DOCUMENTO N. 674
ELENCO DEI BENI SOTTOPOSTI AL FEDECOMMESSO TRASVERSALE
DISPOSTO DA D. GIO. BATTISTA BOSSI CON SUO TESTAMENTO DEL 29 LUGLIO 1677
Il 29 luglio 1667 con atto rogato
da Giuseppe Perabò notaio di Milano, Gio. Battista Bossi detto Passerino fu
Giuseppe assoggettò a fedecommesso trasversale alcuni beni ora posseduti da
Idelfonso Bossi.
Questi beni sono:
- casa do nobile in Azzate pertiche 82.12 scudi
451
- fondi di Buguggiate pertiche 4.22 scudi 24.3.4
- fondi di Gazzada pertiche 14. 7
scudi 80.2.3
- fondi di Brunello pertiche 7.18 scudi 26.4.7
- fondi di Castronno pertiche
246 scudi 1023.4.1
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pertiche
258.11 scudi 1606.2.7
Fra i creditori del Monte Imperiale
Comunale di S. Teresa si trova descritto il capitale di lire 9638.17.6 a favore
dei chiamati nel fedecommesso ordinato da Gio. Battista Bossi all’annuo
interesse di lire 3.10%.
Tale capitale fu impiegato dal
nobile Idelfonso Bossi per affrancare i predetti beni.
In più il nobile Idelfonso usufruì
di altro capitale di lire 3.861 presso lo stesso Monte per affrancare i beni di
Castagnate consistenti in pertiche 107.18 e valutati scudi 510.1
Azzate, 6 dicembre 1683
Beni toccati a Gio. Stefano Bossi,
quali sono sottoposti al fedecommesso trasversale fatto dal fu Gio. Battista
Bossi per testamento rogato dal notaio Giuseppe Perabò il 29 luglio 1677.
-
I beni nella Cascina delle Collodre affittati in allora
ai consorti Ballerio come dall’istrumento di investitura livellaria rogato da
Gaspare Bossi il 22 aprile 1676, e questi in Comune di Castronno.
-
In Azzate il Breno, la peschiera con campo e prato
annesso di pertiche come in fatti. Vigna, prato e bosco annesso detto il
Roncasnino diviso per metà tra i due fratelli, con altra pezza di terra detta
la Marogna di pertiche come in fatti, con di più la selva di Bobbiate stata
venduta ai Padri di S. Francesco di Paola, ed in oggi riacquistato il capitale
messo sul Monte di S. Teresa, come da cartella presso i defunti don Antonio e
Gio. Battista fratelli Bossi.
-
In azzate: prato al lago detto il Pravazzo di pertiche
20 ed una casa da massaro goduta da Andrea Broggini e Francesco Bossi con
corte, era, colombara e pozzo di pertiche 2.
-
In Buguggiate: una casa data a livello a Paolo e
fratelli Marossi nella cascina di Erbamolle, come dall’istrumento di
investitura rogato da Gaspare Bossi il 4 novembre 1669. In detta cascina altra
casa affittata ad Andrea Bossi, come da investitura rogata dal notaio felice
Zavattone il 22 aprile 1675.
-
Nella Cascina delle Collodre altra casa come vedesi
descritta dall’istrumento rogato da Gaspare Bossi il 29 marzo 1670 in allora
affittata a Carlo Bossi detto fastidio, con di più un prato detto alle Pelle
comprato dal suddetto Carlo, come dall’istrumento rogato da Gaspare Bossi il 26
luglio 1661, goduto a livello da Carlo Ballerio che paga d’annuo fitto lire 6.
-
In Azzate: un boschetto di pertiche 3.10 come
dall’istrumento rogato da Giuseppe Perabò il 5 dicembre 1650.
-
La metà dei beni di Castagnate affrancati sul Monte di
S. Teresa dalla due parti divise.
-
In Brunello: il livello di lire 5 ed un cappone da
pagarsi da Giacomo Cappellino, come dall’istrumento.
