Confesso io infrascritto di aver ricevuto dal Signor
Giovanni Galli agente dell’illustrissimo Signor D. Giovanni Battista Riva lire
milanesi cinque soldi diciotto dico Lire 5.18 le quali sono per porzione del
Legato Perrucconi[1] per l’anno scorso 1838.
In fede
D.
Pietro Torniamenti parroco
Il colonnello Enrico Parenti ha scritto di suo pugno:
Sezione Seconda. Da conservare).
E’ una fitta corrispondenza che intercorre tra Gio. Battista Riva, che risiede a Como, e il suo fattore Giovanni Galli, che amministra la tenuta di Azzate, dal 2 marzo 1840 fino al 13 maggio 1843.
Probabilmente è grazie alla precisione del fattore che essa ci è pervenuta e, alla fine del suo mandato, fu restituita al padrone Gio. Battista Riva che pensò bene di riporla in archivio.
Si intuisce subito che il padrone sa il fatto suo e impartisce ordini precisi al Galli ed emergono tanti piccoli quadretti di vita quotidiana tra la città e la campagna.
Sembra che il fattore abiti proprio in Villa Riva poiché nella lettera del 2 marzo 1840 il padrone gli raccomanda di mangiare lo stufato avanzato, che è rimasto sul tavolo della dispensa, in modo da salvarlo dalle brame del gatto.
La corrispondenza fra Como e Azzate veniva recapitata a mezzo di carretto della famiglia in quanto dalla campagna venivano spediti molto spesso in città derrate alimentari, vino, denaro e qualsiasi altra cosa necessaria la padrone.
Altre volte ci si serviva dei corrieri che facevano la tratta Varese-Como e, in questo caso, veniva mandato un incaricato fino a Varese.
Nei casi più urgenti c’era anche un servizio “per espresso”, come si rileva dalla lettera del 3 febbraio 1843.
Como, giorno 2
marzo 1840
Sono stato in Commissaria: hanno ritenuta la mia petizione
e nella settimana ventura mi daranno il mandato per l’esigenza. E’ restato sul
tavolo in dispensa uno stufato già cotto, godetelo voi domenica, e salvatelo
intanto dal gatto.
Abbiamo parlato col Sig. Calcagni e siamo ben intesi.
Abbiamo avuto buonissimo viaggio ma con molto vento.
Vi salutiamo tutti.
Gio. Battista
Riva
Al Signor Giovanni Galli fattore in Casa Riva – con
carretto- Azzate.
Al Fattore in Azzate.
Invio una lettera da Ginevra. E’ scritta in francese e ve
ne mando la traduzione.
In riscontro che mi sono recato all’Ospitale, non v’era,
dopo alla Polizia ed infine al burò delle Messaggerie e Diligenze, trovai che
il suo passaporto fu vidimato il 15 per Lione ed il conduttore che lo condusse
al 16 si trovava per accordo al suddetto burò. Egli si ricordava di lui e mi
disse anche che Galli gli raccontò l’avventura della carrozza ribaltata nella
quale occasione nessun passeggero restò ferito, solo il capello di Galli si
schiacciò. Ecco tutto il male che egli ebbe. Meglio così; ...
Fine non è ammalato, ma non so capire come sia la
faccenda, mentre dalla sua ultima pareva che riavviasse verso casa e non di
andare a Lione.
Staremo a vedere se verranno altre notizie o dallo stesso
o da quel che scrisse ivi a me.
Spiacemi che quel di Marnate, però anche quei di Vinago e
Baroffio non abbino ancora pagato. Spingeteli tutti. Facilmente col corriere sabato
manderò qualche cosa pei più urgenti bisogni. Ciò per vostra norma. Peppino sta
bene. Vi saluto colla Vostra famiglia anche a nome di papà che è andato a
Milano, e godo che abbiate combinato il vostro affare che sarà buono se
Ambrogio attenderà alla sua casa e migliore se compra la sua abitazione.
Como, lì 4 gennaio
1843
Claudio Riva
A Giovanni Galli, fattore in Casa Riva, Azzate.
Guardate quanto si può ricavare da quel frumentone che ho
mandato ad Azzate col carretto. Datelo a qualche massaro per prova. Ne ho solamente
due sacchi che mi furono dati a conto di un pagamento.
Como, giorno 19 gennaio 1843
Se vi capitasse vendita di frumento, riservatene moggia
50, metà per sorte, delle nostre spedite.
Tenete preparata licenza per lunedì della ventura
settimana per botti 3 circa brente 7. E da mandarsi mandovi ... scriverò in
seguito.
