mercoledì 22 luglio 2015

UN'INEDITA CARTA DEI LAGHI VARESINI DEL XVII SECOLO di Marco Tamborini


Archivio comunale di Varese, Disegno dei laghi con autentica notarile
dell'8 giugno 1652.

Lo studioso di materie storiche è sempre più pressato dall’esigenza di affiancare i suoi dati e ricerche da notizie attinte dalle più diverse discipline ed oggi, per lo studioso di storia locale, l’analisi degli elementi geografici e topografici è di notevole importanza.
I diversi fondi cartografici conservati presso l’Archivio di Stato di Varese permettono questa analisi e offrono al cultore di cose varesine una notevole fonte di dati e notizie.
E’ stato appunto in occasione di mie consultazioni alle mappe teresiane che il Direttore dell’Archivio, Dottor Giuseppe Scarazzini, mi ha sottoposto una mappa, conservata in altro Fondo[1], che merita di essere presentata per il carattere di interessante novità che essa riveste.
Il disegno a più colori, che misura cm. 68 x cm. 50, è databile attorno al 1652, anno in cui, come è descritto nel cartiglio, si è venuta a perfezionare la vendita dei laghi fatta dal Magistrato Camerale di Milano al Conte Francesco Biglia Vescovo di Pavia.
Le vicende di questa vendita sono compiutamente descritte dal Quaglia in “Laghi e torbiere del Circondario di Varese” a cui si rimanda.[2]
Lo stesso Quaglia precisa che nell’istromento finale dell’8 giugno 1652 veniva unito il disegno dei laghi effettuato dall’Ingegner Collegiato Camerale Gio. Ambrogio Pissina, il quale aveva effettuato una visita sul posto nel 1646 al seguito della quale aveva steso il disegno e la descrizione.
Il Quaglia lamenta di non aver potuto vedere il disegno perché mancante fra gli atti della vendita. Quella che presentiamo dovrebbe essere quindi la mappa che accompagnava l’istrumento del 1652 o di una sua copia, dato che nel cartiglio si dice: “Un disegno autentico si ritrova nell’Archivio di Casa”, ma ambedue non furono evidentemente visti dal Quaglia.
La reale disposizione dei luoghi sono indicati in mappa in maniera molto approsimativa ed è ingenuamente fuorviante l’indicazione dei venti, posta nell’angolo superfiore sinistro.
Il disegno risponde all’esigenza di segnare i laghi sottoposti alla vendita: “di Gavirate, di Monate, di Ternate, di Biandronno e della Bozza, e colle loro rive e cogli scolatori emananti da detti laghi e congiungenti i detti laghi fra loro”[3]. E visivamente realizzano la visione del Pissina che li qualificò “aggregati al Lago Maggiore, come bracci e membri del medesimo”.[4]
In realtà non tutti questi laghi comunicano tra loro: se è vero infatti che i laghi di Monate e Varese comunicano con il Maggiore tramite i torrenti Acqua Nera e Bardello, ed il canale Brabbia, emissario del lago di Comabbio, sfocia in quel di Varese, di pura fantasia sono i collegamenti segnati tra il lago di Comabbio e quello di Monate e tra il laghetto di Biandronno e quello di Varese.
Con altrettanto pizzico di fantasia sono i disegni delle chiese dei paesi rivieraschi, disegnate forse dal Pissina a sopralluogo ultimato e facendo quindi affidamento solo alla memoria per i luoghi visitati. Il tutto in ogni caso è impregnato di un gusto e di una squisitezza di linee che fanno perdonare la poca rispondenza del disegno alla realtà e che fanno della mappa un documento di estremo interesse che si affianca a complemento di quelle mappe presentate dal Professor Giampaolo in “Cartografia Varesina”.




[1] A.S.Va, Fondo Museo. Oggi (2008) si trova presso l’Archivio Storico del Comune di Varese.
[2] QUAGLIA G., Laghi e torbiere del Circondario di Varese, provincia di Como, Varese, 1884, pp. 11-16.
[3] QUAGLIA, op. cit., pag. 15.
[4] GIAMPAOLO L. – Cartografia Varesina, acura del Comune e Biblioteca Civica di Varese, 1953.

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