venerdì 14 agosto 2015

BOSSI GUIDO - NOTAIO


27. BOSSI GUIDO DI GIOVANNI di Marco Lunari

† post 1503 giugno 301 - ante 1504 agosto 232
Collocazione archivistica della documentazione: Notarile 2363 - 23803
Estremi cronologici: 1466 - 1503
Attestato negli inventari: NO 1, NO 2 - Indice (1466 - 150?), NO 3, NO 10
(1466 - 1469)
Immatricolazione: laudatus ad offitium 1475 settembre 274
laudatus ad omnia 1475 settembre 285
Prima attestazione come notaio di curia: 14706
Cancelliere: 14857
Residenza: p. C., S. Carpoforo intus (14688 - 14729)
p. N., S. Eusebio (147310 - 150311)
La facultas expletandi dei suoi atti viene concessa a Bartolomeo Bossi di
Sigismondo12; Emanuele Sibaldi di Giovanni13
I Bossi erano una vasta consorteria con rami originari di Magenta[1] e di Azzate e con alcune linee trapiantate da tempo a Milano. Guido – detto a volte anche Guidone – apparteneva al ramo di Azzate e fu forse il primo della propria famiglia a trasferirsi a Milano dato che il padre, Giovanni di Vittore, risiedeva ancora nel paese natale 14 e che il nostro, specie nei primi anni di attività, nei giorni seguenti il Natale era uso tornare ad Azzate dove rogava per i membri della sua famiglia.

1 Notarile 2380.
2 Notarile 2379.
3 Cfr. inoltre MARCORA, Arcimboldi, pp. 372-374; 383-386; 466-467; MARGAROLI, n. 656,
700, 1049, 1364, 1463, 1776, 1777, 1781, 1797; PALESTRA, pp. 93, 96, 100-101, 103.
4 Matricole Notai 15.
5 Matricole Notai 5.
6 Notarile 2363, 1470 dic. 26.
7 Attestato a partire dal 15 giugno, Notarile 2367.
8 Notarile 2363, 1468 dic. 12.
9 Ibid., 1472 dic. 9.
10 Ibid., 1473 giu. 16.
11 Notarile 2380.
12 Facultas expletandi concessa dal vicario arcivescovile Sebastiano Gilberti in data 23 agosto 1504 (Notarile 2379).
13 Facultas expletandi concessa nel gennaio 1571 con atto rogato dal notaio Antonio Marliani. L’atto è citato nel transunto di un documento del 30 gennaio 1498 (Notarile 2376).

14 Il 5 gennaio 1472 (Notarile 2363) il B. roga un atto ad Azzate «in domo habitationis d. Iohannis de Bossiis patris mei». Cfr. anche gli atti - tutti rogati ad Azzate - del 1473
dic. 27 (i b i d e m); 1475 dic. 29 (Notarile 2364), 1479 dic. 31 e 1480 dic. 26 (Notarile 2365), 1485 dic. 31 (Notarile 2368); 1487 gen. 2 (Notarile 2369). Il padre risulta morto il 2 gennaio 1488 (ibidem).
Bossi Guido di Giovanni 43 famiglia

15. La presenza nelle sue filze di numerosi atti riguardanti Magenta, il momentaneo trasferimento della sua attività in questo borgo nella primavera del 147816 e il fatto che lì possedesse una casa e una vigna17 sono indizi dell’esistenza di legami ancora forti tra il ramo di Magenta e quello di Azzate.
Il ramo di Azzate, che era iscritto alla Matricula Ecclesiae Mediolanensi e al quale apparteneva il giureconsulto e senatore Egidio Bossi padre del Francesco vescovo di Perugia e Novara e del Marcantonio oratore presso gli svizzeri18, è sostanzialmente poco conosciuto, né è possibile in questa sede districare la fitta rete di parentele e di legami famigliari scaturita dall’esame della documentazione.
