabile che il prete Gio. Stefano si fermasse alla Chiesa di S. Antonio dove
celebrava la messa quotidiana prevista dal suo beneficio, mentre il prete
Giacomo Carlo proseguiva fino a raggiungere la Chiesa Parrocchiale di S. Maria dove celebrava la messa quotidiana sotto
il titolo di S. Francesco all’altare maggiore.
Tutto
ciò è verosimile se immaginiamo che le due messe fossero celebrate alla stessa
ora ma è più probabile che fossero invece celebrate in orari diversi per dare
così ai fedeli più mattutini e a quelli che potevano riposare più a lungo la
possibilità di assistervi.
Si
noti che queste due non erano le uniche messe che venivano celebrate in Azzate
poiché c’era anche quella celebrata dal parroco, dal coadiutore e dagli altri
titolari di benefici ecclesiastici.
Giuseppe
Bossi di Milano
Sposa
Anna Lucrezia.
|
|
|--- prete Gio. Stefano Antonio Bossi-Lampugnani
|
n. a Milano il 27.12.1679 nella Parrocchia di Santa Maria Segreta.
|
Cappellano titolare di S. Antonio in Azzate.
|
+ Azzate 10 Giugno 1778 all’età di 93[1] anni.
|
|--- prete Giacomo Carlo Bossi-Lampugnani
In una nota del 1756 (?) si dice che è
obbligato alla celebrazione di cinque messe
la settimana e un annuale sotto il
titolo di S. Francesco, al momento assente da
Azzate per la morte del padre Giuseppe di
Milano[2].
Titolare del Beneficio di S. Francesco
eretto nella Parrocchiale di Azzate.
Nel 1772 possiede assieme a suo
fratello prete Giovanni 48 pertiche di terreno
corrispondenti al mappale n. 836
(Villa Piana), casa di propria abitazione con
parco marcato in mappa con il n. 210
del Catasto di Maria Teresa.
Il
27.5.1783 i mappali n. 836 con 202, 204 e 211 passano ad Antonio Bossi
Lampugnani
q. Carlo.
(Questo spiega come mai l’abitazione
di due preti passa ai congiunti. Questa
abitazione è l’attuale Villa Piana).
Il 20 marzo 1764 il prete
Gio. Stefano viene in possesso di una vigna denominata Vigna di S. Antonio
d’Azzate al Pagliate in territorio di Castronno di pertiche 3 circa per
rinuncia di Pietro Broggini fu Pietro Francesco di Castronno.
Ecco la sottoscrizione del 26
marzo 1774 rilasciata dal notaio: “Faccio ampia ed indubita fede io
infrascritto Carlo Giuseppe Portabò notaio collegiato causidico di Milano
figlio del fu Gio. Battista altre volte notaio collegiato e causidico di Milano
abitante nel territorio di Bosto castellanza del Borgo di Varese, mediante il
mio giuramento di verità pronto a deporlo avanti qualunque tribunale, siccome
avendo io infrascritto sotto questo giorno letto l’istrumento di rinuncia fatta
da Pietro Brogino del q. Pietro Francesco abitante in Castronno pieve di
Castelseprio ducato di Milano a favore del nobile e M.R. prete d. Giovanni
Bosso come titolare della Cappellania eretta nell’Oratorio di S. Antonio del
luogo d’Azzate dell’utile dominio e naturale possesso d’una pezza di terra
vigna chiamata la Vigna di S. Antonio d’Azzate al Pagliate ossia al Paiate
situata nel territorio di Castronno, coherenza da due parti le reverende Madri
del Sacro Monte sopra Varese, dall’altra l’eccellentissimo signor conte di
Castelbarco, dall’altra strada di pertiche tre circa, come pienamente ne consta
dal detto istrumento di rinuncia rogato dal fu signor Francesco Concone notaio
apostolico della Curia Arcivescovile di Milano il 20 marzo 1764 e parroco del
luogo di Daverio[3].
Io Carlo Giuseppe Portabò
notaro collegiato di Milano attesto quanto sopra”.
Mappale n. 836
casa di propria abitazione con orto n. 210 (attuale Casa Piana)
Rev. Giacomo Bossi e fratello
q. Giuseppe.
27.5.1783 a
Bossi-Lampugnani Antonio q. Carlo con i n. 202, 204 e 211.
