DOCUMENTO N. 821
6 agosto 1770
Testamento del fu molto reverendo signor curato don
Melchiorre Antonio Binaghi parroco di Biumo di Sotto che passò da questa a
miglior vita allì 5 giugno.
Gesù e Maria salvate l’anima mia. Al signor mio Gesù Cristo
misericordia.
Io curato Melchiorre Antonio Binago.
Questa voglio che sia la mia volontà ultima. Non ho fatto
alcun testamento.
Non obbligo il mio signor Giacomo a fare inventario né
testamento per non far spese.
Pagati i miei debiti, di quello che resta tanto di beni
mobili come immobili lascio eredi egualmente i due miei nipoti il signor
Giacomo Binago e Valentino Senatore Binago, se è vivo, obbligo però in
coscienza il mio nipote Giacomo in caso che Valentino non venisse a casa perché
morto, dopo la morte di Giacomo la mia porzione di beni stabili in Galliate
voglio che si lascino a Giuseppe e Vitale Binago, altri due miei pronipoti,
a suoi figli, ma maschi, e non femmine,
perché non voglio, che detta mia porzione stabile vada in altre mani, che di
detti due figli e suoi discendenti, ma maschi Binaghi, e se viene a casa
Valentino, e si mariti, ed abbi figlioli, quello sia l’erede solo dopo la morte
del detto signor Giacomo, ed ecco finita la mia disposizione scritta di mio
proprio pugno.
Il signor Giacomo pensi a fare le cose con coscienza e
persona saggia.
I miei debiti sono lire 200 da me ricevuti ad imprestito dal
signor fu Giorgio Pellegrino come parla il libro degli annuali al foglio 115
per dieci anni, che sono di già passati e si posson restituire al M.R. signor
Preposto ossia signor curato mio successore, senza replica.
L’ufficio in quest’anno è stato celebrato 1770 restano da
dire 3 messe basse.
Per pagare queste lire 200, avanzo dalla Comunità quando
sarà passato il dì 4 ottobre 1770 lire 221, intanto sono qualche sono le dette,
ed avanzo lire 8 per la funzione e messa di S. Caterina del Sasso, e lire 6 per
le quattro messe applicate delle Sante Rogazioni, … campane fino allì 4
ottobre, che non credo fatte le due funzioni di domenica a S. Lorenzo di S. Fermo,
è quello della prima domenica di settembre al Sacro Monte, e dette le due messe
per il popolo, allora saranno lire 221.
Queste dunque si riscuoteranno dal M.R. signor don Giuseppe
Orrigoni in mio nome, come mio esecutore e detto farà celebrare tre messe e 200
lire le deporrà come dissi, e come l’annunciato istrumento in detta vachetta
degli Annuali, mi obbliga, che è quanto sopra, e se muoio prima d’allora,
voglio che il signor Giacomo mio erede paghi dalla mia eredità quel poco che
manca, e formano la somma di lire 203.
Altro mio debito si è di lire 34 circa del beneficio
Veratti, si veda il libro nel cassetto del tavolo in salettino, che a conti
chiari dice: per pagar questo ecco una doppia di lire 35 nel secreto sopra il
cantarà.
Altro mio debito si è di lire 11 circa della elemosina dei
morti alla Madonnina raccolta come dice altro libro in detto cassetto riposto
ove il tutto è descritto in tre partite, vi veda tutto tal libro e lire 5 circa
alla Chiesa per manutenzioni.
Per pagare tal debito nel detto secreto vi sono due filippi
di Spagna.
Altro mio debito non notato ancora nei miei libri, sono un ongaro
per celebrare tante messe a sconto delle messe 35 alla partita di Francesco
Maria Alino di Penasca alla vachetta di S. Fermo. Questo ongaro si ritrova nel
detto secreto sopra detto canetrà né in detto cassetto ne è altrove per me non
ho danari altrimenti.
