La nostra breve storia inizia nell’estate del 1675 alle
Cascine di S. Alessandro in territorio
di Castronno.
Il nobile Gio. Battista Bossi detto “Passerino” figlio del
fu nobile Giuseppe, abitante in Azzate, e gli abitanti delle Cascine di S.
Alessandro in Castronno avevano fatto petizione[1] al
Vicario Generale della Curia Arcivescovile di Milano affinché nell’Oratorio di
S. Alessandro si potesse celebrare la Santa Messa. La predetta petizione fu del
tenore seguente:
“Avendo gli uomini delle Cascine di S. Alessandro,
umilissimi servitori di V.S. reverendissima, fatto restaurare l’Oratorio di S.
Alessandro eretto nelle suddette cascine membro della cura di Castronno lontane
quasi un miglio dalla Parrocchiale, quali fanno la quarta parte di detta cura,
e desiderando detti uomini di poter far celebrare messa, massime in occorrenza
d’infermi, ne potendosi ciò fare senza licenza di V.S. reverendissima,
dovendosi prima benedire il suddetto Oratorio, fanno ricorso alla benignità di
V.S.
Umilmente la supplicano restar servita di deputare il signor
Arciprete di Castiglione, Vicario Foraneo nella Pieve di Carnago, qual visiti
il suddetto Oratorio e, trovandolo nella forma decente con le debite
suppellettili e paramenti, riferisca il suo voto per poter poi ottenere la
debita licenza”.
Il 5 luglio 1675 la Curia Arcivescovile di
Milano ordinò al Vicario Foraneo di Carnago di eseguire un sopraluogo ed il 28
agosto, con istrumento rogato dal notaio Gaspare Bossi, il nobile Gio. Battista
Bossi obbligò le seguenti sue proprietà per la manutenzione dell’Oratorio:
-
un campo di pertiche 4 sito in Castronno detto al
Campaccio dell’Arno cui fanno coerenza da una parte la Chiesa di S. Antonio di Azzate, da
due parti la strada e dall’altra Pietro Antonio Alemagna;
-
un prato di pertiche 5 sito in Castronno detto alle
Pelle cui fanno coerenza da una parte Paolo Ballerio, dall’altra il reverendo
Gio. Paolo e fratelli Bossi, dall’altra Carlo Francesco Bossi e dall’altra
Gerolama di Castronno.
Detti pezzi di terra fruttavano ogni anno lire 45 e il nob.
Gio. Battista Bossi li destinò alla manutenzione dell’Oratorio.
Intervennero al predetto rogito, che si stipulò nello stesso
Oratorio di S. Alessandro: Ambrogio Canevesi (?) figlio del fu Gio. Battista abitante
in Varese; Ludovico Sesti figlio del fu Gio. Battista abitante in Castronno;
Francesco Broggini figlio del fu Giacomo abitante nelle Cascine di S.
Alessandro.
Convocati e congregati successivamente gli abitanti delle
Cascine di S. Alessandro e precisamente: Francesco Tibiletti figlio del fu
Battista; Andrea Bianchi figlio del fu Battista; Andrea Ghiringhelli figlio del
fu Gerolamo; Battista Ballerio figlio del fu Gio. Angelo e Giovanni Broggini
figlio del fu Giacomo deliberarono di sollevare il nob. Gio. Battista Bossi da
ulteriori suoi obblighi per la manutenzione dell’Oratorio, avendo egli a tale
scopo destinato i frutti di lire 45 dei due prati sopraddetti.
Successivamente il 28 agosto 1675 l’arciprete di Castiglione
Olona rilascia questa dichiarazione: “Io infrascritto, delegato per
l’esecuzione del precedente mandato[2],
visitai l’Oratorio soprascritto e lo vidi decentemente restaurato, giusta gli
antichi delineamenti in forma quadrangolare lungo 16 cubiti, largo 8 cubiti,
alto 8 cubiti e 1/2 , con un solo altare nella parete orientale, con un’icona
con la Sacra Immagine
del Redentore posto nel grembo della Vergine Maria e del Santo Martire
Alessandro titolare dello stesso Oratorio, dipinto magistralmente.
L’Oratorio ha il suo campanile con una sola campana.
Una buona travatura copre l’Oratorio, che ha anche un solido
pavimento e cancelli in legno.
Vi è pure una sagrestia capace di contenere la sacra
suppellettile e servire alla vestizione del celebrante.
