giovedì 3 ottobre 2013

Lunga vita al conte don Claudio Luigi Bossi detto Luigi


Ingresso della Villa Bossi-Zampolli.

Visse fino alla bella età di 82 anni e realizzò il cosiddetto Castello di Azzare, una delle più fastose dimore che abbia mai avuto la nobile famiglia Bossi.
Unico maschio di quattro figli, ereditò dal padre conte don Giulio Cesare il titolo comitale e gran parte del suo patrimonio.
Delle tre sorelle una, donna Marianna, si fece monaca nel Convento di S. Antonio di Varese, un'altra,donna Maddalena, si accasò a Como avendo sposato intorno al 1740 Antonio Raimondi e, infine, della terza, donna Maria, conosciamo solo il nome.
Come gli competeva il suo grado ed il suo stato, si laureò in legge e divenne sindicatore di Varese nel 1741. Fu poi capitano sergente maggiore dei corazzieri al servizio dell'Austria e venne nominato comandante della piazza di Como.
Ben introdotto, colto e ricco fece un ottimo matrimonio con Maria Teresa dei conti Locatelli, dama di corte a Vienna, che gli donò otto figli e la sua vita felice e molto laboriosa traspare in pieno visitando il Castello di Azzate, dove sembra ancora aleggiare in ogni angolo il suo spirito illuministico, tanta è la razionalità, l’efficienza e l’armonia di questa sontuosa dimora che, anche se non realizzata direttamente da lui, senza dubbio risente delle sue idee e  dei suoi suggerimenti. Non si lasciò certo sfuggire l’occasione di aver conosciuto a Varese il valente pittore Gio. Battista Ronchelli, nativo di Castello Cabiaglio, allievo del Magatti, per invitarlo ad affrescare la sua nuova dimora di Azzate dove ha lasciato un importante ciclo di affreschi nel salone d’onore al piano terreno e nel salone da ballo al primo piano.
Nella sua ottica allargata, il conte, non volle magnificare soltanto la sua casata e per questo all’ingresso della villa, prima del cannocchiale che conduce alla corte d’onore con portico, fece affrescare il bue bianco in campo rosso, emblema della sua nobile ed antica famiglia, ma vi accostò anche quello della nobile famiglia della sua amata sposa e cioè le tre rose rosse e la civetta o l’allocco con le tre stelle d’oro, altra variante dello stemma dei conti Locatelli, signori di Immendorf nella bassa Austria.
Fece costruire una galleria che mettesse in comunicazione la villa con l’Oratorio di S. Lorenzo e si potesse così accedere alla tribuna d’onore con comodo e facilità della sua numerosa famiglia.
Anche il fatto di aver lasciato un biglietto autografo sotto un’assicella della tribuna d’onore la dice lunga dell’amore che il conte aveva per la sua realizzazione e venne alla luce durante i lavori di restauro effettuati dal dottor Nino Zampolli.
Si diede anche molto da fare per "collocare" bene due delle sue tre figlie: Marianna che andò sposa a Giuseppe Morosini di Lugano e Angela che sposò il marchese Rovelli di Como. Sarà interessante seguire le vicende dell'una e del'altra poiché un po' di sangue Bossi finirà in personaggi di spicco che hanno lasciato una significativa traccia della loro vita.                                                                                              
Due sono gli avvenimenti che seguiremo e ci porteranno a parlare di Villa Recalcati Morosini di Casbeno e di Villa Morosini di Vezio in Svizzera.




[1] Vedi documento n. 130-9.
[2] Vedi documento n. 130-4.
[3] Vedi documento n. 102.
[4] Vedi documento n. 130-21.
[5] Vedi documento n. 38.
[6] Vedi documento n. 130.97.
[7] Vedi documento n. 102.
[8] Vedi documento n. 102.
[9] Vedi documento n. 102.
[10] Vedi documento n. 130-136.
[11] Vedi file. Morosini.
[12] Vedi documento 2059.


Nessun commento:

Posta un commento