lunedì 6 luglio 2015

NOBILE CONTRADA DEI BOSSI DI MILANO


Comprende la restante e maggiore parte  dell'omonimo « quartiere annonario » sito in Porta Nuova; i suoi limiti, pertanto,  sono: linea di confine con Porta Comàsina, successivamente in coerenza con il  Rovello e con l'Orso, dall'angolo vie S. Protaso - Bassano Porrone all'altro  Giuseppe Verdi - Orso, via Verdi, piazza della Scala, via Case Rotte, piazza S.  Fedele, linea divisoria coi Rostri dall'angolo piazza S. Fedele - Via Marino al  predetto S. Protaso - Porrone. Fino a questi ultimi tempi esisteva ancora la chiesa  dei SS. Protaso e Gervaso soprannominata « ad Monachos » per distinguerla  dall'altra « in Campo »; sono scomparse in varie epoche le chiese di S. Dalmazio,  dei S.S. Cosma e Damiano « al Carrobio » e di S. Lorenzo « in Turrigia »; di età  posteriore a quella che forma oggetto del presente studio è la chiesa, poi collegiata  e canonica, di S. Maria alla Scala, fatta erigere sulle rovine delle « case dei  Torriani » da Regina della Scala, moglie di Bernabò Visconti, dove prima si  trovava una vecchia chiesuola sotto il titolo di S. Veronica. La memoria, triste  invero, dei così detti « Guasti Torriani » e dei feroci odii di parte è tuttora presente  nella via Case Rotte, già « contrada dei Della Torre », che documenti del secolo  XIV chiamano, nel latino semi-barbaro di quel tempo, « de Caruptis »; ma il  gruppo maggiore delle loro case era nella vicina contrada della Mazza. Nè vanno  dimenticate le Vie Filodrammatici, già di S. Damiano al Carrobio, e Marino, che si  suppone fosse prima sotto il titolo di S. Fedele: messe ai lati del noto carrobbio di  Porta Pretoria e perfettamente disposte secondo l'oriente di primavera, esse sono  un notevole avanzo del graticolato romano del campo e, di questo, l'estremo limite  di nord-est; ne fanno fede i non pochi ritrovati archeologici ivi. Sull'ètimo dei Bossi ho detto in addietro, a proposito del gruppo dei nomi di  piante, il mio parere; tuttavia, dallo stemma della famiglia conservatoci nel Codice  Cremosano, pag. 3'3, sembrerebbe che l'opinione invalsa in antico fosse di un  derivato da bos, bovis, una stiracchiatura che, a mio giudizio, può fare il paio con  Morigia dedotto da morus, il noto «gelso» di cui si è discorso trattando della ex- via dei Moroni e della località «ad tres Moros». Lo scudo e il vessillo, pertanto,  della nostra «contrada» avrebbero dovuto fregiarsi dell'emblema del
«bosso»; ma  dato che la famiglia, la quale senza dubbio prese il cognome dal luogo dove  abitava, fece propria anche l'arma che detto luogo con poca esattezza etimologica  distingueva, crediamo di doverla senz'altro accogliere: di rosso al bue d'argento  armato di oro e alle corna ricurve dello stesso.


(Estratto da: Charta Ambrosiana).

Via dei Bossi - Il portale del Banco Mediceo prima
della rimozione del 1861 per il Castello Sforzesco.

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