lunedì 13 giugno 2016

LA NUOVA PROVINCIA DI VARESE


Il telegramma col quale Mussolini si compiaceva di comunicare all’onorevole Sindaco di Varese la costituzione della nuova provincia, da lui stesso proposta al Consiglio dei Ministri, rivela quella chiara, ferma e saggia volontà del Duce che presiede ad ogni suo atto e che è così preziosa elemento di forza e di successo nella vasta e poderosa opera di riordinamento e di ricostruzione della Patria.
Prima la soppressione di ben settantacinque Sottoprefetture e dei rispettivi circondari; poi il riordinamento e il raggruppamento di ex Circondari in nuove circoscrizioni provinciali.
Quando venne il provvedimento della soppressione delle Sottoprefetture e dei Circondari di Varese e di Gallarate pareva a molti che la diminutio capitis fosse immeritata: questi due Circondari erano certamente da annoverarsi fra i più importanti del Regno sia per la loro vastità che per i popolosi centri che vi sono compresi: centri delle grandi industrie tessili e meccaniche in quello di Gallarate, centri di industrie svariate e caratteristiche, di villeggiatura e di movimento di forestieri in quello di Varese. Senza contare poi che quest’ultimo segna una delle più lunghe linee di confine ed è attraversato da arterie ferroviarie e stradali che conducono alla vicina Svizzera.
Ma noi non abbiamo pensato neanche per un istante che questa soppressione fosse fine a sé stessa, abbiamo invece supposto che essa doveva preludere ad una nuova e più razionale circoscrizione provinciale.
E i fatti hanno seguito immediatamente la nostra supposizione.
A distanza soltanto di pochi giorni dalla cessazione dei due Circondari eccoli di nuovo riuniti e promossi all’alto grado di Provincia, trasformazione questa che, se onora altamente la città di Varese elevata a dignità di Capoluogo, conferisce non minore pregio e maggiore importanza agli altri grandi centri che entrano a far parte della nuova circoscrizione e particolarmente a Gallarate, a Busto Arsizio, a Legnano ed a Saronno, che rappresentano tanta parte del lavoro e della ricchezza d’Italia e che del nuovo ordinamento provinciale dovranno avere non soltanto gli onori ma anche i maggiori benefici.
La Provincia di Varese – sapientemente ideata e voluta dal Duce – costituirà una grande famiglia, amalgamata dall’identità di profondi sentimenti patriottici, dalla sincera e disciplinata devozione al Governo Nazionale di Benito Mussolini e dal grande fervore di opere rinnovatrici. Vecchi ed indissolubili legami di affetto e di amicizia uniscano le città sorelle dei due soppressi Circondari, ma nuovi vincoli saranno creati dalla cordiale collaborazione nell’adempimento dei maggiori compiti che incombono all’organismo provinciale.
Questo è il nobile proposito che sorge spontaneo da ogni animo, ma questo è anche il pensiero ed il desiderio del Duce, il quale fa sicuro assegnamento sul lavoro, sulla disciplina e sulla fede fascista delle popolazioni chiamate a far parte della nuova Provincia.
Noi salutiamo le città sorelle oggi riunite in una circoscrizione provinciale propria, e nell’esprimere a Mussolini i sentimenti della più viva e sincera gratitudine per avere dato alla nuova provincia di Varese l’onore ed il valore della sua volontà, sentiamo di poter affermare solennemente – sicuri interpreti di tutte le popolazioni – che essa saprà col lavoro tenace, colla salda disciplina e colla sicura fede fascista, corrispondere alle sue giuste aspettative, che si inquadrano nella poderosa e meravigliosa opera sua per forgiare la nuova e grande Italia.


(Da la Cronaca Prealpina del 7 dicembre 1926).

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