Archivio comunale di Varese, Disegno dei laghi con autentica notarile dell'8 giugno 1652. |
Lo studioso di materie storiche è sempre più pressato
dall’esigenza di affiancare i suoi dati e ricerche da notizie attinte dalle più
diverse discipline ed oggi, per lo studioso di storia locale, l’analisi degli
elementi geografici e topografici è di notevole importanza.
I diversi fondi cartografici conservati presso l’Archivio di
Stato di Varese permettono questa analisi e offrono al cultore di cose varesine
una notevole fonte di dati e notizie.
E’ stato appunto in occasione di mie consultazioni alle
mappe teresiane che il Direttore dell’Archivio, Dottor Giuseppe Scarazzini, mi
ha sottoposto una mappa, conservata in altro Fondo[1], che
merita di essere presentata per il carattere di interessante novità che essa
riveste.
Il disegno a più colori, che misura cm. 68 x cm. 50, è
databile attorno al 1652, anno in cui, come è descritto nel cartiglio, si è
venuta a perfezionare la vendita dei laghi fatta dal Magistrato Camerale di
Milano al Conte Francesco Biglia Vescovo di Pavia.
Le vicende di questa vendita sono compiutamente descritte
dal Quaglia in “Laghi e torbiere del Circondario di Varese” a cui si rimanda.[2]
Lo stesso Quaglia precisa che nell’istromento finale dell’8
giugno 1652 veniva unito il disegno dei laghi effettuato dall’Ingegner
Collegiato Camerale Gio. Ambrogio Pissina, il quale aveva effettuato una visita
sul posto nel 1646 al seguito della quale aveva steso il disegno e la
descrizione.
Il Quaglia lamenta di non aver potuto vedere il disegno
perché mancante fra gli atti della vendita. Quella che presentiamo dovrebbe
essere quindi la mappa che accompagnava l’istrumento del 1652 o di una sua
copia, dato che nel cartiglio si dice: “Un disegno autentico si ritrova
nell’Archivio di Casa”, ma ambedue non furono evidentemente visti dal Quaglia.
La reale disposizione dei luoghi sono indicati in mappa in
maniera molto approsimativa ed è ingenuamente fuorviante l’indicazione dei
venti, posta nell’angolo superfiore sinistro.
Il disegno risponde all’esigenza di segnare i laghi
sottoposti alla vendita: “di Gavirate, di Monate, di Ternate, di Biandronno e
della Bozza, e colle loro rive e cogli scolatori emananti da detti laghi e
congiungenti i detti laghi fra loro”[3]. E
visivamente realizzano la visione del Pissina che li qualificò “aggregati al
Lago Maggiore, come bracci e membri del medesimo”.[4]
In realtà non tutti questi laghi comunicano tra loro: se è
vero infatti che i laghi di Monate e Varese comunicano con il Maggiore tramite
i torrenti Acqua Nera e Bardello, ed il canale Brabbia, emissario del lago di
Comabbio, sfocia in quel di Varese, di pura fantasia sono i collegamenti
segnati tra il lago di Comabbio e quello di Monate e tra il laghetto di
Biandronno e quello di Varese.
Con altrettanto pizzico di fantasia sono i disegni delle
chiese dei paesi rivieraschi, disegnate forse dal Pissina a sopralluogo
ultimato e facendo quindi affidamento solo alla memoria per i luoghi visitati.
Il tutto in ogni caso è impregnato di un gusto e di una squisitezza di linee
che fanno perdonare la poca rispondenza del disegno alla realtà e che fanno
della mappa un documento di estremo interesse che si affianca a complemento di
quelle mappe presentate dal Professor Giampaolo in “Cartografia Varesina”.
[1] A.S.Va, Fondo Museo. Oggi
(2008) si trova presso l’Archivio Storico del Comune di Varese.
[2] QUAGLIA G., Laghi e
torbiere del Circondario di Varese, provincia di Como, Varese, 1884, pp.
11-16.
[3] QUAGLIA, op. cit., pag.
15.
[4] GIAMPAOLO L. – Cartografia
Varesina, acura del Comune e Biblioteca Civica di Varese, 1953.
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