Gaspare Visconti
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|--- Azzo Visconti
Signore di
Varese.
Sp. Elisa.
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Pietro Visconti
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|--- Isabella Visconti di Varese
Sp. Lancillotto Visconti, conte di
Cicognola.
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|--- Francesca Visconti
| Sp. Filippo Borromeo[1], 2°
conte di Arona.
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| |--- Vitaliano Borromeo
| 3° conte di
Arona.
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|--- Giovanni Maria Visconti, conte
di Sesto Calende.
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|--- Francesco Visconti
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|--- Pietro Maria Visconti
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|--- Cecilia Visconti
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|--- Alberto Visconti d’Aragona
+ 1493.
Re Ferdinando I di Napoli
(Casa d’Aragona) gli concesse il
privilegio di aggiungere al suo cognome il predicato
d’Aragona.
Giurò fedeltà al Duca di Milano
nel 1470.
Fu consigliere ducale nel 1480 e
condottiero al servizio del Re
di Napoli e del Duca di Milano.
Bartolomeo dei Visconti di Massino (1365-1379 ca)
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|--- Alberto
Visconti d’Aragona
Signore di
Ornavasso e parte di Invorio Inferiore con Paruzzaro e
Montregiasco.
Nel 1404 fu
investito di Sesto Calende, Lisanza e Angera.
Sp. Giovanna
Orsini figlia di Francesco I duca di Gravina e di Margherita
della Marra signora
di Canosa.
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Lancellotto Visconti d’Aragona
Da
lui discendono i conti di Sesto Calende e i Visconti d’Aragona
marchesi
di Invorio.
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|--- Cecilia Visconti d’Aragona
Sp. Luigi Bossi figlio di Antonio.
(+ 1453).
Se Luigi Bossi figlio di Antonio, che sposa nel 1456 Cecilia
Visconti d’Aragona figlia di Lancillotto, è il personaggio che ritengo di avere
individuato, allora possiamo dire che egli appartiene al ramo di Rabalio Bossi
e sarebbe così giustificata la presenza dello stemma Visconti nella sala dei
graffiti della cosiddetta Casa Magni di Azzate.
Il Moriggia riferisce che nel 1447, trovandosi in gran
travaglio la Repubblica Milanese, il nobile e dotto Aluigi Bossi fu mandato a
Francesco Sforza potentissimo con uno stendardo e un cero benedetto. Aluigi fu
di grande autorità e capitano onorato, con Teodoro suo fratello, e furono più
volte eletti ambasciatori e adoperati per la salute della città e del bene
pubblico.
Nella Basilica di Santa Maria Incoronata di Milano vi è una
grande lapide in memoria di Luigi Bossi, commissario di Francesco Sforza e
vincitore dei veneti a Mozzanica e a Caravaggio (1448), morto sotto Ghedi nel
1453, con un bel ritratto attribuito al Bambaia.
La lapide riporta questo epitaffio: “A Luigino Bossi, patrizio
milanese in pace e in guerra per sua privata fortuna, che da uomo privato
percorse tutti i gradi degli onori, con così grande fortuna da impadronirsi
delle insegne dei Veneti e degli alleati Fiorentini nella disfatta di
Caravaggio e da portarle in patria come trionfatore e lo stesso divino
Francesco Sforza non nascose mai di essere vincitore per la grande opera di
lui. Matteo Bossi genero e la figlia Polissena posero. Cadde a Ghedi nella
spedizione bresciana il 1453”.
Il 1° maggio 1452 acquistò il feudo di Meleto assieme al
fratello Teodoro.
Il Sitoni di Scozia lo dice cavaliere nel 1449, feudatario
di Meleto e marito di cecilia Visconti figlia di Lancillotto dei condomini di
Castelletto.
In Archivio di Stato di Milano è conservata una sua lettera
inviata al podestà di Meleto per denunciare un attentato incendiario ordito ai
suoi danni: “ Aloigi Bossi dice a questi dì furono posti due scarrozzi di
polveri inviluppati con una corda accesa sopra una cassina carica di fieno per
abbruciarla, il che non seguì essendosi spenta la corda da sé stessa. Acciocché
si venghi in chiarezza dei delinquenti supplica che si supplichi una grida
promettendo la grazia a un bandito di omicidio in rissa, e l’impunità essendo
complice di esso delitto, pur che non sia il principale, oltre il guadagno di
25 ducati che esso detonerà: con che però sia dello Stato”.
Azzate. Graffiti in Casa Magni. |
Azzate. Graffiti in Casa Magni. Particolare dello stemma Visconti. |
[1] Figlio di Vitaliano I Borromeo e di sua moglie, Ambrosina Fagnani,
assieme al genitore espanse notevolmente la già cospicua fortuna bancaria del padre
conducendo commerci in tutta Europa. La sua fama e la sua ricchezza gli
consentirono di sposarsi con una rampolla dell'alta nobiltà di Milano,
Francesca Visconti, figlia del conte Lancillotto Visconti di Cicognola, dalla
quale ebbe tre figli e due figlie.
Come unico
erede del padre ne ereditò tutte le sostanze e supportò il padre a suo tempo
nel suo coinvolgimento politico a favore della Repubblica Ambrosiana.
Si uniformò subito nel 1449 quando Francesco Sforza prese il controllo di Milano e
dissolse la repubblica, al punto che il nuovo signore di Milano riconobbe il
suo valore e gli garantì i possedimenti che erano stati della sua famiglia,
nominandolo anche "cavaliere aurato".
Francesco
Sforza favorì notevolmente Filippo nominandolo suo consigliere di fiducia e
questo gli consentì di aprire filiali della sua banca a Barcellona ed
a Londra. Nel 1461 venne nominato conte di Peschiera. Morì
nel 1464,
appena due anni prima del patrono Francesco Sforza. Suo figlio primogenito,
Vitaliano II Borromeo, gli succedette come conte di Arona.
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