È comunque da rimarcare come i Bossi di Azzate fossero ben radicati all’interno delle istituzioni ecclesiastiche locali. Senza alcuna pretesa di esaustività basterà ricordare Francesco Bossi, preposito di S. Giovanni di Castelseprio, cappellano di S. Giovanni Evangelista nella chiesa di S. Maria di Azzate e chierico in S. Alessandro in Campanea di Arcisate19; Giovanni Bossi titolare di un beneficio a Castelseprio20, Giovanni Giacomo Bossi, canonico di S. Vi t t o re di Arsago e
di Gallarate21, Giovanni Antonio Bossi beneficiato in S. Lorenzo di Castelseprio e re t t o re di S. Martino in Compito a Milano22. Inoltre Beltramino e Francesco Bossi detenevano dei diritti di giuspatronato sulla cappella dei SS. Girolamo, Quirico e *** nella chiesa di S. Maria di Azzate23. Meno significativa era invece la presenza nelle chiese o nelle collegiate milanesi: oltre al già ricordato Giovanni Antonio Bossi re t t o re di S. Martino in Compito si può ricordare Pietro Bossi, re tt o re di S. Carpoforo a Milano24 e un Ambrogio Bossi canonico di S. Tecla nel 1426 la cui appartenenza al ramo di Azzate appare però dubbia25.
44 Bossi Guido di Giovanni
15 In tali occasioni roga spesso documenti riguardanti le varie linee dei Bossi presenti nel paese. Oltre agli atti citati nella nota precedente si vedano 1472 gen. 1 e 1473 dic. 26 (Notarile 2363); 1474 dic. 31 (Notarile 2364).
16 Cfr. sotto nota 38 e testo corrispondente.
17 Notarile 2365, 1480 dic. 26 e Notarile 2359, 1496 feb. 18.
18 Cfr. Bossi Egidio, in Dizionario Biografico degli Italiani, XIII, Roma 1971, pp. 299-
300; A. PROSPERI, Bossi Francesco, ibid., pp. 303-305, S. PEYRONEL, Bossi Marcantonio,
ibid. pp. 329-330.
19 Cfr. Notarile 2363; 1471 gen. 5; 1474 apr. 14; 1475 lug. 22 (nomina alla cappella di
S. Giovanni Evangelista); Notarile 2364, 1475 dic. 31.
20 Notarile 2365, 1480 dic. 10. L’atto - la richiesta di permutare il proprio beneficio
con il canonicato di Gallarate detenuto da Giovanni Giacomo (cfr. la nota seguente) -
non chiarisce di che beneficio si trattasse.
21 Ibid., 1479 dic. 31. Vedi anche la nota precedente.
22 Ibid., 1480 dic. 26; Notarile 2373, 1494 mar. 3.
23 Notarile 2366, 1482 mar. 22.
24 Notarile 770, 1473 mag. 20.
25 Al proposito cfr. I. CHELLINI, Ricerche sul capitolo di Santa Tecla (fine secolo XIV -
prima metà secolo XV), tesi di laurea, Università degli Studi di Milano, A.A. 1994-95, rel.
G. Chittolini, ad indicem.
26 Si vedano in Matricole Notai 5 le iscrizioni di Giovanni Bossi di Francescolo (1431
mar. 23), Giovannolo Bossi di Hor*** (1346 mar. 14), Bossi Vincenzo di Giovanni (1443
nov. 20); Giovanni Bossi di Andrea (1444 mag. 6); Bossi Stefano di Ambrogio (1478 feb.
12), Bossi Giovan Pietro di Beltrame (1484 apr. 15), Bossi Giovanni Battista di Beltrame
(1492 apr. 6), Bossi Bernardino di Luigi (1497 set. 14). Cfr. inoltre in Matricole Notai 15
l’iscrizione di Bossi Giovanni Giacomo di Donato (1467 gen. 20).
27 Sul notariato come strumento di elevazione sociale per le famiglie originarie del contado cfr. l’Introduzione, in particolare pp. LXXVIII sgg. e la bibliografia ivi citata.
28 Non sono note attestazioni precedenti il 1466, ossia l’anno d’inizio della sua documentazione.
29 Cfr. Notarile 2363. Per quanto riguarda il Lazzaroni e il della Torre si rimanda alle
schede a loro dedicate.
30 La documentazione prodotta dal B. tra il 1466 e il 1468 è estremamente lacunosa
mentre completamente assente è quella relativa al 1469.
