Qualche tempo prima della data fissata per il campeggio si
era provveduto a trasportare a Cusino tutto il materiale occorrente. Si prese
l’incarico Lino Dall’Osto che mise a disposizione la sua automobile alla quale
vennero tolti i sedili posteriori e furono caricate le tende, i materassini, i
sacchi a pelo e le vettovaglie. Vennero depositate momentaneamente presso il
curato di Cusino in attesa che i muli le portassero fino sul Monte Lugone, dove
giunsero il giorno seguente all’arrivo dei campeggiatori che, trascorsero la
prima notte alla bella e meglio nella casetta annessa alla chiesina della
Madonna della Salute.
Il campeggio Cusino Due del 1961 durò due settimane e si
avvicendarono due gruppi. Il secondo gruppo, di cui faceva parte Ambrogio
Ceppi, raggiunse Cusino con non poca fatica. Infatti si spostarono con il treno
fino a Porto Ceresio; da qui presero il battello fino a Porlezza ma, poiché
c’erano soltanto due corse di corriere al giorno per Cusino, e bisognava
attendere molte ore, il gruppo decise di fare la strada a piedi, tutta in
salita e per cinque chilometri, passando ad un certo punto del percorso sopra
il ponte che scavalcava l’orrido di Carlazzo.
Il giorno di domenica fra la prima e la seconda settimana i
campeggiatori ricevettero la visita di alcuni azzatesi: si ricorda Daniele
Triacca, Egidio Triacca e Carlo Dressino.
Il numero dei campeggiatori era piuttosto alto e
probabilmente l’intemperanza di qualcuno di essi dette fastidio alle signore
milanesi che se ne lamentarono con don Alberto il quale decise di trasferire il
campeggio altrove. Venne deciso di portarlo più in basso e precisamente a
Porlezza in prossimità del Lago di Lugano.
C’è stato un lungo lavoro preparatorio prima di inaugurare
il campeggio sperimentale 1960.
La cosa più importante era la tenda e, probabilmente, don
Alberto aveva già maturato qualche idea e si era orientato all’acquisto di una
classica Moretti che era leader in quello specifico settore. Ma occorrevano i
soldi e don Alberto decise di affrontare la spesa con le risorse sue proprie e
perciò, accompagnato da Giancarlo Vettore, si recò a Porlezza, suo paese natio,
dove aveva una cascina e un terreno che gli fruttavano qualcosa. Si occupava di
riscuotere l’affitto la zia materna di don Alberto che era la bella copia della
Signora Giuseppina e tutta premurosa mise nelle mani del nipote la modesta
somma di lire duecentomila.
Il giorno seguente don Alberto e l’immancabile Giancarlo si
recarono a Milano in Foro Bonaparte 12 dove c’era il negozio-esposizione della
Ditta Ettore Moretti e, dopo lunga trattativa per ottenere uno sconto, la
scelta cadde sulla tenda a quattro posti, con doppio tetto, modello Varazze.
Credo che tutta l’attrezzatura per la cucina sia stata acquistata
alla Fiera di Senigallia ed era di tipo militare come gavette, borracce, ecc.;
inoltre si acquistò tutto quanto occorreva per trascorre la notte come
materassini gonfiabili e sacchi a pelo.
Successivamente ci siamo recati presso il negozio di Marcucci
S.p.A. Via Fratelli Bronzetti 37 e abbiamo acquistato una radio che ci sarebbe
servita per ascoltare le previsioni del tempo e le notizie del giornale radio.
Bisognava poi pensare alle provviste alimentari e perciò ci
siamo recati presso la ditta all’ingrosso G. Bianchi di Gazzada dove don
Alberto dimostrò tutta la sua competenza nell’acquisto dei generi alimentari di
prima necessità, preferendo ciò che era confezionato in scatolette metalliche a
lunga conservazione e di facile trasporto. Bisogna ricordare che i generi
alimentari andavano trasportati a mano da Cusino (mt. 786) fino al Monte Lugone
(mt. 1.200).
