giovedì 28 dicembre 2017

CAMPEGGIO 1960 ORATORIO SAN GIUSEPPE DI AZZATE AL MONTE LUGONE SOPRA CUSINO




Qualche tempo prima della data fissata per il campeggio si era provveduto a trasportare a Cusino tutto il materiale occorrente. Si prese l’incarico Lino Dall’Osto che mise a disposizione la sua automobile alla quale vennero tolti i sedili posteriori e furono caricate le tende, i materassini, i sacchi a pelo e le vettovaglie. Vennero depositate momentaneamente presso il curato di Cusino in attesa che i muli le portassero fino sul Monte Lugone, dove giunsero il giorno seguente all’arrivo dei campeggiatori che, trascorsero la prima notte alla bella e meglio nella casetta annessa alla chiesina della Madonna della Salute.

Il campeggio Cusino Due del 1961 durò due settimane e si avvicendarono due gruppi. Il secondo gruppo, di cui faceva parte Ambrogio Ceppi, raggiunse Cusino con non poca fatica. Infatti si spostarono con il treno fino a Porto Ceresio; da qui presero il battello fino a Porlezza ma, poiché c’erano soltanto due corse di corriere al giorno per Cusino, e bisognava attendere molte ore, il gruppo decise di fare la strada a piedi, tutta in salita e per cinque chilometri, passando ad un certo punto del percorso sopra il ponte che scavalcava l’orrido di Carlazzo.
Il giorno di domenica fra la prima e la seconda settimana i campeggiatori ricevettero la visita di alcuni azzatesi: si ricorda Daniele Triacca, Egidio Triacca e Carlo Dressino.
Il numero dei campeggiatori era piuttosto alto e probabilmente l’intemperanza di qualcuno di essi dette fastidio alle signore milanesi che se ne lamentarono con don Alberto il quale decise di trasferire il campeggio altrove. Venne deciso di portarlo più in basso e precisamente a Porlezza in prossimità del Lago di Lugano.

C’è stato un lungo lavoro preparatorio prima di inaugurare il campeggio sperimentale 1960.
La cosa più importante era la tenda e, probabilmente, don Alberto aveva già maturato qualche idea e si era orientato all’acquisto di una classica Moretti che era leader in quello specifico settore. Ma occorrevano i soldi e don Alberto decise di affrontare la spesa con le risorse sue proprie e perciò, accompagnato da Giancarlo Vettore, si recò a Porlezza, suo paese natio, dove aveva una cascina e un terreno che gli fruttavano qualcosa. Si occupava di riscuotere l’affitto la zia materna di don Alberto che era la bella copia della Signora Giuseppina e tutta premurosa mise nelle mani del nipote la modesta somma di lire duecentomila.
Il giorno seguente don Alberto e l’immancabile Giancarlo si recarono a Milano in Foro Bonaparte 12 dove c’era il negozio-esposizione della Ditta Ettore Moretti e, dopo lunga trattativa per ottenere uno sconto, la scelta cadde sulla tenda a quattro posti, con doppio tetto, modello Varazze.
Credo che tutta l’attrezzatura per la cucina sia stata acquistata alla Fiera di Senigallia ed era di tipo militare come gavette, borracce, ecc.; inoltre si acquistò tutto quanto occorreva per trascorre la notte come materassini gonfiabili e sacchi a pelo.
Successivamente ci siamo recati presso il negozio di Marcucci S.p.A. Via Fratelli Bronzetti 37 e abbiamo acquistato una radio che ci sarebbe servita per ascoltare le previsioni del tempo e le notizie del giornale radio.
Bisognava poi pensare alle provviste alimentari e perciò ci siamo recati presso la ditta all’ingrosso G. Bianchi di Gazzada dove don Alberto dimostrò tutta la sua competenza nell’acquisto dei generi alimentari di prima necessità, preferendo ciò che era confezionato in scatolette metalliche a lunga conservazione e di facile trasporto. Bisogna ricordare che i generi alimentari andavano trasportati a mano da Cusino (mt. 786) fino al Monte Lugone (mt. 1.200).
A Cusino si sarebbe provveduto giornalmente ad acquistare il pane fresco, mentre il latte e il formaggio si sarebbe acquisto presso le baite appena sotto la chiesetta che sovrastava il Monte Lugone.

