martedì 16 giugno 2015

Famiglia n. 8


Ci soffermiamo sulla famiglia n. 8 di don Vespasiano Bossi poiché è caratteristica di quella successione di nomi che si trasmettono di nonno in nipote e per il fattaccio occorso a suo figlio don Annibale che, nonostante l’apparente bel matrimonio nel 1637 con donna Bianca Visconti figlia di Gio. Battista dei Signori di Cassano Magnago, lo portò a cercare, a quanto sembra, maggiori soddisfazioni fuori del matrimonio.
Lo spunto ce lo offre un altro matrimonio amministrato dal curato di Azzate Carlo Fumagalli il 25 febbraio 1659 tra Francesca figlia di Giavanna Marchella, svizzera, e di padre incognito ma nata e sempre vissuta in Azzate  nella casa di don Annibale Bossi. Lo sposo è Giuseppe Ghiringhelli figlio di Francesco di Brunello ed assistono al matrimonio in qualità di testimoni un numero veramente consistente di nobili personaggi che non sembrerebbero consueti per contraenti di così poco conto quali don Benedetto Bossi figlio di don Gerolamo, don Gerolamo Bossi figlio di don Alberto e don Antonio Bossi figlio di don Vincenzo.
Vuoi vedere che la persona che sta per salire all’altare non è la povera figlia di una svizzera e padre incognito, così come viene annotato dal curato di Azzate sul registro dei matrimoni, ma è invece la figlia di don Annibale Bossi!
Questa considerazione viene avvalorata dal fatto che il nostro don Annibale potrebbe essere recidivo in quanto da Fiorenza Ferrario nascerà il 4 luglio 1669 (Antonio) Francesco che da tutti sarà riconosciuto suo figlio spurio (=adulterino).

Francesco Bossi
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   |--- Vespasiano Bossi
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             |--- Francesco Bossi
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                      |--- Annibale Bossi
                            Sp. 19.1.1637 donna Bianca Visconti f. Gio. Battista dei Signori
                            di Cassano Magnago.
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                                |--- (Antonio) Francesco Bossi
                                      Figlio spurio (adulterino) nato da Fiorenza Ferrario.
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                                          |--- Vespasiano Bossi
                                                 n. Azzate 22.6.1712
                                                 Nel 1763 fa parte della Confraternita del Santissimo
                                                 Sacramento di Azzate.







Don Vespasiano Bossi discende in linea diretta dal grande Rabalio, capostipite della famiglia che poi diventerà dei conti Bossi del castello di Azzate.
L’importanza del personaggio è rilevabile dal fatto che nella sua piccola famiglia composta da lui medesimo, dalla moglie Laura e dal figlio Francesco, convivono due domestici: Caterina di anni 30 e Domenico di anni 20 e quindi doveva godere di un elevato tenore di vita.
Anche sotto il profilo religioso è uno dei pochi personaggi che ha ricevuto il sacramento della cresima, peraltro prerogativa esclusiva di alcuni nobili Bossi.
Tutte queste caratteristiche ci avrebbero indotto a pensare che la sua famiglia, o quella di suo cugino Gio. Stefano, fosse la più importante di Azzate e quindi posta in testa all’elenco stilato dal curato Luigi Daverio che, invece, la pone all’ottavo e nono posto, traendone così la constatazione che il suo metodo di catalogazione sia stato un altro.