A Cusino si sarebbe provveduto giornalmente ad acquistare il
pane fresco, mentre il latte e il formaggio si sarebbe acquisto presso le baite
appena sotto la chiesetta che sovrastava il Monte Lugone.
Veduta della Val Cavargna dalla chiesetta di Monte Lugone sopra Cusino (Como) |
Una cartolina illustrata dove nel qurato riquadro si vede la chiesetta del Monte Lugone | . |
Lo storico marchio della Ditta Ettore Moretti. |
E' stato ritrovato, dopo anni di oscurità nel fondo di un cassetto il “Diario del campeggio sperimentale del Monte Lugone” del 1960, quando cioè la nostra esperienza di campeggiatori era agli inizi.
Nella speranza di fare cosa gradita ai protagonisti, e di
interessare chi non lo è stato, pubblicheremo a puntate tale diario. La
scrittura in certe pagine non è di facile interpretazione, per cui ci verrà
gradito l’intervento chiarificatore di qualcuno dei partecipanti.
Lunedì 8 agosto 1960. Ore 12.30: partenza da Azzate per il
Monte Lugone (m. 1200). La Topolino
viene così caricata: Kg. 100 Bisca[1],
Penela[2],
Giancarlo Triacca e Marco Colombo; q.li 1,10 vettovaglie e salmerie.
L’onorevole Galletto, dopo lungo silenzio, è uscito dai meandri dell’Oratorio
guidato dal cineasta nonché cuoco egregio nonché portatore della spedizione
Angelo Nicora, seguito sul sedile posteriore dallo stipelista feriante Emilio
Urbini (lieto dell’aumento di lire cinquemila concesse dall’onorevole Spallino ai dipendenti della STIPEL),
vessillifero della spedizione.
Dopo il commovente addio dei presenti genitori,
l’autocolonna prende l’abbrivio tra lo sventolio del vessillo nazionale. Cielo
coperto, colore della carta suga. Zona Malnate acqua a catinelle. Olgiate
Comasco rifornimento di benzina.
Salita dietro un autocarro impertinente in prima. A metà
percorso la nostra fuori serie accusa fatica e due soste si rendono
indispensabili.
Si giunge trionfanti a Cusino, campo base della spedizione.
Qui si attende un temporale coi fiocchi e una vigorosa grandinata. Sosta
forzata. Messaggio cifrato viene lanciato via telefono al centro della
spedizione. La salita, dai tre quarti d’ora preventivati, richiede un’ora e
mezza, per cui solo alle 19 si raggiunge la meta, ansimanti, sbuffanti e
stracchi.
Sistemazione nell’albergo (la sagrestia della piccola
chiesina), nostro rifugio fortunato. Il
cuoco, nell’antro fumoso e caliginoso, prepara per le spasimanti fauci,
stimolate dalla brezza montanina, un lauto banchetto, che viene rapidamente
smaltito. Precedentemente erano anche stati fatti assaggi esplorativi in zona
cucina.
Lietamente, in atmosfera di cordialità affumicata, l’ora
della cena trascorre davanti al caminetto. A conclusione del primo lieto
convitto, il maggiordomo cuoco ci serve uno squisito thé che ci ristora e
dovrebbe prepararci al sonno.
Nonostante la voglia di dormire, l’allegria ci tiene svegli
a lungo, e solo alle 23.10 s’ode a destra un russare profondo. Chi è là? Seteti
(7 etti) ossia Alessandro capelli. Dal di sotto risponde un coinquilino, che
russa come un trattore.
Terminato di scrivere sulla pancia alle 23.48. Buonanotte!
Martedì 9 agosto 1960.
Sveglia alle ore 5. Dopo la
S. messa e la prima colazione, tutti in marcia per il campo
base di Cusino, dove si trovano i rifornimenti. Viene pure acquistato ago e
filo per riparare un sacco a pelo che aveva uno spiffero.