Veduta della Val Cavargna dalla chiesetta di Monte Lugone sopra Cusino (Como)

Una cartolina illustrata dove nel qurato riquadro si vede la chiesetta del Monte Lugone

.




Lo storico marchio della Ditta Ettore Moretti.

E' stato ritrovato, dopo anni di oscurità nel fondo di un cassetto il “Diario del campeggio sperimentale del Monte Lugone” del 1960, quando cioè la nostra esperienza di campeggiatori era agli inizi.
Nella speranza di fare cosa gradita ai protagonisti, e di interessare chi non lo è stato, pubblicheremo a puntate tale diario. La scrittura in certe pagine non è di facile interpretazione, per cui ci verrà gradito l’intervento chiarificatore di qualcuno dei partecipanti.
Lunedì 8 agosto 1960. Ore 12.30: partenza da Azzate per il Monte Lugone (m. 1200). La Topolino viene così caricata: Kg. 100 Bisca[1], Penela[2], Giancarlo Triacca e Marco Colombo; q.li 1,10 vettovaglie e salmerie. L’onorevole Galletto, dopo lungo silenzio, è uscito dai meandri dell’Oratorio guidato dal cineasta nonché cuoco egregio nonché portatore della spedizione Angelo Nicora, seguito sul sedile posteriore dallo stipelista feriante Emilio Urbini (lieto dell’aumento di lire cinquemila concesse dall’onorevole Spallino ai dipendenti della STIPEL), vessillifero della spedizione.
Dopo il commovente addio dei presenti genitori, l’autocolonna prende l’abbrivio tra lo sventolio del vessillo nazionale. Cielo coperto, colore della carta suga. Zona Malnate acqua a catinelle. Olgiate Comasco rifornimento di benzina.
Salita dietro un autocarro impertinente in prima. A metà percorso la nostra fuori serie accusa fatica e due soste si rendono indispensabili.
Si giunge trionfanti a Cusino, campo base della spedizione. Qui si attende un temporale coi fiocchi e una vigorosa grandinata. Sosta forzata. Messaggio cifrato viene lanciato via telefono al centro della spedizione. La salita, dai tre quarti d’ora preventivati, richiede un’ora e mezza, per cui solo alle 19 si raggiunge la meta, ansimanti, sbuffanti e stracchi.
Sistemazione nell’albergo (la sagrestia della piccola chiesina), nostro rifugio fortunato. Il  cuoco, nell’antro fumoso e caliginoso, prepara per le spasimanti fauci, stimolate dalla brezza montanina, un lauto banchetto, che viene rapidamente smaltito. Precedentemente erano anche stati fatti assaggi esplorativi in zona cucina.
Lietamente, in atmosfera di cordialità affumicata, l’ora della cena trascorre davanti al caminetto. A conclusione del primo lieto convitto, il maggiordomo cuoco ci serve uno squisito thé che ci ristora e dovrebbe prepararci al sonno.
Nonostante la voglia di dormire, l’allegria ci tiene svegli a lungo, e solo alle 23.10 s’ode a destra un russare profondo. Chi è là? Seteti (7 etti) ossia Alessandro capelli. Dal di sotto risponde un coinquilino, che russa come un trattore.
Terminato di scrivere sulla pancia alle 23.48. Buonanotte!


[1] Giancarlo Vettore.
[2] Alessandro Capelli.