5.7.1787 il suddetto
acquista il n. 847.
22.7.1824 a
Bossi-Lampugnani cav. Carlo q. Antonio con i n. 202, 204, 207, 211, 837
(dependance Villa Piana) e 847 (Corte Frigerio).
23.9.1830 il suddetto
acquista il n. 843.
18.12.1/837 il suddetto
acquista il n. 206 da Lotterio Giovanni q. Felice.
17.10.1844 all'eredità dei
fratelli Lampugnani.
29.3.1879 il n. 836 passa
al Catasto Urbano[4].
N. 4
Io Giuseppe Orlando del q.
Giovanni d'anni 34 della terra di Azzate pieve di Varese, come massaro notifico
cum juramento, & sub poena falsi tenersi, e possedersi dal Molto Reverendo
Signor Giacomo Bosso titolare della
messa quotidiana sotto il titolo di S. Francesco eretta nella Parrocchiale
di Azzate gli infrascritti beni posti nella terra di Azzate pieve di Varese in
pezzi sette confinanti con l'illustrissimo Signor Marchese Bosso, il Nobile
Signor Paolo Bosso, strada, Paolo Bassano, il Signor Carlo Gaspare Masnago,
Giovanni Bassano, il Signor Ippolito Frotta, il Signor Canonico Frattino, il
Signor Nicola Mariano, il Signor Dottore Giovanni Bosso, il Signor Stefano
Bosso, il Signor Dottor Alberto Alemagna, la Parrocchiale d'Azzate, il Signor Dottor Ippolito Piccinelli, la Causa Pia Frascona:
- Aratori asciutti con
alberi p. 22.21
- Vitate, e aratorie con
moroni, e altri alberi p. 27.13
- Pascoli semplici p. 12.12
- Boschi di castagne p. 2. 1
- Boschi da taglio per
legna con qualche albero p. 12.22
- Ortagli o giardini e siri
di case p. 1.22
- Zerbi p. 9.18
--------
Quali pertiche unite fanno
la somma di p. 89.13
Sopra quali beni pago al
suddetto Reverendo Signor Prete Giacomo Bosso l'infrascritti fitti cioè lire
settanta, frumento moggia 4, segale moggia 5 stara 4, miglio moggia 2, vino computato un anno con l'altro per
verosimile brente 10.
Li suddetti beni sono
goduti a fitto semplice parte per investitura rogata dal notaio fu Signor
Sebastiano Bosso ilo di 27 aprile 1710 e parte senza investitura in scritti.
Li suddetti beni per non
essere esenti, abenché di ragione ecclesiastica, sono stati censiti in soldi 4
denari 1/4 1/16 64 d'estimo, onde ha pagato il suddetto Reverendo Signor
Giacomo Bosso titolare suddetto.
Illustrissimo e Reverendissimo
Signore.
Fa bisogno il prete Gio.
Stefano Bosso servo umilissimo di V.S. illustrissima e reverendissima la fede
del suo battesimo, né potendo questa havere senza speciale facoltà di V.S.
illustrissima e reverendissima alla medesima ricorre.
Humilmente supplicandola dar
ordine a chi s’aspetta acciò si estragga detta fede.
Il che &
Aedatur non tunc pro criminalibus ad offens. … exorando.
Mediolani ex Palatio Archiepiscopalis.
G.B. Stampa civaciur generalis primo julii 1726
"Faccio fede io sottoscritto
curato di S. Maria Segreta come nel libro dei battesimi di questa chiesa è
registrato come segue: “Ventisette dicembre milleseicentosettantanove (1679)
Gian Stefano Antonio figlio del signor Giuseppe Bossi e della signora Anna Lucrezia
jugali nato il ventisei detto mese fu battezzato dal reverendo Don Benedetto
Fredielli curato. Compadre fu il signor Policarpo Sgravoletti parrocchia di S.
…. al Gallo.
Dato il 1° luglio 1726
d. Angelo
Gabriele Manni curato suddetto".
donna Giuditta
Bossi-Lampugnani sp. intorno al 1849 Giulio Molo.
