domenica 29 marzo 2015

ANGIOLA RIVA SCRIVE A TOMASO CARLO BENIZZI


Al Nobile Tommaso Benizzi, caporale, 8 Batteria, 19 Reggimento Artiglieria da campagna, 3 Gruppo, zona di guerra. 

Domenica.
Caro mio Tommasino,
                                     non puoi credere come io ti sono obbligata della buona e cara tua memoria, verso me. In mezzo a disagi e fatiche tu pensi anche a noi, ma tu sta certo che noi pure ti abbiamo sempre presente e si prega molto anche per te.
Grazie tua cartolina del 24. Don Giovanni è mancato all'affetto dei suoi cari, senza che nessuno s'accorgesse.
In questi giorni andrò a trovare le mie nipoti a Schianno.
Bravo che tu ne sei entusiasta di questa bella e nobile guerra (come tu dici).
Speriamo che si venga ad allargare i confini di questa nostra bella Italia, e dal modo  con cui si combatte tutto fa presagire in bene. Mai come oggi abbiamo potuto ammirare e apprezzare i nostri bravi soldati.
Voglia Iddio esaudirci e vedere presto la fine. Intanto noi non possiamo far altro che lavorare per sollevare da tante pene chi con tanto amore, zelo, audacia si spinge verso il fronte. Bravi! Bene!
Ad Azzate nulla. Si sentono gli effetti della guerra e la mestizia è in ogni cuore.
Il vostro bel casone. La vostra bella villa è chiusa. Qualche rosa sboccia e mi parla di voi. Oh quanti pensieri! Ritorneranno i giorni belli ridenti.
Ti saluto con vero affetto materno.
Sempre la tua
                      donna A. = RC. (donna Angiola Riva Cottalorda?)

Don Vittorio bene. Fu indisposti tre me3si, ma ora ha ripreso la sua vita normale. Da Como in carrozza Azzate e Crugnola sempre colla sua carrozza. Il mio cavallo è andato in guerra. Provai gran rammarico al vederlo partire.


Da solo una settimana io mi trovo qui perché fui a Torino, per la seconda volta quest'anno, desiderando la zia Luisa un aiuto morale per sollievo nel suo grande trasloco. Abita ancora a Torino ma in un alloggio più moderno e migliore sotto ogni rapporto.
Quante volte ti ho pensato e come ridevo sola! E' una vera commediante astuta e che tutto ottiene colla sua grazia. Ad Azzate pochissimo mondo variato. Da noi nessuno perché la Sig. Valtolina sta a Milano abbandonare suo figlio, i Conti Zuccheri pensarono meglio portarsi vicino a Torino. La figlia Maria dopo l'influenza non stette mai bene così che ora fa una cura. E noi poi sentiamo tutto questo vuoto colla vostra lontananza specialmente, troppo abituati a condividere l'intera giornata.
Zio Vittorio ora è qui e sta bene. Vorrei tanto domandarti della tua vita insolita, ma so essere la mia domanda indiscreta ... devo tenermi tutta quanta la mia curiosità. Non è così, forse?
Scrissi ad Elena ma non ebbi alcuna risposta. Dov'è suo marito? Mentre scrivo resto distratta da un usignolo che canta qui nel boschetto, è una bella mattina ed il nostro laghetto è rallegrato da qualche barca dal cappuccio bianco.
Ti mando il saluto amico della tua aria che tanto vuoi bene delle montagne. Anche Rok cavallerescamente ti dà il suo zampone! Ti manderemo una istantanea che faremo parte con noi due Grazie.
Carissime cose ed auguri d'ogni bene. Pensandoti.


Caro Masino,
                      farai certo le meraviglie vedendo anche i miei caratteri, ma il pensiero costante per i nostri soldati non mi fa dimenticare certo due parole per l'amico d'infanzia, sulla via d'essere eroe... Leggiamo con vero piacere le tue notizie, noi parliamo spesso di voi tutti e di te in speciale, e ti pensiamo nelle nostre passeggiate in giardino e nei silenzi della sera, ben diverse da quelle gaie dell'anno scorso.
E le nostre risate? Torneranno ancora le belle giornate, Azzate sembra vuoto e voi ci mancate tanto. E tu Masino ci conterai le tue imprese guerresche e noi ti saluteremo come un eroe!
Così ti lascio con fervidi auguri e credimi sempre
                                                                                   Valentina

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