BOSSI-ORRIGONI
BARBARA
La prima proprietaria terriera di Azzate nominata nel
cosiddetto Catasto di Maria Teresa del 1736 è la nobile Barbara Orrigoni figlia
del fu Francesco di Biumo castellanza di Varese che qui viene indicata come
Bossi-Orrigoni per le sue nozze con il nobile azzatese Stefano Bossi figlio di
don Alfonso.
Il quadro di famiglia è quello solito – ne vedremo tanti
altri lungo la nostra narrazione – e incomincia con il battesimo di Stefano,
amministrato per necessità in casa dal prete Fabrio Daverio e successivamente
regolarizzato nella chiesa parrocchiale di S. Maria di Azzate il 25 Aprile 1684
dal coadiutore Giovanni Orlandi. I suoi genitori don Alfonso, che viene detto
nobile cittadino milanese, e donna Maria gli impongono il nome di Stefano Carlo
Giuseppe e alle sacre cerimonie seguite in chiesa partecipano come padrino il
signor Benedetto Bossi e come madrina la signora Leonida Bossi. Anche questi
ultimi sono personaggi di una certa importanza, avendo il titolo di signore e
signora che è un poco inferiore a quello di don e donna, ma li eleva un poco
dalla massa comune, che non aveva alcun predicato.
Quando il nostro Stefano aveva poco più di tre anni, il 5 dicembre
1687, suo padre Alfonso fa testamento e lo nomina suo erede e nel 1707, quando
avrà 23 anni, per rinuncia fatta da suo fratello prete Giovanni Battista
all’eredità paterna, entrerà in possesso di tutta la sostanza del padre che, a
sua volta, passerà a sua moglie Barbara, già vedova nel 1736.
Se fosse stato ancora in vita a questa data, Stefano,
avrebbe avuto 52 anni ma l’ultima notizia che abbiamo di lui risale al 1717
quando aveva 33 anni ed abitava a Milano. In quell’occasione fece la notifica
dei suoi beni e dice appunto di possedere nella terra di Azzate pieve di Varese
sette appezzamenti di terreno confinanti con il dottor Giovanni Bossi, la Cappella di S. Francesco, la
strada, la Roggia detta
Valle (la Valciasca
probabilmente), il signor Gio. Paolo Bossi, il signor prete Giacomo Bossi, la Cappella di S. Antonio d’Azzate, il
signor dottor Alemagna, il signor Cesare Piccinelli ed il signor prete Gio.
Battista Daverio.
Di questi sette appezzamenti di terreno fa anche una
descrizione qualitativa e veniamo così a sapere che possedeva:
-
prati asciutti con piante di noci e moroni (gelsi)
tristi (sic) per pertiche 5.9
-
prati paludosi per pertiche 9.3
-
prato liscato al lago di pertiche 12
-
vigne per pertiche 18.5
-
ronchi inferiori per pertiche 12
-
boschi con alberi da lavoro ordinari per pertiche 4.12
-
boschi con alberi da taglio per legna per pertiche 5
-
ortaglie o giardino e siti di case per pertiche 5
-
zerbi e ripe per pertiche 16
che fanno un totale di pertiche 87 per le quali ha pagato di
carico (tassa) alla città di Milano per perticato civile lire 13.11.9 e
all’esattore della terra di Azzate di diaria, sale e perticato rurale nell’anno
1717 lire 38.2.3 in tutto e nell’anno 1718 una somma di poco superiore di lire
43.17.9
Oltre a ciò ha pagato:
-
su una porzione di casa al signor aiutante Antonio
Orrigoni, economo della Causa Pia Frasconi, lire 12
imperiali di affitto all’anno
imperiali di affitto all’anno
-
un censo annuo al signor dottor Cosmo Buzzi di 25 lire
imperiali
-
un livello annuo di 50 lire imperiali a donna Maria
Fortunata Bossi monaca nel Convento di S. Lucia di
Milano, come da istrumento rogato dal signor prete Giovanni Tommaso Lampugnani, notaio della Curia
Arcivescovile, il 16 Aprile 1715.
Milano, come da istrumento rogato dal signor prete Giovanni Tommaso Lampugnani, notaio della Curia
Arcivescovile, il 16 Aprile 1715.
E’ probabile che Stefano Bossi, prima di morire, abbia fatto
acquisti di altri terreni poiché risulterà che la vedova Barbara Orrigoni sarà
intestataria di 98 pertiche (11 pertiche in più rispetto a quelle sottoposte a tassazione nel 1717).