Fino alle 12.30 cura elioterapica naturale. Poi il nostro
cineasta ci chiama per il pranzo, che consumiamo piacevolmente. Poi lo stipe
lista inizia il montaggio delle tenda che viene protetta da un fossato anti
allagamento e da uno sbarramento in pali e corda.
Il pomeriggio ci avrebbe dovuto riservare una passeggiata,
ma il tempo è cambiato e ci dobbiamo ritirare tutti in tenda fino all’ora di
cena, in cui – sorpresa – ci viene pure servita la cioccolata.
Poi tutti a nanna.
10 agosto 1960.
Notte calma, sonno profondo fino alle ore 7, con l’unica
interruzione alle ore 1 per un servizio thé.
Tutti alla S. Messa e poi, dopo la colazione, partenza in
direzione est sotto un cielo coperto, seguendo il richiamo squillante dei
campani delle mucche pascolanti già dal primo mattino. Costeggiamo la grande
muraglia cinese che divide i confini tra il Comune di Cusino e di Grantola, e
ci immergiamo nel verde delle foreste di faggi, accolti dal gentile profumo dei
ciclamini. Si possono trovare anche dei deliziosi funghi, ma il nostro cuoco è
piuttosto scettico sulla loro commestibilità.
Tornati alla base, il nostro appetito viene domato con un buon
risotto. Segue una breve siesta in tenda, dopo di che si riparte per nuovi
orizzonti, e precisamente verso una valle sottostante nella quale scopriamo tra
l’altro un piccolissimo lago con strani animaletti che il nostro naturalista
definisce “preistorici”.
Nel frattempo lo sguattero della squadriglia avrà terminato
di lavare le stoviglie?
E a sera, dopo cena, la nostra attenzione va come sempre
alle previsioni metereologi che della Radio Svizzera, che annunciano cielo
limpido e soleggiato.
Infatti, subito dopo la recita del Rosario serale, la
pioggia ci costringe tutti in tenda a battere i denti e a tappare tutti i buchi
da cui cola acqua. Vatti a fidare delle previsioni!
Nessuno prende sonno subito. Il nostro pensiero si dibatte
nel dubbio: potremo domani partire per il Pizzo di Gino? Ai posteri l’ardua
sentenza.
Martedì 9 agosto 1960.
Sveglia alle ore 5. Dopo la
S. messa e la prima colazione, tutti in marcia per il campo
base di Cusino, dove si trovano i rifornimenti. Viene pure acquistato ago e
filo per riparare un sacco a pelo che aveva uno spiffero.
Fino alle 12.30 cura elioterapica naturale. Poi il nostro
cineasta ci chiama per il pranzo, che consumiamo piacevolmente. Poi lo stipe
lista inizia il montaggio delle tenda che viene protetta da un fossato anti
allagamento e da uno sbarramento in pali e corda.
Il pomeriggio ci avrebbe dovuto riservare una passeggiata,
ma il tempo è cambiato e ci dobbiamo ritirare tutti in tenda fino all’ora di
cena, in cui – sorpresa – ci viene pure servita la cioccolata.
Poi tutti a nanna.
10 agosto 1960.
Notte calma, sonno profondo fino alle ore 7, con l’unica
interruzione alle ore 1 per un servizio thé.
Tutti alla S. Messa e poi, dopo la colazione, partenza in
direzione est sotto un cielo coperto, seguendo il richiamo squillante dei
campani delle mucche pascolanti già dal primo mattino. Costeggiamo la grande
muraglia cinese che divide i confini tra il Comune di Cusino e di Grantola, e
ci immergiamo nel verde delle foreste di faggi, accolti dal gentile profumo dei
ciclamini. Si possono trovare anche dei deliziosi funghi, ma il nostro cuoco è
piuttosto scettico sulla loro commestibilità.
Tornati alla base, il nostro appetito viene domato con un buon
risotto. Segue una breve siesta in tenda, dopo di che si riparte per nuovi
orizzonti, e precisamente verso una valle sottostante nella quale scopriamo tra
l’altro un piccolissimo lago con strani animaletti che il nostro naturalista
definisce “preistorici”.