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| c. Domino Vespasiano Bosso capo di casa d’anni 30 chr.|
| c. Domina Laura sua consorte d’anni 22 non chr.             |
| + Francesco suo figlio d’anni 2 non chr.                           |
| c. Catherina sua serva d’anni 30 non chr.                         |
| c. Domenico suo servo d’anni 20 non chr                         |
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D. Vespasiano Bossi f. D. Francesco f. D. Stefano f. D. Biagio f. D. Simone f. D.
Andrea f. D. Ruggero f. D. Tomaso d. D. Rabalio.
Capo della famiglia n. 8.
n. 1543. Vivente ed abitante in Azzate nel 1573, comunicato e cresimato.
Nel 1573 vivono nella sua casa, sita nel Castello di Azzate: Caterina sua serva di anni 30 e Domenico, suo servo di anni 20.
Il 17 febbraio 1574 compare come testimone di matrimonio.
Il 21 maggio 1583 appare come testimone al matrimonio di suo nipote Gio. Battista.
E’ detto figlio del nob. Francesco “incola loci Castri Acciati”. Una nota di autore ignoto dice: “Infatti al Castello vi è la casa che dicevasi di Vespasiano, ora appoggiata al palazzo con giardino, sulla strada dove ci dovrebbe essere la nuova cappella di S. Lorenzo. Questa comune dimora al castello di tutti questi Bossi serve a dimostrare la provenienza dello stipite anche dei conti Bossi”.
Il 13 settembre 1608 acquista, quale Priore della Scuola del santissimo Sacramento di Azzate, dei terreni da Agostino Bossi.
Il 30 maggio 1611 appare come testimone nella sua casa al Castello all’istrumento dotale di Isabella Bossi.
Sp. d. Laura, vivente ed abitante in Azzate nel 1573, comunicata e non cresimata.
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     |--- Francesco Bossi
     |     n. Azzate 29.10.1570[1], vivente ed abitante in Azzate nel 1573, non cresimato.
     |    Abitante nel Castello di Azzate.
     |    Sp. 20.6.1601 Gerolama Bossi f. Giuseppe[2].
     |    - 30.5.1611: testimone all'istrumento dotale di Isabella Bossi.   
     |    - 2.8.1614: acquista da Gio. Battista Bossi. E' detto abitante nel Castello di Azzate e tesoriere della
     |      Confraternita del SS. Sacramento.
     |    - 28.8.1615: rilascia a nome di Luigia e Barbara Pusterla, tutrici dei minori Bernardo e Gio. Battista, il      |      confesso di ricevuta di un capitale.
     |    - 15.10.1631: compare come promotore di un acquisto di Bernardo.
     |   - 9.3.1632: compare come secondo notaio.
     |   - 25.4.1633: prende a livello alcune terre da Bernardo.
     |   - 24.4.1636: dà il suo consenso, quale agnato, per una vendita fatta a Bernardo da Pola Bossi moglie        |     del fu Francesco.
     |   - 14.12.1636: vende una casa al Castello alla Scuola del Santissimo Sacramento di Azzate.
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     |       |--- D. Annibale Bossi[3]
     |       |     n. Azzate 25.7.1608
     |       |    + 9.6.1673 (come da fede di morte).
     |       |    Sp. 19.1.1637 nella Chiesa di S. Maria del Cerro di Cassano Magnago Bianca Visconti f. Gio.
     |       |    Battista, dei Signori di Cassano Magnago e di altri luoghi.
     |       |    Bianca Visconti compare come madrina ai battesimi del 1640, 1644,1661 e 1663 amministrati
     |       |    nella Chiesa Parrocchiale di Santa Maria di Azzate.
     |       |    Il 22.9.1657 giura fedeltà al feudatario Alfieri[4].
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     |       |       |--- D. Gerolamo Bossi
     |       |       |     Notaio. Le sue abbreviature rogate dal 1673 al 1705 sono presso A.S.Mi.
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     |       |       |--- D. (Antonio) Francesco Bossi   A
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     |       |--- Francesca Bossi                                             
     |       |     Sp. 19.2.1635 Alessandro Masnaghi f. Gaspare di Varese[5].
     |       |                                                              
     |       |--- Caterina Bossi                                      
     |       |     Sp. 11.7.1628 Francesco Bossi f. Baldassarre.                                     
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     |       |--- Laura Bossi                                       
     |       |     Sp. Giulio Cesare Bossi.       
     |       |                                                              
     |       |--- Ippolita Bossi                                               
     |             Sp. 17.2.1631 Ercole Piatti di Sesto[6].                                           
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     |--- prete D. Annibale Bossi
           n. Azzate 30.3.1572[7].
           Nello stato delle anime del 1573 Annibale non vi figura: infatti di lui non si hanno più notizie.
          Curato di Azzate.
          6.1.1638: Compromesso di Angela Bossi, di cui non è indicata la paternità, quale sua erede[8].
          Quasi sicuramente si tratta di Angela figlia di Biagio, sua collaterale.