Martedì 9 agosto 1960.
Sveglia alle ore 5. Dopo la S. messa e la prima colazione, tutti in marcia per il campo base di Cusino, dove si trovano i rifornimenti. Viene pure acquistato ago e filo per riparare un sacco a pelo che aveva uno spiffero.
Fino alle 12.30 cura elioterapica naturale. Poi il nostro cineasta ci chiama per il pranzo, che consumiamo piacevolmente. Poi lo stipe lista inizia il montaggio delle tenda che viene protetta da un fossato anti allagamento e da uno sbarramento in pali e corda.
Il pomeriggio ci avrebbe dovuto riservare una passeggiata, ma il tempo è cambiato e ci dobbiamo ritirare tutti in tenda fino all’ora di cena, in cui – sorpresa – ci viene pure servita la cioccolata.
Poi tutti a nanna.
10 agosto 1960.
Notte calma, sonno profondo fino alle ore 7, con l’unica interruzione alle ore 1 per un servizio thé.
Tutti alla S. Messa e poi, dopo la colazione, partenza in direzione est sotto un cielo coperto, seguendo il richiamo squillante dei campani delle mucche pascolanti già dal primo mattino. Costeggiamo la grande muraglia cinese che divide i confini tra il Comune di Cusino e di Grantola, e ci immergiamo nel verde delle foreste di faggi, accolti dal gentile profumo dei ciclamini. Si possono trovare anche dei deliziosi funghi, ma il nostro cuoco è piuttosto scettico sulla loro commestibilità.
Tornati alla base, il nostro appetito viene domato con un buon risotto. Segue una breve siesta in tenda, dopo di che si riparte per nuovi orizzonti, e precisamente verso una valle sottostante nella quale scopriamo tra l’altro un piccolissimo lago con strani animaletti che il nostro naturalista definisce “preistorici”.
Nel frattempo lo sguattero della squadriglia avrà terminato di lavare le stoviglie?
E a sera, dopo cena, la nostra attenzione va come sempre alle previsioni metereologi che della Radio Svizzera, che annunciano cielo limpido e soleggiato.
Infatti, subito dopo la recita del Rosario serale, la pioggia ci costringe tutti in tenda a battere i denti e a tappare tutti i buchi da cui cola acqua. Vatti a fidare delle previsioni!
Nessuno prende sonno subito. Il nostro pensiero si dibatte nel dubbio: potremo domani partire per il Pizzo di Gino? Ai posteri l’ardua sentenza.


Martedì 9 agosto 1960.
Sveglia alle ore 5. Dopo la S. messa e la prima colazione, tutti in marcia per il campo base di Cusino, dove si trovano i rifornimenti. Viene pure acquistato ago e filo per riparare un sacco a pelo che aveva uno spiffero.
Fino alle 12.30 cura elioterapica naturale. Poi il nostro cineasta ci chiama per il pranzo, che consumiamo piacevolmente. Poi lo stipe lista inizia il montaggio delle tenda che viene protetta da un fossato anti allagamento e da uno sbarramento in pali e corda.
Il pomeriggio ci avrebbe dovuto riservare una passeggiata, ma il tempo è cambiato e ci dobbiamo ritirare tutti in tenda fino all’ora di cena, in cui – sorpresa – ci viene pure servita la cioccolata.
Poi tutti a nanna.
10 agosto 1960.
Notte calma, sonno profondo fino alle ore 7, con l’unica interruzione alle ore 1 per un servizio thé.
Tutti alla S. Messa e poi, dopo la colazione, partenza in direzione est sotto un cielo coperto, seguendo il richiamo squillante dei campani delle mucche pascolanti già dal primo mattino. Costeggiamo la grande muraglia cinese che divide i confini tra il Comune di Cusino e di Grantola, e ci immergiamo nel verde delle foreste di faggi, accolti dal gentile profumo dei ciclamini. Si possono trovare anche dei deliziosi funghi, ma il nostro cuoco è piuttosto scettico sulla loro commestibilità.
Tornati alla base, il nostro appetito viene domato con un buon risotto. Segue una breve siesta in tenda, dopo di che si riparte per nuovi orizzonti, e precisamente verso una valle sottostante nella quale scopriamo tra l’altro un piccolissimo lago con strani animaletti che il nostro naturalista definisce “preistorici”.
Nel frattempo lo sguattero della squadriglia avrà terminato di lavare le stoviglie?
E a sera, dopo cena, la nostra attenzione va come sempre alle previsioni metereologiche della Radio Svizzera, che annunciano cielo limpido e soleggiato.
Infatti, subito dopo la recita del Rosario serale, la pioggia ci costringe tutti in tenda a battere i denti e a tappare tutti i buchi da cui cola acqua. Vatti a fidare delle previsioni!
Nessuno prende sonno subito. Il nostro pensiero si dibatte nel dubbio: potremo domani partire per il Pizzo di Gino? Ai posteri l’ardua sentenza.


