mercoledì 22 luglio 2015

FRANCESCOLO BOSSI FU ASTOLFO


PERGAMENA N. 1

La storia dei Bossi inizia da lontano e, se vogliamo, ci porta anche lontano. Se poi ci lasciamo andare alla leggenda, allora sì che dovremo fare molta strada.
Il nome Bossi lo si associa per lo più al paese di Azzate ma anche alla città di Milano, dove esiste una via a loro intitolata, ma basta prendere in esame le dimore in cui essi hanno abitato per vedere come la loro presenza si sia estesa a buona parte del Ducato di Milano e anche altrove.
Conosciamo la discendenza di padre in figlio del cosiddetto ramo Bossi di Milano (capostipite Tosabue Bossi) dal 1168 al ….. e la discendenza del cosiddetto ramo Bossi di Azzate (capostipite Rabalio Bossi) dal 1290 fino al 1968 (?). Quest’ultimo ramo è maggiormente importante poiché sembra sia alla base dei due rami che, in seguito, ottennero il titolo di conti del Castello di Azzate e di marchesi di Musso che si imparentarono con le maggiori casate nobili lombarde.
Se poi prendiamo in considerazione anche la discendenza delle nobili figliole di casa Bossi, vediamo che queste si sono imparentate con le più importanti famiglie italiane. Seguendo la discendenza di Astolfo Bossi di Azzate, vissuto intorno all’anno 1350, vediamo che sua figlia Antonia si sposò con Guido Castiglioni dal cui matrimonio nacque Guarnerio Castiglioni. Questi sposò Antonia Bussone, figlia primogenita del conte di Carmagnola. Dal loro matrimonio nacque Lucia Castiglioni che sposò Nicolò da Tolentino. Dal loro matrimonio nacque Antonia da Tolentino che sposò Galeazzo Visconti. Dal loro matrimonio nacque Veronica Visconti che sposò Federico Borromeo. Dal loro matrimonio nacque Giberto Borromeo che sposò Margherita Medici. Dal loro matrimonio nacque Anna Borromeo che nel 1577 sposò Fabrizio Colonna.
Nel giro di otto generazioni i Bossi si imparentano con i Castiglioni, i Bussone, i da Tolentino, i Visconti, i Borroneo, i Medici ed i Colonna: non c’è che dire!


BASSI PER BOSSI: UN ERRORE DA CORREGGERE!

E' il caso di ridare paternità ad Antonia Bossi, moglie di D. Guido Castiglioni, che sulla fine del XIV sec. furono proprietari del cosiddetto castello di Masnago, oggi sede del nuovo Museo ...
L'Antonia in questione apparteneva ad una delle più nobili ed antiche famiglie di Azzate, i Bossi, e quantunque la differenza dei due cognomi risieda in una A anziché una O il risultato è quello di sconvolgere tutto il senso della questione e fa meraviglia che si sia incorsi nell'errore sia nella guida ..... che nella gigantografia posta all'ingresso del castello, subito dopo la biglietteria.
I Bassi non ebbero mai arte né parte ad Azzate e veniamo a sapere dal volume fresco di stampa di Ottavio Lurani, "Perché ci chiamiamo così?", Macchione Editore, Varese, 2000, che essi sono "radicati in varie zone dell'Italia settentrionale, si ritrovano anche nel Mantovano, nel Milanese, in val Colla, nel Poschiavino, dove era nato anche il poeta dialettale Achille Bassi (1877-1962) che celebrò le vicende degli emigranti poschiavini ambulanti nelle pianure del Parmigiano e del Veneto".
I Bossi invece vantano una storia millenaria (erano già signori del castello e borgo di Azzate nel 1290) e hanno lasciato numerose testimonianze nel nostro territorio.
Per chi volesse andarle a scoprire segnaliamo:

Azzate: ciò che rimane del vecchio castello; ultima dimora della famiglia, attuale Villa Zampolli; Villa Bossi-Alemagna, attuale Villa Berla; Villa Bossi-Tettoni-Benizzi-Castellani, attuale sede del Municipio; Villa Bossi-Riva-Cottalorda, attuale Villa Ghiringhelli; Villa Bossi- Orrigoni, attuale Villa Piana; Villa Bossi-Borsa, attuale sede del Romantic Hotel Mai Intes; stemma sul camino dell'Osteria della Colomba; stemmi sulla facciata di Casa Magni; stemma nell'attuale Enoteca del Vecchio Borgo; lapide e medaglioni di Villa Benizzi-Castellani; medaglioni di Matteo e Polissena Bossi in Ca' Mera attuale Villa Orsi; lapide del sepolcreto della Chiesa Parrocchiale; galleria dei ritratti nell'attuale Villa Ghiringhelli; chiesa parrocchiale di Azzate: affresco raffigurante S. Benigno e Ansperto Bossi, vescovi di Milano.
Bodio: Villa Bossi, attuale Villa Gadola; Villa Bossi, attuale Villa Acquadro-Corso;
Besozzo: Villa Bossi.
Daverio: stemma sul capitello della Corte Sessa.
Gallarate: lapide di Orazio Bossi, all'esterno della Basilica di S. Maria Assunta; stemma di Benigno Bossi nell'ex Convento di S. Francesco, attuale sede del Museo Civico.
Brunello: lapide di Bernardo Bossi nella Chiesa di S. Maria Annunciata.
Jerago: castello.
Varese: Villa S. Francesco, attuale Villa Panza, sede del Museo ...; ex Convento di S. .....; lapide nello
        slargo di Via Walder; stemma in Villa Oppliger.
Bisuschio: stemma sullo scalone di Villa Cicogna-Mozzoni.
Porto Ceresio. stemmi vari.
Musso: resti del castello.
Meleto Lodigiano: castello.
Milano: Via dei Bossi; Casa Bossi; torre sul Palazzo dei Giureconsulti; stemma di Gabriello Bossi nel chiostro della Chiesa di S. Ambrogio ad Nemus; lapide "De origines de Bossiae gentis" in Palazzo Litta; lapide di Ippolita Bossi-Rozzoni nella chiesa di S. Angelo; lapidi sepolcrali nella Chiesa dell'Incoronata; arca di Antonio Bossi nella Chiesa di S. Marco; lapide cronologica dei vescovi di Milano in Duomo.
Montonate: castello Oltrona al Lago: stemma sulla casa della fu N.D. Antonietta Bossi, attuale casa Balduzzi.

Questa pergamena, pubblicata in appendice del volume di G. Moreno Vazzoler,  Azzate - Vicende storico-ecclesiali, Parrocchia Natività di Maria Vergine, Azzate, 1996, pagina 233 ci fa conoscere Astolfo Bossi che non è compreso negli alberi sopracitati ma che ha avuto sicuramente un ruolo molto importante in seno alla nobile famiglia di Azzate.


“N. 1. Sec. XV (post 1414) 30 maggio, mercoledì, Indizione VII, Milano.

Il notaio Guglielmo Crivelli fu Gaspare va a casa di Ambrogio Turconi e stende un istrumento per attestare che Franciscolo Bossi di Astolfolo, chierico milanese, andò a casa del fu Marco Bossi fu Francescolo Bossi, in Azzate dove abitava Giovannina Bizzozero fu Francescolo madre e tutrice di Franceschino, Giacomo e Andrea Bossi, per dire che il fu Marco Bossi aveva promesso al notaio Giovannolo Lunato, procuratore di Tommasina Bossi fu Dixolo, che allora abitava a Milano in Porta Vercellina nella parrocchia di S. Maria Fulcorina, di dare entro un mese 515 fiorini d'oro (al cambio di 3 lire e 4 soldi di terzoli per ogni fiorino), in forza dell'istrumento rogato dal medesimo notaio Giovannolo Lunato lunedì 28 gennaio 1409, indizione II, e che Tommasina Biffi, che allora era badessa del monastero di Baxiano, diocesi di Milano, e Franceschina Bosoni di Monza monaca del medesimo monastero avevano venduto i loro diritti allo stesso Franciscolo Bossi, come appare dall'istrumento del notaio Beltramo Carcano.
Franciscolo lascia gli istrumenti a disposizione del notaio Antonio Bossi per farne e rilasciarne eventuali copie, alla presenza di Antonio Ghiringhelli fu Fiorio, di Giovanni e Montolo Bossi del fu Silvestro, tutti di Azzate.

cm 35,7/35,4 x 39,1/38,1; righe superstiti: 57.
La pergamena è stata ricuperata togliendola da un fascicolo al quale serviva da copertina.