Nel frattempo lo sguattero della squadriglia avrà terminato
di lavare le stoviglie?
E a sera, dopo cena, la nostra attenzione va come sempre
alle previsioni metereologiche della Radio Svizzera, che annunciano cielo
limpido e soleggiato.
Infatti, subito dopo la recita del Rosario serale, la
pioggia ci costringe tutti in tenda a battere i denti e a tappare tutti i buchi
da cui cola acqua. Vatti a fidare delle previsioni!
Nessuno prende sonno subito. Il nostro pensiero si dibatte
nel dubbio: potremo domani partire per il Pizzo di Gino? Ai posteri l’ardua
sentenza.
Venerdì 12 agosto
1960
Sveglia alle ore 7.40. Il sonno è ancora padrone di noi, ma
qualcuno ha la malvagia idea di battezzare il Bisca con un bicchiere d’acqua
gelata, ed i gemiti del disperato svegliano tutti quanti.
La terza scampanata ci ritrova tutti riuniti per la S.
Messa, a cui fa seguito la prima colazione, come al solito.
Anche questa mattina ohimé il cattivo tempo ha fatto crollare i nostri castelli
per l’itinerario della giornata.
Il freddo e la pioggia ci impediscono qualsiasi attività
all’aperto, per cui ci ritiriamo in tenda dove, fino a mezzogiorno, leggiamo il
libro di bordo “Buio vento fuoco” che ci restituisce l’allegria.
Da notare che Penela è stato agitato tutta la notte avendolo
Triacca gonfiato di discorsi terrificanti circa la suo prossima morte. Si
mangia con appetito, ma anche il pomeriggio si passa in tenda, fra letture e
sonnecchiamenti.
Renato, il nostro nuovo amico e vicino di casa (pardon di
tenda) ci ha gentilmente prestato i suoi fumetti buoni, che vengono divorati in
speciale modo dallo stipe lista Mio.
Giunge così l’ora della cena, e dopo i doveri cristiani ci
prepariamo al sonno. Ma c’è un vuoto: non si sente la voce argentina di Penela,
rimasto nella casetta dove si pensa possa meglio trascorrere la notte.
Ma non è così, e veniamo presto svegliati dal messer cuoco
che cerca una pila per soccorrere il povero Penela che non sta bene.
Manco a farlo apposta, anche il Triacca accusa gli stessi
sintomi, ai quali fa fronte con una abbondante libagione di cognac. Tutti si
sentono contagiati ed il cognac svanisce in un baleno.
Si propone di preparare un “caffè notturno”, ma nessuno ne
beve tranne il Bisca che, favorito dall’oscurità, se lo tracanna tutto per non
rischiare di rovesciarlo mentre lo distribuisce.
Torna poi la calma, e un coro di sbadigli prepara il campo
al sonno, questa volta definitivo fino all’alba del giorno seguente, l’ultimo
del campeggio.
Emilio Urbini posa per una foto ricordo.
Alessandro Capelli fa capolino sulla soglia della tenda
Moretti modello Varazze.
La tenda è ormai piazzata e tutto intorno ad essa si piazza
un semplice recinto di corda sostenuto da paletti di legno.
I “Sassi di Cusino” (mt. 1.327) fanno da sfondo al piccolo
piazzale antistante la chiesina della Madonna della Salute sul culmine del
Monte Lugone. Si vedono Giancarlo Triacca e Marco Marcolli.
Qualche intrepido escursionista si è avventurato sui “Sassi
di Cusino” e ha potuto riprendere questa visione d’insieme della chiesina della
Madonna della salute sul culmine del Monte Pizzone e la piccola tenda piazzata
alle sue spalle.
Circondata da una folta vegetazione si nota la casa delle
signore milanesi.
