mercoledì 5 agosto 2015

VISCONTI D'ARAGONA


Gaspare Visconti
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   |--- Azzo Visconti
         Signore di Varese.
         Sp. Elisa.
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             |--- Pietro Visconti
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             |--- Isabella Visconti di Varese
                   Sp. Lancillotto Visconti, conte di Cicognola.
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                       |--- Francesca Visconti
                       |     Sp. Filippo Borromeo[1], 2° conte di Arona.
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                       |          |--- Vitaliano Borromeo
                       |                 3° conte di Arona.
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                       |--- Giovanni Maria Visconti, conte di Sesto Calende.
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                       |--- Francesco Visconti
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                       |--- Pietro Maria Visconti
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                       |--- Cecilia Visconti
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                       |--- Alberto Visconti d’Aragona
                             + 1493.
                             Re Ferdinando I di Napoli (Casa d’Aragona) gli concesse il
                             privilegio di aggiungere al suo cognome il predicato
                             d’Aragona.
                             Giurò fedeltà al Duca di Milano nel 1470.
                             Fu consigliere ducale nel 1480 e condottiero al servizio del Re
                            di Napoli e del Duca di Milano.


Bartolomeo dei Visconti di Massino (1365-1379 ca)
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   |--- Alberto Visconti d’Aragona
         Signore di Ornavasso e parte di Invorio Inferiore con Paruzzaro e
         Montregiasco.
         Nel 1404 fu investito di Sesto Calende, Lisanza e Angera.
         Sp. Giovanna Orsini figlia di Francesco I duca di Gravina e di Margherita
        della Marra signora di Canosa.
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             |--- Lancellotto Visconti d’Aragona
                   Da lui discendono i conti di Sesto Calende e i Visconti d’Aragona
                   marchesi di Invorio.
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                       |--- Cecilia Visconti d’Aragona
                             Sp. Luigi Bossi figlio di Antonio.
                             (+ 1453).
                             
Se Luigi Bossi figlio di Antonio, che sposa nel 1456 Cecilia Visconti d’Aragona figlia di Lancillotto, è il personaggio che ritengo di avere individuato, allora possiamo dire che egli appartiene al ramo di Rabalio Bossi e sarebbe così giustificata la presenza dello stemma Visconti nella sala dei graffiti della cosiddetta Casa Magni di Azzate.
Il Moriggia riferisce che nel 1447, trovandosi in gran travaglio la Repubblica Milanese, il nobile e dotto Aluigi Bossi fu mandato a Francesco Sforza potentissimo con uno stendardo e un cero benedetto. Aluigi fu di grande autorità e capitano onorato, con Teodoro suo fratello, e furono più volte eletti ambasciatori e adoperati per la salute della città e del bene pubblico.
Nella Basilica di Santa Maria Incoronata di Milano vi è una grande lapide in memoria di Luigi Bossi, commissario di Francesco Sforza e vincitore dei veneti a Mozzanica e a Caravaggio (1448), morto sotto Ghedi nel 1453, con un bel ritratto attribuito al Bambaia.
La lapide riporta questo epitaffio: “A Luigino Bossi, patrizio milanese in pace e in guerra per sua privata fortuna, che da uomo privato percorse tutti i gradi degli onori, con così grande fortuna da impadronirsi delle insegne dei Veneti e degli alleati Fiorentini nella disfatta di Caravaggio e da portarle in patria come trionfatore e lo stesso divino Francesco Sforza non nascose mai di essere vincitore per la grande opera di lui. Matteo Bossi genero e la figlia Polissena posero. Cadde a Ghedi nella spedizione bresciana il 1453”.
Il 1° maggio 1452 acquistò il feudo di Meleto assieme al fratello Teodoro.
Il Sitoni di Scozia lo dice cavaliere nel 1449, feudatario di Meleto e marito di cecilia Visconti figlia di Lancillotto dei condomini di Castelletto.
In Archivio di Stato di Milano è conservata una sua lettera inviata al podestà di Meleto per denunciare un attentato incendiario ordito ai suoi danni: “ Aloigi Bossi dice a questi dì furono posti due scarrozzi di polveri inviluppati con una corda accesa sopra una cassina carica di fieno per abbruciarla, il che non seguì essendosi spenta la corda da sé stessa. Acciocché si venghi in chiarezza dei delinquenti supplica che si supplichi una grida promettendo la grazia a un bandito di omicidio in rissa, e l’impunità essendo complice di esso delitto, pur che non sia il principale, oltre il guadagno di 25 ducati che esso detonerà: con che però sia dello Stato”.




Azzate. Graffiti in Casa Magni.


Azzate. Graffiti in Casa Magni. Particolare dello stemma Visconti.


[1] Figlio di Vitaliano I Borromeo e di sua moglie, Ambrosina Fagnani, assieme al genitore espanse notevolmente la già cospicua fortuna bancaria del padre conducendo commerci in tutta Europa. La sua fama e la sua ricchezza gli consentirono di sposarsi con una rampolla dell'alta nobiltà di Milano, Francesca Visconti, figlia del conte Lancillotto Visconti di Cicognola, dalla quale ebbe tre figli e due figlie.
Come unico erede del padre ne ereditò tutte le sostanze e supportò il padre a suo tempo nel suo coinvolgimento politico a favore della Repubblica Ambrosiana. Si uniformò subito nel 1449 quando Francesco Sforza prese il controllo di Milano e dissolse la repubblica, al punto che il nuovo signore di Milano riconobbe il suo valore e gli garantì i possedimenti che erano stati della sua famiglia, nominandolo anche "cavaliere aurato".
Francesco Sforza favorì notevolmente Filippo nominandolo suo consigliere di fiducia e questo gli consentì di aprire filiali della sua banca a Barcellona ed a Londra. Nel 1461 venne nominato conte di Peschiera. Morì nel 1464, appena due anni prima del patrono Francesco Sforza. Suo figlio primogenito, Vitaliano II Borromeo, gli succedette come conte di Arona.

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