Nella parete occidentale vi è un’antica porta con serratura.
Vi è la pietra sacra, il calice nonché tutta l’altra
suppellettile sacra, un messale nuovo, per la cui manutenzione il nobile
Gio. Battista Bossi di Azzate aveva assegnato idonea proprietà, come appare
da istrumento rogato da Gaspare Bossi, notaio di Milano, il 28 agosto 1675.
Vi è memoria che qui si celebrasse la messa e perciò si
crede non sia necessaria una nuova benedizione dell’altare.
Credo perciò che si debba concedere ai supplicanti[3]
quanto richiesto”.
Nota – Domenica 8 settembre 1675 fu fatta la benedizione
dell’Oratorio di S. Alessandro in
territorio
di Castronno dal signor Arciprete e fu cantata messa e vespero.
La
benedizione dell’Oratorio fu fatta in tre parti in lunghezza per 8 braccia a
levante, a
mezzogiorno, a ponente e a sera, fino
alla strada o sentiero.
Sei giorni prima, il 22 agosto, da Milano il “devotissimo
servitore” Ludovico Broggini scrive al nobile Gio. Battista Bossi questa
lettera:
“Molto illustre signor mio osservandissimo,
ho ricevuto la graditissima di V.S. con quella del signor Curato di
Castronno ed ho visto quanto V. S. si è adoperato per ridurre a buona perfezione
l’Oratorio di S. Alessandro, per il che V. S. avrà da Nostro Signore il premio
per aver fatto un’opera così santa, che V. S. m’ha scritto conforme dai latori
della presente V.S. potrà intendere, ho pigliato ancora il calice con la patena[4], ma
non l’ho potuto far consacrare, lo farò consacrate quanto prima e lo manderò
dal primo messo.
Circa la pianeta che V.S. mi scrive ci vogliono almeno 40
lire e se io avessi il denaro la farei fare, ma adesso non posso per aver avuto
ancora da pigliare in prestito buona parte dei denari del calice.
Circa il venire fuori quando si benedirà l’Oratorio V.S. mi
faccia grazia di farmi scrivere dal signor Curato di Castronno, che farò ogni
sforzo per venire e, se non potrò venire, si compiaccia di scusarmi per non
essere io di mia libertà.
Pertanto mi raccomando di tutto cuore a V.S. e alla signora
Gerolama.
Di V.S. molto illustre
devotissimo
servitore Ludovico Broggini”.
Da questa lettera si intuisce il
grado di preparazione di questo anziano “regiù” dei Broggini della Cascina di
S. Alessandro di Castronno che sa leggere e scrivere in uno stile molto
elegante, a differenza dei suoi consorti, che sono tutti analfabeti e semplici
contadini dei nobili Bossi , stranamente abita a Milano, dove probabilmente
attende ai suoi affari non necessariamente legati alla terra, e si rammarica di
non poter essere presente, forse per l’avanzata età o la salute malferma, alla
benedizione dell’Oratorio di S. Alessandro per il quale ha provveduto
all’acquisto in città del calice e della patena e si accinge ad acquistare la
pianeta per la quale presume di spendere 40 lire che, da buono e saggio
amministratore, si affretta a richiedere al suo committente Gio. Battista Bossi
detto “Passerino”, unitamente a quanto già speso per le sacre suppellettili.
E i suoi buoni servizi verso il
suo padrone e i suoi compaesani vanno ancora oltre e si adopera per ottenere
dalla Curia Arcivescovile di Milano la licenza per benedire l’Oratorio “nostro”
di S. Alessandro come si desume da quest’altra lettera:
“ Al signor Gio. Battista Bossi
– Azzate.
Milano, 5 settembre 1675.
Illustrissimo Signore,
da
Giovannino mando la patente di benedire la
Chiesa nostra di S. Alessandro che V.S. potrà mandare subito
al signor Vicario Foraneo e V.S. compatisca il ritardo perché i negozi della
Cancelleria sono lunghi.
Mando anche il calice consacrato
con la patena, la pianeta che ho fatto benedire ed anche il corporale benedetto
che sta nella borsa insieme con la patena.
La pianeta importa lire 41 e soldi
10.
Nella borsa vi sono anche le due
tanorelle (?)[5] per la sagrestia e
l’imprincipio[6] di S. Giovanni.