Se diamo un’occhiata ai fabbricati in proprietà di Barbara
Bossi-Orrigoni vediamo che quello contraddistinto con il n. 837 di mappa
corrisponde all’attuale “dependance” di Villa Piana, il n. 846 è la corte che
si affaccia sulla strettoia di Via Monte Grappa (l’attuale proprietario è
Ernesto Colli) e il n. 875 è l’attuale Villa Mazzocchi.
Poiché gli altri terreni che facevano parte del suo
patrimonio gravitano tutto intorno a questi fabbricati, è da ritenere che i
possedimenti di Barbara Bossi-Orrigoni facessero parte, una volta, del più
vasto patrimonio immobiliare della nobile famiglia Bossi.
A maggior riprova di ciò si dirà che un figlio dei predetti
coniugi, don Idelfonso Bossi, vanterà il patronato della Cappellania perpetua
nella Parrocchiale di S. Maria di Azzate, cui avevano diritto i suoi antenati
fino dall’anno 1474.
Bossi-Orrigoni Barbara figlia del fu Francesco nel 1772 e
proprietaria in Azzate dei seguenti mappali:
39
84-1
84-2
90
91
93
94
96
98
99
100-1
100-2
101
192
193
330
837
846
875
per un totale di pertiche 98.-.9
Francesco Orrigoni
|
|
|--- Barbara
Maria Maddalena Orrigoni
| Sp. D. Stefano Carlo Giuseppe Bossi figlio
di D. Alfonso.
| |
| |
| |--- Elisabetta Bossi
| |
| |--- Idelfonso Bossi
| n. Milano nella Parrocchia di S.
Pietro in Caminadella il 17 Giugno 1741
|
|--- prete Paolo
Orrigoni
In un documento del 26 novembre 1743 il prete Paolo
Orrigoni figlio del fu Francesco, abitante in Biumo Inferiore castellanza di
Varese, come procuratore di sua sorella Barbara, tutrice e curatrice dei suoi
figli Elisabetta ed Idelfonso, dà a livello a Giovanni figlio del fu
Baldassarre, Carlo Giuseppe figlio del fu Domenico ed Alessandro figlio del fu
Carlo consorti Broggini diversi pezzi di terreno siti in Castronno per anni
nove che pagheranno ogni anno:
-
moggi 6 di frumento
-
moggi 10 di segale
-
paia due pollastri
-
moggi 10 di miglio
-
stari 7 di noci
-
quartari 2 di panigada
-
stari 1 di fagioli
-
paia 3 di capponi
-
libbre 2 di lino
-
lire 6
-
la metà delle uve.
Lo stesso prete, sempre come procuratore di sua sorella,
il 19 aprile 1748 stende quest’altro contratto d’affitto: “Biumo di Sotto, 19
Aprile 1748. Per tenore della presente quale dovrà aver forza di pubblico e
giurato istrumento munito di tutte le clausole, patti esecutivi ed in ogni
altro miglior modo. L’infrascritto Molto Reverendo signor prete Paolo Orrigoni
come procuratore in questa parte della signora donna Barbara di lui sorella,
madre, tutrice e curatrice dei nobili signori don Idelfonso ed Elisabetta Bossi
figli infanti. Ha investito ed investe a nome di fitto semplice ed a ben fare
con i modi e patti infrascritti. Gio. Battista Ferraro figlio di Francesco
abitante nel luogo della Gazzada qui presente e che si obbliga e promette fare
ed attendere le infrascritte cose e pagare il fitto sotto obbligo di sé e suoi
beni presenti e futuri rimossa ogni eccezione.
Nominativamente di un pezzo di terra campo avidato sito
come sopra detto il Ronchetto al quale coerenza da una parte il signor Macario
Perucchetti, da due l’illustrissima Casa Perabò e dall’altra la Parrocchiale di Schianto di
pertiche 15. In
cui vi sono n. 10 zocche di castano, n. 14 schiocche di rovere, n. 3 alberi in
cantile, n. 1 sciocca di rompo (sic), n. 3 roverette di leva, n. 425 piedi di vite (!).
