sabato 1 febbraio 2014

I Bossi di Azzate e il ramo di Bodio

Il ramo della famiglia Bossi di Bodio appartiene alla casata più titolata e famosa di Azzate. Quest’ultima risulta già ascritta nell’elenco delle nobili famiglie milanesi contenuto nella Matricola di Ottone Visconti (1377), nella quale, accanto ai Bossii domus domini Jacobi vengono citati anche i Bossii de Aciate.
L’origine del nome si fa risalire a tempi assai antichi: lo storico Donato Bossi nella sua Cronica della seconda metà del Quattrocento, lo affranca alla mitologia egizia, da cui deriva l’insegna araldica della famiglia costituita da un bue bianco su fondo rosso. I Bossi discenderebbero poi dai Bessi, popoli della Bulgaria sconfinati in Mesia, territorio che assunse grazie a loro il nome di Bosnia. (Valutazioni dedotte dai geografi Sebastiano Meniste, Antonio Bonfisio e Domenico Negri).
Di certo, furono invece vescovi di Milano Benigno Bossi (465-472), le cui ceneri sono conservate in una cassetta di piombo sotto l’altare maggiore della Basilica di S. Simpliciano di Milano, ed Ansperto Bossi (868-881), fondatore della Chiesa di S. Satiro, mentre Maffeo Bossi, intimo dell’imperatore Lotario III di Sassonia, fu nominato nel 1128 vicario generale della Lombardia e governatore di Lodi. La famiglia ottenne anche favori dall’imperatore Federico Barbarossa, accrescendo il prestigio ed il potere tanto che nel 1489, allorché il duca di Milano, Galeazzo Maria Sforza, volle concedere il feudo di Azzate e delle terre vicine a Gaspare Visconti, i nobili Bossi insorsero rifiutando di prestare giuramento di fedeltà dovuto al feudatario. La decisione ducale, infatti, era apparsa insolita ai Bossi “perché dicte terre sono piene de cittadini et zentilhomini, massime la terra de Aza’, dove sono più di cinquanta case de cittadini et nobili tutti de Bossi”. Secondo costoro i territori non avrebbero potuto essere concessi in feudo essendo sottoposti alla tutela e al controllo del Maggior Magistrato e quindi se il duca avesse voluto contraccambiarli coi servigi ottenuti dal Visconti, “il compiacea de altri lochi, dove ne possa havere più guadagno et obedientia, et lassare stare dicti nobili et abitatori in suo grado”.
La richiesta fu accordata tanto che la concessione feudale escludeva proprio la valle de Bozo, comprendente i territori di Gazzada, Buguggiate, Azzate, Brunello, Daverio, Crosio, Galliate e Bodio. Nel 1538 la Valle de Bozo, o val Bodia e più tardi Val Bossa, fu assegnata in feudo al senatore giureconsulto di Milano Egidio Bossi (risulta ritratto in una tela conservata nella Chiesa Parrocchiale di Azzate, dipinta nel 1542 da Callisto Piazza: Egidio ebbe due figli: Marco Antonio, ambasciatore milanese presso i Cantoni Svizzeri, e Francesco, vescovo di Novara), uno degli autori delle Novae Constitutiones, volute dall’imperatore Carlo V.
Nella Val Bossa è dunque documentata la presenza stanziale della casata che, dalla fine del Quattrocento, si è suddivisa in vari rami, ciascuno contraddistinto da varie residenze. Nel 1496, infatti, alcuni membri dei Bossi abitanti ad Azzate e Bodio, insieme ad alcuni componenti della famiglia Daverio, nominarono loro procuratori i signori Giorgio Rusca, Cristoforo Bossi, Giavan Pietro Bossi, cancelliere ducale, ed i fratelli Bertolini e Francesco Pagani per richiedere al Magistrato Straordinario di Milano il diritto esclusivo di pesca sul lago della Val Bodia detto di Gavirate.
Certamente alla metà del Cinquecento risiedeva a Bodio Bernardo, capostipite del ramo della famiglia Bossi proprietaria delle ville ora Gadola Beltrami e Corso.
La ricostruzione genealogica dei Bossi di Bodio è il risultato di una ricerca condotta originariamente forse da Don Cesare Ossola, parroco di Bodio. Le ricerche successive sono state continuate da Giancarlo Vettore e, ultimamente da Andrea Frigo, in occasione della pubblicazione di “Bodio Lomnago, Storia di una comunità tra lago e colli, Nicolini Editore, 2004”.
Da Bernardo discende Giovan Angelo, sposato con Marta Daverio, che fece testamento nel 1581.
Del figlio Galeazzo nulla è noto; ebbe un figlio Ulisse che, sposatosi con Elisabetta Ghiringhelli, morì dopo il 1621. Costui ebbe cinque figli, il primogenito Giovan Angelo (1593-1630) sposò Marta Daverio Cerrani da cui ebbe ben sette figli.
Gli discese Ulisse, nato nel 1638 e morto dopo il 1711, che sposò Anna Mara Daverio Pandolci, dalla quale ebbe cinque figli maschi.
Il primogenito Giovan Angelo, nacque nel 1677, morì nel 1760 e sposò Francesca Bossi fu Gerolamo. Da costei ebbe tre figli: Giovan Battista, Gerolamo (sacerdote) e Giuseppe.
Da Giovan Battista (1724-1784), sposato con Isabella Sessa, discese u ramo dei Bossi estintosi alla fine dell’ottocento, mentre dal primogenito Giuseppe (1719-1776) nacque Galeazzo (1754- ante 1809) che ebbe a sua volta due figli: Angiola e Giuseppe Carlo.
A costoro e agli zii è legata la divisione delle proprietà Bossi di Bodio del 1830, con l’assegnazione dell’attuale Casa Corso a Giuseppe Carlo e quella Gadola feltrami a Giovan Angelo.
Dalla discendenza di Giuseppe Carlo deriva l’ultima Bossi, donna Antonietta, morta nel 1999.
Nata l’11 novembre 1911, secondogenita di Giuseppe Bossi e Ida Garoni, rimase nubile come la sorella Maria Luigia, mentre il fratello primogenito Tebaldo non si sposò mai pur avendo avuto un figlio da una relazione extra coniugale. Dopo aver venduto molte proprietà di famiglia, Antonietta si era ritirata in una villa sul lago ad Oltrona dove conservava parte dell’archivio degli avi, oltre a quadri, fotografie e libri su Ricasso, per il quale aveva una passione sviscerata.
Ricordva con tenerezza il nonno Antonio che esercitava gratuitamente la professione di medico a Bodio, ricevendo qualche uovo o pollo e che aveva costruito una cappelletta sul porto lacuale del borgo per segnalare un approdo sicuro ai pescatori.
Particolarmente caro le era, inoltre, il cardinal Schuster il quale, durante una visita pastorale a Bodio, invitò la famiglia Bossi ad abbandonare la tribuna di loro proprietà nella chiesa parrocchiale di Bodio per unirsi alla popolazione nella celebrazione della messa. Ormai anziana, fu ricoverata a Villa Puricelli a Lomnago dove si spense poco prima nel nuovo millennio.


2 commenti:

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  2. Affascinante articolo che hai scritto. Sto ricercando il nome della famiglia Azzato, Istituto Araldico di Roma cita Azzato è stato registrato nel 1300 a Lodi, una famiglia nobile, molti genealogisti dicono che deriva dal toponimo Azzate. Potrebbe famiglia Azzato essere collegato a Bossi in qualche modo?

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