Circa il venire io fuori
Domenica alla funzione dubito di non poter venire per molti impedimenti, come
dirà a bocca Giovannino a V.S.
Però farò ogni sforzo per
ottenere licenza[7] e caso che non possa
venire V.S. mi compatisca perché verrò il mese venturo.
Per fine mi raccomando a V.S. di
tutto cuore e alla signora Gerolama.
Di V.S. molto illustre
Devotissimo
servitore Ludovico Broggini”.
Ludovico Broggini
|
|
|--- Pietro Broggini abitante in
Castronno.
Capo famiglia nel 1647.
L'8.5.1661 unitamente al
padre ottiene in affitto da Gio. Battista Bossi tutta la sua possessione
detta della Cascina di S.
Alessandro, consistente in case da massaro, prati e selve. (Vedi doc. n.
797).
|
|
|--- Carlo Antonio
Broggini
| L'8.5.1662 ottiene in affitto da Gio.
Battista Bossi tutta la possessione detta della Cascina
| di S. Alessandro in Castronno. (Vedi doc.
n. 797).
|
|--- Giovanni Broggini
Alla data del 1683
lavorava la possessione di S. Alessandro. (Vedi doc. n. 810).
DOCUMENTO N. 1.020
7 aprile 1761
Istrumento per la manutenzione della Messa festiva di S.
Alessandro.
D. Giuditta Bossi vedova Fontana nel suo testamento
disponeva che i frutti della sua eredità fossero impiegati per la celebrazione
di tante Messe nell’Oratorio di S. Alessandro di Castronno e di S. Rocco di
Brunello, come appare da istrumento rogato dal notaio Gerolamo Fortunato
Cabiati il 1° dicembre 1741.
Essendo che alcuni abitanti della Cascina di S. Alessandro e
della Cascina Maggio volevano che una messa festiva fosse celebrata per loro
comodo nell’Oratorio di S. Alessandro anziché nella Parrocchiale, chiesero a
loro spese che fosse celebrata da un cappellano o prete mercenario. Si sono
sottoscritti:
Per la Cascina
di S. Alessandro:
- Pietro Antonio Ghiringhelli fq. Gerolamo
- Giovanni Broggini fq. Baldassarre
- Gerolamo Tibiletti fq. Felice
- Ambrogio Broggini fq. Gio. Battista
- Antonio Ballerio fq. Carlo Francesco
Per la Cascina Maggio :
- Angelo Carabelli fq. Bartolomeo
- Giuseppe Broggini fq. Giulio.
DOCUMENTO N. 727
Milano, 28 dicembre 1806
Copia della scrittura per la Messa da celebrarsi nell’Oratorio di
S. Alessandro in Comune di Castronno ottenuta in Milano e come vedesi fatta su
carta bollata presso a chi ne ha fatto il ricordo.
Si certifica dal notarile pro cancelliere infrascritto come
nelle ordinazioni fatte dall’amministrazione dell’Orfanotrofio dei maschi di S.
Pietro in gessate di Milano il giorno 27 dicembre 1806 si contiene quanto
segue: “lettosi il ricorso del Parroco e Deputati di Castronno in cui domandano,
attese le difficoltà di fare celebrare nei giorni festivi nell’Oratorio di S.
Alessandro membro di detta Parrocchia, la
Messa a carico di questo Oratorio, di poter invece far
celebrare detta Messa nei giorni feriali in detto Oratorio di S. Alessandro. E’
stato detto che per parte di questa Amministrazione non si fa alcuna difficoltà
ad avvenire alla suddetta domanda, datane notizia alla ragionate ria”.
Sottoscritto Andrea Moioli notaio di Milano e pro
cancelliere di detto Orfanotrofio.
[1] Domanda.
[2] Forse quello di riferire
sullo stato dell’Oratorio di S. Alessandro prima dei restauri.
[3] Probabilmente gli abitanti
di S. Alessandro.
[4] Disco di metallo (per lo
più prezioso, o comunque dorato), a largo orlo, usato per coprire il calice e
per contenere
l’ostia
durante la Messa.
[5] Non sarà tavolette?
[6] L’inizio del Vangelo di S.
Giovanni
[7] Forse era al servizio di
qualcuno?
[8] Sicuramente antecedente
l’anno 1675.
[9] Nei beni di Carlo Alberto
Bossi questo campo è detto Brugnolo.
[10] Nei beni di Gio. Battista
Bossi questo campo è detto Brughirolo.
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