Emilio Urbini accarezza il somarello che ha appena concluso
il suo viaggio da Cusino al Monte Lugone con in groppa le vettovaglie. Alle sue
spalle Giancarlo Vettore e Alessandro Capelli.
Giancarlo Vettore e Emilio Urbini seduti su un muretto di
Cusino. Il loro abbigliamento non sembra il più appropriato per degli
escursionisti che stanno per affrontare una salita fino a metri 1.200, ma
bisogna considerare che era un campeggio “sperimentale”.
Alle loro spalle la FIAT Topolino e il GUZZI
Galletto che è servito per il trasporto da Azzate a Cusino.
Un particolare della tenda ormai piazzata e circondata da un
semplice recinto in corda sorretto da picchetti di legno che avrebbe dovuto
tenere alla lontana eventuali caprette al pascolo.
Giancarlo Triacca fa provvista d’acqua alla fontanella delle
baite appena sotto la chiesina della Madonna della Salute sul culmine del Monte
Lugone.
Alessandro Capelli e don Alberto Isella si concedono in attimo
di sosta durante un’escursione.
Una cartolina ricordo del Monte Lugone sopra Cusino. Si nota
la casa delle signore milanesi, le baite sotto la chiesina della Madonna della
Salute, una veduta del Lago di Como, la chiesina con la sua gradinata e la
stessa chiesina sulla sommità del monte circondata da prati su cui pascolano
delle mucche.
Emilio Urbini con le mani in tasca e Marco Marcolli con le
braccia in conserte. Fra i due si nota Giancarlo Triacca.
……., Giancarlo Vettore, Alessandro Capelli e Giancarlo
Triacca si sono avventurati con un quarto escursionista sui “Sassi di Cusino”.
Una panoramica delle baite, la chiesina della Madonna della
Salute, le due tende piazzate e la casa delle signore milanesi.
Le tende sono diventate tre ……..
L’escursione verso il Pizzo di Gino che si vede in alto
sulla sinistra.
Giancarlo Triacca prende per le orecchie un somarello mentre
Marco Colombo fissa il fotografo.
I somarelli sono addirittura tre ……
Piergiorgio Bossi scruta il panorama col binocolo.
Fulvio Zocchi, Giovanni Giamberini, Giorgio Sassi, Giorgio
Nicora, Giancarlo Vettore, Mauro Santarone, Manfredo Agostini, Mario Inversini
e Giuseppe Chiaravalli posano per una foto ricordo.
Le numerose stoviglie che sono servite per preparare il
pasto dei numerosi campeggiatori.
Forse si tratta di un roccolo per l’uccellagione della fauna
migratoria.
Cartolina ricordo in cui si vedono la Chiesa Parrocchiale
di Cusino, una veduta del Lago di Como dal Monte Lugone, i Pizzoni (?) e il
ponte sul torrente …… in Comune di Carlazzo.
Il Lago di Como dal Monte Lugone in cui si evidenzia la
lingua di terra che divide il ramo di Lecco dal ramo di Como.
Sulla sommità del Monte Lugone, tutto circondato da montagne
più alte, si nota la chiesina della Madonna della Salute e le tre tende
piazzate.
I campeggiatori si sforzano con una corda per ………
Numerose caprette pascolano tra le felci.
Due campeggiatori hanno fatto la provvista d’acqua alla
fontanella delle baite.
Manfredo Agostini, Giuseppe Chiaravalli, Fulvio Zocchi,
Marco Colombo (?) e Giorgio Sassi si avventurano nelle acque del torrentello.
Giorgio Nicora, Giorgio Sassi, Mauro Santarone, Giorgio
Albizzati e Giuseppe Chiaravlli si stanno rifocillando.
Gianni Giamberini, Giorgio Sassi, Marco Colombo e Giuseppe
Chiaravalli in un attimo di sosta durante un’escursione.
Giorgio Albizzati ……
Gli escursionisti si riposano e l’unico che se ne sta in
piedi è Giorgio Sassi. Anche Mario Inversini ha deciso di sedersi.