A
D. (Antonio) Francesco Bossi f. D. Annibale.
n. Azzate 4.7.1669, figlio spurio nato da Fiorenza Ferrario[9].
Sp. 1693 D. Bianca Bossi f. D. Stefano e Livia + Azzate 16.2.1736
Albero Cottalorda: Bianca sposa Francesco Bossi de Castro Azziati 1701.
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   |--- D. Antonia Bossi
   |     Sp. a) 23.5.1724 Lodovico Fontana f. Gio. Battista di Somma[10]; b) 27.9.1731
   |     Gio.Battista Daverio f. Gerolamo di Galliate[11].
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   |--- D. Ottavia Bossi
   |     Sp. 1731 Giulio Sessa f. Gio. Battista di Daverio.
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   |--- D. Giovanna Bossi                                             
   |     Sp. 24.7.1633 Carlo Bianchi di Barasso[12].
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   |--- D. Bianca Lucia Antonia Bossi
   |     n. Azzate 12.2.1694
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   |--- D. Battistina Caterina Bossi
   |     n. Azzate 3.9.1696
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   |--- D. Regina Feliciana Bossi +
   |     n. Azzate 30.7.1696 + Azzate 29.9.1699
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   |--- D. Regina Feliciana Bossi
   |     n. Azzate 28.6.1700
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   |--- D. Annibale Carlo Gaetano Bossi
   |     n. Azzate 25.2.1702
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   |--- D. (Livia) Vittoria (Maddalena Antonia) Bossi
   |     n. Azzate 7.3.1704
   |     Sp. 8.2.1731 Giulio Sessa f. Gio. Battista di Daverio[13].
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   |--- D. Angela (Antonia Giuseppa Rosalia) Bossi
   |     n. Azzate 25.11.1705
   |     Sp. 24.2.1731 Gio. Battista Marliani f. Nicola di Buguggiate[14].
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   |--- D. Gerolama (Margherita Rinalda Antonia) Bossi
   |     n. Azzate 3.2.1707
   |     Sp. Azzate 5.11.1732 Carlo Antonio Del Conte f. Giuseppe di Vedano[15].
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   |--- D. Luigia Elisabetta Maria Bossi
   |     n. Azzate 22.6.1708
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   |--- D. Giuseppa (Maria Feliciana) Bossi
   |     n. Azzate 14.8.1710
   |     Sp. 20.11.1736 Paolo Antonio Rosnati f. Bartolomeo di Gallarate[16].
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   |--- D. (Carlo Stefano) Vespasiano Bossi
   |     n. Azzate 22.6.1712
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   |--- D. Lucia Benigna Bossi
         n. Azzate 15.5.1714


N. 9 R

Io Bianca Bossa d'anni 42 della terra di Azzate pieve di Varese come tutrice amministratrice e curatrice di Annibale e Vespasiano e altri figli del q. Sig. Francesco Bossi notifico possedere gli infrascritti beni nella terra di Azzate in pezzi n. 9 confinanti con strada, il Sig. Cesare Picinelli, il Sig. Vincenzo Bosso, l'ill.ma Sig.ra Paola Bossa, il Sig. Francesco Oggiona, la Causa Pia Frascona, il Sig. Francesco Pacinello, la Cappella di S. Gerolamo, la Parrocchiale di Azzate, il Rev. Sig. Giacomo Bosso, la Sig.ra Veronica Bossa, il rev. Sig. Gio. Battista Daverio:

- Prati asciutti con alberi                                  p.  5.-
- Vigne o ronchi                                              p. 18. 2.3
- Vitate e aratorie con moroni e altri alberi       p. 29.10.-
- Pascoli semplici                                            p. 34.-
- Brughiere in costa                                         p. 10.20.2
- Ortaglie o giardini e siti di Casa                     p.  4. 1.-
- Zerbi                                                            p.  2.10
                                                                       ----------
                                                                    p.103.19.5

per i quali ho pagato di carico nell'anno 1717 lire 54 e nell'anno 1718 64.
Sopra detti beni pago un livello al Sig. Curato d'Azzate lire 5.15 e alla Cappella di S. Giovanni Evangelista.