Mi rallegro della ricevuta lettera dal Carlino sano e
salvo, la quale è stata opportuna nelle piacevoli circostanze di allegria per
le nozze di vostra figlia e vi salutiamo tutti.
Vostro affezionatissimo
padrone
Gio. Battista Riva
Riverite il Sig. Curato e Coadiutore e ringraziatelo della
premura con cui mi ha favorito delle carte. Il Sig. Arciprete del Duomo disse
essere stato inutile la Carta
Bollata di 75.
Acchiudo oggi 3 per 100 e 1 per 100 li troverete dal
Corriere: sappiate regolare per la persona che va a Varese, e datele per ora
dove c’è maggior urgenza.
Como giorno 22
gennaio 1843
Spedisco sacchi 50 coi carri servibili per il trasporto di
moggia 50 misura di Milano, che caricherete subito domattina; il compratore
voleva mandare il suo misuratore, ma essendo distante si è rimesso a noi ed a
voi per la massima esattezza di misura, per cui vi raccomando di star ben
attento, onde neppure per sbaglio sia trovata alcuna differenza, e chiudete
bene la bocca de’ sacchi con buona cordetta, onde non si aprano per viaggio.
Coi carratori è convenuto soltanto il rinfresco a Como, ciò nonostante se si
prestassero ad insaccare qualche boccale per carro potrete darlo. È escluso
fieno inteso che lo porteranno essi: sono carratori della Camerlata.
Martedì mattina per tempo caricate e spedite col carretto
nostro brente sei e se nevicasse anche 5 vino appena abbasso della scaletta
cantina grande misto con un poco di quello del Generale: di quest’ultimo
mettetene un poco più dell’ultima volta: empite il vascelletto che mandiamo ora
con vino S. Quirico, botte solita.
Vi salutiamo.
In qualche modo fate bolli tre.
Gio. Battista Riva
Siate pronto e svelto a misurare e caricare onde i
carratori si fermino più del bisogno.
Al Signor Giovanni Galli fattore in Casa Riva – per
espresso con carretto – Azzate.
Como giorno 28
gennaio 1843
Procuratevi lunedì mattina o per le tre pomeridiane la
licenza di vino botti 4 fra grandi e piccole, e per vino circa 12 o 13 brente
il quale partirà lunedì per il martedì.
Spiacemi di aver sentito da Claudino che non sia stato
pagato le 165 per il parroco di Biguggiate che credeva compito con diversi
contanti ricevuti per grano o spediti in Como, vero è ch’esso poi fu moroso a
dare il conto gallette e confessi.
Ora pensiamo anche al fabbro Bossi che tosto si pagherà: e
mi sono trovato contento delle 50 moggia costì, altrimenti non si poteva
adempire a più doveri: e spero che troverete per il residuo, onde non abbiamo a
trasportarlo anch’esso costì. Il grande ribasso della seta, e la nessuna
ricerca, è un grande danno per tutti, abbiamo un capitale morto infruttifero.
Ritengo che il vostro Carlino tonerà a Milano da Longoni, e si troverà
contento.
Per le qualità di vino componenti la prossima spedizione
vi scriverò in seguito, o col latore Pasqualino.
Vi salutiamo.
Affezionatissimo
Padrone
Gio.
Battista Riva
Al Signor Giovanni Galli – Fattore in Casa Riva – con
pane- Azzate.
Como, giorno 31
gennaio 1843
Acchiudo lettera per voi che da una contadina di
Lazzago fu trovata persa in terra sulla
strada Varesina consegnata a mio genero domenica sera e da esso a me rimessa.
Ieri sera ho ricevuto la vostra dal corriere, resto
sorpreso del fuoco dato da qualche pazzo o ubriaco al bosco, e spiacemi che
intanto si scordi da tutto il paese.
Da qualche tempo attendeva circa lire 250 dal consigliere
Bossi, e supponeva le facesse pagare col mezzo di D. Pietro, se le paga
ricevetele voi e scrivetemi e notatele.
Ho ricevuto il vino, le mostre di grano e la moneta d’oro;
riconosciuta Papalina, benché la grandezza pareva Marenghino.
Per il frumento cercate di vendere tutti e due i mucchi a
circa ... 96; e se non si può vendete intanto anche le sole moggia 9 alle 96.10
mentre qui fin’ora non ho trovato visibile vantaggio.
Vi salutiamo.
