CARTELLA N. 731 – FASCICOLO I
Riguarda la Cappellania di S. Carlo istituita da prete
Antonio Maria e Carlo fratelli Carnasini di Azzate per la celebrazione di n. 5
messe ogni settimana all’altare di S. Carlo nella chiesa parrocchiale di
Azzate, come da testamento rogato dal notaio Sebastiano Bossi il 20 giugno
1706.
Detta cappellania sarà in aggiunta di altra cappellania
istituita all’altare della Beata Vergine Maria nella chiesa parrocchiale di
Azzate sotto l’invocazione della stessa Beata Vergine Maria per la celebrazione
di una messa quotidiana.
A dette cappellanie viene eletto il prete Paolo Giussani
figlio di Gio. Battista di Angera che dovrà “attendere alla residenza del coro”
nella chiesa parrocchiale di Azzate.
Estinta la linea maschile della Casa Giussani di Angera,
il giuspatronato passerà al curato pro tempore di Azzate.
1752 25 settembre
Confesso io infrascritto canonico Giuseppe Antonio Giussani
del q. Gio. Battista abitante nel borgo di Angera ducato di Milano, come
successo nel juspatronato del Beneficio dei fu M.R. prete signor Antonio Maria
e sig. Carlo fratelli Carnasini del luogo di Azzate per la celebrazione di
messe cinque ogni settimana all’altare di S. Carlo della Parrocchiale di Azzate
suddetto come dalla ordinazione, della quale negli atti della Curia
Arcivescovile di Milano, confesso, dico aver ricevuto dal M.R. sig. teologo
Gio. Maria Sormani vicario nella pieve del borgo di Varese la cartella del
Banco di S. Ambrogio della città di Milano attinente al beneficio suddetto e
per fede
Io canonico Giuseppe Antonio Giussani confesso come sopra.
(Autentica della firma da parte del notaio Gio. Battista
Portabò).
Copia del testamento del rev. Antonio Maria e Carlo
fratelli Carnasini del 20 giugno 1706 rogato dal notaio Sebastiano Bossi che
non si trascrive e si riassume come segue:
Di più fondiamo sopra nostri beni stabili una messa
quotidiana sotto il titolo della B.V.M. in perpetuo da celebrarsi dal
cappellano per tempora conforme la nostra intenzione all’altare della B.V. M.
nella parrocchiale di Azzate.
Negli altri poi crediti dopo costituiti i scudi 60 annui per
il cappellano perpetuo, le lire 10 per la manutenzione come sopra, vogliamo si
procuri l’impiego per far celebrare tante messe dai medesimi sempre per metà
come sopra.
Item lasciamo e costituiamo messe numero 5 alla settimana,
comprese le festive da celebrarsi all’altare di S. Carlo eretto nella
parrocchiale di Azzate sotto il titolo di S. Carlo oltre altro beneficio già
nominato nel suddetto testamento, e queste in perpetuo, per le quali messe n. 5
gli assegnamo lire 9.000 di crediti e che si abbiano ad erigere in titolo
vitalizio, o perpetuo, e per questa cappellania eleggiamo il prete Paolo
Giussani figlio del signor Gio. Battista del luogo d’Angera, con che per se
ipsum, et non per alium, abbia da risiedere e attendere alla residenza del coro
in questa parrocchiale, e che il giuspatronato sia sempre del maggiore d’età
della linea mascolina di sua casa Giussani solo d’Angera, ed estinta detta
linea mascolina sia pur anche detto jus eligendi in perpetuo del signor curato
per tempora di Azzate, et ut latius.
E se Dio permettesse che io prete Antonio Maria morissi
prima di mio fratello, in virtù della quale ci conveniamo, che morendo io prete
Antonio Maria tra le altre cose stabilite in questo testamento da osservarsi
inviolabilmente, voglio che non sia lecito al signor Carlo rompere, né mutare,
né variare quanto è già disposto in questo testamento, massime per la messa
quotidiana detti eletti, ed altro, perché intendo che detto Carlo sia e debba
essere mero usufruttuario per esservi istrumento di divisione rogato dal signor
Giuseppe Biumi il dì 16 giugno 1670 nel quale si vede essergli toccata una
vigna che fu pure venduta dal medesimo a me prete Antonio Maria, come per
istrumento rogato dal detto signor Biumi il 3 aprile 1671, per il che si vede
chiaramente essere il detto Carlo padrone di disporre dei beni ed altro al
presente istrumento tutti a favore di me prete Antonio Maria fratello,
facendolo di comune consenso questo testamento ad melius, esse, per ischivar le
discordie.
Nota dei crediti che si assegnano per la messa Carnasini in
Capolago oltre il suddetto assegno fatto della cartella del Banco di S.
Ambrogio:
-
Signor Ippolito Frotta come per istrumento del 1710 e
1715 rogati dal signor Sebastiano Bossi lire 300; pagato lire 410 in Varese.
-
Carlo Giuseppe Bassani per una ….. venduta per
scrittura privata autentica con successiva investitura a livello in Vogonno
paga soldi 30 e paia uno capponi all’anno in prezzo di lire 120;
-
Pezzo di terra in Dobbiate avidato detto la Costa paga
Gio. Battista Vanoni segale stari 3 quartari 2 e la metà dell’uva come per
istrumento lire 200;
-
…. Giacomo e fratelli Oroboni per scrittura senza
interessi lire 184.3;
-
l’eredi di Gio. Battista q. Bernardino Vanoni per
istrumento di patto di grazia spirato, pagano stari 5 quartari 2 frumento lire
280;
-
Giacomo Monetti di Azzate lire 19;
-
I fratelli Carlo Antonio e Gio. Battista q. Angelo
Maria Vanoni di Dobbiate per istrumento di grazia spirata pagano frumento stari
2 lire 100;
-
Pietro Battista Vanoni in Dobbiate grazia spirata per
istrumento paga stari 1 quartari 2 frumento lire 75; per fitti mancati altri
stari 1 quartari 1 frumento lire 49:
-
Le quattro cartelle di moneta corrente lire 7.860
In tutto fanno lire 9.187.3
Sottoscritto io prete Emilio Grandi esecutore ed
amministratore dell’eredità Pia Carnasini.
CARTELLA N. 731 - FASCICOLO II
Beneficio di S. Francesco (1643-1682).
Vari istrumenti attinenti alla fondazione della Cappella di
S. Francesco nella Parrocchiale di Azzate all’altare della B.V. juspatronato
del signor curato pro tempore di Azzate e del signor Paolo Bossi.
……
Essendo stato ricercato il 12 del corrente dal signor don
Carlo Vitali, come uno dei signori esecutori e rogatari del testamento fatto
dal q. rev. Prete Francesco Solario d’effetto che io ingegnere infrascritto
visitassi e estimassi i luoghi lasciati dal detto q. rev. prete Solari parte
situati nella casa di Cesare Seroni nella contrada del Guasto in Porta Comasina
Parrocchia di S. Simpliciano e situati nella casa del q. Bartolomeo Pozzi nella
Contrada della Maddalena Parrocchia S. Eufemia di questa città per compiere a
una tanta parte all’obbligazione delle cinque messe per ciascuna settimana,
come si vede nel memoriale devettato dal rev. sig. vicario generale per il
legato lasciato dal rev. q. Solari.
E perciò in virtù di tale richiesta mi trasferii il dì
suddetto a visitare e estimare i luoghi qui abbasso situati nelle dette due
case alla presenza del rev. sig. Filippo Maria Visconti canonico ordinario del
Duomo di Milano e prefetto di P.P. e delegato dal detto rev. sig. vicario a tal
effetto e alla presenza del detto signor don Carlo, i quali luoghi sono come
segue cioè:
ecc. ecc.
(Non si trascrive)
CARTELLA N. 731 - FASCICOLO III
Beneficio dei Santi Quirico e Giulitta (1780-1852)
Eccellentissimo Principe.
Possiede da molti anni il sacerdote Bernardino Della Porta
il beneficio dei Santi Quirico e Giulitta eretto nella parrocchiale chiesa di
Azzate, cui annesso è l’obbligo di messa quotidiana in detto luogo.
Sono da due mesi, che assentatosi il sacerdote, che suppliva
la detta messa quotidiana, resta questa inadempiuta.
Non ha tralasciato il titolare Della Porta servitore
umilissimo di V.E. fare in ogni parte tutte le più diligenti pratiche per
ritrovare altro sacerdote, onde fare supplire detta messa quotidiana, ma queste
finora si sono rese inutili, mentre per la notoria scarsità dei sacerdoti, li
esistenti nazionali sono tutti occupati per le loro cappellanie, e forestieri
non altrimenti possono ritrovarsi come si comprova dagli annessi attestati
giustificanti le pratiche fatte dal ricorrente per ritrovare sacerdoti.
In tale stato di cose egli è bramoso che almeno il suffragio
del fondatore non venga ritardato, massime che Azzate è provvisto di abbondante
numero di cappellanie, e però all’E.V. ricorre, supplicandola umilmente acciò
si degni permettergli, che sino a tanto che non ritrovi altro sacerdote, per
mezzo di cui far celebrare detta messa quotidiana coll’elemosina di lire 25,
oltre la casa d’abitazione, possa detta messa quotidiana fare altrove
celebrare.
Dominus Prepositus Vicarius Foraneus Varismi audito paroco
Azzati informet et …
18 febbraio 1780
CARTELLA N. 731 - FASCICOLO IV
Messe ed annuali da celebrarsi nella chiesa parrocchiale di
S. Maria Nascente di Azzate. Legati inadempiuti. (sec. XVII-XVIII).
(Per il momento si tralascia)
FASCICOLO V
Fondiaria e documenti relativi al Beneficio Coadiutoriale di
Azzate. (1627-1798).
…..
…..
Inventario della ragioni e beni assegnati alla Coadiutoria
di Azzate fondata l’anno 1627:
Prima la casa coadiutoriale con giardino annesso tutta cinta
di muro, e con tutte le necessarie comodità .
Secondo tutte le primizie che si esigono nella terra di
Azzate e nelle cascine del Doné e del Borgna, e queste per il valore di scudi
50 assegnati nella fondazione e come in fatti.
Terzo possiede tutti i beni della Maccana con casa di
massaro annessa assegnatagli parte nella fondazione, con obbligo di messe per
il legato del fu Gio. Antonio ossia Taddeo Bossi.
Ha il terzo di tutti gli straordinari che si fanno nella
suddetta cura parrocchiale.
Aggravi della suddetta coadiutoria:
Prima è obbligato intervenire a tutti gli annuali che si
fanno a spese del curato senza elemosina tanto per la parte della presenza
quanto per la terza parte della cera, purché detta cera sia messa dallo stesso
curato.
Secondo alla terza parte di tutte le spese di visite e a
fare a sue spese la festa della Natività della Beata Vergine Maria ogni tre
anni.
F.to Giovanni Orlando curato coadiutore di Azzate.
CARTELLA N. 731 - FASCICOLO VI
Scritture spettanti alla Cappellania di S. Giovanni
Evangelista eretta nella Chiesa Parrocchiale di Azzate. (1475-1809).
CARTELLA N. 731 - FASCICOLO VII
S. Lorenzo al Castello. (sec. XVII).
CARTELLA N. 731 - FASCICOLO IX
Celebrazione feste religiose.
Molto illustre e molto reverendo Signore
Ieri, perché la mattina dopo il Vangelo della messa cantata
ho letto al popolo la lettera di V.S. portatami solamente allora, perciò dopo
il pranzo sono venuti da me il signor Pomponio Bossi e il signor Cesare Bossi
come deputati dall’altra nobiltà a discorrere meco dell’ordine che si può
tenere nelle processioni in questa villa attesa la moltitudine della nobiltà,
la quale (come essi dicono) pare che meriti qualche privilegio, e attesa la
consuetudine che vi era avanti che s’introducesse la Confraternita dei
Disciplini, hanno concluso che si potrebbe fare in questa maniera, cioè che
nella processione vadano innanzi le contadine con il suo crocifisso, e dopo
esse seguitino i contadini con una crocetta, dopo essi seguitino i Disciplini,
e dopo i Disciplini il Clero, e dopo il Clero i Gentiluomini e dopo i
Gentiluomini le Gentildonne, dopo le quali non vogliono in modo alcuno che vi
stiano né contadini né contadine. Or veda mò V.S. se anch’essa collauda
quest’ordine. Del resto bacio a V.S. riverente le mani predandoli da Dio ogni
bene con tanto maggior affetto, quanto
maggior è l’affetto che V.S. ha sempre dimostrato verso di me.
D’Azzate il dì 17 luglio 1684
Di V.S. molto illustre e molto reverenda obbligatissimo e
amantissimo servitore
Prete Carlo Fumagalli curato di Azzate.
Molto illustre e molto reverendo signore.
