venerdì 14 agosto 2015

MEDAGLIONI DI GIOVANNI E TOMASO BOSSI


JOANNI BOSSIO GENITORI OPTIMO MED. PATR.




TOME CONSOBRI BOSSIO B MERIT MEDIOLANENSI PATRIZIO


Leggende scolpite sull'orlo di due medaglioni in pietra del diametro di 60 centimetri colle effigie dei cugini Tomaso e Giovanni Bossi, che hanno nel campo ai lati del busto le lettere M.P.
Sino a pochi anni passati stavano murati con la lapide datata 1495 nella casa Castellani Fantoni in Azzate, presso Varese.
Furono acquistati per il Museo nel 1896 e illustrati dal Cav. Carotti nell'Archivio Storico Lombardo, anno 1897 pag. 406-410 (Per. IV 17).
"Ad Azzate, presso Varese, nella casa Castellani Fantoni esiste una lapide che ricorda la celebre famiglia dei Bossi di Azzate, consanguinea del ramo dei Bossi di Milano. "HEDES HAS ATTAVORUM BOSSIORUM .....".
Sino a due anni or sono, erano murati con quella lapide due medaglioni in pietra d'Angera, del diametro di 60 centimetri che furono acquistati ed asportati dai Fratelli Grandi di Milano, dai quali il Museo Archeologico li riscattò onde conservare due preziosi monumenti e per la storia delle famiglie lombarde e per l'arte lombarda.
Rappresentato a bassorilievo entro una profonda incavazione i busti di due membri di quella famiglia (del ramo di Azzate) rivolti uno verso l'altro.
Nel medaglione di sinistra è scolpito il più attempato, un uomo che ha raggiunto i 60 anni, conserva nel viso caratteri di riflessione e di fermezza, reca in capo il berrettone in uso in tutta l'Italia superiore nell'ultimo quarto del '400.
Nell'orlo o cornice esterna è incisa l'epigrafe JOANNI BOSSIO GENITORI  OPTIMO MED. PATR.
Nel fondo del medaglione vi sono le iniziali M.P. (memoriam o munumentum posuit). E' questi adunque il Giovanni che l'Odorici nel XVI volume dell'opera del Litta annoverò nella tav. II non fra i Bossi di Azzate ma fra quelli di Milano. Lo disse: "Patrizio milanese nato nel 1428 (intendeva scrivere 1418) morto il 12 maggio 1492 di 74 anni; testò il dì 3 febbraio 1470. Benefico di santa vita, versato nelle arti liberali e nelle lettere. Forse quello a cui lo Sforza concedeva la podesteria di Cassina".
Di questo stesso Giovanni Bossi esiste in Milano nella Chiesa dell'Incoronata una lapide commemorativa terminata superiormente a lunetta con busto a bassorilievo, dedicatogli dal figlio Matteo e da Polissena. "Joanne Bossio pat.cius eruditione ....."
Il busto della lunetta che termina questa lapide è rivolto a  destra, quello del nostro medaglione lo è a sinistra, la concordanza dei lineamenti, dell'età e del costume à completa: ma l'arte del medaglione è di gran lunga superiore.
L'altro medaglione con un busto di personaggio più giovane, risolto a destra, reca nell'orlo o cornice esterna l'iscrizione: "TOME CONSOBRI  BOSSIO B MERIT MEDIOLANENSI PATRITIO" e nel campo, ai due lati del busto: M.P.
Di questo cugino (consobrinus) di nome Tomaso, non trovo cenno nelle tavole compilate dall'Odorici, è un nuovo membro di quella famiglia patrizia che appare e ciò non ci deve recar meraviglia; l'Odorici aveva abbandonato l'impresa di ricostruire la storia e la genealogia di quella famiglia, e le tavole poi dell'Odorici sono assai incomplete: anzi se avesse tenuto in maggior conto le iscrizioni dei monumenti della chiesa dell'Incoronata avrebbe potuto dire qualcosa in più.
All'interesse storico di questi due medaglioni sà aggiungere  l'interesse artistico, che è assai grande.
La scultura lombarda, fra i propri capolavori, vanta ben pochi ritratti in bassorilievo che possono anteporsi a questi. Il disegno è reciso, severo, la modellazione valentissima, di grande fermezza e cognizione anatomica; la naturalezza e spontaneità dei tipi veramente ragguardevole.
Eseguiti probabilmente nel 1492 anno del decesso di Giovanni e per cura del di lui figlio Matteo (l'iscrizione dice genitori), il quale pur volle dedicare un ricordo al cugino Tomaso; saranno assai probabilmente di un artista lombardo, ma il carattere della modellazione e soprattutto lo stile ci riconducono anche qui verso la regione del Veneto, donde la scultura lombarda trasse cotanto ammaestramento nella seconda metà del '400.
Questi medaglioni fanno pensare alla grande arte dello Sperandio, di Giovanni Boldù e della scuola del Briosco a Padova.


(Brera, Sala consultazione, V 67, Marmi scritti del Museo Archeologico del Castello Visconteo-Sforzesco - 19101, Anno 1495, n. 401).

Forse questo Tomaso Bossi è lo stesso personaggio al quale nel 1454 fu infeudato Odalengo Piccolo in provincia di Alessandria.

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