Foto 1
L’area attigua a San
Rocco e lo stesso Oratorio nel corso del XVIIII secolo
hanno subito una trasformazione importante. A seguito dell’ editto di Saint
Cloud emanato nel 1804 da Napoleone si stabilì che le tombe venissero poste al
di fuori delle mura cittadine, e così Azzate si adeguò. Dismisero il cimitero attiguo alla Chiesa Parrocchiale
e ne edificarono uno “fuori dal centro storico”: la scelta fu a San Rocco.
Foto 2 Mappa
Una scelta forzata che ha creato non pochi screzi tra le
autorità civili e religiose.
Foto 3 vecchio
cimitero
In questa mappa del 1843 vediamo come era edificato il primo
cimitero
Foto 4 ampliamento
Nel corso dell’800 Azzate ebbe uno sviluppo demografico
importante. Le autorità civili decisero l’ampliamento dell’area cimiteriale. In
questa mappa del 1884 in colore rosso si evidenzia il nuovo progetto che
incorporava ampiamente l’esistente cimitero evidenziato in giallo.
Foto 5 particolare ampliamento
come si può notare il progetto pregiudicava fortemente
l’utilizzo e la funzionalità dell’Oratorio di San Rocco e l’allora Parroco don
Luigi Redaelli si oppose fortemente, ma le autorità civili portarono ugualmente
a termine i lavori.
In particolare il porticato per le tombe delle nobili famiglie
fu edificato in appoggio alle mura perimetrali dell’Oratorio; fu chiusa una porta
sul lato sinistro che immetteva alla zona cimiteriale; fu creato un corridoio, lasciando così un’unica
finestra nel presbiterio che risultava fortemente oscurata e, per ultimo, non
avendo la disponibilità di una camera mortuaria si impossessarono arbitrariamente
di una metà della sacrestia, aprendo un passaggio esterno per accedervi dal
camposanto.
Il progetto fu
portato a termine: San Rocco subì un mutamento importante, ne valse la pena?
No, perché dopo appena 20 anni sorse la necessità di trovare una nuova area
cimiteriale più spaziosa.
Nel 1929 si decise la costruzione dell’attuale cimitero di
Vegonno e in quello di San Rocco non
vennero più inumati i defunti. L’Amministrazione Comunale diede la possibilità,
a chi ne faceva richiesta, di trasportare a proprie spese i cadaveri nel novo
cimitero di Vegonno. Azzate aveva in questo modo due cimiteri ma nel 1958
giunse il momento di sacrificare quello
antico che le impietose ruspe in pochi giorni rasero al suolo. L’intervento
provvidenziale del prevosto don Angelo Cremona riuscì a salvare dalla
distruzione le tombe della nobile famiglia Bossi e quelle dei parroci di Azzate
che furono trasportate a Vegonno.
Foto 6
In quest’unica fotografia in nostro possesso datata anni 50
si vede il muraglione del cimitero ed il cancelletto che permetteva l’uscita
sul sagrato dell’Oratorio di San Rocco.
Foto 7 mappa
Questa mappa datata anni 50 incuriosisce poiché dalla Chiesa
Parrocchiale si arrivava attraverso la “ Via al Cimitero” al viale che portava
all’entrata del camposanto.
Foto 8 Tram
Come si vede in questa fotografia degli anni ‘20 con
l’attigua fermata della tramvia elettrica.
Foto 7 rimettere la mappa
Dal paese scendeva la
“via S. Rocco” che terminava ai piedi dell’Oratorio.
Due percorsi ben distinti: quello antico che proveniva dal
Pumarieu, dal Puvié altrimenti detto dell’Osteria della Colomba e giungeva in
modo perpendicolare alla facciata dell’Oratorio; quello più moderno che
percorreva l’attuale Via Vittorio Veneto e, attraversati i binari della
tramvia, percorreva il viale alberato e conduceva direttamente nel camposanto.
Foto 8
In quest’immagine un gruppo di bambini dell’asilo
accompagnati dalla suora salutano un feretro funebre, la foto li ritrae in via
San Rocco con alle spalle l’Osteria della Colomba. Era usanza delle famiglie
più facoltose di fare accompagnare il feretro dai bambini dell’Asilo Infantile
che indossavano una mantellina ed il baschetto. Il più grande di loro portava
la bandiera.
L’accompagnamento si fermava a San Rocco per non costringere
i bambini ad un lungo percorso e che potevano così ritornare all’Asilo
attraverso l’attuale Via Cottalorda.
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