Altro mio debito sono di 3 messe ricevute dai miei
benefattori, si veggano là in fine di mia vachetta delle messe advantize, ed
un’altra ancora, che sono in tutto 4 messe. La mia eredità paghi e le faccia
celebrare.
Altro mio debito sarà di pagare il poco al Salvatore e
Caterina ed oltre il suo salario lascio loro tutto quello di mio si ritroverà
nel suo camerino dove dorme e riposa la notte perché pregherà i miei crediti
sono dal Nobile signor Paolo Orrigoni per tante messe si vegga in sacrestia il
libro, credo saranno lire 34.
Dall’oratorio lire 20 per dieci uffici, e per tanto pizzo da
me pagato per la chiesa, è nel primo cassettone in sacrestia a lire 12 (lo ha
veduto il priore).
Dal signor podestà Alfieri per due ufficio Masciaga ed
alcune messe dette a sconto di 16 di sua partita notata in sacrestia.
Da Antonio Alino maestro numero 3 circa messe notate al
libro di Penasca legato Cananesio.
Altri piccoli crediti sono segnati nel libro, che sta nel
detto cassetto, e sono marcati con croce.
Per la cura alli poveri si cancelli.
Si trova nel detto secreto un anello d’oro della madre del
marmorino noto in casa, pegno per una mia sicurtà in Casa Frascona per la somma
di un tallaro.
Voglio dunque colla somma di questi crediti, e colla vendita
di quella poca cera si ritroverà in casa, e se non basta si venda qualche altra
cosa di mobile, per farmi un funerale di nove sacerdoti con le candele intorno
al cadavere.
Prego il campanaro a suonare poco, ed il seppellitore a
pormi nella sepoltura della carità, ove si seppelliscono i poveri colla santa
croce di legno.
Per la cassetta dei poveri del Luogo Pio evvi in detto
cassetto e nel vestaro dei libri battesimali, ove si vede che quanto ho
ricevuto ho dato via d’anno in anno come ho potuto.
La storia delle novità per detta Causa Pia sta nella mia
camicia sotto la cotta.
Nel vestarino di noce in mia camera vi è una scatolotta, ove
vi sono dentro i denari della Dottrina Cristiana di S. Pietro di Donna.
Nell’inginocchiatoio verso strada quelle pezze ed oro da
abbruciare è della Chiesa di S. Pietro.
I confessi da mandarsi a Milano da rendersi alla
Congregazione per i miei suffragi sono nel cassetto sotto il tavolo sotto il
barometro, ed il cartolonone sta in mia camera sopra il tavolo mezza luna.
Non so dir altro.
Lascio al signor don Giuseppe quella Signora Vergine Maria
Immacolata che stava a capo del mio letto.
Non so dir altro, se non se pregare per la misericordia del
Signore Iddio il signor Giacomo di aiutare finché può il povero Gerolamo Binago
e sua famiglia, e quella carità che può fare lo faccia ad essi.
Ho finito, così desidero e così voglio ne obbligo il signor
Giacomo a fare niun inventario.
Questo dì 6 agosto 1770 prete Melchiorre Antonio Binago
curato di Biumo di Sotto.
Ho ricevuto io
infrascritto lire 200 dal reverendo signor don Giuseppe Orrigone per procurare
l’impiego in adempimento del legato Pellegrini e per fede in questo dì 29
aprile 1772
Carlo Giudici curato
di Biumo di Sotto.
11 giugno 1771
Inventario dei mobili esistenti nella Casa Parrocchiale di
Biumo Inferiore fatto alla presenza di me infrascritto prete Giuseppe Orrigone
come esecutore della pia disposizione del fu molto reverendo signor Melchiorre
Antonio Binago parroco di detto luogo passato a miglior vita la notte del
giorno 7 del corrente giugno ad stanza del reverendo prete signor Giacomo di
lui nipote ed erede come segue:
(Per il momento non si trascrive. Molto interessante!).
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