Vostro
affezionatissimo Padrone
Gio. Battista
Riva
Venerdì mattina recatevi a Varese o mandate persona
opportuna per levare la lettera, e tenga per ora sospesa qui la vendita, se mai
venerdì o sabato si trovasse meglio a Varese; frattanto regolatevi colla
lettera del Corriere per riguardo al fabbro Bossi e al Monti.
Se poi venerdì o sabato non si vende il mucchio delle
moggia 13, sapendolo tornerò a provare anche a Como.
Como, giorno 3
febbraio 1843
Ritengo che mio figlio vi avrà già prevenuto del vino
componente la prima spedizione per lunedì e che domani farete la relativa
licenza a Varese e che abbiate forse trovato vendita di tutto il frumento, che intanto io qui faccio vedere
le mostre, ma condizionatamente, e tengo sospeso e non vendere se non accertato
prima che non abbiate venduto voi.
Sarò contento di vedere di felice ritorno il buon Carlino.
Io poco mi prometto dalla proposizione fattami sulla
lettera del Fondo ... ecc. e non vorrà che passassimo a cimentarci con dannoso
acquisto
Che in giornata decadiamo nella galletta, e si fa male col
vino e non conviene avere fondi ...
Vi salutiamo
Gio. Battista Riva
Al Signor Giovanni Galli, fattore in Casa Riva, per
espresso, Azzate.
Como giorno 11
febbraio 1843
Spedisco col corriere lire 300 di Milano con n. 1 papalina
doppia Lire 47.-
N. 200 austriache “
240.-
Residuo valuta “ 13.-
-------
Lire
300.-
Non so abbiate in granaio lo staio Comasco, ad ogni modo
procurate di dare la giusta misura in Comasco e di chiudere bene i sacchi: e
mandatelo tutto meno i rotti, e lo ritengo per Maggio 12 di Como compreso i due
sacchi ultimi spediti con riso avrete in Azzate sacchi 5 di Como.
Vi auguro fortunate nozze nella figlia e che lo sposo sia
bene guarito e presto ritorno del Carlino.
Salutandovi tutti, Vostro affezionatissimo Padrone
Gio. Battista Riva
Como, giorno 14 febbraio 1843
Ho ricevuto la vostra lettera, con incluso le altre carte:
il contante del giorno 2 corrente come bene nelle lire 360 ed altre 50 che sono
lire 410 più le lire 27.10 in
sostituzione della valuta retrocessami che invece di 27.10 era 23.10: mio figlio
difatti credeva avessi numerato e spedito lire 450, ma sono state soltanto lire
410 e mando ora a compimento dette altre lire 40 così tenete notato le 450.
Io so d’aver una ricevuta a stampa di circa 11 o 12 moggia
frumento di requisizione del 1813-14 ma qui a Como finora non la trovo, e potrò
averla in Azzate; benché la riscossa ci voglia domanda documentata, si troverà
intanto registrato alla Commissaria il nostro prestito o sovvenzione fatta, e
fra i giorni 15 spero che troveremo questa ricevuta.
Bisogna stimolare il Bassano al residuo pagamento di cui
ho dato biglietto di residuo a mio figlio che sono pochi giorni quando recassi
ad Azzate, e posto che non dà ne paglia ne vino ne vetture, cosicché si vede
proprio un vizio che vuol pagar niente, vizio di
moda al giorno d’oggi, per cui bisogna venire un poco più
agli atti e farlo pagare presto.
Martedì ore 10 ho ricevuto vino e grano.
Mando denari n. 5 pari ad austriache 30 lire 36
Con altre austriache 3 “
3.12
Valuta “ . 8
----------
Sono lire 40.-
Vi salutiamo tutti e spero tornerà presto il Carlino.
Vostro
affezionatissimo Padrone Gio. Battista Riva
Finora il postino non mi ha notificato il risultato del
grano, ma parmi che il vostro conto sia giusto e che debba essere 13.10 di
Como.
Aprite le calze e spedite.
Al Sig. Giovanni Galli, fattore in Casa Riva, con primo carretto
- Azzate.
Mandate con Pasqualino la botte di brente 4.2.24 con vino
della botte n. 10.
Mandate nello stesso tempo due brente coperte, la regina
grande ed il canoncino solito di latta, con qualche cent. e mezzo di fieno del
nostro proprio.
Detto vino va a Casnate[2].
Gio. Battista
Riva
Al Signor Giovanni Galli, fattore in Casa Riva, Azzate.
