domenica 29 marzo 2015

LETTERE DI TOMASO CARLO BENIZZI ALLA MADRE EUGENIA




26 giugno 1915

Cara mamma,
                       ieri mi fu impossibile scriverti e mi dispiacque molto, supplisco oggi scrivendo più a lungo. Con mio grande dispiacere non ho vostre notizie da vari giorni, questa benedetta posta è proprio una tortura. Ho ricevuto una cartolina da Gianni che ringrazio tanto tanto. Ne ho ricevuta una anche da  Lete Bald. che mi ha fatto un gran piacere, meno male che qualcuno si



ricorda di me. Sono qui in mezzo ad un gruppo di buontemponi richiamati piemontesi, non anzi patrioti. Mi è venuta voglia di domandare loro se sapessero della "buna d'cà Tituna" (leggi: notizie di Casa Tettoni) ma poi non ho avuto il coraggio. Sono dell'artiglieria da montagna e bisogna vedere quello che mangiano e soprattutto bevono, roba da far paura. Però buona gente e cordiale. Sai di cosa sono contento che la Pfafius sia ancora a Firenze perché mi pare sia più al sicuro. Ho sempre in mente la vecchia dama che piangendo mi benedice augurando. Fra poco monto di guardia, che



peccato, per l'appunto domani che è festa ed un giorno sacro per noi. Vuol dire che farò lunedì ciò che voleva fare domani, se mi riesce faccio una scappata in chiesa e faccio la comunione, ti dico poi se mi è riuscito o no. Delle Chantal che ne è successo? Hanno scritto? Povera Bianca chissà come pensa al suo Re. Qui fa un freschino delizioso, ve ne potessi mandare un poco in una scatola!
Ho scritto alcune volte alla Ricci ma non ho avuto risposta. Peccato! Io continuo a stare sempre bene ed a stare in questo quieto e bel paesino.
Senti mamma ti



volevo dire una cosa... ah ecco la Donna Angiola ha scritto. E le signore di Reggio che fanno? Mi ha fatto tanto piacere sapere che quando ritornerò e faremo il gran ricevimento non scapperai nel legourin. Che gioia, che gioia quando ritornerò. Prego tanto Iddio perché mi conceda questa grazia! Addio, arrivederci bella mammina, ti mando mille baci, il tuo
                                                                                        Volodya Titola

Cari fratellini state bene? Penso sempre e tanto a voi. Mando mille e mille bacioni fratellino.





16 luglio 1915

Cara mamma,
                      questa sera spero proprio di avere tue notizie perché non aver pota è proprio troppo triste. Io cara, penso sempre, sempre a te ed ai cari fratellini e vivo con l'unica speranza di poter tornare a casa per avere la grande gioia di rivivere con voi e nella nostra cara casa.
Vi racconterò qualche cosa della mia vita.
Ti ho mai parlato di Torino e Guasto? Sono due grossi cavalloni di Normandia che sono al mio carreggio. Grossi e pacifici sono la



simpatia di tutti. Figurati che a chiamarli porgono loro un pezzo di pane, vengono dietro come cani ammaestrati: li ha in consegna un soldato toscano antipatico che si chiama Malcuoni.
C'è anche una bella triglia che ha in consegna il soldato Turgioni, che mi è indifferente. Il soldato Cosi che ha in consegna l'altra triglia è un po' il mio chauchemar perché è volgarissimo, bestemmia ad ogni momento, e siccome ha fatto il soldato da permanente a Reggio, lo porta sempre alla stelle. Figurati! Quello che ha di simpatico è questa: ha chiamato i suoi tre cavalli così: il più grosso Guglielmone, e gli altri due Cecco Beppe e Maometto, in dispregio agli odiosi




alleati. L'altro soldato che ha la pariglia è una guardia di pubblica sicurezza (!) e si chiama Labrucci. Posso proprio ringraziare il mio buon capitano Nebbia perché mi fa fare una bella vita tranquilla, cosa che più m'importa; Ho saputo che la marchesa Ricci sta meglio e che presto vanno a Marina di Pisa. Perché non andrebbe anche Elena qualche giorno con loro: Io credo che potreste intimarlo a loro d'invitarla, perché credo che un po' di mare le farebbe bene. Non è vero? Non potresti andare anche tu per almeno 15 giorni? Mi farebbe tanto piacere di sapere che ti svaghi un po'. E' molto che non vedi la 



Contessa Mirafiori? Penso che sarà forse andata in campagna. Hai visto sul giornale di quel matto tedesco che voleva uccidere Morgan? Io ho pensato che a volte troppi denari portano qualche pericolo, che del resto io correrei molto, molto volentieri. Sono contento di sapere che la casa è abbastanza fresca  così potete star bene almeno di giorno nelle ore calde.
Sai dove siano i Falorni? Credo che ora saranno molto soddisfatti; erano tanto per la guerra, di cui del resto sono contentissimo anch'io. Evviva l'Italia. Evviva il Re! Dove sono i Taver? Vorrei scrivere loro, scriverò in Via Alfieri. E Elena? Le ho scritto, spero che riceverà la mia lettera. Ho scritto anche a Gianni: Saluta e bacia tutti e due. Cara mamma, bisogna che ti lasci perché sono le 2.30 e bisogna che corra al parco.
Curati e stai tranquilla.
Ti manda salutoni e tanti ma tanti baci il tuo

                                                                        Titola


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