domenica 31 dicembre 2017

CASA ALPINA DI MOTTA




Forse è solo un caso che il 12 settembre 1958 l’arcivescovo di Milano, card. Giovanni Battista Montini, il futuro Paolo VI, abbia inaugurato all’Alpe Motta di Campodolcino (Sondrio), in località Serenissima, il Santuario di Nostra Signora d’Europa, a 2.000 metri, voluto dalla mente geniale di monsignor Luigi Re che, salito per la prima volta con un gruppo di giovani scouts nel 1927, non scese più al piano, dando così inizio a quella grande istituzione conosciuta come "Casa alpina di Motta".
Giusto un anno prima lo stesso cardinale aveva inaugurato il nuovo Centro Sportivo di Azzate e sicuramente don Alberto Isella aveva potuto trarre qualche insegnamento dall’opera di monsignor Re e stimava così tanto la sua realizzazione della Casa Alpina di Motta che nel 1961 e nel 1962 portò in vacanza in quella struttura alcuni giovani dell’Oratorio di Azzate.
L’opera di mons. Re giunse sicuramente alla mente di don Alberto attraverso la stampa, come pure gli incitamenti del cardinale Montini ai parroci delle parrocchie della diocesi per spronarli a farsi carico di quelle opere per il miglioramento professionale dei giovani che le istituzioni civile non erano in grado di assolvere.
Nella sua lettera al prevosto di Azzate il cardinale scrive testualmente:
“Milano, 9 agosto 1959. reverendissimo Signor Prevosto, la notizia che Ella personalmente mi recava della prossima inaugurazione del Centro Sportivo e della Scuola Professionale annessa all’Oratorio di Azzate, mi ha recato vivo piacere.
Vedo così  compiuto un voto che non è meno suo che della buona popolazione di cotesta Parrocchia, voto che io pure auspicavo potesse essere felicemente compiuto.
Mi congratulo di quanto è così realizzato e penso con soddisfazione al bene che coteste opere daranno possibilità di compiere, in modo speciale per la gioventù. L’opera compiuta, infatti, merita la riconoscenza dovuta a chi integra e sorregge l’azione pastorale; e desidero che sia espressa a quanti hanno contribuito e collaborato a portare felicemente a termine l’opera stessa.
Essa poi ci fa guardare l’avvenire con maggiore fiducia nel lieto presagio che tante anime giovanili saranno più facilmente avvicinate ed educate a serena e perseverante vita cristiana.
Prego il Signore di ricompensare chi ha dato e chi darà opera, consiglio, assistenza, obolo a coteste nuove istituzioni, ed invocando su di esse la protezione divina, mando di cuore a Lei, Signor Prevosto, al Suo Coadiutore e a tutti cotesti buoni fedeli la mia pastorale benedizione.
Mi duole di non poter venire personalmente ad inaugurare coteste belle opere, perché i giorni prestabiliti sono per me già occupati e non mi è ora possibile prevedere quando avrà luogo la Visita Pastorale a cotesta Parrocchia. Spero nell’anno venturo; ed appena saranno fissati i turni della Visita Pastorale stessa, mi darò premura di fargliene avere comunicazione.
Con sensi di cordiale ossequio mi dico
                                                              Suo devotissimo Giovanni Battista Montini”.

Il maestro Attilio Baratelli nel suo discorso per la posa della prima pietra dice: “ …….”.
Quante sollecitazioni saranno arrivate al prevosto e al coadiutore di Azzate da Milano per realizzare qualcosa per i loro giovani non lo sapremo mai, ma sta di fatto che non se lo fecero dire due volte e, insieme, con caparbietà e risolutezza si misero al lavoro per realizzare il nuovo Centro Giovanile.
Partirono con l’oratorio, cui seguì l’attività dell’oratorio feriale estivo, la Scuola serale professionale, il Circolo Giovanile maschile e femminile, i campeggi; tutte iniziative a favore dei giovani per la loro crescita fisica, mentale e spirituale.



Emilio Bernasconi, Giorgio Zocchi, Gianfranco Luppi, Cesare Chiaravalli, don Alberto Isella, Giancarlo Vettore,
 ….. Boccardi.





Roberto Vettore, Valeriano Dall’Osto, Giuseppe Triacca, …. Dall’Osto, Ernesta Nicora, Mariuccia Triacca, 
Maria Ferrarini, Lino Dall’Osto,  Adele Cabri, …… Belloni, …… Bardelli, Nino Tibiletti, …… Tibiletti, 
……Tibiletti (sorella di Ivana).



Queste due fotografie sono state scattate alla Casa Alpina di Motta a Campodolcino in provincia di Sondrio nel 1961.
Monsignor Luigi Re aveva qui attrezzato un albergo che potesse accogliere comitive oratoriane accompagnate dai rispettivi sacerdoti.
Non si parlava ancora di settimana bianca ed era piuttosto una gita di qualche giorno che si faceva nel mese di gennaio in un luogo appositamente attrezzato, posto ancora più in alto del rinomato centro sciistico di Madesimo, dove, oltre allo sport, si dava ampio spazio alla fratellanza cristiana e ogni momento comunitario veniva vissuto con spirito religioso.
L’età media dei partecipanti era sui 18 anni, maschi e femmine, che venivano separati solamente nelle ore notturne.
Nelle foto si vedono tavolate piuttosto lunghe che accoglievano gli uni e le altre in sana ed allegra compagnia.
Tutto l’albergo (ma si preferiva usare il termine di casa) era collegato con altoparlanti attraverso i quali mons. Luigi Re scandiva i vari appuntamenti giornalieri e incoraggiava tutti a momenti di preghiera e di svago.


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Questo articolo e i due che seguerinno sono stati pubblicati per rispettare la volontà di don Alberto Isella, coadiutore di Azzate, secondo quanto mi ha riferito Angelo Costanza: "Era il gennaio del 2003 e con Guido Vanoni, Piergiorgio Bossi, Daniele Triacca, Vittorio Olivarez e Carlo Dressino siamo passati da Limido Comasco per salutare Don Alberto Isella.

E' in quella occasione che  Don Alberto mi ha consegnato i suoi album per poterne fare un VHS che riassumesse con immagini la storia del centro sportivo, della piscina, dei campeggi ed altro".

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