Como lì 22 febbraio
1843
Per la vicina casa masserizia abitata dal Zacco .... ma
ancora disposti, sempre che sia ceduta ad un prezzo di equità, avuto riguardo
alle circostanze, se fosse stato prima di adattar la pesa in casa sarei stato
maggiormente disposto, ciò non ostante anche ora sia un prezzo di convenienza,
non so perché il possidente canonico Mera ciò che mi .... colla prima vostra
lettera.
Riguardo l vascelletto non pieno empitelo con vino nuovo
della cantina già incominciato.
Vi salutiamo.
Desidero essere informato sulla migliorata salute della
Signora Rachele Bossi, a cui farete i nostri ossequi.
Desidero sentire dal falegname di Castronno quante gelosie
per bigatti ancora possano occorrere a Castellazzo, ed in Azzate in casa se ve
ne siano di vecchie usate godibili soltanto per la lisosa.
Gio.
Battista Riva
Como giorno 23
febbraio 1843
Ho scritto oggi al Sig. Commissario di Varese che finora
non avvi ricevuto costì la Bolletta
o ricevuta, ma che spero fra pochi giorni ritrovar là in Azzate e paventarla,
ritengo però che constando in Commissaria il nostro credito la somma verrà
egualmente pagata. I documenti però si ritiene siano stati tutti richiesti e
ritirati presso al Governo nel 1814 o 15 circa. Vi rimetto la lettera del Sig.
Colombo, voi intanto tenetemi parola con D. Pietro Bossi sentendo che tiene
carta del riporto. Le giornate sono piovose ed incomode ma era da attendersi
dopo tanto di bello, così serve di bagnar un poco i pazzi e le pazzie del
Carnevale.
Vi salutiamo.
Vostro affezionatissimo Padrone
Gio. Battista
Riva
Andando in Commissione venerdì o sabato sentirete se v’è
risposta relativa a questa esigenza.
Como giorno 3 marzo
1843
Vi prevengo di star bene in guardia per il Prato nuovo, e
se non vi si lavora fate sorvegliare anche Domenica da opportuna persona per le
bestie e pecore ecc. Sto raccomandato
alla Fiorina la pronta piantagione in giardino delle saporite e belle cipolle
di Blevio, che ho riposto in angolo della dispensa in un vaso di terracotta.
Vi salutiamo.
Gio.
Battista Riva
Al Signor Giovanni Galli fattore in Casa Riva – Azzate
Como, 14 marzo 1843
Riguardo alla scossa del prestito vi rimetto la modula
servibile per il Signor D. Pietro Bossi e Sig. Dottor Baroffio pregati di
stender questa dichiarazione, e tosto fatta presentatela al Sig. Commissario
per ricevere il mandato il quale si è riferibile all’esattore Agostino li
lasceremo in mano per carichi, uniti a quanto in futuri giorni si potrà
disporre. Vi salutiamo.
Vostro affezionatissimo
Padrone Gio. Battista Riva
Pasqualino venga col avallo giovane più presto possibile
con vino del vascellone e simile e con un carico adattato a conduca i salici se
si può scusare del Polaccio ad Azzate carichi di più e venga con tutte due
cavalli.
Al Signor Giovanni Galli, fattore in Ca’ Riva, Azzate
Pasqualino venga direttamente a Como.
La premura per i moroni è per potersi regolare sul
risultato per le relative disposizioni.
Como, giorno 16
marzo 1843
Nell’ultima lettera mi sono dimenticato di rimettervi la
modula di Commissaria servibile per D. Pietro Bossi e per il Sig. Baroffio per
l’esigenza ecc: e la includo oggi. Per vostra norma sabato farò il possibile di
spedirvi quanto sia necessario al corrente momento e le opportune ceste e
semenze che troverete dal Corriere.
Non aggiungo altro per ora sui lavori mentre tosto che
potrà trovarsi libero verrà mio figlio e vi salutiamo.
Gio. Battista
Riva
Mio figlio vi raccomanda di proseguire subito a spuntar
moroni.
Al Signor Giovanni Galli, fattore in Ca’ Riva, con corriere, Azzate.
Como, lì 23 marzo
1843
Spedisco un sacchetto di semenza trifoglio di cui Colombo
Giovanni ha incaricato Pasqualino, e resta lire 5 che gli addebiterete.
Il sacchetto tosto vuotato mi sia rimesso a Como; e vi
avviso di rendermi col primo carretto i due sacchi vuoti con cui ultimamente vi
fu spedito gesso; come anche Manzoni chiede ancora un sacchetto di altro gesso
dapprima in noi ricevuto stato condotto Azzate da Carlino Colombo[3].