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| Bossi Vespasiano q. Francesco
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|    3     |
|  14-2  |
|  23-2  |
|  36     |
| 322    |
| 333    | Prato vitato con 6 moroni
| 334-1 | Prato
| 334-2 | Arativo con 2 moroni
| 347    | Arativo con 1 morone
| 352    | Arativo vitato con 1 morone
| 656    |
| 880    | Casa da massaro
| 881    | Casa da massaro
| 883    | Casa di propria abitazione con il n. 355
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Per un totale di pertiche 118.17



"Giovanni Battista Visconti, dei signori della terra di Cassano Magnago ed i altri luoghi, da un lato, e Giovan Francesco e Annibale Bossi, dall'altro, stabilivano, nel febbraio 1636, che Annibale, figlio di Giovan Francesco, avrebbe sposato la figlia del Visconti, Bianca. A titolo di dote Giovanni Battista so obbligava a versare ai signori Bossi lire diecimila imperiali, comprese in queste le lire settemila che tale Giovan Battista Rainaldo si era impegnato a pagare alla fanciulla al momento delle nozze". (A.S.Mi., Notarile, b. 27902).

(Estratto da: LA VITA QUOTIDIANA A MILANO IN ETA' SPAGNOLA di Romano Canosa, Longanesi, Milano, 1996, pag. 102).


IL MATRIMONIO E LA DOTE

"Il presidente e i giudici del Senato milanese, la più alta autorità giudiziaria dello stato, nel luglio 1679 in una lettera al governatore denunciavano un fatto a loro parere molto grave che stava investendo la società lombarda del tempo: a causa delle doti troppo alte richieste dai pretendenti, stava diventando impossibile dare marito alle giovani nobili le quali, in conseguenza, rimaste nubili, erano destinate a finire in convento.
Secondo il Senato, questa era una delle conseguenze più gravi delle spese eccessive che si facevano in occasione dei matrimoni.
Scomparsa dall'ordinamento giuridico italiano nel 1975, la dote, in passato, era stata il cardine dei rapporti patrimoniali tra i coniugi.
Alla sua origine stava la constatazione che la donna, attraverso il matrimonio, abbandonava la famiglia d'origine e si trasferiva altrove.
In una società nella quale i beni di fortuna e i loro redditi erano alla base della vita quotidiana, sembrava inevitabile, anche al fine di invogliare gli eventuali pretendenti, destinare alla vita della donna, e quindi anche della nuova famiglia che essa si accingeva a costituire, un patrimonio apposito, distinti da quello originario della famiglia. Un discorso analogo valeva di regola anche per l'altra ipotesi di uscita della donna dalla famiglia d'origine: quella dell'entrata in convento. Anche questa infatti era accompagnata da una "dote" versata al monastero nella quale la donna era destinata a passare il resto dei suoi giorni.
In generale, dato il rilievo attribuito nelle società di ancien régime al casato e l'importanza riconosciuta ai beni immobili, tramandati di generazione in generazione, come espressione della continuità e del "valore" del casato stesso, la tendenza fu di escludere questi beni dalla dote, limitandosi a versare soltanto danaro e beni d'uso immediato (utensili domestici, biancheria ecc.).
Anche se prevalentemente in danaro, la dote rappresentava pur sempre un esborso da parte della famiglia d'origine della sposa, esborso tanto più alto quanto maggiori erano le pretese dello sposo o quanto più grande era il desiderio della prima di liberarsi in qualche modo delle figlie. Pertanto a volte accadeva anche che delle famiglie arrivassero a rovinarsi per assicurare una dote in denaro alle figlie, senza riuscire in seguito a risollevarsi o perché il danaro versato come dote, e conseguentemente sottratto al giro commerciale, era stato eccessivo, o perché i debiti fatti per trovare il danaro da dare in dote, senza toccare i beni immobili di famiglia, si erano rivelati insostenibili.
L'esiguità della maggior parte delle doti, quali risultano dagli atti notarili del tempo, porta a ritenere che se non tutte, almeno la maggior parte delle famiglie, giunto il momento del matrimonio delle figlie, si recasse dal notaio, quasi che fossero moralmente "inaccettabili" delle nozze che non fossero precedute dalla dote, per quanto simbolica potesse essere.
Gli atti notarili in questione presentano tutti la stessa forma. Vi compare il nome del padre, del tutore della donna o di altri che costituisca materialmente la dote (eccezion fatta per il caso in cui è la stessa donna, magari vedova, a portare da sé la dote) e la somma di danaro data a tale titolo: Nell'atto è inserito un foglio a parte con l'inventario del corredo e degli altri beni mobili che la donna portava con sé (quando tali beni esistevano), con l'indicazione dell'eventuale aumento dotale fatto dal marito alla moglie, retaggio delle antiche donazioni postmatrimoniali.
Nel caso che la famiglia non fosse in grado di dotare neppure in misura molto ridotta la figlia, intervenivano di solito enti di vario tipo (ospedali, collegi, confraternite ecc:9 i quali provvedevano a dotare la fanciulla che andava sposa utilizzando il proprio patrimonio o legati costituiti espressamente per questo scopo.