Vengo con queste quattro righe da me stentatamente scritte
con tremante mano a pregar V.S. mi favorisca di venir a onorare la mia festa
patronale, cioè la festa della Natività della Beatissima Vergine. Del qual
favore io le resterò tanto più obbligato quando che questa sarà l’ultima volta
che io che io riceverò questo favore da V.S. atteso che io son mezzo morto,
perciò mi raccomando anche più caldamente del solito alle sue devote orazioni
baciandoli con il solito affetti le mani, e pregandoli da Dio lunga e sana
vita.
D’Azzate il dì 22 agosto 1689
Di V.S. molto illustre e molto reverenda amatissimi e
obbligatissimo servitore prete Carlo Fumagalli curato di Azzate.
CARTELLA N. 731 - FASCICOLO X
Partecipazione cappellani alle funzioni parrocchiali.
(1650-1713).
Illustrissimo e reverendissimo Signore.
Nell’anno 1687 i reverendi cappellani di Azzate fecero
ricorso dalla felice memoria dell’eminentissimo signor cardinale Visconti a
fine decretasse che servendo ugualemente esssi cappellani alle funzioni
ecclesiastiche fossero altresì ugualmente invitati agli annuali funerali e
altre funzioni lucrative come di ragione; sopra di che esso fu eminenza fece
far decreto che accluso si esibisce, quale per l’incuria dei reverendi vicario
foraneo e curati d’esso luogo non è mai stato messo in esecuzione. Hanno
pertanto stimato bene essi cappellani far di nuovo ricorso, umilmente
supplicando restar servita ordinare ai suddetti vicario foraneo e curato di
Azzate che immediatamente facciano eseguire l’enunciato e esibito decreto il
che per essere di ragione sperano.
Dominus visitator region. Se informet super expositis, et
provideat sin iniquis nobis refereat cum
voto suo.
Ex Palatio Archiep. 2 january 1713
Eminentissimo Signore.
In occasione della santa visita fatta da V.E. nella pieve di
Varese fu sporto memoriale da alcuni cappellani della terra di Azzate, quali
tengono il suo titolo degli oratori e fra confini fuori della chiesa
parrocchiale, e in detto memoriale hanno i suddetti cappellani sorretto decreto
da V.E. d’esser invitati nella parrocchiale alle funzioni tanto d’onore, quanto
lucrative per orbene, uguali ai titolari, che hanno il loro titolo nella
propria chiesa parrocchiale; cosa che è contro ogni legge e ordinazione già
anticamente stabiliti, come si vede chiaramente nelle sinode, e principalmente
nella 32° a pagina 183, e nel concilio provinciale 4° nel capitolo De Funeribus
et Offic., e perché il decreto sorretto da questi cappellani, che hanno il suo
oratorio e titolo fra confini e fuori della Chiesa Parrocchiale ridonda in
troppo disdoro e grave pregiudizio delle ragioni che hanno i titolari della
proprio parrocchiale fanno perciò ricorso ai piedi di V. Eminenza.
Umilmente supplicarla degnarsi ordinare ai signori curati
della terra di Azzate, che nel invitare i sacerdoti in tutte le funzioni tanto
lucrative quanto d’onore si si osservino gli ordini che dispongono le sinode e
concili come anche il possesso immemorabile in che si ritrovano i supplicanti
come dalle fedi che a V.E. si esibiscono il che per essere giusto sperano.
Dominus Visitator
se informet et subyciat ..
Hac die 27 july
1682
1650 adì 2
settembre.
Faccio fede io infrascritto si come dopo che io son curato
di Azzate, che sono dieci anni, nell’invitare a funerali e uffici per questi
miei signori cappellani, si è sempre usato di anteporre i titolari di questa mia
chiesa parrocchiale, purché residenti in questa cura, a quelli che hanno in suo
titolo e cappellania fuori di detta mia chiesa parrocchiale, benché tra confini
di mia cura, e benché tra titolari di mia chiesa, ve ne fosse qualcuno il quale di possesso di
beneficio, fosse posteriore di qualcuno di miei cappellani, che hanno il suo
titolo e cappellania fuori della mia chiesa; quale è il M.R. sig. prete
Cristoforo Bossi cappellano titolare della cappella di S. Giovanni Evangelista
eretta nella mia chiesa , rispetto al M.R. sig. prete Gio. Pietro Bossi
cappellano titolare dell’oratorio ovvero chiesa di S. Antonio situato nei
confini di questa mia cura. Il qual sig. Cristoforo sette anni fa è al possesso
e residenza di sua cappellania, e la detta precedenza il sig. Cristoforo ha
sempre avuto dal sig. Gio. Pietro in tutto il suddetto tempo nonostante che
detto sig. Gio. Pietro abbia reclamato anche alla presenza di chi allora era
prevosto e vicario foraneo di Varese, quale …. Favore al sig. Cristoforo pur anche
in riguardo di quel decreto ….
Io prete Carlo Fumagalli curato di Azzate.
1650 adì 6 luglio.
Noi sottoscritti gentiluomini della terra di Azzate facciamo
ampia e indubita fede mediante ancora il nostro giuramento si come in tutte le
festività ecclesiastiche che si sono fatte e che si fanno dai sacerdoti in
questa nostra chiesa parrocchiale di … tanto di devozione come di guadagno,
sono sempre stati invitati … e sempre preceduto in tutte le funzioni
ecclesiastiche prima i titolari che hanno titolo nella istessa chiesa e poi
quelli che sono titolari negli oratori tra i confini di essa che tale è sempre
stata l’antica consuetudine e in fede abbiamo firmato la presente di propria
mano.
Io Gio. Stefano Bossi faccio fede come sopra.
Io Carlo Bossi faccio fede come sopra.
Il notaio Pietro Gerolamo Bossi attesta le due predette
sottoscrizioni.
Io Carlo Antonio Bossi faccio fede come sopra.
Io Cristoforo Bossi faccio fede come sopra.
Io Giacomo Bossi faccio fede come sopra.
Illustrissimo e reverendissimo signore.
Essendo nella Chiesa Parrocchiale di Azzate sacerdoti numero
otto i quali in questa parrocchiale eserciscono le sue ecclesiastiche funzioni
come obbligo loro, cioè sei titolari e due mercenari, tra quali si pratica un
abuso da non molto tempo in quale è che solo i primi due titolari, quando
occorre, o per funzioni lucrative e onorifiche, o per funerali, o uffici loro
soli sono invitati, e gli altri non intervengono mai da tali funzioni, e quello
che più ha spinto l’animo degli altri sei sacerdoti a porgere a V.S. le
presenti …..
CARTELLA N. 731 – FASCICOLO XI
Pertinenze e disciplina del clero. (1689-1768).
Del curato di Azzate.
Anno 1683 mese di gennaio.
(In latino di fa una traduzione veloce).
Io prete Carlo Fumagalli di anni 75, oblato, parroco di Azzate
per ordine del cardinale Monti dal 4 settembre 1640. Mi assiste Angela Ballerio
di anni 63 con licenza del reverendissimo H. Graziani Vicario Generale del 4
luglio 1671.
La mia parrocchiale è sotto il titolo della Natività della
Beatissima Vergine Maria.
Sopra la porta d’ingresso a grandi caratteri si leggono le
seguenti parole: Hoc Templum ac Altare Maius consecravit Melchion Cribellus
Episcopus Tagastensis anno 1545 decimo quinto calensad Novembris.
Questa chiesa è lunga 50 cubiti, larga cubiti 16.
Ha un organo e tribuna.
Ha un campanile con due ottime campane e un ottimo orologio.
Ha due cappelle laterali, una sotto il titolo di S. Giovanni
Evangelista e l’altra sotto il titolo del Santissimo Rosario.
Sotto il pavimento vi sono 24 celle mortuarie.
Vi è carenza di cimitero per carenza di spazio.
Ha una sagrestia con tutti i paramenti desiderabili. Ha
tuniche e pianete di tutti i colori. Ha due zanzariere di seta. Ha una croce
argentata, due lampade argentate, due calici argentati, turibolo argentato, una
pace argentata e argentati sono pure i contenitori degli oli sacri.
La Parrocchiale di Azzate è provvista di varie reliquie dei
santi, fra cui spicca quella del dito di S. Andrea Apostolo in teca argentata
conservata in un sacello con finestra a lato dell’altare maggiore.
Questa reliquia fu donata alla chiesa di Azzate dal vescovo
di Novara Francesco Bossi, riconosciuta e approvata nella sua visita personale
dal cardinale Federico Borromeo
Ha inoltre questa chiesa delle reliquie donate dal cardinale
Gaspare Carpegna che le aveva avute da Gerolamo Bossi figlio di Alberto nel
1671 e 1672. L’istrumento di questa ricognizione fu rogato il 3 dicembre 1671
dal notaio arcivescovile Antonio Cerreto. L’istrumento di ricognizione fatto
nel 1672 fu rogato il 10 novembre dal
notaio arcivescovile Gio. Pietro Mattoni.
I nomi dei santi le cui reliquie furono donate nel 1671 sono
i seguenti:
Benigno, Benedetto, Vincenzo, Clemente, Chiara, Vittoria,
Donato e Modesto.
I nomi dei santi le cui reliquie furono donate nel 1672 sono
i seguenti:
Benigno, Celestino, Giusto, Massimo e Clemente. Una cum
vasculo sanguinis eiusdem Sancti Benigni.
Tutte queste reliquie sono contenute in due teche molto
finemente ornate.
Donò alla Chiesa Parrocchiale di Azzate la signora Cornelia
Guampa qui morta nel mese di ottobre 1680 con testamento del notaio di Azzate
Gaspare Bossi q. Sebastiano lire imperiali 1.000 senza alcun onere. Queste
furono successivamente date a Leonardo Ferrario di Villa pieve di Mezzana per
vendita da lui fatta alla chiesa di Azzate della quarta parte di una casa e
della quarta parte di pertiche 24 di terreno esistenti in Villa come descritto
nell’istrumento rogato dal suddetto notaio il 28 gennaio 1682. Questa vendita
fu fatta con patto di grazia e successiva investitura per tre anni con
obbligazione di pagare ogni anno lire 50. Fideiussori di questa vendita furono
Giacinto e Alessandro congiunti Sessa di Daverio.
Vicino alla chiesa parrocchiale vi è la chiesa di S. Antonio
e la chiesa di S. Lorenzo e due antichissime chiese, una nel Castello di Azzate
dedicata alla beatissima vergine Maria e una dedicata a S. Rocco. Nella cascine
vi è la chiesa di S. Giorgio che fu benedetta il 12 aprile 1671 da Carlo Rancati prevosto vicario foraneo di
Varese con licenza del vicario generale Giacinto Graziani data il 30 gennaio
1671. L’istrumento della benedizione fu rogato dal rev. Buzzi prete e notaio di
Varese. Questo oratorio fu benedetto con l’obbligo di celebrare otto messe
annuali in favore di Paolo Crespi abitante in Vogonno, morto il 17 febbraio
1672 che legò davanti a me prete Carlo Fumagalli curato di Azzate e davanti al
rev. Giovanni Orlandi mio coadiutore alla presenza di tre testimoni che sono Melchiorre Tibiletti e
Pietro Mantica che volgarmente viene detto Pedretto e Ambrogio Mantico, nonché
di Donato Crespi figlio del predetto Paolo; legò pure sei messe annuali in
perpetuo da celebrarsi nella chiesa parrocchiale di Azzate all’altare del
Santissimo Rosario e altre sei messe annuali in perpetuo da celebrarsi nel
detto oratorio di Vogonno in suffragio dell’anima sua secondo la sua
intenzione, obbligando per il prio legato la cucina con “apothecha” e suoi
superiori con un orto annesso di ragione del fu signor Camillo Bossi del
Castello di Azzate e per il secondo legato un campo di circa due pertiche
denominato il Campo Grande nella campagna di Vogonno cui fanno coerenza Pietro
appellato Pedrazzo, dall’altra Pietro appellato Pedretto ambo dei Mantico e da
due parti strada. Questo campo fu venduto da Ambrogio Mantico con patto di grazia
al predetto Paolo e Diacono Ballerio abitanti di Vogonno morto il 21 gennaio
1684 che legò davanti al mio coadiutore, a Battista Mantico e Carlo
Sangiovanni; legò pure all’oratorio di Vogonno la palude appellata la Palude
della Selvaccia sita in territorio di Azzate di pertiche quattro per celebrare
nel detto oratorio sei messe all’anno lasciando anche 40 lire a Giovanni
Battista Molina di Varese; lasciò pure al detto oratorio senza alcun onere di
messe un campo di pertiche due appellato della Pioggia sito in Vogonno dal
quale si ricavano ogni anno 10 lire imperiali o anche 12, come appare da
istrumento di donazione rogato da Gerolamo Mariani notaio di Varese il 12
maggio 1670.
Nel suo cimitero, dove si seppellivano i morti in antico,
furono piantati dei gelsi dai quali si ricavano ogni anno sei o sette lire
imperiali.