Unica foto a colori con le quattro tende piazzate. Sullo sfondo
le montagne che chiudono la Val Cavargna.
Marco Colombo sta facendo la prima colazione.
Marco Colombo si fa ritrarre accanto una capretta.
Mauro Santarone, Giuseppe Chiaravalli, ……, ….. Giancarlo Triacca,
Giovanni Giamberini, Giorgio Sassi, Fulvio Zocchi, …… posano per una foto
ricordo appena sotto la chiesina della Madonna della Salute e le tende.
Giuseppe Chiaravalli, Giorgio Sassi, Giovanni Giamberini e
Marco Colombo durante un’escursione.
Giorgio Sassi, Manfredo Agostini, Mario Inversini, Fulvio
Zocchi, Ambrogio Ceppi e Giancarlo Vettore col binocolo e la borraccia.
La chiesina della Madonna della Salute sulla sommità del
Monte Lugone.
Fulvio Zocchi, Ambrogio Ceppi, Mario Inversini, Manfredo
Agostini, Giorgio Nicora, Mauro Santarone, Giancarlo Vettore, Giorgio Sassi, Giuseppe
Chiaravalli e Giovanni Giamberini.
Un particolare della tenda e sullo sfondo il Pizzo di Gino.
I campeggiatori intenti in varie attività: qualcuno spacca
la legna e qualcun’altro lava le stoviglie.
Giorgio Albizzati sta lavando le stoviglie.
Nel campo di calcio dell’Oratorio San Giuseppe di Azzate sono state
montate due tende per simulare il campeggio che di lì a poco si andrà
effettivamente ad allestire.
Uno dei vasti boschi di abeti che popolano le montagne della
Val Cavargna.
Giorgio Sassi nella sua classica fisionomia sorridente.
La tenda MORETTI modello Varazze piazzata dietro la chiesina
della Madonna della Salute sulla sommità del Monte Lugone (mt. 1.200) sopra
Cusino in Valcavargna provincia di Como.
Marco Colombo, Fulvio Zocchi, Mauro Santarone, Giorgio
Nicora e Giuseppe Chiaravalli sfidano le acque gelide di una cascata.
Le tre tende piazzate sulle quali sventola la bandiera
tricolore.
Una veduta d’insieme della Valcavargna con il Pizzo di Gino.
Giuseppe Chiaravalli intento ad asciugare le tazze della
prima colazione.
Manfredo Agostini, Emilio Urbini, Giuseppe Chiaravlli,
Angelo Ballerio e Italo Cauzzo si fanno riprendere insieme al somarello.
…… Cauzzo, Italo Cauzzo, Angelo Ballerio, Mauro Santarone, Giovanni
Giamberini, Walter Ghiringhelli, Giuseppe Chiaravalli e Lorenzo Luini si fanno
riprendere accanto al somarello.
Un momento di relax sul piazzale della chiesina della
Madonna della Salute legge un fumetto e Manfredo Agostini prende il sole.
Marco Marcolli, don Alberto Isella, Emilio Urbini, …… e
Giancarlo Triacca sul sentiero che porta al Monte Lugone.
Fulvio Zocchi sta spillando dell’acqua dalla borraccia e
Giovanni Giamberini lo canzona.
I campeggiatori si stanno rifocillando. Si notano Mauro
Santarone, Marco Colombo, Emilio Urbini e Fulvio Zocchi.
La chiesina della Madonna della Salute sulla sommità del
Monte Lugone ripresa dalle baite.
Le tre tende piazzate. In lontananza i profili dei monti che
chiudono la Valcavargna.
Fulvio Zocchi con in mano uno strofinaccio da cucina.
Un piccolo ruscello che scorre nella valle incassata.
Le quattro tende piazzate.
Un campeggiatore durante la salita al Pizzo di Gino.
Luciano Lozza (?) ammira il panorama con il binocolo e
Giorgio Nicora sta a guardare.