Item della pezza di terra prato detto il Prato Moggialo
sito in detto luogo della Gazzada che coerenza da una parte con la Casa Alemagna , dall’altra
l’arciprete di Castiglione e dall’altra strada di pertiche 2.6
Item del prato in territorio di Brunello detto il Maggio
Aperto ossia Prato Rotondo, coerenza da una parte l’illustrissimo signor don
Giovanni Bossi di Azzate, dall’altra Cesare Passera di Brunello e dall’altra la Parrocchiale della Gazzada di
pertiche 1.16.6
Item della pezza di terra detta la Ripa del Maggio sita come sopra,
corinzia da una parte il detto Cesare Passera, i Pozzi di Menzago dall’altra e
dall’altra il Venerando Capitolo di Castiglione di pertiche 1.4
Item altro pezzetto di terra detto il Verno sito in
territorio della Gazzada, coerernzia da una parte l’illustrissima Casa
Orrigona, dall’altra i signori Mazzuchelli di Morazzone e dall’altra i signori
Alemagna di pertiche 0.12
Con che in virtù della presente sia obbligato, come così
promette detto conduttore, di pagare ogni anno per fitto dei suddetti beni alla
detta signora Barbara Orrigoni Bossi nella sua propria casa di Azzate il
seguente fitto cioè: segale moggia 1 e stara 5 nette e mercantili, in denaro a
S. Martino lire 10 ogni anno, durante la presente.
E la metà delle uve che si raccolgono sopra detti beni,
quali dovranno condursi a proprie spese del detto conduttore alla casa della
signora Barbara.
In fede.
Io prete Paolo Orrigoni come procuratore della suddetta
investo come sopra.
Io Gio. Francesco Galli a nome e di commissione di Gio.
Battista Ferrario qui presente per no saper egli scrivere ho sottoscritto la
presente in suo nome e fui presente per testimonio.
Io … Orrigoni fui presente per testimonio.
Io Carlo Francesco Bianchi fui presente per testimonio.
Passa il tempo e Idelfonso Bossi figlio di Barbara
Orrigoni ha ormai 63 anni. Il 18 aprile 1804 da Azzate redige una scrittura con
la quale affitta per nove anni a Gerolamo e Paolo fratelli Cervini e consorti
la possessione detta Cascina Castellazzo in Castronno per il fitto di:
-
moggi 14 di frumento
-
moggi 9 di segale
-
moggi 1 di avena
-
moggi 9 di miglio
-
sei capponi
-
sei pollastri
-
moggi 2 di castagne
-
dozzine 4 di uova
-
libbre 2 di seta di canapa
-
fascine150 di rovere
-
tanto lavoro di buoi e carro fino al raggiungimento di
libbre 413.
Vengono anche indicati i numeri di mappa per cui non sarà
difficile individuare la possessione detta Cascina Castellazzo che comprende i
seguenti mappali:
815
787
817
954
860
957
866
865
864
820
812
813
818
955
914
677
694
659
446
455
331
Il 12 dicembre 1804 Ambrogio e Giosuè Cervini, altre volte
abitanti nelle Cascine di Castellazzo di Castronno convengono di vendere a
Idelfonso Bossi quelle scorte di pali e fascine che sono da tagliarsi sui beni
goduti da Gerolamo e consorti Cervini, abitanti nelle Cascine di Castellazzo,
per il prezzo di lire 190. In
più si impegnano a vendergli per lire 80 la casa sita in Brunello livellata ai
consorti Ballerino.
E’ ancora Idelfonso che il 18 dicembre 1810 acquista da
Carlo Ghiringhelli figlio del fu Giuseppe abitante nelle Cascine di S.
Alessandro di Castronno una brughiera nuda sita in Castronno detta la Selva delle Tense di pertiche 5 in mappa al n. 143 per il prezzo di
lire 767.
Ritratto di d. Idelfonso Bossi ora in Casa Necchi-Della Silva a
Schianno.
Per la costruzione della panca da collocarsi vicino
all’altare di S. Carlo nella Chiesa Parrocchiale di Azzate e commissionata da
Barbara Orrigoni Bossi nel 1743 vedi doc. n. 520.
Appendice n. 1.
D. Alfonso Bossi
n. 29.8.1645
|
|
|--- D. Stefano
Bossi
n. Azzate
25.4.1683
N. 70
AL NOME DI DIO. AMEN.
Io Stefano Bossi Nobile Cittadino Milanese d’anni 33 della
Città di Milano notifico possedere nella terra di Azzate pieve di Varese gli
infrascritti beni posti nella terra di Azzate pieve di Varese in pezzi n. 7 in circa confinanti con il Signor
Dottor Giovanni Bossi, la Cappella
di S. Francesco, strada, la Roggia
detta Valle, il Signor Gio. Paolo Bosso, il Signor Prete Giacomo Bossi, S.