Ogni anno nella festa di S. Giorgio si canta la messa di S.
Giorgio e molte altre messe si celebrano durante l’anno sia per devozione che
per distribuire la sacra eucaristia agli infermi del luogo.
Questo oratorio da alcuni anni fu ricostruito e ingrandito
dagli abitanti di Vogonno come da prescrizioni di Antonio Seneca decano della
metropolitana e visitatore generale ancora vivente San Carlo, nella visita del
1574.
Ha questa frazione un coadiutore titolare che al presente è
il prete Giovanni Orlandi che è inoltre titolare della Cappellania del
Santissimo Rosario con obbligo di celebrare all’altare del Santissimo Rosario
tre messe settimanali, computati i giorni festivi, per legato del prete
Benedetto Galli fondatore di questa Cappellania. L’elezione del cappellano
spetta al parroco e agli scolari del Santissimo Rosario e lo stesso coadiutore
ha l’obbligo di celebrare a questo altare quattro messe la settimana e tutte
quelle che saranno possibili con i redditi dei fondi denominati alla Maccana
come da legato del fu Gio. Antonio Bossi, come appare dal suo testamento rogato
da Giulio Bossi notaio di Azzate il 2 agosto 1580.
Il predetto pezzo di terra fu assegnato per la soddisfazione
di questo legato da Taddeo fratello ed erede del predetto Gio. Antonio Bossi,
come da istrumento rogato dal prete Tomaso Vignola canonico di Canobio il 14
gennaio 1604.
Questo legato veniva celebrato dal rettore ma ora si celebra
dal coadiutore dopo l’unione fatta della coadiutoria dal cardinale Federico
Borromeo nel 1627.
Lo stesso obbligava il rettore di Azzate a pagare al suo
coadiutore 50 aurei del valore di 6 lire.
Il coadiutore aveva l’obbligo di celebrare nella
parrocchiale un annuale di sei sacerdoti e le messe stabilite dal legato del
prete Battista Bossi, come consta dal suo testamento rogato da Francesco Bossi
notaio di Azzate il 7 dicembre 1616.
Ha questa frazione dieci cappellani titolari, computato il
predetto cappellano del Santissimo Rosario, sette nella parrocchiale e tre
estranei.
Ha questa chiesa parrocchiale anche un cappellano
mercenario.
I cappellani titolari della chiesa parrocchiale sono i
seguenti: Giovanni Orlandi, i successori del prete Fabio Daverio qui defunto il
12 ottobre 1684, Carlo Andrea Bossi, Gio. Paolo Bossi, Francesco Zocchi,
Antonio Maria Carnasini, Giovanni Battista Piccinelli. Gli altri tre cappellani
titolari di questa frazione estranei alla parrocchiale sono: Giovanni Fossa
titolare della chiesa di S. Antonio, Francesco Cacciaguerra cappellano titolare
delle chiesa di S. Lorenzo, Giuseppe Campaniga cappellano titolare
dell’oratorio al Castello di Azzate.
Cappellano mercenario di questa parrocchiale è Gerolamo
Fossa.
Il fu Fabio Daverio era cappellano titolare nella
parrocchiale per legato disposto dal prete Bartolomeo o Beltramo Bossi una
volta prevosto di Gallarate sotto l’invocazione di S. Gerolamo e dei Santi
Quirico e Giuliva con l’onere di celebrare una messa quotidiana all’altare
maggiore e due annuali di cinque sacerdoti.
L’elezione degli altri quattro sacerdoti spetta al prevosto
di Gallarate e ai discendenti della famiglia del fondatore Bossi che abitano in
Arona.
Il prete Carlo Andrea Bossi è cappellano titolare della
cappellania nella parrocchiale fondata dal parroco di Cinisello Balsamo
Francesco Solari che nel suo testamento rogato da Gio. Francesco Segreti notaio
di Milano il 5 maggio 1647 aveva stabilito che fosse fondata la Cappellania
sotto il titolo di S. Francesco all’altare della Beatissima Vergine Maria e Santissimo
Rosario di Azzate e che fosse celebrata una messa nei giorni di domenica più
altre quattro alla settimana. In più l’obbligo di celebrare una messa da morto
ogni anno come da volontà di suo fratello Cristoforo Solari.
Item voglio che della Cappella da erigersi come sopra sia di
perpetuo juspatronato del molto reverendo curato per tempora del detto luogo di
Azzate e del suddetto signor Bernardo Bossi figlio del fu Gio. Pietro abitante
nel Castello di Azzate e suoi discendenti maschi sino in infinito, in modo che
siano sempre due voci sole, cioè che il signor curato abbia sempre una voce
intiera, e detto signor Bernardo e suoi discendenti benché fossero molti
facciano un’altra voce solamente e in caso di discordia deciderà il coadiutore
e in ultima analisi il Vicario Genrale di Milano.
Gio. Paolo Bossi è cappellano titolare della Cappellania di
S. Giovanni Evangelista nella parrocchiale fondata dal prete Francesco Bossi
prevosto della chiesa di S. Giovanni Evangelista di Castelseprio e Guidone suo
fratello con l’obbligo di celebrare quattro messe alla settimana e trenta messe
gregoriane e l’elezione spetta alla famiglia del predetto Gio. Paolo Bossi.
Francesco Zocchi è cappellano titolare della medesima
Cappellania fondata da Donato Bossi con l’obbligo di celebrare un annuale di
quattro sacerdoti e trecento messe all’anno, computato il legato istituito da
Livia Bossi moglie del fu Alberto Mariani di Milano.
Antonio Maria Carnasino è cappellano della Beatissima
Vergine nella parrocchiale con obbligo di celebrare 25 messe il giorni di
sabato per legato di Gio. Alberto Bossi fq. Francesco. Questo legato fu
istituito nel 1675 dal prete Lucio Bossi canonico di Arcisate con obbligo di
celebrare altre 20 messe annuali secondo la sua intenzione. Per la soddisfazione
di questo legato assegnò la parte di beni paterni in territorio di Dobbiate.
Dopo la sua morte concesse il patronato ai suoi fratelli e, dopo di loro, al
curato di Azzate.
Gio. Battista Pacinelli è cappellano titolare del vitalizio
disposto da Claudio Bossi del Castello di Azzate nel 1683 con obbligo di
celebrare all’altare della Beatissima Vergine nella parrocchiale due messe alla
settimana secondo il triplice legato stabilito in parte da Bernardo, in parte
da Francesco e in parte da Gio. Battista Bossi dei quali fu fatta menzione nel
testamento di Gio. Battista figlio del predetto Bernardo e consobrino di
Francesco, rogato dal notaio Ludovico Posterla il 31 maggio 1592.
Gerolamo Fossa cappellano mercenario della parrocchiale
celebra all’altare di S. Giovanni Evangelista in sostituzione di Francesco
Zocchi assente.
Giovanni Fossa è cappellano titolare nella chiesa di S.
Antonio fondata nel 1354 da Guidetto Bossi con obbligo di celebrare messa
quotidiana e dieci annuali più la distribuzione a dieci scolari di Azzate di 7
moggi e 4 stari di mistura di segale e miglio e solennizzare la festa di S.
Antonio con quattro sacerdoti e mantenere accesa la lampada il sabato ed i
giorni festivi. Il cappellano riceverà una pensione annua di 198 lire dal prete
Paolo Gerolamo Toia di Senato.
L’elezione spetta la capitano Giuseppe Bossi, a Gaspare
Bossi figlio del fu notaio di Azzate Sebastiano.
Francesco Cacciaguerra è cappellano titolare della chiesa di
S. Lorenzo fondata dal prete Beltramo Bossi prevosto di S. Giovanni di Castelseprio
con l’onere di celebrare 4 o 5 messe settimanali, comprese le festive, e tre
annuali di quattro sacerdoti più due nella parrocchiale, un altro nella chiesa
di S. Lorenzo e con l’onere di distribuire ai poveri stari 18 di mistura di
segale e miglio e con l’obbligo di celebrare la festa di S. Lorenzo con
l’intervento di 4 sacerdoti, con una sola messa cantata. Il cappellano riceverà
una pensione annua di 42 aurei di 6 lire dal prete Gio. Battista Bossi canonico
di S. Lorenzo di Milano.
Il juspatronato spetta a Claudio Bossi del Castello di
Azzate, a Nicolao Bossi fq. Tomaso, a Prospero Bossi fq. Gio. Battista del
Castello di Azzate.
Giovanni Campanigo è cappellano titolare della Cappellania
della Beatissima Vergine nel Castello di Azzate fondata dal prete Gerolamo
Campaniga una volta canonico di Varese nel mese di giugno 1683 con l’obbligo di
celebrare tre messe settimanali. I suoi successori cessarono di essere
cappellani di questa cappellania che fu spostata nella chiesa parrocchiale con
l’onere della messa quotidiana all’altare maggiore e due annuali di 5 sacerdoti
con una sola messa in canto. Il cappellano aveva anche l’obbligo di risiedere
in Azzate nella casa del fondatore.
Il juspatronato spetta ai nipoti del fondatore Campanigo e
loro discendenti di Varese.
Ha questo paese sette chierici che sono:
Antonio Maria Fossa figlio di Fabrizio di 25 anni;
Gerolamo Ravarini figlio di Bartolomeo di anni 19;
Francesco Rolandi figlio di Giovanni di anni 20;
Emilio Francesco De Grandi figlio di Francesco di anni 14;
Tommaso de Vanni figlio di Francesco di anni 21;
Antonio Martignoni figlio di Cesare di anni 20;
Tommaso Bassani (?) figlio di Francesco di anni 17.
I primi tre hanno ricevuto la prima tonsura.
Tutti portano l’abito clericale con facoltà.
Nella parrocchiale vi sono tre confraternite: del Santissimo
Sacramento, del Rosario e Confraternita dei Disciplini o Società del Santissimo
Sacramento che fu eretta in uno con la Scuola della Dottrina Cristina voluta da
S. Carlo Borromeo come appare nella visita del 27 ottobre 1574.
La Confraternita del Rosario fu eretta dal rev. Ludovico
Istella Valentino vicario generale dell’ordine dei predicatori con bolla data a
Roma il 4 dicembre 1607.
Il reddito del parroco di Azzate è tenue e finché fisse fu
mediocre anche perché doveva contribuire al mantenimento del coadiutore di 50
aurei di sei lire, e doveva soddisfare 125 messe all’anno e sette annuali.
(Da continuate. In terza riga del foglio di sinistra si
legge: Redditu Parochi).
CARTELLA N. 731 - FASCICOLO XII
Documenti attinenti la parrocchia in generale e il beneficio
parrocchiale (1689-1851).
Informazioni intorno la cura d’Azzate pieve di Varese.
La cura di S. Maria di Azzate pieve di Varese nel penultimo
giorno
d’ottobre 1689 vacava per la morte del M.R. prete Carlo
Fumagalli
oblato in età d’anni 82; è molto antica come si vede
dalla vecchia forma d’architettura di detta chiesa.
La sua rendita consiste in vari fondi, non però uniti, ma
separati; i pagamenti sopra il numero …
i quali sono grandemente …., essendo per i cumulati
debiti camerali non pagati partiti assai
contadini per le continuate molestie degli esattori.
Sicché tra frutti certi e incerti passando poco più di
mille lire il defunto curato si doleva di avere
da pagare i cinquanta scudi alla Coadiutoria
eretta in detta cura dall’eminentissimo cardinale
Borromeo con aver gravata la cura alla detta
annua prestazione.
Era altre volte la detta terra di Azzate la più riguardevole
della pieve, piena di nobiltà fiorita e
assai ricca, in segno di che ora pur vi sono in
essa dodici cappellanie e juspatronali di messa
quotidiana. Ora la nobiltà è ridotta quasi al fine,
in guisa che venendo alcuni assistere il dottor collegiato
Ippolito Bossi ebbe a dire “Io credo che sarò l’ultimo
dottore
di collegio di questa terra e ora vi sono assai miserie”.
Si diffonde la cura in due terricciole vicine. Fuori della
terra
V’è Una chiesa in mezzo della quale con giro d’alcune
scalinate
V’è la fonte battesimale in forma assai bella sebbene assai
antica.
L’aria del luogo è mezzana. Gli abitatori non sono in tutto
pacifici.
E la qualità del luogo richiede un curato,
che sia di soddisfazione come pur vi sono stati sin ora
e che passi concorde e unito col coadiutore,
atteso molte torbide discordie che sovente nascono
per causa di cappellanie.
V’è una confraternita assai numerosa che anche essa
talvolta ha molta pretensione.
La casa del curato è contigua alla chiesa,
sarebbe assai
migliore se fosse aiuta d’un poco di fabbrica.
La detta cura è lontana da Varese quattro buone miglia.
CARTELLA N. 731 - FASCICOLO XIII
1783 9 settembre
(Documento in latino: si fa una traduzione veloce)
Decreti per la chiesa parrocchiale di Azzate.