31 Notarile 2363.
32 Notarile 2364.
33 Ibidem.
34 Notarile 2365.
Alla presenza nelle istituzioni ecclesiastiche si unisce la scelta della carriera notarile – nel corso del Quattrocento, senza contare Guido, sono almeno nove i Bossi residenti ad Azzate iscritti alla matricola26 – intesa non solo come modo di affermazione entro una prospettiva locale ma anche come strumento atto a favorire il trasferimento e il radicamento a Milano27. Fu probabilmente questo il percorso seguito da Guido: a una prima fase non documentata di apprendistato nel contado28 fece seguito il trasferimento in città e l’impiego presso il banco di Paolo Capra, dove erano già attivi Donato Della To r re di Antonio e Cristoforo Lazzaroni29 e dove lo troviamo impiegato nel 1466. I primi anni della sua attività, dal 1466 sino al 1470, sono scarsamente attestati30; quando, col 1471, la documentazione inizia a farsi più ricca la clientela del B. appare subito di livello medio-alto: ai rettori delle numerose chiese con o senza cura d’anime di Milano e del contado che costituiscono la clientela tipica dei notai ecclesiastici a inizio carriera, si uniscono infatti i canonici delle chiese pievanali della diocesi, il monastero di S. Martino di Abbiategrasso e – probabilmente grazie ai buoni uffici di Donato Della Torre di Antonio che della chiesa milanese era
canonico – la collegiata di S. Maria Fulcorina, unica tra le collegiate milanesi ad apparire con una certa frequenza negli atti rogati da Guido. Particolarmente rilevante è invece l’attività per i vicari e per il tribunale arcivescovile: la filza 2363 conserva un quaternus litterarum del 1472 composto per lo più di monitori rogati per i vicari Pino da Forlì (9 gennaio - 13 aprile), Pietro Carcani (21
aprile - 5 giugno), Lancillotto dei conti di Mede (10 giugno - 16 dicembre) e Paolo Cardani (10 luglio - 1 ottobre). Quaderni analoghi, conservatisi per gli anni 147531, 147632, 147733 e 147934, testimoniano della frequenza con la quale, grazie all’intermediazione di Paolo Capra, il B. era chiamato a operare per la Bossi Guido di Giovanni 45 curia diocesana. Anche in questi quaderni, così come in quello del 1472, la maggior parte delle litterae è costituita da monitori ma si riscontra pure un aumento delle monizioni e delle scomuniche35. Al 1476 risale un quaderno di
comparizioni presso l’udienza arcivescovile delle parti convocate dal vicario Romano Barni o dai suoi luogotenenti36. Frequenti anche gli atti di natura patrimoniale.
A fianco della documentazione prodotta per la curia o per gli enti ecclesiastici appaiono numerosi atti riguardanti Magenta e spesso rogati direttamente nel borgo presso l’apotheca di tale Giacomo da Borsano. Infine, nei primi anni Settanta, negli atti del B. iniziano ad apparire in qualità di testimoni i notai Paolo Barenghi di Giuliano e Angelino Mantegazza di Alessandro che
probabilmente sotto la guida del B. compirono il proprio tirocinio37.
Nella primavera del 1478 va collocato un momento di crisi nella carriera del B., dovuto presumibilmente al deteriorarsi dei rapporti con Paolo Capra. A partire dai mesi di aprile e maggio Guido si distacca dal banco dei Capra e i notai sopra ricordati – Barenghi, Mantegazza, Lazzaroni, della Torre – smettono di apparire tra i testi dei suoi atti. Contemporaneamente il B. cessa di rogare in maniera continuativa per gli enti ecclesiastici milanesi e per il tribunale vescovile e, anzi, è significativo come per quest’ultimo roghi solamente interrogatori, ossia atti che venivano redatti lontano dalle sale della curia e, spesso, lontano da Milano. A evidenziare ulteriormente il distacco dalla curia ambrosiana vi è la preponderanza nella documentazione conservatasi di atti rogati a Magenta, spesso presso l’apotheca di Giacomo da Borsano, e riguardanti comunque negozi tipici del mondo laico38. L’allontanamento dal circuito dei notai di curia ebbe comunque breve durata dato che già a luglio alcuni atti risultano stesi presso l’abitazione del causidico Michele Ciocca. Il passaggio presso il banco del Ciocca non giunse, però, a concretizzarsi e anzi nell’autunno appaiono pienamente ristabiliti sia i legami col Capra, che quelli col tribunale diocesano.
Passato il momento di crisi il B. riprese la propria attività per i vicari arcivescovili diventando in breve tempo uno dei più importanti notai della curia ambrosiana. La documentazione da lui rogata in questo periodo appare sostanzialmente eterogenea sebbene con una marcata specializzazione per gli atti di carattere giudiziale e per le litterae – specie i monitori – emanate dai vicari Romano Barni, Giovan Battista Ferri, Domenico Bocchi e Bassiano Pellerati. In 46 Bossi Guido di Giovanni
35 Nel quaderno del 1475 i monitori sono 80, le monizioni 3 e le scomuniche 15. In quello dell’anno successivo i monitori sono 68, le monizioni 14 e le scomuniche 25.
