lunedì 4 maggio 2015

TESTAMENTO DEL NOBILE GIACOMO COTTALORDA




N. 2406 del repertorio.
Istrumento in data 7 febbraio 1917.
Pubblicazione e deposito testamento olografo del defunto nobile Giacomo Cottalorda a rogito del notaio dottor Cesare Bernasconi de Luca – Milano, Via Borgonuovo 9.
Copia autentica rilasciata al coerede Asilo Infantile di Azzate.


Vittorio Emanuele III per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia.
L’anno 1917 nel giorno 7 del mese di febbraio.
In Milano negli uffici della Regia Pretura del Mandamento I Via S. Antonio n. 5.
Avanti a me dottor Cesare Bernasconi de Luca fu ing. Augusto, notaio alla residenza di Seregno, iscritto presso il Collegio Notarile di Milano ed alla presenza contemporanea del Signor Bessaro onorevole avvocato Carlo pretore del Mandamento VI e degli infrascritti Signori Domenico Felici fu Raffaele nato a Nettuno e Maria Teresa Felici di Domenico, nubile maggiorenne, nata a Milano, ambedue impiegati e domiciliati in Milano, testimoni aventi i requisiti di legge come essi confermano, si è personalmente costituito il Signor Luigi Pedrazzini fu Giuseppe perito, nato a Crespiatica e domiciliato in Milano,


di mia personale conoscenza ed avente piena capacità giuridica, il quale mi ha consegnato l’estratto dei registri dello stato civile di questa città in data 5 febbraio 1917 n. 104 che in originale qui si allega sotto A, comprovante che il Signor Giacomo Cottalorda dei furono Giacinto e Bossi Marianna vedovo di Tellini Eleonora, nato in Azzate e residente in Milano Via Andegari n. 18, è mancato ai vivi in detta casa nel giorno 5 febbraio 1917.
Ed a nome degli aventi interesse nella successione ereditaria e degli esecutori testamentari ha fatto istanza perché si proceda alla pubblicazione del testamento olografo del defunto prodottosi dal comparente.
A tale effetto mi ha consegnato una busta aperta contenente un foglio di carta commerciale, scritto con inchiostro nero sopra tre facciate e venti righe della quarta, apparentemente scritto e formato dalla stessa mano, che non presenta abrasioni di sorta, cancellature ed altri vizi visibili,


ad eccezione dell’interlineazione della parola “divorziata” nella sedicesima riga della seconda facciata.
Il tenore della scheda testamentaria qui letteralmente si trascrive a norma di legge:
“Milano 25 agosto 1914. In seguito agli avvenimenti di questi ultimi tempi, mi vedo costretto a mutare radicalmente tutte le disposizioni che avevo dato precedentemente in caso venissi a morire.
Revoco e annullo qualunque altro mio testamento e relative mie disposizioni precedenti, e col presente che vado scrivendo di mio pugno e nella piena serenità e libertà di mente, io sottoscritto Giacomo Cottalorda fu Giacinto dispongo della mia sostanza mobiliare e immobiliare nel modo di cui appresso:
Nomino miei esecutori testamentari i miei amici dottor Federico Antonio Fenini notaio e avvocato Guido Smiderle notaio e li prego di accettare questo noioso incarico. Per mia memoria oltre a tutte le loro spese e competenze, lego loro il mio anello d’oro (vera del mio matrimonio)


con solitaire e la mia parure di bottoni da camicia in brillanti e rubini. Queste due mie memorie saranno estratte a sorte fra di loro due, a meno che si mettano d’accordo sulla scelta reciproca.
In qualunque luogo possa avvenire il mio decesso, è mio desiderio e ne faccio espresso obbligo ai miei esecutori testamentari per il relativo adempimento, che la mia salma sia trasportata ad Azzate e sepolta nel cimitero di quel Comune nella tomba da me fatta costruire assieme a mio fratello Carlo Felice.
Firmato Giacomo Cottalorda fu Giacinto[1], precisamente nel posto libero accanto a mia moglie e a mia madre.
Se per disgrazia i miei mezzi all’epoca del mio decesso non permettessero tale spesa, prego i miei esecutori testamentari di fare tutto il possibile perché questa mia ultima volontà possa essere soddisfatta.
I miei funerali saranno semplicissimi e modestissimi. Senza fiori senza discorsi e senza musica. Soltanto alle persone che mi avranno assistito sarà concesso di mettere qualche fiore di Azzate.