Ritengo avrete ricevuto la replica della fede del Pezzo il
quale disse prima di partire da Azzate il 2 marzo averla data alla Marietta
vostra figlia che forse si sarà dimenticata di consegnarvela, non scrivo a mio
figlio[4]
ritenendolo già quasi di ritorno a Casa, e nulla avendo di urgenza a
comunicargli, e se si trova, noi stiamo tutti bene e fategli i nostri saluti.
Vostro affezionatissimo
Padrone Gio. Battista Riva
Al Signor Giovanni Galli, fattore in Casa Riva, con
sacchetto semenza, Azzate.
Como, giorno 3
aprile 1843
Mandate il vascelletto più grande di quel vino ch’era in
cantinino empito l’altra sera e che ora trovasi in cantina grande, ed il botaletto
di brente 2 circa con vino del vascelletto solito vicino al pozzo.
Del resto caricate paglia, qualora occorra mandate a
prendere i cantili alla Castellanza e, potendo, preparate vangato e ben seminato secondo l’intelligenza il prato
nuovo, e manderemo la semente.
Vi salutiamo.
Gio. Battista Riva
Lettera di D. Daria Parravicini moglie di Gio. Battista Riva.
Al Signor Giovanni Galli, fattore in Casa Riva, con
carretto, Azzate.
Il portafogli di Claudio è già presso di me.
Vi raccomando quelle semenze che ho lasciato sul tavolo
nella sala da pranzo.
Mangiate il manzo che si trova in dispensa ed il pesce.
Vi saluto con la famiglia.
Daria Riva
Al Signor Giovanni Galli, fattore in Casa Riva, per
espresso, Azzate.
Como, giorno 13 aprile 1843
Domani mattina mandate un bonzetto delle 4:2:24 con vino
del vascello incominciato vicino al pozzo misto con brente una e mezza circa
del vino del vascello del Generale; più circa brente due dell’altro vascello
pure incominciato colla regina; e questo mandatelo in vascelletti se li avete,
altrimenti in qualche bonzetto, per le due o due e mezzo si trovi il carretto a
Binago e prosegua fino ad Olgiate se prima non trova il nostro carretto ove
fatene il cambio.
Mandate anche 25 o 30 gittoni di moroni di quelli stati
interrati in chioso.
Vi salutiamo
Gio. Battista Riva
Al Signor Giovanni Galli – In Casa Riva – Azzate
Como, giorno 13 maggio 1843
Mandate col nostro carretto, o con altro, botti due. La
più grande con vino del vascello solito a mano destra in cantina grande con un
poco, come al solito, di quello del Generale, ed il Bonzetto più piccolo con
vino solo della qualità soprannominata.
Al caso che venisse Pasqualino venga con cavallo vecchio,
avendo da caricare anche sul ritorno, e mandate circa centinaia uno paglia di
segale.
Vi salutiamo tutti
Gio. Battista Riva
A Giovanni Galli.
Ho ricevuto tutto quanto fu spedito.
Mercoledì sera 26 empite un vascelletto di vino brente 1
con vino del Aostino botte prima a mano sinistra entrando segnata A e questa
riponetela in grottino. Il resto poi del vino mettetelo tutto o in vasselli
adattati o nel .... piccolo; ma sempre empiendo questi utensili col metterli
sotto alla botte al solito e non con le brente.
Caso mai ne abbisognasse per vasare adoperate vini della
seconda botte a mano destra entrando in bottino.
Peppino sta bene. Vi saluto cordialmente.
aff.mo Vostro Padrone
Claudio Riva
Como, giorno 18
luglio 1843
Ho ricevuto il cavagno frutti sano; avrei sentito
volentieri se Bocelli ha già fatto fare un bel pavimento in stanza di Claudino
che mi preme fatto presto per poter asciugare.
Noi siamo tutti come in collera, mentre siamo divisi, mia
moglie è al Masino ai bagni, io e mio figlio siamo stati a Milano io sono
tornato a Como domenica sera, esso vi è rimasto, ed oggi sera io vi ritorno
ancora, ma saremo presto a Como ed Azzate .... si dasse buona vendita di buoi.
Tenete sempre chiusa la gelosia alla latrina nuova onde non screpoli l’asse
nuovo per acqua o per sole e secco: avrete fatto aggiustare il serramento in
opera in stanza da letto come vi ho incaricato. Sento volentieri che a
Biguggiate si avanzi presto il lavoro che mi premeva alla stalla, ma il padrone
fa la stalla, tocca al massaro ad approfittarne a suo e nostro utile.