Venerdì 12 agosto 1960
Sveglia alle ore 7.40. Il sonno è ancora padrone di noi, ma qualcuno ha la malvagia idea di battezzare il Bisca con un bicchiere d’acqua gelata, ed i gemiti del disperato svegliano tutti quanti.
La terza scampanata ci ritrova tutti riuniti per la S. Messa, a cui fa seguito la prima colazione, come al solito. Anche questa mattina ohimé il cattivo tempo ha fatto crollare i nostri castelli per l’itinerario della giornata.
Il freddo e la pioggia ci impediscono qualsiasi attività all’aperto, per cui ci ritiriamo in tenda dove, fino a mezzogiorno, leggiamo il libro di bordo “Buio vento fuoco” che ci restituisce l’allegria.
Da notare che Penela è stato agitato tutta la notte avendolo Triacca gonfiato di discorsi terrificanti circa la suo prossima morte. Si mangia con appetito, ma anche il pomeriggio si passa in tenda, fra letture e sonnecchiamenti.
Renato, il nostro nuovo amico e vicino di casa (pardon di tenda) ci ha gentilmente prestato i suoi fumetti buoni, che vengono divorati in speciale modo dallo stipe lista Mio.
Giunge così l’ora della cena, e dopo i doveri cristiani ci prepariamo al sonno. Ma c’è un vuoto: non si sente la voce argentina di Penela, rimasto nella casetta dove si pensa possa meglio trascorrere la notte.
Ma non è così, e veniamo presto svegliati dal messer cuoco che cerca una pila per soccorrere il povero Penela che non sta bene.
Manco a farlo apposta, anche il Triacca accusa gli stessi sintomi, ai quali fa fronte con una abbondante libagione di cognac. Tutti si sentono contagiati ed il cognac svanisce in un baleno.
Si propone di preparare un “caffè notturno”, ma nessuno ne beve tranne il Bisca che, favorito dall’oscurità, se lo tracanna tutto per non rischiare di rovesciarlo mentre lo distribuisce.
Torna poi la calma, e un coro di sbadigli prepara il campo al sonno, questa volta definitivo fino all’alba del giorno seguente, l’ultimo del campeggio.





Emilio Urbini posa per una foto ricordo.


Alessandro Capelli fa capolino sulla soglia della tenda Moretti modello Varazze.


La tenda è ormai piazzata e tutto intorno ad essa si piazza un semplice recinto di corda sostenuto da paletti di legno.

I “Sassi di Cusino” (mt. 1.327) fanno da sfondo al piccolo piazzale antistante la chiesina della Madonna della Salute sul culmine del Monte Lugone. Si vedono Giancarlo Triacca e Marco Marcolli.


Qualche intrepido escursionista si è avventurato sui “Sassi di Cusino” e ha potuto riprendere questa visione d’insieme della chiesina della Madonna della salute sul culmine del Monte Pizzone e la piccola tenda piazzata alle sue spalle.
Circondata da una folta vegetazione si nota la casa delle signore milanesi.