Sulla parte dorsale della pergamena sta scritto: “Quinternetto sopra quale si notano le / lire diecisette imperiali quali si danno / ogn’anno a una puta de maridare per / uno legato per il quondam signor Antonio Cottica / Dottore di leggi come appare nel testamento rogato / per domino Francesco Rotta adì 14 ottobre 1533 / dal quale signor Cottica è stato herede la quondam / Signora Anna Cottica madre de noi Giovanni Antonio / et Giovanni Battista fratelli Bossi”.
(Altra mano).
“Et il suddetto legato è perpetuo, et la metà che sono lire 8.10 / si dovevano pagare ogni anno, sino in perpetuo dalli / heredi di me Giovanni Battista Bosso, et questo /li serva per memoria”.
(Altra mano)
“Quinterno 188”

Nel complesso, la parte superiore della pergamena non si presenta in condizioni troppo cattive: ha alcune macchie e vari piccoli fori. Due pieghe verticali e una orizzontale la dividono in 6 zone di cui le due centrali sovrappste sono più ampie delle altre 4; altre piegature meno evidenti risultano dallo schiacciamento subito dalla pergamena quand’era arrotolata.
La refilatura ha mutilato il testo all’estremità destra di ciascuna riga.

(Omissis). Actum in domo habitationis infrascripti Ambrosii de Turchonibus sita in porta cumsana mediolani in parochia sancti carpofori intus (interfuerunt) (53) ibi testes venerabilis vir dominus presbiter petrus de Bossiis filius quondam domini Victoris beneficialis et rector ecclesie sancti carpofori intus Mediolani notus  G(…) (54) de Biviliore filius quondam belli et Ambrosius de Turchonibus filius quondam Marcoli ambo suprascriptarum porte cumane parochie sancti Carpofori intuds, omnes idonei (55) et rogati.
(56) S.T. Ego Guilielmus de Crivelis filius quondam domini Gasparris notarius publicus civitatis mediolani porte cumane parochie sancti Marcelini rogatus tradidi scr(ipsi) (57) et subscripsi (et glosavit ubi legitur et  infrascripta etiam subscripsi ut supra”.[1]

Con i dati appena presentati possiamo stilare il seguente albero genealogico che verrà arricchito da ulteriori informazioni:




Astolfo o Astolfolo Bossi di Azzate circa 1350.
   |
   |
   |--- Franciscolo Bossi
   |     Chierico milanese.
   |     Canonico di S. Giovanni di Castel Seprio nel 1440. Prevosto di S. Vittore di
   |     Arsago Seprio nel 1421.
   |     Residente ad Azzate nel 1435.
   |
   |--- Antonia Bossi circa 1375
        Sp. D. Guido Castiglioni circa 1360.
           |
           |
           |--- D. Guarnerio Castiglioni circa 1400.
                 Lettore di diritto civile a Pavia nel 1423. “Spect. iurecons. d. Guarnerius de
                 Castilliono, civis Mediolan.”.[2]
                 E' nominato a far parte del Consiglio Segreto l'11.3.1450 Giureconsulto di
                 gran valore ed oratore di fama. Ebbe da Filippo Maria Visconti numerosi
                 incarichi e fu uno dei Capitani e Difensori della Repubblica. Avendo molto
                 caldeggiato il trapasso di Milano allo Sforza, questi lo nominò Consigliere
                 Segreto. Nel 1454 fu ambasciatore a Venezia per la ratifica della pace di
                 Lodi.
                 Morì il 5 maggio1460. Lasciò scritti giuridici, orazioni ed epistole[3].
                 Sposa Antonia Bussone (circa 1416-1466), primogenita di Francesco, conte
                 di Carmagnola, morta nel 1466.
                     |
                     |
                     |--- Lucia Castiglioni circa 1445-1510.
                           Sp. Nicolò da Tolentino circa 1444-1485.
                               |
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                               |--- Antonia da Tolentino circa 1470.
                                     Sposa Galeazzo Visconti circa 1460-1530.
                                         |
                                         |
                                         |--- Veronica Visconti circa 1490-1519
                                                Sposa Federico Borromeo 1492-1529.
                                                    |
                                                    |
                                                    |--- Giberto Borromeo 1511-1558
                                                          Sp. Margherita Medici 1510-1547.
                                                               |
                                                               |
                                                               |--- Anna Borromeo circa 1547
                                                                     Sp. 1577 Fabrizio Colonna 1557-1580.

In questi anni i canonici di Castel Seprio continuano a suscitare l’interesse della famiglia Bossi. Nel 1440 è canonico di S. Giovanni Francescolo Bossi, figlio di Astolfolo, che nel 1421 era pure prevosto di Arsago, ma che attorno al 1426, non sappiamo per quale motivo, aveva rinunciato alla prepositura[4]. Risulta abitare nel 1435 ad Azzate[5].