Antonio di Azzate, il Signor Dottor Alemagna, il Signor Cesare Piccinelli, il
Signor Prete Gio. Battista Daverio:
- Prati asciutti con noci e moroni tristi p. 5. 9
- Prati paludosi p. 9. 3
- Prato liscato al Lago p.
12.-
- Vigne p.
18. 5
- Ronchi inferiori p.
12.-
- Boschi con alberi da lavoro ordinari p.
4.12
- Boschi da taglio per legna p. 5.-
- Ortaglie o giardini e siti di case p. 5.-
- Zerbi e ripe p.
16.-
---------
p.
87.-
per i quali ho pagato di carico alla Città di Milano
perticato civile lire 13.11.9 e all’Esattore della terra di Azzate di diaria,
sale e perticato rurale nell’anno 1717 lire 30.2.3. in tutto e nell’anno 1718
lire 43.17.9 in tutto.
Pago di fitto sopra una porzione di casa al Signor
Aggiutante[1]
Antonio Orrigone, economo della Causa Pia Frascona, annualmente lire 12
imperiali.
Pago di censo annualmente al Signor Dottor Cosmo Gerolamo
Buzzi sopra i suddetti beni in denaro lire 25 imperiali.
Pago sopra detti beni lire 50 imperiali annualmente di
livello a Donna Maria Fortunata Bossi monaca in S. Lucia di Milano, come per
istrumento rogato dal Signor prete Gio. Tomaso Lampugnano notaio della Curia
Arcivescovile il 6 Aprile 1715.
Notifico inoltre tenersi nel Comune e Uomini di Dobbiate
pieve di Varese pezzo 1 per la metà indiviso confinante con la
Signora Angiola Bossi, il fu prete Gio. Battista Daverio e
strada:
- Boschi di castagne in selva con arbori scagliati p. 5.-
per i quali ho pagato di carico alla Città di Milano di
perticato civile censito nell’anno 1717 soldi 15 e nell’anno 1718 soldi 15.
Investitura fatta con
Giovanni Pelandini sopra l’Oretto e la casa.
Adì 20 ottobre 1704
Io infrascritta come amministratrice dei miei figlioli ho
dato in affitto a Giovanni Pelandini qui presente che accetta cioè.
Una pezza di terra vigna e prato dove si dice l’Oretto in
Comune di Azzate.
Con che abbia a pagare di fitto moggia uno frumento dentro
le feste di S. Lorenzo.
In denari imperiali lire 10.
Con esso staiato lire 10 dentro le feste di S. Martino.
Con la metà delle uve, la metà delle noci e metà dei salici
che si raccoglieranno nella detta pezza di terra e 2 pollastri.
La foglia dei moroni già è riservata per il Padrone.
Patto ancora che detto conduttore sia obbligato a migliorare
e non peggiorare, cioè fare delle …. alle viti e mantenerle bene refilate.
Altro patto già si intende che non possa tagliare piante di
sorta alcuna, cioè … ovvero di vendita, né d’altro.
Che il presente affitto abbia a durare per due anni, e così
successivamente se piacerà ad ambo le parti, regolando in casa del locatore i
frutti.
Parimenti ha dato in affitto al medesimo conduttore un
appartamento di casa con suo giardino e sua porzione dell’era avanti a detto
quarto di casa affittatagli.
Con che abbia a pagare dentro le feste di S. Martino in
denari lire 23 imperiali, e questo s’intende per due anni e così successi-
vamente se piacerà ad ambo le parti.
Io Maria Bossa come amministratrice prometto e mi obbligo
come sopra.
Giovanni Maria Castagnola ho dato licenza a me padrone
Stefano Bossi di sottoscriverlo come presente e noto testimonio.
Giovanni Pelandini ha dato licenza a me Giovanni Battista
Bossi di sottoscriverlo essendo esso il fittabile qual promette e si obbliga
come sopra.
1758 29 aprile
Per tenore della presente, che abbia valore come pubblico
e giurato istrumento e in ogni altro miglior modo.
L’infrascritto M.R. Signor Giuseppe Orrigoni come
procuratore della Signora D. Barbara Orrigoni Bossi madre tutrice e curatrice
dei Nobili Signori Idelfonso ed Elisabetta di lei figli in età minore.