Nell’oratori di S. Antonio come da istituzione si devono
celebrare dieci annuali ogni anno che vennero soddisfatte negli anni 1781, 1782
e 1783 per un totale di n. 30.
Il parroco faccia in modo di vigilare sulla celebrazione
degli annuali, secondo la mente del testatore.
F.to Carlo Fè preposito vicario foraneo.
Il conte d. Luigi Bossi per i legati istituiti dai furono
Gio. Battista e Camillo Bossi è debitore di n. 126 messe.
Il rev. D. Antonio Isella è debitore di n. 366 messe.
Crugnola vicario di S. Maria del Monte è debitore di messe
n. 182.
Molto Reverendo Signor Vicario Foraneo.
Il beneficio istituito in Azzate sotto il titolo di S.
Antonio da Guidetto Bossi
con istrumento 4 maggio 1354 rogato Guglielmo de Panceri di patronato attivo
della nobile famiglia Bossi trovasi in amministrazione
subeconomale per la rinuncia data
dall’ultimo investito d. Claudio Bossi.
Per le notizie somministrate dal padre dell’ultimo investito
l’obbligo della
messa quotidiana che dovrebbesi celebrare in adempimento
della pia disposizione
fu con dispensa arcivescovile ridotto alla sola messa
festiva per la quale si
pagani milanesi lire 9 di elemosina per ciascuna celebrazione.
Al sottoscritto però non consta se tale indulto
arcivescovile sia stato concordato
per assicurare un comodo maggiore alla popolazione di Azzate
nei giorni festivi,
oppure per procurare all’investito i mezzi a progredire
negli studi.
Dovendo, secondo la diversità del bisogno esposto,
continuare o cessare gli effetti
della dispensa arcivescovile, interesso la di lei
compiacenza ad assumere presso
il M.R. parroco di Azzate le opportune notizie in proposito,
avvertendo che
quando la dispensa fosse stata concordata causa studiorum, e
che non ostante la celebrazione
della messa festiva fosse accessoria anche alla popolazione,
sarà d’uopo
invocare per questo titolo a dispensa delle fiscali, onde
così io possa giustificare
presso la superiorità i pagamenti che io dovrò fare durante
la mia amministrazione.
Con tutto il rispetto le mi dichiaro
Biumo Inferiore il 27 luglio 1850
Umilissimo e devotissimo servitore
…. Giulio Magnini subeconomo.
Al M.R. Signore
Il signor d. Vincenzo Buzzi
Vicario Foraneo della Pieve di Varese
e parroco degnissimi di
Biumo Superiore.
CARTELLA N. 731 - FASCICOLO XIV
Del tenente Gio. Pietro Puricelli e altri benefattori.
Illustrissimo e reverendissimo Signore.
Nel luogo del Castello comune di Azzate pieve del Borgo
di Varese discosto d’essa terra un quarto di miglio, si
ritrova
un oratorio ossia Chiesa dedicata alla Santissima Vergine
Maria
dove per mera devozione vengono celebrate e fatte celebrare
alcune messe, e anche sovvenuta di certe poche elezioni
essendo queste depositate presso persona particolare; gli
abitatori
del qual logo, e anche benefattori d’essa chiesa intendono
concretare parte di dette elemosine per la manutenzione
delle
dette messe, sì per continuare la devozione nella benefarsi
(?), quanto
per comodità degli abitatori d’esso luogo, ai quali sarebbe
difficile il trasferirsi alla detta terra di Azzate, gli
abitatori
della quale si oppongono, pretendendo convertire tali
elemosine in far aggiustare l’organo della chiesa
parrocchiale, pretensione
tanto ingiusta quanto lontana
dal fine dei suddetti benefattori verso la suddetta chiesa
parrocchiale.
Che se non seguisse sarebbe
un obbligarli ad astenersi dalla
suddetta carità, e gli abitatori a restar privi della comodità
delle suddette messe. Il che obbliga il tenente Gio. Pietro
Piccinelli
e altri benefattori ricorrere alla retta mente di V.S.
illustrissima.
Umilmente supplicarla restar servita ordinare al depositario
delle suddette
elemosine che constatandoli di quanto sopra, con parte di
tal elemosina soccorra il suddetto oratorio, ossia
chiesa in tutto ciò potrà il caso, per la pura
manutenzione delle dette messe, che per mera
devozione vengono in essa celebrate e fatte
celebrare.
Il Vicario Foraneo di Varese si informi e ci riferisca.
28 settembre 1667
F.to Francesco Cena (?) Vicario Generale.
CARTELLA N. 731 - FASCICOLO XV
Decreti della visita del 1755
(Molto interessante. Da fotografare poiché è il latino).
CARTELLA N. 731 - FASCICOLO XVI
Status cleri et status animarum 1708-1756)
Stati delle anime della Parrocchiale di Azzate. Vi è annessa
una nota dei battesimi e matrimoni fatti nella stessa parrocchiale l’anno 1708.
Nota distinta dei reverendi sacerdoti e chierici di S. Maria
di Azzate con le loro rispettive obbligazioni.
Il rev. Gio.
Pietro Giamboni curato con obbligo di messe 215 e annuali 12.
Il rev. Signor Felice Bizzozero coadiutore con
l’obbligo di messe 240 e un annuale di sei sacerdoti con le messe. Compisce
questo alle sue obbligazioni tanto nella indefessa amministrazione dei
sacramenti, celebrazioni di messe, assisteva alle sacre funzioni, alle dottrina
cristiane e visite agli infermi come pure nella probità dei costumi e
singolarmente d’una santa carità verso i suoi prossimi della quale lo stesso ne
ho alla prova le attestazioni.
Il rev. Signor Giacomo Bossi con l’obbligo di messe
cinque alla settimana ed un annuale sotto il titolo di S. Francesco questo egli
è veramente vir probus et timens Dominum in tutto quello si aspetta a dovervi
d’un vero ecclesiastico et è regolarmente il confessore di un curato; al
presente si ritrova assente da Azzate per la morte del q. signor Giuseppe Bossi
di Milano suo padre.
Il rev. Signor Vincenzo Bossi con l’obbligo di messe
cinque alla settimana sotto il titolo di S. Andrea Apostolo; compisce questo
non tanto agli obblighi suoi di titolare ma bensì ancora come confessore, non
posso che sommamente commendare la sua bontà di innocenti costumi e la sua
assiduità nel confessare., e la grande attenzione che ha di coadiuvare il
curato nella salute delle anime. Bignamino di tutti questi signori compatroni
ben noto al signor Vicario quando fu ad Azzate a favorirmi avendo alla sua
nascita di gentiluomo ben noto; tutte quante corrispondenti le buone qualità di
un ottimo sacerdote.
Il rev. Signor Gio. Battista Daverio che supplisce a
tutte le messe feriali in aurora del molto rev. Signor Camillo Orlandi curato
di Casale titolare di S. Giovanni Evangelista; de hoc … informationes perché
dal canto mio posso attestare con verità che da due anni e più non ha mai
neppure una volta veduto ne alle funzioni né alle processioni, né alle litanie,
né alla dottrina cristiana del restante poi V.S. cognoscat ab unque ….
Il molto rev. Signor Gerolamo Bossi con l’obbligo di
messa quotidiana all’altare maggiore e di due annuali sotto il titolo di S.
Giuseppe e S. Giulita e questo compisce alle sue obbligazioni di messa e
funzioni e qualche volta alla dottrina cristiana; uomo esemplare e devoto e di
tutta edificazione.
Il rev. Signor Fabrizio Fossa ordinato a titolo di
pensione e di patrimonio; questi frequenta le sue funzioni; ben di raro la
dottrina cristiana; in reliquis de abito, messe vita e costumi somantur ut
supra informatione.
Il rev. Signor Giovanni Bossi con l’obbligo di una
messa quotidiana nell’oratorio di S. Antonio abate di Azzate e di dieci annuali
oltre altri incarichi; questi compisce adamissim a tutti li suoi doveri; oltre
all’essere confessore e vise assistente della dottrina cristiana; quali
ministeri adempie con tanta probità e sapere; dotato di così affabili
piacevolezze e santa mansuetudine, che da tutto il Comune viene decantato
gradito da Dio e dagli uomini.
Il rev. Signor Carlo Francesco Ballerio sacerdote
diocesano che supplisce all’obbligo di messa quotidiana delle signore Isabella
e Veronica Bossi all’altare di Maria Vergine, uomo di una santa semplicità di
costumi; di cui può dirsi …..
Il rev. Signor Giovanni Abbiati sacerdote diocesano
altre volte organista della B. V. del Sacro Monte e ora nostro di Azzate; questi
supplisce in vari legati della Chiesa; uomo veramente della buona legge di S.
Ambrogio; fa tutto quello che può; ben veduto da tutti; virtuoso nel suo
ministero di cui si aveva quelle …..; per essere questi settuagenario quasi di
età e di pingue corporatura avanzo le sue scuse al signor Vicario di compatirlo
nella sua assenza della congregazione perché egli è purtroppo vero ad
impossibile nemo tenetur.
Il rev. Signor Nicola Bertoletti sacerdote della
diocesi di Vercelli, che unitamente ai suoi recapiti supplisce all’obbligo
della messa quotidiana che tiene il M.R. signor dottor Giuseppe Porta milanese
titolare dei Santi Quirico e Giuliva; questo soddisfa alle sue obbligazioni per
intiero; sempre disposto ai cenni del curato perché sicut passer solitarius in
tecto in altro luogo non l’ho mai potuto vedere se non che in sua casa e
assiduo alle sante orazioni nella mia chiesa parrocchiale.
Il molto rev. Signor Ottavio Orlando curato di
Daverio titolare all’altare del Santo Rosario con obbligo di messe tre la
settimana; compisce tutti i giorni festivi alle quali soddisfa il signor
coadiutore e signor Vincenzo Bossi, come appare dai libri della sagrestia.
L’ill.mo signor abate Giulio Cesare Negri titolare di
S. Lorenzo al Castello con l’obbligo di messe quotidiane ebdomadarie e quattro
annuali, alle quali soddisfa il prete agente per tempora dell’ill.mo signor
Gio. (?) Paolo Rossi con tutta puntualità; il presentaneo rev. Signor Carlo
Barbavara uomo di tutto il buon esempio e di una santa edificazione della diocesi
di Novara.
Il rev. Signor Giacomo Antonio Bossi nativo di
Montonate e abitante in Milano titolare di S. Carlo con l’obbligo di messe
quattro la settimana, a cui finora ha supplito in parte il rev. Signor Daverio;
questi andrà debitore alla sua obbligazione di messe 600 in circa ne con tutte le parrocchiali incombenze l’ho
mai potuto ridurre ai suoi doveri.
Il rev. Signor Agostino Rossi abitante in quanto mi
viene supposto in Monza con l’obbligo di messe quattro la settimana e 100 di
legato e un annuale posto sotto il titolo di S. Giovanni Evangelista; questi
neque per se neque per alium supplisce ai suoi obblighi e sarà in debito di
messe 600 l’ho visto più e più volte anche con questo mandato; né mai finora ne
ho avuto neppure un solo riscontro.
L’ill.mo signor don Giovanni Tettoni novarese
cavaliere di buona nascita ordinato a titolo di patrimonio uomo di buon cuore;
ma di maggiore semplicità di cui può dire il signor Vicario; come dico anch’io:
farebbe se sapesse.
CHIERICI:
L’ill.mo Signor rev. Vitaliano Bossi figlio del
signor Paolo attualmente si ritrova in Milano.
Il chierico Gaspare Bossi nativo di questa cura.
Il chierico Giovanni Lotterio abitante in questa
cura.
Il chierico Antonio Biondi alunno del Seminario di
Milano.
Il chierico Vespasiano Bossi alunno del Seminario di
Gorla.
Questi due ultimi si ritrovano attualmente agli studi
suddetti; per altro di tutti i sopraccennati
avvero il signor Vicario mio signore che circa le dottrine cristiane
quelli che …. (alcune righe che non riesco a interpretare ma il senso sembra:
li richiamerò tutti al dovere poiché non sono assidui frequentatori della
chiesa di Azzate.
1756
Stato della anime della cura di Azzate.
Famiglie sono in numero di 123.
Curato (vacat coadiutore titolare) n. 1.
Preti diocesani n. 9.
Extradiocesani n. 2.
Sacerdoti diocesani:
Coadiutore curato di Azzate Felice Bizzozero
Don Giacomo Bossi titolare permanente
Don Vincenzo Bossi titolare permanente
Don Giovanni Bossi titolare permanente
Giacinto Campanigo titolare permanente
Gerolamo Buzzi titolare permanente
Giovanni Pessina titolare assente
Gio. Battista Bizzozero mercenario
Francesco Brovelli mercenario
Sacerdoti extradiocesani:
rev. Giovanni Rosario della diocesi di Sarzana
rev. Domenico Temoli della diocesi di Como
Chierici diocesani:
Francesco Bizzozero abita pochi mesi fra l’anno a causa di
studi che ha in Milano nel Seminario Maggiore.