36 Notarile 2364. Sull’attività del Barni si veda MARIANI.
37 Per il Barenghi cfr. gli atti del 1472 gen. 10, 18; feb. 8, 19, 24, 25 (Notarile 2363).
Angelino Mantegazza compare per la prima volta in un atto steso il 27 dicembre 1473
nella casa del padre del B. ad Azzate (Notarile 2363). Il fatto che Angelino fosse originario
di Solbiate Arno spinge a ipotizzare l’esistenza di un legame diretto tra il B. e il Mantegazza.
38 La documentazione in questione è conservata in Notarile 2364.
p a r t i c o l a re il B. rogò praticamente tutti i monitori e le denunce rimasteci per gli anni del vicariato di Giovan Battista Ferri tra il 1485 e il 148839 nonché un quaternus imbreviaturarum contente 86 editti emanati dal Ferri nel corso del 149040. È da notare come il Ferri si rivolse a Guido anche per la redazione degli atti riguardanti la gestione dei propri benefici, la sua attività di arbitrator e l’amministrazione  dell’abbazia benedettina di S. Cristina a lui affidata dal commendatario Ottaviano Arcimboldi. In questo periodo a fianco degli atti giudiziali o di quelli riguardanti l’amministrazione delle proprietà ecclesiastiche inizia ad assumere un certo rilievo anche la documentazione di carattere beneficiale.
L’ascesa del B. trova un riscontro solo parziale nella sua clientela extracuria.
Con l’eccezione di S. Nazaro in Brolo e di S. Maria Fulcorina infatti le collegiate milanesi continuano ad apparire in maniera solo sporadica nei documenti rogati da Guido. Pressoché assenti sono invece sia gli ordinari che il clero minore della cattedrale.
Nel 1485 l’elezione alla sede arcivescovile di Giovanni Arcimboldi e la nomina a vicario generale di Giovan Battista Ferri41 p o r t a rono a un rinnovamento delle strutture della curia e alla promozione al cancellierato del B., di Giovanni Gallarati e di Cristoforo Lazzaroni che andarono ad aff i a n c a re in tale incarico Giovan Pietro Ciocca42. Il nuovo assetto non ebbe vita lunga: infatti nel 1487 l ’ A rcimboldi, che durante il suo episcopato non fece residenza in diocesi pre f erendo
re s t a re presso la curia romana, affittò tutti i beni, i proventi e i redditi della mensa arcivescovile a Gaspare Caimi e a Giovanni da Beolco che, a loro volta, il 2 febbraio 1487 investirono per nove anni il B., il Gallarati e il Ciocca «de cancellaria, exercitio et offitio cancellarie curie archiepiscopalis Mediolani, necnon de omni et universo emolumento et lucro quod ex dicta cancellaria perveniet, necnon de omnibus et singulis honoribus, honorantiis, preheminentiis ac
iuribus et pertinentiis eiusdem cancellarie», oltre a tutti i diritti e le onoranze derivanti dalla custodia e dall’impiego del sigillo arcivescovile. Il canone annuo fu fissato in 1.000 lire da pagarsi il mercoledì delle Ceneri e a san Martino43.
Bossi Guido di Giovanni 47
39 C f r. M. C. FE R R A R I, Giovan Battista Ferri: un vicario vescovile alla fine del
Quattrocento (1485-1488), tesi di laurea, Università degli Studi di Milano, A.A. 1990-91,
rel. G. Chittolini ed EAD., Il vicario arcivescovile Giovan Battista Ferri..., cit.
40 Notarile 2370.
41 Cfr. M. C. FERRARI, Giovan Battista Ferri..., cit. e F. SOMAINI, Giovanni Arcimboldi.
Gli esordi ecclesiastici di un prelato sforzesco, Milano 1994, («Archivio Ambrosiano » ,
LXVIII).
42 Il B. si qualifica per la prima volta come cancelliere della curia in un atto del 15
giugno 1485 (Notarile 2367). Il fatto che nell’intestazione dei quaterni di quell’anno non
si firmi ancora con tale qualifica spinge a supporre che la nomina a cancelliere sia di
poco antecedente questa prima attestazione. Sulla contemporanea presenza di più cancellieri
si vedano l’Introduzione e la biografia di Giovan Pietro Ciocca.