Il campanile della chiesina della Madonna della salute sulla
sommità del Monte Lugone, ripreso dall’interno della tenda, mentre sta piovendo
a dirotto.
Le nuvole si stanno addensando e annunciano l’arrivo di un
temporale.
…….. e Manfredo Agostini ripresi dall’interno della casetta
annessa alla chiesina della Madonna della Salute.
Giuseppe Chiaravalli è intento a rassettare le stoviglie di
cucina.
Qualche campeggiatore più veloce è già giunto sulla sommità
del Monte Lugone e riprende gli altri che stanno ancora salendo. Sullo sfondo
si vede S. Bartolomeo Valcavargna.
Giovanni Giamberini e Giorgio Sassi durante la discesa.
Qualcuno è stato messo al giogo.
Le quattro tende piazzate dietro la chiesina della Madonna
della Salute. Sullo sfondo i “Sassi di Cusino”.
Giorgio Nicora scruta il panorama con il binocolo e Mauro
Santarone si gratta la schiena.
Marco Colombo, Giancarlo Triacca, Emilio Urbini e ……. fanno
festa ai somarelli che hanno trasportato le vettovaglie.
I campeggiatori durante la salita al Pizzo di Gino.
La chiesina della Madonna della Salute, le tende e la casa
delle signore milanesi viste dai “Sassi di Cusino”.
I profili delle montagne che chiudono la Valcavargna ripresi
dall’interno della tenda.
Giorgio Nicora, Angelo Costanza e Giorgio Albizzati sulla
soglia della tenda numero tre.
Sullo sfondo la casa delle signore milanesi.
Italo Cauzzi, Emilio Urbini, Giuseppe Chiaravalli, Giorgio
Albizzati, Angelo Nicora e Mauro Santarone fanno festa la somarello che di lì a
poco verrà caricato delle tende e delle attrezzature.
Daniele Triacca in un giorno festivo ha fatto visita ai
campeggiatori sul Monte Lugone e sta sorseggiando un caffè.
Giancarlo Triacca è stato letteralmente buttato fuori dalla
tenda e, ancora immerso nel suo sacco a pelo, vorrebbe continuare il suo sonno
ma gli altri campeggiatori lo incitano a iniziare una nuova giornata di
avventura.
La chiesina della Madonna della Salute sulla sommità del
Monte Lugone ripresa dalle baite.
Le tre tende piazzate. In lontananza i profili dei monti che
chiudono la Valcavargna.
Fulvio Zocchi con in mano uno strofinaccio da cucina.
Un piccolo ruscello che scorre nella valle incassata.
Le quattro tende piazzate.
Un campeggiatore durante la salita al Pizzo di Gino.
Luciano Lozza (?) ammira il panorama con il binocolo e
Giorgio Nicora sta a guardare.
Il campanile della chiesina della Madonna della salute sulla
sommità del Monte Lugone, ripreso dall’interno della tenda, mentre sta piovendo
a dirotto.
Le nuvole si stanno addensando e annunciano l’arrivo di un
temporale.
Gli escursionisti stanno per affrontare la salita al Pizzo
di Gino. Marco Colombo, per un istante, si è voltato all’indietro verso il
fotografo che lo sta riprendendo.
Il tempo è incerto e un fragoroso temporale coglierà di
sorpresa gli escursionisti nella fase di discesa. La quasi completa oscurità,
calata all’improvviso, ha fatto perdere i punti di punti di riferimento e si è
temuto per diverso tempo di aver perso la strada.
Unico riferimento era il suono dei campanacci delle capre
che erano state ricoverate nelle baite che si sperava fossero quelle vicine al
campo base.
Alcuni campeggiatori non aveva preso parte all’escursione e,
molto preoccupati per non vedere il ritorno degli escursionisti, unitamente
alle due signore milanesi della casa vicino alla chiesetta, muniti di lanterne
a petrolio e campanacci si sforzavano di lanciare segnalazioni che potessero
essere di aiuto per ritrovare la strada perduta.