Ha investito ed investe a nome di fitto semplice, e da ben
fare, e come meglio.
Natale e Bartolomeo fratelli Orlandi figli del fu Giuseppe
abitanti nel luogo di Azzate, qui presenti e che si obbligano e promettono in
solido come abbasso.
Nominativamente di tutti i beni che detta Signora Barbara
tutrice come sopra possiede in territorio suddetto di Azzate, quali sono
diffusamente definiti e coherenziati nell’antecedente istrumento del giorno 24
marzo 1749, nei quali beni restano compresi anche i due pezzi di terra chiamati
la Preia e Pomirolo avuti in cambio dall’illustrissimo Signor Conte Bossi,
invece della pezza di terra al medesimo ceduta chiamata La Marognetta, e si
nominano come segue cioè.
La Vigna detta del Pomirolo, con annesso il piccolo campo,
e Vigna pure detta Pomirolo avuto in cambio come sopra di pertiche in tutto n.
15, o come in fatti.
La pezza di terra chiamata La Preia parte Vigna parte
Campo e parte Prato avuta in cambio come sopra di pertiche 15 o come in fatti.
La Vigna detta a Loretto di pertiche 8 o come in fatti.
La pezza di terra parte Vigna, parte Campo e parte Prato e
Bosco detta del Roncasnino di pertiche come in fatti.
La pezza di terra Prato detto al Lago di pertiche come in
fatti.
Patto che detti conduttori siano tenuti ed obbligati come
così hanno promesso e promettono in solido come sopra pagare per fitto di detti
beni, incominciando dalla festa di S. Martino dello scaduto anno 1757, sino al
giorno di S. Martino del venturo anno 1766, che sono anni 9, siano dessi tenuti
e obbligati
pagare per fitto semplice dei detti beni, durante il detto
novennio, cioè frumento moggi 4 stari 2, segale moggi 1 stari 2 e moggi 2
miglio, che in tutto sono moggi 7 stari 4; in denaro a S. Martino lire 64, paia
2 capponi, e paia 2 pollastri, n. 15 canape steiato e n. 20 salici, metà delle
noci e metà dei peri che ogni anno si raccoglieranno dalla pianta di pero, che
resta nella Vigna.
E tutti i suddetti fitti dovranno pagarsi e condursi alla
propria casa della detta Signora Barbara nei suoi tempi debiti, cioè per
rispetto al frumento e segale, che dovranno essere belli secchi e mercantili in
ciascuna festa di S. Lorenzo, e per rispetto al miglio e lire 64 in denaro in
ciascuna festa di S. Martino di cadaun anno, durante il presente novennio, e
per rispetto agli altri appendizi devono pure pagarsi dai suddetti conduttori a
suoi tempi debiti, secondo il praticato nell’antecedente investitura, come così
hanno promesso e promettono, rimossa ogni eccezione e sotto reffezione, perché
così.
Patto che l’uva che si raccoglierà sopra detti beni debba
dividersi per metà con l’obbligo ai su accennati conduttori di condurla alla
propria casa della detta Signora Barbara, secondo il praticato per il passato,
perché così.
Patto che la foglia dei moroni, che sono, e saranno sopra
detti beni debba tutta essa riservarsi alla detta Signora locatrice perché
così.
Patto che detti conduttori non possano subaffittare i
suddetti beni senza speciale licenza della stessa Signora locatrice, perché
così.
Patto che volendo detta Signora Barbara far piantare
moroni, essi conduttori siano obbligati fare i cavi (le buche) in tempo
opportuno, mettervi i pali, impagliarli e potarli, e ciò ogni volta che porterà
il caso, come così hanno promesso e promettono sotto obbligo e sotto
reffezione.
Patto che detti conduttori debbano aver cura di tutti i
suddetti beni, ingrassandoli e concimandoli a suoi tempi opportuni, e rispetto
alle viti debbano rimetterle ove muorono e far le reverse ove fa di bisogno,
ingrassandole e zappandole, ed insomma averne quella cura e diligenza, che
suole aversi da massari diligenti ed accurati, come così hanno promesso e
promettono sotto obbligo come sopra, perché così.
Patto che detti conduttori non possino ne per sé, ne per
altri tagliare alcuna pianta di cima sotto pena della caducità della presente
investitura, perché così.