Riverite il Sig. Parroco e vice Parroco e salutandovi
tutti, sono
l’affezionatissimo padrone
Gio. Battista Riva
Como, lì 24 luglio
1843
Con carretto.
A Giovanni Galli, fattore in Casa Riva - Azzate.
(Immagine 638)
Al Signor Giovanni Galli, fattore in Casa Riva, per
espresso, Azzate.
Como giorno 15 agosto
1843
Vi spedisco austriache lire 600 con due pacchi da 50
bavare, onde passiate a Bocelli quella somma che gli sia stata convenuta da mio
figlio nell’ultimo giorno di sua dimora. Ritengo che avrete pagate le 200 allo
speziale Antonini ritenendone ricevuta. Il pavimento sarà stato fatto ben a
livello generale de serramenti e porte ed i pezzi ben uniti ecc. ed avrete
tosto chiuso a chiave l’ingresso dall’una all’altra parte onde alcuno per
qualunque titolo non ponga piede sul pavimento nuovo; ed il falegname osservi
se massime il serramento grande nuovo sia stato aperto e poi male chiuso, o in
cima o abbasso, se non è stato ben chiuso sia chiuso bene da non prendere
cattive pieghe: alla mia venuta trovo spesso varie finestre male chiuse che non
si spingono bene a posto colla mano e non fanno mai serrar bene il ferro in
cima, cosa di cui io sono critico; e siamo tutti poi fermi o parti o serrati i
serramenti della casa, che per vento non si rompano.
1843 5 luglio da Azzate (?) 500.15.-
7 luglio da Azzate 663.15.-
8
luglio da Azzate 114. -.-
altre rimaste Azzate della seta filata.
Io do incarico al Corriere di rilasciare la sola tessera,
e voi o in persona e con opportuno messo e dietro vostro ordine scritto
rilevate o fate rilevare il pacco e con segretezza e cautela, o passando dalla
strada longa, onde non avere cattivo incontro.
Vi salutiamo tutti: domani ritengo tornerà il Peppino.
Vostro affezionatissimo padrone Gio.
Battista Riva.
Como giorno 22
agosto 1843
Vi prevengo che con Luigi Arrigo vi spedisco un carretto
mobili da scaricarsi così legati ed imballati come si trovano, e da mettersi di
sopra nella sala verso strada, e da chiudersi le porte onde i gatti non li
guastino, e siano chiuse le gelosie per la pioggia e sole. Questo pavimento mi
piace tirato molto al lungo, io lo credeva fatto e finito col sabato 12 o
lunedì 14, così bisogna dunque credere che sia molto bello e ben lavorato.
L’uomo morto era persona assai cattiva, Dio ha liberato i nostri paesi da un
grande malfattore, era un Caprara di Uggiate. Nella stanza nostra trovai
attaccato ad un chiodo romano un abito di percallo. Mandatelo a Como. Mandate
quelle bottiglie che si trovano in dispensa sopra il tavolino alla finestra
verso il giardino e due pollastre vive. I fitti procurate siano bene stagionati
da non succedere come l’anno passato.
Vi salutiamo.
Vostro affezionatissimo Padrone Gio.
Battista Riva
Al Signor Giovanni Galli in Casa Riva con carretto mobili –
Azzate.
Como, giorno 18
dicembre 1843
Noi abbiamo fatto buon viaggio, sebbene la brina sino alla
Gazzada fosse un po’ pericolosa. Non essendo venuto il Gino e partendo anche
tardi suo fratello, stimo meglio dare al
corriere n. 16 pacchi austriache 600 per i carichi ed operari di maggior
premura e che vi saranno in seguito, quelli che hanno maggior motivo di esser
pagati subito. Esigerete lire 800 di Milano da D. Pietro Bossi, delle quali
darete lire 300 a
conto al ferrarezza Contini, le altre lire 500 portatele a casa. Spero che
finalmente verrà Azzate o manderà il Crespi per cui avrete lire 720 da Como,
per avanzo di Varese altre lire 500 e da Crespi lire 450.
Faremo i conti per ultimarsi in gennaio al più presto
possibile i dovuti pagamenti.
Vi salutiamo
Gio. Battista Riva
Al Signor Giovanni Galli, fattore in Casa Riva, con
carretto, Azzate.
Con carretto.
Como, 19 dicembre
1843
Consegno al corriere il pacco di cui vi ho scritto col
ritorno del Carlino, e sono pacchi sei 600.