Pietro Antonio Crugnola abita pochi mesi fra l’anno per
causa di studi nel Seminario Maggiore di Milano.
Maschi ammessi alla comunione n. 12.
Femmine ammesse alla comunione n. 233
Maschi e femmine non ammessi alla comunione n. 300
Tutti insieme sono n. 725.
INDICE DELLE SCRITTUTE ATTINENTI ALLA CHIESA DI AZZATE che
io infrascritto ho portato nell’Archivio Plebano costrutto e fabbricato per
ordine di S.E.:
Primo l’inventario di tutti i beni immobili e ragioni
spettanti ai curati di Azzate per tempo, con l’espressione del preciso
perticato dei luoghi dove sono situati, e il nome con cui vengono nominati.
Secondo l’inventario di tutti i livelli con il nome dei
livellari e di tutto quello che pagano annualmente.
Terzo la narrazione dei carichi che vi sono sopra i detti
beni o livelli.
Quarto la consuetudine immemorabile d’esigere la primizia da
tutti gli abitatori della stessa parrocchiale, con le prestazioni della
quantità e qualità di quello si esige rispettivamente da ciascuno.
Quinto la nota distinta di tutti i rev. Cappellani titolari,
vitalizi e mercenari tanto della parrocchiale quanto degli oratori.
Sesto la nota dei chierici che si ritrovano al presente.
E in fede
Io prete Luigi Buzzi curato di Azzate.
Nota dei battesimi dei 1708 che non trascrivo.
CARTELLA N. 731 – FASCICOLO XVII
Miscellanea (1621-1801)
Istrumento del Gualdino rogato dal fu notaio Pietro Gerolamo
Bossi il 13 maggio 1621.
Si è ritrovato negli istrumenti rogati dal notaio ….
13 maggio 1621
A richiesta di Battista e Margherita ….. consanguinei di
Luino furono concesse regie patenti del tenore seguente:
Filippo IV di Spagna
ecc. ecc. (troppo difficile da leggere. Si tralascia)
Questo istrumento è stato rogato dal signor Camillo Buzzi
notaio di Milano il 20 aprile 1647 della Casa del Guasto.
(Difficile da leggere. Si tralascia).
Adì 8 aprile 1660
Io infrascritto ho fatto una misura di una pezza di terra
campo situata nel ….. in territorio di Azzate pieve di Varese ducato di Milano
e la suddetta misura è fatta a nome del rev. sig. Francesco Maria Sessa il
quale di presente risiede in Milano come ancora con consenso del signor Carlo
Antonio Bossi in Azzate e il suddetto pezzo di terra sono le coerenze da tutte
le quattro parti il suddetto signor Carlo Antonio Bossi in Azzate ……..
Io Gio. Battista Ballerio misuratore in Brunello ho fatto la
presente misura come di sopra si contiene.
Segue l’autentica del notaio Gaspare Bossi.
(Volendo si può fare la fotografia poiché il documento è
molto chiaro, ma è la calligrafia che è difficile da leggere).
3 marzo 1687
(Documento in latino. Si fa una traduzione veloce:
Francesco Bossi fq.
Alberto abitante in Azzate vende al rev. Giovanni Orlandi fq. Gio. Pietro
abitante in Azzate che agisce per conto della sua chiesa un terreno in Dobbiate
dove si dice il Peschino cui fanno coerenza da una parte il reverendo canonico
Lucio Bossi, dall’altra Curzio Bossi, dall’altra Baldassarre Biumi e dall’altra
i consorti Vanoni di pertiche 7.20 per il prezzo di lire 750.
S.T. Sebastiano Bossi.
10 settembre 1802
Eccellenza reverendissima,
Il sacerdote Francesco Bossi di Azzate umilissimo servo di
V.E. rev.ma per la carenza dei viveri e per i molti aggravi sopra i fondi del
suo beneficio di juspatronato di sua propria Famiglia trovasi ormai aggravato
di debiti in lire 1800. Non sa il supplicante altro mezzo per soddisfare questo
suo debito per non aver altro di proprio benché di qualificati natali, se non
con supplicare l’innata bontà dell’eccellenza vostra reverendissima, perché si
degni dispensarlo di tante messe, che bastino ad estinguere questo suo debito,
essendo pressato a soddisfarlo.
Che della grazia
Prete Francesco Bossi.
Viene incaricato il Vicario Foraneo di Varese di verificare
i proventi della Cappellania dal 1796 al 1802
Molto Reverendo Signor e Padrone Colendissimo.
Dietro alla favoritissima sua, ho il piacere di dirle, che
per ora a me conviene di soprassedere all’affare di cui ebbe la degnazione di scrivermi, lusingandomi di
poter coprire al bisogno con altro mezzo. La ringrazio delle gentilezze che era
per usarmi. Con questo ho l’onore d esserle e di protestarmi con piena stima ed
ossequio.
Devotissimo e obbligatissimo servitore prete Francesco Bossi
Azzate 29 dicembre 1801.
Al cittadino Giuseppe Bianchi curato e Vicario Foraneo in
Gazzada.
CARTELLA N. 535
1° marzo 1677 sotto il pontificato di Innocenzo XI anno
primo.
Carlo Andrea Bossi presenta al Vicario Foraneo le
informazione sulla Cappellania di S. Francesco nella Parrocchiale di Azzate.
“Restano da impiegarsi in qualche proprietà a favore della
Cappella eretta sotto il titolo di S. Francesco nella Parrocchiale di Azzate
pieve di Varese lire ottocento imperiali di capitale cioè lire seicento
depositate da Edoardo Croce successo ad Andrea Serona e lire duecento
proveniente dai successori del q.
canonico Francesco Fiorenza che sono presso il prete Carlo Andrea Bossi
titolare d’essa cappella devotissimo oratore per V.S. ill.ma e rev.ma.
Ha il supplicante titolare fatte molte diligenze per detto
impiego ma non ritrova proprietà opportuna, ed essendo circa due anni che di
dette capitali lire ottocento non si ricava interesse e che devesi celebrare le
messe e compire ad altre obbligazioni, spettano a detta cappella, pertanto
detto supplicante titolare, possedendo insieme con altri suoi fratelli alcuni
beni materni in detto territorio di Azzate dove sono situati di maggior affetti della dotazione di detta cappella e
che sarebbe comodo a favore d’essa impiegate dette lire ottocento in detti beni
materni come sopra.
Intendendo con quelle
sanare alcuni debiti, fa ricorso ai piedi di V.S. ill.ma rev.ma.
Umilmente supplicarla dar gli ordini opportuni al Signor Vicario
Foraneo di Varese o a chi più gli parrà per poter venire al loro contratto di
detto impiego con il supplicante titolare e suoi fratelli, quali s’offeriscono
far vendita libera a favore della cappella di pezzi tre di terra campo in tutto
di pertiche tredici e mezzo in circa situati a Vogonno territorio di detto
luogo di Azzate e ciò per il prezzo di dette lire ottocento e quali campi sono
nominati uno il Campo del Chioso, l’altro il Campo della Pioggia e l’altro il
Campo della Motta di Sotto, con sue coerenze e con la promessa di manutenzione
in forma comune e di ragione. Il che.
Ill.mo e rev.mo Signore.
Fra li effetti della dotazione della cappella sotto il
titolo di S. Francesco eretta nella Parrocchiale di Azzate pieve di Varese
costituita dal rev. Prete Francesco Solaro vi è un capitale di lire duemila che
furono depositate dal detto rev. Solaro presso il q. Bernardo Bossi come per
istrumento rogato dal q. Francesco Bossi notaio di Milano il 30 giugno 1646.
Intende il signor Claudio Bossi figlio ed erede del detto q.
signor Bernardo restituirle ed essendo fatte molte diligenze dal devotissimo
oratore per V.S. ill.ma e rev.ma prete Carlo Andrea Bossi titolare della
cappella per impiegarle, non trova proprietà opportuna onde possedendo il
supplicante oratore assieme con altri suoi fratelli in detto territorio di
Azzate per ragioni dotali materni una pezza di terra vigna campo e prato di
pertiche quaranta in circa appellata il
Roncasnino, acciò non habbi il caso di detta
restituzione da farsi dal detto signor Claudio Bossi di restar esse lire
duemila infruttuose dovendosi adempire dai frutti d’esse alle messe e agli obblighi di detta
cappellania, offerisce pertanto in detto supplicante oratore anche come
procuratore dei detti suoi fratelli far vendita libera a favore d’essa cappella
di detta pezza di terra per il prezzo di dette dire duemila, con le debite
promesse di manutenzione in forma comune e di ragione, che per essere impiego
comodo ed utile di detta cappella mentre quasi tutti gli effetti d’essa sono in
detto territorio di Azzate il detto oratore.
Umilmente supplica V.S. ill.ma e rev.ma dar gli ordini
opportuni al Signor Vicario Foraneo di Varese o a chi più le parrà perché si
venga alla perfezione del detto contratto d’impiego. Il che.
Fu ascoltato Bartolomeo Scolari fq. Antonio abitante in
Vogonno territorio di Azzate.
Si che conosco benissimo detto signor prete Carlo Andrea e
suoi fratelli Bossi, e stanno ….., il quale signor prete Carlo Andrea è anche
cappellano titolare della Cappella eretta sotto il titolo di S. Francesco nella
Parrocchiale di Azzate di detto luogo di Azzate.
Si che so benissimo che detti signori fratelli Bossi
possiedono nel nostro territorio di Azzate i beni che V.S. mi ha descritto.
Brevemente descriverò a V.S. cioè prima la pezza di terra
campo detta del Chioso situata nel Comune di Vogonno territorio d’Azzate la quale è di pertiche sei in circa e fa coerenza da una parte con
la strada, dall’altra col signor Claudio Bossi, dall’latra con signor Francesco
Masnago e dall’altra con messer Francesco Bassano; item altra pezza di terra
campo situata come sopra dove si dice il Campo della Pioggia di pertiche tre in
circa alla quale fanno coerenza da una
parte strada, dall’altra il signor Paolo Antonio Mariani, dall’altra il M.R.
signor prete Agitino Bossi e dall’altra Giacomo Ballerio; item altra pezza di
terra pure campo e situata come sopra chiamata il Campo della Motta di Sotto di
pertiche tre circa a cui fanno coerenza da una parte strada, dall’altra il
suddetto Ballerio, dall’altra il M.R. signor prete Carlo Andrea Bossi e
dall’altra strada e finalmente altra pezza di terra vigna, campo, prato e bosco
in valle situata in detto territorio di Azzate di pertiche 40 circa dove si
dice il Roncasnino a cui fanno coerenza da due parti strada, dall’altra il
signor Gio. Battista Bossi in parte e in parte i signori Stefano e fratelli
Bossi, dall’altra il signor Carlo Francesco Bossi in parte, i suddetti Stefano
e fratelli Bossi, in parte la Chiesa Parrocchiale di Azzate e in parte gli
eredi del signor Ercole Piccinelli.
In quanto alla cavata annua se ne leverà da questi beni un
anno computato con l’altro, cioè nei primi tre pezzi di terra campo che godo io
in affitto semplice e a nome di detti signori prete Carlo Andrea e fratelli
Bossi se ne ricaverà in tutto ogni anno:
- frumento stari 6 che a ragione solamente di lire 18 al
moggio fanno lire imperiali 13.10
-
mistura moggi 3 ½
che a ragione di lire 12 il moggio fanno lire imperiali 35
-
foglia di moroni un centenaro e mezzo che a preziarlo a
ragione di lire 1 ½ al centenaro fanno
lire imperiali 2.5
-
noci bianche stari 3 fanno lire 2.2
-
capponi paia uno fanno lire 2
Dall’altra pezza di terra detta il Roncasnino di pertiche 40
la quale è tenuta in affitto semplice fa Giovanni Rolandi a nome pure di detti
signori Carlo Andrea e fratelli Bossi, da questa se ne caverà ogni anno:
-
frumento stari 11 e 1 mina che in ragione come sopra
fanno lire 25.17.6
-
segale stari 11 e 1 mina che in ragione come sopra
fanno lire 17.5
-
vino per la parte domenicale brente 4che a ragione di
lire 8 la brenta per essere vino di buonissima qualità fanno lire 32
-
capponi paia uno fanno lire 2
-
in denari lire 2
-
foglia di moroni centinaia 5 che a ragione di lire come
sopra fanno lire 7.10
-
fieno per il prato centenara 24 preziato a lire 2 fanno
lire 48
Dalle quali deducendo lire 40 per qualunque carico camerale
tanto ordinario quanto straordinario, alloggio e soccorso dei soldati e altro
viene a risultare di netto della cavata annua lire 149.9.6
Il valore poi di detti beni sarà a mio giudizio e a venderli
da un fratello all’altro cioè per rispetto dei primi tre pezzi di terra campo
che in tutto sono pertiche dodici circa a lire 80 la pertica e più che in tutto
fanno la somma capitale di lire
imperiali 960.