43 Notarile 1338. L’investitura aveva valore retroattivo al primo di gennaio dello stesso
anno. Vedi anche F. SOMAINI, Un prelato lombardo..., cit., pp. 1254 e 1271.
La nomina a cancelliere costituì il coronamento della carriera del B. che fu
capace di approfittare del favore dimostratogli dai membri della famiglia
A rcimboldi che in vari casi si aff i d a rono ai suoi uffici44. Negli anni seguenti
attenuò via via i legami coi Capra costituendo un proprio banco notarile «in
sala magna sita in pallatio archiepiscopali»45, contemporaneamente la documentazione
riguardante Magenta andò scemando sino a sparire del tutto verso la
fine degli anni Ottanta. Anche la tipologia della documentazione prodotta per
la curia o il tribunale arcivescovile cambiò. A partire dai primi anni Novanta,
mentre spariscono dalle filze del B. i quaderni di deposizioni testimoniali, il
notaio affianca alla specializzazione in monitori e in litterae quella riguardante
le cause matrimoniali. Sempre più spazio hanno poi le promozioni agli ordini
sacri, gli atti di natura patrimoniale, la nomina o la conferma ai benefici di collazione
ordinaria o di giuspatronato rara, invece, la presenza di processi esecutoriali
relativi alla collazione apostolica di benefici effettuata da subdelegati o
commissari apostolici. Si segnala infine la presenza di numerosi atti rogati per
Giovanni Gallarati46, suo socio nell’appalto della cancelleria. Si tratta per lo più
di confessiones o di contratti di livello e – più sporadicamente – di arbitrati
effettuati dal Gallarati. Per il Gallarati il B. stese anche il testamento47 e il contratto
di matrimonio tra la nipote del Gallarati, Polissena, e Filippo Arcimboldi,
figlio dell’arcivescovo Guidantonio48.
Nell’ingente massa documentaria prodotta dal B. spiccano alcuni atti di
notevole importanza quali una visita alla Chiesa Maggiore49 o le lettere di nomina
o di conferma dei vicari arcivescovili Bernardino Simonetta e Martino da
Cassago50, Giovan Battista Ferri51, Giovanni Michele Aliprandi52 e Filippo
Gastaldi53, atti rogati per lo più a Pavia dove il B. si era recato a seguito del
nuovo arcivescovo Guidantonio Arcimboldi. Di contro alla rilevanza assunta
dal B. all’interno della curia arcivescovile restano radi gli atti stesi per le collegiate
cittadine.
A partire dal 1493 alla clientela del notaio si aggiunse il vescovo di Novara
Girolamo Pallavicini, del quale l’8 giugno 1495 Guido rogò il testamento54, e
48 Bossi Guido di Giovanni
44 In particolare si vedano gli atti contenuti in Notarile 2369, 2370, 2371.
45 Notarile 2372, 1492 gen. s.g.
46 Sul Gallarati si rimanda alla voce a lui dedicata. Gli atti riguardanti il Gallarati - si
noti che sia lui che il B. risiedevano in porta Nuova, parrocchia di S. Eusebio - iniziano
a farsi frequenti a partire da Notarile 2369.
47 Notarile 2377, 1499 giu. 7.
48 Notarile 2373, 1495 feb. 5. Cfr. anche LUNARI.
49 Notarile 2370, 1489 giu. 14.
50 Ibid., 1489 feb. 4.
51 Ibid., 1489 mar. 14.
52 Ibid., 1489 mag. 2.
53 Ibid. 1489 mag. 4.
54 Notarile 2373.
nella seconda metà degli anni Novanta nelle filze del B. si fanno relativamente
frequenti gli atti di ricognizione feudale stesi sia per la curia ambrosiana, che
per il presuli novaresi55.
La morte di Guidantonio Arcimboldi e la nomina di Ippolito d’Este non
posero fine alle fortune del B. che, anzi, per il nuovo presule rogò gli atti di
apprensione dell’arcivescovato e di intronazione56 nonché le litterae vicariatus
di Gabriele della Croce, Giovanni Ambrogio Vi s c o n t i57, Andrea Greci58 e
Sebastiano Gilberti59.