Per la vendita del formento attenderò di sentire i prezzi
da voi trovati, intanto che io provo i prezzi di Como. Rimandatemi il sacchetto
in cui già chiusi in due carte trovasi detto contante.
Scrivete se occorre altro presentemente, e vi salutiamo
tutti.
Gio. Battista Riva
Cercate il conto al sarto e mandatelo subito.
Al Signor Giovanni Galli, fattore in Casa Riva, fermo in
Varese al Sig. Maroni, con pacco denaro, Azzate.
Per quanto sento ora qui del formento si fanno lire 44.
Como, giorno 22
dicembre 1843
Ho ricevuto la vostra lettera col mezzo di G. Luraschi.
Non solo a me ma a noi tutti è moltissimo rincresciuto
della disgrazia di Carlino: però è in parte da consolarsi che nell’Ospitale di
quella città sarà ben aggiustata la gamba e ben curato, e mio figlio non omette
di ben raccomandarlo al possibile; e quando sia ben curato per la guarigione
quanto a fargli avere denaro è cosa facile. La mia intelligenza con D. Pietro
Bossi non è altro che di presentarvi a Varese da lui per ricevere Milanesi Lire
800 senza alcuna carta ne confesso, mentre il mio confesso è già fatto e nel
tornare a casa siate cauto e dalla Schiranna e Lago o tornate dalla Gazzada
evitando la strada corta dei prati.
Attendeva anzi vostra lettera oggi per aver ritirato anche
dal Corriere il contante e la lettera speditavi: e dopo i carichi datene a
Bocelli, a scalpellino, al Bossi falegname, al falegname di Castronno, e a chi
ha maggior urgenza, e dopo a massari i quali per le feste vorranno forse alcun
gettar via danaro per la bocca e per la gola e si potrà poi darne a massari
creditori dopo passate le feste.
Vi saluto.
Gio. Battista Riva
Al Signor Giovanni Galli, fattore in Ca’ Riva, Azzate.
Siamo a pochi giorni
dal Santo Natale e il padrone ordina al suo fattore di pagare le imposte, il
Bocelli, lo scalpellino, il Bossi falegname, il falegname di Castronno e
qualcun altro che ne avesse urgenza, senza dimenticare i massari che sicuramente vorranno soddisfare qualche
desiderio di gola in occasione delle prossime festività.
Como, giorno 26
dicembre 1843
Certamente che la privata scrittura del poco pezzo venduto
contava anch’io renderla a D. Pietro Bossi, ma quanto al pagamento delle lire
800, era già stato da me confessato ricevuto sino dalla Domenica stessa 17
scorso; quindi tal carta o la porteremo o la manderò io presto. Dovendo io
esigere altro denaro col 31 corrente e col giorno 10 gennaio farò il possibile
di spedirvi altra somma per progredire ai pagamenti stabiliti e frattanto
esigete le altre 500 da D. Pietro Bossi.
Quanto alla disgrazia della gamba rotta di Carlino è stato
un compenso l’accadere a Ginevra dove dice mio figlio esistere molti istituti
di beneficienza, ed essere ben curati gli infermi e gli Ospitali e tanto più
ora coll’appoggio di persone opportune che ne prenderanno cura, e si penserà
per il denaro occorribile al ritorno tosto che sia in caso, mentre d’inverno la
cosa è più lenta ed occorrono maggiori riguardi.
Vi raccomando di tenermi da conto il fieno buono per uso
de’ miei cavalli e la paglia bella e se le strade sono pericolose di
sdrucciolare per brina fatela inghiaiare un poco.
Vi saluto.
Gio. Battista Riva
Al Signor Giovanni Galli, fattore in Casa Riva, con burro,
Azzate.
Cercate il conto al sarto e mandatemelo.
Mio figlio ha scritto a Ginevra credendo che Carlino possa
essere all’Ospitale, lo ha raccomandato ad un certo J. Becthel che abita vicino
all’albergo della Corona, che mi pare sia un negoziante.
Vi scrivo questo perché se scrivete a Carlino sappia dove
è stato raccomandato per sua norma.
Da questo avrà quanto gli abbisogna. Scrivete a Ginevra e
affrancate la lettera fino ai confini.
Como, giorno 28
dicembre 1843
Ritornando il Peppino, mandate anche piccola botte vino
simile all’altro già spedito di nuovo e paglia da mangiare o di frumento o
d’avena e questa fate il possibile di farla legare in fasci. Mandate due
capponi, due riteneteli voi per buon capo d’anno, e spedite le tre pollastre.
Spedite il carlon triste servibile per i polli.