-
In Bodio: un livello o censo di lire 7 che si paga ogni
anno da Carlo Daverio detto il Gatto, come dall’investitura fatta dal notaio
Raffaele Daverio il 25 agosto 1646 con altri livelli che si vedono descritti
nel testamento del fu Gio. Battista suddetto. Nel testamento poi del fu
Giuseppe Bossi vi sono i beni in Azzate ed in specie il bosco detto Regondo. E
di più il testamento fatto da Gio. Stefano seniore dove istituisce eredi i
figli maschi e discendenti maschi sino in infinito nei suoi beni e massime dei
redditi del dazio dell’imbottato di Cremona coll’ordine di primogenitura state
confermate per sentenza del Senato del 16 aprile 1766 con la reitegreazione del
capitale di lire 10.000 da levarsi dall’asse paterno a favore del primogenito,
che in tutto sarebbe di capitale sottoposto alla primogenitura di circa lire
60.000, come vedesi da scritture e dall’istrumento rogato dal dottor Guerini,
stato impiegato dal fu Gio. Battista Bossi consigliere in lire 50.000,
essendosi il capitale restituito dal regio dalle lire 49.148 il 3 luglio 1795,
rogato Guerini come di fatto.
DOCUMENTO N. 846
EDITTO
Per ordine della regia Pretura di Varese si notifica col
presente Editto a tutti ed a ciascuno a cui potrà appartenere, qualmente nel
giorno 19 corrente giugno è comparso a questa Regia Pretura don Idelfonso Bossi
abitante in Azzate,ed ha con di lui rappresentanza esposto di aver usato del
beneficio del regio Editto 12 aprile 1786 coll’aver convertito in un capitale
il valore originario dei beni situati nei luoghi e territori di Azzate,
Buguggiate, Gazzada e Brunello pieve di Varese e nel territorio di Castronno
pieve di Castelseprio, tutti soggetti alla giurisdizione di questa Regia
Pretura del compendio del fedecommesso ordinato dal fu Gio. Battista Bossi
detto Passerino nel suo testamento del giorno 29 luglio 1677 rogato dal notaio
di Milano Giuseppe Perabò, coll’avere, si disse, convertito l’originario valore
capitale dei detti beni nella somma capitale in denaro di lire 9638.17.6
secondo i rispettivi acquisti dei medesimi, come dal chirografo, ossia cartella
del Regio Imperial Monte di Santa Teresa che fu prodotta a questa regia Pretura
ed ora trasmessa al Regio Pubblico Archivio di Milano a tenore del Regio Editto
12 aprile 1780.
Si avvisa quindi col presente qualunque che si credesse
chiamato od interessato nel fedecommesso di cui sopra dello scioglimento dei
detti beni dal succennato vincolo fedecommissario e della surrogazione del
capitale impiegato sul Regio Imperial Monte di Santa Teresa seguita nel giorno
2 giugno corrente anno, come dalla fede della cartella, ossia Chirografo
rimessa al detto Regio Pubblico Archivio di Milano, la di cui copia però esiste
anche nell’archivio di questa regia Pretura, con libertà ai medesimi chiamati
on interessati di averne dalla medesima una copia autentica, come pure si
avvisa perché dentro nel termine di un anno e sei settimane da computarsi dal
giorno della pubblicazione del presente in avanti, ogni e qualunque che si
credesse chiamato od interessato come sopra, debba insinuarsi avanti il Giudice
competente e proporre ogni e qualunque petizione o eccezione munita delle
necessarie prove, onde possa constare di quanto verrà preteso ed addimandato.
Scorso poi detto termine, che secondo il detto Editto 12
aprile 1786 si ritiene perentorio, quelli che non si saranno insinuati o entro
lo stesso termine no si saranno insinuati debitamente innanzi come sopra, non
saranno più in alcun tempo ascoltati a proporre eccezioni contro la premesse
affrancazione libera da ogni e qualunque opposizione e contraddizione per tutti
gli effetti di cui nel citato regio Editto 12 aprile 1786.
E della pubblicazione del presente si darà fede a qualunque
persona d’ufficio destinata anche per le affissioni degli editti.
Dalla regia Pretura di Varese, 20 giugno 1788.
Sottoscritto Brentani podestà.
Sottoscritto Ponti procancelliere.
(Da pubblicarsi nella terra di Castronno).
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