GUARNERIO CASTIGLIONI, figlio di Guido (o Guidolo) e di Antonia di Astolfo Bossi di Azzate, era lettore di diritto civile a Pavia nel 1423, quando Filippo Maria Visconti lo volle alla sua corte; egli fu ambasciatore e plenipotenziario del duca presso vari principi d'Italia; nel 1435 fu a Firenze con il Cardinal Branda per il trattato di pace di cui abbiamo parlato; nel 1438, con Franceschino Castiglioni, fu procuratore del duca per trattare le nozze di Bianca Maria, unica figlia di Filippo Maria, con Francesco Sforza.
Durante l'Aurea Repubblica Ambrosia, Guarnerio entrò nel Consiglio dei Decurioni (q. 1447) e, quindi, fu eletto Supremo Magistrato dei Capitani e dei Difensori della Repubblica.
Nel 1450, usando del privilegio di conte palatino goduto dai Castiglioni, Guarnerio conferì il notariato a Cicco Simonetta, il celebre segretario ducale.
Creato Consigliere Ducale da Francesco Sforza (a. 1450), Guarnerio Castiglioni ottenne, nello stesso anno, la conferma del Feudo di Garlasco in Lomellina, del quale era stato investito "nel 1436 in guiderdone de' suoi distinti servigi, per sè e discendenti maschi legittimi con mero e misto impero" (Litta); egli è quindi considerato il capostipite del ramo dei Castiglioni di Garlasco e di Marano (quest'ultimo feudo, nel novarese, fu ottenuto nel 1466).
L'ultimo atto solenne di Guarnerio Castiglioni venne compiuto il 9 aprile 1454, in veste d'ambasciatore di Francesco Sforza presso i Veneziani, per la ratifica della Pace di Lodi, che per un quarantennio garantì una certa tranquillità fra i principali Stati d'Italia.
Morì il 15 maggio 1460 nel suo castello di Mozzate nel contado del Seprio.
La complessa personalità di Guarnerio Castiglioni presenta anche un aspetto umanistico: "... genero del conte di Carmagnola (del quale sposò la figlia Antonia), ... chiusa la breve vicenda repubblicana, il giorno dell'ingresso solenne a Milano di Francesco Sforza, il 25 maggio 1450, Guarnerio pronunciò il discorso di saluto al nuovo duca[6].




Franciscolo Bossi
Aveva acquistato da Tommasina Biffi, badessa del Monastero di Baxiano diocesi
di Milano, e da Franceschina Bosoni di Monza monaca nel medesimo monastero
alcuni loro diritti.
Lascia gli istrumenti a disposizione del notaio Antonio Bossi per farne e rilasciarne
eventuali copie, alla presenza di Antonio Ghiringhelli fu Fiorio, di Giovanni e
Montolo Bossi del fu Silvestro, tutti di Azzate.
   |
   |
   |--- Marco Bossi
         Dopo il 1414 promette al notaio Givannolo Lunati, procuratore di Tommasina
         Bossi fu Dixolo, di dare entro un mese 515 fiorini d’oro.
         Sp. Giovannina Bizzozero.
            |
            |
            |--- Franceschino Bossi
            |
            |--- Giacomo Bossi
            |
            |--- Andrea Bossi




Montolo Bossi
Giudice delle strade, acque, fiumi e ponti della città e contado di Milano.
Nel 1404 istituisce suo erede il figlio Andrea[7].
   |
   |
   |--- Silvestro Bossi
         Notaio. Le sue abbreviature rogate in Milano dal 1399 al 1411 sono presso
         A.S.Mi.
             |
             |
             |--- Giovanni Bossi di Azzate
             |     Il 30 maggio ..... (post 1414) interviene con il fratello Montolo come
             |     testimone in un istrumento.
             |
             |--- Montolo Bossi di Azzate.
             |     Il 17.5.1443 interviene come testimone[8].
             |
             |--- Pietro Bossi
             |
             |--- Francesco Bossi
                   J.C.C. 1431-1450



Fiorio Ghiringhelli
   |
   |
   |--- Antonio Ghiringhelli di Azzate.






[1] G. MORENO VAZZOLER, Azzate - Vicende storico-ecclesiali, Parrocchia Natività di Maria Vergine, Azzate, 1996, pag. 233.
[2] E. CAZZANI, Castiglione Olona, pag. 178.
[3] Cfr. LAZZERONI, Il Consiglio, pag. 110 nota 64. C. SANTORO, Gli uffici del dominio sforzesco.
[4] C. MASTORGIO, op. cit., p. 120 e p. 132. nota 23. ASDMi, Notarile, cart. 275, atto del 30 ottobre 1427 e del 18 maggio 1440.
[5] ASDMi, Notarile, cart. 276, atto del 3 maggio 1435.
[6] Estratto da: EUGENIO CAZZANI, Il Cardinale Branda Castiglioni.

[7] Vedi note su Matteo Bossi.
[8] Vedi documento n. 108.

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