E per rispetto dell’altra pezza di terra, vigna e campo come
sopra detta il Roncasnino di pertiche 40 il valore di questa sarà di lire 50
per pertica fanno la somma capitale di lire duemila..
E così in tutto costituirà la somma capitale di lire 2.960
Tutti questi beni che ho descritto a V.S. non sono
sottoposti né affetti da alcuna obbligazione, dominio, ipoteca, fitto
livellario, fedecommesso, legati, debiti sia pubblici che privati e se vi fosse
qualche altra cosa lo saprei dire a V.S. per la grande conoscenza che tengo di questi
luoghi.
Venne quindi ascoltato Giovanni Rolandi fq. Battista
abitante nel Castello di Azzate che rilascia una dichiarazione uguale alla
precedente e non si trascrive.
D’ordine dell’ill.mo sig. Prevosto Vicario Foraneo di S.
Vittore di Varese.
Faccio fede io agrimensore infrascritto di aver visitato e
stimato i tre pezzi di terra campo sotto
la cascina di Vogonno territorio di Azzate e li stimo per ciascuna pertica lire
80 che fanno la somma di lire 960.
In questo fascicolo sono contenuti i passaggi di proprietà
di tutti questi terreni. Poiché sono in latino si ritiene di non trascriverli.
Sull’ultima pagina è scritto: Istrumento d’acquisto di n.
4 pezzi di terra nel territorio di Azzate a favore del Beneficio di S.
Francesco nella Parrocchiale di Azzate. Denominazione dei detti pezzi di terra:
In Vogonno:
1 campo del Chioso di pertiche 6
2 campo della Poggia di pertiche 3 circa
3 campo della Motta di Sotto di pertiche 3
In Azzate:
4 pezza di terra vigna, campo e prato detto il Roncasnino
di pertiche 40
Tutto il fascicolo è stato autenticato dal notaio
Sebastiano Bossi che lo ha confrontato con gli originali.
1745
In latino: si fa una traduzione veloce.
Tabella dei legati titolari e annuali in perpetuo da
celebrarsi nella chiesa parrocchiale di S. Maria Nascente di Azzate:
- All’altare
maggiore fu eretta la cappellania dal fu M.R. Beltramo Bossi prevosto di
Gallarate sotto il titolo di S. Quirico e Giuliva martiri con l’onere di
messe quotidiane e due annuali e con altri oneri come dall’atto della
fondazione. Titolare è don Giuseppe Della Porta che supplisce con il rev.
Nicolao Bertolotti e ha sempre soddisfatto;
- Allo
stesso altare fu eretta la Cappellania dal rev. Gerolamo Campanigo sotto
il titolo di S. Gerolamo e Giuseppe con l’onere di messe quotidiane e due
annuali di cui è ora titolare il rev. Chierico Giacinto Campanigo di
Varese. Supplisce il rev. Gio. Battista Daverio di Azzate, che per il
passato non soddisfece interamente, e sono pendenti circa cento messe;
- Allo
stesso altare è eretta la Cappellania del rev. prete Carlo Andrea Bossi
sotto il titolo di S. Andrea Apostolo con l’onere di cinque messe
ebdomadarie e le festive.
Titolare è il rev. Vincenzo Bossi di Azzate che soddisfa da solo e
completamente;
Titolari all’altare di S.
Giovanni Evangelista e Carlo Borromeo:
- A
questo altare fu eretta la Cappellania dal M.R. prete Francesco Bossi
prevosto di Castelseprio e da Guidone suo fratello sotto il titolo di S.
Giovanni Evangelista con l’onere di quattro messe ebdomadarie compresi i
giorni festivi, con l’onere di celebrare trecento messe in onore di S.
Gregorio. A causa della pochi redditi le messe furono ridotte a
duecentodiciotto. Ne è titolare il chierico Carlo Antonio Ballerio di
Brunello e supplisce il prete Carlo Francesco Ghiringhelli;
- A
questo altare fu eretta la Cappellania dal fu Donato Bossi con l’onere di
quattro messe ebdomadarie compresi i giorni festivi e con l’onere di cento
messe all’anno per legato perpetuo della fu Livia Bossi compreso un
annuale di quattro sacerdoti. Ne è titolare il prete Salvatore Bossi al
quale supplisce il rev. Gio. Antonio Lotterio di Azzate ed ha soddisfatto
pienamente.
All’altare della Santissima
Vergine del Rosario:
- A
questo altare fu eretta la Cappellania dal fu prete Benedetto Gallo con
l’onere di quattro messe ebdomadarie. Titolare è il nobile fisico
collegiato Antonio Bossi di Azzate cui supplisce il rev. Felice Bizzozero
coadiutore e ha soddisfatto in pieno;
- A
questo altare fu eretta la Cappellania dal fu rev. Prete Francesco Solari
parroco di Cinisello sotto il titolo di S. Francesco con l’onere di cinque
messe ebdomadarie e giorni festivi e un annuale di sei sacerdoti in
memoria del fu Cristoforo Solari fratello del fondatore. Titolare è il
rev. Giacomo che celebrò da solo e in modo completo.
- A
questo altare fu eretta la Cappellania dal fu prete Giovanni Orlandi
coadiutore di Azzate sotto il titolo di S. Giovanni Evangelista e
Santissimo Rosario con l’onere di messe feriali in aurora e altri oneri
come nella fondazione. Titolare è il rev. Cavillo Orlandi parroco di
Casale cui supplisce il rev. Stefano Cabri una volta parroco di Tronzato.
E’ stato soddisfatto completamente.
- Allo
stesso altare deve essere celebrata una messa quotidiana istituita dal fu Gio. Battista Bossi e
ora sotto il titolo vitalizio eretto dai nobili Luigi e Veronica fratelli
Bossi. Titolare è il prete Gaspare Gritti di Induno pive di Arcisate a cui
supplisce il prete Bernardo Soldani di Arona. Pienamente soddisfatto.
- Allo
stesso altare deve essere celebrata una messa ebdomadaria eretta in
Cappellani perpetua dal fu Domenico Daverio. Titolare è Gio. Battista
Daverio che non può soddisfare l’onere nemmeno per altre persone.
- Allo
stesso altare fu eretta la Cappellania dal fu Gio. Antonio e Taddeo Bossi
con l’onere di tre messe ebdomadarie. Questa cappellania fu aggregata alla
Coadiutoria di Azzate nel 1627. Titolare ne è il coadiutore che soddisfa
pienamente.
- Allo
stesso altare fu eretta la Cappellania dal prete Lucio Bossi con l’onere
di cinquanta messe all’anno. Titolare è il prete Fabrizio Fossa che fa
supplire pienamente dal prete Giacomo Bossi.
- Allo
stesso altare si devono celebrare cento messe istituite dal fu Gio.
Battista Bossi del Castello di Azzate e al presente è eretta in titolo
vitalizio dall’illustrissimo fu conte don Paolo Bossi discendente dal
legatario. Viene soddisfatto pienamente.
Legati delle messe perpetua all’altare della Beata Vergine:
1. Si
devono celebrare centoquattro messe in memoria del fu Claudio Bossi e spetta al
legato istituito dal conte Paolo Bossi e ai suoi eredi. Titolare è il rev.
Giovanni Bossi che soddisfa pienamente.
2. Si
devono celebrare in memoria del fu Gerolamo Mollo tante messe quante ne
permettono i frutti del capitale di lire 1.600 dovuto dagli eredi del prete
Giovanni Orlandi e altre lire 400 provenienti da un fondo detto il Ronchetto in
Azzate;
3. Si
devono celebrare messe 12 disposte dal fu Pompeo Bossi; metà legato spetta al
prete Emilio De Grandi canonico di Arcisate; l’altra metà spetta agli eredi del
fu Ippolito Bossi detto il Tricotino abitante in Castano pieve di Gallarate;
4. Si
devono celebrare messe 20 sul capitale di lire 500 disposto da fu prete
Annibale Bossi. Viene soddisfatto.
5. Si
devono celebrare messe 20 per legato del fu Gaspare Bossi. Al presente viene
soddisfatto all’illustrissimo Gerolamo Tettoni e suoi eredi come donatario del
fu Baldassarre Bossi.
6. Si
devono celebrare le messe disposte dalla fu Prudenza Visconti per lire 15 che
si devono pagare dai nobili Marliani di Buguggiate annualmente;
7. Si
devono celebrare le messe disposte da Enidia Besozzo per lire 15 che deve
pagare annualmente il conte Giuseppe Guilizzoni;
8. Si
devono celebrare messe 11 disposte dal fu Gio. Battista Bossi che deve pagare
il nobile don Stefano Bossi figlio del fu Alfonso di Azzate il quale si avvale
di un credito sul canonico Platto di Caidate;
9. Si
devono celebrare 6 messe disposte dal fu Paolo Crespi su una casa al Castello
di Azzate. Al presente paga Bernardo Castiglione di Varese come figlio del fu
Giulio di Morazzone;
10. Si devono
celebrare due messe ebdomadarie durante la vita del prete Vincenzo Bossi e dopo
la sua morte messe 3 e nel termine di sei mesi si dovrà erigere le dette messe
nella Cappellania perpetua disposta da fu Ambrogio Bossi morto il 13 aprile
1732.
Legati di messe istituite nell’Oratorio di S. Antonio, S.
Lorenzo, S. Biagio e S. Giorgio di Vogonno:
- Nell’Oratorio
di S. Antonio fu eretta la cappellania dal fu Guidetto Bossi con l’onere
di messe quotidiane, dieci annuali con quattro sacerdoti, la distribuzione
di moggi 17 e mezzo di mistura ai poveri o allo scolastico. Titolare è il
rev. Giovanni Bossi che soddisfa pienamente.
- Nell’Oratorio
di S. Lorenzo fu eretta la Cappellania dal rev. fu Beltramo Bossi prevosto
di Castelseprio con l’onere di cinque messe, e quattro ebdomadarie; una messa ebdomadaria in memoria del fu
Francesco Cacciaguerra più due annuali nella chiesa parrocchiale ed un
altro nell’oratorio di S. Lorenzo con quattro sacerdoti, e con altri oneri
come nella fondazione. Titolare è il nobile don Vitaliano Bossi. Fino all’anno
1745 furono soddisfatti dal prete Stefano Bossi di Milano; dal 1731 al
presente 1745 sono state pienamente soddisfatte.
- Nell’Oratorio
di S. Biagio al Castello di Azzate fu eretta la Cappellania dalla fu
Bianca Visconti con l’onere di una messa ebdomadaria. Titolare è il prete
Baldassarre Brianzoni che ha soddisfatto da solo pienamente.
- Nell’Oratorio
di S. Giorgio di Vogonno sono da celebrare messe per lire 6 che furono
celebrate da Giacomo Ballerio per legato di altro Giacomo Ballerio. Quindi
furono celebrare messe festive per legato di Carlo Sangiovanni.
Altri annuali che si devono
celebrare nella chiesa parrocchiale di S. Maria:
un annuale e sei messe disposte
dal fu Gio. Battista Bossi che le adempie il coadiutore; cui va aggiunto
l’onere di sette messe all’anno disposte dal fu Giovanni Orlandi coadiutore di
Azzate.
Si devono celebrare due annuali
di cui uno con l’intervento di sei sacerdoti.
Si devono celebrare altri cinque
annuali disposti dal senatore Egidio Bossi e li deve pagare l’illustrissimo marchese
Bossi di Milano.
(Questa cartella è stata
trascritta in File:Cappellanie di Azzate).
CARTELLA N. 525
Processo contro del rev. prete signor Gio. Pietro Giamboni
parroco altre volte di Azzate per vari spropositi e dicerie contro del molto
reverendo signor Teologo di Varese.
Molto Reverendo signore come Fratello. A tenore del voto
fiscale, devo commettere a V.S. la costituzione del presente processo contro
del rev. prete Gio. Pietro Giamboni curato di Azzate, attesa la suspicione
della persona del signor Teologo, come dallo stesso voto vedrà, che unitamente
al processo già formato dal detto signor teologo le trasmetto, ad effetto V.S.
possa esser informato di quanto deve
operare. Nella formazione del detto processo lei userà tutte le
diligenze, e si conterrà come nello stesso voto formato che avrà il detto
processo, più presto le sia possibile per persona sicura me lo trasmetterà e
frattanto dal signore Iddio le desidero ogni vero bene.
Milano dal palazzo arcivescovile 21 giugno 1738.
Di V.S. molto illustre.
Aff.mo come fratello Fabrizio Maraviglia Vicario Criminale.
1738. Esaminati nel processo fatto contro il signor Curato
di Azzate.
