DOCUMENTO N. 840
Illustrissimo signor mio,
questa
mattina sono stato al Monastero di Santa Cattarina della Ruota a velare una
monaca. Quelle madri mi hanno significato che domani riproporrà in Senato una
loro causa che hanno col Pandino sopra certa pretesa falsità di un fedecommesso
sopra certi beni dell’eredità Bibiana, dai quali il Monastero ne è in passato
da quarant’anni e più sono; e che il Pandino non contento che si conosca la
causa della pretesa falsità, voglia anche eccedere i limiti di essa ed entrare
nel possesso e farsi anche che di fatto sia passato qualche ….; et perché nel
primo capo della falsità le monache sono attrici, passa bene che si determini
il giudizio dove e cominciato, ma volendo poi entrare detto Pandino nel
possessorio come attore, dovrà convenire il Monastero avanti il suo giudice
competente che è l’Arcivescovado.
Supplico però V.S. illustrissima per onorare la mia
osservanza di aver raccomandata questa causa per giustizia e operare che non si
eccedano i limiti della competenza dell’uno e dell’altro foro, come spero della
singolare pietà di tutto l’eccellente Senato, a cui e a Vostra Signoria
illustrissima resterò obbligatissimo che si abbia la considerazione che si deve
delle ragioni del suddetto Monastero, mentre per fine le bacio riverentemente
le mani.
Dall’Arcivescovato il 26 novembre 1651.
(Segue la risposta in latino. Non si fa riferimento ai
Bossi).
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