N. 2406 del
repertorio.
Istrumento in data
7 febbraio 1917.
Pubblicazione e
deposito testamento olografo del defunto nobile Giacomo Cottalorda a rogito del
notaio dottor Cesare Bernasconi de Luca – Milano, Via Borgonuovo 9.
Copia autentica
rilasciata al coerede Asilo Infantile di Azzate.
Vittorio Emanuele III per grazia di Dio e per volontà
della Nazione Re d’Italia.
L’anno 1917 nel giorno 7 del mese di febbraio.
In Milano negli uffici della Regia Pretura del Mandamento
I Via S. Antonio n. 5.
Avanti a me dottor Cesare Bernasconi de Luca fu ing.
Augusto, notaio alla residenza di Seregno, iscritto presso il Collegio Notarile
di Milano ed alla presenza contemporanea del Signor Bessaro onorevole avvocato
Carlo pretore del Mandamento VI e degli infrascritti Signori Domenico Felici fu
Raffaele nato a Nettuno e Maria Teresa Felici di Domenico, nubile maggiorenne,
nata a Milano, ambedue impiegati e domiciliati in Milano, testimoni aventi i
requisiti di legge come essi confermano, si è personalmente costituito il Signor
Luigi Pedrazzini fu Giuseppe perito, nato a Crespiatica e domiciliato in
Milano,
di mia personale conoscenza ed avente piena capacità
giuridica, il quale mi ha consegnato l’estratto dei registri dello stato civile
di questa città in data 5 febbraio 1917 n. 104 che in originale qui si allega
sotto A, comprovante che il Signor Giacomo Cottalorda dei furono Giacinto e
Bossi Marianna vedovo di Tellini Eleonora, nato in Azzate e residente in Milano
Via Andegari n. 18, è mancato ai vivi in detta casa nel giorno 5 febbraio 1917.
Ed a nome degli aventi interesse nella successione
ereditaria e degli esecutori testamentari ha fatto istanza perché si proceda
alla pubblicazione del testamento olografo del defunto prodottosi dal comparente.
A tale effetto mi ha consegnato una busta aperta
contenente un foglio di carta commerciale, scritto con inchiostro nero sopra
tre facciate e venti righe della quarta, apparentemente scritto e formato dalla
stessa mano, che non presenta abrasioni di sorta, cancellature ed altri vizi
visibili,
ad eccezione dell’interlineazione della parola
“divorziata” nella sedicesima riga della seconda facciata.
Il tenore della scheda testamentaria qui letteralmente si
trascrive a norma di legge:
“Milano 25 agosto 1914.
In seguito agli avvenimenti di questi ultimi tempi, mi
vedo costretto a mutare radicalmente tutte le disposizioni che avevo dato
precedentemente in caso venissi a morire.
Revoco e annullo qualunque altro mio testamento e relative
mie disposizioni precedenti, e col presente che vado scrivendo di mio pugno e
nella piena serenità e libertà di mente, io sottoscritto Giacomo Cottalorda fu
Giacinto dispongo della mia sostanza mobiliare e immobiliare nel modo di cui
appresso:
Nomino miei esecutori testamentari i miei amici dottor
Federico Antonio Fenini notaio e avvocato Guido Smiderle notaio e li prego di
accettare questo noioso incarico. Per mia memoria oltre a tutte le loro spese e
competenze, lego loro il mio anello d’oro (vera del mio matrimonio)
con solitaire e la mia parure di bottoni da camicia in
brillanti e rubini. Queste due mie memorie saranno estratte a sorte fra di loro
due, a meno che si mettano d’accordo sulla scelta reciproca.
In qualunque luogo possa avvenire il mio decesso, è mio
desiderio e ne faccio espresso obbligo ai miei esecutori testamentari per il
relativo adempimento, che la mia salma sia trasportata ad Azzate e sepolta nel
cimitero di quel Comune nella tomba da
me fatta costruire assieme a mio fratello Carlo Felice.
Firmato Giacomo Cottalorda fu Giacinto[1],
precisamente nel posto libero accanto a mia moglie e a mia madre.
Se per disgrazia i miei mezzi all’epoca del mio decesso
non permettessero tale spesa, prego i miei esecutori testamentari di fare tutto
il possibile perché questa mia ultima volontà possa essere soddisfatta.
I miei funerali saranno semplicissimi e modestissimi.
Senza fiori senza discorsi e senza musica. Soltanto alle persone che mi avranno
assistito sarà concesso di mettere qualche fiore di Azzate.