Emilio Urbini accarezza il somarello che ha appena concluso il suo viaggio da Cusino al Monte Lugone con in groppa le vettovaglie. Alle sue spalle Giancarlo Vettore e Alessandro Capelli.


Giancarlo Vettore e Emilio Urbini seduti su un muretto di Cusino. Il loro abbigliamento non sembra il più appropriato per degli escursionisti che stanno per affrontare una salita fino a metri 1.200, ma bisogna considerare che era un campeggio “sperimentale”.
Alle  loro spalle la FIAT Topolino e il GUZZI Galletto che è servito per il trasporto da Azzate a Cusino.


Un particolare della tenda ormai piazzata e circondata da un semplice recinto in corda sorretto da picchetti di legno che avrebbe dovuto tenere alla lontana eventuali caprette al pascolo.


Giancarlo Triacca fa provvista d’acqua alla fontanella delle baite appena sotto la chiesina della Madonna della Salute sul culmine del Monte Lugone.


Alessandro Capelli e don Alberto Isella si concedono in attimo di sosta durante un’escursione.


Una cartolina ricordo del Monte Lugone sopra Cusino. Si nota la casa delle signore milanesi, le baite sotto la chiesina della Madonna della Salute, una veduta del Lago di Como, la chiesina con la sua gradinata e la stessa chiesina sulla sommità del monte circondata da prati su cui pascolano delle mucche.


Emilio Urbini con le mani in tasca e Marco Marcolli con le braccia in conserte. Fra i due si nota Giancarlo Triacca.


……., Giancarlo Vettore, Alessandro Capelli e Giancarlo Triacca si sono avventurati con un quarto escursionista sui “Sassi di Cusino”.


Una panoramica delle baite, la chiesina della Madonna della Salute, le due tende piazzate e la casa delle signore milanesi.


Le tende sono diventate tre ……..


L’escursione verso il Pizzo di Gino che si vede in alto sulla sinistra.


Giancarlo Triacca prende per le orecchie un somarello mentre Marco Colombo fissa il fotografo.
I somarelli sono addirittura tre ……


Piergiorgio Bossi scruta il panorama col binocolo.


Fulvio Zocchi, Giovanni Giamberini, Giorgio Sassi, Giorgio Nicora, Giancarlo Vettore, Mauro Santarone, Manfredo Agostini, Mario Inversini e Giuseppe Chiaravalli posano per una foto ricordo.


Le numerose stoviglie che sono servite per preparare il pasto dei numerosi campeggiatori.


Forse si tratta di un roccolo per l’uccellagione della fauna migratoria.


Cartolina ricordo in cui si vedono la Chiesa Parrocchiale di Cusino, una veduta del Lago di Como dal Monte Lugone, i Pizzoni (?) e il ponte sul torrente …… in Comune di Carlazzo.


Il Lago di Como dal Monte Lugone in cui si evidenzia la lingua di terra che divide il ramo di Lecco dal ramo di Como.


Sulla sommità del Monte Lugone, tutto circondato da montagne più alte, si nota la chiesina della Madonna della Salute e le tre tende piazzate.


I campeggiatori si sforzano con una corda per ………


Numerose caprette pascolano tra le felci.


Due campeggiatori hanno fatto la provvista d’acqua alla fontanella delle baite.



Manfredo Agostini, Giuseppe Chiaravalli, Fulvio Zocchi, Marco Colombo (?) e Giorgio Sassi si avventurano nelle acque del torrentello.

Giorgio Nicora, Giorgio Sassi, Mauro Santarone, Giorgio Albizzati e Giuseppe Chiaravlli si stanno rifocillando.


Gianni Giamberini, Giorgio Sassi, Marco Colombo e Giuseppe Chiaravalli in un attimo di sosta durante un’escursione.