Guido Bossi si spense tra l’estate del 1503 e quella del 1504. Sulle sue
vicende personali siamo scarsamente informati: analogamente ad altri notai di
curia prese probabilmente gli ordini minori60 ed ebbe almeno due figli,
Melchione e Guarnerio, che appaiono entrambi in maniera sporadica come
testi nei suoi atti61. Nessuno dei due figli intraprese però la carriera notarile,
tant’è vero che le imbreviature di Guido furono trasmesse a Bartolomeo Bossi
di Sigismondo. Non sappiamo con precisione quale rapporto vi fosse tra Guido
e Bartolomeo ma è presumibile che i due notai fossero strettamente imparentati.
Creato notaio imperiale il 25 gennaio 1490 dal conte palatino Paolo Capra62,
Bartolomeo inizia ad apparire come teste negli atti rogati da Guido sin dal
marzo dello stesso anno63. Negli anni seguenti Guido lo nominò proprio coadiutore
presso la cancelleria64, incarico dal quale fu rimosso nel XVI secolo dall’arcivescovo
Ippolito d’Este65. Nel 1499 Bartolomeo ricevette dal vicario Filippo
Calvi la facultas expletandi le imbreviature del notaio di curia Paolo da
Velate66, un altro dei notai gravitanti attorno alla cancelleria arcivescovile67.
Le notizie sulle proprietà terriere del B. e sulle modalità in cui egli investì i
proventi derivanti dalla propria attività sono rade. Sappiamo unicamente che
possedeva una casa a Magenta68, dei terreni ad Azzate e a Corbetta69 e che l’11
Bossi Guido di Giovanni 49
55 Notarile 2376 - 2377.
56 Notarile 2376, 1498 feb. 28 e mar. 6.
57 Ibid., 1498 feb. 28.
58 Notarile 2378, 1500 gen. 2; del Greci rogò anche la revoca (Notarile 2379, 1501 ago. 22).
59 Ibid., 1501 ago. 27.
60 In alcuni atti del 19 aprile 1472 (Notarile 2363) viene detto chierico milanese.
61 Per Melchione cfr. Notarile 2370, 1489 dic. 31; per Guarnerio Notarile 2373, 1493
dic. 27, 1495 mar. 18, Notarile 2368, 1498 gen. 23.
62 Notarile 2370. Nella stessa occasione fu creato notaio un altro Bossi, Battista di Pietro.
63 Cfr. gli atti del 19 marzo e del 16 dicembre 1490 (ibidem).
64 La notizia è desunta da documenti posteriori alla nomina - avvenuta in data a noi
non nota - come la rimozione dall’incarico sancita dall’Este (cfr. nota successiva).
65 Notarile 2378, s.d.
66 Ibid., 1499 ott. 25.
67 Si veda la scheda a lui dedicata.
68 Notarile 2363, 1470 dic. 26.
69 Famiglie 27, fasc. Bossi.
agosto 1487 l’ordinario del Duomo Filippo Calvi lo investì di una parte dei
beni riguardanti la propria prebenda70. Guido possedeva inoltre una vigna ad
Azzate che cedette al rettore della chiesa del paese in cambio della celebrazione
in perpetuum di messe in suffragio dei defunti di famiglia71.



GUIDO BOSSI DI GIOVANNI
2363 1466 nov. 13 - 1475 dic. 2276
Atti per esteso, minute, atti preparatori, cc. sciolte 500 circa
«Quaterni instrumentorum»
«1471», cc. 50 di cui 10 bianche, leg. coeva 1470 dic. 26 - 1471 dic. 18
«1472», cc. 48 di cui 23 bianche, leg. coeva 1472 gen. 1 - dic. 22
«1474», cc. 50 di cui 19 bianche, leg. coeva 1473 dic. 27 - 1474 dic. 24
«1475», cc. 50 di cui 17 bianche, leg. coeva 1474 dic. 28 - 1475 dic. 22
«Quaterni litterarum»
«1472», cc. 50 di cui 17 bianche, leg. coeva 1472 gen. 9 - dic. 16
«Quaterni litterarum generalium»
«1475», cc. 50 di cui 3 bianche, leg. coeva 1475 gen. 4 - dic.
2364 1475 dic. 29 - 1478 nov. 9
Atti per esteso, minute, atti preparatori, cc. sciolte 650 circa
«Quaterni actuum»
«1476», cc. 47 di cui 13 bianche, leg. coeva 1476 gen. 3 - dic. 20
«Quaterni instrumentorum»
«1476», cc. 48 di cui 1 bianca, leg. coeva 1475 dic. 29 - 1476 dic. 19
«Quaterni litterarum generalium»
«1476», cc. 47, in cattivo stato di conservazione (mutilo), leg. coeva 1476 gen. 2 - ago.