La mia sostanza  sia mobiliare che immobiliare, se ve ne sarà, andrà divisa in quattro parti, delle quali due parti ne dispongo a favore della mia cara amica Giuseppina Prandina maritata Zonini; e sarà cura dei miei esecutori testamentari che la somma risultante sia investita in titoli dello Stato al nome della Signora Giuseppina Prandina Zonini.
Una quarta parte della mia sostanza sarà pure investita in titolo dello Stato alla Signora Prandina Giuseppina Zonini col vincolo però dell’usufrutto a favore di mia sorella Luisa Rossi Cottalorda, e dopo avvenuto il suo decesso detto usufrutto vita natural durante a favore di suo marito (col solo vincolo religioso) approvo la cancellatura – firmato Giacomo Cottalorda fu Giacinto – avv. Luigi Muggio, se non gli sarà premorto.
La rimanente quarta parte della mia sostanza la lego all’Asilo Infantile di Azzate, desiderando venga eretto in ente morale. La direzione dell’Asilo farà annualmente nella


ricorrenza della morte di mia moglie Norina Cottalorda Tellini, e cioè il 19 settembre, celebrare una modesta messa alla quale dovranno assistere i bambini dell’Asilo con visita al Cimitero. La direzione dell’Asilo avrà pure l’obbligo di ricordare con una piccola lapide posta nell’Asilo il nome di mia moglie e mio, e questo non per vanità, ma nella speranza che con questo esempio, l’Asilo possa trovare altri più munifici benefattori.
Tutto il mobilio e oggetti di mia proprietà che si troveranno in casa all’atto del mio decesso, saranno di proprietà della Signora Giuseppina Prandina Zonini, salvo però i mobili e gli oggetti dei quali ne dispongo a parte.
Il mio spoglio personale di abiti e biancheria li lego a mio cognato avvocato Luigi Muggio e se disgraziatamente esso mi fosse premorto ne disporrà liberamente a suo piacere la Signora Giuseppina Prandina Zonini.
Alle mie persone di servizio che saranno in casa mia al momento del mio decesso verrà


pagato un anno di stipendio. Firmato Giacomo Cottalorda fu Giacinto o la biancheria di casa mia sarà divisa e spero di buon accordo fra mia sorella Luisa Rossi Cottalorda e la Signora Giuseppina Prandina Zonini.
Al mio nipote Carlo Tellini che ora si trova a Tripoli o a Bengasi, come mia memoria lego il mio orologio d’oro con catena e medaglione con la condizione che vengano distrutti i ritratti di mio padre e di mia madre che si trovano in detto medaglione. I ciondoli che si trovano attaccati alla mia catena d’oro, li lego per mia memoria alla Signora Mary Tansini coll’obbligo di distruggere i ritratti che vi potessero essere.
In foglio a parte dispongo di qualche memoria per qualcuno dei miei amici. Ma siccome la lista sarebbe troppo lunga, prego tutti di perdonarmi e non credere che li abbia dimenticati.
Pace all’anima mia. Firmato Giacomo Cottalorda fu Giacinto.
Dopo di che la suddetta scheda testamentaria, previa apposizione alla


medesima della data di oggi, venne sottoscritta in calce alle disposizioni stesse dai testimoni, dal Sig. Pretore e da me notaio ai sensi e per gli effetti dell’art. 912 Codice Civile e si unisce al presente atto come allegato B.
Letto e pubblicato il presente verbale da me notaio alla presenza dei testimoni e del Signor Pretore al comparente, il quale approvandone il contenuto, si sottoscrive coi testimoni, col Signor Pretore e con me notaio, omessa a richiesta della parte stessa la lettura dell’allegato A.
Scritto da persona di mia fiducia sopra due fogli con sette pagine per intero e parte di questa ottava facciata.
Firmato: Luigi Pedrazzini richiedente.
Firmato: Maria Teresa Felici teste.
Firmato: Domenico Felici teste.
Firmato: avv. Carlo Bessaro pretore
Firmato: dott. Cesare Bernasconi de Luca notaio.

Allegato A del n. 24060 di Repertorio.
Comune di Milano.
Ufficio dello Stato Civile n. 104 Addì 1917


(immagine 701)
Si certifica che Cottalorda Giacomo d’anni sessantanove di professione agente di cambio residente in Milano nato in Azzate figlio di fu Giacinto e di fu Bossi Marianna di stato civile vedovo di Tellini Eleonora, è morto nel giorno 5 febbraio 1917 in Milano come risulta e consta dal Registro degli atti di morte dell’anno 1917 in progressi n. 132 registro I.
L’Ufficiale dello Stato Civile delegato. Firmato Fantoni.



[1] Qualche riga più avanti questa sottoscrizione viene annullata.

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