Foglio n. 335 del Registro
della Popolazione di Azzate:
Antonio Bossi
|
|
|--- Carlo Bossi
Nel 1732 possiede in Azzate due
mappali: il n. 715 aratorio di pertiche 3.9
corrispondente a mq. 2.207,25 e n. 716
prato di pertiche 4.22 corrispondenti
a mq. 3.215,50 che sono gli ultimi due
mappali della punta di Vegonno verso
Caidate[5].
|
|
|--- Antonio Bossi-Lampugnani
+ Milano 14.10.1819
Il 27.5.1783 acquista il mappale n.
836 con 202, 204 e 211 dal rev.
Giacomo Bossi f. Giuseppe.
Il 25.5.1819 acquista il
mappale n. 837 da Barbara Bossi Orrigoni.
Il 24.6.1819 acquista da D. Idelfonso
Bossi q. Stefano il mappale n.
837 come da istrumento rogato
da Giuseppe Baroffio notaio residente
in Varese[6].
|
|
|--- D. Giovanni
Bossi-Lampugnani
| Eredita con i fratelli la sostanza del
padre.
|
|--- Cav. D. Carlo
Bossi-Lampugnani
| Assieme ai fratelli Giovanni e Maria
maritata Prata succede per
| testamento olografo dell'8.3.1817 dopo la
morte del loro padre,
| avvenuta in Milano il 14.10.1819. Il
testamento fu poi aperto
| avanti all'I.R. Tribunale di prima Istanza
di Milano sotto il
| 27.10.1819 e depositato nei rogiti del
dott. Giuseppe Carozzi
| notaio residente in Milano. I mappali sono
il n. 199, 202, 204,
| 207, 211, 836, 837, 847[7].
| Il cav. don Carlo Bossi-Lampugnani q.
Antonio acquista da
| Gaetano Landriani il mappale n. 843 come
da istrumento
| dell'8.6.1824 rogato dal notaio di Varese
Giuseppe Baroffio[8].
| Il 22.7.1824 subentra nei mappali n. 836
con 202, 204, 207 e
| n. 837, 847 da suo padre Antonio[9].
| Il
18.12.1837 acquista il mappale n. 206 da Giovanni Lotterio
| f.
Felice.
|
Sp. Teresa Fumagalli figlia di Giuseppe.
| |
| |
| |--- ing. Giuseppe Bossi-Lampugnani
| |
Il 31 dicembre 1844 unitamente ai suoi fratelli e alla madre
| |
come usufruttuaria entra in possesso dei beni del padre in
| |
Azzate di pertiche 64.2 del valore di scudi 532.4.3[10].
|
|
| |--- nob. Ingegnere Enrico
Bossi-Lampugnani
| |
n. Milano.
| |
+ Azzate 20.8.1895[11]
| |
| |--- Giovanni Evangelista
Bossi-Lampugnani
| |
n. Azzate 21.11.1816
| |
+ 20.10.1890[12].
| |
| |--- Carlo Magno Bossi-Lampugnani
| |
n. Azzate 6.11.1817
| |
+ 9.2.1891[13].
| |
| |--- Angelo Francesco Bossi-Lampugnani
| |
n. Azzate 5.10.1818
| |
+ 12.5.1896[14]
| |
| |--- Giuditta Bossi-Lampugnani
| |
Il 23 giugno 1859 rinuncia in favore dei fratelli della sua
| |
quota sull’eredità paterna[15].
| |
| |--- Alessandro Bossi-Lampugnani
| |
| |--- Carolina Bossi-Lampugnani
| |
|
|--- Lorenzo Bossi-Lampugnani
| |
+ 27.7.1853
| |
Il 15 gennaio 1856 la sua quota parte dell’eredità paterna passa
| |
agli altri fratelli e alla madre[16].
| |
| |--- Enrico Bossi-Lampugnani
| |
| |--- Eugenio Bossi-Lampugnani
|
|--- donna Maria
Bossi-Lampugnani
Sposa Prata.
Da D. Antonio
Bossi-Lampugnani q. Carlo (Foglio n. 38) a Bossi-Lampugnani D. Giovanni, Carlo
e D. Maria maritata Prata fratelli e sorella q. D. Antonio (Foglio n. 35)
successi per testamento olografo 8 marzo 1817 e dopo la morte del loro padre
avvenuta in Milano il 14 ottobre 1819, quale testamento fu poi aperto avanti
all’I.R. Tribunale di prima istanza in Milano il 27 ottobre 1819 e depositato
nei rogiti del notaio Giuseppe Carozzi residente in Milano. (Vedi voltura n. 35
del 11 gennaio 1820).