«1477», cc. 50 di cui 7 bianche, leg. coeva 1477 feb. 4 - dic. 19
2365 1478 nov. 16 - 1481 dic. 24
Atti per esteso, minute, atti preparatori, cc. sciolte 550 circa
«Quaterni actuum»
«1479», cc. 50 di cui 38 bianche, leg. coeva 1479 gen. 4 - dic. 3
«Quaterni instrumentorum»
«1479», cc. 50 di cui 29 bianche, leg. coeva 1479 gen. 2 - dic. 20
«1480», cc. 50 di cui 22 bianche, leg. coeva 1479 dic. 31 - 1480 dic. 2177
«1481», cc. 50 di cui 24 bianche, leg. coeva 1480 dic. 26 - 1481 dic. 24
2366 1481 mag. 24 - 1483 dic. 18
Atti per esteso, minute, atti preparatori, cc. sciolte 750 circa
«Quaterni actuum»
385
76 Documentazione mancante per l’anno 1469, rada per gli anni 1466 - 1468; 1470.
77 Il quaderno contiene inoltre alcuni atti rogati tra il 7 e il 10 mag. di un anno non
specificato.
I notai della curia arcivescovile di Milano
1482, cc. 50 di cui 21 bianche, leg. coeva 1482 gen. 14 - dic. 11
«Quaterni instrumentorum»
1482, cc. 48 di cui 20 bianche, tracce di leg. coeva 1481 dic. 29 - 1483 dic. 24
«1483», cc. 48 di cui 15 bianche, leg. coeva 1483 gen. 3 - dic. 18
2367 1483 set. 10 - 1485 dic. 24
Atti per esteso, minute, atti preparatori, cc. sciolte 850 circa
«Quaterni actuum»
«1485», cc. 48 di cui 25 bianche, leg. coeva 1485 mar. 15 - dic. 20
«Quaterni instrumentorum»
«1484», cc. 48 di cui 23 bianche, leg. coeva 1484 gen. 2 - lug. 16
«Quaterni litterarum generalium»
«1485», cc. 34 di cui 15 bianche, leg. coeva 1485 feb. 18 - dic. 5
«Rubricae»,
«1485», cc. 6 di cui 3 bianche, 200*148 1485 gen. 3 - ago. 5
2368 1485 dic. 31 - 1498 ott. 678
Atti per esteso, minute, atti preparatori, cc. sciolte 650 circa
«Quaterni actuum»
«1486», cc. 48 di cui 26 bianche, leg. coeva 1486 gen. 2 - dic. 20
«Quaterni litterarum»
«1486», cc. 48 di cui 32 bianche, in cattivo stato di conservazione (lacero), leg. coeva
1486 gen. 7 - dic. 20
«Quaterni instrumentorum»
«1486», cc. 47, in cattivo stato di conservazione (mutilo, lacero), leg. coeva
1485 dic. 31 - 1486 ott. 16
1498, cc. 48 di cui 17 bianche, in cattivo stato di conservazione (mutilo, lacero), leg. coeva
[1498] gen. 16 - ott. 6
2369 1487 gen. [2] - 1489 gen. 21
Atti per esteso, minute, atti preparatori, cc. sciolte 700 circa
«Quaterni instrumentorum»
«1487», cc. 46, in cattivo stato di conservazione (lacero, macchie di umidità), leg. coeva, inserti cartacei
1487 gen. [2] - nov. 19
«1488», cc. 48 di cui 14 bianche, leg. coeva 1488 gen. 2 - dic. 13
2370 1489 feb. 4 - 1490 dic. 17
Atti per esteso, minute, atti preparatori, cc. sciolte 700 circa
Quaterni instrumentorum»
«1490», cc. 48 di cui 27 bianche, leg. coeva 1489 dic. 31 - 1490 dic. 16
«Quaterni litterarum»
«1490», cc. 43 di cui 27 bianche, in cattivo stato di conservazione (mutilo), leg. coeva
1490 gen. 11 - dic. 16
386
78 La maggior parte della documentazione si riferisce al periodo 1485 dic. 31 - 1486
dic. 22, a questa si aggiunge il quaderno dell’anno 1498 descritto nel testo.