Giorgio Albizzati ……


Gli escursionisti si riposano e l’unico che se ne sta in piedi è Giorgio Sassi. Anche Mario Inversini ha deciso di sedersi.


Unica foto a colori con le quattro tende piazzate. Sullo sfondo le montagne che chiudono la Val Cavargna.


Marco Colombo sta facendo la prima colazione.


Marco Colombo si fa ritrarre accanto una capretta.


Mauro Santarone, Giuseppe Chiaravalli, ……, ….. Giancarlo Triacca, Giovanni Giamberini, Giorgio Sassi, Fulvio Zocchi, …… posano per una foto ricordo appena sotto la chiesina della Madonna della Salute e le tende.


Giuseppe Chiaravalli, Giorgio Sassi, Giovanni Giamberini e Marco Colombo durante un’escursione.


Giorgio Sassi, Manfredo Agostini, Mario Inversini, Fulvio Zocchi, Ambrogio Ceppi e Giancarlo Vettore col binocolo e la borraccia.

La chiesina della Madonna della Salute sulla sommità del Monte Lugone.


Fulvio Zocchi, Ambrogio Ceppi, Mario Inversini, Manfredo Agostini, Giorgio Nicora, Mauro Santarone, Giancarlo Vettore, Giorgio Sassi, Giuseppe Chiaravalli e Giovanni Giamberini.


Un particolare della tenda e sullo sfondo il Pizzo di Gino.


I campeggiatori intenti in varie attività: qualcuno spacca la legna e qualcun’altro lava le stoviglie.


Giorgio Albizzati sta lavando le stoviglie.


Nel campo di calcio dell’Oratorio San Giuseppe di Azzate sono state montate due tende per simulare il campeggio che di lì a poco si andrà effettivamente ad allestire.


Uno dei vasti boschi di abeti che popolano le montagne della Val Cavargna.


Giorgio Sassi nella sua classica fisionomia sorridente.



La tenda MORETTI modello Varazze piazzata dietro la chiesina della Madonna della Salute sulla sommità del Monte Lugone (mt. 1.200) sopra Cusino in Valcavargna provincia di Como.


Marco Colombo, Fulvio Zocchi, Mauro Santarone, Giorgio Nicora e Giuseppe Chiaravalli sfidano le acque gelide di una cascata.


Le tre tende piazzate sulle quali sventola la bandiera tricolore.




Una veduta d’insieme della Valcavargna con il Pizzo di Gino.


Giuseppe Chiaravalli intento ad asciugare le tazze della prima colazione.


Manfredo Agostini, Emilio Urbini, Giuseppe Chiaravlli, Angelo Ballerio e Italo Cauzzo si fanno riprendere insieme al somarello.


…… Cauzzo, Italo Cauzzo, Angelo Ballerio, Mauro Santarone, Giovanni Giamberini, Walter Ghiringhelli, Giuseppe Chiaravalli e Lorenzo Luini si fanno riprendere accanto al somarello.


Un momento di relax sul piazzale della chiesina della Madonna della Salute legge un fumetto e Manfredo Agostini prende il sole.

Marco Marcolli, don Alberto Isella, Emilio Urbini, …… e Giancarlo Triacca sul sentiero che porta al Monte Lugone.


Fulvio Zocchi sta spillando dell’acqua dalla borraccia e Giovanni Giamberini lo canzona.


I campeggiatori si stanno rifocillando. Si notano Mauro Santarone, Marco Colombo, Emilio Urbini e Fulvio Zocchi.


La chiesina della Madonna della Salute sulla sommità del Monte Lugone ripresa dalle baite.


Le tre tende piazzate. In lontananza i profili dei monti che chiudono la Valcavargna.


Fulvio Zocchi con in mano uno strofinaccio da cucina.


Un piccolo ruscello che scorre nella valle incassata.


Le quattro tende piazzate.


Un campeggiatore durante la salita al Pizzo di Gino.