Tutto si concluse nel migliore dei modi.
Giancarlo Vettore e Manfredo Agostini posano nei pressi di
una baita sul tetto della quale due capre, indifferenti, se ne stanno immobili
ad ammirare il panorama
Una delle tre tende che, come si vede, è tutta attorniata da
un modesto recinto di corda dal quale pendono stranamente bandiere delle
Confederazione Elvetica. Molto probabilmente al Mercato di Senigallia di Milano
non era stato possibile acquistare bandiere italiane.
Dal fondovalle salgono velocemente nubi molto minacciose che
stanno per investire le baite poste poco più sotto la sommità del Monte Lugone,
dove ha sede il campeggio.
Manfredo Agostini lava i suoi indumenti alla fontanella.
Tre escursionisti posano per una foto ricordo. In mezzo
sembra di intravvedere Giorgio Sassi.
Un forte temporale ha già scoperchiato una tenda, un’altra e
ancora in piedi e l’ultima viene smontata per non procurare danni al tessuto
impermeabile.
Una veduta d’insieme della piccola chiesina della Madonna
della Salute sul Monte Lugone con la piccola casetta annessa.
Sul retro vennero posizionate le tre tende.
Sullo sfondo si vedono i “Sassi di Cusino” con un aspetto
molto selvaggio.
Le tre tende erano piazzate sul retro della chiesina della
Madonna della Salute e, oltre gli alberi, in zona più bassa c’era la casa di
due signore milanesi che avevano avuto un fratello sacerdote che amava
trascorrere le sue vacanze sul Monte Lugone e poteva celebrare ogni la
S. Messa nella piccola chiesina.
Un forte temporale ha lasciato in piedi una sola tenda.
Manfredo Agostini posa sopra uno sgabello sull’ingresso dei
due piccoli locali uno sopra l’altro, annessi alla chiesina della Madonna della
Salute che servivano da piccolo ricovero per il parroco. Al piano terreno c’era
una cucina economica che i campeggiatori usavano in caso di cattivo tempo; al
secondo piano c’era una piccola camera da letto che i campeggiatori usavano
come infermeria in caso di necessità.
Il Santuario della Madonna della Salute come si presenta oggi
SANTUARIO
NOSTRA SIGNORA DELLA SALUTE
Trovasi a
1200 metri sul livello del mare, in località Logone del Comune di Cusino, in
provincia di Como, in posizione amenissima e dalla quale si gode un panorama
incantevole. Fu costruito nel 1906 al servizio della popolazione che, in quella
località, passava buona parte dell'anno per il pascolo del bestiame. Nel suo
interno è venerata una bella statua della Vergine della Salute.
ALPE
LUGONE
Alpeggio ancora monticato situato a
1184 metri di altitudine; il periodo attività è tra giugno e settembre.
La produzione casearia varia tra alcuni latticini; in genere è possibile
trovare il formaggio grasso, il semigrasso, il magro, i formaggini o il burro.
L’Alpe di Logone è ubicato in prossimità dei caseggiati di Malé situati nel comune di Cusino, è una tappa fondamentale del sentiero delle 4 Valli ed è un punto strategico che consente di passare dalla Val Sanagra alla vicina Val Cavargna.
L’Alpe di Logone è ubicato in prossimità dei caseggiati di Malé situati nel comune di Cusino, è una tappa fondamentale del sentiero delle 4 Valli ed è un punto strategico che consente di passare dalla Val Sanagra alla vicina Val Cavargna.
Dall’Alpe, proseguendo dritti lungo
il sentiero delle 4 Valli si incontra un secondo cancello in legno che immette
nel territorio di Cusino (Malè) in vista di un laghetto artificiale e una
strada carrozzabile. Sopra il laghetto, su un dosso, sorge il Santuario della
Madonna della Salute.
Caseggiati di Malé. |
Fontanella di Malé, sullo sfondo il Pizzo di Gino. |
Malé, il Motter e il Santuario della Madonna della Salute. |
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