Patto finalmente che in caso di tempesta maggienga, brina
od altro notabile infortunio (il che Dio non permetta) la detta Signora
locatrice sia tenuta ed obbligata, come così promette fare quel ristoro, che sarà
di ragione regolandosi secondo verrà praticato da altri possessori di beni in
detto territorio di Azzate, e ciò pure rimossa ogni eccezione sotto reffezione,
perché così.
E le predette tutte cose promettono le suddette ed
infrascritte parti di attendere, osservare, e non contravvenire sotto obbligo
delle rispettive loro persone e beni, rimossa ogni eccezione e sotto
reffezione.
E per fede si sono di proprio pugno sottoscritti alla
presenza degli infrascritti testimoni questo giorno 29 aprile 1758.
Io prete Giuseppe Orrigoni come procuratore della Signora
Barbara suddetta investisco e prometto come sopra.
Io Natale Orlando a nome del suddetto mio fratello
Bartolomeo Orlando per cui prometto di rato, mi investisco e mi obbligo come
sopra.
Io Gio. Maria Albino fui presente per testimonio.
Io Giovanni Battista Albino fui presente per testimonio.
1758 adì 7 gennaio
Restano affittati all’infrascritto Natale Orlandi i beni
che gode la Signora D. Barbara Orrigoni Bossi in territorio di Azzate cioè:
La pezza di terra detta il Pomirolo compresa la pertica
di terra ricevuta in cambio dall’ill.mo Signor Conte
Bossi di circa pertiche 15.-
Il Roncasnino di circa pertiche 45.8
La Preia avuta in cambio dal detto Signor Conte
Bossi di circa
pertiche
15.-
E la pezza di terra detta Loretto di pertiche
5.20
La pezza di terra Prato detto La Brusada di circa pertiche 12. 9
--------------
In tutto pertiche 93.13
Sopra dei quali pagherà di fitto, incominciando dal S.
Martino 1758 in avanti cioé:
Frumento moggia 4.2
Segale moggia 1.2
Miglio moggia 2.-
----------
In tutto moggia
7.4
In denaro a S. Martino lire 64
Capponi paia n. 2
Pollastri paia n. 2
Salici n. 20
Canepe n. 15
Metà dei peri della Vigna
Metà delle noci
Sarà tenuto fare le fosse ogni volta che si vogliono far
piantare moroni, mettere i pali e impagliarli a suo tempo e potarli quando farà
bisogno.
Lo stesso sarà tenuto in occasione di far piantare viti,
obbligandosi di infossarle, di potarle e mettere i suoi pali e frasconi.
L’uva tutta per metà e la foglia sopra detti beni tutta
riservata alla Signora locatrice, secondo il praticato negli anni passati.
La presente si ridurrà poi ad investitura a piacere della
Signora locatrice per il prossimo mese di aprile, od anche prima, e frattanto
si dovrà considerare il presente come se di già fosse fatta la detta investitura,
in cui non si potrà crescere né diminuire il suddetto fitto, perché così resta
espressamente convenuto col suddetto Natale Orlandi qui presente e che si
obbliga come sopra rimossa ogni eccezione.
In fede.
Io prete Giuseppe Orrigoni come procuratore della Signora
D. Barbara prometto quanto sopra.
Io Natale Orlando accetto e mi obbligo come sopra.
N. 712
Alla presenza del M.R. Pietro Agostino Crespi, rettore
della Chiesa Parrocchiale di S. Maria di Azzate, abitante nella casa
parrocchiale della stessa chiesa, richiesto ed ascoltato, ed in genere delegato
alle faccende infrascritte in forza di lettere arcivescovili; accompagnato dal
M.R. Gio. Pietro Bossi cappellano titolare di Azzate, …
Il M.R. Gio. Pietro Bossi prende possesso della
Coadiutoria della Chiesa Parrocchiale di S. Maria di Azzate.
E’ presente il M.R. Pietro Agostino Crespi rettore della
stessa.
Actun in Ecclesia parochiali Nativitatis Beatae Mariae
Virginis loci Aciati plebis Varisii ducatus Mediolani presentibus pro testibus
rev. Presbiero Cesare Ghiringhello cappellano titulari Sanctae Mariae Matris
loci Moranzoni plebis Castri Seprii ac domino Leonardo Bossio fq. Jo. Bapistae
habitans in suprascripto loco Aciati et Carolo Contino fq. Jo. Baptistae pariter habitans in dicto loco Aciati
notis et idoneis, et apresentia vocatis specialiter ac rogatis.
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