Lunedì 30 giugno alla mattina 1 rev. sig. Francesco Antonio
Crotti curato di Morosolo
2 rev. Giuseppe
Maria Bernasconi curato di Besano
dopo pranzo 3 rev. prete Carlo Andrea Bestini
Martedì 1° luglio alla mattina 4 rev. sig. Giuseppe Crivelli
parroco di Buguggiate
5 signor Pietro
Antonio Visconti di Azzate
6 rev. prete Pietro Antonio de Grandi curato di Cocciago
dopo pranzo 7 rev. prete Ambrogio Zanzi
Sabato 5 luglio alla mattina 8 rev. prete Carlo Giovanni Campoleone
curato di Lissago
Lunedì 7 luglio alla mattina 9 rev. prete Pietro Rigetti di Gazzada
10 rev. prete Carlo verga di Caidate
dopo pranzo 11 Giuseppe Nicolini
oste della Schiranna
Mercoledì 9 luglio alla mattina 12 Gio. Cabri di Azzate
13 Carlo Gerolamo Guialdo molinaro di Capolago
dopo pranzo 14
Maria Maddalena Bossi Baroffio
Lunedì 14 luglio alla mattina 15 rev. prete Giuseppe Crivelli curato di
Buguggiate comparso
Spontaneamente
16 rev. prete Pietro Rigetti di Gazzada spontaneamente
17 rev. prete Vincenzo Bossi di Azzate
Martedì 15 luglio in Azzate alla mattina 18 Gaspare
Sangiovanni il masnone
19 signor Carlo
Antonio Bossi di Azzate
20 Carlo Martignoni sindaco di Azzate
dopo
pranzo 21 rev. prete Gio. Stefano
Bossi
22
don Pietro Antonio Visconti
Mercoledì 16 luglio alla mattina 23 Angela Maria Braghini
moglie di Gio. Bossi di Azzate
Giovedì 17 luglio alla mattina 24 Luigi Mantegano oste della Corona di
Varese
25 Carlo Antonio Daverio di Varese alla Motta
26 Giovanni Garoni oste di Varese
Venerdì 18 luglio alla mattina 27 rev. prete Carlo Maria Tuonando curato
di Bizzozero
Sabato 19 luglio alla mattina 28 rev. prete curato di Morosolo
29 Antonio Galli di Azzate servitore del signor Visconti
dopo pranzo 30 Liberata Cabri
di Azzate
Sabato 2 agosto
spontaneamente compare Liberata Cabri avanti al signor Casati
cancelliere, stante la mia assenza.
Lunedì 4 agosto alla mattina 31 Carlo Gerolamo Rigetti postaro di
Azzate.
Pagina n. 241 di processo, oltre altre scritture a parte.
Molto Reverendo Signore come Fratello. Si è ricevuto il
processo da V.S. con tanta diligenza ed esattezza formato dal suo signor
Cancelliere; come anche di V.S. sarà mia premura far compire a tanti incomodi,
che emendare si sono presi per fare risultare la verità unico scopo della
giustizia, e resto augurandole dal Signore Iddio ogni vero bene.
Milano palazzo arcivescovile 9 agosto 1738
Di V.S. reverendissima
Aff.mo come fratello Domenico Cavalli Vicario Criminale.
Molto reverendo Signore come fratello. Mi fa gran specie il
sentire della gentilissima lettera di V.S. del 28 del corrente luglio che ella
non abbia ricevuto alcun riscontro da me intorno alla trasmissione del noto
processo, quando sono da molti giorni che scrissi a V.S. di trasmettermi detto
processo a fine di passare alla spedizione del medesimo, e correggere il curato
di Azzate a misura dei suoi debiti, premendomi al sommo d’essere puntuale nella
mia incombenza. Prego dunque V.S. a prendersi l’incomodo di farmelo subito
pervenire alle miei mani, consegnando detto processo ben sigillato ed a persona
sicura, e le rinnovo l’inalterabile mia osservanza.
Di V.S. molto reverenda.
In Milano dal palazzo arcivescovile 29 luglio 1734
Aff.mo come fratello
Domenico Maria Cavalli Vicario Criminale.
Molto reverendo signore come fratello. Sul punto che ho
preso il processo come Vicario Criminale di questo Ufficio, mi trovo il
carissimo foglio di V.S. dell’8 del corrente, che mi avvisa delle esatte
informazioni, che ella va prendendo nella causa del curato di Azzate, non solo
per il modo improprio con cui ha egli parlato della degnissima persona del
signor Vicario Foraneo Soriani, ma anche per il fatto principale delle note
femmine di detto luogo; assicuro V.S. dell’intiera mia approvazione di tutto
ciò che ella sarà per operare in una cosa si grave, restando persuaso quanto
grande sia la di lei circospezione e prudenza; al qual effetto quando non le
riesca di fare gli opportuni esami in Varese, non ho lacuna difficoltà che Ella
si porti sul fatto a forma del voto fiscale, ed in tal caso farà al suddetto
curato il solito precetto di assentarsi e dalla cura e dalla pieve in quel modo
e tempo che V.S. stimerà più proprio. E sicuro che V.S. sarà per compire a tutte le parti della
giustizia le assicuro dal cielo ogni vero bene.
Milano dal palazzo arcivescovile 16 luglio 1738
Aff.mo come fratello
Domenico Maria Cavalli.
(Da continuare).
CARTELLA N. 926 – FASCICOLO XVI
Documenti relativi al Beneficio Coadiutorale di Azzate.
N. 2 annuali per cui si paga dalla Chiesa lire 43 .. di
dodici sacerdoti per cadauna e venti messe.
Spesa.
Per le due messe in canto compresa la doppia lire 5
Per n. 18 altre messe lire 18
Per n. 20 sacerdoti a
soldi 10 lire 10
Al castrista soldi 10
In totale lire 33.10
Avanzano lire 10 da dividersi per terzo col sig. coadiutore
a cui s’aspetta lire 3.6.6
N. 2 altri di sacerdoti dieci per cadauno colle sole messe
in canto, per cui si ricevono lire 22.16 interessi di capitale.
Spese.
Al Parroco per le due messe in canto comprese le doppie lire
5
Per i n. 8 sacerdoti per cadauno annuale lire 8
Al sacrista soldi 10
In totale lire 13.10
Avanzano lire 9 da dividersi per terzo col signor coadiutore
a cui li si deve lire 3.2
Un altro annuale di dieci sacerdoti e messe dieci per cui si
paga dal signor conte Bossi lire 20.
Spese.
Per la messa in canto lire 2.10
Per le altre nove messe a soldi 20 lire 9
Per gli otto sacerdoti lire 4
Al sacrista soldi 5
In totale lire 15.15
Avanzano lire 4.5 da dividersi un terzi col signor
coadiutore a cui li si deve lire 1.8.6
Altro annuale di n. 6 sacerdoti e n. 5 messe compresa quella
in canto per cui si riceve dal conte Alemagna in denaro lire 13.5
Spese.
Per la messa in canto lire 2.1°
Per le 4 messe lire 4
Per i 4 sacerdoti lire 2
Al sacrista soldi 5
In totale lire 8.15
Avanzano lire 4.5 da dividersi col signor coadiutore a cui
si dovrebbe lire 1.8.6
Altro annuale di sacerdoti 6 colla sola messa in canto per
cui deve dal titolare di S. Francesco lire 8.15
Spese.
Per la messa compresa la doppia lire 2.10
Per n. 4 sacerdoti lire 3
Al sacrista soldi 5
In totale lire 4.15
Avanzano lire 4 di cui spetta di terzo al signor coadiutore
lire 1.6.6
Altro annuale di sacerdoti 6 e messe sei per cui si paga dal
Coadiutore per tempore lire 15.
Spese.
Per la messa in canto lire 2.10
Per n. 5 messe lire 5
Per n. 4 sacerdoti lire 2
Al sacrista soldi 50
Per un totale di lire 9.15
Avanzano lire 5.5. di cui un terzo al signor Coadiutore gli
spetta lire 1.15
Per altri due annuali uno di sacerdoti 6 e l’altro di 5
sacerdoti per i quali si paga dal signor marchese Bossi lire15.
Spese.
Per le due messe in canto lire 5
Per i sette sacerdoti lire 3.10
Al sacrista soldi 10
In totale lire 9.20
Avanzano lire 6 il di cui terzo al signor coadiutore spetta
lire 2.
Un altro annuale di quattro sacerdoti colla sola messa in
canto per cui si paga dal titolare di S. Giovanni Evangelista lire 7.15
Spese.
Per la messa lire 2.10
Per i due sacerdoti lire 1
Al sacrista soldi 5
In totale lire 3.15
Avanzano lire 4 per il terzo al signor coadiutore si deve
lire 1.6.6
Due altri annuali di messe e sacerdoti cinque per i quali si
paga dal titolare di S. Giuseppe lire 22.10
Spese.
Per le due messe in canto lire 5
Per n. 8 messe lire 8
Per n. 6 sacerdoti lire 3
Per il sacrista soldi 10
In totale lire16.10
Avanzano lire 6 il di cui terzo spetta al signor coadiutore
lire 2.
Per n. 2 altri annuali uno di cinque sacerdoti l’altro di ….
Colle sole messe in canto per i quali si paga dal titolare di S. Quirico e
Giuliva lire 16.
Spese.
Per le messe in canto lire 5
Per i 5 sacerdoti lire 2.10Al sacrista soldi 10
In totale lire 8
Avanzano altre lire 8 di cui un terzo spettante al signor
coadiutore fanno lire 1.3.3
Un altro annuale di quattro sacerdoti colla sola messa in
canto per si paga in oggi dai fratelli Bossi e prima dal signor canonico Bossi
di Porto lire 6.
Spesa.
Per la messa in canto lire 2.10
Per i n. 2 sacerdoti lire 1
Al sacrista soldi 5
In totale lire 3.15
Avanzano lire 2.5 il di cui terzo spettante al signor
coadiutore fanno soldi 15.
Il suddetto annuale è stato insoddisfatto per molti anni
perché non veniva pagato; in questo anno restò pagato per anni dieci, peperò si
fecero altri dieci annuali simili per i quali spetta al signor coadiutore come
sopra datole la spesa in ragione di soldi 15 per cadauno fanno lire 7.10
I suddetti annuali sono quelli che si sono adempiti in
questo anno dedotti i 10 annessi a beni parrocchiali a cui è obbligato il signor coadiutore
intervenire gratis come da replicati doveri essendo per i predetti annuali li
si dovrebbe al signor coadiutore di giustizia e di regola lire 28.12 e sono 26
annuali, pure il curato glieli ha sempre pagati con l’elemosina degli avventizi
cioè lire 1.10 per cadauna senza messa e con la messa lire 2.15, da ciò potrà
vedere il signor coadiutore cosa ha sempre percepito di più e non di meno come
egli irragionevolmente suppone.
Per la festa poi di S. Benigno si percepisce lire 24 onde detratta la messa cantata colle doppie e
pagati i preti secondo il numero, che interviene in ragione di soldi 20 per
cadauno e soldi 25 a rivestiti e cerimoniere con altri soldi 20 al sacrista e
soldi 20 al campanaro di quanto sopravanza, gli fu dato sempre il suo terzo e
in quest’anno ossia nel 1796 in cui i sacerdoti non furono che quattro gli si
spetta il terzo dedotte le spese come sopra lire 4.18. Per onde se non gli fu
dato di più certamente …..
Sentite le parti, esaminate le carte rassegnate il Parroco
pagherà al Coadiutore quanto manca alle lire 300 computata l’elemosina delle
due messe settimanali computata la somma di lire 130 cioè lire 85 nel giorno di
S. Giovanni Battista e l’altra nella vigilia di Natale 1799 ed anni successivi
al corso della grida che sarà vigente nell’atto del pagamento, con che però se
dalla tangente di primizia che si cede ne ritraesse somma maggiore delle
suaccennate lire 170 dovrà il Parroco rifondere il di più nella celebrazione di
messe per detto legato dispensato.
Si compiaccia il Parroco di compensare il Coadiutore sulla
deduzione annuale fatta alle lire 50 arbitrate dal Vicario Generale.
Per i 10 annuali si pagherà al Coadiutore l’elemosina
ordinaria che si corrisponde agi altri interessati restando a carico del
Parroco la cera bisognevole per la celebrazione dei medesimi.
Continuerà il Parroco nello stralciare dall’elemosina delle
messe l’elemosina avventizia di contare le lire 2.10 a norma di quanto hanno
praticato …
Continuerà il Parroco a coprire le funzioni e cantare esso
le messe occorrenti, essendo questo diritto parrocchiale e non compatibile al
Coadiutore se non in assenza del principale, in caso bensì di assenza cioè del
Parroco per qualunque titolo saranno devolute le funzioni al Coadiutore a cui
pure spetterà la consueta doppia gestatoria di cera ed elemosina che appartiene
al Parroco quando è funzionante, come decide lo stesso sinodo 32 al capo 24.
