Visse fino alla bella età di 82
anni e realizzò il cosiddetto Castello di Azzare, una delle più fastose dimore
che abbia mai avuto la nobile famiglia Bossi.
Unico maschio di quattro
figli, ereditò dal padre conte don Giulio Cesare il titolo comitale e gran
parte del suo patrimonio.
Delle tre sorelle una, donna
Marianna, si fece monaca nel Convento di S. Antonio di Varese, un'altra,donna Maddalena, si accasò a
Como avendo sposato intorno al 1740 Antonio Raimondi e, infine, della terza, donna
Maria, conosciamo solo il nome.
Come gli competeva il suo
grado ed il suo stato, si laureò in legge e divenne sindicatore di Varese nel
1741. Fu poi capitano sergente maggiore dei corazzieri al servizio
dell'Austria e venne nominato comandante della piazza di Como.
Ben introdotto, colto e ricco fece un ottimo matrimonio
con Maria Teresa dei conti Locatelli, dama di corte a Vienna, che gli donò otto
figli e la sua vita felice e molto laboriosa traspare in pieno visitando il
Castello di Azzate, dove sembra ancora aleggiare in ogni angolo il suo spirito
illuministico, tanta è la razionalità, l’efficienza e l’armonia di questa
sontuosa dimora che, anche se non realizzata direttamente da lui, senza dubbio risente
delle sue idee e dei suoi suggerimenti. Non
si lasciò certo sfuggire l’occasione di aver conosciuto a Varese il valente
pittore Gio. Battista Ronchelli, nativo di Castello Cabiaglio, allievo del
Magatti, per invitarlo ad affrescare la sua nuova dimora di Azzate dove ha
lasciato un importante ciclo di affreschi nel salone d’onore al piano terreno e
nel salone da ballo al primo piano.
Nella sua ottica allargata, il
conte, non volle magnificare soltanto la sua casata e per questo all’ingresso
della villa, prima del cannocchiale che conduce alla corte d’onore con portico,
fece affrescare il bue bianco in campo rosso, emblema della sua nobile ed
antica famiglia, ma vi accostò anche quello della nobile famiglia della sua amata
sposa e cioè le tre rose rosse e la civetta o l’allocco con le tre stelle d’oro,
altra variante dello stemma dei conti Locatelli, signori di Immendorf nella
bassa Austria.
Fece costruire una galleria
che mettesse in comunicazione la villa con l’Oratorio di S. Lorenzo e si
potesse così accedere alla tribuna d’onore con comodo e facilità della sua
numerosa famiglia.
Anche il fatto di aver
lasciato un biglietto autografo sotto un’assicella della tribuna d’onore la
dice lunga dell’amore che il conte aveva per la sua realizzazione e venne alla
luce durante i lavori di restauro effettuati dal dottor Nino Zampolli.
Si diede anche molto da fare per "collocare" bene due delle sue tre figlie: Marianna che andò sposa a Giuseppe Morosini di Lugano e Angela che sposò il marchese Rovelli di Como. Sarà interessante seguire le vicende dell'una e del'altra poiché un po' di sangue Bossi finirà in personaggi di spicco che hanno lasciato una significativa traccia della loro vita.
Due sono gli avvenimenti che seguiremo e ci porteranno a parlare di Villa Recalcati Morosini di Casbeno e di Villa Morosini di Vezio in Svizzera.
[1] Vedi documento n. 130-9.
[2] Vedi documento n. 130-4.
[3] Vedi documento n. 102.
[4] Vedi documento n. 130-21.
[5] Vedi documento n. 38.
[6] Vedi documento n. 130.97.
[7] Vedi documento n. 102.
[8] Vedi documento n. 102.
[9] Vedi documento n. 102.
[10] Vedi documento n.
130-136.
[11] Vedi file. Morosini.
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