Caricate la botte separata dalla paglia perché altrimenti
è incomodo fare a Como il dazio.
Appena il vino d’uva passa fosse fatto cavatelo e
mettetelo in botte diversa poiché vi sarà qualche differenza tra un vino e
l’altro.
Sulle vinacce già schiumate dai vascelli mettete vino
buono già fatto come l’anno scorso, e dopo averlo lasciato qualche giorno
cavatelo e mettetelo tutto insieme.
Il vino farete passare sopra sia poco più della metà del
crodello cavato.
Il cupio ad eccezione dell’ultimo, mettetelo insieme al
crodellato.
Vi salutiamo
Vostro affezionatissimo Padrone
Gio. Battista Riva
Per espresso.
Al Signor Giovanni Galli, fattore in Casa Riva, con pacco,
Azzate.
Cecco Arrigo lasciò due zoccole sotto il letto: mandatele.
Da misurarsi a misura di Azzate. Mandate anche il barile
aceto unendovi spedito allora il barile vuoto.
Como giorno 30
dicembre 1843
Vedendo che D. Pietro ha premura di spedire a Milano il
contratto del piccol pezzo di terra venduto lo acchiudo, assieme ad un
almanacco da mettersi sopra un sito comodo, ed è il diavolo cioè il vizio che
colle corde tira tutte le persone a perdizione; un libretto per uso dello
studio Lubotti di 3 .... sufficiente trattandosi di avere anche il barile auto
e la paglia: e siccome il figlio è malaticcio quando non venga l’Olivarez padre
è meglio che venga il Gino suo fratello. Scrivendo a Carlino la lettera in posta
sarà levata per suo conto da qualche infermiera dell’Ospitale. Mio figlio è
contento dell’esposto nel vostro foglio per Sant’Alessandro e credo che si darà
anche il fondo alla vigna dietro le case in buona regola, e col minor impiego
di tempo possibile: state attento quando fosse gelato il prato nuovo per
condurla terra in fondo al prato secondo l’intelligenza. Vi salutiamo tutti col
buon augurio di salute per l’anno nuovo a voi e famiglia e riverite Sig.
curato, coadiutore, Sig. Generale con
mille felicitazioni per parte mia e di tutta la mia
famiglia, come anche al Sig. Cutragni.
Gio.
Battista Riva
I mulioni ..... in tutto sono 30 mille de’ quali solo 6
mille forti e gli altri mezzanelli tutti e di buona qualità.
Dite a vostra moglie che la Giovannina non vi rimanda il sacco che le ha dato avendo
trovato che uno del nostro Marolli di Casnate, ed era marcato G.M. e gli altri
due dati da voi ai contadini li rimanderà in seguito.
Como, giorno 2
gennaio 1844
Ho ricevuto la lettera. Spiacemi che il bariletto spedito
da Como, e che non è mio e devo restituirlo a chi riceve l’aceto, l’abbiate
lasciato trasportare a Castellazzo, e intanto mi tocca dare il mio vascello.
Ricuperato subito, e Vitale sbaglia molto a voler credere
suo un barile spedito qui da Como.
Spiacemi del C. Bossi e chi che non si rimetta ancora.
Quel Crespi e quelli di Vinago potevano fornirvi altro denaro onde proseguire
coi pagamenti: se potrò esigere denaro per il 12 corrente vi farò altra
spedizione, ma al giorno d’oggi non si conta mai il denaro se non è già in
tasca perché troppo si usa mancar di parola.
Parmi che Peppino sia meglio guarito e spero che si
rimetta bene. Damiano è meglio che vi paghi i dovuti capponi. Vi salutiamo.
Gio. Battista
Riva
Scrivete ancora un’indicazione delle due mostre frumento
spedite per la più o meno .... e per la qualità e scrivete come sia spedita fra
il Bossi e il domestico del Signor Curato.
[1] I Perrucconi sono una
antica famiglia di Buguggiate, imparentata con la nobile famiglia Bossi. Non
sappiamo per quale circostanza una parte di un legato Perrucconi viene ancora
pagato nel 1843 dalla famiglia Riva.
[2] In provincia di Como, nei
pressi di Fino Mornasco, dove probabilmente i Riva avevano una casa di
campagna.
[3] E’ probabilmente quel
Carlino, infortunato, e degente all’Ospedale di Ginevra di cui tanto si parla.
[4] Si intuisce che suo figlio
passava qualche tempo ad Azzate, probabilmente a tenere d’occhio i lavori della
campagna e gli interessi della famiglia.
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