Comprende la
restante e maggiore parte dell'omonimo « quartiere annonario » sito in
Porta Nuova; i suoi limiti, pertanto, sono: linea di confine con Porta
Comàsina, successivamente in coerenza con il Rovello e con l'Orso, dall'angolo
vie S. Protaso - Bassano Porrone all'altro Giuseppe Verdi - Orso, via
Verdi, piazza della Scala, via Case Rotte, piazza S. Fedele, linea
divisoria coi Rostri dall'angolo piazza S. Fedele - Via Marino al
predetto S. Protaso - Porrone. Fino a questi ultimi tempi esisteva ancora
la chiesa dei SS. Protaso e Gervaso soprannominata « ad Monachos » per
distinguerla dall'altra « in Campo »; sono scomparse in varie epoche le
chiese di S. Dalmazio, dei S.S. Cosma e Damiano « al Carrobio » e di S.
Lorenzo « in Turrigia »; di età posteriore a quella che forma oggetto del
presente studio è la chiesa, poi collegiata e canonica, di S. Maria alla
Scala, fatta erigere sulle rovine delle « case dei Torriani » da Regina
della Scala, moglie di Bernabò Visconti, dove prima si trovava una
vecchia chiesuola sotto il titolo di S. Veronica. La memoria, triste
invero, dei così detti « Guasti Torriani » e dei feroci odii di parte è
tuttora presente nella via Case Rotte, già « contrada dei Della Torre »,
che documenti del secolo XIV chiamano, nel latino semi-barbaro di quel
tempo, « de Caruptis »; ma il gruppo maggiore delle loro case era nella vicina
contrada della Mazza. Nè vanno dimenticate le Vie Filodrammatici, già di
S. Damiano al Carrobio, e Marino, che si suppone fosse prima sotto il
titolo di S. Fedele: messe ai lati del noto carrobbio di Porta Pretoria e
perfettamente disposte secondo l'oriente di primavera, esse sono un
notevole avanzo del graticolato romano del campo e, di questo, l'estremo limite
di nord-est; ne fanno fede i non pochi ritrovati archeologici ivi.
Sull'ètimo dei Bossi ho detto in addietro, a proposito del gruppo dei nomi di
piante, il mio parere; tuttavia, dallo stemma della famiglia conservatoci
nel Codice Cremosano, pag. 3'3, sembrerebbe che l'opinione invalsa in
antico fosse di un derivato da bos,
bovis, una stiracchiatura che, a mio giudizio, può fare il paio con
Morigia dedotto da morus, il
noto «gelso» di cui si è discorso trattando della ex- via dei Moroni e
della località «ad tres Moros». Lo scudo e il vessillo, pertanto, della
nostra «contrada» avrebbero dovuto fregiarsi dell'emblema del
«bosso»; ma
dato che la famiglia, la quale senza dubbio prese il cognome dal luogo
dove abitava, fece propria anche l'arma che detto luogo con poca
esattezza etimologica distingueva, crediamo di doverla senz'altro
accogliere: di rosso al bue d'argento armato di oro e alle corna ricurve
dello stesso.
(Estratto da:
Charta Ambrosiana).
Via dei Bossi - Il portale del Banco Mediceo prima della rimozione del 1861 per il Castello Sforzesco. |
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