Luciano Lozza (?) ammira il panorama con il binocolo e Giorgio Nicora sta a guardare.


Il campanile della chiesina della Madonna della salute sulla sommità del Monte Lugone, ripreso dall’interno della tenda, mentre sta piovendo a dirotto.


Le nuvole si stanno addensando e annunciano l’arrivo di un temporale.


…….. e Manfredo Agostini ripresi dall’interno della casetta annessa alla chiesina della Madonna della Salute.


Giuseppe Chiaravalli è intento a rassettare le stoviglie di cucina.


Qualche campeggiatore più veloce è già giunto sulla sommità del Monte Lugone e riprende gli altri che stanno ancora salendo. Sullo sfondo si vede S. Bartolomeo Valcavargna.


Giovanni Giamberini e Giorgio Sassi durante la discesa.


Qualcuno è stato messo al giogo.


Le quattro tende piazzate dietro la chiesina della Madonna della Salute. Sullo sfondo i “Sassi di Cusino”.


Giorgio Nicora scruta il panorama con il binocolo e Mauro Santarone si gratta la schiena.


Marco Colombo, Giancarlo Triacca, Emilio Urbini e ……. fanno festa ai somarelli che hanno trasportato le vettovaglie.


I campeggiatori durante la salita al Pizzo di Gino.


La chiesina della Madonna della Salute, le tende e la casa delle signore milanesi viste dai “Sassi di Cusino”.


I profili delle montagne che chiudono la Valcavargna ripresi dall’interno della tenda.


Giorgio Nicora, Angelo Costanza e Giorgio Albizzati sulla soglia della tenda numero tre.
Sullo sfondo la casa delle signore milanesi.


Italo Cauzzi, Emilio Urbini, Giuseppe Chiaravalli, Giorgio Albizzati, Angelo Nicora e Mauro Santarone fanno festa la somarello che di lì a poco verrà caricato delle tende e delle attrezzature.
Il campeggio volge al suo termine e si inizierà la discesa verso Cusino.

Daniele Triacca in un giorno festivo ha fatto visita ai campeggiatori sul Monte Lugone e sta sorseggiando un caffè.


Giancarlo Triacca è stato letteralmente buttato fuori dalla tenda e, ancora immerso nel suo sacco a pelo, vorrebbe continuare il suo sonno ma gli altri campeggiatori lo incitano a iniziare una nuova giornata di avventura.


La chiesina della Madonna della Salute sulla sommità del Monte Lugone ripresa dalle baite.


Le tre tende piazzate. In lontananza i profili dei monti che chiudono la Valcavargna.


Fulvio Zocchi con in mano uno strofinaccio da cucina.


Un piccolo ruscello che scorre nella valle incassata.


Le quattro tende piazzate.



Un campeggiatore durante la salita al Pizzo di Gino.


Luciano Lozza (?) ammira il panorama con il binocolo e Giorgio Nicora sta a guardare.


Il campanile della chiesina della Madonna della salute sulla sommità del Monte Lugone, ripreso dall’interno della tenda, mentre sta piovendo a dirotto.


Le nuvole si stanno addensando e annunciano l’arrivo di un temporale.



Gli escursionisti stanno per affrontare la salita al Pizzo di Gino. Marco Colombo, per un istante, si è voltato all’indietro verso il fotografo che lo sta riprendendo.
Il tempo è incerto e un fragoroso temporale coglierà di sorpresa gli escursionisti nella fase di discesa. La quasi completa oscurità, calata all’improvviso, ha fatto perdere i punti di punti di riferimento e si è temuto per diverso tempo di aver perso la strada.
Unico riferimento era il suono dei campanacci delle capre che erano state ricoverate nelle baite che si sperava fossero quelle vicine al campo base.
Alcuni campeggiatori non aveva preso parte all’escursione e, molto preoccupati per non vedere il ritorno degli escursionisti, unitamente alle due signore milanesi della casa vicino alla chiesetta, muniti di lanterne a petrolio e campanacci si sforzavano di lanciare segnalazioni che potessero essere di aiuto per ritrovare la strada perduta.
Tutto si concluse nel migliore dei modi.


