Si chiamava
"beneficio o prebenda parrocchiale" quel complesso di terreni e di
case che esisteva in quasi ogni parrocchia fino al 1985. Serviva in origine al
parroco del luogo, per fornirgli il necessario per vivere, unitamente ai cosiddetti
diritti di stola, cioè l'offerta legata alla celebrazioni dei sacramenti, dei
funerali, delle benedizioni di vario tipo. Il beneficio aveva origine feudale,
perché in cambio di un ufficio o servizio religioso, il parroco beneficiava dei
frutti e delle rendite di una proprietà fondiaria. Questo beneficio si era
formato nel corso dei secoli mediante lasciti e donazioni a favore del clero e
della Chiesa, mediante acquisti e permute o altro, e il parroco ne era
l'amministratore ma non il proprietario: non poteva alienarlo senza permessi
governativi, non poteva impiegarlo per la ristrutturazione di chiese e
cappelle, neppure per rifare il tetto della casa parrocchiale. Nella stragrande
maggioranza dei casi, il beneficio era nettamente insufficiente per mantenere
il parroco, per cui era intervenuto prima lo Stato Sabaudo, attraverso il
Comune (con la "portion congrue" in Valle d'Aosta) e poi lo Stato
Italiano con la congrua, senza dimenticare le offerte per lo più in natura da
parte dei parrocchiani. Dal 1985, con la legge del Governo Italiano in seguito
al Concordato tra Stato e Chiesa Cattolica stipulato il 18 febbraio 1984, il
beneficio o prebenda ha cessato di esistere. Al suo posto, è stato creato
l'Istituto Diocesano per il Sostentamento del clero, che raccoglie e amministra
tutti gli ex benefici parrocchiali e canonicali della Diocesi.
Per quanta
riguarda la comunità di Castronno, si nota dai possessori di terreni del
cosiddetto Catasto di Maria Teresa che ben sette prebende parrocchiali
detengono beni nel suo territorio e ne fanno un vero e proprio primato. Ci si
chiede per quale motivo il territorio di Castronno sia stato scelto per
istituirvi le dette prebende, che riguardano le parrocchie di Azzate, Brunello,
Caidate, Castronno, Daverio, Solbiate e Morazzone.
La spiegazione
non può che essere questa: dai boschi di Castronno le prebende parrocchiali
ricavano il legname occorrente per le riparazioni dei tetti delle chiese e i
pali necessari per innalzare i ponteggi dei muratori e degli altri artigiani
che prestavano la loro opera per la manutenzione delle chiese stesse e dei
campanili.
Potrebbe anche
essere che un importante e avveduto proprietario terriero abbia voluto favorire
le predette parrocchie concedendo loro i terreni boschivi sui quali crescevano
gli alberi utili allo scopo appena descritto.
Oltre a
Castronno, delle diciannove comunità che costituivano la Pieve di Castelseprio[1],
solo l’Arcipretura di Castiglione possedeva dei beni intestati alla Prebenda per un totale di pertiche 102.15, tutti
situati nel territorio di Castiglione.
Prebenda
Parrocchiale di Azzate pertiche
12.18
Prebenda
Parrocchiale di Brunello pertiche
13.-
Prebenda
Parrocchiale di Caidate pertiche 5.15
Prebenda
Parrocchiale di Castronno pertiche
67.06
Prebenda Parrocchiale
di Daverio pertiche 1.12
Prebenda
Parrocchiale di Morazzone pertiche 1.10
Prebenda
Parrocchiale di Solbiate pertiche 2.21
Come si può
vedere le Prebende Parrocchiali meglio dotate in Castronno sono quelle di
Castronno stesso, di Brunello, di Azzate e, a seguire, tutte le altre.
[1] Abbiate Guazzane, Carnago,
Caronno Corbellaro, Caronno Ghiringhello, Castiglione, Castronno, Gornate
Inferiore, Gornate Superiore, Lonate Seppino, Lozza, Morazzone, Rovate, “San
Giovanni”, Torba, Tradate, Vedano, Vengono Inferiore, Vengono Superiore e Vico
Seprio.
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