(Estratto da: LA VITA QUOTIDIANA A MILANO IN ETA' SPAGNOLA di Romano Canosa, Longanesi, Milano, 1996, pag. 96).





[1] "Die 29 octobris Ego presbiter Aluisius Daverius curatus Atiati baptizavi Franciscum quattuor ante diebus natum ex D. Vespasiano et Laura de Bossiis et jugalibus quem fuit levatum per D. Franciscum Bossium eorum patruum habit. in Castro Atiati." (A.P.A.).
[2] "Adì 20 giugno 1601 il sig. Francesco Bossi f. Vespasiano ha contratto il matrimonio con la sig.ra Hieronima fq. sig. Gioseppo Bossi alla presenza di me Giacomo Antonio Rosnati rettore di Azzate e furono presenti per testimoni il rev. prete Battista Bossi e il sig. Gio. Pietro Bossi". (A.P.A.).
[3] “25 febbraio 1659. Gioseffo Ghiringhello figlio di Francesco della cura di Brunello ha contratto il matrimonio per verba de presenti con Francesca figlia di Giovanna Marchella svizzera et di padre incognito ma nata e sempre abitata in Azzate in casa del signor Annibale Bosso, alla presenza et interrogazione di me prete Carlo Fumagallo curato d’Azzate, essendo pur anco presenti per testimoni il signor Benedetto Bosso figlio del signor Jeronimo, il signor Jeronimo Bosso figlio del signor Alberto et il signor Antonio Bosso figlio del signor Vincenzo. Le pubblicazioni tanto in Azzate quanto in Brunello si sono fatte adì 7. 9 e 16 suddetto tutti tre giorni di festa continui né è stato opposto alcun impedimento”. (A.P.A.).
[4] Vedi n. 103 della lista.
[5] "Adì 19 febraro 1635 il sig. Alessandro Masnago fq. Gaspare di Varese ha contratto il matrimonio per verba de presente  con la sig.ra Francesca Bossa f. Francesco del Castello di Azzate alla presenza ed interrogazione di me prete Agostino Pietro Crespi rettore di Azzate, alla presenza dei testimoni Giulio Cesare Bossi di Azzate e Hercole
Gatto abitante in Sesto". (A.P.A.).
[6] "Adì 17 febraro 1631 il sig. Hercole Patto della cura di Sesto ha contratto il matrimonio per verba de presenti con la sig.ra Hippolita Bossa f. Francesco alla presenza e interrogazione di me prete Gio. Battista Castelli curato di Brunello delegato specialmente da Pietro Agostino Crespi curato di Azzate in sua assenza e alla presenza dei testimoni Nicolò Bernardi, Giulio Cesare Bossi. Sono stati dispensati come consta da lettere apostoliche unite e  approvate dall'arcivescovo di Milano sopra il 2° e 3° grado di affinità". (A.P.A.).
[7] "Die 30 Marty Ego presbiter Aluisius Daverius curatus Atiati baptizavi Annibalem duo bus ante diebus natum ex D. Vespasiano ac Laura de Bossiis jugalibus habit. in Castro Atiati et levatum fuit per D. Franciscum Bossium habit. in Castro Atiati." (A.P.A.).
[8] Vedi documento n. 105.
[9] "Adì 4 luglio 1669. Antonio Francesco figlio del Sig. Anibal Bosso e di Fiorenza Ferraria, nato il giorno precedente, è stato battezzato da me prete Giovanni Orlando curato coadiutore di Azzate. Padrino è stato Giovanni Rolandi". (A.P.A.).