Giancarlo Vettore e Manfredo Agostini posano nei pressi di una baita sul tetto della quale due capre, indifferenti, se ne stanno immobili ad ammirare il panorama


Una delle tre tende che, come si vede, è tutta attorniata da un modesto recinto di corda dal quale pendono stranamente bandiere delle Confederazione Elvetica. Molto probabilmente al Mercato di Senigallia di Milano non era stato possibile acquistare bandiere italiane.


Dal fondovalle salgono velocemente nubi molto minacciose che stanno per investire le baite poste poco più sotto la sommità del Monte Lugone, dove ha sede il campeggio.


Manfredo Agostini lava i suoi indumenti alla fontanella.


Tre escursionisti posano per una foto ricordo. In mezzo sembra di intravvedere Giorgio Sassi.


Un forte temporale ha già scoperchiato una tenda, un’altra e ancora in piedi e l’ultima viene smontata per non procurare danni al tessuto impermeabile.


Una veduta d’insieme della piccola chiesina della Madonna della Salute sul Monte Lugone con la piccola casetta annessa.
Sul retro vennero posizionate le tre tende.
Sullo sfondo si vedono i “Sassi di Cusino” con un aspetto molto selvaggio.


Le tre tende erano piazzate sul retro della chiesina della Madonna della Salute e, oltre gli alberi, in zona più bassa c’era la casa di due signore milanesi che avevano avuto un fratello sacerdote che amava trascorrere le sue vacanze sul Monte Lugone e poteva celebrare ogni la S. Messa nella piccola chiesina.
Un forte temporale ha lasciato in piedi una sola tenda.



Manfredo Agostini posa sopra uno sgabello sull’ingresso dei due piccoli locali uno sopra l’altro, annessi alla chiesina della Madonna della Salute che servivano da piccolo ricovero per il parroco. Al piano terreno c’era una cucina economica che i campeggiatori usavano in caso di cattivo tempo; al secondo piano c’era una piccola camera da letto che i campeggiatori usavano come infermeria in caso di necessità.


 
Il Santuario della Madonna della Salute come si presenta oggi

                                 Altra immagine del Santuario della Madonna della Salute


 
 

SANTUARIO NOSTRA SIGNORA DELLA SALUTE
Trovasi a 1200 metri sul livello del mare, in località Logone del Comune di Cusino, in provincia di Como, in posizione amenissima e dalla quale si gode un panorama incantevole. Fu costruito nel 1906 al servizio della popolazione che, in quella località, passava buona parte dell'anno per il pascolo del bestiame. Nel suo interno è venerata una bella statua della Vergine della Salute.
ALPE LUGONE
Alpeggio ancora monticato situato a 1184 metri  di altitudine; il periodo attività è tra giugno e settembre. La  produzione casearia varia tra alcuni latticini; in genere è possibile trovare il formaggio grasso, il semigrasso, il magro, i formaggini o il burro.
L’Alpe di Logone è ubicato in prossimità dei caseggiati di Malé situati nel comune di Cusino, è una tappa fondamentale del sentiero delle 4 Valli ed è un punto strategico che consente di passare dalla Val Sanagra alla vicina Val Cavargna.
Dall’Alpe, proseguendo dritti lungo il sentiero delle 4 Valli si incontra un secondo cancello in legno che immette nel territorio di Cusino (Malè) in vista di un laghetto artificiale e una strada carrozzabile. Sopra il laghetto, su un dosso, sorge il Santuario della Madonna della Salute.
 

 
Caseggiati di Malé.

Fontanella di Malé, sullo sfondo il Pizzo di Gino.

Malé, il Motter e il Santuario della Madonna della Salute.

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