lunedì 16 dicembre 2013

Giancarlo Vettore secondo Andrea Della Bella

Tutto quello che avreste voluto sapere su Azzate e la Valbossa che furono e non avete mai osato chiedere. Un salto nel passato remoto, che però ritorna negli angoli del centro storico; nelle pietre, ben più antiche di quel che appaiono, del Pretorio incastonato tra Belvedere e l’osteria Monti; nelle acque delle rogge, che oggi “danno da fare” alla protezione civile che tiene gli alvei puliti, ma che un tempo correvano copiose al lago e davano lavoro e ricchezza ai mugnai. Ma anche le famiglie nobili e storiche, gli alberi genealogici e perfino un curioso “stato delle anime”. Storia e storie, che da qualche settimana sono on line, tanto che, se www.aciate.blogspot.it, non fosse un sito Internet, lo si potrebbe definire uno scrigno colmo di storia, tradizione e traboccante di aneddoti e quadri di vita quotidiana tratteggiati dalle parole e dalla narrazione di Giancarlo Vettore. Un patrimonio enorme, che con certosina pazienza e come un romanzo a puntate Vettore sta di volta in volta pubblicando in rete.
Il suo sogno, in realtà, sarebbe raccogliere tutto in un libro, ma per il momento l’uomo che custodisce la tradizione locale ha deciso di affidarsi al meno convenzionale e più moderno mondo di Internet per tramandare la sua conoscenza: «Finché tutto il mio sapere rimane nella mia testa o nel mio computer, non serve a nessuno – spiega - Ben venga allora Internet che mi dà la possibilità di raccontare e far conoscere il mio paese».


Non c’è sasso in paese che non abbia una storia e non v’è storia che Vettore non conosca. Negli anni, questo azzatese che tutti hanno insignito come storico locale ad honorem, ha raccolto documenti e testimonianze, letto e conservato libri, frequentato e rovistato negli archivi, sempre alla ricerca di quella pietra filosofale che si può definire “la storia di Azzate”. Quando un nome sfugge o c’è una parentela lontana da ricostruire, o una dimora storica da visitare e ammirare, tutti “bussano” alla porta di Vettore. E’ sufficiente pronunciargli il nome del paese, o chiedere chi viveva nel castello (che in realtà, ti corregge lui, castello non è), o ancora domandare di mostrarti l’antico lavatoio o qualche altra particolarità artistica o architettonica, per vedere il volto di Vettore mutare in un’espressione raggiante e ricevere un sorriso che non ti aspetti e che spunta improvviso da sotto i suoi folti baffoni. Ma poi, il viaggio nella storia inizia, la modernità si dissolve e come per incanto si torna indietro, ai tempi del borgo, dei mulini, al ritmo del suo racconto e di quando il moderno strumento del blog era ben al di là dall’essere messo in rete.

           Andrea Della Bella http://www.provincia.va.it/ProxyVFS.axd?snode=13785&stream=

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