Archivio notarile
2371 1490 ott. 14 - 1491 dic. 23
Atti per esteso, minute, atti preparatori, cc. sciolte 750 circa
«Quaterni actuum»
«1491», cc. 48 di cui 32 bianche, leg. coeva 1491 gen. 26 - dic. 19
«Quaterni instrumentorum»
«1491», cc. 48 di cui 40 bianche, leg. coeva 1490 dic. 26 - 1491 nov. 28
«Quaterni litterarum»
1491, cc. 48 di cui 32 bianche, leg. coeva 1491 gen. 14 - dic. 16
2372 1491 nov. 22 - 1493 dic. 11
Atti per esteso, minute, atti preparatori, cc. sciolte 550 circa
«Quaterni actuum»
«1493», cc. 48 di cui 39 bianche, leg. coeva 1493 gen. 9 - dic. 11
«Quaterni instrumentorum»
«1492», cc. 48 di cui 25 bianche, leg. coeva 1491 dic. 27 - 1492 ott. 25
«1493», cc. 48 di cui 45 bianche, leg. coeva 1492 dic. 28 - 1493 set. 14
«Quaterni litterarum»
«1492», cc. 48 di cui 38 bianche, leg. coeva 1492 gen. 5 - dic. 20
1493, cc. 48 di cui 38 bianche, leg. coeva 1493 gen. 8 - dic. 4
2373 1493 gen. 26 - 1495 dic. 23
Atti per esteso, minute, atti preparatori, cc. sciolte 700 circa di cui 100 circa in
cattivo stato di conservazione (macchie di umidità)
«Quaterni actuum»
«1494», cc. 48 di cui 37 bianche, leg. coeva 1494 gen. 8 - dic. 17
«Quaterni instrumentorum»
«1494», cc. 36 di cui 17 bianche, leg. coeva 1493 dic. 27 - 1494 lug. 1
«1495», cc. 36 di cui 9 bianche, leg. coeva 1494 dic. 30 - 1495 dic. 23
«Rubricae»
«1495», cc. 10 di cui 4 bianche, in cattivo stato di conservazione (lacero), leg. coeva
1495 (gen.) - set. 11
2374 1495 giu. 17 - 1496 dic. 21
Atti per esteso, minute, atti preparatori, cc. sciolte 750 circa
«Quaterni actuum»
1496, cc. 20 di cui 11 bianche, tracce di leg. coeva, inserti cartacei 1496 gen. 8 - dic. 19
«Quaterni instrumentorum»
«1496», cc. 20 di cui 16 bianche, tracce di leg. coeva, inserti cartacei 1495 dic. 28 - 1496 mar. 18
«Quaterni litterarum»
1496, cc. 28 di cui 14 bianche, in cattivo stato di conservazione (mutilo), tracce di leg. coeva
1495 dic. 30 - 1496 dic. 21
2375 1496 ott. 19 - 1498 gen. 29
Atti per esteso, minute, atti preparatori, cc. sciolte 700 circa
387
I notai della curia arcivescovile di Milano
2376 1498 gen. 30 - dic. 16
Atti per esteso, minute, atti preparatori, cc. sciolte 800 circa
2377 1498 dic. 17 - 1499 dic. 24
Atti per esteso, minute, atti preparatori, cc. sciolte 800 circa
«Quaterni actuum»
s.a., cc. 34 di cui 20 bianche, in cattivo stato di conservazione (mutilo), leg. coeva, inserti cartacei
s.a. apr. 23 - dic. 17
Atti di notaio non identificato79
«Quaterni instrumentorum»
«1499», cc. 50 di cui 22 bianche, leg. coeva 1499 gen. 2 - dic. 24
2378 1499 ott. 14 - 1501 dic. 14
Atti per esteso, minute, atti preparatori, cc. sciolte 850 circa
Atti di notaio non identificato80
«Quaterni instrumentorum»
«1501», cc. 50 di cui 20 bianche, leg. coeva 1501 gen. 2 - dic. 14
2379 1501 mar. 20 - 1503 feb. 22
Atti per esteso, minute, atti preparatori, cc. sciolte 850 circa
2380 1477 gen. - 1503 giu. 3081
Atti per esteso, minute, atti preparatori, cc. sciolte 300 circa di cui 150 circa in
pessimo stato di conservazione (macchie di umidità)
«Quaterni instrumentorum»
«1477», cc. 54, in cattivo stato di conservazione (macchie di umidità), leg. coeva
1477 gen. - nov. 29




[1] Mai saputo di questa origine di Magenta.

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