La mia sostanza sia
mobiliare che immobiliare, se ve ne sarà, andrà divisa in quattro parti, delle
quali due parti ne dispongo a favore della mia cara amica Giuseppina Prandina
maritata Zonini; e sarà cura dei miei esecutori testamentari che la somma
risultante sia investita in titoli dello Stato al nome della Signora Giuseppina
Prandina Zonini.
Una quarta parte della mia sostanza sarà pure investita in
titolo dello Stato alla Signora Prandina Giuseppina Zonini col vincolo però
dell’usufrutto a favore di mia sorella Luisa Rossi Cottalorda, e dopo avvenuto
il suo decesso detto usufrutto vita natural durante a favore di suo marito (col
solo vincolo religioso) approvo la cancellatura – firmato Giacomo Cottalorda fu
Giacinto – avv. Luigi Muggio, se non gli sarà premorto.
La rimanente quarta parte della mia sostanza la lego
all’Asilo Infantile di Azzate, desiderando venga eretto in ente morale. La
direzione dell’Asilo farà annualmente nella
ricorrenza della morte di mia moglie Norina Cottalorda
Tellini, e cioè il 19 settembre, celebrare una modesta messa alla quale
dovranno assistere i bambini dell’Asilo con visita al Cimitero. La direzione
dell’Asilo avrà pure l’obbligo di ricordare con una piccola lapide posta
nell’Asilo il nome di mia moglie e mio, e questo non per vanità, ma nella
speranza che con questo esempio, l’Asilo possa trovare altri più munifici
benefattori.
Tutto il mobilio e oggetti di mia proprietà che si
troveranno in casa all’atto del mio decesso, saranno di proprietà della Signora
Giuseppina Prandina Zonini, salvo però i mobili e gli oggetti dei quali ne
dispongo a parte.
Il mio spoglio personale di abiti e biancheria li lego a
mio cognato avvocato Luigi Muggio e se disgraziatamente esso mi fosse premorto
ne disporrà liberamente a suo piacere la Signora Giuseppina Prandina
Zonini.
Alle mie persone di servizio che saranno in casa mia al
momento del mio decesso verrà
pagato un anno di stipendio. Firmato Giacomo Cottalorda fu
Giacinto o la biancheria di casa mia sarà divisa e spero di buon accordo fra
mia sorella Luisa Rossi Cottalorda e la Signora Giuseppina
Prandina Zonini.
Al mio nipote Carlo Tellini che ora si trova a Tripoli o a
Bengasi, come mia memoria lego il mio orologio d’oro con catena e medaglione
con la condizione che vengano distrutti i ritratti di mio padre e di mia madre
che si trovano in detto medaglione. I ciondoli che si trovano attaccati alla
mia catena d’oro, li lego per mia memoria alla Signora Mary Tansini
coll’obbligo di distruggere i ritratti che vi potessero essere.
In foglio a parte dispongo di qualche memoria per qualcuno
dei miei amici. Ma siccome la lista sarebbe troppo lunga, prego tutti di
perdonarmi e non credere che li abbia dimenticati.
Pace all’anima mia. Firmato Giacomo Cottalorda fu
Giacinto.
Dopo di che la suddetta scheda testamentaria, previa
apposizione alla
medesima della data di oggi, venne sottoscritta in calce
alle disposizioni stesse dai testimoni, dal Sig. Pretore e da me notaio ai
sensi e per gli effetti dell’art. 912 Codice Civile e si unisce al presente
atto come allegato B.
Letto e pubblicato il presente verbale da me notaio alla
presenza dei testimoni e del Signor Pretore al comparente, il quale
approvandone il contenuto, si sottoscrive coi testimoni, col Signor Pretore e
con me notaio, omessa a richiesta della parte stessa la lettura dell’allegato
A.
Scritto da persona di mia fiducia sopra due fogli con
sette pagine per intero e parte di questa ottava facciata.
Firmato: Luigi Pedrazzini richiedente.
Firmato: Maria Teresa Felici teste.
Firmato: Domenico Felici teste.
Firmato: avv. Carlo Bessaro pretore
Firmato: dott. Cesare Bernasconi de Luca notaio.
Allegato A del n. 24060 di Repertorio.
Comune di Milano.
Ufficio dello Stato Civile n. 104 Addì 1917
(immagine 701)
Si certifica che Cottalorda Giacomo d’anni sessantanove di
professione agente di cambio
residente in Milano nato in Azzate figlio di fu Giacinto e di fu Bossi Marianna
di stato civile vedovo di Tellini Eleonora, è morto nel giorno 5 febbraio 1917 in Milano come risulta e consta
dal Registro degli atti di morte dell’anno 1917 in progressi n. 132 registro I.
L’Ufficiale dello Stato Civile delegato. Firmato Fantoni.
Nessun commento:
Posta un commento