Angelo Francesco Malinverno[1]
Sp. Caterina Parravicini.
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|--- Domenico
Malinverno
| n. Albese 18.10.1829
| Contadino.
| Ingresso in Azzate 1854, abbandona Azzate
per Brunello 11.11.1881
| Sp. Teresa Turri f. Maurizio e Angela
Albizzati n. Montonate 28.9.1836
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| |--- Maria Malinverno
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n. Azzate 1859
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| |--- Angelo Malinverno
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n. Azzate 17.8.1860
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| |--- Luigi Malinverno
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n. Azzate 18.7.1862
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| |--- Alessandro Malinverno
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n. Azzate 13.1.8164
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| |--- Giuseppe Angelo Malinverno
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n. Azzate 1.8.1865
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Servente.
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| |--- Francesco Achille Malinverno +
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n. Azzate 16.3.1867 + Azzate 3.8.1868
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| |--- Palmira Filomena Malinverno
| | n. Azzate 4.6.1869
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| |--- Carlo Giovanni Malinverno +
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n. Azzate 19.6.1871 + Azzate 5.9.1872
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| |--- Ernesto Gioachino Malinverno
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n. Azzate 23.7.1873
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| |--- Maria Giovanna Malinverno
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n. Azzate 24.6.1875
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| |--- Maria Caterina Malinverno
| n. Azzate 12.10.1884 + Azzate
12.7.1937
| Sp. Fermo Crespi.
| Da Caterina Malinverno deriva il nome
della Cascina Caterina,
| abitata per molti anni dalla famiglia
Crespi.
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|--- Pietro
Malinverno
| n. Albese 29.5.1834
| Emigrato in America 1867.
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|--- Angela Malinverno
n. Albese
1.8.1837
Gaetano Malinverno
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|--- Guglielmo
Malinverno
+ Erba
29.6.1951
Sepolto nel
Cimitero di Azzate 2.7.1951
Nel 1926
offre lire 50 per la decorazione della Chiesa di Azzate.
Che la
Cascina Caterina derivasse il suo appellativo da un nome
proprio femminile era abbastanza scontato, ma che sia stato preso da Caterina
Malinverno è una sorpresa.
La famiglia Malinverno era originaria di Albese in
provincia di Como e si trasferì ad Azzate nel 1854 per prendere possesso della
Cascina Sirone.
Se il suo cognome è evocativo di qualcosa dobbiamo
ritenere che questa famiglia non se la spassasse troppo bene, e non solo
d’inverno, ma anche d’estate, se fu indotta a trasferirsi nel nostro paese.
Dal matrimonio di Domenico Malinverno con Teresa Turri
erano nati ad Azzate undici figli e l’ultima, di nome Maria Caterina, detta
Caterina, andò in sposa a Fermo Crespi la cui famiglia aveva preso possesso
della Cascina Bighireuz poi ribattezzata Cascina Caterina.
E’ da ritenere che la novella sposa sia stata molto ben
gradita nella sua nuova casa tanto da giustificare il cambiamento della
denominazione della cascina, che assumeva un nome certamente più soave e
gentile che andava a soppiantare, ma non in modo definitivo, un nome
pronunciabile soltanto in dialetto.
Questa circostanza dovette essere di soddisfazione anche
in Casa Riva-Cottalorda, proprietaria del cascinale e dei terreni che le
stavano intorno, che in questo modo potevano pronunciare il nome della cascina
in italiano, al pari della Cascina Fontanella poco distante e sempre di loro
proprietà, tralasciando quel Bighireuz che, quantunque singolare e
caratteristico, sapeva troppo di contadino.
I Malinverno lasciarono definitivamente la possessione della
Cascina Sirone nel 1881 per trasferirsi a Brunello ma non dimenticarono Azzate,
tanto è vero che Guglielmo Malinverno nel 1926 offrì lire 50 per la decorazione
della Chiesa Parrocchiale di Santa Maria di Azzate e nel 1951, pur essendo
morto ad Erba, fu sepolto nel Cimitero di Azzate.
Dal matrimonio di Fermo Crespi con Caterina Malinverno
nacque nel 1884, tra gli altri, Maria Eugenia che andò sposa a Giovanni
Olivarez figlio di Giuseppe e Maria Moranzoni detta “Scaia”.
Quest’ultima abitava con la famiglia in Piazza Nuova ed
aveva un bel caratterino, tanto è vero che gli appiopparono un soprannome molto
significativo: provocava dolore e fastidio come una scaglia di legno che,
malauguratamente, si era conficcata nei polpastrelli delle dita di una mano.
Nonostante ciò fu assunta in Casa Riva-Cottalorda e donna
Angiola Riva le affidò le sue figliole – le Parniselle – che non abbandonò mai
e molto orgogliosa riferiva ai suoi conoscenti dei suoi trasferimenti in
carrozza da Azzate a Como, dove i Riva avevano un’altra dimora.
Un altro figlio di Fermo Crespi e Caterina Malinverno fu
Mario Michele detto “Majeta” che aprì un negozio di parrucchiere subito dopo
l’Oratorio di Sant’Antonio e che, quando la Farmacia Dottor
Girelli si trasferì in Viale delle Rimembranze, si spostò di fronte, con
ingresso secondario nella Corte dei Lanzett.
Una bella fotografia lo ritrae intento nel suo lavoro,
coadiuvato dal socio Oreste Maffiolini e dal garzone di bottega Giuseppe
Olivarez, nipote sedicenne del “Majeta”, che continuerà l’attività dello zio
fino a trasmetterla al proprio figlio Wanni, noto parrucchiere in Via Vittorio
Veneto ad Azzate.
Il soprannome “Majeta” deriva dal fatto che Mario Crespi
in gioventù aveva fatto il raccattapalle presso il tennis di Casa Castellani
che lo aveva dotato di una “maglietta” che lui si compiaceva di indossare anche
al di fuori del suo incarico e, dagli oggi, dagli domani, il fatto non passò
inosservato a qualche buontempone che gli affibbiò il soprannome.