I mappali sono:
n. 199/1 di pertiche 4.6
n. 199/2 di pertiche 0.12
n. 202 di pertiche 16.19
n. 204/1 di pertiche 17.11
n. 204/2 di pertiche 6.-
n. 207 di pertiche 5.18
n. 207 ½ di pertiche 0.18
n. 211 di pertiche 1.5
n. 839 di pertiche 1.32
porzione del n. 837 di
pertiche 0.10
n. 847 di pertiche 0.13
per un totale di pertiche
55.14
Voltura n. 218. Bossi
Lampugnani eredità giacente di don Carlo q. don Antonio provvisoriamente
amministrata da Bossi Lampugnani ing. Giuseppe q. cav. don Carlo per definitivo
decreto di aggiudicazione dell’eredità paterna emesso dall’I.R. Tribunale
Civile di prima Istanza in Milano del 31 dicembre 1844 n. 42887 passa a Bossi
Lampugnani ing. Giuseppe, Giovanni, Carlo, Angelo, Giuditta, Alessandro,
Carolina, Lorenzo, Enrico ed Eugenio fratelli e sorelle fu cav. don Carlo e
Fumagalli Teresa q. Giuseppe usufruttuaria di una parte. Tutta la partita di
pertiche 64.2 scudi 532.4.3
Voltura n. 274. Bossi
Lampugnani ing. Giuseppe, Giovanni, Carlo, Angelo, Giuditta, Alessandro,
Carolina, Lorenzo, Enrico ed Eugenio fratelli e sorelle fu cav. don Carlo e
Fumagalli Teresa fu Giuseppe usufruttuaria di una parte per cessione fatta
dalla sorella Giuditta della di lei quota che le spettava sull’eredità paterna
e ciò in base all’istrumento 23 giugno 1859 n. 937 rogato dal notaio Cesare
Chiodi di Milano, passa a Bossi Lampugnani ing. Giuseppe, Giovanni, Carlo,
Angelo, Alessandro, Carolina, Lorenzo, Enrico ed Eugenio fratelli e sorelle fu
cav. don Carlo e Fumagalli Teresa fu Giuseppe usufruttuaria di una parte. Tutta
la partita di pertiche 64.2 scudi 532.4.3
Voltura n. 289. Bossi
Lampugnani ing. Giuseppe, Giovanni, Carlo, Angelo, Alessandro, Carolina,
Lorenzo, Enrico, Eugenio fratelli e sorelle fu cav. Carlo e Fumagalli Teresa fu
Giuseppe usufruttuaria di una quota per acquisto della quota che spettava alla
sorella Carolina come da istrumento di cessione del 30 marzo 1855 al n. 1513
rogato dal notaio Cesare Chiodi di Milano, passa a Bossi Lampugnani ing.
Giuseppe, Giovanni, Carlo, Angelo, Alessandro, Lorenzo, Enrico ed Eugenio fu
don Carlo e Fumagalli Teresa fu Giuseppe usufruttuaria di una parte. Tutta la
partita di pertiche 64.2 scudi 532.4.3
[1] Per la verità gli anni
sono 99.
[2] Vedi cartella n. 731
fascicolo XVI Archivio di S. Vittore di Varese.
[3] Curioso il fatto che il
notaio apostolico della Curia Arcivescovile di Milano fosse anche parroco di
Daverio.
[4] Vedi documento n. 846.
[5] Vedi Catasto |i Maria
Teresa.
[6] Vedi il n. 32 elle volture
catastali.
[7] Vedi il n. 35 delle volture
catastali.
[8] Vedi il n. 116 delle
volture catastali.
[9] Vedi Catasto di Maria
Teresa.
[10] Vedi voltura n. 218.
[11] A.S.Mi. Ufficio del
registro successioni di Milano.
[12] A.S.Mi. Ufficio del
registro successioni di Milano.
[13] A.S.Mi. Ufficio del registro
successioni di Milano.
[14] A.S.Mi. Ufficio del
registro successioni di Milano.
[15] Vedi voltura n. 274.
[16] Vedi voltura n. 301.
Nessun commento:
Posta un commento