I fazzoletti, frutta, dolci od altro che si possa regalare
per assistenza a matrimoni saranno privativi di chi assisterà, bensì qualora si
corrisponda dai contraenti qualche regalo in denaro o cera, due terzi saranno
del Parroco e un terzo del Coadiutore.
L’emolumento del presente fatto al defunto Parroco di
Brunello sarà riparabile come qualunque altro straordinario della cura di
Azzate e lo stesso dovrà praticarsi in occasione di consimili eventualità.
Le uova che si regalano dai Terrieri a chi si reca per la
compilazione dello stato delle anime e per ricevere li biglietti si considerano
come un premio personale per l’incomodo del viaggio; epperò il Coadiutore si
compiacerà di desistere da tale inchiesta.
La presente
convenzione avrà vigore anche per il trattato successivo e finché non sia
determinato altrimenti dal superiore ecclesiastico, al quale potrebbero il
Parroco e Coadiutore ricorrere acciò fosse dal medesimo superiormente
approvato.
Dal medesimo Parroco resta tacitato il Coadiutore d’oggi
retro di sue pretese per emolumenti straordinari in questione mediante un
equitativo compenso che gli è stato corrisposto.
Risposta dal Curato di Azzate al promemoria dato dal signor
Coadiutore.
- Il
signor Coadiutore è obbligato intervenire ai dieci uffici gratis come
consta da replicati decreti fatti in occasione di visite, due dei quali
qui si uniscono per maggior certificazione di quanto si asserisce dal
Parroco; e ciò si è quanto fu sempre praticato dalla creazione della
Coadiutoria sin qui, non ostante le replicate istanze fatte da Coadiutori,
come anche dal presentaneo in occasione, che giuridicamente cercò presso
la Curia di annullare la convenzione seguita della permuta delle lire 300
nelle primizia, avendo allora l’attuale Parroco, pro bono pacis, aderito
all’accomodamento amichevole di passare al signor Coadiutore lire 50 annue
finché gli durava la pensione, che pagava a certo abate Cedrini; cessata
la quale dovessero tornare al primiero stato le reciproche ragioni di
pretendere cioè nuovamente il signor Coadiutore giuridicamente le lire
300. Si cercava dirsi dal moderno Coadiutore in tal occasione anche di
essere sgravato dal suddetto peso di dieci annuali non solo ma altra
pretensione d’ottenere la doppia funeraria in assenza del Parroco, e da
questi due punti si passò sopra dalla Curia lasciando che le cose
corressero sul piede antico di quanto si era sempre praticato, cioè che il
signor Coadiutore intervenisse ai suddetti annuali gratis e che la doppia
fosse sempre dal Parroco, come consta da replicati decreti di visita, e fu
sempre in pratica da che fu fondato il Beneficio Coadiutorale. La ragione
poi di ciò si è perché detto Beneficio fu eretto in cura vacante, quindi
niun poté fare a quanto fu determinato ostando sui diritti del Parroco, e
siccome l’entrata della cura, fu messa in messa sporca senza far deduzione
dei pesi annessi, e da questa messa sporca furono estratte le lire 300 da
pagarsi al signor Coadiutore così siccome in questa messa sporca si
ritrova il peso annesso al Parroco dei suddetti annuali, e per conseguenza
dovendo il signor Coadiutore soccombere al terzo dei pesi annessi al
Parroco, come gode il terzo dei proventi, così non vi fu mai tra
Coadiutori chi potesse su di questo giusto peso assentuarsi sempre riconosciuto
giusto tutte le volte, che su di ciò si mosse questione, e con ciò crede
il Parroco di dar evacuazione anche all’ottavo capitolo, in cui si cerca
la doppia finanziaria.
- Che
il Curato dopo promulgata la grida del denaro abbia pagato al signor
Coadiutore solo lire 44.19 in sconto delle lire 50 a cui si era obbligato
e che pagava in denaro prima al corso abusivo, si attiene a quanto fu
ordinato dal Principe nella suddetta grida, cioè che le obbligazioni
contratte dopo il 1749 si dovessero ridurre secondo il corso, che aveva il
zecchino al tempo delle contratte obbligazioni al corso presentaneo della
grida, e ciò lo fece dopo aver consultato più legali, come disse allo
stesso signor Coadiutore.
- Il
Curato non vuole più pagare al signor Coadiutore le lire 44.19 dopo
ottenuto la sospensione delle due mese, perché il signor Coadiutore
restava sovrabbondantemente provveduto delle lire 300 di sua congrua,
oggetto per cui si era obbligato il Curato al pagamento suddetto, quale
adempì per due anni anche dopo cessata la pensione del Cedrini, e ciò
graziosamente finché venisse altrimenti provveduto, avendosi lo stesso
Curato riservato di far il ricorso, anzi avendolo lo stesso Curato
sollecitato presso il Signor Procuratore; ma ottenuta la sospensione delle
messe, con cui il signor Coadiutore veniva come dissi assicurato delle
lire 300, unico oggetto della lite, unico oggetto della supplica data
all’Arcivescovo, che si esibisce; non si crede più obbligato il Parroco a
corrispondere le lire 44.19 giacché il signor Coadiutore non poteva di più
pretendere che le lire 300 di congrua, quali colla dispensa delle due
messe percepisce di più, giacché il Parroco era pronto pagare al
Coadiutore lire 170, che unite a lire 130 importo delle due messe formano
lire 300 di sua congrua, e il signor Coadiutore le ha ricevute, segno che
la primizia gli rende di più. La ragione poi per cui crede essergli dovute
tuttora le lire 44.19 cioè per aver tacitate nella supplica, anzi che
essergli favorevole, fa contro lui, perché le obbligazioni del Parroco non
fossero a tempo, cioè finché durava la revisione, ma assolutamente stabile
l’averla tacitata nella supplica avrebbe resa surrettizia la grazia.
- L’aver
il Curato dato qualche volta i fazzoletti che si davano di regalia
volontaria nell’atto dei matrimoni e l’aver così anche mandato qualche
porzione d’uova nell’atto che il Parroco raccoglie i biglietti di Pasqua,
e fa nello stesso tempo lo stato delle anime, fu una graziosità dello
stesso Curato, mai praticata da altri né in Azzate né in altri luoghi ove
trovasi coadiutore. Sullo stesso piede: è appunto per essere una
graziosità ha cessato il Curato di praticarla perché non divenisse abuso
come si vorrebbe.
- Sul
terzo preteso del funerale del fu Curato di Brunello leggansi le tre
lettere che il Curato presente, su di cui siccome assicurato dalla pratica
in contrario, non credette giusto il corrispondere il terzo preteso
giacché di tal sentimento è il signor Piccinelli non solo ma tutta la
Curia, e l’argomento addotto dal signor Coadiutore è stato nel suo
supposto, giacché in nessun conto come il Coadiutore obbligato ad
amministrare i sacramenti al Curato di Brunello in mia assenza, se non per
atto di carità come ogni altro sacerdote richiesto.
CARTELLA N. 531
(Copia per Archivio Plebano di
Varese).
Messe dell’Oratorio di S. Antonio
di Varese.
Nel nome del Signore Iddio l’anno
dalla di lui nascita mille settecento ottantadue indizione prima giorno di
lunedì nove del mese di settembre.
Si premette come li Signori
Priore e Confratelli del Venerando Oratorio di Sant’Antonio Abate, e
misericordia del Regio Borgo di Varese all’oggetto di sanare alcuni debiti
dello stesso loro Venerando Oratorio, abbiano riportato da Sua Eccellenza il
signor marchese Antonio Luigi Recalcati Regio Delegato all’opportuna facoltà di
passare all’alienazione d’ alcuni diretti domini sufficienti all’estrinzione
dei suaccennati debiti e come da quella del giorno 16 febbraio corrente 1782,
che per copia concordata s’inserisce.
Varese 16 febbraio 1782
In nome del Reale Governo riconcede
alla Confraternita di S. Antonio Abate di Varese il vendere mediante pubblica
asta, e previe le cedole invitatorie, e deliberazione il diretto domino dei livelli, che possiede
detta Confraternita, ed in quella quantità che basti a ricavare la somma per
dimetterei bediti che tiene verso il dottor Quadrumani, e Pietro Giacomo
Visconti, e qualora l’importanza della vendita fosse maggiore della somma di
gigliati 125, e delle lire 2.416 da restituirsi ai detti creditori, si dovrà il
residuo impiegare i uno dei modi permessi dalla Prammatica d’ammortizzazione a
favore della Confraternita quindi si giustificherà all’Ufficio del Regio
Economato la conversione del prezzo nelle indicate cause l’asta si terrà
coll’intervento del dottor Baroffio e colle dovute forme, e cautele comandate
nel proposito delle pie istituzioni, e s’incarica ai principali amministratori,
che non abusino arbitrariamente a danno della Confraternita sotto le pene
arbitrarie al Real Governo siccome pure si comanda la perfetta ubbidienza agli
ordini superiori già spiegati.
Sottoscritto.
Il marchese Recalcati regio
delegato.
Concordat cum oirignali inserto
in instrumento 27 martii nuper evoluti per me notarium infrascriptum recepito
et pro fide testor hac die prima settembris 1782.
Subscrpt. J.C. Joseph Barofius de Collegio
Mediolani Not. Et Causidicus.
Si premette pure come in
esecuzione della accennata accordata facoltà siansi per ordine da prelodati
signori Priore e Confratelli fatte esporre a luoghi soliti le opportune cedole
invitatorie e deliberatorie per l’alienazione dei diretti domini sopra la casa
sita in Varese goduta in affitto semplice …. (Si tralascia. Riguarda Varese).
CARTELLA N. 538
Ragioni della Cappella dei Santi
Gerolamo e Quirico eretta nella Chiesa Parrocchiale di Azzate.
2 marzo 1438 (copia del 1707)
In latino: si fa una traduzione
veloce.
Davanti al venerabile Francesco
Della Croce dottore primicerio e
ordinario della chiesa di Milano e Francesco Dei Vicario Generale della chiesa arcivescovile,
Pietro Castiglione, Giuseppe de Brippio, Dionisio de Brippio, Antonio de
Dugnano, Luigi Della Strada, Ambrogio Bossi e Beniario Carcano tutti canonici e
ordinari della Chiesa di Milano congregati per ordine dell’arcivescovo Pietro
Castiglione.
Costituito il prete Beltramo Bossi
fq. Francesco prevosto della chiesa di S. Maria di Gallarate……
(Si descrivono i beni della
Cappellania dei Santi Gerolamo e Quirico9:
-
due cassi di casa con solaio sopra in Gallarate dove si
dicono all’Isella che fanno coerenza Onofrio e Lorenzo fratelli Biasimi,
strada, Giovanni Rasini, Pietro Lepori;
-
un campo e vigna in Albizzate dove si dice alla Vigna
con sopra alberi cui fanno coerenza i signori Visconti di Albizzate mediante
accesso, i Visconti di Crenna il Comune di Menzago, Georgico Ghiringhelli, Francesco
Varesi, di pertiche 19 affittato a Francesco Varesi di Cedrate fq. Antoniolo;
-
un campo sito in Castronno detto oltre l’Arno cui fanno
coerenza Bastarello Bossi, strada, il Comune di Brunello, Ambrogio Bossi di
Bodio, Antonio di Cocquio di pertiche 12;
-
un campo con sopra piante in territorio di Vogonno dove
si dice in Valle Bonaga cui fanno coerenza Giacomo fq. Cristoforo Bossi,
strada, Giovanni Decolla di pertiche 16;
-
un campo in territorio di Castronno detto al Pristino
cui fanno coerenza il fiume Arno, strada, Cristoforo Bossi di pertiche 5;
-
una vigna giacente in Castronno dove si dice alla Vigna
di S. Nazaro cui fanno coerenza gli eredi di Flavio Ghiringhelli, strada, la
Comunità di Castronno di pertiche 1;
-
un campo detto ai Pasquilii cui fanno coerenza Antonio
Ghiringhelli, Filippo Visconti, Paolo Ghiringhelli di pertiche 5
CARTELLA N. 539
Richiesta del prete Giuseppe Antonio Della Porta, anni 24,
titolare del beneficio della Cappellania dei Santi Gerolamo e Quirico. 1707?
Provvisto del beneficio con autorità apostolica di papa
Innocenzo XI il 26 settembre 1686; presentato da Gio. Ferdinando Oldoni
prevosto della chiesa di S. Maria Assunta di Gallarate come procuratore di Gio.
Stefano Bossi patrono del Beneficio, chiede di poter celebrare quotidianamente
in detta cappella e celebrare i quattro annuali e una messa in canto con
l’intervento di 4 sacerdoti come da legato disposto da Francesca Bossi sui beni
di Sumirago.
I redditi sono di 850
lire su terreni in Lissago.