[10] "Adì 23 maggio 1724 il sig. Lodovico Fontana f. Giovanni nativo della prepositurale di Somma ha contratto il matrimonio per parola di presente con la sig.ra Antonia Bossa fq. Francesco del Castello di Azzate alla presenza ed interrogazione di me prete Luigi Buzzi curato di Azzate, essendo presenti per testimoni il rev. Vincenzo Bossi, Ambrogio Bossi e il dott. Giovanni Bosso". (A.P.A.).
[11] "Adì 27 settembre 1731 il sig. Gio. Battista Daverio fq. Gerolamo del luogo di Galliate ha contratto il matrimonio con la sig.ra Antonia Bossa fq. Francesco di Azzate vedova di Lodovico Fontana di Soma alla presenza ed interrogazione di me prete Gio. Pietro Giamboni curato di Azzate, essendo presenti per testimoni il chierico Vespasiano Bosso, Antonio Visconti. Le pubblicazioni sono state dispensate da mons. Vicario generale". (A.P.A.).
[12] "Adì 24 luglio 1633 il sig. Carlo Bianco fq. Federico del luogo di Barasso ha contratto il matrimonio per verba de  presenti con la sig.ra Giovanna f. Francesco Bosso q. Vespasiano alla presenza ed interrogazione di me prete Pietro  Agostino Crespi curato di Azzate. I testimoni furono Giulio Cesare Bossi e Gio. Angelo Bianchi del luogo di Morosolo". (A.P.A.).
[13] "Adì 8 febraro 1731 il signor Giulio Sessa fq. Gio. Battista della cura di Daverio ha contratto il matrimonio per parola di presente con la signora Vittoria Bossa fq. Francesco di Azzate alla presenza ed interrogazione di me prete Gio. Pietro Giamboni curato di Azzate, essendo presenti per testimoni l'ill.mo sig. don Paolo Bosso, l'ill.mo sig. Gio. Stefano Bosso e il chierico Thomaso Buzzo". (A.P.A.).
[14] "Adì 24 febraro 1731 il sig. Gio. Battista Marliani fq. Nicola della cura di Biguggiate ha contratto il matrimonio per parola di presente con la sig.ra Angiola Bossa fq. Francesco di Azzate alla presenza ed interrogazione di me prete Gio. Pietro Giamboni curato di Azzate, essendo presenti per testimoni Giuseppe Tettoni, l'ill.mo sig. dott. Giovanni Bosso e il chierico Thomaso Buzzo". (A.P.A.).
[15] "Adì 5 novembre 1732 il sig. Carlo Antonmio Del Conte fq.  Giuseppe della cura di Vedano ha contratto il matrimonio per parola di presente con la nob. sig.ra Gerolama Bossa fq. nob. Francesco di Azzate alla presenza ed interrogazione di me prete Gio. Pietro Giamboni curato di Azzate, essendo presenti per testimoni il chierico Alessandro Del Conte, Vespasiano Bosso e Antonio Visconti. Le pubblicazioni sono state dispensate da mons. Vicario Generale".
(A.P.A.).
[16] "Adì 20 novembre 1736 il sig. Paolo Antonio Rusnate fq. Bartolomeo del borgo di Gallarate vedovo per la morte di sua moglie sig.ra Elisabetta ha contratto il matrimonio per parola di presente con la nob. sig.ra Gioseffa Bossa fq. nob. Francesco alla presenza ed interrogazione di me prete Gio. Pietro Giamboni curato di Azzate, essendo presenti per testimoni Gio. Battista Marliani, Carlo Ranzone e Carlo Fratino di Buguggiate. Le pubblicazioni sono state
dispensate da mons. Vicario Generale". (A.P.A.).

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